Matteo Lazzaro e Antonio Santaniello: alla scoperta dei menu da ‘hostaria’

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA  –
Anno 1200, nei capitolari della magistratura dei Signori della Notte, che vegliava sulla tranquillità notturna di Venezia appare un nuovo termine: “Hostarìa” Da allora l’‘hostaria’ ha rallegrato i palati dei veneziani fino a oggi, rimanendo rustica o diventando più sofisticata, ma sempre rispettando la storia e la tradizione della cucina lagunare.

Oggi scoprirete due ‘hostarie’ davvero speciali, menu e chef compresi!

A Venezia, in zona Castello, ci aspetta l’Hostaria da Franz

E’ un ritrovo storico che prende il nome dal suo fondatore, il soldato austroungarico Franz Habeler e che da allora è diventato sinonimo di ospitalità, gusto e tradizione. Maurizio Gasparini, lo ha ereditato dal padre, ottimo cuoco, grande viaggiatore, appassionato di cucina e promotore di nuovi piatti, come il suo celebre risotto alle fragole, forse il primo ad apparire nella Laguna. Oggi, al timone, troviamo Matteo Lazzaro.


Matteo, dove ti piace passare un weekend libero?

Amo la montagna: le Dolomiti, il Trentino e, se ho qualche giorno in più, Santorini e Formentera, dove ho lavorato e che conosco bene. Per un viaggio più lungo vorrei scoprire l’India, le sue spezie, i suoi sapori e magari attingere a nuovi gusti e tecniche da portare nella nostra cucina, sempre con grande rispetto verso la tradizione veneta.


Il tuoi primi ricordi in cucina?

Tanti: mia mamma Rossella che faceva il vitello tonnato, un piatto di cui ero inamorato. Mi piaceva grigliare, ma forse la scintilla è scoccata proprio quando non sapevo cosa fare nella mia vita e qualcuno mi disse “perché non vai a fare il cuoco? ti vedo bene in cucina“
Avevo 19 anni sono partito così, come lavapiatti, senza scuola alberghiera senza nessun tipo di istruzione, puro autodidatta.
La filosofia ‘no waste’, ‘no sprechi’, il tuo apporto?
Cerco di utilizzare qualsiasi parte degli ingredienti, specialmente frutta e verdure dalle cui scorze posso fare delle chips.


Nel tuo menu…

Tanto pesce del giorno, indicato come primo, secondo e terzo. E’ quello che ci viene offerto giornalmente dal mercato: branzini, orate, ricciole, baccalà e naturalmente le sarde in saor, immancabili in un menu della tradizione e poi le seppie sia rosse che nere, popolari e gustosissime ‘ principesse’ della Laguna. Proprio loro sono le protagoniste della mia ricetta caserecci alle seppie rosse e nere e crema di piselli.
Qualche rivisitazione?
Certo, ad esempio il nostro polpo della zona di Caorle, cotto sottovuoto a bassa temperature, caramellato e servito su gaspacho.

CASERECCI ALLE SEPPIE ROSSE E NERE E CREMA DI PISELLI


Pronti per salpare?

Il vaporetto ci sta aspettando: destinazione l’incantevole Burano, l’isola del merletto, dove ci aspetta il risotto più veneziano di tutta Venezia!
Curiosi e ghiottoni, è in arrivo un piatto delizioso…

Benvenutii a Burano. Pizzi e delizie…infatti, proprio di fianco al Museo del Merletto, troviamo

L’ Osteria al Museo

Molto tempo fa era una bottega di merletti e da un paio d’anni è diventata un punto di rinnovo della tradizione e del gusto della cucina veneziana. Sorseggiando uno spettacolare ‘Bellini alla Pesca Bianca’, incontro Antonio Santaniello.

Antonio, la domanda di rito: dove passi un weekend libero?

Sono molto legato all’Italia, ma non conosco bene il Sud, la Puglia e le isole. Saranno le mie prossime mete.
Una destinazione che ti ha particolarmente colpito?
Zanzibar, un paese meraviglioso anche se pieno di contrasti, dalle delizie gourmet di certe strutture alberghiere alla fantastica cucina povera nei villaggi. E poi frutta spettacolare come mango, ananas e frutto della passione di cui sono ghottissimo.


Un viaggio che vorresti fare?

In Giappone, sono attratto dalla sua sua cultura millenaria e apprezzo l’ autenticità, sono certo che un semplice ramen locale sia il migliore di quelli che posso trovare da queste parti.
Dove trovi l’ispirazione per I tuoi piatti?
Nel mio giardino, nei fiori, nel mio orto e quando vado a pescare, sempre con tanta curiosità e passione
Una passione ereditata?
Direi prorio di si: nonni e mamma lavoravano in un ristorante, dove passavo ore ie ore in cucina, aiutandoli a fare la pasta all’uovo e gli gnocchi, ero bravissimo…
Un piatto che ricordi?
La pasta e patate di nonna Carolina, imbattibile!

Cosa trionfa nel tuo menu?

Il pesce della Laguna, rigorosamente fresco e fornito, quotidianamente, dal nostro pescivendolo di fiducia sull’isola di Burano e da alcuni banchi del prestigioso Mercato di Rialto.

Il pescato è vario e davvero squisito: seppioline e melanzane su polenta, il corallo delle capesante, la ricciola dei nostri mari, piuttosto vicino alla ventresca, a cui togliamo la parte grassa la mettiamo a cuocere in padella senza olio, in modo che alla fine della cottura sia scottata e ben croccante, servita con zucchini, menta e del pane al nero di seppia, altro pesce tipico della zona di Burano.


Un ristorante del territorio che ti piace?

Il San Martino di Raffele Ros, a Scorzè, poco distante da Venezia. E’ lì che ho volute festeggaire un anniversaio con la mia ragazza. Ho grande stima di Ros con cui ho avuto il piacere di preparare una cena a 4 mani al Centurion di Venezia.
Uno Chef che ammiri?
Terry Giacomello
, un genio.

La tua ricetta?

Il “risotto di go”, un omaggio all’isola di Burano e al pesce ghiozzo, che qui chiamano go.
E’ un pesce povero, dal basso valore commerciale. Un piatto coerente alla politica ‘no waste’ dove non viene sprecato nulla, dallo sfilettare quelle parti che vengono solitamente buttate e farne un brodetto, a utilizzare la sua pelle che ho cotto a bassa temperatura con olio di semi di arachidi in modo che risulti croccante oppre ho essicato per ottenere delle chips. Mi piace aggiungere dell’aneto fresco per pulire il palato e ho parzialmente affidato la sapidità a una polverina verde di salicornia, un’erba autoctona che cresce nelle barene della Laguna.

RISOTTO DI GHIOZZO

Dosi per 2 persone
Ingredienti:
160 g di ottimo riso Carnaroli, 1 cipolla, 1 costa di sedano .1 mazzetto di prezzemolo, 200 g. di ghiozzi freschi, 60 g. Olio extravergine di oliva ,2 spicchi d’aglio ,100 g salicornia ,Sale q.b. Pepe q.b.
Procedimento:
Iniziamo facendo bollire la salicornia. Frulliamola fino ad ottenere una purea e stendiamola tra due fogli di carta da forno per metterla ad essiccare per qualche ora. Una volta completamente disidratata mettiamola in un frullatore e facciamola diventare una polvere verde ed impalpabile.
Laviamo per bene le verdure, mondiamo la cipolla e tagliamole tutte quante alla julienne. Schiacciamo l’aglio in camicia e facciamo dorare a fiamma vivace in una casseruola.
Consiglio di usare un coperchio e di sfumare le verdure con il vapore che ci si attaccherà.
Mentre le verdure cuociono, sfilettiamo i go (armatevi di pazienza) ed arrostiamo in forno a 180 gradi le lische private delle interiora  finche non saranno ben tostate.
Mettiamole assieme alle verdure già ben rosolate e facciamo insaporire.
Copriamo completamente di ghiaccio ed abbassiamo la fiamma. Una volta arrivato a bollore si formerà una schiuma grigiolina che andrà tolta. Facciamo bollire a fuoco basso per un’ora circa e poi passiamo tutto al passaverdure facendo attenzione ad estrarre tutti i succhi, sia dai ghiozzi che dalle verdure. Una volta fatto ció filtriamo nuovamente con un panno pulito ed otterremo il nostro brodo.


Mettete il riso in una casseruola e fatelo tostare a fuoco basso; quando sarà ben caldo, sfumate con il brodo, mettete un pizzico di sale e aggiungendo poco liquido per volta portatelo a fine cottura. Mentre il vostro riso starà cuocendo, condite i filetti di go con sale, pepe ed olio extravergine, metteteli su carta da forno e teneteli da parte. Quando mancheranno un paio di minuti al vostro riso, toglietelo dal fuoco, aggiungete olio extravergine, sale e pepe e metteteci un coperchio. Così facendo gli amidi del riso si distribuiranno omogeneamente, creareando una buona mantecatura. Ora prendete i filetti di ghiozzo e tenendoli separati appoggiateli su una placca che avrete già posizionato in forno a 180 gradi. Attenzione che ci vorrà poco più di un minuto perché cuociano.
Togliete il coperchio dalla pentola e mescolate energicamente fino ad arrivare alla densità e gusto giusto. Aggiustate la cremosità a vostro piacere con il brodo caldo.
Prendete un piatto, adagiatevi il risotto sopra e battete con una mano sotto al piatto per farlo aderire bene alla superficie; mettete la polvere di salicornia su tutta la superficie del risotto e, aiutandovi con una spatolina, i filetti di pesce cotti.
Una grattugiata di pepe e buon appetito.

INFO

HOSTARIA DA FRANZ
https://www.hostariadafranz.com/
Salizada San Antonin 3499, Venezia
Riapre il 25 Novembre con i nuovi piatti del menu invernale.

OSTERIA AL MUSEO
https://www.osteriaalmuseo.com/
Piazza Galuppi 113-115, Burano

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto nel suo blog, in stile ‘Turista non Turista’




WORLD PASTA DAY 2020. Il mondo festeggia un weekend a tavola… con la ‘Signora’. Le ricette di 5 top chef.

Il 25 Ottobre si celebra in tutto il mondo il World Pasta Day nato nel 1998 e festeggiato  attraverso iniziative in contemporanea, eventi gastronomici e naturalmente una ricca pasta a tavola!. Con noi, per festeggiare il suo 22esimo compleanno, mi sono trovato a tu per tu con cinque fantastici Chef che si sono raccontati e ci hanno regalato una loro ricetta in onore della pasta.
Buona festa ‘Signora Pasta’ e… Buon Appetito!

Il 25 Ottobre la tua tavola potrà rendere omaggio a uno dei piatti più apprezzati, amati, deliziosi e sempre sorprendenti. Chef, ristoranti e ‘pasta lovers’  sono invitati a creare un piatto che esprima titta la loro la passione per la pasta, una portata nata semplice e con ingredienti base, ma  che può essere trasformato in mille versioni. tradizionali o innovative, veraci o stellate diventando una vera delizia gourmet.

Regina della tavola e primadonna del selfie!

Pare che la pasta, oltre a essere uno dei piatti più popolari al mondo, sia anche uno dei più fotografati. Chi non resiste a immortalare un seducente piatto di pasta o scattarsi un selfie che faccia venire l’acquolina in bocca a tutti i nostri amici?

La Cucina dei Frigoriferi Milanesi

A Milano incontro Marco Tronconi Chef della Cucina dei Frigoriferi prestigiosamente inclusa nella lista Bib Gourmand e luogo dove, nei lontani anni ’20, veniva prodotto il ghiaccio ad uso industriale e privato per diventare nei mesi estivi, il dposito di fiducia delle pellicce delle signore  milanesi.


Cosa guidi?
Una Crossover Qashqai e, quando posso, la mia Honda VTR 1000
Dove ti piace passare un weekend libero?
Nelle capitali europee, ne ho visitate molte ma mi manca Parigi. Sarà la prossima meta.
Le destinazioni che hai più amato?
Stati Uniti, le Bermuda,Thailandia, Malesia.
La tua cucina è…
La definirei una cucina italiana, magari con una punta di Lombardia, specialmente nei mesi più freddi. Una cucina  semplice, che amo firmare ma non stravolgere e, seguendo il grande Marchesi, fatta non con troppi ingredienti. Amo piatti gustosi ma  semplici, Le mie presentazioni sono certamente attente all’aspetto e all’estetica, ma preferisco concentrarmi di più su abbinamenti e soluzioni semplici e gradevoli al gusto. Di confusione gastronomica ce n’è già abbastanza troppa in giro…


Primo ricordo in cucina?
Nonna Carolina che mi faceva giocare tra i fornelli nella casa nativa di Ponte Lambro.
Era una grande cuoca, non rieso a dmenticare i suoi fantastici  mondegili di pane raffermo, mortadella, avanzi di arrosti e una scorzette limone…
Una nonna ispiratrice?
Certamente, ho in mente per questo inverno un piatto che chiameremo ‘pan cotto maritato’ con cialada croccante di bacon e uova.


Cucini a casa?
Quasi mai, peò se ho del tempo mi pice fare un buon brodo di carne o verdure e conservarlo in cubetti surgelati. Mia figlia Rebecca va matta per i tortellini, freschi, fatti in casa o anche confezionati .. basta che siamo immersi in un buon brodo, ed ecco che quei cubetti diventano amici preziosi…
Dove ci porta il tuo piatto per il Pasta Day?
Verso un’ atmosfera autunnale con le protagonste di questa stagione: le castagne.

TAGLIOLINI ALLE CASTAGNE CON FUNGHI E SALSA ALLE ERBE


1 kg di farina
100 di castagne
3 uova
300ml di vino bianco .
Per la salsa
10g un mazzo di prezzemolo, timo e maggiorana
1 quarto di spicchio d’aglio
Preparazione
Sbollentare il prezzemolo raffreddarlo, frullare con erbe, olio e sale qb.
400g di funghi misti lavarli tagliarli e farli saltare in padella con burro alloro da togliere alla fine Cuocere la pasta, farla saltare coi funghi , mettere la salsa sul fondo del piatto e sopra i tagliolini.

Bistro By Do Leoni

Eccoci a Venezia, davanti all’incantevole vista sul Bacino di San Marco, in Riva degli Schiavoni, a due passi da Piazza San Marco ci aspetta il rinomato Hotel Londra Palace e il suo Bistro Do Leoni, guidato da Loris Indri che, sotto l’ala di Slow Food International, con l’associazione Relais & Châteaux, sostiene l’annuale “Food for Change” iniziativa che vuole combattere il cambiamento climatico e proteggere la biodiversità e per cui Indri ha creato un menu basato su pesce meno conosciuto e derivato da pesca sostenibile.


Chef, mi racconta la sua cucina?
Il mio obiettivo è sempre stato quello di coniugare semplicità e qualità a modernità, cercando di valorizzare il territori, piccoli agricoltori e produttori locali, minimizzando gli sprechi e sostenendo la biodiversità agroalimentare.


Un menu speciale?
Assolutamente: dall’ insalatina di radicchio di campo a ciuffi con intingolo tiepido di lardo alle erbe croccante, al risotto coi “rovinassi” al fegato alla veneziana. L’ho voluto intitolare “La rivalsa del quinto quarto – Le frattaglie nella tradizione veneta” 
Quindi abbraccia la filosofia “no waste”?
Certo, L’obbiettivo di riscattare i cosiddetti “scarti” della cucina, valorizzandone le proprietà, come il ricco contenuto di ferro e potassio, e recuperare antiche ricette venete.


E salvare le api, vero?
Certamente. Il miele non è solo un valido sostituto dello zucchero, ma è ingrediente ricco di valori antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali e antimetastatici. Nel menu Slow Food, ho valorizzato il miele di barena, un’eccellenze italiana, prodotto nei terreni argillosi delle barene nella Laguna veneziana. Nel nostro piccolo, ognuno può fare qualcosa per aiutare e proteggere la terra!


