UNESCO con Gusto. Mantova e Sabbioneta, gioielli del Rinascimento

Due città, un solo comune denominatore: l’arte, l’architettura, la storia del Rinascimento. Mantova e Sabbioneta sono state iscritte dall’UNESCO nella lista dei siti “Patrimonio dell’Umanità” nel 2008 con la seguente motivazione:

Mantova e Sabbioneta offrono una testimonianza eccezionale di realizzazione urbana, architettonica e artistica del Rinascimento, collegate tra loro attraverso le idee e le ambizioni della famiglia regnante, i Gonzaga. Esse rappresentano gli esempi più eminenti delle due modalità più emblematiche della progettazione urbanistica del Rinascimento, rispettivamente quella evolutiva e quella fondativa. Come tali, esse sono servite di riferimento per gran parte delle successive esperienze di costruzione della città fino all’epoca moderna. Gli artisti che hanno concorso alla realizzazione delle due città hanno prodotto capolavori che hanno portato a compimento gli ideali del primo Rinascimento, contribuendo in maniera determinante alla diffusione internazionale di un movimento destinato ad influenzare e plasmare l’intera Europa”.

Entrambe sotto il dominio della potente famiglia dei Gonzaga, furono trasformate e fondate secondo l’ideale di “città perfetta rinascimentale” e per fare ciò, vennero assoldati i migliori artisti d’Italia dell’epoca, da Leon Battista Alberti a Luca Fancelli, da Andrea Mantegna e Giulio Romano a Mantova, mentre a Sabbioneta lavorarono Vincenzo Scamozzi e Bernardino Campi.

E proprio Mantova e Sabbioneta, sito unico “Patrimonio dell’Umanità” è la meta di questa settimana della nostra rubrica “UNESCO con gusto”.

Mantova, il gioiello dei Gonzaga

Mantova, di origine etrusco-romana (ha dato i natali al poeta Virgilio) e poi cittadina medievale, è stata trasformata nel corso del XV e XVI secolo dai Gonzaga, che la dotarono di importanti opere di ingegneria ed effettuarono importanti interventi urbani e architettonici.

L’ itinerario inizia da Ponte San Giorgio, dal quale ci dirigiamo a piedi verso il centro storico. Il ponte, che risale al 1200, è poi stato ricostruito in muratura nel XVI secolo da Ludovico Gonzaga. Dal parcheggio di Campo Canoa si intravede la sagoma della Rocca di Sparafucile, che deve il suo nome al sicario dell’opera di Verdi Rigoletto.

Attraversando il ponte, si arriva davanti al Castello di San Giorgio, opera di Bartolino da Novara, lo stesso architetto del Castello Estense di Ferrara. Nato come fortificazione, è poi diventato una residenza nobiliare, caserma e infine prigione. Nel castello si trova la straordinaria Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474.

Si prosegue poi alla volta di Piazza Sordello, cuore della città, su cui si affaccia il Duomo, frutto di una serie di ricostruzioni. L’attuale edificio è frutto di una restaurazione del 1545 su una chiesa medievale e, ancora prima, su una basilica paleocristiana.

L’altro gioiello di Piazza Sordello è il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Costruito nell’arco di ben quattro secoli è una vera e propria cittadella di 34 mila metri quadrati, quindici dei quali occupati da giardini, piazzette e cortili. All’interno, invece, si contano addirittura 500 stanze. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova.

Da Piazza Sordello a Piazza Matilde di Canossa

Da Piazza Sordello arriviamo poi a Piazza Pallone, un tempo giardino del palazzo e ora parco pubblico. Qui si trova la lapide di Agnese Visconti, sposa di Francesco Gonzaga, giustiziata per decapitazione a 23 anni, il 7 febbraio 1391, con l’accusa di adulterio. Con lei fu impiccato anche il presunto amante, Antonio da Scandiano. Molti sostengono che l’accusa non fosse altro che una mossa strategica da parte del marito per liberarsi della moglie e concludere poco dopo un altro matrimonio di maggior valore strategico.

Passiamo poi in Piazza Santa Barbara e Piazza Castello per ammirare da altre prospettive l’imponenza del Palazzo Ducale. Ci troviamo quindi in Piazza Broletto, dove, sul lato destro, si trova il Palazzo del Podestà, con le sue due facciate, ognuna col fronte su una piazza diversa.

