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A Cisterna di Latina riapre il Giardino di Ninfa

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Riapre al pubblico il 31 marzo e si potrà visitare a partire dal weekend di Pasqua. Il Giardino di Ninfa di Cisterna di Latina è un parco da fiaba, tra laghetti, fiori colorati, angoli che sembrano rubati al Paradiso Terrestre, fontane e piante tropicali. Talmente bello che ha ricevuto il riconoscimento di “Parco più bello d’Italia”, ha riservato alle visite un calendario fisso e solo attraverso visite guidate, proprio per preservare la sua bellezza, la sua biodiversità e l’equilibrio ambientale.

Si parte quindi il 31 marzo e il 1° e il 2 aprile. Le date successive in cui sarà possibile accedere al parco sono il 7, 8, 15, 22 e 29 aprile. Nel mese di maggio, le giornate di apertura sono il 1°, il 5, il 6, il 13, il 20 e il 27, mentre i giorni dedicate alle visite a giugno sono il 2, 3 3 17. Passando a luglio, cancelli aperti il 7, l’8 e il 22. Ad agosto, il 4, il 5 e il 15 (Ferragosto). Le aperture autunnali sono limitate ai primi due giorni di settembre, al 6 e 7 di ottobre, con chiusura il 4 novembre. Prenotazione obbligatoria.

La visita guidata, che si effettua anche in caso di pioggia, è di circa un’ora, durante la quale si possono ammirare le bellezze del Giardino di Ninfa, tra cui l’Hortus Conclusus (ingresso 2 euro), un giardinetto all’italiana del XVII secolo, con un agrumeto e vasche abitate da eleganti cigni.

L’ambiente del parco

Il nome, Giardino di Ninfa, deriva da un tempietto di epoca romana, dedicato alle Ninfe Naiadi, divinità delle acque sorgive, costruito nei pressi dell’attuale parco, che è stato dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000, per tutelare questa splendida area storica di fama internazionale.

Il giardino comprende un habitat naturale costituito dal fiume Ninfa, dalle aree lacustri da esso formato e dalle aree circostanti. Nel complesso è compreso anche il Parco Naturale Pantanello, inaugurato nel 2009.

Negli otto ettari di giardino si possono ammirare oltre 1300 piante diverse, tra cui alcune varietà di magnolie decidue, betulle, iris palustri e una sensazionale varietà di aceri giapponesi, inoltre a primavera i ciliegi e meli ornamentali fioriscono in maniera spettacolare. Ci sono, inoltre,  i viburni, i caprifogli, i ceanothus, gli agrifogli, le clematidi, i cornioli, le camelie. Molte varietà di rose rampicanti sono sostenute dalle rovine ed estendono i lunghi rami vigorosi sugli alberi.

Il clima mite, poi, ha permesso anche di coltivare piante tropicali, come l’avocado, la gunnera manicata del Sud America e i banani. Nel parco vivono poi diverse specie animali, tra cui 100 specie avicole censite.

Un po’ di storia

La storia del parco ha inizio nel VII secolo, quando l’imperatore Costantino concede a Papa Zaccaria questa area fertile, oltre a un vasto territorio chiamato Campagna e Marittima, che entrano di diritto nei possedimenti pontifici. Nell’XI secolo, Ninfa assume il ruolo di città e tra le varie famiglie nobili spiccano i Conti Tuscolo, legati alla Roma pontificia, e i Frangipani, che danno nuovo impulso all’architettura cittadina.

Nel 1294 sale al soglio pontificio Benedetto Caetani, Papa Bonifacio VIII, che nel 1298 aiuta suo nipote Pietro II Caetani ad acquistare Ninfa, segnando l’inizio della presenza dei Caetani nel territorio. Pietro II Caetani amplia il castello della città, aggiungendo la cortina muraria con i quattro fortini e innalzando la torre, già presente, a 32 metri, e realizzò il palazzo baronale.

Nel 1382 Ninfa viene saccheggiata e distrutta da parte di Onorato Caetani sostenitore dell’antipapa Clemente VII nel Grande Scisma e avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa. La città rimane disabitata fino al XVI secolo, quando il cardinale Nicolò III Caetani.

Nel XVI secolo il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, vuole creare a Ninfa un ‘giardino delle sue delizie’. Il lavoro viene affidato a Francesco da Volterra che progetta un hortus conclusus, cioè  un giardino delimitato da mura con impianto regolare, proprio accanto alla rocca medievale dei Frangipane. Alla morte del cardinale quel luogo di delizie fu di nuovo abbandonato.

Alla fine dell’Ottocento i Caetani ritornano sui possedimenti. Ada Bootle Wilbraham, moglie di Onoraro Caetani, con due dei sui sei figli, Gelasio e Roffredo, si occupano di Ninfa decidendo di crearvi un giardino in stile anglosassone, dall’aspetto romantico. Bonificano le paludi, piantano i primi cipressi, lecci, faggi, oggi maestosi, rose in gran numero, e restaurarono alcune rovine, fra cui il palazzo baronale, che diventa la casa di campagna della famiglia, oggi sede degli uffici della Fondazione Roffredo Caetani.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la famiglia Caetani si rifugia nel castello Caetani di Sermoneta, facendo ritorno a Ninfa solo dopo il 1944. L’ultima erede dei Caetani, Lelia, figlia di Roffredo Caetani, donna sensibile e delicata, ha curato il giardino come un grande quadro, accostando colori e assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature, ed evitando l’uso di sostanze inquinanti.

Insieme alla madre Marguerite, ha realizzato accanto alle mura sud della città di Ninfa un rock garden. Donna Lelia morì nel 1977, ma prima della sua morte aveva istituito la Fondazione Roffredo Caetani, al fine di tutelare la memoria del Casato Caetani, di preservare il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta, e di valorizzare il territorio.

INFO

Giardino di Ninfa

Doganella di Ninfa, via Provinciale Ninfina 68, Cisterna di Latina

Ingresso: intero € 15, ridotto € 8, minori di 11 anni gratis

www.fondazionecaetani.org

COME ARRIVARE

In auto: da Roma, SR148 Pontina in direzione Latina, uscita Borgo Sabotino-Lido di Latina, proseguire in direzione Cisterna. Dopo la prima rotonda, alla seconda andare dritto e seguire le indicazioni per la via Appia (SS7) e seguire indicazione per Ninfa, Norma, Bassiano. Da Napoli, A1 con uscita Frosinone, seguire indicazioni per Latina sulla SR156 e proseguire fino a incrociare la via Appia, svoltare in direzione Roma. Proseguire per 18 km , al km 76 svoltare a destra seguendo indicazioni per Ninfa, Norma, Bassiano.