La ricetta di Loris Indri
RAVIOLI DELLA LAGUNA VENETA

Ingredienti
Per la pasta:
150 gr farina 00, 140 gr semola di grano duro, 50 gr di lattuga di mare, 2 uova, 3 gr di sale
Per il ripieno:
60 gr di polpa di cefalo, 30 gr di ricotta fresca, sale e pepe QB
Per la finitura:
30 gr di canestrelli sgusciati, 70 gr di cozze, 70 gr di vongole, 2 seppioline da fritto, 2 pomodori ramati, 10 gr di zenzero fresco. olio Evo qb, erba cipollina, scalogno tritato, timo fresco, maizena
Procedimento
Per la pasta, sbollentare e frullare le alghe “lattuga di mare”, successivamente impastare tutti gli ingredienti assieme. Una volta ottenuto un impasto omogeneo, mettere a riposare in frigo coperto con pellicola.
Intanto prepariamo la farcia dei ravioli: prendiamo la polpa di cefalo e scottiamola con un po’ di olio ed aglio, saliamo pepiamo e lasciamo successivamente raffreddare. Ora incorporiamo la ricotta fresca e un po’ d’erba cipollina.
Mentre aspettiamo che la pasta si riposi, mettiamo a cuocere i pomodori ramati tagliati, con dello scalogno tritato soffritto, il timo e lo zenzero. Quando il pomodoro avrà iniziato a bollire, aspettiamo cinque minuti e poi filtriamo a colino e pressiamo con un mestolo per cercare di ottenere un parte di polpa. Prendere ora il composto filtrato, regolare di sale e pepe e addensare leggermente con un pizzico di maizena.
Formare ora i ravioli circa del peso di 20 gr l’uno, scottare con olio ed aglio i bocconcini di pesce precedentemente puliti, quali canestrelli, seppioline, cozze e vongole e salare leggermente.
Cucinare i ravioli in acqua bollente e glassare con una crema di burro formata da acqua di cottura e burro. Infine impiattare, partendo con l’acqua di pomodoro, adagiare sopra i ravioli e i bocconcini di pesce scottati.

La ‘Signora della pasta’

In un momento di tragica pandemia mondiale, la 22 edizione del World Pasta Day, vuole dare speranza e rallegrare gli spiriti.

Così si è espressa Stefania Peduzzi, la ‘Signora della pasta’, produttrice di Rustichella d’Abruzzo : “In questo momento di difficoltà che tutto il mondo sta vivendo, abbiamo rinnovato, tramite il progetto di filiera corta Primograno, l’accordo con i produttori locali per una pasta dal grano 100%, procurando lavoro e consolidando le tipiche eccellenze della regione abruzzese”

Puntiamo verso Nord!

Il bellissimo Friuli ci dà appuntmento a Tricesimo, appena fuori Udine, dove Juri Riccato della Antica Trattoria Miculan, prepara un omaggio alla pasta (rigorosamente fatta in casa) e ai tradizionali ‘casunzei’ ampezzani, portandoci in vetta alle Dolomiti… a modo suo.


Dove ti piace passare un weekend libero?
In montagna: qui vicino abbiamo zone bellissime come il Tarvisano e il Moggio udinese. Lì mi rilasso e curioso nelle piccole trattorie locali legati alla tradizione.
Che auto guidi?
Una Subaru, è ideale per la montagna e si arrampica bene.


Da quanto tempo esisite Miculan?
Dalla fine del 1800. Si chiamava La Collina, poi divenne Miculan. Mia moglie Michela, sommelier, e io abbiamo deciso di conservare questo nome, optando per un menu friulano con qualche divagazione attento alla stagionalità e al territorio, “svirgolando” qua e là verso altre direzioni. Punto a una cucina semplice e discreta, non invadente e dagli ingredienti ben definiti
Quindi non ti piace la cosiddetta confusione?
Mi piace una confusione ben definita.


Il tuo primo ricordo in cucina?
Le lasagne e le polpette mamma Paola : la cucina era un punto di incontro e di divertimento.
Cosa ti diverte cucinare?
La pasta ripiena, dagli agnolotti, ai ravioli, agli gnocchi carnici, tutti piatti che ho amato da sempre, fino da quando ero un allievo della scuola culinaria a Falcade.


La tua ricetta?

Una citazione dei tradizionali ‘casunzei’ ampezzani con barbabietola rossa e semi di papavero e rivisti a modo mio, a cominciare dalla forma stellata.

AGNOLOTTI “ALL’AMPEZZANA” RIVISITATI


Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta
– 180 gr di farina 00
– 100 gr di uova
– Sale q.b.
Per il ripieno
– 2 barbabietole di media misura
– 100 gr di ricotta vaccina fresca (leggermente asciutta)
– Sale q. b
– Per il condimento
– 100 gr di burro chiarificato
– 100 gr di formaggio stagionato
– Semi di papavero
Procedimento
Impastare insieme la farina, le uova e il sale fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea, coprirla con la pellicola e lasciarla riposarla per almeno un paio di ore in frigorifero.
Nel frattempo far bollire l’acqua salata e, appena raggiunta l’ebollizione, mettere a cucinare le barbabietole. Una volta cotte vanno raffreddate, pelate e strizzate leggermente. Aggiungere ora la ricotta e frullare il tutto fino a renderlo omogeneo e non troppo liquido.
Prendere la pasta e stenderla sottile con la sfogliatrice; con un coppa pasta rotondo tagliare la pasta in dischi e disporla sul tavolo, spennellare con un pennello e acqua, prendere la barbabietola con la ricotta e posizionare il composto al centro del disco aiutandosi con una saccapoche. Chiudere la pasta formando un agnolotto a 4 punte. Una volta formati, tutti gli agnolotti andranno cotti in acqua bollente mentre si scalda il burro chiarificato. Scolare gli agnolotti, mettere il formaggio stagionato sul piatto e adagiarvi sopra gli agnolotti; aggiungere altro formaggio a piacere e semi di papavero.
Cospargere il tutto con il burro chiarificato fuso e servire.

Gran finale: la pasta diventa “Sua Maestà”… indovinate dove?

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Eccoci a Bologna dove “Sua Maestà la Tagliatella”…
è veramente la regina della tavola!

Piatto storico, onorato e rispettato. Pensate che nel 1972 una Delegazione di esperti ha depositato in uno scrigno della Camera di Commercio, un campione in oro della celebre pasta, decretandone la perfetta larghezza. La misura ‘aurea’ decretata è di 6.5/7 mm da cruda e di 8mm da cotta (cioè 6.5/7 mm da cruda)

Ma perchè questa misura?  E’ un omaggio alla Torre degli Asinelli, infatti corrisponde alla dodicimiladuecentosettantesima parte dell’altezza della Torre. Per celebrare il Pasta Day, ecco la ‘insolita’ tagliatella al pesce di Forchetta e Cuciglio.
Insolita, ma rigorosamene ‘Made in Bologna’…

Forchetta e Cuciglio

A Bologna può succedere di tutto anche che Alice Ferrari, chef emiliana, incontri Fe Orio, Chef filippina e che si divertano a cucinare e a farvi divertire con allegria e buon gusto.

Weekend libero. Dove vorreste andare ? Con che auto?
Alice: In Calabria, una terra che amo per i suoi profumi e il carattere della sua gente. Amo particolarmente la zona monatgnosa della Sila dove trovo ottimi salumi e formaggi. La mia auto preferita è la Panda, ne ho ereditata una da mio nonno e sono rimasta fedele.
Fe: Niente auto, guido un motorino. Per un weekend speciale, allungherei i tempi per tornare nelle Filippine, dove ho tutta la mia famiglia che vedo piuttosto raramente e mi piacerebbe fare una tappa nell’incantevole Boracay, per godermi un mare meraviglioso e gustare i piatti locali, come il branzino al cocco e zucca.


Un viaggio all’estero che vi è piaciuto o che vorreste fare?
Alice: Ho viaggiato molto fin da piccola. Ho adorato l’Egitto e ho Londra nel cuore. Mi piacerebbe tornarci presto
Fe: Vorrei scoprire la Thailandia, un paese molto vicino alla mia cultura.
Fe, cosa hai portato della cucina filippina nel vostro menu?
Fe: Peperoncino latte di cocco, salsa di soia.  Sto sperimentando piatti di pesce e funghi cucinati in foglia di banana.


C’è un piatto che mangiate solo se cucinato da un’altra persona?
Alice:( sorride) La pizza de’ Il Monello, qui a Bologna. Saporita, digeribile e poi Il pizzaiolo è il compagno….
Fe: Stessa risposta! Ne ho assaggiate tante però quella del Monello è imbattibile! Anche per il suo impegno sociale, infatti questo locale è impegnato da anni nell’inserimento lavorativo di persone con disabilità e vulnerabilità sociale.
Assolutamente da assaggiare del vostro ristorante…
Alice e Fe: I nostri piatti di pesce e le nostre ‘pucce’ fatte con pasta di pane lievitata oltre le 24 ore, 30% farina tipo”0″ e 70% multicereali e farcite con pesce, verdura, latticini e salse.


Tre parole per definire il vostro ristorante.
Alice: Freschezza, convivialità e dolcezza.
Fe: Aggiungerei gioia e allegria.

TAGLIATELLE AL RAGU’ BIANCO DI PESCE

Per 6 persone:
Per la pasta fresca:
250g farina 00, 250g farina di semola, 7 uova
Per il ragù:
300g di ritagli di pesce (nel nostro caso: calamari, gamberi, cozze, vongole. pesce spada),
1 cipollotto, 1 spicchio d aglio in camicia. 3 cucchiai di pasta d acciughe (o 4 filetti di acciughe sott’olio). N’ 10 pomodorini gialli, Basilico fresco, 1 limone( la scorza). Acqua delle cozze (precedentemente aperte), olio, sale, pepe  q.b.
Prepariamo le tagliatelle:
Unire le due farine ed aggiungere le uova. Impastare fino ad ottenere una massa abbastanza dura e compatta. Lasciar riposare in frigo per tutto il tempo di preparazione del ragù. Dopodiché tagliare la palla in 4 e stendere prima con il matterello, poi se manca le competenza di finirla a mano… munirsi di tirapasta ed arrivare ad uno spessore di 2 mm.
Prepariamo il ragù:
Mettere una padella capiente sul fuoco, due Gigi d olio. Aggiungere cipollotto tagliato fine e aglio in camicia schiacciato. Far dorare il tutto è togliere l’aglio. Aggiungere I pomodorini tagliati in 4 e poco dopo il pesce tagliato a pezzetti. Lasciar rosolare e sfumare con l’acqua delle cozze. Aggiungere basilico, scorza di limone, aggiustare di sale e pepe. E… buon appetito!

INFO
La Cucina dei Frigoriferi Milanesi
Bistro By Do Leoni
Forchetta e Cuciglio
Antica Trattoria Miculan

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’



DARIO OSSOLA: lo splendore di Venezia nel decor e nel piatto

Welcome to Arva, il prestigioso ristorante dell’ hotel Aman Venice, situato nello splendido Palazzo Papadopoli del XVI secolo, una vera oasi di serenità che incarna tutto ciò che la città ha da offrire.

 Potrete pranzare in uno dei lussuosi saloni o nel giardino privato che si affaccia sulle acque del Canal Grande.
Al timone di Arva trovo Dario Ossola per un’intervista in esclusiva.


Dove passi i weekend liberi?

Nelle montagne qui vicine, veri paradisi sciistici e ciclistici, dove posso praticare sport e scoprire il cibo locale. Amo lasciare la strada principale e avventurarmi per percorsi alternativi, non a caso uso una Jeep Wrangler fuoristrada, che mi sa portare dovunque, anche dove solitamente la gente non ci va.


Lunghi soggiorni all’estero…

Si. ho vissuto nei Caraibi e per molti anni a Londra, Uno dei viaggi più interessanti è stato in Giappone per una collaborazione con Aman Tokyo, E’ stato un incontro con una cultura impressionante e impeccabile. Ho amato la precisione e la disciplina nell’esecuzione aldilà che stiano preparando un piatto o pulendo un pavimento.


La tua cucina è …

Territoriale, partendo dalla Laguna per ‘spostarci’ di un raggio di 60, 70 km verso altre zone limitrofe e le Dolomiti, soprattutto per la scelta delle carni e poi la definirei  relativamente semplice, nel suo intento di non mettere troppi elementi in un piatto, attenta ad osservare la stagionalità e la località del prodotti.

Se ti potessi identificare in un tuo piatto, quale saresti?

Il risotto di gallinella e zucchine: un piatto che è stato il frutto di un imput da parte dei miei ragazzi proprio in una recente riunione che discuteva soluzioni step down per semplificare e aggiornare il menu ai tempi del Covid. Un piatto pulito e elegante che, insieme alle paste fresche, molto vicino ala mia personalità e alla mia cucina.

Curiosando nel tuo frigo di casa : sempre e mai…
Sempre:  zafferano e poco d’altro. Mai: fois gras e Nutella
Cucina a casa?
Direi proprio di no. Quando ho una serata libera preferisco uscire assaggiare la cucina di qualcun altro.

A proposito. c’è un piatto che mangi solo se cucinato da qualcun altro?

Non ho dubbi: le tagliatelle di mia nonna Teresa, rigorosamente fatte a mano, super semplici con pomodoro e basilico del nostro orto. Imbattibili!
E’ legato a lei il tuo primo ricordo in cucina?
Si, quando la aiutavo  a sbucciare i piselli e a pulire le taccole. Nonna Teresa era una bravissima cuoca, allora si faceva in casa proprio tutto, dal pane alla pasta, alla salsa di pomodoro.

La reazione che preferisci quando qualcuno assaggia un tuo piatto?

Quando chiude gli occhi e fa ‘mmmm…’


Volete scoprire la ricetta di Dario Ossola?

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La ricetta di Dario Ossola

Crudo di orata, bottarga e pepe rosa 

Ingredienti
0.250kg sale fino
0.250kg zucchero
2 Orate intere
1/2 Bottarga
10gr Pepe rosa
1 mazzo di finocchietto selvatico
Olio di oliva
Succo di limone
Erba cipollina
1 arancia
1 limone
Preparazione
Sfilettare l’orata e spellarla.
Abbatterla per una notte in congelatore e poi riporla in frigo.
In una bowl, mischiare sale, zucchero, zest di arancia e limone.
Coprire l’orata di sale e zucchero e lasciarla in frigo per 20 min.
Rimuovere il sale e zucchero, senza utilizzare troppa acqua, e lasciare asciugare il pesce su una teglia.
Affettare l’orata in diagonale e posizionarla sul piatto.
Condire il carpaccio di pesce con pepe rosa, un po’ di citronette, erba cipollina tritata, bottarga a fette sottili e finocchietto

INFO
Ristorante Arva
Hotel Aman Venezia
Calle Tiepolo Baiamonte 1364
Palazzo Papadopoli
30125 Sestiere San Polo, Venezia




Weekend a Venezia (come non l’avete mai vista e…. gustata)

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

“Nessun battello nessun pescatore, nessuna lanterna nella rossa Venezia…”
Così scriveva il poeta Alfred de Musset nel 1844 dipingendo una Venezia vuota e solitaria.
Sono passati molti anni e questi versi sono inaspettatamente attuali.
In tempo di Covid, Venezia, la meta turistica più popolare del mondo, ha visto annullate le  le visite dei turisti americani, cinesi, giapponesi e ampiamente dimezzate quelle di turisti da tutto il mondo.

Viaggi cancellati, prenotazioni disdette. un fatturato che va dal 50 al 90% in meno del solito. In questi giorni, passata la pur ridotta affluenza del Festival del Cinema, Venezia è tornata ad essere una città semivuota che sa regalare visioni davvero insolite mai viste e di certo ancora più incantatrici.


Quasi inesistenti le file ai vaporetti. che sebbene limitati nel numero, sono attenti al distanziamento e all’obbligatorietà della mascherina.

