Weekend a Barolo: cultura a tavola e in cantina

Passeggiando nel cuore del borgo, a ridosso del castello, si notava appeso ad un balcone il seguente cartello: “Sorridi, sei a Barolo. Qui si mangia e si beve”. Frase perfetta, non si potrebbe riassumere meglio l’essenza di questo paese. Ovunque ti giri, puoi degustare gli eccellenti vini prodotti in questa zona e assaggiare le tante specialità gastronomiche tradizionali. Se si volesse scegliere un esempio del più classico Made in Italy, la sapienza artigianale nel suo senso originario, appunto quello di arte, basterebbe fare un salto in questo piccolo comune piemontese nel cuore delle Langhe, in provincia di Cuneo. Che non a caso è sempre affollato di turisti.

Weekend a Barolo

Proprio la sua particolarità ha fatto classificare Barolo nella lista compilata dall’Unesco dei patrimoni dell’umanità da tutelare. Inoltre è anche segnalato con la significativa “bandiera arancione” del prestigioso Touring Club Italiano. Le bandiere arancioni costituiscono un’iniziativa per mettere in evidenza i più caratteristici borghi italiani, quelli meglio conservati e ospitali. Attualmente ce ne sono 230.

 

COSA VEDERE A BAROLO: IL MUSEO DEI CAVATAPPI

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Come la stappate una bottiglia del vostro vino preferito? Quando poi si tratta di vini di alta eccellenza come il Barolo, si deve fare un po’ di attenzione, non vorrete certo rovinare il prezioso contenuto. Quindi un accessorio come il cavatappi diventa fondamentale. E’ allora una conseguenza logica che un luogo come il Museo dei cavatappi potesse nascere proprio in questo luogo.

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Paolo Annoni, fondatore del Museo dei Cavatappi di Barolo

Aperto nel 2006 nei locali di un’antica cantina accanto al castello comunale, origina da un’iniziativa di Paolo Annoni, farmacista torinese trasferitosi nelle Langhe vent’anni fa. La sua passione per questo utensile lo ha portato a mettere insieme una collezione di 500 esemplari antichi provenienti da tutto il mondo e realizzati a partire dalla seconda metà del XVII secolo.

Il percorso di visita del museo è suddiviso in 19 sezioni. Cavatappi decorativi e figurativi, tascabili, pubblicitari, multiuso, a tema manuale e perfino erotico. Nell’epoca in cui profumi e medicinali venivano venduti in bottigliette di vetro, vennero prodotti anche cavatappi appositi, che possiamo vedere in questo museo. Materiali di ogni tipi: legno, ferro, alluminio, ottone, osso, bronzo, avorio, argento, tartaruga e la lista prosegue ancora lunga. Non mancano nemmeno i cavatappi preziosi costruiti per aristocratici, religiosi e altri facoltosi personaggi.

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Poi libri, cartoline, pubblicazioni, souvenir vari. E naturalmente un’esposizione di bottiglie di Barolo e altri vini di Langa dei produttori locali. Il cavatappi ha una storia affascinante, che viene ripercorsa dalle sezioni del museo. Questo utensile deriva da un attrezzo metallico a punta attorcigliata che nel Seicento serviva ad estrarre le pallottole dalle canne delle armi.

In origine il tappo di sughero era usato per chiudere recipienti non necessariamente contenenti vino. Ad esempio in Italia fino al 1728 era vietato il commercio del vino in contenitori di vetro, perché le tecniche di produzione delle bottiglie non consentivano di ottenere una capacità sempre uguale, per cui le frodi sulla quantità erano comuni.

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Il primo brevetto di cavatappi risale al 1795, registrato dall’inglese Samuel Henshall. Furono infatti gli inglesi, grandi commercianti e viaggiatori, a sviluppare l’invenzione, poi estesa al resto del mondo, soprattutto in Francia e Italia.

Info: Museo dei cavatappi, piazza Castello 4, Barolo, Tel. 0173.560539, info@museodeicavatappi.it

 

DOVE MANGIARE A BAROLO: RISTORANTE WINEBAR BAROLO FRIENDS

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Lo chef Imer Pegoraro al lavoro

Naturalmente il borgo di Barolo è costellato di ottimi luoghi dove ristorarsi, uno meglio dell’altro. Ne segnaliamo uno. Il ristorante winebar Barolo Friends. Situato in un locale anticamente adibito a forno per grissini e pane, il ristorante si basa sui grandi prodotti del territorio, selezionati e preparati con cura e passione dallo chef Imer Pegoraro, coadiuvato da Federico Ramello e Luca Mana.

E’ sempre affascinante vedere un cuoco di classe al lavoro dal vivo. Tutta un’altra cosa rispetto ai lustrini e agli artifici dei programmi televisivi. Qui si lavora sul serio e bene. E anche in fretta, perché non si possono far aspettare troppo i clienti. In pochi minuti nasce un piatto prelibato come i “Tajarin” al ragù di salsiccia, un tipo particolare di tagliatelle. Sembra semplice, quando lo fa lo chef.

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Tajarin al ragù di salsiccia e Infuori di fassona

Oppure un altro piatto tradizionale, squisito e veloce, adatto alla stagione estiva: si chiama “Infuori di fassona”, carne cruda dell’omonimo vitello piemontese con una spolverata di pregiato tartufo nero; d’altra parte Alba è qui vicino. E queste sono le ricette di viaggio:

INFUORI DI FASSONA
-Infuori di vitella fassona piemontese 140 grammi;
-fleur de sel quanto basta;
-olio extravergine q.b.;
-succo di limone q.b.;
-pepe q.b.;
-tartufo nero q.b.;

Procedimento:
battere al coltello la carne cruda, condire a piacere e mettere nel piatto, finire con tartufo nero a fette.

TAJARIN AL RAGÙ DI SALSICCIA
-1 cipolla rossa;
-1/2 chilo di salsiccia di Bra;
-2 rametti di rosmarino;
-500 g di passata di pomodoro;
-sale q.b.;

Procedimento:
tritare la cipolla ed il rosmarino e far rosolare in padella. Una volta rosalata la cipolla, aggiungere la salsiccia e rosolare sgranandola. Aggiungere la passata di pomodoro, salare e portare a fine cottura.

Naturalmente non finisce qui. Vengono proposti anche piatti internazionali, di cucina creativa e pesce, sempre scegliendo materie prime di alta qualità, rispettando anche le stagioni. Non è solo mangiare, si tratta di un’esperienza da ricordare. Cucina sempre aperta dalle 11 alle 22, ideale per i turisti. E da bere? Siamo a Barolo, provate un po’ ad immaginare.

Info: Ristorante winebar Barolo Friends, piazza Castello 3, Barolo, 0173.560542, winebar@barolofriends.it

Il primo giorno del nostro weekend a Barolo termina qui. Ma sul web il tempo è relativo. Infatti passiamo subito alla seconda parte della nostra visita, parlando dove parliamo del Castello (nella foto di copertina, autore Bruno Murialdo) e di una delle cantine che rappresentano l’essenza stessa di questo luogo: i Marchesi di Barolo. Già che ci siamo, un’ottima automobile per il viaggio, capace anche di caricare i preziosi souvenir vinicoli che sicuramente comprerete? Ad esempio la Peugeot 308 SW, di cui potete leggere la nostra prova, effettuata proprio nel borgo piemontese.