7 TOP CHEF: STELLATI, FAMOSI E CON UNA PASSIONE IN COMUNE: L’AUTOMOBILE

DI CESARE ZUCCA –

7 Top Chef al volante: Alessandro Borghese, Antonino Cannavacciuolo, Antonia Klugmann, Stefano Basello, Terry Giacomello, Pietro D’Agostino, Angelo Troiani.
Ci raccontano la loro prima auto, l’auto di oggi, l’auto dei sogni e …quella volta che…
Sette personalità diverse alla ricerca della perfezione, sia nella creazione di un piatto, sia nella scelta della propria auto. Una meticolosa bilancia che compara esperimentazioni culinarie a test di velocità, un’attenta ricerca di ingredienti che appaghino il palato e prestazioni tecniche che soddisfino il piacere della guida.
Scopriamoli quando, lontani dai fornelli, si mettono al volante.

ALESSANDRO BORGHESE, popolarissimo conduttore televisivo di ‘4 ristoranti’ e ‘Cuochi d’Italia’ nonchè chef del  suo ristorante ‘Il Lusso della Semplicità’ a Milano.
Che auto guidi?
In pista guido una Porsche GT3. La passione per i motori la sento nel sangue, nella testa e nel cuore. Faccio il pilota per divertirmi, quando mi va di girare in pista. Sono da track day, non gara.
Una passione ereditata?
Si, mio nonno gestiva l’autofficina, “Autoricambi Borghese” proprio nel cuore di Napoli. Papà è stato un pilota di motociclette, ha corso in tutte le categorie. Anche lui aveva la sua scuderia. Sono cresciuto lì, tra gare, piloti e storie.

Le mie muse erano moto e macchine dalle forme cosi’ sinuose che parevano fendere l’aria anche da ferme. Sognavo di guidarle in pista per portarle al limite e godere del fischio dei pneumatici, lasciando dietro di me una nuvola bianca di fumo. Con la nascita delle mie figlie mi sono dato una calmata, il mio assetto è passato da due a quattro ruote e ho comprato l’auto dei miei sogni.
È stato amore a prima vista.
Un aneddoto legato alle auto?
Qualche mese fa, a Monza, stavo chiacchierando con Guido Meda, che mi raccontava di una competizione con moto storiche, al Mugello, a cui avrebbe partecipato. A un certo punto mi fa: “ancora mi prendo a sportellate con i ventenni sulla motocicletta”. al che ho fatto la battuta: “Io invece mi prendo a sportellate con i ventenni con le macchine, e… mi faccio meno male”,

ANTONIA KLUGMANN
Ex giudice di ‘Masterchef’, ristorante stellato L’Argine a Vencò di Dolegna del Collio, Gorizia, ha raccontato alla nostra Silvia Terraneo di avere una grande passione per le auto. “Guido tantissimo perchè molto spesso devo lasciare gli orti e i frutteti del mio ristorante per raggiungere mete diverse ed è guidando che scopro bellezze della nostra Italia e anche , per restare in tema, dei ristorantini fuori circuito, dove spesso trovo piatti antichi che mi ricordano le ricette pugliesi del nonno e le specialità emiliane della nonna”

STEFANO BASELLO
Chef deI ‘Fogolar’ di Là di Moret, Udine. Il suo ‘pane del bosco’ è stato premiato per  ‘Miglior storia di territorio e sostenibilità’ ai Food&Wine Italia Awards 2020.


Sei uno chef green anche nella scelta di un’ auto?
Certamente. Prediligo il gruppo Toyota perchè è molto attento all’inquinamento e alle persone con problemi fisici. Ho scelto una RAV 4 ibrida. Mi piace contribuire in una piccola parte a un minor inquinamento e con un SUV viaggio agevolmente anche nelle strade più sconnesse, visto la mia passione per la raccolta di erbe selvatiche.
Se la tua auto fosse un piatto del tuo menu…
Potrebbe identificarsi con ‘Crudità d’Asparagi’, un piatto green e dinamico. Mangiandolo, scopri continue sorprese, come all’interno della mia RAV
La tua prima auto e quella dei desideri…
Ho debuttato al volante con una Fiat Punto Sporting, smagliante di giallo.
L’auto dei miei sogni è la Lexus NX Hybrid, bellissima linea sportiva e grande tecnologia.