Qualche turista in Piazza San Marco e dintorni, ma basterà lasciare il centro per trovare calli, vicoli e sotoporteghi, completamente deserti. Visione insolitamente solitaria forse, ma che fa della città una meta perfetta per un weekend in una Venezia segreta, deserta, irreale e ancora più seducente. Poco lavoro anche per i gondolieri che hanno abbassato i prezzi: ora con 50-60 Euro potrete fare  un bel giro in gondola, turistico si , ma pur sempre un simbolo della città.


Un weekend emozionante dove potrete scoprire angoli insoliti, conoscere nuove storie, vivere momenti indimenticabili e… gustare la meravigliosa cucina della Laguna, sia in ristoranti di lusso che in semplici trattorie, ambedue indimenticabili.

Dove alloggiare:

Dimentichamo gli albergoni turistici (anche quelli mezzi vuoti) per scoprire alloggi più ‘ nicchia’.
Corte di Gabriela
Nella piccola Calle degli Avvocati vi aspetta un’ accuratissima residenza dove l’estro del proprietario /chef vi riserverà  un’accoglienza perfetta a cominciare dalla biancheria, servita in sacchi di carta  rustica, alle setose lenzuola.

Design moderno, piccola colazione rigorosamente cucinata i casa, squisita e servita in un delizioso giardino. Qua e là foto vintage con grandi star del festival passati, Paul Newman, Claudia Cardinale, Jane Fonda…

Forse è una delle migliori scelte di lusso nel quartiere. Un hotel boutique di 10 camere in uno dei quartieri più eleganti di Venezia, Corte Di Gabriela è una residenza chic che sposa lo stile contemporaneo al’incanto di tocchi storici. In pieno centro, vicino a San Marco, a pochi passi dalle principali attrazioni della città, in una via tranquilla e isolata.
questo hotel dispone di un grazioso cortile interno e di un’accogliente ( e fornita di un ricco buffet preparato in casa dal Patron Gian Luca)
Tutte le camere sono diverse e
eleganti uguali; alcune sono decorate da affreschi sul soffitto, mentre altre hanno vista sul canale. I servizi sono grandi e moderni, iPad e connessione Wi-Fi gratuita.

EGO’ 
Letteralmente di fianco al Ponte di Rialto, boutique hotel 4 stelle lusso che racconta la storia di Marco Polo e della Via della Seta. Sarà la gentilissima Ekaterina ad accogliervi e a raccontarvi come ogni camera richiami un episodio del suo viaggio, mentre qua e là spuntano accenni storici sulla vita del grande conquistatore.

Per una notte speciale, una camera soeciale, letto rotondo, jacuzzi mosaicata tra ori, luna e sole e al risveglio una ricca colazione servita in camera oppure in salottino con vista sul Canal Grande.

Dove mangiare: partiamo alla grande

Arva
Tra stucchi, dipinti e affreschi , nello splendore de trionfo settecentesco veneziano, vi aspetta l’esclusivo ristorante dell’Hotel Aman, con i suoi suntuosi saloni all’interno e il suo giardino con vista sul canale.

Chef Dario Ossola è al timone di una cucina veneziana ricercata con squisite variazioni gourmet. Location e cena da Oscar, non a caso è stata scelta da George Clooney per la sua festa di matrimonio. 

Bistro de Venise
Quintessenza dello stile, della storia e della cucina veneziana. Tre sale dedicate a leggendari personaggi veneziani: Goldoni, Casanova, Vivaldi.
Un menu classico con ricette storiche alternate a innovazioni dello chef… Tappezzeria rossa le pareti quadri ottocenteschi, musica di quartetto d’archi: insomma un elegante tuffo nel passato
Zanze XVI
Tuffiamoci nel presente e in menu ‘mappamondo’ dove la creatività di Chef Stefano incontra la classicità di certe ricette della Laguna.
Arredamento in stile moderno, direi casual chic, personale impeccabilmente affabile., eccellente selezione di vini.

Hostaria da Franz
Tradizione e qualità, insomma la classe non è acqua ( spesso ‘alta’ a Venezia)
Un locale assolutamente pilotato dall’Impeccabile Maitre Maurizio Maurizio Gasparini che, in un’ atmosfera da bistro  elegante ma disinvolto, vi consiglierà come gustare al massimo la cucina e la serata.

Ma dove vanno a cena i veri veneziani?

La risposta nella prossima pagina
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Dove vanno a cena i veri veneziani?

Ecco quattro indirizzi di strutture ‘qualità-prezzo’  (si insomma, dove non ti ‘spellano’…) principalmente frequentati dai locali.
La Trattoria Storica
Si passa da un simpatico dehors a un interno ricco di quadri d’autore, che spesso costituivano il pagamento per una buona cena. Menù veneziano al 100% a cominciare da…. ci sono andato due volte!Antico Gatoleto
Adriano e Bilal vi accoglieranno subito con un sorriso e una deliziosa focaccia alle cipolle rosse e foglie di cappero. Buttatevi sul pesce come ho fatto io: un antipasto di crudo davvero memorabile, ottimi spaghetti al nero di seppia prezzi modici.

Trattoria Alla Madonna
Un classico della ristorazione veneziana. E’ lì da 75 anni e la gestione è passata da generazione in generazione. Oggi se ne occupa Lucio Rado, ma il menù è quello di sempre. Qui non si può sbagliare: piatti abbondanti servizio accurato e soprattutto… Niente musica un tuffo nel passato con le delizie del presente optate per la tradizione: fegato alla veneta E lasciatevi consigliare per il pesce.
Osteria Oliva nera
Una vera rivelazionre: piatti da chef stellato ma, per fortuna, senza attitudine, complimenti a Stefano Novello… Già il calice di bianco servito con olive verdi e nere marinate all’arancio, uno sballo…Il tradizionale piatto ‘bigoli in salsa’ una pasta con sugo di cipolle e acciughe era semplicemente perfetta.
Per i dolci lasciatevi sedurre dalla proprietaria Isabella che, oltre che a occuparsi del ristorante, gestisce un delizioso B&B giusto dietro l’angolo. Mi ha servito un tortino di datteri con gelato al limone: una delizia.
Per finire… surprise!
Incontriamo il Prete Rosso soprannome di Vivaldi, un ristorantino con terrazza in cima alla Locanda Vivaldi, un piccolo paradiso poco conosciuto e in genere riservato a chi alloggia alla Locanda, ma prenotabile anche da clienti esterni, Chef Antonio vi delizierà con sorridenti, proprio come lui, piatti veneziani di pesce fresco. E che vista spettacolare! Godetevi una dei tramonti più belli della vostra vita…

E se volete scoprire dove i veneziani fanno il lunch di mezzogiorno, l’indirizzo  è unico: la leggendaria Rosticceria Gislon in Calle de la Bissa, 5424/ dove il lungo bancone stracolmo di delizie gastronomiche vi delizierà prima la vista e poi il palato con le più classiche specialità veneziane, dal saor al celeberrimo baccalà mantecato, a un’impareggiabile mozzarella in carrozza con le acciughe.
Parecchio affollato, un po’ di fila da fare, ma ne vale la pena.
Come vedrete, il covid non ferma i buongustai !
CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.
FOR THE ENGLISH TRANSLATION CLIC NEXT>

“No boats, no fishermen, no lanterns in red Venice …” So wrote the poet Alfred de Musset in 1844, painting an empty and lonely Venice. Many years have passed and these verses are unexpectedly current. In time of Covid, Venice, the most popular tourist destination in the world, saw the visits of American, Chinese, Japanese tourists canceled and those of tourists from all over the world halved. Trips canceled, reservations canceled. a turnover ranging from 50 to 90% less than usual. In these days, after the reduced turnout of the Film Festival, Venice has returned to being a half-empty city that knows how to offer truly unusual visions never seen before and certainly even more enchanting. The lines at the vaporetti are almost non-existent. which although limited in number, are attentive to the spacing and obligatory nature of the mask. A few tourists in Piazza San Marco and its surroundings, but it will be enough to leave the center to find calli, alleys and sotoporteghi, completely deserted. An unusually solitary vision perhaps, but which makes the city a perfect destination for a weekend in a secret, deserted, unreal and even more seductive Venice. Little work also for the gondoliers who have lowered their prices: now with 50-60 Euros you can take a nice gondola ride, tourist yes, but still a symbol of the city. An exciting weekend where you can discover unusual corners, learn new stories, experience unforgettable moments and… taste the wonderful cuisine of the Lagoon, both in luxury restaurants and in simple trattorias, both unforgettable. Where stay: We forget the tourist hotels (even the half-empty ones) to discover more ‘niche’ accommodations. Court of Gabriela In the small Calle degli Avvocati a very accurate residence awaits you where the inspiration of the owner / chef will reserve you a perfect welcome, starting with the linen, served in rustic paper bags, to the silky sheets. Modern design, small breakfast strictly home cooked, exquisite and served in a delightful garden. Here and there vintage photos with past festival stars, Paul Newman, Claudia Cardinale, Jane Fonda… Perhaps it is one of the best luxury choices in the neighborhood. A 10-room boutique hotel in one of the most elegant districts of Venice, Corte Di Gabriela is a chic residence that marries contemporary style with the charm of historic touches. In the center, near San Marco, a few steps from the main attractions of the city, in a quiet and isolated street. this hotel has a lovely internal courtyard and a cozy (and equipped with a rich buffet prepared at home by the Patron Gian Luca) All the rooms are different and elegant alike; some are decorated with frescoes on the ceiling, while others have canal views. Amenities are large and modern, iPads and free Wi-Fi. EGO’ Literally next to the Rialto Bridge, a 4-star luxury boutique hotel that tells the story of Marco Polo and the Silk Road. It will be the very kind Ekaterina to welcome you and tell you how each room recalls an episode of his journey, while here and there historical hints on the life of the great conqueror pop up. For a special night, a soecial room, a round bed, a jacuzzi with a mosaic of gold, moon and sun and when you wake up a rich breakfast served in your room or in the sitting room overlooking the Grand Canal. Where to eat: let’s get off to a great start Arva Among stuccos, paintings and frescoes, in the splendor of the eighteenth-century Venetian triumph, the exclusive restaurant of the Hotel Aman awaits you, with its sumptuous halls inside and its garden overlooking the canal. Chef Dario Ossola is at the helm of a refined Venetian cuisine with exquisite gourmet variations. Location and Oscar dinner, it is no coincidence that George Clooney chose it for his wedding party. Bistro de Venise Quintessence of Venetian style, history and cuisine. Three rooms dedicated to legendary Venetian characters: Goldoni, Casanova, Vivaldi. A classic menu with historical recipes alternating with innovations by the chef … Red upholstery on the nineteenth-century painting walls, string quartet music: in short, an elegant blast from the past Zanze XVI Let’s dive into the present and into the ‘globe’ menu where Chef Stefano’s creativity meets the classicism of certain recipes from the Lagoon. Modern decor, I would say casual chic, impeccably friendly staff, excellent wine selection. Hostaria by Franz Tradition and quality, in short, class is not water (often ‘high’ in Venice) A place absolutely driven by the impeccable Maitre Maurizio Maurizio Gasparini who, in an elegant but casual bistro atmosphere, will advise you on how to enjoy the cuisine and the evening to the fullest.
Where do real Venetians go for dinner?
Here are four addresses of ‘quality-price’ structures (yes, in short, where they don’t ‘peel’ you …) mainly frequented by locals. The Historic Trattoria It goes from a nice terrace to an interior full of paintings by the author, which often constituted the payment for a good dinner. 100% Venetian menu starting from …. I went there twice! Antico Gatoleto Adriano and Bilal will immediately welcome you with a smile and a delicious focaccia with red onions and caper leaves. Throw yourself on the fish as I did: a truly memorable raw appetizer, excellent spaghetti with cuttlefish ink at reasonable prices. Trattoria Alla Madonna A classic of Venetian catering. It has been there for 75 years and the management has passed from generation to generation. Today Lucio Rado takes care of it, but the menu is the same as always. Here you cannot go wrong: abundant dishes, accurate service and above all… No music a dip in the past with the delights of the present opt ​​for tradition: Venetian liver And let us advise you for the fish. Osteria Oliva black A real revelation: starred chef dishes but, luckily, without attitude, congratulations to Stefano Novello … Already the white glass served with green and black olives marinated in orange, a high … The traditional ‘bigoli in sauce’ dish a pasta with onion and anchovy sauce was just perfect. For desserts, let yourself be seduced by the owner Isabella who, in addition to taking care of the restaurant, runs a delightful B&B just around the corner. She served me a date pie with lemon ice cream: a delight. Finally… surprise! We meet the Red Priest, nickname of Vivaldi, a restaurant with a terrace at the top of the Locanda Vivaldi, a little known paradise and generally reserved for those who stay at the Locanda, but can also be booked by external customers, Chef Antonio will delight you with smiling, just like him , Venetian dishes of fresh fish. And what a spectacular view! Enjoy one of the most beautiful sunsets of your life … And if you want to find out where the Venetians have their midday lunch, the address is unique: the legendary Rosticceria Gislon in Calle de la Bissa, 5424 / where the long counter full of gastronomic delights will delight you first the sight and then the palate with the more classic Venetian specialties, from saor to the famous creamed cod, to an incomparable mozzarella in carrozza with anchovies. Quite crowded, a bit of a queue to do, but it’s worth it. As you will see, covid does not stop gourmets!




Venezia inedita pedalando su una bici…d’acqua

È vero, a Venezia non si può usare la bicicletta. Del resto, sarebbe impossibile tra calli e canali. A meno che non si tratti di una water bike, che consente di pedalare sull’acqua. Un modo inedito per visitare la città e contemplare scorci e panorami diversi dal solito.

Lo abbiamo fatto a bordo delle Red Shark Bikes, un modo divertente, sportivo ed ecologico che consente di andare alla scoperta di canali, lagune, ma anche di laghi e fiumi senza inquinare e mantenendosi in forma. In più non è richiesta nessuna patente, proprio come se si trattasse di una tradizionale bicicletta.

La nostra Red Shark Bike è maneggevole e può facilmente essere trasportata su furgoni e barche per raggiungere il luogo dove inizia l’avventura. Nel nostro caso, arrivati a Chioggia, abbiamo trasferito la water bike sulla barca per poi salire in sella e attraversare la laguna veneta fino a Chioggia, tra allevamenti di vongole e baracche di pescatori.

Arrivati davanti all’isola di Pellestrina, abbiamo potuto ammirare dall’acqua il borgo dalle case variopinte, prima di giungere finalmente a Venezia. La prima tappa è il Lido, dove ammiriamo da vicino l’Hotel Excelsior, uno dei più belli e famosi. Proseguiamo quindi fino al Canal Grande e l’attraversiamo dal porto fino a Piazza San Marco, tra barche, battelli e file di gondole.

Arrivati sotto al Ponte dei Sospiri, ci spingiamo anche lungo i piccoli canali, sotto gli sguardi stupiti dei gondolieri, pronti a scattare foto per immortalare scorci inediti.

INFO

www.redsharkbikes.com

Distributore per l’Italia www.nsvi53.com




VENEZIA IN MOSTRA

Venezia – una meta che secondo noi è imperdibile in qualsiasi periodo dell’anno, visitata da tutti gli italiani almeno una volta, un gioiello romantico sospeso sull’acqua, uno splendido scrigno d’arte antica. Di cosa stiamo parlando? Naturalmente di Venezia. Ha da sempre conquistato il cuore di tutti i suoi visitatori offrendo angoli suggestivi e unici che lasciano letteralmente a bocca aperta. Pur rimanendo ancorata nel suo passato, ha anche la capacità di accogliere le nuove tendenze artistiche in mostre ed esposizioni temporanee. Questo le permette di affrontare le novità consapevole di rimanere ancorata ad una tradizione culturale antica.

