La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: un’imperdibile mostra diffusa del 2024

Scopri la ricca storia artistica di Bologna attraverso la mostra espositiva diffusa

Se sei un appassionato d’arte e hai programmato di visitare Bologna, ti consigliamo caldamente di non perdere la mostra diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915“. Questa rassegna espositiva, che si svolgerà dal 21 marzo al 30 giugno 2024, è dedicata alla pittura felsinea dell’Ottocento e mostra la ricchezza espressiva e la complessità artistica di questo periodo.Organizzata dal Settore Musei Civici attraverso il Museo civico del Risorgimento e curata da Roberto Martorelli e Isabella Stancari, la mostra presenta oltre 500 opere di 80 artisti differenti, tra cui molti capolavori che sono stati raramente esposti in passato. Potrai ammirare dipinti, disegni e acquerelli che spaziano dai paesaggi ai ritratti, dai soggetti storici alle vedute urbane.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924)
Auxilium ex alto, 1896
Olio su tela, cm 229 x 165
Provenienza: Concorso Baruzzi, 1896
Bologna, Collezioni Comunali d’Arte (deposito MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Colle-
zioni storiche), n. inv. P372

Bologna per una mostra diffusa in tutta la città

Le opere sono esposte in 18 sedi diverse, tra cui musei, gallerie antiquarie, fondazioni e edifici storici situati tra Bologna, Crespellano e San Giovanni in Persiceto. Questo percorso espositivo ti darà l’opportunità di esplorare la città e di scoprire luoghi culturali suggestivi che rappresentano l’eccellenza artistica dell’Ottocento bolognese.Durante la mostra, verranno organizzate visite guidate, conferenze, laboratori didattici e attività per famiglie, per offrirti l’opportunità di approfondire la tua conoscenza dell’arte ottocentesca di Bologna. Inoltre, numerosi soggetti pubblici e privati hanno collaborato per la realizzazione di questo progetto culturale e hanno contribuito a rendere possibile la visibilità di opere d’arte di alto valore storico-artistico.Non perdere l’occasione di scoprire una parte importante della storia artistica di Bologna e di immergerti nell’atmosfera artistica dell’Ottocento. Pianifica la tua visita alla mostra diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915” e lasciati affascinare dalla bellezza e dalla varietà delle opere esposte.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Ottavio Campedelli (Bologna, 1792 ‐ ivi, 1862)
Un mulino in mezzo a un luogo montuoso, 1826
Olio su tavola, cm 35 x 45
Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Collezioni storiche), n. inv. H103 /
2019/5106 (1995)

Guide e informazioni

Per ulteriori informazioni sugli orari di apertura, i prezzi dei biglietti e le sedi espositive, ti consigliamo di consultare i siti web dei Musei Civici di Bologna e di ogni singola sede espositiva coinvolta nella mostra.Non perdere questa occasione unica per esplorare la pittura felsinea dell’Ottocento e scoprire le origini e le evoluzioni della modernità artistica. Siamo certi che questa mostra ti lascerà un ricordo duraturo dell’arte e della cultura di questa affascinante città italiana.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Scorcio di Piazza Santo Stefano, Bologna
Per non perderti nessuna novità sulle mostre ed eventi culturali del 2024 dai un occhio alla nostra rubrica WeekendinArte!




L’area sacra di Largo Argentina: un nuovo museo romano firmato Bulgari

Questa domenica la nostra rubrica di weekend in arte vi porta nel pieno centro di Roma, tra strade affollate dove regna il traffico, dove l’area sacra di Largo Argentina ha da sempre attirato gli amanti dell’arte. Affascinante e misteriosa, vissuta da una storica colonia di gatti, racchiude segreti che in pochi conoscono. Proprio qui infatti, nella Curia di Pompeo, Giulio Cesare venne pugnalato a morte nel 44 a.C. e un antico basamento di tufo custodisce ancora la memoria delle Idi di marzo. L’Area Sacra conserva, inoltre, numerose testimonianze della sua vita ininterrotta per oltre 2000 anni, come le fasi imperiali dei templi o le strutture di età medievale. Quest’area, con grande gioia degli amanti della storia e dell’archeologia, verrà aperta al pubblico grazie ad un restauro milionario finanziato dalla famosa maison Bulgari per l’apertura di un nuovo museo a cielo aperto.  

