I 10 Parchi Nazionali più belli del mondo

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD: TOP 10 parchi nazionali

Parchi e Riserva hanno l’obiettivo di tutelare paesaggi ed ecosistemi di rara bellezza, consentendo di preservare una ricca biodiversità dalla mano dell’uomo che, tuttavia, in queste zone protette può diventare uno spettatore e stupirsi della bellezza della natura. Ma quali sono i Parchi Nazionali più belli del mondo? Abbiamo provato a cercarli per l’appuntamento settimanale della nostra rubrica TOP 10. Questi sono quelli che, secondo noi, meritano una posizione in classifica.

1. Parco Nazionale del Serengeti (Tanzania)

Il suo nome in lingua masai significa “pianura sconfinata”. Il Parco Nazionale del Serengeti, con i suoi 14.763 kmq è una delle aree protette più importanti dell’Africa Orientale e tra le più famose del mondo. Si trova nel nord della Tanzania, nell’omonima pianura, tra il Lago Vittoria e il confine con il Kenya. Confina poi con altri celebri parchi africani, come quello di Masai Mara, in Kenya, e la riserva naturale di Ngorongoro.

Qui vivono leoni, leopardi, elefanti, zebre, antilopi, gazzelle gnu, ippopotami e tante altre specie. Qui si può assistere a uno degli spettacoli della natura più belli del mondo, chiamata la “grande migrazione”, si tratta infatti del più importante movimento di animali selvatici della Terra. Nel 1981 è stato inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità.

2. Parco Nazionale di Yellowstone (Stati Uniti)

È il Parco Nazionale più antico del mondo. La sua istituzione risale infatti al 1° marzo 1872. Yellowstone si estende su un’area di 8983,18 kmq (quasi quanto la Corsica) e si trova a cavallo fra tre stati, il Wyoming per la parte nord occidentale, l’Idaho per quella sud orientale e il Montana per quello sud occidentale. È anche uno dei parchi più visitati del mondo, con più di 4 milioni di visitatori all’anno. E di fascino ne ha da vendere. Basti pensare che include diversi ecosistemi, tra cui il più ampio è quello della foresta subalpina.

Qui si trovano canyon mozzafiato, catene montuose, laghi, tra cui lo Yellowstone, uno dei più grandi laghi d’alta quota in tutti gli USA, e, soprattutto la Caldera di Yellowstone, il più grande super vulcano del mondo considerato dormiente. Inoltre, più della metà dei geyser e delle sorgenti idrotermali del mondo si trovano in questo parco, tutti alimentati dall’attività vulcanica in corso. Tra gli “ospiti” troviamo il lupo grigio, il grizzly, il bisonte americano e il wapiti. La mandria di bisonti dello Yellowstone, poi, è la più antica e numerosa di tutti gli Stati Uniti. Dal 1978 è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

3. Parco Nazionale delle Isole Galapagos

Al terzo porto il Parco Nazionale delle Isole Galapagos, anch’esso Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Fondato nel 1959 in omaggio a Charles Darwin che su queste isole formulò le sue teorie dell’evoluzione, è divenuto operativo dal 1968. Comprende il 97% del territorio delle Isole Galapagos, inclusi i centri abitati di Santa Cruz, San Cristobal, Baltra, Floreana e Isabela. Uno degli itinerari più belli è Tortuga Bay, sull’isola di Santa Cruz, a circa 20 minuti a piedi dal molo da dove partono i taxi acquatici a Puerto Ayora.

Il percorso consente di fare incontri ravvicinati con iguane marine, granchi e uccelli. Nella baia, poi, si possono avvistare gli squali pinna bianca che nuotano a piccoli gruppi e la gigantesca tartaruga delle Galapagos. Le isole vantano una biodiversità unica al mondo che include l’iguana terreste delle Galapagos e quella marina, la tartaruga gigante e la tartaruga verde, il pinguino delle Galapagos, l’unico che vive all’Equatore, il cormorano attero, la sula dai piedi azzurri, il pellicano bruno. il leone marino e l’otaria orsina.

