di Beba Marsano
È arrivato l’autunno, che per la sua esplosione di colori Henri de Toulouse-Lautrec chiamava “la primavera dell’inverno”. Con il foliage che accende i boschi, la natura sembra trasformarsi in quadro impressionista, invogliando ad andare per sentieri, borghi e trattorie, dove – al fuoco allegro di un camino – assaporare le delizie di stagione: tartufi, funghi, castagne. Succede in campagna, dalle Langhe ai Colli Euganei passando per il Parco Oglio Sud e la Val Taro, e in scenari più grandiosi, come quelli della Majella o della Sila. Ma i primi, tiepidi giorni autunnali invitano ancora al mare, finalmente senza folla, per assaporare territori sotto costante assedio turistico – Capri, per esempio – nella loro dimensione più silenziosa, più autentica. Ed è anche la stagione giusta per viaggiare nell’Italia segreta. Tra potenti luoghi dello spirito (gli eremi celestiniani d’Abruzzo) e siti archeologici minori, custodi di rovine incastonate quasi sempre in contesti d’eccezione (Nora, in Sardegna). Ma ogni viaggio è anche un’esperienza del gusto. La scoperta di tipicità capaci di essere una continua sorpresa per il palato.
MAMIANO DI TRAVERSETOLO, FONDAZIONE MAGNANI ROCCA
È nota come “villa dei capolavori” la dimora ottocentesca che fu del musicologo e scrittore Luigi Magnani, scrigno delle sue strepitose collezioni d’arte incastonate in un parco romantico di ben dodici ettari. Negli ambienti ancora arredati ci sono, tra i tanti, lavori di Tiziano, Goya, Rubens, Van Dyck, Canova, Cézanne. Nell’atrio un pezzo storico, la grande coppa in malachite, dono dello zar Alessandro I a Napoleone Bonaparte. Fino all’11 dicembre la villa ospita la mostra Moda e pubblicità.
Da gustare. A pochi chilometri da Traversetolo si snoda una ghiotta strada tematica, quella del Fungo porcino. Itinerario enogastronomico nell’affascinante paesaggio dell’alta Val Taro, da Berceto a Bedonia, dove in autunno il porcino fresco o essiccato giganteggia in tutti i menu di sagre, fiere, trattorie e ristoranti. A Borgotaro a questa delizia del bosco è dedicato addirittura un museo (con una sede distaccata ad Albareto), che ne approfondisce storia, tradizione e legami con il territorio.
SUBIACO, SACRO SPECO
Legato alla memoria e al culto di san Benedetto, il Sacro Speco di Subiaco è tra i complessi monastici più suggestivi e spettacolari d’Italia. Una labirintica successione di cappelle, chiese, passaggi a volta, scalinate, ambienti scavati nella roccia viva ricoperti di magnifici affreschi. Un luogo ad altissima tensione spirituale, scelto come set di numerosi film, tra cui la trasposizione cinematografica della tragedia di William Shakespeare Romeo and Juliet del regista Carlo Carlei.
Da gustare. A Subiaco a farla da padrona è la cucina romana con i suoi piatti dai sapori robusti. Tra i primi, gli spaghetti alla carbonara, i bucatini all’amatriciana, i tonnarelli alla cacio e pepe. Poi le carni: l’abbacchio alla cacciatora, arricchito da erbe e aromi che ingentiliscono il gusto intenso e deciso dell’agnello; la coda alla vaccinara, uno stufato di bue condito con verdure varie; i saltimbocca alla romana, gustose scaloppine di vitello accompagnate da una fetta di prosciutto crudo, rosolate nel vino bianco.