L'area sacra di Largo Argentina: un nuovo museo romano firmato Bulgari
Area Sacra di Torre Argentina, Roma
 

IL MILIONARIO RESTAURO DELL’AREA DI LARGO ARGENTINA 

L’Area Sacra di Largo Argentina è uno dei siti archeologici più suggestivi, immerso nel cuore della città. Grazie alla generosità della Maison Bvlgari, legata a Roma da un rapporto profondo di collaborazione e amore per il patrimonio culturale cittadino, finalmente stanno per partire i lavori che consentiranno l’apertura al pubblico di questo luogo così affascinante. Sarà realizzato un vero e proprio percorso in sicurezza fra gli antichi splendori: i visitatori potranno letteralmente camminare nella storia”, dichiara la Sindaca Virginia Raggi.  L’Area Sacra si conformerà così al criterio di “accessibilità allargata”, grazie alla realizzazione di camminamenti in quota – illuminati di notte con suggestive luci LED – che consentiranno ai visitatori una fruizione in tutta sicurezza. Un atto di mecenatismo, questo, che consentirà a Roma Capitale di procedere a una significativa opera di valorizzazione di uno dei più estesi complessi archeologici. 

L'area sacra di Largo Argentina: un nuovo museo romano firmato Bulgari
Percorso di visita realizzato con una passerella posta alla quota archeologica.jpg

In particolare il progetto è articolato su diversi elementi. La torre del Papito verrà restaurata e ospiterà i servizi di biglietteria. Verrà inserito un sistema di percorsi verticali e orizzontali interni all’area archeologica, comprensivi di una pedana elevatrice a cabina aperta, che consentirà l’accesso all’area agli utenti diversamente abili. I percorsi su passerella permetteranno la visione ravvicinata dei templi e dei numerosi reperti archeologici. Ci sarà anche un’area espositiva coperta, che sarà allestita nel portico orientale dell’Area Sacra. Lungo il percorso, il visitatore potrà seguire lo sviluppo storico dell’area sacra attraverso una serie di pannelli che ospiteranno reperti rinvenuti nell’area e pertinenti alle diverse fasi di vita del complesso. Tra iscrizioni, frammenti di decorazioni architettoniche, terrecotte e resti di statue sarà possibile seguire le vicende del sito a partire dal III secolo a.C. fino alle demolizioni del ventennio fascista.

L'area sacra di Largo Argentina: un nuovo museo romano firmato Bulgari
Foto aerea dell’area sacra di Largo Argentina, Roma
 

L’INTERVENTO DI JEAN-CHRISTOPHE BABIN (ceo di Bulgari) 

I lavori sono destinati a durare un anno, arricchendo la proposta di Roma per il Giubileo 2025. L’amministratore delegato, a proposito commenta L’avvio dei lavori per l’Area Sacra di Largo Argentina segna un nuovo, importantissimo momento nella nostra sempre positiva collaborazione con Roma Capitale e la Sovrintendenza per valorizzare i tesori storici e artistici della Città Eterna […] Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto che avvicina ai nostri occhi questo luogo, consentendoci di conoscerne la storia e scoprine i dettagli. L’Area Sacra verrà finalmente riportata al centro della vita culturale di Roma, come era secoli fa in epoca repubblicana”. Quindi, al termine di questi lavori ci auguriamo che l’Area sacra di Largo Argentina, uno dei luoghi chiave della continuità monumentale di Roma nei secoli, possa raccontare a tutti la sua storia straordinaria. 

L'area sacra di Largo Argentina: un nuovo museo romano firmato Bulgari
Area Sacra di Torre Argentina, Roma




Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere

Questa domenica la rubrica #weekendinarte ha l’obbiettivo di fornirvi degli spunti su cosa andare a visitare quest’estate per una gita all’aria aperta con la vostra famiglia e i vostri amici. Una perfetta occasione di stare insieme, ma in totale sicurezza. Ecco quindi gli 8 musei a cielo aperto da vedere in estate 2021! 

Triennale estate – Parco Sempione, MILANO 

In pieno centro di Milano, in uno dei giardini più frequentati, riapre la Triennale estate con oltre 5 mesi di programmazione. I Giardini della Triennale di parco Sempione infatti, quest’estate ospiteranno eventi, concerti, laboratori per bambini e molte altre attività intorno al tema collecting stories. Inoltre, la Fog Triennale Milano Performing arts curata da Umberto Angelini apre per donare la possibilità ad artisti emergenti di esprimere la propria arte. Insomma, una stagione che non manca di idee e occasioni per godersi l’arte in totale sicurezza! 

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Triennale Estate 2020. © Triennale Milano, foto Gianluca Di Ioia
 

La basilica di rete metallica – Siponto, PUGLIA

Per chi andrà in vacanza in Puglia una tappa obbligatoria è Siponto, dove un artista di soli 34 anni ha rivoluzionato completamente il panorama con un progetto: “Dove l’arte ricostruisce il tempo”. Edoardo Tresoldi, attraverso un’affascinante struttura metallica, ha infatti ricostruito la struttura di un’antica basilica del XIII secolo ormai andata perduta.