4. Parco Nazionale di Goreme (Turchia)

Il suo nome completo è Parco Nazionale di Goreme e dei siti rupestri della Cappadocia. Entra di diritto nella nostra TOP 10 per i suoi paesaggi unici, disegnati nei secoli da rocce erose dall’acqua e dal vento. Si trova nella Turchia Centrale, in un’area di circa 100 kmq, nella provincia di Neysehir. Include la regione vulcanica dei monti Hasan ed Ercives nell’Anatolia centrale. Le rocce di basalto e di tufo hanno dato origine a torri rocciose, pilastri, rocce a tende e i famosi Camini delle fate.

Qui nel IV secolo si insediò una prima comunità di anacoreti, che iniziarono ad abitare in celle scavate nella roccia e, successivamente, in veri e propri villaggi sotterranei per sfuggire agli attacchi dei predoni arabi.  Attorno all’842 le chiese sotterranee vennero decorate con dipinti colorati di una bellezza unica. Ancora oggi, alcune persone vivono in case rupestri, anche se non sotto terra. Anche il Parco Nazionale di Goreme è stato inserito tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1985.

5. Parco Nazionale Torres del Paine (Patagonia, Cile)

Laghi cristallini, torri di granito, ghiacciai perenni. Il Parco Nazionale Torres del Paine regala uno dei paesaggi più straordinari del Cile. Siamo nella regione della Patagonia, a 112 km a nord di Puerto Natales e a 312 dalla città di Punta Arenas. Tra le montagne comprese nel suo territorio ci sono il complesso del Cerro Paine, la cui cima più importante tocca i 3050 mslsm, le Torred del Paine, che danno il nome al parco, e i Cuernos del Paine.

Vallate, fiumi, ghiacciai sono l’habitat dove hanno trovato casa puma, guanachi, volpi grigie, marà, nandù e il condor delle Ande. Qui si trovano anche due rari mammiferi, il kodkod, un piccolo gatto selvatico, e l’orso dagli occhiali, l’unico orso nel Sud America. Tra le specie di uccelli assai rare, invece, troviamo il fenicottero del Cile e l’anatra muschiata. È uno dei parchi più visitati del Paese e il 75% dei turisti è straniero, per lo più proveniente dall’Europa. È stato inaugurato il 13 maggio 1959, il 28 aprile 1978 è diventato Riserva della Biosfera e, nel 1994, è entrato nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità.

6. Parco del Gran Canyon (Arizona, USA)

È uno dei parchi più famosi al mondo per le sue caratteristiche e inconfondibili rocce rosse che si colorano di sfumature incredibili riflettendo la luce del sole, soprattutto all’alba e al tramonto. Istituito il 26 febbraio 1919 prende il nome dal Grand Canyon una gola formata dal fiume Colorado in più di 5 milioni di anni, profonda ben 1600 metri e lunga 450 km.

Il parco si estende per 49128 kmq e, fino alla presidenza Roosvelt, l’area era di proprietà dei Nativi Americani che oggi abitano solo in una piccola zona. È considerata una delle “meraviglie naturali del mondo” e ogni anno attira milioni di visitatori provenienti da tutto il pianeta che vogliono ammirare almeno una volta nella vita lo straordinario panorama da uno dei tanti punti di osservazione oppure grazie a un volo panoramico in elicottero. Costa circa 250 dollari, ma ne vale la pena.

7. Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice (Croazia)

Una successione di ben 16 laghi, collegati tra loro da cascate e circondati da una vegetazione lussureggiante. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale del Laghi di Plitvice, nella vicina Croazia, una meraviglia della natura che fa parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1979. Il parco si estende su una superficie di 33mila ettari tra boschi, grotte, cascate, laghi e corsi d’acqua dove vive una ricca biodiversità tra cui 157 specie di uccelli, 50 di mammiferi, 321 di lepidotteri, tra cui 76 specie di farfalle e 245 di falene.

