Cresce da secoli in condizioni climatiche molto difficili, ma regala uno dei vini più gustosi e rinomati, lo Zibibbo. Per questo la Vite ad alberello di Pantelleria, dal 26 novembre 2014 è stato inserito nel Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
Con questa motivazione: “La vite ad alberello di Pantelleria, una pratica agricola che rappresenta un esempio unico nel suo genere di coltivazione della vite, tramandatasi di generazione in generazione nella comunità pantesca. L’alberello pantesco è basso e riparato da una conca di terreno realizzata per permettere la produzione di uva e la vita stessa della pianta in condizione climatiche avverse che caratterizzano Pantelleria per 9/10 mesi l’anno”. E proprio a Pantelleria che andiamo questa settimana con la nostra rubrica “UNESCO con Gusto”.
La vite che ha “domato” la natura
Un terreno vulcanico, forti venti di scirocco alternati al grecale, scarsa disponibilità idrica…condizioni che avrebbero scoraggiato chiunque. Invece, proprio queste difficoltà hanno “aguzzato l’ingegno” degli abitanti di Pantelleria fin dai tempi più antichi.
Le viti vengono infatti piantate in buche scavate nel terreno, profonde circa 20 cm, in modo da ripararle dal vento. Quando crescono, prendono la forma di piccoli alberelli per poter vivere anche con poca acqua e per ripararsi dal clima sfavorevole. Le radici si sviluppano più del fusto e gli alberelli crescono “a misura d’uomo”, che può quindi intervenire manualmente. Le viti ad alberello vengono poi fatte crescere su terrazzamenti, spesso con pendenze estreme, delimitate da muretti a secco.
Lo Zibibbo di Pantelleria, un vino “storico”
Color giallo intenso con riflessi dorati, una gradazione alcolica che va dall’8% al 12%, profumo con note fruttate di mandorla e albicocca, un gusto dolce e intenso, con un piacevole retrogusto di mandorle. È lo Zibibbo di Pantelleria IGT, un vino raro e prezioso, proprio per le difficoltà che affronta prima di giungere in tavola. Ma anche la sua storia secolare non è da meno.
Il nome deriva dall’arabo zibib, cioè “uva passa”, con riferimento alle caratteristiche del vitigno che si presta bene all’essiccazione. Originario dell’Egitto, è stato introdotto a Pantelleria dai Fenici nel VIII secolo a.C che lo utilizzarono per la produzione di vino. Furono però gli Arabi a costruire i primi terrazzamenti, alcuni dei quali sono ancora utilizzati oggi.
Per ottenere il prezioso passito, i grappoli vengono lasciati sulle piante oltre il periodo di maturazione, oppure vengono lasciati a maturare al sole sui “sinnituri”, i tipici graticci in legno. La tecnica di coltivazione e raccolta è sostenibile, avviene infatti ancora a mano, o ricorrendo ad attrezzi da traino o a muli.
Oltre allo Zibibbo IGT, dalle viti ad alberello si ricavano anche il Moscato di Pantelleria DOC e il Passito di Pantelleria DOC, ottimi con i dolci locale, come le cassate, le paste di mandorle o ai pistacchi, oppure con formaggi e antipasti di pesce e crostacei.
Pantelleria da non perdere
Paesaggi a tratti aspri, intervallati da vallate, laghi azzurri, rocce dalle forme scolpite, grotte, dammusi, antichi insediamenti e nomi che richiamano la dominazione araba, che più delle altre qui ha lasciato il segno.
Possiamo cominciare la nostra visita a Pantelleria dal capoluogo che si trova nella parte nord-ovest dell’isola, a poca distanza dall’aeroporto. Si tratta di uno degli insediamenti più antichi, nato come sbocco sul mare di Cossyra. Qui ha sede uno dei due porti dell’isola, il Porto Vecchio, dove sono ormeggiate le tipiche barche azzurre dei pescatori e sul quale vigila l’imponente barbacane.
Incamminatevi poi tra le viuzze strette e lastricate del centro, respirando l’aria di mare, ammirando uno dei tanti mercatini che offrono prodotti dell’artigianato locale o della cucina tipica.
La costa est, tra spiagge e scogliere
Spostandosi dal capoluogo verso est, lungo la strada litoranea chiamata “perimetrale” si incontrano alcuni dei punti e delle spiagge più belle. Tranquilla e con acque basse, si incontra per prima la “discesa a mare” Bue Marino. Proseguendo ancora, dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio e avere percorso un breve sentiero a piedi, si arriva invece a Punta Karuscia.
Un po’ più difficile da raggiungere per la pendenza del sentiero, la spiaggia di Cinque Denti deve il nome alla costa frastagliata da spuntoni di granito. Le acque smeraldine ripagano da ogni fatica. In alternativa, il modo più comodo per arrivarci è in barca.
Uno dei punti più belli della costa è Punta Spadillo, con il suo caratteristico faro, che disegna la sua forma in controluce e dal quale si possono ammirare splendidi tramonti. Lasciando l’auto nel parcheggio di Punta Spadillo, ci si incammina lungo il sentiero che porta al faro.
Poco prima, si trova anche l’interessante Museo Vulcanologico. Prendendo a sinistra, invece, si arriva al Laghetto delle Ondine, uno specchio di acqua salata formato dal mare che, durante le mareggiate, si infrange sulla scogliera.
Proseguendo ancora in senso orario sulla “perimetrale” si incontrano poi alcuni dei punti più suggestivi dell’isola. Tra questi c’è Cala Gadir (dall’arabo “conca d’acqua”), un piccolo villaggio marinaro disposto a semicerchio attorno a un porticciolo. Ma la località è molto apprezzata, fin dai tempi antichi, per le sue acque termali, circoscritte in vasche scavate nella roccia, a una temperatura che va dai 45°C ai 55°C.
Tra le località più frequentate c’è invece Cala Tramontana, facilmente raggiungibile a piedi. Oltre alle acque limpide e tranquille, qui si trova una buvira, cioè una fonte di acqua salmastra generata dall’incontro tra l’acqua marina e quella piovana.
Splendida anche Cala Levante, con il vicino Faraglione, meta degli appassionati di immersioni per i suoi splendidi fondali.
Poco dopo, si incontra l’Arco dell’Elefante, uno dei punti più fotografati di Pantelleria, una roccia scolpita dal vento e dal mare che pare un elefante con la testa protesa all’orizzonte e la proboscide immersa nelle acque.
All’estremo sud si trova invece lo spettacolare Salto la Vecchia, un precipizio a strapiombo sul mare alto quasi 300 metri, da cui si gode di uno splendido panorama.
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