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
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La struttura in rete metallica di Tresoldi fa parte del Parco archeologico di Siponto e, come afferma l’archeologo Francesco Matteo Martino, “richiama nelle forme l’ultima fase dell’antica basilica che ha subito tre interventi, il perimetro è rimasto inalterato dalla sua fondazione, ed è costituito da tre navate separate da colonne. Un rifacimento successivo non ne cam

bia la struttura e si caratterizza per l’arricchimento del pavimento con un nuovo mosaico. In una fase più tarda, quella altomedievale, la chiesa paleocristiana assume un doppio livello: il presbiterio viene rialzato e le navate vengono divise da pilastri. È da questa ricostruzione che prende forma l’opera realizzata da Tresoldi». Una vera opera d’arte che riesce a far dialogare due mondi apparentemente distanti: archeologia e arte contemporanea. Assolutamente da non perdere! 

 

L’Abbazia di San Galgano: La vera Spada nella Roccia – TOSCANA 

All’interno della bellissima Toscana, si nasconde un’abbazia che nasconde una delle storie più raccontate di sempre: la spada nella roccia. Un ambiente del tutto misterioso e affascinante accoglie un’antica chiesa gotica (ormai privata del suo tetto) e l’Eremo di Monte Siepi. L’abbazia fu costruita nel XIII secolo dai monaci cistercensi i quali, dopo la dura carestia causata dalla peste del 1300, sono stati costretti a spostarsi verso Siena. Subito vicino si trova l’eremo: piccola cappella costruita dopo la morte di San Galgano nel 1181. La leggenda narra che proprio in questo luogo San Galgano infisse la sua spada come segno di aver lasciato definitivamente le armi per cominciare una nuova vita di fede.  

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Visione dal basso Abbazia San Galgano, Toscana
 

Arte Sella – Borgo Valsugana, TRENTINO

In Trentino, all’interno di un paesaggio fiabesco, si nasconde un luogo dove la natura si trasforma in arte: Arte Sella. Si tratta di una vastissima esposizione a cielo aperto di opere d’arte realizzate con erba, foglie, sassi e rami d’albero. Nasconde installazioni da osservare e da toccare, luoghi in cui entrare, cattedrali  da visitare, tronchi magici e grandi in cui correre e giocare.

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Roberto Conte. Arte Sella photo Giacomo Bianchi.jpg

È un vero e proprio percorso creativo in cui tutte le opere prendono forma gradualmente traendo ispirazione da ciò che le circonda, la natura. In questo contesto naturale Arte Sella, nei mesi estivi, organizza anche gradi eventi: da mostre temporanee a concerti suggestivi inseriti in un busco-museo a dir poco magico. 

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Will Beckers_Eco_Copyright Arte Sella, ph.Giacomo Bianchi.jpg
 

Il cretto di Gibellina – SICILIA 

Il cretto di Gibellina, in piena Sicilia, è l’opera di land arte più estesa al mondo ed è stata costruita da Alberto Burri tra il 1984 e il 1989. È grande 80 mila metri quadri ed è costituita da cemento bianco e detriti. Racconta la storia di una città scomparsa, Gibellina vecchia, poiché distrutta da un terremoto nel ’68 che provocò più di 1000 vittime.

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
The “Cretto di Burri” of Gibellina, by Gabriel Valentini : general view

La città fu ricostruita a 20 km di distanza e arricchita di nuove opere, e Alberto Burri affermò: “Andammo a Gibellina con l’architetto Zanmatti, il quale era stato incaricato dal sindaco di occuparsi della cosa. Quando andai a visitare il posto, in Sicilia, il paese nuovo era stato quasi ultimato ed era pieno di opere. Qui non ci faccio niente di sicuro, dissi subito, andiamo a vedere dove sorgeva il vecchio paese. Era quasi a venti chilometri. Ne rimasi veramente colpito. Mi veniva quasi da piangere e subito mi venne l’idea: ecco, io qui sento che potrei fare qualcosa. Io farei così: compattiamo le macerie che tanto sono un problema per tutti, le armiamo per bene, e con il cemento facciamo un immenso cretto bianco, così che resti perenne ricordo di quest’avvenimento”. Un’opera da perdere il fiato che, oltre ad ammaliare, racconta anche una straziante storia.  

  

Giardino dei Tarocchi – Capalbio, TOSCANA 

Uno dei musei all’aperto più belli d’Italia si trova proprio in Toscana, a Capalbio. Si tratta di un parco artistico realizzato da Niki de Saint Phalle, che ha voluto creare un’atmosfera in bilico tra realtà e immaginazione.

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Particolare statua giardini dei tarocchi di Niki de Saint Phalle

All’interno del parco infatti sono state inserite giganti sculture ciclopiche alte 15 metri dedicate ai simboli dei tarocchi (da qui prende il nome). È un vero e proprio museo inserito perfettamente nella natura toscana che, per le sue numerose peculiarità, si distingue da qualsiasi altro museo in Italia. Un luogo in cui perdersi e in cui farsi travolgere da un’atmosfera a dir poco magica. 