Tra gli animali che si possono avvistare qui ci sono l’orso bruno, il lupo, la lince, il cinghiale e il capriolo. Gli splendidi laghi sono formati da due fiumi, il Fiume Bianco e il Fiume Nero, che confluiscono nel fiume Korana. Inoltre, le loro acque sono ricche di Sali minerali di origine calcarea, come carbonato di calcio e di magnesio che nei secoli hanno formato strati di travertino, che insieme alla folta vegetazione, regala scorci di rara bellezza. Nel parco ci si può spostare a piedi, in bicicletta, ma anche in barca e con un trenino, ammirando i suoi incredibili colori.

8. Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (Italia)

Non potevamo non inserire un parco italiano nella nostra TOP 10. E la scelta è caduta sul Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno. Natura incontaminata, un mare cristallino, antiche vestigia e tesori barocchi fanno di questo parco uno dei più belli e interessanti del mondo. Diventato Parco Nazionale nel 1991, si estende oggi per più di 181 mila ettari, corrispondenti alla parte meridionale della provincia di Salerno, compresa tra la Piana del Sele a nord, la Basilicata a sud e il Mar Tirreno a ovest. Nell’area del parco sono inclusi anche 80 Comuni e 8 Comunità Montane.

Inoltre, fanno parte del territorio del parco anche gli splendidi siti archeologici di Paestum e Velia, città greche poi passate sotto il dominio romano. Un altro gioiello del parco è la Certosa di Padula, la più grande d’Italia, e uno del più monumentali complessi religiosi in stile barocco del Sud Italia. L’ampio territorio e la varietà di ambienti ha poi fatto sì che nel parco trovassero il loro habitat ideale circa 600 specie di animali diverse. Come l’istrice, la faina, lo scoiattolo, il lupo, la lontra, la lepre, ma anche il ghiro, il gatto selvatico, il cinghiale, il cervo e il capriolo.

Sono poi presenti numerose specie di pipistrelli e di rapaci, come l’aquila reale, il nibbio, il falco pellegrino, il gufo reale, e il nibbio. Nelle acque del Tirreno nuotano poi tursiopi e capodogli. Ci sono stati avvistamenti anche di tartarughe Caretta caretta. Dal 1997 è anche Riserva della Biosfera, dal 1998 Patrimonio UNESCO e dal 2010 è l’unico parco italiano a essere diventato geoparco.

9. Parco Nazionale di Huanglong (Cina)

Un paesaggio magico, formato da terrazze di acqua termale in centinaia di piscinette di calcite. Le terrazze, disposte su diversi livelli, si trovano a diverse altezze e fino a 4000 metri. Il tutto circondato da boschi, cascate e cime innevate. Entra nella nostra TOP 10 anche il Parco Nazionale di Huanglong, il cui nome significa “drago giallo”.

Si trova nella Contea di Songpan, nella provincia di Sichuan, in Cina. Occupa la parte meridionale della catena montuosa del Minshan, a 150 km a nord ovest di Chengdu. Qui vivono diverse specie, tra cui alcune rare e considerate in via di estinzione, come il panda gigante e la scimmia dorata del Sichuan. Anche il parco di Huanglong fa parte, dal 1992, dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO e dal 2000 è stata aggiunta anche all’elenco delle Riserve della Biosfera.

10. Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta (Australia)

Chiude la nostra TOP 10 l’iconico Parco Nazionale Uluru-Kata Tjuta, uno dei simboli dell’Australia. Situato nella provincia dei Territori del Nord, a circa 1400 km a sud di Darwin, si estende su un’area di 1326 kmq e comprende le famosissime formazioni geologiche che gli danno il nome: Ayers Rock, Uluru, in lingua aborigena, lo straordinario monolito di granito rosso che muta colore a seconda delle ore del giorno, e Mount Olga, Kata Tjuta in aborigeno, una cupola rocciosa che svetta nel bel mezzo di una piana. Questa area è considerata sacra dagli aborigeni australiani, ai quali è stata restituita nel 1985. Oggi, il parco è gestito in maniera congiunta dal Governo australiano e dalla comunità aborigena.

È Riserva della Biosfera dal 1977 e Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1987. Qui si possono osservare canguri, emù, dingo e wallaby che vagano liberi sulle sabbie di questo “deserto rosso”, ma anche 13 specie di serventi, rapaci come il falco marrone e il gheppio australiano, un raro parrocchetto e altre 170 specie di uccelli che ne fanno un paradiso per gli amanti del birdwatching. E, anche se non è un uccello, l’animale più ambito per il proprio obiettivo fotografico è…l’euro, o wallaroo, un incrocio tra un canguro e un wallaby.