Picnic fuori città: dove vai?
Le mie scampagnate fuori città con la mia famiglia sono spesso in Carnia, tra boschi, malghe e prati che profumano di fieno ed erbe. A rallegrare il pic nic c’è sempre un buon pane croccante con delle fette di salame nostrano, del Montasio e una crostata con marmellata ai frutti di bosco. Da bere? Una freschissima bevanda al sambuco.
Cosa cerchi in auto?
Praticità e un bagaglio capace. Spesso ci si ferma da piccoli produttori per caricare materia prima oppure raggiungiamo i boschi dello Zoncilan e raccogliamo le cortecce degli abeti che altrimenti verrebbe buttate, le carichiamo nello spazioso bagagliaio e rientriamo in cucina per produrre la farina che darà vita al nostro ‘pane del bosco’.
Nel viaggio di rientro, nell’ abitacolo c’è un profumo che sembra di essere ancora nel bosco: alberi, resine, muschi…un incanto che rimane per più  giorni.


Qualche appassionato pilota anche in casa?
(ride) Una domenica sono andato con la famiglia a Sauris, suggestiva zona montana del Friuli, nota per l’ineguagliabile speck. La strada era tortuosa, ma l’auto si arrampicava disinvolta.
Mia figlia di 6 anni è rimasta talmente colpita che ad un certo punto sbotta: “Papà da domani voglio guidare quest’auto! mi regali la patente?

PIETRO D’AGOSTINO
Il suo ristorante ‘La Capinera’ a Taormina, stella Michelin è stato consacrato dalla critica internazionale come uno dei migliori ristoranti italiani.


Che auto guidi
?
Una Audi Q3, l’ho scelta perchè è performante, semisportiva, adatta a tutte le circostanze, bella e di tendenza. Mi garantisce affidabilità, stabilità, versatilità ed eleganza comoda.

Finalmente una scampagnata fuori città… come ti organizzi?
Adoro percorrere in auto le strade dell’Etna, sia versante sud che Nord. Nel mio cestino picnic metterei senz’altro pane casareccio, delle polpette di sgombro condite con cipolla in agrodolce e finocchietto selvatico, un pezzo di caciocavallo e, perché no, una bella parmigiana di melanzane.


La tua prima auto
L’auto di mia mamma, una Golf Volkswagen, che usavo per i miei spostamenti con gli amici e le prime fidanzate. Ma a 20 anni… avevo già le valigie pronte per andare a vivere all’Estero. Sono rimasto fuori per 15 anni e, devo dire, che mi muovevo con i mezzi pubblici. Ricordo solo quando mi sono trasferito in Florida, di avere acquistato una di quelle classiche macchine americane enormi e decappottabili, credo fosse una Ford Mustang, di seconda o terza mano, ovviamente.


L’auto dei suoi sogni?
Una Porche, bellissima, sportiva ma di classe.
Che musica ascolti in auto?
Beh, mi viene in mente un bel CD dei Coldplay, dal titolo augurale: Viva La Vida.


Un episodio legato alla guida ?
Beh, l’avere dormito in macchina con tre colleghi, una notte di tantissimianni fa, rimasti bloccati dalla neve lungo una strada buia e deserta, una delle tante deviazioni della famigerata autostrada Salerno-Reggio Calabria, durante il viaggio di ritorno, provenienti da Milano.
Da meridionali, non eravamo preparati all’evenienza neve, e così, seppure pieno inverno, non avevo pensato di montare dei pneumatici termici.

