Di Raffaele d’Argenzio
Forse è il caso di conoscerla questa piccola isola pontina di cui tanto oggi si parla. Ci approdai anche io tanto tempo fa, con una barca a vela che trovò riparo nel suggestivo porto romano. Ricordo ancora l’alba e il tramonto in cui la terra sembrava così lontana, eppure così vicina. E poi l’angusta casa in cui erano stati confinati quelli che si opponevano alla dittatura fascista, fra cui anche Sandro Pertini che è stato nostro Presidente della Repubblica. Era il 1941 quando nacque il MANIFESTO DI VENTOTENE. Eravamo in piena guerra, scatenata dalle dittature: Fascismo, Nazismo e Comunismo. Un uomo di sinistra, Altiero Spinelli e il radicale Ernesto Rossi ebbero la visione di un’Europa senza dittature, ma concepita come una Federazione dei popoli europei, non più in guerra fra di loro, ma che mettessero insieme le qualità che già avevano dato tanto al mondo.

Veduta di Ventotene
Erano anni tremendi, in cui in Italia e in Europa il pensiero libero era prigioniero del Fascismo, che voleva comandare sulle menti e sulle coscienze. E fu sulla piccola Isola di Ventotene che nacque un respiro, un vento che portò in alto questo sogno, questa visione. E a me piace pensare che quel vento ancora soffia da questa piccola isola per farci ancora lottare per un ‘EUROPA FEDERALE senza nazionalismi, fascismi e comunismi dittatoriali. Non solo sognare, ma visioni da realizzare.
Che cosa vedere a Ventotene
I Greci la chiamavano “pandataria”, cioè “dispensatrice di ogni bene”. Infatti, questo piccolo lembo di terra, tra Ischia e Ponza, appartenente al comune di Latina, con poco più di 700 abitanti stabili, ha tutto quello che serve per lasciarci il cuore: spiagge candide, paesaggi incontaminati, un ambiente marino di rara bellezza e tracce di una storia millenaria. Ventotene è riuscita a preservarsi dal turismo di massa, forse perché, fino al 1965, la vicina isola di Santo Stefano era sede di una colonia penale. In questo lembo di terra di appena 2 km quadrati si arriva in aliscafo da Formia, Anzio e Terracina. Ma basta mettere piede sull’isola per venirne subito conquistati.

Cala Nave
Ventotene conserva poi molte tracce della presenza dei Romani, come lo splendido Porto Romano, le cui vestigia sono ancora visibili nella zona dell’attuale porto, centro nevralgico dell’isola. Basta passeggiare lungo il molo per notare come la struttura moderna sia stata costruita su quella romana. Nelle grotte di tufo scavate dai romani, infatti, oggi si trovano negozi, attività, ristoranti, uffici turistici, e all’ingresso si possono ancora vedere le grandi bitte a cui venivano ancorate le navi romane.

Il Porto Romano
Camminando fino al faro, si trova poi la Peschiera Romana, formata da vasche collegate tra loro, alcune di acqua dolce e acqua salata, che consentivano ai pesci di entrare, deporre le uova, ma non di uscire. Le vasche solo per lo più sommerse e il modo migliore per ammirarle è attraverso un’immersione. Partendo da Piazza Castello, invece, in pochi minuti a piedi si arriva alle Cisterne Romane, due vasche che servivano per la raccolta dell’acqua piovana, in quanto Ventotene non ha sorgenti di acqua dolce. La Cisterna di Villa Stefania, di 700 mq, e la Cisterna dei Detenuti, di più di 1 kmq, sono perfettamente conservate e si possono visitare con un tour guidato.

La Peschiera Romana
Vale una visita anche il Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico di Ventotene, a pochi minuti a piedi da Piazza Castello, che non solo conserva testimonianze, curiosità e informazioni sui principali uccelli migratori del Mediterraneo, ma è anche un centro di osservazione, inanellamento, monitoraggio e censimento delle specie di uccelli che migrano dall’Africa al Nord Europa. Inoltre, la sua terrazza panoramica offre una spettacolare vista sul paesaggio circostante.

Il Museo della migrazione
Sul promontorio di Punta Eolo, invece, si trovano i resti di Villa Giulia, una delle residenze dell’imperatore Augusto. Il suo nome è una dedica alla figlia Giulia, ma qui vennero mandate in esilio diverse nobildonne romane tra cui Agrippina e Ottavia, moglie di Nerone. La villa, a picco sul mare, conserva ancora l’area delle terme, la struttura originale e le parti dedicate al personale e agli schiavi.

Le vestigia di Villa Giulia
Infine, nella vicina Isola di Santo Stefano, a meno di un miglio marino da Ventotene, si trova il Carcere di Santo Stefano, dalla struttura a ferro di cavallo, imponente, a picco sul mare. Edificato dai Borbone nel 1795 è stato in attività fino al 1965. In queste mura sono stati confinati personalità illustri, da Sandro Pertini a Giuseppe di Vittorio, e qui è stato scritto da Altiero Spinelli ed Eugenio Monti il Manifesto di Ventotene, considerato il testo fondante della Comunità Europea.

Il carcere di Santo Stefano
Non dimenticate, poi, di gustare Ventotene attraverso i suoi prodotti e piatti tipici. Tra i primi ci sono le famose lenticchie di Ventotene e le cipolle rosa. Mentre tra i piatti da non perdere gli gnocchi di mare con pomodori pachino, ricotta romana, peperoncino, pezzetti di polpo e gamberi dell’isola, dai tipici riflessi violacei. Immancabile, poi, la zuppa di lenticchie di Ventotene, tra le più pregiate d’Italia insieme a quelle di Castelluccio.

La parte del leone la fa poi il pesce fresco. Da non perdere i celestiali calamari ripieni e la murena in scapece con cipolle rosa. Tra i secondi di verdure c’è invece la cianfotta, con ingredienti che variano in base alla stagione. Il tutto accompagnato dai vini locali, che nascono nelle vigne “eroiche” nelle parti interne di Ventotene, come il Biancolella, il Moscato e il Dragonara.
INFO:- www.comune.ventotene.lt.it o www.latinaturismo.it/