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Parks and Reserves aim to protect landscapes and ecosystems of rare beauty, allowing them to preserve a rich biodiversity from the hand of man, who, however, in these protected areas can become a spectator and marvel at the beauty of nature. But which are the most beautiful National Parks in the world? We have tried to find them for the weekly appointment of our TOP 10 column. These are the ones that, in our opinion, deserve a place in the ranking.

 

1. Serengeti National Park (Tanzania)

Its name in the Maasai language means ‘boundless plain’. At 14,763 square kilometres, the Serengeti National Park is one of the most important protected areas in East Africa and among the most famous in the world. It is located in northern Tanzania, in the plain of the same name, between Lake Victoria and the Kenyan border. It borders other famous African parks, such as Kenya’s Masai Mara and the Ngorongoro Nature Reserve.

Lions, leopards, elephants, zebras, antelopes, wildebeest gazelles, hippos and many other species live here. Here you can witness one of the most beautiful spectacles of nature in the world, called the ‘great migration’, it is in fact the most important movement of wild animals on earth. In 1981, it was listed by UNESCO as a World Heritage site.

 

2. Yellowstone National Park (United States)

This is the oldest National Park in the world. It was established on 1 March 1872. Yellowstone covers an area of 8983.18 square kilometres (almost the size of Corsica) and straddles three states, Wyoming for the north-west, Idaho for the south-east and Montana for the south-west. It is also one of the most visited parks in the world, with more than 4 million visitors a year. And it has charm to spare. Suffice it to say that it includes several ecosystems, the largest of which is the subalpine forest.

There are breathtaking canyons, mountain ranges, lakes, including the Yellowstone, one of the largest high-altitude lakes in the entire USA, and, above all, the Yellowstone Caldera, the world’s largest supervolcano considered dormant. In addition, more than half of the world’s geysers and hydrothermal springs are found in this park, all fed by ongoing volcanic activity. Among the ‘guests’ are the grey wolf, the grizzly, the American bison and the wapiti. The Yellowstone bison herd is the oldest and most numerous in the United States. It has been a UNESCO World Heritage Site since 1978.

 

3. Galapagos Islands National Park

At the third port is the Galapagos Islands National Park, also a UNESCO World Heritage Site since 1979. Founded in 1959 in homage to Charles Darwin who formulated his theories of evolution on these islands, it has been operational since 1968. It encompasses 97% of the territory of the Galapagos Islands, including the settlements of Santa Cruz, San Cristobal, Baltra, Floreana and Isabela. One of the most beautiful itineraries is Tortuga Bay, on the island of Santa Cruz, about a 20-minute walk from the pier where the water taxis depart in Puerto Ayora.

The route allows for close encounters with marine iguanas, crabs and birds. In the bay, you can also spot white tip sharks swimming in small groups and the giant Galapagos tortoise. The islands boast a unique biodiversity that includes the Galapagos terrestrial and marine iguanas, the giant and green turtles, the Galapagos penguin, the only one living on the Equator, the land cormorant, the blue-footed gannet, the brown pelican, the sea lion and the orsina sea lion.

 

4. Goreme National Park (Turkey)

Its full name is Goreme National Park and Cappadocia’s rocky sites. It is rightfully in our TOP 10 for its unique landscapes, shaped over centuries by rocks eroded by water and wind. It is located in Central Turkey, in an area of about 100 square kilometres, in the province of Neysehir. It includes the volcanic region of the Hasan and Ercives mountains in central Anatolia. The basalt and tuff rocks have given rise to rock towers, pillars, tent rocks and the famous Fairy Chimneys.

An early community of anchorites settled here in the 4th century, who began to live in cells carved into the rock and, later, in actual underground villages to escape attacks by Arab raiders. Around 842, the underground churches were decorated with colourful paintings of unique beauty. Even today, some people still live in cave houses, although not underground. The Goreme National Park was also listed as a UNESCO World Heritage site in 1985.