ANGELO TROIANI, Chef dello storico ‘Il Convivio Troiani‘ a Roma. Stella Michelin.
Cosa cerca uno chef in un’auto?
Credo che cerchi: linea, prestazioni, sostenibilità e spazio intelligente.
La prima macchina che ho avuto è stata una Punto, ora guido una Fiat Abarth 595, un’ auto di cui sono veramente innamorato, sarà il design, sarà perché è un’icona italiana… è la terza che acquisto.
Quella indimenticabile volta in auto….
Ero alla festa di matrimonio della figlia di un mio caro amico e stavo tornando a casa. A quel tempo avevo una macchina sportiva: una Porche Cayman, quindi molto bassa, non adatta a strade di campagna. Era notte e avevo impostato il navigatore e seguendo le sue indicazioni mi sono ritrovato in una mulattiera senza uscita dove sono rimasto bloccato praticamente tutta la notte…solo all’alba è arrivato un carroattrezzi a tirarmi fuori.
La macchina dei tuoi sogni?
La Maserati Gran Turismo, per la sua storia, il suo fascino e, inutile dirlo, le sue prestazioni.
Giornata libera. Dove vai?
Giornata libera? (ride) Magari…
Nel caso si presentasse questa meravigliosa opportunità, beh, mi infilerei sulla mia Fiat, suonerei tanta musica italiana, vecchia e nuova , andrei al mare a pescare e porterei con me il necessario per fare il barbecue.

TERRY GIACOMELLO alla guida del ristorante ‘Inkiostro’ a Parma, Stella Michelin.
Che auto cerca uno chef ?
Per me è importante che sia un’auto vantaggiosa nei consumi, che sia comoda e spaziosa. Quando ho del tempo libero, mi piace organizzare un picnic con la famiglia e guidare verso la montagna o verso i laghi, quindi confort e spazio sono essenziali.
Cosa c’è nel tuo cestino del picnic?
Una buona parmigiana, magari un pasticcio di pasta e, se so di trovare un barbecue, delle carni da grigliare.
Ricordi la tua prima auto?
Certo,una Fiat 128 gentilmente prestata da mio papà… sai, per fare pratica andava benissimo, ma già allora sognavo altri volanti e carrozzerie sbalorditive. E puntavo alto: una Lamborghini! Bellissima, grintosa… davvero l’’auto dei miei sogni che purtroppo per ora rimane un sogno, ma un giorno, chissà…
Che auto guidi?
Una DS 7 Crossback, l ‘ho scelta per la sua estetica, il confort e i consumi ideali, sia per girare con la famiglia sia per recarmi al lavoro, anche se a volte uso la bicicletta, visto che il ristorante è piuttosto vicino a casa.
Anche tu hai un “quella volta in auto…”?
Stavo attraversando il tunnel del Monte bianco, dove qualche mese prima era scoppiato un incendio, e dove il limite di velocità che era molto basso, sui 50 Km all’ora. Ero cosi immerso nella guida, che non mi sono accorto di aver superato il limite di velocità. Arrivato all’uscita, un agente mi ha fermato per comunicarmi che avevo ‘preso’ tutti gli autovelox nella galleria, cinque su cinque… un record! Ero veramente sorpreso e visibilmente scosso, mi sono scusato non so quante e quante volte… Fortunatamente l’agente è stato comprensivo… anche nella multa.

ANTONINO CANNAVACCIUOLO
Uno degli chef più amati in TV,  al timone del ristorante Villa Crespi a Orta San Giulio. 2 Stelle Michelin. Oltre alla cucina ha un’altra passione: le automobili.
“Ho cominciato con una vecchia 500, ovviamente modificata e poi una R4 -ha raccontato al Corriere della Sera- tra i tanti modelli che ho guidato, ho amato la Mercedes ML, La Maserati GT e la Volvo XC90 Robusta, comoda, trazione integrale e cambio automatico e la fantastica possibilità di aprire la macchina senza dover usare le chiavi, sembra una stupidata, ma quando piove o tieni le mani ”impicciate” è… geniale”.
Antonino viaggia moltissimo, oltre 100mila km. all’anno e ama la velocità, pur restando sempre all’erta. “Proprio qualche mese fa per colpa di un guidatore indeciso sulla direzione da prendere a un incrocio, ho rischiato di tamponare violentemente: è scattata la frenata di emergenza e così la mia ”fedina” resta candida. Sono un pilota veloce, ma attentissimo”

