di Nicola D. Bonetti
Meta secondaria, dove la strada finisce e iniziano sentieri e mulattiere, per panorami meno noti tra le Prealpi Orobie, il Monte Avaro rappresenta quasi un salto indietro nel tempo.
La Valle Brembana turisticamente più nota, si divide tra il liberty di San Pellegrino Terme, e le piste da sci di Foppolo. Ma non solo, superate le gallerie che indicano l’inizio dell’Alta Valle, prima dell’abitato (un tempo) minerario di Lenna, invece di proseguire diritti per Carona e Foppolo, si può imboccare la diramazione che porta a ovest, verso Piazza Brembana e che si incunea alle spalle della Valsassina, con varie appendici secondarie.
Se la via principale, ad apertura solo stagionale, raggiunge il valico del Passo San Marco a quota 2.000 seguendo il tracciato dell’antica Via Priula, remoto confine tra la Serenissima e i Grigioni, per scendere in Valtellina, precisamente a Morbegno via Albaredo, prendendo invece un’ulteriore divagazione all’altezza di Olmo al Brembo, per Cusio e da qui salire appunto ai Piani del Monte Avaro. Il paesaggio cambia, la strada si fa sterrata, la guida non ne risente, perché la Nissan Qashqai 4WD si adegua automaticamente all’aderenza, procedendo sicuri e, volendo, anche con una certa allegria.
Comoda e spaziosa, è progettata per la famiglia che voglia osare oltre l’asfalto, se proprio, semplicemente premendo l’interruttore della trasmissione All Mode 4×4-i, da 2WD ad Auto, senza altre preoccupazioni. Paesaggi che si fanno più imponenti mentre ci si inerpica, magari senza fare troppo caso ai tornanti esposti: costruiti a sbalzo non sono ideali a chi abbia sindromi vertiginose, ma il fondo è abbastanza regolare e la larghezza della strada a è buona.
L’ardimentoso tracciato risale agli anni ’70, e dopo vari periodi di chiusura anche prolungati, attualmente è ben tenuto. Arrivati in quota, l’orizzonte varia del tutto: i Piani dell’Avaro si distendono con morbide ondulazioni come uno sconfinato balcone con vista che spazia in lungo e largo sulle Orobie, assumendo un aspetto quasi scozzese, se non ci fossero cime rocciose in zona.
Quasi un angolo dimenticato, silenzioso e tranquillo, tra vette e alpeggi, con malghe dove acquistare formaggi (anche di capra) dai sapori inimitabili. A quel punto, i più pigri possono considerasi arrivati, perché l’Albergo Rifugio Monte Avaro (24010 Cusio – Bergamo, tel. 0345 88270, www.monteavaro.it), è la meta dove mangiare: il ristorante, oltre all’atmosfera montana, propone specialità locali della cucina tipica bergamasca, come polenta nostrana o taragna, con formaggi a km 0, carni e salumi, fino alle torte fatte in casa.
Al centro della località Piani del Monte Avaro, in posizione che offre vista a 360°, è una buona base per i percorsi escursionistici in quota nel Parco delle Orobie. Volendo, si può anche dormire: camere panoramiche con vista sull’altipiano, calde e dotate di morbidi piumoni d’oca, da una a quattro persone, con letti singoli, matrimoniali o a castello per famiglie. Ottime per esempio dopo una buona cena.Chi invece volesse procedere nell’esplorazione, basta che regoli la trasmissione di Qashqai su Lock (opzione attiva fino a 40 km/h) e la massima trazione è garantita, per raggiungere alpeggi e zone più remote con altra vista sulle vallate e sulle vette circostanti.