La Biennale d’Arte ed Architettura e la Mostra d’Arte Cinematografica sono le attrazioni più famose e più visitate di Venezia, ma sopratutto in questi ultimi anni molte iniziative hanno animato questa città. Nuovi progetti hanno infatti invaso spazi privati e pubblici, come il Centro CandianiMestre o padiglioni nelle aree ex-industriali di Marghera o della Giudecca. Si parla quindi di dare un nuovo volto all’arte contemporanea inserita nella città di Venezia in un perfetto connubio di novità e tradizione. Essa trova spazio in edifici che ospitano esposizioni temporanee: dalla Guggenheim a Palazzo Grassi, ma anche in Punta della Dogana.

Ecco a voi le mostre temporanee più importanti dell’estate 2020!

 

Fabrizio Plessi. L’età dell’oro – Museo Ca’ Pesaro, Santa Croce

Con l’apertura di una nuova mostra Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro festeggia gli ottant’anni di Fabrizio Plessi. Tra installazioni storiche e nuovi lavori site-specific l’artista cercherà di rendere omaggio alla grande metropoli galleggiante, affrontando il tema dell’oro. E’ un materiale al quale l’artista e la città sono molto legati, che accompagna nel suo splendore il visitatore per tutta l’esposizione.

Periodo: dal 16 maggio al 25 ottobre 2020

Orari: dal 1° di aprile al 31ottobre dalle 10.30 alle 18.00. Dal 1 novembre al 31 marzo dalle 10.30 alle 16.30. La biglietteria chiude 30 minuti prima. Chiuso il lunedì.

Biglietti: intero € 10, ridotto € 7,50, ridotto scuole € 4.

Lygia Clark. Pittura come sperimentazione, 1948-1958 – Collezione Peggy Guggenheim

Oltre alla famosa collezione permanente collezionata da Peggy Guggenheim lo scorso secolo, quest’estate potrete visitare un’imperdibile mostra temporanea. Protagonista è Lygia Clark (1920-1988): una figura di spicco dell’avanguardia brasiliana. L’esposizione verte su un’analisi approfondita degli anni formativi dell’artista (ripresi anche nel titolo della mostra), risultando fondamentali per l’intera carriera dell’artista brasiliana. La struttura veneziana ospita l’artista di spicco come seconda tappa dopo il Guggenheim di Bilbao.

Periodo: dal 27 giugno al 28 settembre 2020

Anish Kapoor – Galleria dell’Accademia 

L’arte contemporanea sarà la protagonista indiscussa di Venezia dell’anno prossimo. Dominante alla Biennale d’Arte del 2021, sarà presente anche alla Galleria. Questa decisione vuole porre in stretto collegamento una città indubbiamente tradizionale e dal fascino antico con nuove iniziative. in particolare ha lo scopo di ricollegarsi alle origini del museo che, fondato alla fine dell’800, era dominato dalle personalità frizzanti di Leopoldo Cicognara e Antonio Canova. La loro arte infatti mirava a valorizzare una produzione artistica nuova accanto a capolavori antichi di inestimabile valore. Questo intento viene già rappresento dalla mostra dedicata al maestro Anish Kapoor, che ripercorre i suoi anni più intensi incentrati sulla scultura e sull’immateriale.

Untitled, 2020. Tre sguardi sull’arte contemporanea – Punta della Dogana, Dorsoduro

A Punta della Dogana il pubblico potrà visitare la mostra collettiva concepita dall’artista Thomas Houseago. L’artista ha voluto collaborare con due personalità importanti all’interno del mondo museale: Caroline Bourgeois, curatrice, e Muna El Fituri, storica dell’arte. L’esposizione esplora le tematiche fondamentali affrontate dall’arte contemporanea, attraverso l’opera di oltre 60 artisti di generazioni diverse, dai primi anni del Novecento sino a oggi. Dopo il 2015, per la seconda volta un artista della Pinault Collection è invitato a portare uno sguardo sulle opere della collezione per concepire un progetto espositivo inedito.

Periodo: dal 11 luglio al 13 dicembre 2020

Orari: dalle 10.00 alle 19.00 (la biglietteria chiude un’ora prima). Chiuso il martedì.

Biglietti: intero € 15, ridotto € 12

Info: +39.041.2001057

Vittore Carpaccio. Dipinti e disegni – Palazzo Ducale, Piazza San Marco 

Per la prima volta dal 1963, Carpaccio diventa oggetto di un’esposizione monografica, che celebra un rinato interesse per la storiografia. In collaborazione con la National Gallery americana, la mostra percorrerà la pittura carpaccesca attraverso i cicli religiosi e i dipinti di genere. Vedrete ricostruito il percorso dell’artista dalla giovinezza alla maturità artistica, analizzando cicli narrativi oggi dispersi e rimandando a itinerari cittadini per quelli presenti in laguna. Un viaggio di Venezia all’interno di Venezia che vi farà vivere un’esperienza introspettiva magica.

Periodo: da luglio 2020 al 24 gennaio 2021

Orari: dal 1° aprile al 31 ottobre dalle 8.30 alle 19.00. Dal 1° novembre al 31 marzo dalle 8.30 alle 17.30. La biglietteria chiude un’ora prima.

Biglietti: intero € 13 , ridotto € 10

Info: +39.041.2715911, info@fmcvenezia.it

Venice and American Studio Glass – Stanze del Vetro, Isola di San Giorgio 

Si tratta della diciottesima mostra del progetto “le stanze del vetro”, curata da Tina Oldknow e William Warmus. Mettendo in luce la varietà dell’arte e del design nel vetro americano contemporaneo, la mostra presenterà opere d’impatto e stimolanti, tradizionali e innovative. Con 155 eccezionali pezzi tra cui vasi, sculture e installazioni in vetro create da 60 artisti. Un’unione di arte americana e veneziana che ha l’obbiettivo di esaminare attentamente l’influenza, che le tradizionali tecniche di lavorazione del vetro veneziano hanno avuto sullo Studio Glass americano dagli anni Sessanta ad oggi.

Periodo: dal 6 settembre al 10 gennaio 2021

Orari: dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso il mercoledì.

Biglietti: ingresso libero.

Info: +39.041.5229138, info@lestanzedelvetro.org

Livio Seguso. In principio era la goccia – Museo del Vetro, Murano

Murano è una meta imperdibile per un turista che visita Venezia, in particolare se offre l’occasione di ammirare opere di un maestro di fama internazionale nella lavorazione del vetro. Livio Seguso è infatti stato un pioniere fin dagli anni settanta nell’uso del vetro come medium espressivo per l’arte e continua la sua attività tutt’oggi con sempre nuove proposte. Le sue opere appaiono attraverso forme di assoluta purezza, diventando “immagini di luce” che sembrano adattarsi al pensiero, per poi scomparire in una serie di forme oniriche. Nello specifico questa mostra ripercorre in ordine cronologico tutta la sua carriera dagli anni ’60, illustrando un’evoluzione creativa e artistica all’insegna di sperimentazioni e nuove vedute.

Periodo: dal 15 ottobre 2019 al 28 febbraio 2021

Orari: dal 1° di aprile al 1° novembre dalle 10.00 alle 18.00. Dal 2 novembre al 31 marzo dalle 10.00 alle 17.00. Natale e 1° gennaio dalle 11.00 alle 17.00. La biglietteria chiude un’ora prima.

Biglietti: intero € 10, ridotto € 7.50, ridotto scuole € 4.

Info: dall’Italia 848082000; dall’estero +39 04142730892

Nella prossima pagina i segreti per mangiare come un vero veneziano! 

VENEZIA: IL BACARO TOUR TRA UNA MOSTRA E L’ALTRA

Ad intervallare mostre, ponti e foto, sicuramente avrete previsto delle pause approvvigionamento. Seguendo i nostri consigli non sarete obbligati a portarvi panini da casa, e non sarete nemmeno costretti a pagare una fortuna per mangiare (tranquilli è capitato a tutti). Di seguito quindi vi proponiamo una guida per scoprire la bellezza di Venezia che non avete mai visto. Questa volta non parliamo d’arte, ma di cibo. Sappiamo non essere paragonabili, ma la ristorazione veneziana ha un’area misteriosa estremamente affascinante. Si tratta della ristorazione “veloce”, che garantisce un’autentica esperienza tra le tipiche osterie veneziane. Pochi tavoli di legno, pentolame di rame appeso al soffitto, botti all’esterno su cui appoggiarsi, e oggetti che rimandano all’antica vocazione marinara della città caratterizzano i locali tipici, i bacari. La tradizione vuole che si faccia un vero e proprio tour tra questi bar, che porta a visitare ogni angolo della metropoli. Importante, quasi essenziale, è affrontare quest’esperienza con la giusta compagnia ma anche scegliere i locali giusti.

La bacarata vera (così viene chiamato il bacaro tour) non sostituisce i pasti principali, ma rinforza l’aperitivo accompagnando vini e spritz con i caratteristici cicchetti. Sono piccole e variegate specialità profumate di mare e di terra esposte ai banconi. Dal pesce di laguna alla selvaggina, i gustosi cibi rivestono croccanti crostini variopinti creando un’equilibrio di sapori e croccantezza.

Ecco a voi alcuni esempi

Appena a due passi da Piazzale Roma, si trova Bacareto da Lele, o detto semplicemente Lele. E’ una vera e propria istituzione da circa 50 anni, frequentato fin dalla prime ore mattutine. Offre “ombre” di vino a 60 centesimi e paninetti farciti con salumi, formaggi e verdure a 1 euro. Anche solo per i prezzi è da provare, che dite?

Prima o dopo aver visitato l’Accademia di Belle Arti, avete l’occasione di rifornirvi da Adriatico Mar. E’ un piccolo locale dal motto “no tapas, si cicchetti…stay venexian”. Propone prodotti di autoctoni, ottimi vini naturali con un sottofondo di musica popolare. Particolare è anche la possibilità di gustare il tutto su pontili che danno su un piccolo canale dall’atmosfera quasi intima. Una volta entrati nell’atmosfera, non avrete problemi a riconoscere queste piccole chicche veneziane. Questi sono solo alcuni dei bacari tipici veneziani, che fanno di Venezia una città ancora più affascinante e da scoprire.

Benedetta D’Argenzio




Tesori low cost. Venezia, ecco come visitarla spendendo poco

È la città che tutto il mondo ci invidia e ora è il momento migliore per visitarla. Stiamo parlando di Venezia, un gioiello di arte, storia, cultura e scorci paesaggistici che hanno ispirato artisti e letterati.

Il periodo post lockdown consente di visitarla “con lentezza” e tranquillità, senza fare troppa fila per entrare nei musei e nei monumenti, con poca folla e, soprattutto, approfittando delle offerte e dei pacchetti turistici con notevoli sconti per agevolare la ripresa. Di seguito, vi sveliamo qualche “trucco” e vi diamo qualche suggerimento per organizzare un weekend o una mini vacanza low cost.

Arrivare a Venezia: meglio in treno

Il modo migliore per arrivare a Venezia è il treno. La stazione di Venezia Santa Lucia è infatti collegata alle principali città italiane dal trasporto su rotaria, che oltre a essere il più conveniente è anche il più comodo, dal momento che a Venezia non si può girare in auto e nemmeno con la bicicletta.

Le card per i trasporti pubblici

Se si ha intenzione di prendere molti mezzi pubblici, tra bus e traghetti, e di visitare nello stesso tempo musei e monumenti, il Venezia Unica City Pass è una tessera personalizzabile acquistabile online e precaricabile con i servizi di cui si vuole usufruire.

Per chi ha tra i 6 e i 29 anni, invece, c’è la Rolling Venice Card. La card ha un costo di 6 euro, ma offre molti vantaggi e sconti per i mezzi pubblici.  Per esempio, il biglietto per usufruire illimitatamente per 72 ore di tutti i mezzi di trasporto, tra bus e traghetti, costa € 22, se si vuole includere anche un 1 corsa per l’aeroporto Marco Polo il costo è di € 28, da e per l’aeroporto € 34. La card è acquistabile online.

Visitare musei e chiese di Venezia con una sola card

I Musei Civici Veneziani contano 11 sedi, 5 biblioteche, 200 mila opere d’arte e altrettanti volumi. Tutti insieme, costituiscono uno dei tesori più grandi dell’arte italiana. Per visitarli vengono proposte diverse combinazioni di pass e card rivolte ai visitatori, che consentono di scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.

Per esempio, con il biglietto cumulativo I Musei di Piazza San Marco, si possono visitare il Palazzo Ducale, il Museo Correr, il Museo Archeologico Nazionale e le Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana a un costo di € 19 (intero) e € 12 (ridotto), la validità è di 3 mesi.

Il Museum Pass, invece, costa € 24 (intero) e € 18 (ridotto), ha una durata di 6 mesi e consenti di accedere, oltre ai Musei Civici di Piazza San Marco, anche a Ca’Rezzonico, al Museo del Settecento Veneziano, alla Casa di Carlo Goldoni, al Museo di Palazzo Mocenigo e Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume, a Ca’ Pesaro, alla Galleria Internazionale di Arte Moderna e al Museo d’Arte Orientale, a Museo del Vetro di Murano, al Museo del Merletto di Burano e al Museo di Storia Naturale.

Venezia è anche famosa per le sue chiese, che custodiscono preziosi tesori d’arte. Il Chorus Pass consente di accedere a 15 chiese del circuito: Chiesa di Santa Maria del Giglio, Chiesa di Santo Stefano, Chiesa di Santa Maria Formosa, Chiesa di Santa Maria di Miracoli, Chiesa di San Giovanni Elemosinario, Chiesa di San Poli, Chiesa di San Giacomo dall’Orio, Chiesa di San Stae, Chiesa di San Pietro in Castello, Chiesa del Santissimo Redentore, Chiesa di Santa Maria del Rosario, Chiesa di San Sebastiano e Chiesa di San Giobbe.

Il costo è di € 12 per gli adulti, di € 8 per gli studenti con meno di 29 anni e di € 24 per le famiglie (inclusi 2 adulti e 2 minori di 18 anni), i bambini con meno di 10 anni entrano gratis. La Chorus card si può acquistare negli uffici del turismo e in una qualsiasi delle chiese del circuito.

…scopri come visitare Venezia gratis nella 2° pagina…

Venezia…a gratis

Anche se Venezia non è proprio una città a buon mercato, ci sono alcuni modi per ammirarla completamente gratis. Basta sapere come fare e dove andare.

Uno dei primi consigli è di approfittare di questo particolare momento di scarso affollamento turistico per passeggiare con lentezza tra le sue calli, inoltrandosi anche tre le viuzze più piccole e meno note, armati di macchina fotografica, per immortalare scorci e paesaggi inediti e indimenticabili.

La Basilica di San Marco, la più famosa di Venezia, è a ingresso gratuito, ma l’inconveniente è sempre stata la lunga fila all’ingresso. Ecco perché questo periodo in cui la città non è affollata rappresenta l’occasione giusta.

Un modo unico e completamente gratuito per ammirare Venezia dall’alto? È salire sulla terrazza panoramica del Fondaco dei Tedeschi, il centro commerciale che si trova a poca distanza dal Ponte di Rialto. La permanenza sulla terrazza è al massimo di 15 minuti, è necessaria la prenotazione, che si effettua tramite tablet al 3° e al 4° piano del centro commerciale. Viene rilasciato un biglietto con l’orario ed è necessario presentarsi almeno 10 minuti prima. La vista sul Canal Grande e sui tetti della Serenissima è davvero spettacolare.

Se conoscete bene l’inglese, poi, potete prendere parte a visite guidate gratuite, organizzate da diverse associazioni. Tra queste di sono Venice Free Walking Tour , che organizza due tour giornalieri, alle 10 con partenza da Campo Santi Apostoli, e alle 11 da Campo della Carità. Altre associazioni che organizzano tour gratuiti sono Free Walk in Venice  e Free Tour Venice 

Se invece volete ammirare la raffinata arte del vetro soffiato di Murano, potete andare da Ellegi Glass e assistere alle dimostrazioni gratuite che si tengono ogni giorno, della durata di 15 minuti. Presso la Vetreria Murano Arte  invece, si può visitare la galleria con diversi pezzi pregiati di arte del vetro. L’ingresso costa 3 €, ma vengono scontati se si effettua un acquisto.