INFO
Il lusso della Semplicità
Il Convivio Troiani
Villa Crespi
Inkiosto
El Fogolar
La Capinera
L’Argine a Vencò 

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

 




SCOPRIAMO LA CUCINA ‘GREEN’, MA CHI SARA’ IL ‘TOP GREEN CHEF’ 2020?

DI CESARE ZUCCA

Cucina green: top chefs di tutto il mondo hanno aderito a questa corrente che sta questo  avendo moltissimi seguaci, compresi noi di Weekend Premium , che siamo strati fra i primi già dal 2014. Lo dimostra il nostro ‘TOP GREEN CHEF’ Weekend Premium Award che ogni anno celebra gli Chef che si sono distinti in questo settore.  L’anno scorso il Premio è andato a Franco Aliberti del Ristorante Tre Cristi di Milano.


La redazione ed i nostri preziosi collaboratori  hanno già indicano dei nomi che abbiamo messo mettiamo in nomination, ma i giochi sono ancora aperti: Saranno infatti i nostri followers e i nostri lettori a votano o anche indicarci degli ulteriori nomi. E potranno farlo fino al primo settembre. L’esito si saprà in seguito, quando Raffele D’Argenzio, Direttore di Weekend Premium consegnerà l’ambito trofeo nel corso del rituale evento a Milano, alla presenza della stampa e di varie personalità.
Chi sarà il Top Green Chef 2020?
L’elenco dei nominati è prestigioso e la lista è ancora aperta.
Potete votare per uno dei nominati o segnalare un vostro preferito.
La premiazione avverrà a Settembre, quindi.. votate, votate!
Ecco i nominati:
Pino Cuttaia, Licata, AG
Philipp Hillebrand, Merano,
Alessandro Martellini, Valgardena,
Fabio Pisani e Andrea Negrini, Ristorante Aimo & Nadia, Milano
Simone Zanon, Ristorante Al Ronchettino, Milano
Maicol Izzo, Ristorante Piazzetta Milù, Castellammare, Napoli
Simone Basello Ristorante El Fogolar, Udine
 
Cosa significa essere un ‘green chef’?
Essere un cuoco green significa considerare la terra e fare scelte rispettose nel modo in cui prepariamo il cibo, una ricetta che possiamo seguire tutti noi per colazione, pranzo e cena.
In qualità di consumatori attenti all’ambiente, possiamo optare su utensili e elettrodomestici green o trasformare in green l’arredamento dell’ambiente dove cuciniamo giornalmente, ma sono soprattutto le cose che facciamo ogni giorno, come mangiare, che hanno il maggiore impatto sull’ambiente.


Tutto inizia in cucina…
Ecco le innovazioni e le idee design ideali per una cucina green.
Molte finestre azionabili per luce naturale e ventilazione libera.
I pavimenti preferibili sono in legno, facilmente lavabili con acqua e sapone.


Un raccoglitore per materiali compostabili vicino all’area di lavoro.
Uno spazio adeguato per tutti i materiali riciclabili.
Un valido frigorifero/congelatore ad alta efficienza energetica.
Uno spazio dove coltivare le votre erbe preferite.


Una dispensa facile da gestire che non incoraggi l’accumulo.
Un contenitore, che mantenga fresca frutta e verdura, senza richiedere refrigerazione.


Iniziamo con uno spazio di lavoro pulito. Se cucinare verde è l’ obiettivo, che si inizi con la pulizia green. Le stufe e i forni a induzione si scaldano più rapidamente e sono più del doppio efficienti nel trasferimento del calore rispetto ai bruciatori a gas e circa il 20% migliori rispetto alle primitive opzioni elettriche. Ecco perché cucinare green è una decisione importante e un modo davvero efficiente per iniziare a risparmiare energia in cucina e non solo, la cucina green infatti è sinonimo di salute.