 

Parco della Preistoria – Rivolta D’Adda, LOMBARDIA 

In pieno centro della Lombardia, tra Milano e Brescia, si trova un museo a cielo aperto amato dai più piccoli ai più grandi. Tappa obbligatoria per molte gite scolastiche e familiari, il parco della preistoria di Rivolta d’Adda è un immenso museo che racconta la storia della preistoria. Tra giochi, attività e ricostruzioni a grandezza naturale, troviamo 34 specie riprodotte tra cui artropodi, pesci, anfibi, rettili arcaici, dinosauri, pterosauri, mammiferi e uomini primitivi. Sarete così catapultati in un’epoca lontana milioni di anni fa, che aspettate?

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere 

Il parco dei mostri – Bomarzo, LAZIO 

Il Parco dei Mostri, noto anche con il nome Sacro Bosco di Bomarzo, fu ideato dall’architetto Pirro Ligorio (completò San Pietro dopo la morte di Michelangelo) su commissione del Principe Pier Francesco Orsini, detto Vicino, allo scopo di “sol per sfogare il core” per la morte della moglie Giulia Farnese. Durante la costruzione di questo parco all’italiana, trovarono rocce scolpite a forma di mostri, soggetti mitologici, draghi e animali esotici; ma anche fontane, obelischi e una casetta pendente. Sarà un percorso ricco di scoperte continue per i piccoli ma anche per i più grandi. Affascinante vero? 

Estate 2021: 8 musei a cielo aperto da non perdere
Dettaglio statua mascherone, parco dei mostri, Bomarzo
Ecco i nostri 8 musei a cielo aperto che vi consigliamo di visitare!Leggete anche: Zona gialla? Ecco le 4 grandi mostre da non perdere 




LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino

Oggi, giorno di Pasqua e quindi di festa, la rubrica weekend in arte vi porta ad esplorare il magico mondo dell’Emilia Romagna. Una tappa obbligatoria per chi, come noi, ama l’arte ma anche il buon cibo. Il viaggio di oggi vi porterà in un piccolo, ma meraviglioso borgo emiliano, proclamato uno dei più bei borghi d’Italia: Gualtieri. In un panorama ai limiti del magico, viene inserita una mostra dedicata ad uno degli artisti degli artisti più eclettici e misteriosi d’Italia, Antonio Ligabue. Dall’8 maggio al 14 novembre 2021, Palazzo Bentivoglio ospiterà un nuovo corpus di opere dell’artista, selezionate da Francesco Negri. 

LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino
Antonio Ligabue, Gorilla nella foresta, s.d., 1949-1950, Olio su tavola di compensato, 77 x 71 cm
 

LA MOSTRA: Ligabue, la figura ritrovata. 11 artisti contemporanei a confronto

Questa esposizione propone un inedito dialogo tra la mano di Antonio Ligabue e quella di undici artisti contemporanei che operano, per la maggior parte, in ambito figurativo: Evita Andùjar, Mirko Baricchi, Elisa Bertaglia, Marco Grassi, Fabio Lombardi, Juan Eugenio Ochoa, Michele Parisi, Ettore Pinelli, Maurizio Pometti, Giorgio Tentolini e Marika Vicari. Nella costruzione della mostra, essi avevano l’obbiettivo di porsi in dialogo con le 16 opere selezionate di Ligabue, che ha portato ad avere la figura come elemento protagonista. È infatti la figura che accomuna tutte le opere e subisce, nel percorso, una mutazione tale da diventare alla fine una mera rappresentazione del colore. Palazzo Bentivoglio diventa quindi lo spazio di un confronto di reciprocità e convergenze che invita a cogliere, nell’attualità dei linguaggi dell’oggi, lo stesso spirito trascendente e la centralità di riflessione posta sull’uomo.

LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino
Antonio Ligabue, Figura di donna, s.d. (1953), olio su tavola di faesite, cm. 200×100

“La scelta di questi artisti – spiega il curatore Matteo Galbiati – guarda alla specificità delle loro ricerche che, senza condizionamenti o scelte d’occasione, hanno sempre posto l’essenza della loro visione proprio sull’animo come centro di valore per le loro esperienze estetiche. Il loro linguaggio consacra la potenza dell’immaginazione che sa guidare lo sguardo di ogni osservatore ben oltre la singolarità del racconto specifico e rende ciascuna opera una soglia spalancata sulla sincerità del pathos umano”. Ma questo non significa che essi siano solo imitatori dell’artista novecentesco. “In loro – spiega Galbiati – prosegue l’ideale di coinvolgimento dell’altro, la connessione della realtà con un altrove denso di mistero e di tutta la sua trepidante speranza”.