Anche la gondola è gratis, se sai dove andare

Le gondole sono uno dei simboli di Venezia e sono davvero molto romantiche, ma altrettanto costose. Ma c’è un modo di salire su una gondola…quasi a gratis. Basta che sia una Gondola Traghetto! Sono gondole dirette da due gondolieri che fanno la spola da un lato all’altro del Canal Grande nei punti dove non ci sono ponti.

Il “biglietto” è di circa 1 € a persona e per salire e farsi trasportare dall’altra parte, basta recarsi in uno “stazio”, le fermate delle gondole, e aspettare. Gli stazi sono: San Marcuola – Fondaco dei Turchi, Ca’ D’Oro – Pescaria, Riva del carbon – Fondamenta dei Vini, San Tomà – Sant’Angelo, Ca’ Rezzonico – San Samuele, Salute – Campo del Traghetto, Punta della Dogana – San Marco.

Mangiare a Venezia, ma low cost

Baccalà mantecato, sarde in saor, risoto de gò, ma anche fegato alla veneziana e carpaccio, sono i piatti tipici di Venezia da non perdere…ma in formato mini!

Uno dei modi più sfiziosi per gustare le specialità veneziane senza spendere una fortuna è andare in uno dei bacari (o anche divertirsi a fare un tour, perché no, secondo la moda dei Tapas Bar), le tipiche osterie dove si servono assaggi di piatti veneziani, ma anche panini e tramezzini in formato mignon, detti cicheti, accompagnati da ombrete, piccoli bicchieri di vino. I costi vanno da 1 a 3 euro per gli assaggi di cibo e circa 2,5 euro per il vino.

Tra i bacari da non perdere c’è Al Mercà, presso il Mercato di Rialto, che offre un’ampia scelta di vini, birre e spritz, mini panini con baccalà mantecato, polpettine di carne e classici con salumi e formaggi.

Sempre in zona Rialto si trova anche Il Diavolo e l’Acquasanta (in Calle della Madonna 561/B) che offre chiceti con sarde in saor, baccalà, musetto e zuppe. Per gustare un ottimo spritz, ma anche bruschette con baccalà mantecato, formaggi, salumi e patè, il luogo giusto è la Cantina Vecia Carbonera in Cannaregio 2329.

Il bacaro più antico di Venezia è invece la Cantina Do Mori (via San Polo 429), vicino a Rialto, che offre cicheti a base di pesce. Ampia scelta di cicheti di pesce, salumi, lardo, bresaola con verdure, crema di carciofi, sarde in saor e gamberi all’Osteria Enoteca al Volto con prezzi da € 1.

INFO

www.veneziaunica.it




Il wellness prende il largo sull’Hadriani spa-boat, un modo unico per visitare Venezia

Visitare Venezia, la città più romantica del mondo, a bordo di una spa di lusso galleggiante. Un sogno? No, realtà, con l’Hadriani spa-boat, uno yacht wellness che mette a disposizioni 140 mq di aree benessere, con una prospettiva unica su una delle piazze più famose del mondo.

Mentre si naviga alla scoperta degli scorci più suggestivi di Venezia, si può usufruire di sauna, bagno turco e idromassaggio. Inoltre, è garantita, oltre al divertimento, un’esperienza di vero wellness anche per il corpo.

Tutti gli ambienti del centro benessere “galleggiante”, infatti, utilizzano acqua di mare depurata, dal bagno turco con nebulizzazioni, all’idromassaggio, ai doccioni rivolti direttamente verso il mare aperto, dove chi lo desidera può direttamente tuffarsi una volta preso il largo.

A bordo dell’Hadriani spa-boat, poi, la talassoterapia è uno stile di vita e sfrutta i preziosi elementi presenti nell’acqua salina, con effetti benefici per la pelle, per il sistema respiratorio, muscolo-scheletrico e, in generale, per l’equilibrio psico-fisico.

Oltre al bagno turco e alle zone relax esterne con idromassaggio e doccioni, lo yacht sorprende con una sauna in legno canadese a 80°C e camere da letto con cromoterapia.

Sull’Hadriani spa-bot benessere personalizzato

Una sorpresa romantica, un addio al celibato o nubilato, un pomeriggio speciale con gli amici, oppure un compleanno, un anniversario o una ricorrenza speciale.

Non solo. L’esperienza sull’Hadrian spa-boat è adatta anche per viaggi incentive per team aziendali per motivare i dipendenti e i collaboratori e creare un clima di relax, complicità e collaborazione.

L’itinerario e la durata del tour sull’Hadrian spa-boat si possono personalizzare, prenotando l’intero yacht per uno pomeriggio, una giornata intera o per una notte al largo, per dormire cullati dalle onde del mare aperta.

E, per chi preferisse rientrare sulla terraferma per trascorrere la notte, il capitano Adriano Stocco mette a disposizione gli appartamenti di sua proprietà in zona San Marco, a due passi da una delle piazze più belle e celebri del mondo.

INFO

www.spaboat.it

 




Navigando lungo il Brenta. Dolo, tra ville e buoni sapori veneziani (1° giorno)

Un weekend “lento”, navigando placidi lungo il Brenta, lontano dalla “pazza folla” che prende d’assalto Venezia, a bordo del Burchiello, imbarcazione veneziana del Settecento che collegava, e collega ancora, in una romantica minicrociera, Venezia a Padova, per consentire ai nobili veneziani di raggiungere le loro sontuose ville per la villeggiatura.

Dotato di una grande cabina in legno, finemente decorata e provvista di alcuni balconi per ammirare lo gli splendidi panorami, il Burchiello scorre placido lungo il fiume, in un ideale viaggio nel tempo, mentre la guida ci racconta la storia, l’arte, la cultura e qualche aneddoto sulle meravigliose ville del Brenta.

Dolo, tra ville, canali e antichi mulini

La prima tappa del nostro viaggio è Dolo, già luogo di villeggiatura apprezzato dai nobili della Serenissima e da Carlo Goldoni. Grazie alla sua posizione favorevole ai commerci, deve il suo sviluppo alla costruzione dei suoi Molini, nel XVI secolo.

Immortalati anche dal Canaletto in un suo celebre dipinto, oggi rappresentano uno degli scorci più suggestivi di Dolo. Oggi, invece, ospitano un wine bar dove, nella sala interna, si possono ancora ammirare gli ingranaggi del mulino.

Unico nel suo genere, invece, lo Squero, un cantiere di barche che fungeva anche da riparo.

Le ville e i palazzi di Dolo

Costruite per la maggior parte tra Cinquecento e Seicento, le ville di Dolo sono accomunate dallo stile. Tra le più belle c’è Villa Ferretti Angeli, dalla facciata scenografica e un parco accessibile al pubblico. Rocca Ciceri, invece, è oggi sede di un hotel.

C’è poi la splendida villa Brusoni Scalella, un complesso che include, oltre alla casa padronale, anche una barchessa, un oratorio e un rigoglioso parco all’inglese di tre ettari. Spicca invece per i preziosi stucchi che adornano le sue grandi sale la sontuosa Villa Concina.

A Dolo si trovano anche alcuni splendidi palazzi nobiliari, come palazzo gMolin, con le sue ricche decorazioni sulla facciata, palazzo De Goetzen che spicca per le sue finestre triangolari e curvilinee. A Palazzo Duodo, invece, sono custoditi preziosi dipinti del Ricci e del Visentini.

Ancora, da vedere, il Duomo, eretto tra il 1770 e il 1776, con il suo campanile di 82 metri, che omaggia il corrispettivo veneziano. Da non perdere poi una visita alle Porte del Dolo, forse l’edificio più antico del paese, dove avveniva il pagamento dei dazi, e la Seriola, un canale artificiale che collegava Dolo a Maranzan.

A Dolo una sosta golosa al gusto di torrone

Prima di risalire sul Burchiello, facciamo una sosta golosa presso il Torronificio Scaldaferro (www.scaldaferro.it), che dal 1919 produce torrone veneziano con soli ingredienti naturali, ma anche il celebre mandorlato.

Premiato dal Gambero Rosso nel 2010 per il “Miglior Torrone d’Italia”, propone anche abbinamenti curiosi e golosi, tra cui mandorlato e formaggi, oppure con salse, confetture e gelatine, vino e birra. Da non perdere il gelato al torrone e frutta candita.

Deliziati e soddisfatti nel palato, riprendiamo quindi la nostra navigazione lungo il Brenta, alla volta di Mira e di Stra, dove vi porteremo nella seconda parte del nostro itinerario. Prima, però, vi lasciamo la ricetta del Baccalà mantecato, uno dei piatti tipici che abbiamo assaggiato.

Baccalà mantecato

Ingredienti

  • 700 gr di baccalà fresco o sotto sale
  • 200 ml di latte
  • 1 spicchio di aglio
  • Prezzemolo q.b
  • 200 ml di olio extravergine di oliva

Se usate il baccalà sotto sale lasciatelo prima in ammollo per almeno 48 ore cambiando spesso l’acqua. Sciacquate il baccalà, poi mettetelo in una pentola e copritelo con il latte misto ad acqua. Fate bollire per circa 20 minuti, poi lasciatelo raffreddare nel suo liquido di cottura a fiamma spenta. Scolate il baccalà ed eliminate la pelle, poi con le mani sbriciolate la polpa, eliminando eventuali lische. Mettete la polpa sbriciolata in una ciotola e unite l’olio a filo, poi mescolate con una spatola di legno per almeno 15 minuti, finché non otterrete un composto liscio. Unite poi anche il prezzemolo e l’aglio tritati e mescolate. Servite tiepido con i crostini di pane o polenta o la polentina bianca.

COME ARRIVARE

In auto: A14 Milano-Venezia, uscire al casello Dolo-Mirano e seguire indicazioni per Dolo.

DOVE MANGIARE

*Bacaro dei Storti, via Mazzini 13, Dolo (VE), tel 041/5640298. Osteria dall’atmosfera familiare con menù tipico a base di pesce, tra cui baccalà, gamberoni, seppioline, alici e vini della casa.

*I Molini del Dolo, via Garibaldi 3, Dolo (VE), tel 041/5101012, www.molinidolo.com In splendida posizione con vista sugli antichi mulini. Si mangia accompagnati dal rumore dell’acqua in una sala accogliente, in legno. Menù di piatti tradizionali, anche a base di pesce, e pizza.

DOVE DORMIRE

*B&B Dimora Naviglio, via Brenta Bassa 67, Dolo (VE), tel 335/365365, www.dimoranaviglio.it In splendida posizione, immerso nel verde, dispone di camere spaziose, con arredi d’epoca. Accoglienza familiare. Doppia da € 64.

*Hotel Villa Alberti***, via Tito 90, Dolo (VE), tel 041/4266512, www.villalberti.com Ospitato in una villa del Settecento, si trova a poca distanza dalle barchesse di Villa Valmarana, da Villa Widmann e dal Parco di Villa Belvedere. Le camere, tutte diverse, sono arredate in stile classico e sobrio, con pavimenti in legno, terrazzo, riscaldamento, aria condizionata, wi fi. Doppia da € 92.

INFO

www.larivieradelbrenta.it

www.comune.dolo.ve.it

www.ilburchiello.it




MASSIMILIANO ALAJMO: 5 STELLE MICHELIN, 11 LOCALI TOP, PASSIONI E CONTRASTI, UN SOGNO SEGRETO E LA SUA RICETTA DEDICATA A MARIAPIA.

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Benvenuti nell’ impero Alajmo. Undici locali: Le Calandre, 3 stelle, il Calandrino, il negozio In.Gredienti e poi ancora a Montecchia La Montecchia, 1 stella, curata dal fratello Erminio, il bistrot ABC Montecchia, A Parigi il Caffè Stern di fianco all’Opera, mentre nel cuore di Piazza San Marco il leggendario Gran Caffè Quadri, Quadrino e Ristorante Quadri 1 stella oltre a  Amo, aperto dalla famiglia Alajmo al Fontego dei Tedeschi a cui è seguito, quasi come un discendente, AMOR, un bistro nella trendy location di Corso Como 10, Milano.

E’ nuovo locale ‘casual veloce’ basato sulla pizza al vapore di Massimiliano, che dopo anni di ricerca e sviluppo, ha ricevuto un brevetto per il suo metodo di cottura innovativa.

Una volta che la pasta è completamente lievitata naturalmente, viene cotta in un forno a vapore permettendogli di svilupparsi in maniera estremamente leggera e ariosa, quasi una mollica. 


Il menu comprende pizze classiche come la Margherita o l’ Amatriciana oppure di fantasia come la pizza di acciughe cantabriche, stracciatella, finocchietto e zafferano e, ovviamente, la Vegana  preparata con pasta di riso nero senza glutine e condita con verdure e semi misti,

Le pizzette sono a tranci di misura media, ottima idea per provarne almeno un paio diverse.
La Margherita e la Uovo&Bacon sono servite anche in versione croccante. Ai
mascalzoni (salati) si affiancano i mascalzini (dolci) conditi con crema pasticcera e frutti di bosco freschi o nocciole caramellate e la ‘Eccezionale’, crema spalmabile firmata Alajmo. Artigianlali le bibite, i cocktails e le birre Baladin, mentre il caffè proviene dal Laboratorio Giamaica Caffè di Verona.


Con 11 locali da tener d’occhio e chissà quanti altri nuovi progetti nella mente, è inevitabile che Mr. Alajmo sia praticamente irraggiungile per un’intervista a tavolino, così sono ricorso a the old fashion way, in via epistolare, riportando qui le sue risposte, i suoi appunti, le sue emozioni, le sue passioni.Come è diventato chef?
Aggirandomi sin da piccolo nella cucina del ristorante, divertendomi nel toccare, manipolare il cibo come ad esempio l’impasto dei biscotti.
Qualche appassionato di cucina nella sua famiglia?
Mia madre, Rita Chimetto, chef del Ristorante Aurora, il precedente nome de Le Calandre, alla quale nel 1992 la Guida Michelin ha riconosciuto la prima stella Michelin.
Le Calandre:  tre stelle Michelin. Tre aggettivi per descriverne la cucina.
Fluida, leggera, profonda e aggiungerei ironica.


Dove trova l’ispirazione per creare un piatto?
La nostra fonte principale d’ispirazione è la materia che contiene grandi messaggi. Cerchiamo di perlustrarla. Non esistono comunque regole fisse, ogni cosa, in realtà, può essere uno spunto per capire, per conoscere.
La sua recente avventura AMOR, ce la vuole raccontare?
Siamo partiti dalla pizza già presente in molti dei nostri locali tra cui AMO a Venezia. Con Philippe Starck una sera abbiamo ragionato su un locale che potesse democratizzarla e renderla fruibile a tutti. Da qui è nato AMOR.


Quando libero, dove le piace passare il weekend?
Se sono libero trascorro il tempo in relax ma spesso non significa che non stia al contempo lavorando perché la mente è sempre piacevolmente coccolata dalla cucina e dal mondo dell’accoglienza. Sicuramente amo stare a contatto con la natura.


Nei viaggi passati, ha avuto qualche ispirazione dal cibo locale?
Nel 2015 sono stato invitato in Brasile dall’amico e fotografo Sergio Coimbra per presentare il libro Fluidità di cui aveva realizzato tutte le foto. La visita si è trasformata in realtà in un viaggio conoscitivo e sentimentale che mi ha portato in un percorso di ricerca dei sapori del Brasile e di creazione di nuove ricette. Da questa esperienza è nato il libro “178 ore in Brasile” che, in forma  di diario riporta il racconto di quei giorni e tutte le ricette.


Quale posto le piacerebbe visitare che non ha ancora visitato?
Ci sono moltissimi posti nuovi dove mi piacerebbe andare come Perù, Messico e Israele ma tornerei anche in quelli dove sono già stato perché comunque cambiano e vivono. Il Giappone, ad esempio, è stata sicuramente una delle mete che mi ha ispirato maggiormente. Mi inoltrerei anche nell’entroterra italiano per scoprire la cultura gastronomica delle famiglie italiane e come sappiano interpretare la stessa ricetta in modi diversi.