7 consigli per cucinare green
1) Durante la cottura, coprire il cibo che state cucinando con un coperchio bollente che aiuterà la circolazione dell’aria e quello che state cucinando bollirà in minor tempo
2) Utilizzare pentole a fondo piatto  non troppo sottile (onde evitare che che il fondo venga piegato o addirittura fuso) per aderire meglio al piano cottura e rendere uniforme la diffusione del calore. Il calore, omogeneo e costante, evita che i cibi si attacchino al fondo e riduce l’utilizzo di condimento e grassi.
3) Non usare pentole grandi per dosi piccole.
4) Spegnere il fuoco qualche attimo prima della cottura desiderata. Il calore terminerà la cottura.


5) Gli avanzi richiedono meno energia per riscaldarsi. Quindi preparare abbastanza per un prossimo pasto.
6) Certi cibi che vengono preparat in pentola, come stufati, cassaroles o ratatouilles, sono compatti e meno soggetti a spazi d’aria, quindi  necessitano di meno energia per essere cucinati.
7) Nel menu aumentare l’uso di verdure, insalate e frutta. Perchè? Semplice: non richiedono alcuna cottura!

E ricordatevi che ….
Il foglio di alluminio è utile in molti modi in cucina e usarlo saggiamente può aiutarti a fare meglio per il pianeta. Alcuni tipi di fogli di alluminio sul mercato sono realizzati con materiali riciclabili, il che li rende ancora più ecologi.

E’ utilizzabile sia su cibi freddi che caldi, sostituisce pentole da forno che richiedon spesso tempo e  acqua caldo per essere pulite e dopo l’uso può essere nuovamente appiattito e riutilizzato in maniera intelligente e creativa: da salvamanglia anti pittura, quando si tinteggiano le porte, a fonte di calore salva tessuto nella stiratura di capi delicati, posizionato sotto il tessuto e passando il ferro sospeso  a qualche centimetro dal capo, per non parlare di utilizzi decorativi, dagli addobbi natalizi alla copertura di oggetti a cui vorrete dare un effetto specchio.

Cucinare in modo ecologicamente responsabile dipende anche dal modo in cui si utilizza il frigorifero. Se hai intenzione di conservare qualsiasi alimento cotto nel tuo frigorifero, dovresti lasciarlo raffreddare a temperatura ambiente per un po ‘in modo che la temperatura all’interno del tuo frigorifero non debba aumentare e consumare più energia  
È anche importante controllare la guarnizione di gomma del tuo frigorifero per accertarti che stia fornendo un isolamento adeguato.

No plastica!
Tra le celebrità italiane, Massimo Spigaroli, famoso ristoratore di Polesine di Zibello, è promotore di una curiosa iniziativa  per ripulire il Po, il bistellato Pino Cuttaia del ristorante stelato La Madia a Licata, Agrigento, è il creatore di “Nnumari”, un progetto dedicato alla sostenibilità della filiera agroalimentare nel Mediterraneo, da sempre luogo di incontro, contaminazione e integrazione, mentre Mauro Colagreco, recentemente eletto Miglior Chef del Mondo, è stato il primo a ottenere la Plastic Free Certification per aver eliminato la plastica dal suo ristorante tristellato Mirazur a Mentone. Colagreco vuole dare l’esempio e ha invitato alcuni celebri colleghi a raccogliere la sfida: Dominique Crenn, Royer, Narisawa, Atala, Roellinger.

Molti chef stellati, paladini del Km.0 coltivano frutta e verdura nei pressi del proprio ristorante. Bruno Barbieri al Fourghetti di Bologna,  Terry Giacomello a Inkiostro, Parma e Aurora Mazzucchelli (nella foto) al Marconi di Sasso Marconi, giusto per citarne alcuni dell’ Emilia e Romagna e tanti, tanti altri su e giù per l’Italia.