Per info: sito del Museo Antonio Ligabue, +39 0522 221853, info@museo-ligabue.it

MA CHI ERA LIGABUE? 

Antonio Laccabue (vero cognome) nacque a Zurigo nel 1899, da Elisabetta Costa e Bonfiglio. All’età di un anno fu dato in affido alla famiglia Gobel. Ebbe un’infanzia emotivamente molto sofferta passando da scuole speciali e ricoveri in ospedali. Nel 1919 fu mandato a Gualtieri, paese del padre, dove crebbe la sua sofferenza, che esprimeva con azioni autolesionistiche e con la pittura. Visse molti anni nella golena del Po, dove fu scoperto e aiutato dallo scultore Marino Mazzacurati. Nei suoi dipinti e nelle sculture raffigurò soprattutto animali e autoritratti come espressione della continua ricerca dell’Io, in un dialogo stretto tra sé e la natura. Fu ricoverato tre volte all’Ospedale psichiatrico di Reggio Emilia. Una grande mostra alla “Barcaccia” a Roma lo lanciò a livello nazionale, ma fu un successo troncato presto da un colpo apoplettico. Morì a Gualtieri il 27 maggio 1965. Sulla tomba fu posta dall’amico Andrea Mozzali la sua maschera funebre in bronzo.

LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino
Antonio Ligabue, Autoritratto, s.d. (1951- 1952), olio su tavola di faesite, 53 x 60 cm. Courtesy Comune di Gualtieri
 

VISITARE E GUSTARE GUALTIERI 

Sono paesaggi d’acqua e di terra, quelli che circondano Gualtieri, una delle piccole capitali padane, disegnata come una minuscola corte ben attrezzata dai marchesi Bentivoglio, signori delle acque e delle bonifiche. Il largo respiro monumentale del palazzo nobiliare nella bellissima piazza quasi perfettamente quadrata, poco oltre la quale respira il Po, dà il segno di un raffinato gioco prospettico e di un’ambizione teatrale. I progettisti, esperti d’arte teatrale a Ferrara, hanno voluto coinvolgere lo spettatore in una messinscena simbolica e spettacolare del potere. E dalle nebbie invernali, nei boschi a ridosso delle golene del Po, esce il fantasma di Ligabue, che qui viveva selvaggio con i leopardi della sua immaginazione.

LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino
piazza principale del borgo di Gualtieri, emilia-Romagna
Niente paura, non ci siamo dimenticati della nostra tradizionale guida al cucina tipica del luogo! Essendo Gualtieri in emilia, è impossibile non nominare prodotti come il prosciutto crudo DOP, pasta ripiena e Parmigiano Reggiano. Il prosciutto crudo però è solo uno degli ottimi salumi che questa zona vi può offrire, infatti straordinari sono anche il culatello della Valle del Po, il salame, la coppa e la spalla cotta. Se si passa ai primi piatti, tipici sono gli anolini, i tortellini, i tortelli per non citare le tagliatelle e i risotti. In particolare a Gualteri tipici sono i cappelletti in brodo e i tortelli di zucca. Per un pasto completo la carne è d’obbligo! Spiccano infatti i bolliti, la trippa, lo stracotto di manzo. Da ricordare anche la cocomera reggiana di Santa Vittoria. Per gli amanti del vino il prodotto del borgo è l’uva fogarina, proveniente da un antico vitigno recuperato nel 2007. Da quest’uva, protagonista di una celebre canzone della tradizione popolare, si ricavano: il vino rosato, il passito e la grappa
LIGABUE LA FIGURA RITROVATA: un weekend nel borgo di Gualtieri tra arte e ottimo vino
tavola tipica emiliana
Leggete anche: a Parma, capitale della cultura 2020, per scoprire il genio “pazzo” di Ligabue Diritti immagini: rivista di viaggi suntime

 




Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie

Con l’arrivo a pochi giorni della zona gialla, cominciano ad affiorare le prime iniziative culturali museali: prima fra tutte “sul filo di Raffaello” aperta dal 21 Maggio al 12 Settembre 2021. La Galleria Nazionale delle Marche, in collaborazione con i Musei Vaticani e con il Mobilier National di Parigi, organizza, a Palazzo Ducale di Urbino, una mostra dedicata a Raffaello e al mondo degli arazzi. Essa così indaga sia l’apporto che il pittore fornì in questo specifico settore per il quale sperimentò invenzioni e realizzò cartoni e tessuti, sia la fortuna che le opere di Raffaello conobbero nel corso dei secoli nella produzione di arazzi.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Attila scacciato da Roma, arazzo, 1732-1736, cm 485 x 850, Mobilier National, Parigi
 

