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WP in Tour: con l’Audi Q6 e-Tron sul ramo orientale del Lago di Como

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Guarda il nostro viaggio premium sul Lago di Como a bordo della nuova Audi Q6 e-tron: un itinerario tra borghi segreti, sapori autentici e panorami manzoniani.

Certe volte, per ritrovare l’autenticità, bisogna affidarsi al futuro. È con questo spirito che siamo partiti da Lecco a bordo della nuovissima Audi Q6 e-tron, il SUV 100% elettrico che segna il debutto della piattaforma PPE – sviluppata insieme a Porsche – e inaugura un nuovo corso nella mobilità premium. Un’auto elegante, silenziosa, capace di sorprendere con tecnologia e prestazioni, ma anche di accompagnarci, con discrezione, lungo un itinerario dove il tempo sembra aver rallentato: il ramo orientale del Lago di Como, quello di manzoniana memoria, tra spiritualità, sapori autentici e borghi scolpiti nella pietra.

Il Lago di Como è bello sempre, e comunque. Anche se spesso è sottovalutato dai lombardi che lo hanno a portata di mano. La nostra rotta? Un viaggio lento, panoramico, fuori dalle rotte veloci, alla scoperta del ramo orientale del Lago di Como, là dove il tempo pare rallentare e i sapori, le pietre e i panorami raccontano storie secolari. Abbiamo quindi scelto di percorrere gli angoli meno conosciuti, più silenziosi, più autentici. Dall’Orrido di Bellano alla spiritualità dell’Abbazia di Piona, passando per i panorami segreti di Brenzio e il fascino romantico di Malgrate.

La tipica barca “Lucia”, simbolo del ramo lecchese del Lago di Como e omaggio eterno ai Promessi Sposi. Ancora oggi solca le acque narrando storie di amore e di viaggio

Una sosta a Mandello Lario e un saluto alla Moto Guzzi

Si parte da Lecco, porta naturale del lago, incorniciata tra il Resegone e la Grigna. L’Audi Q6 e-tron accende silenziosamente i suoi fari a LED e parte verso nord, lambendo le acque calme fino a Mandello del Lario, casa della Moto Guzzi. È un passaggio simbolico: lì dove il rombo dei bicilindrici è leggenda, oggi scivoliamo in silenzio grazie a 387 CV distribuiti senza strappi, in perfetto equilibrio tra eleganza e rispetto per l’ambiente. Allo stabilimento e museo della Guzzi dedichiamo uno sguardo riconoscente, prima di lasciarci abbracciare dalla vecchia strada panoramica, quella che evita la superstrada e abbraccia ogni insenatura del lago.

La Q6 e-tron davanti al celebre portone rosso dello storico stabilimento Moto Guzzi a Mandello Lario

L’auto del futuro fa un bagno di autenticità

In questo viaggio dove l’innovazione si mette al servizio della bellezza, la Audi Q6 e-tron si ritrova immersa in una narrazione che parla di autenticità, di angoli nascosti, di luoghi che resistono alla frenesia del turismo di massa. Come l’Orrido di Bellano, gola spettacolare scavata nei secoli dalla furia del torrente Pioverna. Il suono dell’acqua che scende impetuosa tra le pareti di roccia è ipnotico. Si cammina su passerelle sospese, strette tra le rocce, e si finisce quasi per dimenticare l’epoca in cui si vive. È il perfetto contraltare alla silenziosità del SUV elettrico, che attende discreto all’uscita come una navetta del tempo.

Le passerelle che consentono di addentrarsi nell’Orrido di Bellano

Corenno Plinio, Borgo dei Borghi, e l’Abbazia di Piona

Poi c’è Corenno Plinio, uno di quei borghi che sembrano usciti da un libro illustrato. Scolpito nella pietra e affacciato direttamente sull’acqua, è talmente integro e autentico da essere stato candidato a “Il Borgo dei Borghi” nella competizione televisiva di RAI 3. Qui si passeggia tra scalinate secolari, archi gotici e un castello medievale affacciato sul lago. Nessun negozio di souvenir, nessuna insegna al neon. Solo case in sasso, silenzio e viste che emozionano.

In posti così, la presenza della Q6 e-tron è una dichiarazione sottile: si può viaggiare nel futuro senza tradire il passato. Nessun rumore, nessun fumo. Solo la capacità di muoversi in modo responsabile, lasciando che a parlare siano i luoghi, le pietre, gli orizzonti. È un bagno di autenticità per l’auto e per chi la guida, in un itinerario dove il lusso non è ostentazione, ma capacità di ascolto, di rispetto, di sintonia con l’ambiente e con la memoria dei luoghi.

Una spettacolare vista aerea del borgo di Corenno Plinio

Ancora pochi chilometri, ed eccoci all’Abbazia di Piona, affacciata su un lembo d’acqua che pare sospeso. Qui il silenzio è sacro. il chiostro romanico, i profumi dei giardini, la vista sul lago: tutto invita a rallentare. E l’Audi, con il suo comfort totale, si inserisce in questa armonia. Il Digital Stage con i suoi tre display ci offre tutte le informazioni, ma senza mai distrarre. Il parabrezza, grazie all’head-up display con realtà aumentata, sembra diventare un’estensione del paesaggio.