Quando le  stelle diventano green
Mossi dall’emergenza climatica, numerosi top chef stellati diventati paladini dell’ambiente.
Vorrei citare due piatti ‘signature’ creati da due indiscusse eccellenze della gastronomia italiana: ‘Lattuga’ di Heinz Beck e ’21-31-41′ di Enrico Crippa.
Heinz Beck è da anni pioniere della ricerca nel campo delle diete salutari, sostenitore di una cucina salubre e studioso del rapporto cibo-medicina. A Roma è al timone del ristorante “La Pergola”, certificato Green Key e da ben 10 anni premiato con 3 stelle Michelin, nella sua cucina ha adottato soluzioni green e all’avanguardia per ottimizzare al meglio i consumi energetici delle varie attrezzature.

” La protezione dell’ambiente in cui viviamo è una priorità”, ha dichiarato in un’ intervista all’ANSA. “Ritengo giusto sensibilizzare le persone, a livello globale, a fare del proprio meglio per limitare i danni e modificare gli atteggiamenti sbagliati che abbiamo o abbiamo avuto in passato e che hanno contribuito al peggioramento della situazione. Studio costantemente, insieme allo staff, per cercare di rendere ogni piatto il più sostenibile possibile, limitando gli sprechi e cercando di sfruttare anche gli scarti delle materie prime. Ad esempio nel mio “Fontana o Pomodoro” del pomodoro… non si butta via nulla.”


Uno dei suoi piatti signature si  chiama semplicemente ‘Lattuga’, ed è un omaggio alla serenella, una lattuga digestiva, ricca di potassio e magnesio, fornita da due agricoltori di Rieti. Viene cotta a 46 gradi e servita tiepida in un brodo di pollo cresciuto con fichi secchi e poi arricchita con polvere di porcino, maionnese di soya grigliata, cipolla, ravanello in carpione. Bontà inenarrabile!

Alba, Piemonte. Nell’incanto delle Langhe Enrico Crippa, executve Chef del tristellato Ristorante Piazza Duomo. ha fatto dei vegetali la punta di diamante della sua cucina. Con il prezioso aiuto dai giardinieri-ortolani Fabio Miglio, Nicola Borio e Enrico Costanza, ha realizzato uno spettacolare sistema di serre e orti dove coltiva molteplici varietà  di insalate e ortaggi, germogli di cavolo e daikon, piante marine come la martensia e la salicornia e tanta frutta. E non mancano le riscoperte, come sisaro, un antica varietà di carota tipica del Roero.

Tutte le coltivazioni vengono gestite nella totale assenza di prodotti chimici e fertilizzanti di sintesi, ma solo con preparati ammessi in coltivazione biologica e con metodo biodinamico, secondo una filosofia già applicata da anni ai vitigni Ceretto.

Il piatto green più famoso dello Chef si intitola ’21-31-41′ ed è una straordinaria (ripeto straordinaria) insalata il cui nome sta a indicare il numero di germogli, fiori e foglie che la compongono, nei diverse stagioni, Un numero sempre in variazione che in maggio tocca il top: più di 100 varietà. Crippa, persona tranquilla e affabile, sdrammatizza cosiì questa ‘opera d’arte’: ” E’ una semplice insalata, niente di cucinato, cosa strana per un cuoco, ma sempre una grande emozione”.

INFO
La Pergola, Roma 
Piazza Duomo, Alba

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’

 

 




COME VOLARE OGGI : CON DISCIPLINA, SENZA PAURA, MENO STRESS

DI CESARE ZUCCA  –
Si chiama ‘aviofobia’ cioè paura dell’aereo, è piuttosto comune, infatti risulterebbe che 1 persona su 6 abbia paura di volare. Questa paura si manifesta in modi diversi. Per alcuni è la brutta sensazione di perdere il controllo o il timore dell’altezza, per altri è claustrofobia, per altri ancora il terrore di un attacco di panico. Oggi si è aggiunta un’altra paura: il rischio di un  possibile contagio di coronavirus.

