VIVA Viviana Varese! Chef stellata e viaggiatrice innamorata di terre lontane.

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

Milano. Viviana Varese, Chef inarrestabile, ama i progetti ambiziosi.. e li realizza:! A cominciare dall’ apertura di VIVA Viviana Varese, il suo nuovo ristorante stellato, dove ha riunito 24 chef e 6 pasticceri da tutto il mondo, agli appuntamenti di ‘INCREDIBILE VIVA’, creati con l’amica Anna Morelli, editrice e nota globetrotter. Sono serate speciali in cui Viviana ospita alcuni tra i migliori chef del mondo, ‘concedendo’ loro la sua brigata e coinvolgendoli a immergersi nel colore e nell’energia del suo locale.

Un cast davvero stellato, eclettico e top, Sono previsti: Leonor Espinosa (Bogotà) Mitsuharu Tsumura (Lima) e Mauro Colagreco (Mentone) proclamato Chef n°1 al mondo da World’s 50 Best 2019. I menù sono scelti dall’ospite mentre VIviana si occupa degli antipasti e dei dolci, studiati in armonia con la personalità dell’ospite.


VIVA (acronimo del nome e cognome dlla Chef) è locato a Milano, all’ultimo piano di Eataly e ci riserva irridiscenze, colori, luce, una vista spettacolare su Piazza XXV Aprile, tavoli in legno, condivisione, arte e ricerca, dal variopinto murale di Marco Nerero Rotelli, ai bicchieri  disegnati da Gaia Rotelli, alle posate Giò Ponti, alle stilose divise disegnate da Giovanni Cavagna.

A tavola!
Si parte con le 7 variazioni dell’orto di Viviana, dalla briochina accompagnata da mozzarella di bufala pomodoro e basilico, alla fantastica zucca piastrata con estratto di zucca e alloro, da un pizzocchero fritto ripieno di formaggio a un consommé a base di topinambur,

allo stella repeperone crusco con baccalà mantecato, mentre il burro occhieggia ‘vivamente’ (è proprio il caso di dirlo…) polverizzato da agrumi misti.

Un piatto dal titolo cinematografico: Non togliere l’osso a Mario ci presenta un ossobuco al barbeque con diaframma, tartare di fassona, cipollotto, maionese alla senape e neve all’aceto. Le citazioni continuano: il coccante carciofo alla Giudea diventa Al di là del Ghetto con menta, liquirizia, caffè, cioocolato e aglio.

Il pesce sposa il porcino nel piatto  Rosemary’s ceci, calamari con crema di ceci neri, spugna al nero di seppia, brodo intenso di calamari e funghi porcini, mentre Tuffo nell’Orto serve baccalà al vapore, crema di patate, cime di rapa, zuppetta di fagioli di Pigna, trippa di baccalà.

I limoni di Sorrento non mancano mai nei menu e nel frigo di casa di Viviana…
Siamo al dolce e riappare il limone in mousse dal cuore morbido su croccantino.

Ma le sorprese non finiscono perché, servite su una coloratissima costruzione di plexiglas, arrivano le delizie di mini pasticceria. Divertiamoci: gelatina di mango e frutto della passione, cioccolatino con aceto balsamico e lampon, la pepita d’oro che schiocca in bocca.

Buongiorno Viviana, quando è libera, dove le piace passare il weekend?
Il pochissimo tempo che mi dedico al di fuori del lavoro è di puro relax, talvolta In agriturismi in mezzo alla natura, dove posso liberare la mente e studiare nuove idee e poi… eccomi nuovamente al lavoro.
Che auto guida?
Una Land Rover
Qual è stato il suo viaggio preferito?
Sono stata da poco in Colombia, un luogo incantevole dove le persone vivono con grande semplicità, ma con valori ben radicati e forti. Gentilezza, accoglienza, rispetto per il prossimo, forti tradizioni.
Raffinatezza dei sapori e dei gusti: quale destinazione consiglia?
I Paesi Baschi. Ad oggi il luogo con la migliore offerta gastronomica al mondo.
Nei suoi viaggi ha avuto qualche ispirazione dal cibo locale?
Ogni mio viaggio mi accresce come persona e come professionista. Quando viaggio mi piace ascoltare le persone, vivere la loro quitidianità e mangiare il cibo locale. Traggo ispirazione dalle diverse culture con cui entro in contatto e vivere e lavorare a Milano, fortunatamente, mi consente di trovare praticamente tutti gli ingredienti del mondo. Da ogni viaggio mi porto sempre a casa un sapore, un accostamento, un ingrediente, un’idea.


Cucine nel mondo. Le sue preferite?
.Amo moltissimo alcuni piatti della cucina indiana, mi affascinano alcune preparazioni della cucina asiatica e ho anche molte amiche in America Latina (Messico, Colombia) che mi hanno fatto conoscere ingredienti straordinari. Ecco, cerco di riportare tutto ciò nella mia cucina, senza mai dimenticare chi sono e da dove provengo.