SUL FILO DI RAFFAELLO: LA MOSTRA

Con dodici grandiose pezze tessute nelle migliori arazzerie europee, raffiguranti principalmente le pitture delle Stanze Vaticane, Urbino potrà esibire tutta la monumentale opera pittorica del suo cittadino più illustre. Esse rappresentano la potenza e l’equilibrio classico che Raffaello raggiunse a Roma, circa 25 anni dopo aver lasciato la sua città natale. Gli spazi dove Raffaello aveva camminato da bambino accompagnato dal padre Giovanni Santi accoglieranno – all’indomani del cinquecentenario della morte del pittore – la sua opera più grandiosa, realizzata a Roma per i papi, apprezzata da artisti, critici, conoscitori e dai turisti di tutte le epoche.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins, atelier Lefebvre (da Raffaello), Giudizio di Paride, arazzo, 1691-1703, cm 455 x 640, Mobilier National, Parigi
Spettacolare la visione che avrà lo spettatore entrando nel salone del Trono del palazzo di Federico di Montefeltro: vi troverà squadernati i celebri affreschi che Raffaello ha realizzato a Roma, qui proposti nei colori e negli intrecci delle tessiture. Undici degli arazzi esposti provengono dal Mobilier National di Parigi e testimoniano come la Francia, più di ogni altro paese, abbia nutrito una vera e propria venerazione nei confronti di Raffaello. Una venerazione che ha permesso la realizzazione della mostra Sul filo di Raffaello.
Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), L’incendio di Borgo, arazzo, 1690 c., cm 487 x 800, Mobilier National, Parigi
 

PERCHÉ PROPRIO GLI ARAZZI?

Il successo ottenuto dalle immagini tessute, riproposte in tempi e manifatture differenti, entra a pieno titolo nel tema della fortuna che l’artista urbinate conobbe nel corso dei secoli. Modelli inesauribili di forme e d’invenzioni, le opere di Raffaello raggiunsero i contesti più disparati, grazie all’opera di tanti incisori che con i loro intagli ne consentirono una rapida diffusione. Raffaello aveva offerto il suo fondamentale contributo alla diffusione delle pratiche incisorie con le quali si era garantito una notevole pubblicità. L’incisione lo avrebbe ripagato nel corso dei secoli rendendolo l’autore più tradotto di tutti i tempi. Con gli arazzi si verificò di fatto la stessa cosa: i suoi cartoni nobilitarono questo genere artistico che, più tardi, avrebbe contribuito al consolidamento e all’arricchimento della sua fortuna.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Manifattura Gobelins (da Raffaello), Cacciata di Eliodoro dal tempio, arazzo, XVIII sec., cm 500 x 895, Mobilier National, Parigi
 

URBINO DA SCOPRIRE…

Oltre alla mostra Sul filo di Raffaello, la città di Urbino offre molti altri luoghi interessanti da visitare. In pieno centro storico, per esempio, è situato l’Oratorio di San Giovanni, visitabile con un biglietto di 2,50€, che possiede un meraviglioso ciclo di affreschi dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino (1400 circa), tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A due chilometri da centro, in piena campagna, sorge la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro. Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura.

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
Panoramica ciclo di affreschi Oratorio di San Giovanni, Urbino
 

…E DA GUSTARE

Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo. Per quanto riguarda la carne ottima è la marchigiana, razza locale che fornisce straordinarie bistecche

Sul filo di Raffaello: un weekend ad Urbino per delizie artistiche e culinarie
crescia: piadina con il Salame di Montefeltro, Prosciutto di Carpegna, pecorino di fossa e Casciotta

COME ARRIVARE

In auto: da Nord autostrada Bologna-Taranto, uscita Pesaro Urbino. Imboccare poi la SS423. Da Ancona, prendere l’A14 Taranto-Bologna con uscita Fano e procedere lungo la SS3 Flaminia verso Roma. Da Sud-Est prendere la SS3 Flaminia per Fano. Da Ovest prendere la E45, uscire a S. Giustino e prendere la SS73 bis in direzione di Urbino e Urbania.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Antica Osteria Da La Stella, via Santa Margherita 1, tel. 0722 320228, www.anticaosteriadalastella.com, in pieno centro storico offre piatti marchigiani creativi in un elegante locale dalle travi a vista, con arredi e pavimento di legno scuro.*Osteria km 0, via Puccinotti 21, tel. 0722 320369, www.osteriakmzero.it, situata nella piazza principale di Urbino accoglie i clienti con un’atmosfera tipica di un’osteria casereccia, che tra i piatti tipici locali offre la crescia.

DOVE DORMIRE

*Residenza storica Volta della Mortevia Volta della Morte 6, tel 329/3556050,. https://residenza-storica-volta-della-morte.business.site/, per chi vuole godersi un pernottamento in pieno centro all’interno di una residenza storica. È un’ottima scelta che arricchisce la vostra visita e vi permette di inglobare la vostra notte in un’atmosfera antica.*Country House Ca’ Brunello, in Ca’ BRunello, www.a-hotel.com/it/italia/ , meravigliosa struttura per gli amanti della campagna e della tranquillità, a pochi chilometri dal centro (con colazione inclusa). Offre anche il servizio di noleggio auto.I nostri consigli sono validi in linea con le norme in vigore causa Covid-19. 