Vediamo cosa alcune compagnie aeree hanno studiato e, se saliremo in aereo, come  possiamo viaggiare più sicuri, meno tesi, più rilassati.
Straordinarie disinfestazioni negli aereoporti e a bordo, misurazione della temperatura  oltra a numerose misure per ridurre notevolmente il contatto tra passeggeri ed equipaggio, nonché tra passeggeri.
In molti aerei lo shopping in volo è stato sospeso e il servizio di bordo è stato ridotto in tutte le cabine al fine di limitare l’eventuale contatto a mano. I saponi sanificanti standardizzati sono disponibili nei bagni. Molte compagnie consentono ai membri dell’equipaggio di indossare  mascherine e sempre i guanti.

American Airlines ha iniziato l’assegnazione dei posti seguendo le istruzioni social distancing cioè lasciando lo spazio suggerito tra passeggeri e bloccando tutti i posti centrali e, per evitare contatto con il personale di bordo, sospendendo la distribuzione di cibo nei voli brevi.


Lufthansa ha introdotto ulteriori misure al fine di soddisfare le raccomandazioni di mantenere la distanza fisica durante la crisi del coronavirus.
A partire dal 27 marzo, tutti i posti adiacenti nelle classi Economy e Premium Economy su tutti i voli Lufthansa in partenza dalla Germania, compresi i voli nazionali. saranno bloccati e tenuti liberi. su tutti i voli, ad eccezione dei voli per la Germania, data la massima priorità di riportare in patria quante più persone possibile.


Al fine di evitare affollati trasferimenti in autobus da e per gli aerei, Lufthansa si sta organizzando per far sbarcare i passeggeri vicino alle uscite e se ciò non è possibile, è stato  prediscposto un ervizio che prevede il doppio degli autobus rispetto al solito.
Molte altre compagnie stanno adottando nuovi sistemi di sicurezze, vi terremo informati.

In volo
Durante il viaggio, si devono applicare i corretti comportamenti di “igiene delle vie respiratorie”, come starnutire o tossire in un fazzoletto, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino, lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche.


Prima di tutto
Prima della partenza  è raccomandabile di bere molta acqua per prevenire i disagi osservati dalla variazione di altitudine. E’ anche uno dei metodi più efficaci per ridurre il rischio di eventuali trombosi venosi per le donne in gravidanza o passeggeri con problemi di salute.
Evitare bevande eccitanti, niente caffè, the o bevande energetiche, che rischierebbero di aumentare notevolmente lo stato di ansia. Molto meglio una cioccolata o una rilassante tisana.


Con calma…
Arrivare in anticipo in aeroporto Questo permette di non correre, di fare il check-in con calma o, se lo si è già fatto on-line, di abituarsi all’idea che si sta per prendere un aereo.
Lettura e musica
Quel ibro che avete incominciato e mail finito? Ottima soluzione per passare il tempo e una buona idea per distrarsi durante il volo, evitando di prestare eccessiva attenzione a rumori o temere turbolenze. Lo stesso effetto può avere la musica, magari quella che vi ricorda quacosa di piacevole, insomma una complitation relax! Chiudere gli occhi e lasciarsi andare, magare con una mascherina salva occhio e. solo in casi estremi, con ansiolitici in gocce o pastiglie.


Palestra ad alta quota
Mantenersi attivi durante un volo non solo fornisce un’ utile movimentazione  ma aiuta anche a ridurre il rischio di coagulazione del sangue.

Come eseguire un allenamento fitness in volo?
Girate pagina e lo scoprirete….

Come eseguire un allenamento fitness in volo?
Ecco dei suggerimenti che certamente vi consentiranno di sgranchirvi quanto basta per trascorrere in maniera più rilassata il vostro viaggio.