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Ha un sogno nel cassetto?
Si, ma non si racconta per scaramanzia…
La sua ricetta: perché ha scelto questo piatto?-
Perché racconta i concetti di luce, di mistero, la magia degli ingredienti, le diversità ma anche i punti di contatto, La radice e il fiore, rappresentati dalla liqurizia e dallo zafferano, congiungono le parti più estreme della pianta; l’una bassa, profonda e nascosta; l’altra alta, seducente e luminosa. Quasi fosse un dialogo tra gli opposti: l’origine e la crescita, la nascita e la rinascita.


Due ingredienti con caratteristiche simili ma anche opposte?
Esatto, l’uno entra in bocca amaro e ne esce dolce, l’altro dolce e ne esce amaro; un inseguimento, una reale stafetta del gusto. I colori rispecchiano il contrasto pur mantenendo una verità nascosta. La parte più tenebrosa, ossia la polvere scura, manifesterà riflessi dorati solo alla presenza della luce. Un’analogia forte, un piatto per molti aspetti rassicurante.
Descrizione appassionata… e’ forse un piatto dedicato a qualcuno?
Si, a Mariapia, mia moglie, e alla sua terra, la Calabria.

RISOTTO ALLO ZAFFERANO E POLVERE DI LIQUIRIZIA


Ingredienti per 4
per il ristretto di zafferano
190 gr. di Brodo di gallina
4 gr. di polvere di zafferano
Sciogliere lo zafferano nel brodo di gallina caldo.
Fare sobbollire sino a quando si restringe di un terzo
per il risotto
1,2 lt. di Brodo di gallina
320 gr. di riso Carnaroli
80 gr. di parmigiano grattugiato
70 gr. di vino bianco secco
60 gr. di burro
50 gr. di ristretto di zafferano
15 gr. di cipolla bianca tritata
12 gr. di olio extravergine di oliva
5 gr. di succo di limone
2 gr. di polvere di liquirizia scura
1 gr. di pistilli di zafferano
un pizzico di sale
una percezione di zucchero
Tostare il riso in un fondo di cipolla e olio, sfumare con il vino bianco,
aggiungere il sale e i pistilli di zafferano, unire gradualmente il Brodo di gallina bollente e 30 gr. di
ristretto. Portare a cottura, togliere dal fuoco e mantecare con il burro, il parmigiano e il succo di limone. Emulsionare con un goccino di brodo bollente e allargare il risotto su un piatto piano. Cospargere la superficie con la polvere di liquirizia e guarnire con qualche schizzo e pennellata di
ristretto allo zafferano
accorgimenti
Le quantità di zafferano e di liquirizia impiegate sono soggette a variazione a seconda della loro intensità
note di estrazione
In sostituzione alla polvere di liquirizia, si può cospargere il risotto (mantecato con l’aggiunta di scorze di arancia grattugiata e prezzemolo) con gocce di ristretto di arancia sanguinella

INFO
www.alajmo.it
Le Calandre
AMOR

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.

 




Sfide storiche e gustose, festival storico filosofici e giardini fioriti. Ecco dove andare nel weekend del 1° e 2 giugno

Ancora indecisi su che cosa fare nel weekend? Il prossimo del 1° e 2 giugno è ricco di appuntamenti da nord a sud. Per esempio, a Roddi (CN), porta di ingresso delle Langhe, si festeggia il Barolo, mentre Venezia torna ai fasti delle Repubbliche Marinare con lo storico Palio. A Mirandola (MO), la città dei Pico, si parla di identità con il Pro-Memoria Festival, mentre a Spello (PG) si celebrano le rose. Infine, per chi si trova in Sardegna, a Carloforte, sull’Isola di San Pietro, si danno appuntamento i migliori chef nazionali e internazionali per l’edizione 2019 di Girotonno. Ecco il dettaglio delle proposte che abbiamo pensato per voi.

A Roddi (CN), alla scoperta di “Io Barolo”

Un viaggio gustoso e multisensoriale alla scoperta del “Re dei Vini”, il Barolo, che sabato 1° giugno viene celebrato a Roddi (CN), porta di ingresso della Langa del Barolo, con “Io Barolo”, una degustazione itinerante nel centro storico tra vini rinomati e piatti di grandi chef.

In questa settima edizione, in programma dalle 17 alle 22, circa trenta produttori incontreranno gli appassionati di Barolo e dei paesaggi delle Langhe, dichiarate dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, lungo le strade e le piazze del centro medievale di Roddi, da piazza Umberto I fino ai piedi del Castello. Ogni produttore proporrà in degustazione cru e annate differenti. I partecipanti, poi, possono contare su un’ampia scelta di piatti caldi e freddi, preparati dallo chef Danilo Lorusso del ristorante La Crota, che potranno essere acquistati anche singolarmente.

Non mancheranno, per gli appassionati, anche laboratori e Masterclass per approfondire la conoscenza del Barolo e degli altri grandi vini delle Langhe. In particolare, con la Food & Wine Experience si potranno sperimentare abbinamenti gourmet fra una selezione di vini piemontesi ed eccellenze agroalimentari.

Si potranno anche scoprire i vini attraverso le proprie percezioni sensoriali attraverso il percorso interattivo Wine Tasting Experience 4.0 in cui ogni partecipante valuterà i vini in degustazione, ricostruendone il profilo sensoriale attraverso il proprio smartphone.

Infine, novità di questa edizione, la Masterclass in italiano e inglese a cura di Canrina Social dedicata agli spumanti Metodo Classico da uve Nebbiolo. Il biglietto per partecipare a “Io Barolo” costa € 30 (€ 25 in prevendita on line) e comprende un pass per degustare i vini di tutti i produttori presente (fino a tre etichette di Barolo e Nebbiolo ciascuno).

INFO: www.stradadelbarolo.it

A Venezia per il 64° Palio delle Antiche Repubbliche Marinare

Nei giorni in cui si tiene anche la Biennale, Venezia celebra il suo glorioso passato di Repubblica Marinara con il Palio delle Antiche Repubbliche Marinare, che quest’anno coincide con i festeggiamenti per la Festa della Sensa (Ascensione) uno degli eventi più antichi e sentiti della tradizione veneziana.

Nel weekend del 1° e 2 giugno chi si reca nella Serenissima potrà assistere a un ricco programma, che culminerà, sabato 1°, con il Palio delle Antiche Repubbliche Marinare e domenica 2 con il corteo sull’acqua e la cerimonia dello Sposalizio di Venezia con il Mare. Nella regata si sfideranno i rappresentanti delle antiche Repubbliche Marinare, oltre a Venezia, Livorno, Pisa, Amalfi e Genova. Ogni vogatore si farà portavoce della storia e delle imprese della città che rappresenta.

La partenza sarà all’altezza della Biennale, mentre l’arrivo, novità di questa edizione, è stato spostato nei primi 200 metri del Canal Grande, all’altezza della Madonna della Salute, per consentire al pubblico di assistere alla manifestazione.

Altra novità, il corteo storico non attraverserà più riva degli Schiavoni, ma verrà fatto transitare lungo le vie della città per coinvolgere sia i veneziani che i visitatori. Anche la presentazione degli equipaggi, poi, sarà aperta al pubblico, che potrà ammirare così i costumi storici.

INFO: www.repubblichemarinare.org

A Mirandola (MO), torna il Pro-Memoria Festival

Da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno, a Mirandola, nota come “la città dei Pico”, torna il Pro-Memoria Festival, che per l’edizione 2019 avrà come filo conduttore l’identità personale e collettiva con un ricco programma di incontri, spettacoli e approfondimenti che si terranno nei luoghi “storici” della città.

Il festival parte dal concetto che l’identità di ognuno di noi, ma anche quella dei popoli, delle nazioni e appartenenze, è figlia della memoria: i ricordi individuali, le tradizioni, i costumi, i miti fondatori, il passato collettivo, sono tutti tasselli del mosaico. Si parte venerdì 31, alle 17, con un ricordo di Leonardo Sciascia a trent’anni dalla sua scomparsa. Alle 19, lo storico Alberto Melloni e l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi riflettono sull’identità religiosa. La serata si conclude alle 21 con la proiezione del film “Le monde de Sorrentino”.

Tra gli appuntamenti di sabato 1° giugno, alle 11 il filologo Maurizio Bettini dialoga con Ernesto Franco sul concetto di “umanità”. Alle 16.30, Gian Piero Brunetta dialoga con la regista Francesca Archibugi sul tema del “Cinema che ho incontrato, amato e vissuto”. Si parla invece del concetto di identità in amore (alle 17.30) con la scrittrice e critica letteraria Nadia Fusino e l’antropologo Marino Niola. Alle 21, viaggio musicale con il concerto Sfrimma con i compositori e polistrumentisti Enzo e Lorenzo Mancuso.

L’ultima giornata, domenica 2 giugno, è dedicata alla letteratura con Lina Bonzoni, docente di letteratura italiana alla Scuola Normale di Pisa che dialoga con il poeta Franco Marcoaldi (alle 11) sul tema della lettura come incontro personale e dialogo con gli autori che si leggono. Nel pomeriggio, alle 15, lo storico Giuliano Albarani dialoga con Alberto De Bernardi sul racconto di un secolo di vicende italiane, dal 1919 a oggi, tra storia, memoria e identità.

Alle 18, il candidato al Premio Strega Marco Missiroli passa in rassegna insieme a Ernesto Franco le declinazioni dell’idea di fedeltà. Alle 21.30, l’attore e regista Ivano Marescotti e la Filarmonica C.e G Andreoli propongono il concerto “Musica e identità nazionale. Verso una nuova identità europea”.

INFO: www.memoriafestival.it

A Spello (PG) tornano “I giorni delle rose”

La splendida Villa Fidelia di Spello (PG) è la location della VII edizione de “I giorni delle rose” che si tiene dal 31 maggio al 2 giugno. Padrino della manifestazione sarà Carlo Pagani, il Maestro Giardiniere che in TV e nei suoi libri ci ha fatto scoprire i segreti dei giardini e delle piante e che accompagnerà i visitatori in un’eccezionale passeggiata guidata tra le rose.

Il tema dell’edizione 2019, invece, è “La rosa indiana” e rende omaggio all’India, paese ospite, che sarà rappresentata dall’ambasciatrice Viru Vararaghavan e dal maestro Ricchizzi, formatosi a Benares, che condurrà il concerto per sitar “Raga del mattino”.

Saranno due le rose protagoniste: la Rosa Antica di Pompei, che dopo duemila anni è pronta a rinascere, e la Rosa Romanov, legata alla storia e al destino dell’ultimo zar. Non mancherà nemmeno la mostra mercato con oltre 130 espositori provenienti da tutta Italia e dall’estero, che animerà il giardino della villa. In programma anche un corso di Design Multispecie che si terrà “en plain air” a Villa Fidelia. Grazie al progetto Moda in fiore, invece, si potrà assistere a una sfilata di diversi marchi sullo sfondo del tappeto erboso antistante la villa.

Tornano anche i concorsi legati alla manifestazione, come il Concorso nazionale di poesia, il Concorso nazionale di progetti di giardini di rose, il Concorso nazionale di arte fotografica e, soprattutto, il più atteso e glamour, “La Rosa in testa, che premia i migliori cappelli e acconciature indossati dai visitatori. Nell’ambito della manifestazione sarà assegnato ance il premio “Roseti d’Italia” a un roseto della regione Umbria.

Non mancheranno nemmeno gli appuntamenti gastronomici, con assaggi del “Rosolio dei giorni delle rose”, offerto dall’antica liquoreria Sant’Andrea di Collepardo, il paese delle erbe. La Limonaia della villa ospita invece laboratori e conferenze a tema. Per l’occasione, gli appassionati di archeologia potranno visitare i resti del Sacello di Venere, a cui si accede direttamente dal parco. A poca distanza si trova anche la Villa dei Mosaici di Spello, sito di età imperiale unico nel suo genere.

INFO: www.igiornidellerose.it

A Carloforte (SU) torna la sfida gustosa di Girotonno

È una delle manifestazioni più importanti e caratteristiche, che per la sua 17° edizione, in programma dal 30 maggio al 2 giugno a Carloforte, sull’Isola di San Pietro (Sardegna), prevede un ricco programma con una competizione tra chef stellati da quattro diversi paesi, una sfida a colpi di ricette della cucina carlofortina-sarda e di quella internazionale, ma anche spettacoli, concerti sotto le stelle e tanti eventi collaterali.

Stiamo parlando di Girotonno, la rassegna dedicata alla valorizzazione e promozione della cultura legata all’economia del tonno e delle tonnare, da secoli legata strettamente al territorio. Proprio a Carloforte, infatti, è ancora attiva una delle più antiche tonnare del Mediterraneo, la cui attività + iniziata nel 1738.

Tra gli eventi più attesi, il Tuna Competition, tra Italia, Ecuador, Giappone e Tunisia, che schierano i loro migliori chef per una gara di cucina internazionale. Ogni giorno, gli chef di ogni paese propongono piatti a base di tonno. A tenere in alto la tradizione culinaria italiana ci sono Rocco Pace e Stefano di Gregorio.

Torna anche il Girotonno Live Cooking, che vede esibirsi dal vivo i maggiori interpreti della cucina italiana nelle loro migliori ricette, che saranno poi degustate dal pubblico. Presso il Tuna Village, un vero e proprio villaggio gastronomico dedicato al tonno, invece, si potranno gustare specialità carlofortine e internazionali.

Ricchissimo anche il calendario degli spettacoli, tra musica e concerti gratuiti “sotto le stelle” sul palco di Corso Battellieri. Giovedì 30 maggio si tiene la finale di Arezzo Wave Band Sardegna 2019. Venerdì 31 maggio, serata con Provenzano Dj e Sandro Bit. Sabato 1° giugno a salire sul palco sarà la cantante sarda Bianca Atzei, mentre domenica 2 giugno sarà la volta della rock band cipriota Minus One.

INFO: www.girotonno.it




SPLENDORI VENEZIANI: CHEF LUCA VERITTI, IL ‘MET’, LE STELLE MICHELIN, LA LAGUNA E IL SUO INSOLITO ‘RISOTTO AL POMODORO’

di Cesare Zucca –
Incontro tutto veneziano con il Top Chef Luca Veritti, alla guida dell’elegante ristorante MET,  da ben quattro anni stellato dalla Guida Mchelin e situato all’interno dello splendido Hotel Metropole a Venezia.
La sua cucina alterna classici regionali e rivisitazioni in chiave creativa e unica, proprio come la ricetta segreta che ci svelerà.

C’è venezianità nel menù del MET ?
Assolutamente sì: molto pesce, dagli antipasti di baccalà, ai secondi di seppie.
Piatti tradizionali quindi?
Non proprio, qui intorno ci sono decine di bacari e osterie che cucinano da 30 anni le classiche ricette veneziane. Sono ritrovi storici a cui non voglio fare concorrenza.
Certo, nel mio menu troverai certi prodotti unici della Laguna, come le castraure, carciofi violetti di S.Erasmo e ovviamente i nostri pesci: schie, moeche, ricciole, seppie al nero e baccalà mantecato, spesso rivisitati anche in maniera piuttosto audace.


Ad esempio?
Uno dei miei ‘signature dish’: carpaccio di baccalà, spuma all’aroma di pancetta piacentina e polvere di caffè del Guatemala. Mi sono ispirato a certi tramezzini serviti nei bar di Rialto, osando l’ accoppiamento tra pesce e salume.


Parliamo di viaggi. Una destinazione che ti h particolamente colpito?
Shangai, un incredibile mix di cucine diverse in un trionfo di contaminazioni culinarie.
Ci sono stato più volte e ho sempre trovato delle ispirazioni dalla cucina locale, come la zuppa di pollo, cocco e lemongrass, che ho reintepretato introducendo il gambero rosso di Mazara.