 

5. Torres del Paine National Park (Patagonia, Chile)

Crystalline lakes, granite towers, perennial glaciers. The Torres del Paine National Park offers one of the most extraordinary landscapes in Chile. We are in the Patagonia region, 112 km north of Puerto Natales and 312 km from the city of Punta Arenas. Among the mountains within its territory are the Cerro Paine complex, whose most important peak touches 3050 mslsm, the Torred del Paine, which gives the park its name, and the Cuernos del Paine.

Valleys, rivers and glaciers are the habitat of pumas, guanacos, grey foxes, maras, nandos and the Andes condor. Two rare mammals are also found here, the kodkod, a small wild cat, and the spectacled bear, the only bear in South America. Rare bird species include the Chilean flamingo and the musk duck. It is one of the most visited parks in the country and 75% of the tourists are foreigners, mostly from Europe. It was inaugurated on 13 May 1959, became a Biosphere Reserve on 28 April 1978 and entered the list of World Heritage Sites in 1994.

 

6. Grand Canyon Park (Arizona, USA)

It is one of the most famous parks in the world for its characteristic and unmistakable red rocks that are coloured in incredible shades reflecting the sunlight, especially at sunrise and sunset. Established on 26 February 1919, it takes its name from the Grand Canyon, a gorge formed by the Colorado River over more than 5 million years, 1600 metres deep and 450 km long.

The park covers 49128 square kilometres and, until the Roosevelt presidency, the area was owned by Native Americans, who now inhabit only a small area. It is considered one of the ‘Natural Wonders of the World’ and every year attracts millions of visitors from all over the planet who want to admire the extraordinary panorama at least once in their lifetime from one of the many viewpoints or from a scenic helicopter flight. It costs about $250, but it is well worth it.

 

7. Plitvice Lakes National Park (Croatia)

A succession of no less than 16 lakes, connected by waterfalls and surrounded by lush vegetation. Also in our TOP 10 is the Plitvice Lakes National Park in neighbouring Croatia, a natural wonder that has been a UNESCO World Heritage Site since 1979. The park covers an area of 33 thousand hectares with forests, caves, waterfalls, lakes and streams, and is home to a rich biodiversity including 157 species of birds, 50 species of mammals, 321 species of lepidoptera, including 76 species of butterflies and 245 species of moths.

Animals that can be spotted here include the brown bear, wolf, lynx, wild boar and roe deer. The beautiful lakes are formed by two rivers, the White River and the Black River, which flow into the Korana River. In addition, their waters are rich in mineral salts of calcareous origin, such as calcium carbonate and magnesium carbonate, which over the centuries have formed layers of travertine, which, together with the thick vegetation, provides glimpses of rare beauty. In the park, you can move around on foot, by bicycle, but also by boat and small train, admiring its incredible colours.

 

8. Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park (Italy)

We could not fail to include an Italian park in our TOP 10. And the choice fell on the Cilento, Vallo di Diano and Alburni National Park in the province of Salerno. Unspoilt nature, a crystal-clear sea, ancient vestiges and baroque treasures make this park one of the most beautiful and interesting in the world. It became a National Park in 1991 and now covers more than 181,000 hectares, corresponding to the southern part of the province of Salerno, between the Sele Plain to the north, Basilicata to the south and the Tyrrhenian Sea to the west. The park area also includes 80 municipalities and 8 mountain communities.

Also part of the park’s territory are the splendid archaeological sites of Paestum and Velia, Greek cities that later came under Roman rule. Another jewel of the park is the Charterhouse of Padula, the largest in Italy, and one of the most monumental Baroque-style religious complexes in southern Italy. The vast territory and variety of environments has also meant that around 600 different species of animals find their ideal habitat in the park. Such as the porcupine, beech marten, squirrel, wolf, otter, hare, as well as dormouse, wild cat, wild boar, deer and roe deer.

There are also numerous species of bats and birds of prey, such as the golden eagle, kite, peregrine falcon and eagle owl. Bottlenose dolphins and sperm whales also swim in the waters of the Tyrrhenian Sea. There have also been sightings of Caretta caretta turtles. Since 1997 it has also been a Biosphere Reserve, since 1998 a UNESCO World Heritage Site and since 2010 the only Italian park to have become a geopark.