La primavera d’arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte

Finalmente dopo mesi oggi, speranzosi, torniamo a parlare di weekend d’arte. Le proposte nel mondo artistico per la primavera sembrano essere a dir poco rigogliose. Infatti musei, fondazioni e sedi espositive programmano l’apertura di nuove mostre per tutta la prossima stagione. Dopo una lunga pausa, le vostre future mete per i weekend torneranno ad essere città d’arte e musei ricchi di cultura. Quindi non ci resta che dare il via alle danze. Ecco le principali mete d’arte italiane che aspettano solo voi!

 

PARMA

Ad aprire la fitta serie di aperture di mostre da troppo tempo rinviate e di altre di nuova programmazione, è la Nuova Pilotta di Parma. Qui il direttore Simone Verde ha scelto di aprire la pubblico il prossimo 26 febbraio. Intorno ai quattro capolavori del Correggio La Madonna con la scodella e la Madonna di San Girolamo più le due tele provenienti dalla Cappella del Bono (con il Secondo Trattato di Parigi nel 1815 restituiti a Parma dal Louvre). La mostra presenta anche il meglio della produzione ottocentesca del Ducato, nell’epoca in cui Correggio diventa l’eroe della pittura nazionale parmigiana negli antichi saloni dell’Accademia. Qui una generazione di artisti si confronta con Correggio, traendone suggestioni che traguardano nelle loro originali opere, per la prima volta svelate al grande pubblico.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
A sinistra: Correggio, Madonna di San Girolamo o Il Giorno, pittura a olio su tavola, 1528
A destra: Correggio, La Madonna della Scodella, olio su tavola, 1528-1530 circa

Dallo stesso 27 marzo ma sino al 4 luglio, la Fondazione Magnani-Rocca a Mamiano di Traversetolo mette in scena Modigliani. Opere dal Musée de Grenoble. L’esposizione, grazie alla collaborazione col Musée de Grenoble, di sei opere: tutti ritratti di Modigliani. Fra pittura e disegno, consente di analizzare il rapporto fra grafica e pittura e di cogliere i principali riferimenti culturali nel suo lavoro di ritrattista. Vengono esposti il dipinto Femme au col blanc raffigurante Lunia Czechowska, moglie dell’amico Léopold Zborowski, mercante d’arte e mecenate di Modigliani. Ma anche cinque ritratti a matita di personaggi della capitale francese degli anni Dieci, al tempo all’avanguardia internazionale.

La primavera d'arte è pronta ad esplodere: tornano i weekend in arte
A sinistra: Modigliani, Femme ou col blanc, 1917, olio su tela
A destra: Modigliani, portrait d’homme, 1915, matita su carta

VERONA 

La serie delle grandi mostre per il Settimo Centenario Dantesco è aperta dai Musei Civici di Verona, che dal 6 marzo al 3 ottobre, nella sede di Castelvecchio propongono Michael Mazur. L’Inferno. Mazur, incisore statunitense tra i maggiori del Novecento, illustra il viaggio di Dante con sconvolgente forza. La sua è un’interpretazione agghiacciante ed indelebile, decisamente originale. Ad emergere da questa esperienza è un audace confronto tra il grande interprete contemporaneo e l’immaginario medievale.

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A sinistra: Michael Mazur
A destra: Michael Mazur, Canto III – Caronte, acquaforte e acquatinta, 1996
 

TORINO

A Torino, Camera  Centro Italiano per la Fotografia risponde con una doppietta: Camera doppia. Horst P. Horst e Lisette Model e, in parallelo, a Camera project room, Roberto Gabetti fotografo. Horst P. Horst e Lisette Model: genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei. Entrambi punti di riferimento nello sviluppo del proprio specifico genere fotografico ed ispiratori di intere generazioni. Il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti è totalmente opposto. Se per l’autore tedesco le proprie modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria. I soggetti ritratti dall’austriaca diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente.

E, appunto, in parallelo alla mostra su Horst e Lisette Model, CAMERA ospita nella project room dal 24 marzo al 4 luglio, un centinaio di fotografie scattate dal celebre architetto Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000). La mostra, curata da Sisto Giriodi, ripercorre momenti della vita privata e professionale di Roberto Gabetti (a venti anni dalla sua scomparsa). Viaggi in Italia e all’estero sulle orme dei maestri dell’architettura, scatti di progetti che esprimono un gusto unico nel suo genere. 