Sul lato sud, dietro l’Arco dell’Arengario, si trova l’Antica Hosteria del Leoncino Rosso, la più antica osteria mantovana, la cui presenza è attestata agli anni Venti dell’Ottocento.

Proseguendo ancora arriviamo in Piazza delle Erbe, cuore della vita pubblica della città comunale e sede di un vivace mercato. Qui si trova la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica della città, fatta costruire nel 1083 da Matilde di Canossa.

Nella piazza spicca la splendida Torre dell’Orologio, fresca di restauri e aperta al pubblico, da cui ammirare una spettacolare vista della città dall’alto.

Attigua a Piazza delle Erbe è Piazza Mantegna, su cui si affaccia la grandiosa Basilica di Sant’Andrea. Qui sono sepolti i maggiori esponenti della famiglia Gonzaga, lo stesso Andrea Mantegna e sono conservate due reliquiari con della sabbia che, si dice, sia intrisa del sangue di Cristo, portata qui dal legionario romano Longino.

Prendiamo a destra Via Verdi, la principale via dello shopping mantovano. In fondo si trova Piazza Matilde di Canossa, dove sorge il Palazzo del ramo mantovano della famiglia della celebre Contessa. Gioiello della piazza è l’edicola in stile Liberty di fine Ottocento.

Imperdibile, invece, la visita a Palazzo Te, una delle più belle ville italiane e culla del Manierismo, nonché capolavoro di Giulio Romano. Costruito tra il 1525 e il 1535 per Federico II Gonzaga, figlio di Isabella d’Este e di Francesco II, ha avuto come obiettivo stupire il visitatore, incluso l’imperatore Carlo V, giunto a Mantova nel 1530 per conferire a Federico il titolo ducale. Partito dalle stalle dei Gonzaga, Giulio Romano ha creato un’opera unica.

Tra i capolavori, la Sala dei Giganti, con l’affresco La caduta dei giganti (1532-35) che ricopre la sala dalle pareti al soffitto creando una prospettiva che sembra coinvolgere lo spettatore nella scena mitologica.

La Sala di Amore e Psiche, invece, è interamente ricoperta di affreschi a tema mitologico e simboleggia l’amore proibito tra Federico Gonzaga e l’amante Isabella Boschetti.

La Sala dei Cavalli invece, conserva i ritratti a grandezza naturale dei sei detrieri preferiti del duca, mentre la Sala delle Aquile, camera da letto del duca, è affrescata con la scena mitologica della caduta di Fetonte dal carro del sole. Oggi Palazzo Te è sede dei Musei Civici (www.palazzote.it) e ospita mostre ed eventi.

…l’itinerario continua a Sabbioneta nella 2°pagina…

Da Mantova a Sabbioneta

Da Mantova ci sposiamo a Sabbioneta prendendo la SP420 in direzione di Casalmaggiore. Ci si arriva dopo circa 36 km. A differenza di Mantova, Sabbioneta è stata costruita ex novo nel corso del XVI secolo. La pianta a stella suddivisa a scacchiera e la sua cinta muraria ne hanno fatto uno dei migliori esempi di città ideale in Europa. Promotore del tutto, Vespasiano Gonzaga Colonna, che tra il 1556 e il 1591 costruì la città ideale secondo i canoni vitruviani uniti a quelli dell’architettura militare.

Al cuore di Sabbioneta si accede da due porte principali Porta Vittoria, a ovest e Porta Imperiale, a est. Raggiungiamo poi Piazza Ducale per ammirare le vie porticate e la facciata del maestoso Palazzo Ducale, fulcro della vita politica e privata di Vespasiano Gonzaga. Costruito tra il 1568 e il 1577, spicca per la sua facciata a cinque archi sormontati da grandi finestre, che occupano quasi un intero lato della piazza.

L’interno, invece, custodisce i preziosi affreschi di Pietro Pesenti, Fornaretto Mantovano e Bernardino Campi. Splendidi anche i soffitti in lego, intagliati e in parte coperti dalle originarie dorature. Salendo al primo piano, si arriva alla Sala delle Aquile, dove si trovano quattro statue equestri a grandezza naturale e la meravigliosa Sala degli Antenati, con bassorilievi di Alberto Cavalli che ritraggono i membri della famiglia Gonzaga.

Un monumento di importanza unica a Sabbioneta è invece il Teatro Olimpico, che vanta il primato di essere il primo teatro stabile creato ex novo in Europa, senza modificare nessun edificio precedente. Capolavoro di Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, è stato realizzato tra il 1588 e il 1590 a pianta rettangolare, con una gradinata in legno e una loggia semicircolare. Negli anni Cinquanta importanti restauri hanno consentito di recuperare parti degli affreschi.