 

9. Huanglong National Park (China)

A magical landscape formed by thermal water terraces in hundreds of calcite pools. The terraces, arranged on different levels, are located at different heights and up to 4000 metres. All surrounded by forests, waterfalls and snow-capped peaks. Also in our TOP 10 is Huanglong National Park, whose name means ‘yellow dragon’.

It is located in Songpan County, Sichuan Province, China. It occupies the southern part of the Minshan mountain range, 150 km north-west of Chengdu. It is home to several species, including some rare and considered endangered, such as the giant panda and the Sichuan golden monkey. Huanglong Park has also been a UNESCO World Heritage Site since 1992 and was added to the list of Biosphere Reserves in 2000.

 

10. Uluru-Kata Tjuta National Park (Australia)

Closing our TOP 10 is the iconic Uluru-Kata Tjuta National Park, one of Australia’s symbols. Located in the Northern Territories province, about 1400 km south of Darwin, it covers an area of 1326 square kilometres and includes the famous geological formations that give it its name: Ayers Rock, Uluru, in Aboriginal language, the extraordinary red granite monolith that changes colour depending on the time of day, and Mount Olga, Kata Tjuta in Aboriginal, a rocky dome that stands in the middle of a plain. This area is considered sacred by the Australian Aborigines, to whom it was returned in 1985. Today, the park is jointly managed by the Australian Government and the Aboriginal community.

It has been a Biosphere Reserve since 1977 and a UNESCO World Heritage Site since 1987. Here, you can see kangaroos, emus, dingoes and wallabies roaming free on the sands of this ‘red desert’, as well as 13 species of servants, birds of prey such as the brown hawk and Australian kestrel, a rare parakeet and 170 other bird species, making it a paradise for birdwatchers. And, although not a bird, the most coveted animal for your photographic lens is…the euro, or wallaroo, a cross between a kangaroo and a wallaby.




Samarcanda, una meta da mito

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD: Samarcanda, Uzbekistan

Forse qualcuno l’ha scoperta, oltre che sui banchi di scuola, con Roberto Vecchioni e la sua famosa e commovente canzone “Samarcanda”. Ricordate? corri cavallo, corri ti prego fino a Samarcanda io ti guiderò. Nella realtà questo luogo ha alle spalle una storia di ben 2700 anni e le sue straordinarie bellezze hanno fatto sì che nel 2001 fosse dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Samarcanda è più bella di quanto non si possa immaginare. È impareggiabile, la città delle mille e una notte con gioielli architettonici di grande bellezza.

È una città della Repubblica dell’Uzbekistan, stato dell’Asia centrale, ed è conosciuta soprattutto per la sua posizione, nel mezzo della Via della seta, un percorso di circa 8.000 chilometri. Nell’antichità era una rotta commerciale tra l’impero cinese e quello romano. Vi accorgerete che a Samarcanda tutto ruota intorno a Piazza Registan di bellezza stupefacente. È l’elemento urbanistico di maggior rilievo in città oltre ad esserne il cuore. È qui che nel passato, attraverso enormi corni (dzharchis) venivano annunciati i proclami reali oltre alle esecuzioni capitali. Dunque un luogo che brulica di vita e di storia in ogni centimetro quadrato. Di forma rettangolare e molto lunga è circondata da tre bellissime madrase (scuole islamiche): Ulugh Beg, Sher-Dor e   Tilya-Kori.

SamarcandaPiazza Registan

La madrasa Ulugh Beg, a ovest della piazza, porta il nome dal sovrano dell’impero timuride ed è  in stile azero. In questa scuola venivano insegnate materie quali filosofia, teologia e astronomia. All’interno diversi mosaici richiamano appunto l’astronomia. Il soffitto è una cupola di colore blu intenso,  la struttura e i minareti hanno un rivestimento di maioliche e mosaici posati in maniera tale da formare gradevoli motivi geometrici. All’interno si trovano le stanze degli studenti e l’aula dove si svolgevano le lezioni (Darskhna).