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Boris Mikhailov: Senza titolo, dalla serie Superimpositions, 1968–75. © Boris Mikhailov Courtesy Camera – Centro Italiano per la Fotografia
 

NUORO 

Dal 29 marzo al 20 giugno, il Museo Nivola ad Orani (Nuoro) propone Peter Halley, figura chiave del Neo Concettualismo americano affermatosi negli anni Ottanta. Realizza al Nivola un progetto site-specific diretto a trasformare lo spazio espositivo del museo, un antico lavatoio pubblico dalle forme e proporzioni simili ad una chiesa. Halley riveste interamente l’ambiente con le sue composizioni digitali, creando un’esplosione di colore fluo che investe il visitatore, producendo un forte contrasto con il candore abbagliante del cortile e degli edifici del museo. Un’ottima meta per il vostro weekend d’arte!

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Valeria Cherchi, Anatomia del silenzio, 2020, Museo Nivola, Orani, foto di Valentino Congia

TREVISO

Evento doppio, anzi triplo, a Treviso per un weekend d’arte speciale. Dove dal 28 marzo apre al pubblico l’attesa nuova sede del Museo Nazionale della Collezione Salce, apre la grandiosa mostra omaggio a Roberto Casaro, l’ultimo dei cartellonisti del cinema internazionale. Da Sergio Leone ad Amadeus, all’Ultimo Imperatore, Casaro ha firmato i manifesti per molti dei capolavori del cinema, da Cinecittà a Hollywood, riuscendo a trasporre l’anima di un film in un manifesto. Non utilizzando l’immagine fotografica di un personaggio o di una scena ma disegnandola. Una selezione di sue 300 opere è esposta, appunto. al nuovo Museo Salce a Santa Margherita, alla sezione del San Gaetano e ai Musei Civici di Santa Caterina. L’occasione per questa grande mostra è, come si diceva, offerta dall’apertura da parte del Mibact del nuovo Museo Nazionale Collezione Salce nell’ex Chiesa di Santa Margherita. Dopo due secoli di totale abbandono, si ha nel 2021 la rinascita come uno dei più interessanti nuovi musei italiani. Al suo interno, sono conservati i quasi 50 mila manifesti della Collezione Salce, una delle più importati al mondo. Tutto intorno uno spazio immersivo che, grazie alle nuove tecnologie, consente di rivivere l’edificio come quando vi si ammiravano gli affreschi di Tommasi da Modena. Tutto questo intorno ad un ampio spazio espositivo.

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Museo Nazionale Collezione Salce

ROVIGO

Completamente diverso il racconto di Quando Gigli, Pavarotti e la Callas..I Teatri Storici del Polesine, mostra proposta da Fondazione Cariparo dal 13 marzo al 27 giugno in Palazzo Roncale, a Rovigo. Il Polesine fu terra di teatri. Tra Otto e Novecento, ne erano attivi almeno una cinquantina, tutti o quasi dedicati alla musica e al bel canto. Numero stupefacente se si tiene conto di com’erano questi territori al tempo. Nelle stagioni del passato, i pochi denari e la molta competenza hanno spinto i gestori a puntare su cantanti giovani ma di cui intuivano le potenzialità: qui debuttò Beniamino Gigli, qui cantò, appena trentenne, Luciano Pavarotti. E poi Antonio Cotogni, Maria Callas, Renata Tebaldi, Giulietta Simionato. Senza dimenticare Katia Ricciarelli, figlia di queste terre.

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Rovigo. Teatro Sociale, foto Giovanni Hänninen

Chiude il mese di marzo e apre quello di aprile (il 31 marzo è in programma la vernice per la stampa, mentre il primo aprile apre al pubblico) Vedere la Musica. L’arte dal Simbolismo alle avanguardie, che si potrà ammirare al Roverella, a Rovigo sino al 4 luglio. È il racconto di relazioni, intrecci e corrispondenze tra l’elemento musicale e le arti visive. A partire dall’affermazione, alla fine del XIX secolo, in tutta Europa, di un filone pittorico ispirato alle opere di Richard Wagner. Passando per il Cubismo, il Futurismo, il Neoplasticismo, fino al Dada e al Surrealismo, la musica si conferma un riferimento assoluto, divenendo centrale in Kandinskij e Klee, non meno che per altri protagonisti delle avanguardie europee. Esempi emblematici di questa fusione delle arti creano una mostra-spettacolo di assoluto fascino.

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Paul Ranson, L’Iniziazione alla musica, 1889, collezione privata.

Aprile e maggio si presentano ancora più ricchi di proposte, non meno originali e stimolanti. I weekend d’arte in primavera aspettano solo voi!

Per coloro che desiderano programmare un weekend d’arte nel capoluogo lombardo, avete ancora poco tempo per andare a visitare il Cenacolo. Proprio oggi, 21 febbraio, è l’ultima vostra occasione! Ecco i dettagli.