Un viaggio che vorresti fare ?
Mi attira il Giappone e la sua importante cultura culinaria e poi vorrei conoscere meglio gli Stati Uniti, perchè finora sono stato solo Napa Valley.
Dove passi I weekend liberi ?
Sono rarissimii, quindi li dedico alla mia famigli o vado dai miei genitori in montagna.
Un itinerario gastronomico nel tuo territorio friulano?
Partirei da Palmanova, città bellissima e poco conosciuta, poi Udine, per visitare il Castello e la Città vecchia, cena da ‘Agli Amici’. Continuerei verso casa mia, in Carnia per godermi la sua natura e le sue montagne mozzafiato, senza dimenticare che lì si possono trovare ottime trattorie dai prezzi contenuti.
Nel tuo frigo: sempre e mai…
Sempre yougurt, formggio e un buon prosecco.
Mai: Insalata russa e cetrioli, non li digerisco.
Tre aggettivi per definire il Met?
Elegante, nell’ambiente e nel menù, drammatico nel suo décor, emozionante nei sapori e, se mi permetti, aggiungerei ricercato nella sua cucina light, dedicata alle donne e molto vicina al gusto femminile, anche nelle proposte vegetariane.

MET Restaurant, Hotel Metropole. Venice.

La tua ricetta è ‘risotto al pomodoro’. Scusa, ma non mi sembra così insolita…
(sorride) Non dire, innanzitutto il risotto è bianco, non rosso, infatti dai pomodori ricavo solo l’acqua che trasformo in brodo per cuocervi il riso, mentre del pomodoro resta solo una piacevole acidità, poi, inaspettatmente, compaiono acciughe e aglio nero…
E’ un piatto che ha sempre un grande successo.

Risotto al pomodoro datterino

Ingredienti
(per 4 persone)
1kg pomodorI molto maturi
300gr riso Carnaroli.
100gr acciughe del cantabrico
100gr aglio nero fermentato
basilico

Preparazione
Frullare i pomodori e poi passarli prima in colino a maglie fini e poi in un canovaccio in modo da ricavare solo l’acqua bianca del pomodoro.
Frullare le acciughe aggiungendo un po’ di brodo fino ad ottenere una crema liscia.
Ripetere il procedimento con l’aglio nero.
Cuocere il riso nel modo classico bagnando con l’acqua di pomodoro bollente.
Mantecare con poco burro e parmigiano.
Servire il riso con delle gocce di aglio nero, delle gocce di acciughe e delle foglioline di basilico come decorazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




È il weekend della Befana!

Il prossimo fine settimana sarà quello dell’Epifania, “che tutte le feste si porta via”. E in ogni parte d’Italia si festeggia secondo la tradizione, privilegiando, di volta in volta, l’aspetto religioso, oppure quello goliardico, o facendo rivivere riti antichi che risalgono all’epoca medievale o romana. Ma l’Epifania è soprattutto la festa dei bambini, che aspettano con ansia l’arrivo della vecchina che vola su una scopa con un sacco pieno di dolci e di doni per riempire le loro calze. Ecco, allora, le nostre proposte per il weekend, da nord a sud. Scegliete la vostra “Befana” preferita!

A Bellano (LC) per la Pesa Vegia

Una festa tra sacro e profano che si ripete da ben 400 anni, il 5 di gennaio. È la Pesa Vegia, un grande evento che si svolge a Bellano tra ambientazioni suggestive, ricche scenografie, meravigliosi costumi e oltre 200 figuranti. Le sue origini, secondi ricerche recenti, risalirebbero al 1605, quando, sotto la dominazione spagnola, il Governatore Pedro Acevedo, Conte di Fuentes, con una grida annullava un suo precedente provvedimento e, di fatto, ripristinava le vecchie unità di misura (da qui il nome Pesa Vegia!).

L’introduzione di nuove unità di misura, infatti, era stata vista come una sciagura da parte dei commercianti di Bellano, che avevano deciso, durante una concitata riunione in municipio, di fare appello al Governatore affinché ritirasse il provvedimento e tornasse allo status quo. Una delegazione venne quindi mandata al Conte di Fuentes. Nell’attesa, i bellanesi si erano radunati si dal primo pomeriggio sulla spiaggia al di là del fiume Pioverna, che attendevano il ritorno dell’imbarcazione con la risposta. Il sit-in durò fino a notte inoltrata, con le persone sedute attorno a grandi falò.

Finchè, una gondola corriera con a bordo gli emissari del Governatore non spuntò all’orizzonte. In coro, i bellanesi domandarono allora “Pesa vegia o pesa nova?”. “Pesa vegia!” fu la risposta. Il Governatore aveva accolto la loro richiesta. Per la felicità, visto che era il 5 gennaio, giorno prima dell’Epifania, tutto il paese accorse al molo per accogliere i messi spagnoli e venne inscenata la rappresentazione dei Re Magi e un corteo sfilò per le vie del borgo, con tappe per mangiare e bere nelle taverne fino al mattino.

Da allora, la tradizione si rinnova ogni anno tra tradizione e innovazione. Si comincia alle ore 11 con l’apertura dell’Orrido, mentre, dalle 12, i ristoranti bellanesi offriranno menù tipici. Dalle 14, apriranno gli stand dei mercatini, l’Oasi dei Re Magi al Lido, mentre dalle 16, si potranno visitare il Presepe Vivente presso l’Eliporto, il Castello di Re Erode (presso l’ex cotonificio), la Corte del Podestà a San Nicolao, e prendere parte al Consiglio Comunale Storico presso la Sala Consiliare del Municipio. Dalle 18 entrerà in funzione la navetta. Alle 21.30, traino delle pese per le vie della città, alle 22 è invece previsto l’arrivo al molo del Podestà e della Gondola dei Messi. Alle 22.30, lettura dell’Ordinanza dal balcone del Municipio con spettacolo di fuochi d’artificio. Gran finale, alle 23 con il corteo dei Magi su tre splendidi cammelli e accensione dei falò sul molo.

INFO: www.comune.bellano.lc.it

A Venezia, la regata delle Befane

Uno spettacolo imperdibile per chi nel weekend del 6 gennaio si trovasse nella Serenissima. Come ogni anno, da 41 anni, si rinnova la tradizione della Regata delle Befane, uno spettacolo sportivo, ma anche goliardico, nato dal una sfida nel giorno dell’Epifania del 1978, tra due storici soci della Bucintoro che gareggiarono in velocità in Canal Grande.

La tradizione vuole che a sfidarsi siano cinque soci over 50, vestiti da Befana, che “tradiranno” la scopa per il remo, su un percorso reso ancora più impegnativo negli ultimi anni. La partenza avverrà presso la Banca d’Italia, segue il giro del “paleto” nei pressi di Rio San Polo e il ritorno a Rialto.

Le Befane in gara saranno accompagnate sa altre barche, sulle quali sarà trasportata la calza gigante, simbolo dell’evento, che sarà poi appesa al Ponte di Rialto. Sulla Riva del Vin, cioccolata calda, tè, vin brulé, dolci e caramelle per grandi e piccini. Alle 11.30 incoronazione delle Befana 2019.

INFO: www.bucintoro.org

A Faenza si rinnova la tradizione della Nott de Bisò

Un evento per chi ama le tradizioni secolari e i “viaggi nel tempo”. Sabato 5 gennaio, a Faenza (RA), si rinnova la tradizione della Nott de Bisò, che chiude le celebrazioni del Palio del Niballo, iniziate nel mese di giugno dello scorso anno. Protagonista di questa serata di mito, storia e fuoco è il Niballo, un pupazzo che raffigura un guerriero saraceno e che verrà dato alle fiamme a mezzanotte per “bruciare” tutte le cose brutte dell’anno passato.

Le origini della festa, che ha il sapore di un rito antico e agreste, risalgono al 1164, quando l’imperatore Federico Barbarossa promosse un torneo per testare l’abilità in battaglia dei faentini. E il fantoccio da “infilzare” aveva le sembianze dei nemici saraceni. Nel 1959 si decise di fare rivivere questa tradizione con la grande sfida estiva del Palio che vede fronteggiarsi i rioni della città.

Nel 1964 si aggiunse la Nott de Bisò, celebrata ogni anno in Piazza del Popolo la vigilia dell’Epifania. Per l’occasione, il Niballo, vestito con i colori del rione vincitore del Palio, arriva in piazza su un carro trainato da buoi e, a mezzanotte, il rione “in carica” appicca il fuoco. Una leggenda vuole che il Niballo possa presagire il vincitore dell’edizione del Palio del nuovo anno, cadendo in direzione del suo stand. E, nell’attesa del rogo finale, si festeggia tutti insieme bevendo il bisò, il vin brulè, nei caratteristici gotti.

INFO: www.paliodifaenza.it/

A Urbania (PU) c’è la Festa Nazionale della Befana

Per tre giorni, dal 4 al 6 gennaio, Urbania, splendido borgo in provincia di Pesaro-Urbino, si trasforma nella Città della Befana, con tanto di consegna delle chiavi da parte del sindaco all’iconica vecchina. Si tiene infatti la 22° edizione della Festa della Befana, che  ogni anno attira in questa deliziosa cittadina delle Marche più di 30 mila visitatori.

Da tempo all’Ufficio Postale della Befana si lavora per permettere ai bambini che vorranno scrivere la loro letterina di trovare tutto in ordine. Ci sarà poi la Calza più lunga del Mondo, ben 70 metri, che sarà stesa per tutta la sua lunghezza nel Corso principale, e la Sciarpa dell’Amore, 50 metri di stoffa lavorata e tessuta dalle “Befane” di Urbania, segno di amicizia tra tutti i bambini del mondo.

Le aiutanti della Befana poi, hanno preparato stoffe e tessuti per i laboratori creativi dove si può confezionare la propria calza, mentre presso la Credenza delle Befana, si potranno gustare le specialità locali, tra cui le golose frittelle e il Crostolo di Urbania, per un totale di 300 kg di dolci! Immancabile, poi, una visita alla Città della Befana, che rimane aperta tutto l’anno ed è riconosciuta come la “dimora ufficiale” della vecchietta con la scopa, con tanto di garage per il suo mezzo, calderoni fumanti, giochi per bambini e persino la camera da letto della Befana e un grande camino dove le sue aiutanti raccontano storie e fiabe ai piccoli visitatori.

I festeggiamenti si aprono già il 4 gennaio, quando, alle 15.30, la Befana scenderà a cavallo della sua scopa dalla torre campanaria del municipio e, dopo un volo di 36 metri, tra acrobazie e lancio dei dolciumi, planerà in Corso Vittorio Emanuele per unirsi al pubblico e ricevere le chiavi della città.

INFO: www.festadellabefana.com

A Roma la festa della Befana è “diffusa”

Nella capitale l’Epifania si festeggia con numerosi eventi dislocati in diversi luoghi della città. A ciò si aggiunge che, essendo il 6 gennaio la prima domenica del mese (e dell’anno!) i monumenti e i musei saranno a ingresso gratuito. Quale migliore occasione, allora, per visitare il Colosseo, i Fori Imperiali, il Pantheon, ma anche gli scavi archeologici, ville e giardini.

Tra questi c’è il Museo di Villa Giulia, ospitato nella Villa cinquecentesca voluta da papa Giulio II, che aprirà le porte a grandi e piccini proprio il 6 gennaio per ammirare i capolavori dell’arte etrusca, tra cui il Sarcofago degli Sposi, l’Apollo di Veio, la Cista Ficoroni e il Frontone del Tempio di Pyrgi. Si potrà poi passeggiare nel meraviglioso giardino tra mosaici, portici affrescati e ninfei.

Tornando invece alle manifestazioni in “onore” della Befana, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Si può, per esempio, passeggiare tra le bancarelle della fiera storica dell’Epifania in Piazza Navona, tra leccornie e artigianato artistico.

In San Pietro, si svolge invece il corteo storico con 1400 figuranti di Sulmona di costume d’epoca che sfileranno in via della Conciliazione al seguito dei Re Magi per portare i doni simbolici a Papa Francesco, accompagnati da bande musicali, cavalli e coreografie. Prima del corteo, alle 9, tre simpatiche Befane su lussuose auto d’epoca partiranno da tre punti diversi della capitale, seguite dalle Famiglie in Bicicletta.

Spostandosi all’Auditorium Parco della Musica, è invece in programma un grande concerto spettacolo di zampognari e ciaramellari provenienti da tutte le province del Lazio, alcuni in abiti tradizionali, che proporranno un racconto in musica delle tradizioni musicali legate all’Epifania e alle feste natalizie in genere, tra pive, ciaramelle, pifferi, tamburelli e campane.

Al Castello di Santa Severa, invece, trasformato per l’occasione nel Villaggio di Natale, il 5 e il 6 gennaio arriva la Befana con tanti piccoli doni per i bambini. Eventi per bambini sono in programma anche al Castello di Bracciano, dove si potranno visitare le sale e incontrare i personaggi delle fiabe con un racconto finale nella sala delle storie. Laboratori, campus, percorsi gioco anche al Museo Explora con “A spasso con la Befana”.

Nel parco di Cinecittà World, invece, i visitatori si troveranno sul set di un film dalle atmosfere natalizie, tra le suggestioni di New York vestita a festa, una nevicata interattiva dove, nel cielo, si potranno anche scorgere slitte, renne e personaggi della tradizione natalizia, con possibilità per grandi e piccini di salire sulla slitta di Babbo Natale per visitare il parco.

INFO: www.comune.roma.it

A Barcellona Pozzo di Gotto (ME), si rinnova la Processione dell’Epifania

Una manifestazione dalle origini antiche e molto sentita nel Comune di Barcellona Pozzo di Gotto, che non mancherà di stupire i visitatori che decideranno di assistervi. Fortissima la valenza religiosa, che celebra la Rivelazione di Dio all’uomo e che, nel contesto popolare, diventa il Battesimo di Gesù Bambino a cui tutti, ricchi e poveri, offrono i loro doni.

Si tratta, in realtà, di due Processioni successive, che si tengono entrambe il 6 gennaio. Al mattino, a Pozzo di Gotto e al pomeriggio a Barcellona, a testimonianza dell’antica separazione dei due Comuni, poi unificati. Si comincia, quindi, la mattina, a Pozzo di Gotto con il corteo che si snoda lungo le strade dal sapore antico del quartiere di Idria. Il corteo è aperto da una grande stella cometa, che rappresenta la “guida” dei Re Magi verso la grotta di Betlemme. La stella è seguita dai suonatori di fisarmonica, ciaramelle e tamburi.

Seguono i fedeli, tra cui un gruppo numeroso di bambini vestiti in abiti tradizionali siciliani, che rappresentano la società contadina. Ci sono le pacchiane, (contadinelle), i viddani (i contadini) con i cesti colmi di aranci, finocchi e frutta, i picurari (pastori) con ricotte e agnellini, i funnari (panettieri), con fette di pane casereccio e i cacciaturi. A questo gruppo si accodano i regini (le regine), giovani donne con corone e diademi e raffinati abiti di pizzo bianco e che simboleggiano le nobili figure femminili dell’Antico Testamento che rendono omaggio al Bambinello.

Da ultimo, ecco Maria con in braccio Gesù e San Giuseppe, seguiti dai Magi, che chiudono il corteo sul dorso degli asinelli, il comune mezzo di trasporto nelle campagne siciliane di un tempo. Nel pomeriggio si replica, in misura ridotta, a Barcellona, con partenza dalla chiesa del Crocifisso e arrivo presso la chiesa dell’Immacolata.

INFO: www.comune.barcellona-pozzo-di-gotto.me.it




CHEF DAMIANO BASSANO E UN PIATTO CLASSICO VENEZIANO

-Testo e Foto di Cesare Zucca –

Damiano Bassano è uno chef davvero internazionale. Ha lavorato a Parigi, Strasburgo, negli Stati Uniti e in Spagna nel ristorante tre stelle Michelin Ferran Adrià.  È poi approdato a L’ Alcova, il ristorante dello splendido Hotel Ca’ Sagredo a Venezia.