Samarcanda
Piazza Registan

Di fronte alla madrasa Ulugh Beg, a est della piazza,  si trova la Sher-Dor  che significa porta dei leoni. Si tratta di un complesso, come del resto le altre due madrase, di notevole bellezza architettonica. Il nome  “Sher-Dor” o Cher Dor, deriva dai mosaici e dalle decorazioni del timpano che rappresentano leoni e tigri. Anomala tale rappresentazione visto che, la tradizione islamica, vieta la raffigurazione di esseri viventi.

L’ultima delle tre madrase, la Tilya-Kori (che significa copertura d’oro) sfoggia una moschea decorata in oro e si trova tra le altre due. Oltre che dalla moschea, è composta da due gallerie in cui è ospitato il museo della città. È veramente molto bella con decorazioni raffiguranti due tigri che lasciano senza fiato.

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Medrese Tilya-Kori- Moschea

Samarcanda

Da vedere in città la moschea Bibi Khanum, uno dei  monumenti più importanti di Samarcanda a lungo considerata tra le più grandi e più belle moschee del mondo islamico. Voluta dal sovrano Amir Tamur (Tamerlano) in onore dell’amata moglie da cui prende il nome, è stata costruita con pietre preziose. Pare che ci vollero 90 elefanti per trasportare tutte le pietre necessarie alla costruzione che fu completata tra il 1399 e il 1404. Ma a causa di un terribile terremoto crollò parzialmente. Molti i lavori fatti recentemente per ripristinare alcune sue parti, come l’ingresso principale e diverse cupole. All’interno un grande cortile dove trova posto un piedistallo su cui poggia un Corano di enormi dimensioni. Di fronte il mausoleo e il tipico mercato per farsi un’idea dei prodotti tipici e della vita quotidiana del popolo uzbeko.

Molte leggende sono legate a questa moschea e ve ne accenniamo alcune tra le più significative.

Si narra che questa grande moschea fu costruita in onore della moglie di Tamerlano. L’architetto che curava la costruzione si innamorò perdutamente della bella Bibi a tal punto che chiese un bacio per completare il lavoro. Il bacio fu concesso ma costò la vita a entrambi perché Tamerlano ordinò la loro morte e  deliberò che le donne del suo impero portassero il velo.

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Una veduta della moschea Bibi Khanum

Un’altra leggenda narra invece che dalla moschea, ancora oggi, si sentono i singhiozzi della moglie amata da Tamerlano ma costretta, a seguito del tradimento, a portare il velo per sempre.

Un altro luogo da non perdere è il Mausoleo di Gur–e Amir, luogo simbolo cimiteriale della dinastia timuride, dove riposano le spoglie di Tamerlano e di altri sovrani timuridi. Tamerlano desiderava essere sepolto nel paese che gli diede i natali, Shakhrisabz, ma Ulugh Ben non rispettò le volontà e fece seppellire il corpo nel mausoleo.

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Un particolare del Mausoleo di Gur–e Amir

Un altro luogo di grande interesse è la necropoli di Shakh-i Zinda (il re vivente). I   monumenti funebri sembra non abbiano eguali in tutta l’Asia centrale. L’architettura di questo luogo è sorprendente. All’interno la sepoltura più antica è quella di Kusama ibn Abbas, il cugino del profeta Maometto arrivato a Samarcanda per diffondere la religione ma dove trovò la morte per mano di pagani in un momento di preghiera. Secondo invece una leggenda sembra che Kusam Ibn Abbas abbia lasciato questo mondo vivo e oggi continua a vivere nella cripta sotto la moschea dove soleva pregare. Ed è per questa ragione che il popolo cominciò a chiamalo “il re vivente”. La tomba è meta di pellegrinaggi ed è molto venerata dai musulmani.

Samarcanda
La necropoli Shohizinda che significa “Il re vivente” si trova nella parte nord-est di Samarcanda

Da non perdere assolutamente è l’Osservatorio di Ulugh Ben, sovrano e astronomo che nel 1420 diede vita a un astrolabio che ancora oggi viene considerato, dagli studiosi,  uno dei migliori osservatori dell’Islam medievale. Si tratta di una vera e propria opera d’ingegneria, nato per calcolare la posizione delle stelle con minuziosa precisione.