L’abbazia di Piona

Gravedona e la terrazza segreta di Brenzio

Per la sosta pranzo, puntiamo su Gravedona, altra perla poco battuta. La piazza sul lago è incantevole, ma noi saliamo ancora un po’, fino alla frazione Brenzio, dove si trova La Fattoria. Un ristorante semplice, ma con una vista che lascia senza parole: una terrazza naturale da cui il lago sembra allungarsi all’infinito. Qui, tra pizzoccheri, salumi locali e formaggi stagionati in grotta, ritroviamo l’autenticità dei sapori. Un’esperienza che completa il viaggio.

Bellagio e il suo imbarcadero

Riprendiamo la Q6 e-tron e, passando per Colico e la sponda occidentale, raggiungiamo Cadenabbia, dove ci imbarchiamo con il traghetto per attraversare il lago. A Bellagio, il borgo più celebrato del Lario, non ci fermiamo a lungo: oggi siamo attratti da luoghi meno fotografati. Così prendiamo la strada che attraversa i boschi della penisola e ritorniamo verso sud, fino a Malgrate. Da qui, Lecco si ammira da un punto privilegiato, incorniciata dalle montagne e dai riflessi dorati del tramonto.

 

Gravedona, è sulla costa nord-occidentale del lago

Lecco, lo skyline del romanzo italiano, visto da Malgrate

Il modo più bello – e forse più emozionante – per ammirare Lecco non è da dentro la città, ma da Malgrate, appena di fronte, a poche centinaia di metri, proprio dove le acque del Lario si trasformano nel fiume Adda. Da lì, specialmente al tramonto, si coglie tutta la forza del suo skyline verticale: la Grigna e il Resegone sullo sfondo, le guglie delle chiese, i ponti, i riflessi sull’acqua. Una visione iconica, che racconta molto dell’anima di questa città.

Lecco non è solo una meta da cartolina: è il cuore vivo dell’immaginario manzoniano, un luogo dove ogni angolo sembra raccontare una pagina dei Promessi Sposi. Lo si respira tra le vie del centro, sulle sponde del lago, nelle salite verso le montagne. È qui che si trova la barchetta Lucia, fedele riproduzione dell’imbarcazione con cui Renzo e Lucia tentano la fuga. E sempre qui si trovano due hotel emblematici: l’Hotel Griso (dal nome del capo dei bravi di  Don Rodrigo) e l’Hotel Promessi Sposi, recentemente rinnovato, che omaggia fin dal nome il capolavoro letterario.

 

Il miglior punto per vedere Lecco e le sue montagne è dal lungolago di Malgrate

Chi vuole immergersi davvero in quest’atmosfera può seguire i percorsi manzoniani, itinerari segnalati che portano il visitatore a scoprire i luoghi citati nel romanzo o legati alla vita dell’autore. Questi alcuni tra i più significativi: la casa di Lucia a Olate, ritenuta la più verosimile tra le possibili abitazioni dell’eroina; il rione di Pescarenico, antico villaggio di pescatori citato nel romanzo, con il convento dei frati cappuccini, il Castello dell’Innominato, sopra Vercurago, uno sperone roccioso con vista mozzafiato, carico di suggestione letteraria; il ponte Azzone Visconti, conosciuto anche come “ponte vecchio”, che collega Lecco a Malgrate ed è uno dei simboli della città, e la Torre Viscontea e il Palazzo delle Paure, nel cuore della città, testimoni della storia medievale e moderna.

Visitare Lecco è quindi molto più che attraversare una bella città di lago: è entrare in un mondo narrativo, dove ogni pietra e ogni scorcio raccontano un’emozione letteraria, dove la Q6 e-tron si muove quasi in punta di piedi, rispettando il genius loci di un luogo in cui il tempo sembra davvero sospeso.

Compagna di viaggio: Audi Q6 e-tron

Con il suo debutto, l’Audi Q6 e-tron segna un punto di svolta per il marchio tedesco, che ha prezzi di listino a partire da 67.800 euro. Primo modello costruito sulla Premium Platform Electric, sviluppata con Porsche, questo SUV elettrico unisce eleganza, sportività e tecnologia. Lunga 4,77 metri, larga 1,94 e con un passo di quasi 2,90 metri, offre abitabilità da ammiraglia e un comportamento su strada sorprendente, grazie ai 387 CV della versione Quattro. Le batterie NMC da 100 kWh garantiscono fino a 625 km di autonomia, mentre la ricarica rapida in DC consente di recuperare 255 km in soli 10 minuti. A bordo, il comfort è totale: materiali premium, triplo display interattivo, assistenza vocale integrata con intelligenza artificiale e head-up display con realtà aumentata. Senza dimenticare le 8 firme luminose digitali dei nuovi gruppi ottici, capaci persino di comunicare con l’esterno. Un SUV che non solo guida nel silenzio, ma dialoga con l’ambiente. La Q6 e-tron è più di un’auto: è un ponte tra mondi, che guarda al domani, ma che ci ha accompagnati – in assoluto silenzio e con grande classe – alla riscoperta di un passato che merita rispetto e attenzione. Un futuro elegante, tecnologico, connesso, sostenibile, ma capace di lasciarsi stupire dalla semplicità di una pietra antica, dal profumo di un formaggio locale, dal silenzio di un chiostro cistercense. E se davvero il motto “Vorsprung durch Technik” (All’avanguardia della tecnica) rappresenta l’anima di Audi, questo viaggio ci ha dimostrato che, oggi, essere all’avanguardia significa anche saper rallentare, ascoltare, respirare. Come ha fatto lei, la Q6 e-tron. Senza mai perdere la rotta.