Hai cucinato in mezzo mondo. Un Paese che ti manca?
Il Cile. Non ci sono ancora andato, ma è un Paese di cui mi interessa la cucina, senz’altro molto particolare e in via di sviluppo.

Dove ti piacerebbe passare un weekend ?
Nella zona di Asiago e visitare un caseificio per vedere come preparano il formaggio.
E’ un’esperienza che ancora non ho avuto la possibilità di fare.
La tua destinazione italiana preferita?
Il mio Salento. C’è ancora qualche piccola osteria senza un menu specifico. La nonna cucina giornalmente 2 o 3 piatti in base a ciò che ha trovato al mercato. E sono tutti spettacolari!
Quei profumi e sapori sono da sempre nel mio cuore e mi piace farli rivivere nel menù dell’ Alcova.
Molto pesce nel tuo menù. Dove te lo procuri?
Al mercato di Rialto. Faccio affidamento sulla stagionalità e sui suggerimenti del mio fornitore.
Da lì decido il menù del giorno e preparo dei piatti che rispecchiano la tipica cucina italiana, tenendo sempre d’occhio la nostra clientela internazionale, spesso con gusti diversi dai nostri.
Frutta e verdura?
Incredibilmente buona. Siamo forniti dall’isola di Sant’Erasmo, la cui produzione ha avuto un tale successo che il Consorzio di Sant’Erasmo ha aperto un punto vendita proprio qui a Venezia. Speriamo bene …troppo successo a volte può guastare.
Un pesce che ami cucinare?
Non ho dubbi: la spatola, soprattutto dopo le mie esperienze siciliane. A L’Alcova
la richiesta è principalmente orientata su cozze, vongole, orata, spigola, gamberoni, tonno, spada, cioè pesci ‘universalmente noti’ e preferiti dai turisti che generalmente temono di provare sapori che non conoscono.
La tua ricetta?
Spaghetti al nero, un piatto tipico veneziano.

SPAGHETTI AL NERO DI SEPPIA
Ingredienti
Per 4
Spaghetti: 280 gr
Seppie: 200gr
Aglio:10 gr
Pomodoro: 20 gr
Vino bianco: 1dl
Olio Evo: 1dl
Prezzemolo: 20 gr
Peperoncino: 5gr
Sale e pepe: qb

Preparazione
Pulire le seppie ed estrarre il nero.  Cuocerle in abbondante acqua salata per 4 minuti.
In una padella aggiungere olio, aglio, prezzemolo tritato e il peperoncino. Far rosolare il tutto, aggiungere il pomodoro precedentemente frullato e il nero di seppia.
Far cuocere per 5 minuti.
A parte cuocere gli spaghetti, scolarli, unirli al sugo delle seppie e condirli con Olio Evo.

INFO
L’Alcova
Campo Santa Sofia 4198/99 – Ca’ D’Oro
30121 Venezia, Italy
Tel +39 041 2413111
E-mail info@casagredohotel.com

 

 




Borghi d'(A)mare: partiamo da Burano e dal risotto di gò alla buranella

L’estate è alle porte e in questo numero di Ricette di Viaggio vi portiamo alla scoperta di alcuni dei Borghi marinari più belli, dove la tradizione culinaria si è tramandata nei secoli. Da Nord a Sud, andremo alla scoperta di sapori antichi, spesso frutto della commistione delle diverse dominazioni che si sono alternate lungo il corso della storia. Vi porteremo a Burano, famoso non solo per i suoi merletti, ci sposteremo in Liguria, nel borgo di Noli per poi scendere in Toscana, dove, nella meravigliosa Maremma, ci aspetta Castiglione della Pescaia. Ancora più giù, in Lazio, ecco la celebre Ponza, mentre la Campania ci mostra il suo gioiello, Atrani. Arriviamo sulla punta dello stivale con Scilla, una cittadina “mitica”, nel vero senso della parola, dal momento che porta il nome del celebre mostro dell’Odissea. Ci spostiamo poi sul tacco, per fare due passi a Polignano a Mare, che ha dato i natali a Domenico Modugno, ricordato con una statua di bronzo che sembra abbracciare la sua città. E non potevano mancare le isole. Nell’estremo sud della Sicilia, a un tiro di schioppo dall’Africa, c’è Marzemini e la sua antica tonnara, risalente all’anno Mille. Infine, in Sardegna, sono due le tappe, scelte tra i Borghi più belli d’Italia: la medievale Castelsardo e l’elegante Bosa, che sorge sull’unico fiume navigabile dell’isola. Sono itinerari che si possono fare in un weekend, oppure come tappe di una vacanza più lunga. In ogni caso, la “ricetta” è sempre quella che unisce il piacere della scoperta a quello del gusto.

Partiamo da Burano (VE), l’isola dai mille colori.
Burano è un borgo marinaro da assaporare con lentezza. Inserito da molte riviste internazionali tra i “10 luoghi più colorati del mondo”, sorge sull’omonima isola della Laguna di Venezia. Famosa per la produzione di merletto ad ago, si raggiunge con il vaporetto da Venezia, in circa 45 minuti. Quello che colpisce all’arrivo è quel gioco di riflessi che moltiplica i mille colori delle facciate delle abitazioni che si specchiano nelle acque verdi dei canali, i balconi variopinti decorati di fiori e l’atmosfera rilassata. Ci incamminiamo verso Piazza Galuppi. Lungo il percorso, lo sguardo si perde tra le vetrine dei negozi e dei laboratori che producono il tradizionale merletto buranello, ma anche il vetro “al lume”, una tecnica nata nella vicina Murano, ma assai diffusa anche in altre isole della laguna. Arriviamo in Piazza Galuppi, sulla quale si affaccia la Chiesa di San Martino Vescovo con il suo “campanile storto” di 53 metri, diventato il simbolo di Burano. Nel vicino Oratorio di Santa Barbara, sono invece conservate alcune importanti opere pittoriche, tra cui la Crocifissionedi Giambattista Tiepolo. Sempre sulla piazza si affacciano il Palazzo del Municipio, la statua di Baldassarre Galuppi di Remigio Barbaro e l’interessante Museo del Merletto (orario: mar-dom 10-18; intero € 5, ridotto € 3,50). Per il pranzo, il consiglio è quello di fermarsi in una delle trattorie tipiche. Da provare il risotto di gò, o ghiozzo, un piccolo pesce della laguna di Venezia. Consigliata anche una sosta in una delle pasticcerie locali per assaggiare i bussolà, o buranelli, i tipici biscotti a forma di esse. Il pomeriggio è dedicato a una passeggiata tra le viuzze e le calli del borgo per ammirare le case colorate. La più famosa è la Casa di Bepi Suà dai muri caratterizzati da forme geometriche variopinte e con una bella storia da raccontare. Il suo proprietario, l’artista autodidatta Giuseppe Toselli, scomparso nel 2002, ogni giorno usciva dalla porta di casa e dipingeva o modificava i motivi sulle facciate.

SECONDO GIORNO: Mazzorbo

Il secondo giorno è dedicato alla visita di Mazzorbo. L’isola, dalla forma allungata, è situata a est di Burano e si raggiunge a piedi attraverso il Ponte Longo. Fondata attorno al 640 d.C come rifugio per le popolazioni dell’entroterra assediate dai barbari, Mazzorbo divenne prima un centro agricolo, poi sede di ricchi palazzi, chiese e monasteri, abbelliti da grandi artisti tra cui spicca Paolo Veronesi. Nel X secolo raggiunse il massimo splendore, ma dopo il Mille venne ecclissata dalla potenza di Venezia. Oggi, di quell’antico splendore rimangono la Chiesa di Santa Caterina, in stile gotico romano, che nel suo campanile conserva la campana più antica della laguna di Venezia, datata 1318. Splendide anche le case dalle facciate gotiche che si affacciano sul canale principale. Tra i prodotti da gustare ci sono le castraure di Mazzorbo, il primo frutto della pianta dei carciofi dal sapore amarognolo, il cui gusto caratteristico è dato dalla salsedine di cui è impregnato il terreno dell’isola.

LA RICETTA: Risotto di gò alla buranella

Ricetta tradizionale, le cui origini risalgono alla comunità di pescatori di Burano. È a base di ghiozzo di laguna, un pesce “povero” e di piccole dimensioni utilizzato anche per le fritture e le zuppe.

 Ingredienti

  • 320 gr di riso Carnaroli o Vialone Nano
  • 500 gr di molluschi con guscio (arselle, telline, capatonda, vongole di mare
  • 5/6 ghiozzi di laguna
  • Olio Evo q.b
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 carota, 1 cipolla bianca, 1 gambo di sedano
  • 2 spicchi di aglio
  • Prezzemolo tritato

Preparate il brodo di pesce mettendo nell’acqua la cipolla, il sedano, la carota e i ghiozzi puliti e privati di testa e interiora. Lasciate cuocere per circa 40 minuti. Prelevate i ghiozzi, puliteli e tritate la polpa.  Sbucciate e schiacciate gli spicchi d’aglio, poi fateli soffriggere in un tegame con l’olio di oliva. Aggiungete il riso crudo e tostatelo per 2 minuti mescolando con un cucchiaio di legno. Sfumate con il vino bianco. Saltate in padella i molluschi sgusciati, poi aggiungeteli al riso insieme al liquido di cottura. Continuate a mescolare e completate la cottura allungando con il brodo di pesce, finché il riso non sarà cotto. Spegnete il fuoco, aggiungete un cucchiaio di olio evo, e una manciata di prezzemolo tritato. Lasciate riposare due minuti e servite caldo guarnito con la polpa dei ghiozzi tritata.

Il vino: Pinot Grigio D.O.C. Venezia, un bianco fresco dal colore paglierino e dal sapore asciutto. Si abbina ai primi piatti e ai secondi di pesce.

Dove comprareAzienda Agricola Collovini Adelino, via Pordenone 194, Pramaggiore (Ve), tel 0421/799213.

COME ARRIVARE   

In auto: il punto di partenza è Venezia, che si raggiunge percorrendo la A4 da Trieste o Torino, la A27 da Belluno e la A13 da Bologna. In alternativa, si possono prendere anche la SS309 Romea dalla Costa Adriatica, la SS14 da Trieste, la SS13 da Treviso o la SS11 da Padova. In prossimità della laguna si imbotta il Ponte della Libertà e si prosegue per Piazzale Roma, dove è necessario parcheggiare l’auto. Per Burano si prosegue con le linee marittime 4.2 e 5.2 (fermata Fondamente Nove) oppure la linea 3 per Murano (fermata Murano Faro) poi si prende la Linea 12 per Burano.

DOVE MANGIARE 

*Trattoria al Gatto Nero, via Giudecca 88, Burano, te 041/730120. Locale rinomato con un ampio menù alla carta. Tra i primi, da provare il Risotto di gò alla Buranella e i Tagliolini fatti in casa con Granzeola. Tra i secondi, pesce al forno, fritti con contorni vegetali biologici. Dolci fatti in casa. Ampia carta dei vini. Prezzo medio a persona € 50, bevande escluse.

*Ristorante Enoteca Riva Rosavia San Mauro 296, Burano, tel 041/730850. Ristorante, enoteca con oltre 180 etichette italiane riserve e rarità e casa museo. Il locale offre un raffinato menù con piatti della cucina veneta, tra cui Sarde in Saor, Risotto di Gò, Crostini di baccalà e fritto misto. Prezzo medio a persona alla carta da € 40, bevande escluse.

DOVE DORMIRE   

*Venissa Wine Resort B&B, Fondamenta Santa Caterina 3, Mazzorbo (VE), tel 041/5272281. Situato a 100 metri dalla fermata del vaporetto, la struttura è ricavata in una tenuta padronale, tra uno dei più suggestivi “vigneti murati” dove nasce e cresce l’uva Dorona. Le sei camere con arredamenti d’epoca si affacciano sui vigneti o sulla laguna. Ristorante con 1 stella Michelin a disposizione. Doppia con colazione gourmet da € 210.

*Casa Burano, via Giudecca 139, Burano (VE), tel 041/5272281. Splendido esempio di albergo diffuso, con camere con arredamenti di pregio ricavate in cinque tipiche case colorate del borgo appena ristrutturate. Doppia da € 235.

INFO: www.isoladiburano.it e www.turismovenezia.it




Antonia Klugmann, la Masterchef che promuove la Stelvio

Venezia è una città unica al mondo, una meraviglia, un miracolo sull’acqua, un museo all’aria aperta e noi Amiche di AutoeDonna questa volta abbiamo un appuntamento speciale con chef Antonia Klugmann, una stella Michelin, prima donna giudice dell’ultima edizione di Masterchef Italia, che è stata invitato qui in una tra le location più prestigiose di Venezia: la Scuola grande di Santa Maria della Misericordia per l’appuntamento dedicato alla presentazione del progetto Ambassador di Alfa Romeo “A chi ci mette le mani”. E’ così che Alfa Romeo celebra l’eccellenza del “saper fare italiano.
Amiche di AutoeDonna eccoci a bordo della Stelvio senza menù con Antonia…


Cosa ci fai seduta su una Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio?
E’ un sogno diventato realtà, ho potuto guidare questa auto nei mesi scorsi e me ne sono innamorata. Io guido tantissimo perchè molto spesso devo uscire dalla nostra sede, il mio ristorante L’Argine a Vencò, tra orti e frutteti, al confine tra Italia e Slovenia in un luogo nella natura, ma un po’ sperduto. La Stelvio c’è stata di grande aiuto nei mesi scorsi con la neve…
E’ vero, l ‘auto ci aiuta proprio ad andare a cercare le bellezze della nostra Italia ma anche le eccellenze delle nostra cucina, delle nostre ricette…
Quindi “Ricette di viaggio”, ci sono state ricette storiche, ingredienti tipici ad influenzare le tue scelte?
Tutti i ricordi dei nonni sono legati in qualche modo alle antiche ricette; mio nonno pugliese è stato fondamentale per le ricette con il pomodoro, e ingredienti locali come il pesce crudo, l’olio extra vergine…; la nonna emiliana mi ha insegnato le ricette con la pasta fresca, l’amore per la manipolazione della pasta; poi c’è il nonno Klugmann di origine ebraica … Devo ringraziare i nonni per i bei ricordi e insegnamenti che mi hanno lasciato e i genitori per la libertà che mi hanno dato. Così che con il tempo, diventata una chef, e ho pensato agli ingredienti in maniera libera, secondo le mie scelte.

La cucina è femmina?
No, la cucina non ha sesso, la creatività non ha sesso, una volta erano gli uomini i padroni della creatività perchè noi donne non potevamo scegliere niente; in realtà la creatività è figlia della libertà
quindi bisogna aspettare che le donne abbiamo la stessa libertà pratica degli uomini e alla fine ci saranno tante donne e uomini a occuparsi di cucina
Antonia, cosa fai fuori dalla tua cucina, quali sono le tue passioni oltre alla guida?
La vela è stato un episodio importantissimo per me perchè mi ha riconciliato con la natura: le domeniche passate a fare regate sono un ricordo indelebile.

Sport, gusto, natura e natura ancora che torna nei tuoi piatti?
Da triestina, ho scelto di abitare in campagna, sono sempre stata attratta da questo luogo magico, il Collio, dove si produce il vino a cavallo con la Slovenia e resta ancora una natura incontaminata da scoprire, io adoro avere un ristorante in campagna..

Il tuo piatto preferito, la ricetta tipica preferita?
In punto di morte mangerò sicuramente la pasta al pomodoro, ma amo tutte le verdure, il pesce, la carne, le frattaglie…

Le tue ricette hanno una personale interpretazione degli ingredienti del territorio attraverso la costante ricerca di nuovi accostamenti e sensazioni, dove le troviamo?
Ho scritto il mio libro come “Di cuore e di coraggio” come un menù per tutti, quindi potete trovarle in quelle pagine.

Il ristorante di Antonia Klugmann
L’Argine di Vencò
Località Vencò, 34070 Dolegna del Collio GO
Telefono: 0481 199 9882