Come è diventata chef?
Potrei dire di essere nata in cucina. La mia è una famiglia di ristoratori. A 7 anni giocavo con l’impasto della pizza, a 13 ero pizzaiola e a 21 rilevavo il mio primo ristorante. Durante gli studi (ho studiato alle magistrali) oltre ad aiutare I mieri in pizzeria, studiavo da autodidatta leggendo le ricette e le tecniche dei grandi chef. Poi ho fatto alcuni stage presso realtà importantissime, come la scuola di Marchesi o I Roca, in Spagna.


Qualche appassionato di cucina nella sua famiglia?
Mio nonno possedeva lo storico bar del centro a Salerno, era una celebrità: era campione nazionale di pattinaggio e serviva i client sui pattini…la tradizione è continuata, mamma e papà avevano un ristorante in provincia di Lodi che ho rilevato io a 21 anni. Anche mia sorella Antonella e il suo compagno possiedono due ristoranti sul lago di Garda.


C’è un piatto che ama solo se cucinato da un altro?
La pasta e patate di mia mamma Carla. Una vera bomba!
Quanto è rilevante la sua terra nei suoi piatti?
La mia terra è l’origine della mia cucina. Nasco come pizzaiola, cresco come chef riconosciuta per i piatti di pesce e oggi, dopo oltre vent’anni ho aperto la mia cucina a diverse culture gastronomiche. Amo citare i piatti classici in chiave moderna.


Qualche esempio?
Per la mia pizza fritta, ad esempio, utilizzo una bavarese al pomodoro e un gel al basilico. Tra i miei primi la girella di pasta fresca ripiena di ragù alla genovese, piatto tipico della tradizione campana e poi il limone di Amalfi che non manca mai nella mia cucina.


Lavorare in cucina è…
Lavorare in cucina è faticoso. Fatica fisica e mentale, rinunce e amore spassionato per quello che fai quasi 15 ore al giorno. La tua vita diventa il tuo lavoro e viceversa. Inoltre, improvvisarsi è rischiosissimo. A Milano i ristoranti aprono e chiudono in continuazione. Questo danneggia non solo chi si imbarca nel progetto, ma l’intero settore.


Quanto c’è di ‘green’ nella sua cucina?
Il mio orto, a pochi km da Milano. Da lì arrivano le verdure di stagione che compongono i miei menu. Ho grande rispetto per la terra, per la stagionalità della materia prima. Seguo I ritmi della terra e ciò mi consente di cambiare i menu anche settimanalmente.


Dove trova l’ispirazione per creare un piatto?
Il mio cervello è sempre in movimento, non si ferma mai. Guardo al mondo sempre da una prospettiva “professionale”, cercando ispirazione nelle cose, nelle persone, nelle situazioni che vivo. E poi Milano, I miei viaggi, anche un singolo ingrediente che assaggio può essere fonte di ispirazione e poi l’arte, il design, i ricordi, certe immagini indelebili…
Ad esempio…
Ai miei ragazzi cito spesso la scena degli spaghetti nel capolavoro Miseria e nobiltà, in primis perché amo Totò e poi perché mi piace essere per loro, che sono molto giovani, un punto di contatto e una testimonianza con un’Italia che loro non hanno mai vissuto ma che credo non vada dimenticata.


Condivido e rifletto: il mio piatto preferito? L’ Insuperabile, di nome e di fatto. Semplicità e gusto, un ‘quasi ramen’ brodetto affumicato di vongole, calamari, una spuzzata di polvere di tarallo con spaghettini, anzi ‘super spaghettini’ come li definisce  Chef Varese, a cui non posso non chiedere la ricetta …

SUPER SPAGHETTINO CON VONGOLE NAZIONALI, JULIENNE DI CALAMARO,
LIMONE CANDITO E POLVERE DI TARALLO

INGREDIENTI
per 4 persone

Spaghettini g 300
Brodo di pesce g 300
Vongole g 600
Calamari eviscerati g 100
Olio extravergine di oliva g 40
Zeste di limone candito g 10
Taralli pestati a mortaio g 80
Spicchi di aglio 2
Prezzemolo qb
Pene nero macinato qb

ZESTE CANDITE DI LIMONE
Limoni di Amalfi non trattati 4
acqua g 120
zucchero g 120

PREPARAZIONE
Pelare i limoni, eliminare la parte bianca, tagliare a julienne, cuocere in un pentolino con acqua e zucchero e bollire per 15 minuti. Raffreddare.
Soffriggere l’aglio, eliminarlo, mettere le vongole e due mestoli di brodo di pesce. Coprire. Spegnere il fuoco, sgusciare le vongole e metterle in frigorifero.
Bollire il brodo, aggiungere gli spaghettini e muoverli per due minuti.
Aggiungere le vongole, i calamari a julienne, 10 g di zeste di limone candito e il prezzemolo tritati. Cuocere un altro minuto.
Spegnere e mantecare con olio e pepe nero.

FINITURA
Versare gli spaghettini nel piatto con un po’ di brodo e ultimare con la polvere di tarallo.

INFO
VIVA Viviana Varese
INCREDIBILE VIVA

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’