Collo e testa
E’ importante muovere la testa: fate  più volte “sì” e “no” con la testa, poi piegatela a destra e a sinistra, e infine disegnate cerchi prima in un verso e poi nell’altro, un semplice esercizio che aiuta a contrastare la pressione causata dall’alta quota. Aprite e chiudete la bocca ampiamente, sbadigliate, fate le boccacce… beh forse farete delle facce strane e qualcuno vi guarderà incuriosito, no problem… l’importante è che voi vi sentiate meglio.

Mani e braccia
Iniziate con i polsi, fletteteli su e giù, poi alzate entrambe le mani sopra la testa, per quanto possibile. Con una mano, afferrate il gomito del braccio opposto e tirate delicatamente da un lato. Mantenete l’allungamento per 15 secondi. Ripetete dall’altra parte. Per sciogliere le spalle, rotatele avanti e indietro , esercizio molto rilassante.
Mettete la mano destra sopra la spalla sinistra. Posizionate la mano sinistra dietro il gomito destro e premete delicatamente il gomito verso la spalla. Mantenete l’allungamento per 15 secondi. Ripetete dall’altra parte per 15 secondi.

Piedi e gambe 
Siedetevi sul sedile con i piedi piatti, alla larghezza dei fianchi e direttamente sotto le ginocchia. Alzate e abbassate prima le punte, poi i talloni per cinque secondi per una decina di volta, respirando mormalmente .
Allungate le gambe sotto il sedile di fronte. Sollevate leggermente una gamba in modo che sia diritta e ruotate il piede in senso orario alla caviglia 15 volte, quindi in senso antiorario per altre 15 volte. Ripetete questa azione con l’altra gamba.

Esercizio in fila per il l bagno e nel corridoio
Divaricate leggermente i piedi e, se c’è spazio, stendete le mani oppure posizionatele sui fianchi. Piegatevi sulle ginocchia e sieditevi. Ritornate in posizione eretta. Ripetete circa 5 volte. Questo aiuta a flettere le ginocchia e fa fluire il sangue attraverso le gambe e i fianchi.
State in piedi con i piedi uniti e piegatevi verso il basso in vita per toccare i piedi. Questo esercizio  allunga e allevia la tensione muscolare posteriore.
Se il corridoio è vuoto, approfittatene: afferrate i braccioli su entrambi i lati. Stringete gli addominali e sollevate le gambe dritte davanti a voi, usando solo addominali e braccia per sollevare le gambe. Non saltate. Ripetete 10 volte.

Compagni di viaggio
Per chi è ancora vittima di insofferenze a bordo e paranoie in volo, ecco il rimedio: relax! Sono stati inventati un’infinità di gadget anti-stress, come mascherine antiluce fornite di tappi antirumore o formidabili cuscinotti salvacollo che vanno dall’antiallergico all’ergonomico a quello da ancorare al sediel, fino a quello terapeutico imbottito di grano saraceno.Occhio alla pelle
Il volo disidrata e raggrinzisce. Khiel’s, la più antica e rinomata fabbrica americana di creme per il corpo, presente anche in Italia, propone una linea di prodotti a base di ginseng tibetano e fiori di cactus studiati appositamente per il volo, come il midnight recovery concentrate e l’idratante 24/7 activate moisturizer per l’arrivo dopo un lungo viaggio, il facial fuel eye per‘sgonfiare’ gli occhi e poi ancora il first class per le mani, mentre per il viso basterà una spruzzata diel magico spay in-flight refreshing facial mist.

Paurosi… tutti a scuola!
Pare infallibile il corso online “Fearless Flyer (Viaggiatore senza Paura) di EasyJet capitanato, è proprio il caso di dirlo, da un Capitano di Volo della compagnia. Il corso mira a rimuovere le emozioni negative causate dagli aspetti tecnici, come atterraggio, rumori, turbolenze e disturbi psicologici.

E per finire…
Una dritta americana per voi e per i vostri amici timorosi.
“Wear a hat!” Mettiti un cappello! Una ricerca eseguita a Boston, ha scientificamente provato che la semplice azione di indossare un cappellino può ridurre la paura e farvi sentire più al sicuro. Insomma, volare sicuri, sereni e meglio!

INFO

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’