Dove dormire

Hotel Il Griso – Malgrate (LC)

Posizione, vista e comfort: bastano tre parole per definire l’esperienza all’Hotel Il Griso. Situato a Malgrate, sulla sponda opposta rispetto a Lecco, l’albergo gode di una posizione panoramica privilegiata, con una terrazza affacciata direttamente sul lago e sulla skyline montuosa che ispirò il Manzoni. Le camere, moderne e luminose, sono arredate con gusto e molte offrono balconi privati da cui godersi l’alba o il tramonto sull’acqua. Ottimo punto di partenza per esplorare il ramo orientale del lago.

Dove mangiare

Ristorante La Fattoria – Brenzio (Gravedona e Uniti)

Situato nella frazione collinare di Brenzio, sopra Gravedona, La Fattoria è un ristorante a conduzione familiare che unisce la genuinità della cucina locale a una vista panoramica mozzafiato. Dai tavoli all’aperto, il lago sembra un dipinto incorniciato da montagne. Il menu cambia con le stagioni e valorizza i prodotti del territorio: salumi artigianali, pizzoccheri, polenta con brasato, formaggi stagionati e dolci fatti in casa.

Crotto del Capraio – Civate (LC)

Immerso nel verde alle pendici del monte Cornizzolo, poco sopra Civate sul piccolo lago di Annone,, il Crotto del Capraio è un’ode all’autenticità. Qui si entra nel cuore della tradizione gastronomica lariana e brianzola. I piatti sono robusti e veraci: salumi della casa, sciatt croccanti, risotti, costine alla griglia, e naturalmente formaggi locali serviti con miele e confetture. Ma non è più un vero crotto, la grotta non c’è più, con la sua “sorèl” che mantiene naturalmente fresca la temperatura.  

I  Crotti autentici: la pancia della montagna diventa convivio

C’è un’anima antica e autentica che resiste tenacemente nei territori che circondano il Lago di Como, ed è custodita nei crotti. Il nome deriva dal termine dialettale “cròt”, che indica una cavità naturale nella roccia, spesso originata da frane o fenditure montane. Al loro interno soffia la “sorèl”, una corrente d’aria fresca e costante, perfetta per stagionare formaggi e salumi. È qui, nella pancia della montagna, che per secoli si sono conservati i tesori della cucina contadina, in un equilibrio naturale tra uomo e ambiente.

Nel tempo, molti di questi crotti si sono trasformati in luoghi conviviali, diventando osterie, trattorie e ristoranti in cui si celebra la cucina del territorio. La particolarità? Ogni zona ha la sua identità gastronomica, e nei crotti si riflette in modo diretto: nella Brianza dominano i casoncelli, le costine alla brace e la rustica cassoeula; salendo verso il lago, si incontrano piatti a base di pesce d’acqua dolce, come lavarelli, missoltini (agoni essiccati e grigliati), alborelle fritte o in carpione. Più a nord, verso la Valtellina e la Valchiavenna, la cucina si fa più alpina: sciatt, pizzoccheri, polenta taragna e formaggi d’alpeggio.

Mangiare in un crotto non è solo un’esperienza gastronomica: è un’immersione nella cultura popolare, in un’atmosfera informale ma calda, dove spesso si mangia a tavolate comuni, tra volte in pietra, botti antiche e il profumo persistente della stagionatura. Alcuni crotti sono ancora “veri”, alimentati dalla sorèl naturale; altri sono stati ricostruiti ma ne conservano lo spirito. In entrambi i casi, rappresentano uno degli ultimi baluardi di autenticità culinaria, luoghi in cui il tempo rallenta, il vino scorre abbondante e le storie si mescolano ai sapori.

Ogni viaggio può diventare poesia

Mi piace pensare che in quell’angolo del ramo di Lecco ci fosse già una panchina  su cui sedevano Renzo e Lucia, a pochi passi  dalla barca tipica che ora tutti chiamano proprio Lucia.

Mi piace pensare che in quei due cuori non più giovani che ora vedo guardare lo stesso lago, lo stesso cielo, gli stessi monti che si rispecchiano nelle acque limpide, viva lo stesso amore.

Qui dove le alte pareti sembrano difendere un tempo speciale in cui l’amore vive senza ieri e senza domani, senza passato e senza futuro, perché l’amore esiste e basta, in una dimensione fuori dal tempo dove accoglie chi sa amare. Per sempre.

Raffaele d‘Argenzio