Jacopo Marotta un anno fa ci lasciava. Il nostro ricordo e quello del suo sogno realizzato: volare a Barcellona e veder giocare Messi.
Il 12 dicembre è una data che non posso dimenticare. Per un confusionario come me, ricordarsi una data è un evento, significa che mi interessa davvero, che per me è importante. Anche perché mi ricorda un’altra data che mi ritorna nella mente e nel cuore. Era il 25 settembre 2019 e a Milano, presso l’Hotel Enterprise, si teneva il consueto evento per l’assegnazione WEEKEND PREMIUM AWARDS.
Gente che va, gente che viene. Il presentatore rilegge la scaletta, le hostess accolgono gli ultimi ospiti. La sala ormai è piena, ma ci sono quattro posti in seconda fila tenuti liberi, con la targhetta “Riservato per Jacopo e famiglia”, e io stesso ero attento che nessuno vi si sedesse. Aspettavo Jacopo, aspettavamo tutti Jacopo.
Jacopo Marotta era un ragazzo di 15 anni. Me lo aveva fatto conoscere Vanni Oddera, il campione di moto freestyle che con la Mototerapia riesce a ridare il sorriso ai ragazzi cui gravi crudeli malattie lo hanno tolto. Io, giornalista del turismo con molti viaggi alle spalle, avevo deciso di realizzare i desideri di viaggio di quei ragazzi che la vita aveva messo duramente alla prova, per farli uscire dalla prigione della loro malattia, anche sono per pochi giorni. Volevo regalare sogni.

Avevo quindi telefonato a Jacopo e lui aveva risposto con gentile prontezza. E quando gli chiesi qual era il weekend che lui sognava di fare, aveva avuto pochi dubbi: andare a Barcellona e vedere giocare Lionel Messi, il calciatore che era il suo idolo. Ma prima voleva parlarne con mamma Erika e papà Andrea. Loro erano stati subito d’accordo. Così, tutto era stato organizzato e Jacopo era partito per Barcellona insieme ai genitori e alla sorellina Matilde.

Agenzia di viaggio sotto la redazione, hotel in centro a Barcellona, a pochi passi dalle ramblas. Jacopo voleva vedere giocare Messi dal vivo, così, dopo lunghe telefonate con la gentilissima Maite De Juan del Turismo Spagnolo in Italia, Jacopo ha potuto assistere alla partita del suo idolo senza fare code e ha avuto la grande sorpresa di ricevere la maglia con l’autografo del campione. Jacopo era veramente contento di avere vissuto un’esperienza così bella con tutta la sua famiglia. Mi aveva mandato tante foto del suo weekend, sapeva che mi faceva piacere. Era sempre gentile, e cercava di non far trapelare la sofferenza per la sua malattia. Quando gli chiesi se voleva aggiungere alle foto anche un suo testo, fu entusiasta. Si rivelò un vero giovane giornalista. Pubblicai il suo articolo sulla rivista e Jacopo fu davvero contento quando ricevette la copia stampata con le foto del suo weekend a Barcellona e il pezzo con la sua firma.

Ma torniamo al 25 settembre 2019. Dal palco stavo dicendo che avevo scelto quella data per assegnare i Weekend Premium Awards perché quella era anche la Giornata Mondiale dedicata ai Sogni e, secondo me, bisogna fare di tutto per realizzarli.
Mentre parlavo, guardavo quelle sedie ancora vuote. Sapevo che Jacopo avrebbe voluto venire di persona a ritirare il premio che avevamo pensato per lui, il Premio Young Reporter. Probabilmente, però, non si sentiva bene e non ce l’avrebbe fatta a venire. Il presentatore Giuseppe Morello prendeva tempo, il pubblico non capivano tutto quel “cincischiare”, intanto, le sedie continuavano a rimanere vuote…

Finché non abbiamo sentito quel “Siamo qui!” Ce l’aveva fatta! Jacopo era arrivato! Era in fondo alla sala con la sua famiglia. Una bellissima sorpresa! E anche lui era sorpreso e felice di avere ricevuto il premio Young Reporter. Così, tutti insieme, io, il presentatore, Anna Maria, siamo scesi dal palco e gli siamo andati incontro. Non dimenticherò mai la luce che aveva in quel momento negli occhi e il suo meraviglioso sorriso. Il suo sogno si era realizzato e, anzi, stava ancora continuando.
Come una vera star, ritirò il premio, venne sommerso dagli applausi, dalle foto, fu contornato dall’affetto delle persone che si erano radunate attorno a lui per festeggiarlo. Jacopo mi ringraziò, ma, Dio mio, no, era stato lui a realizzare il mio sogno di regalargli quel viaggio che lui sognava.
QUESTO IL VIDEO CHE ABBIAMO GIRATO INSIEME A JACOPOhttps://www.youtube.com/watch?v=hHKbLdOvNCg&feature=youtu.be
Dopo quella serata magnifica, ci congedammo. Jacopo tornò a casa con mamma Erika e papà Andrea, con il suo premio orgogliosamente stretto tra le mani. Da quel giorno, non l’ho più rivisto.
Seppi poi che il 12 dicembre 2019 quel ragazzino forte e tenace, dal sorriso gentile e lo sguardo vivo era volato in cielo. E, se esistono gli angeli, ora Jacopo è di sicuro uno di loro. Un angelo con la maglia di Messi e il premio Young Reporter, almeno, me piace immaginarlo così…