Da non perdere anche una visita a Palazzo Giardino, che chiude il lato sud di Piazza Castello. La facciata, piuttosto modesta, con un intonaco bianco e con un solo cornicione di quercia, nasconde al suo interno preziosi gioielli d’arte.

Costruito tra il 1577 e il 1588 era una residenza privata di Vespasiano Gonzaga, che qui si ritirava per leggere e studiare. Tra ricche decorazioni e pavimenti di marmo, spicca la Galleria degli Antichi lunga 97 metri e affrescata da Alessandro Alberti.

Tra gli edifici religiosi di Sabbioneta, meritano una visita la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, in Piazza Ducale, con la facciata di marmo bianco e rosso e la cupola traforata di Antonio Bibiena.

Mantova in tavola

E, dopo i tesori UNESCO, il gusto. La cucina mantovana offre infatti piatti unici, come il risotto alla pilota, nato come piatto povero per gli operai che lavoravano nelle risaie e cucinato con la pasta della salamella. La versione con il puntél, cioè con il “rinforzo” include anche dei pezzi di braciola arrostita.

Celebri anche i tortelli di zucca nella versione mantovana con amaretti e mostarda, gli agnoli, pasta all’uovo con ripieno di carne, da gustare in brodo, e i tortelli amari, con ripieno di erbette, e i capunsei, gnocchi di pane raffermo che assomigliano ai canederli tirolesi.

Tra i secondi, spicca il bollito accompagnato dalla mostarda, una conserva di mele cotogne e senape dal gusto piccante, il cotechino e lo stracotto di manzo. Tra i dolci, ci sono i Sugoli, un budino di mosto d’uva, l’Anello di Monaco, una ciambella ricoperta di glassa, la torta Sabbiosa, simile alla Torta Paradiso e, soprattutto, la Sbrisolona.

COME ARRIVARE

In auto: A22 del Brennero con uscita Mantova Nord, per chi proviene dal Brennero o da Verona, o Mantova Sud per chi arriva da Modena o da Bologna. Per Sabbioneta, da Mantova prendere la SP420 in direzione di Casalmaggiore. Da Parma prendere invece la SS343 in direzione Colorno e Casalmaggiore, che dista 6 km da Sabbioneta.

DOVE DORMIRE

*Antica Dimora Mantovana****, Corso Vittorio Emanuele 89, Mantova, tel 0376/325002, www.anticadimoramantovana.it . Ricavato in un’antica dimora mantovana del XVIII secolo accoglie gli ospiti in atmosfere che ricordano i fasti dei Gonzaga. Camere singole, doppie e triple.

*Hotel Casa Poli****, Corso Garibaldi 32, tel 0376/288170, www.hotelcasapoli.it Un quattro stelle con un buon rapporto qualità prezzo a poca distanza dal centro della città.

*Albergo Ristorante Al Duca***, via della Stamperia 18, Sabbioneta (MN), tel 0375/52474, www.albergoalduca.com Comodo per visitare il paese, dispone di un ottimo ristorante con piatti della cucina mantovana.

DOVE MANGIARE

*Antica Hosteria del Leoncino Rosso, Via Giustiziati 33, Mantova, tel 0376/323277, https://m.facebook.com/leoncinorosso/ , la più antica osteria di Mantova, ha aperto i battenti nel 1818, propone piatti della cucina mantovana, dai tortelli di zucca alla squisita sbrisolona.

*Due Cavallini, via Salnitro 5, tel 0376/322084, www.trattoriaduecavallinimantova.it, Dal 1939 il locale è portato avanti da cinque generazioni della famiglia Fagnoni. Nelle tre sale e nel cortile estivo decorato da un porticato di glicine si gustano le specialità mantovane, tra cui maccheroncini con lo stracotto, tortelli di zucca, bolliti, arrosti e faraona.

*Osteria La Dispensa, via Galleria 3, Sabbioneta (MN); tel 0375/221107, locale caratteristico, in uno splendido contesto storico, con un menù di piatti tipici mantovani, tra cui salumi, agnoli in brodo, tortelli di zucca e dolci.

INFO

www.turismo.mantova.it/

www.visitsabbioneta.it

www.mantovasabbioneta-unesco.it