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Osservatorio di Ulugh Ben

Fate un salto alla Tomba di Daniele. Si tratta di un edificio sormontato da 5 cupole con all’interno la lunga pietra sepolcrale (18 metri) contenente le spoglie del profeta Daniele. La leggenda vuole che la lunghezza del sepolcro sia dovuta al fatto che le ossa del profeta   dell’antico Testamento crescano di circa mezzo pollice ogni anno e pertanto sia stato necessario adeguare il sepolcro. Le spiegazioni più attendibili invece parlano di una scelta fatta al fine di rendere difficile un eventuale trafugamento del corpo del profeta. Ma resta il fatto che qui giungono persone che chiedono di essere guarite dai mal di testa, dall’insonnia e dagli incubi.

SamarcandaTomba di Daniele

Consigliamo inoltre di visitare il Siyob Bazaar di Samarcanda, un bazar di dimensioni enormi vicino alla  Moschea di Bibi-Khanym. Si tratta di un mercato pubblico tipico della cultura islamica dove potrete assistere alla vendita di ogni genere di prodotto. Dalla frutta (che consigliamo di acquistare per la bontà) al  naan, il pane tipico, a tessuti per arredi sino all’abbigliamento. È qui che si comprende la vita degli abitanti ed è bello interagire con loro.

Si tratta sostanzialmente di un centro commerciale all’aperto frequentato soprattutto dai locali ma anche da molti turisti in cerca della vera Samarcanda.

Non possiamo non parlarvi della cucina locale che regala piatti particolari e molto saporiti come il gustosissimo piatto tradizionale, il plov, del riso con carne di montone, uvetta e verdure in olio di cotone generalmente accompagnato dal naan. Provate i shashlik, spiedini di carne cotti alla brace. A Samarcanda la versione tipica del plov è con la mela cotogna, una vera delizia per il palato.

Non abbiamo invece buone notizie per quanto concerne la movida. A Samarcanda non ci sono molti locali. Generalmente sono le strutture alberghiere a organizzare serate per intrattenere i turisti.

samarcanda

Vi consigliamo, prima della partenza, un libro edito da Feltrinelli: Verso Samarcanda – la lunga marcia II – di Bernard Ollivier. Un libro che vi anticiperà la cultura e le bellezze del posto.

DOVE ALLOGGIARE: tante le soluzioni a disposizione a partire da hotel lussuosi, alberghi modesti ma accoglienti e soluzioni molto economiche come i bed and breakfast. Noi vi segnaliamo: Orient Star Samarkand – indirizzo: Dagbitskaya Street 33, Samarkand 140120, Uzbekistan Telefono00998 66 232 29 06

DOVE MANGIARE: Registon Restourant  (5, Registan Street). Situato vicino alla bellissima piazza Registon, il ristorante è piccolo, raccolto e ben arredato. Molte le decorazioni tipiche del posto. Tappeti e cuscini per accomodarsi a terra fanno da cornice alle zuppe cucinate di cereali e a dolci deliziosi a cominciare dal le frittelle che vengono servite con fette di mela e sciroppo di caramello.

Non ci resta che augurarvi un bellissimo viaggio nella terra che fu calpestata da Marco Polo che così descrisse la città:« Samarcan è una nobile cittade, e sonvi cristiani e saracini » (Marco Polo, Il Milione)

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Un bellissimo tramonto su Samarcanda

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Perhaps someone discovered it not only at school but also with Roberto Vecchioni and his famous and moving song ‘Samarkand’. Remember? Run horse, run please to Samarkand I will guide you. In reality, this place has a history of no less than 2700 years behind it and its extraordinary beauty led to it being declared a UNESCO World Heritage Site in 2001. Samarkand is more beautiful than you can imagine. It is incomparable, the city of a thousand and one nights with architectural gems of great beauty.

It is a city in the Republic of Uzbekistan, a Central Asian state, and is best known for its location in the middle of the Silk Road, a route of some 8,000 kilometres. In antiquity, it was a trade route between the Chinese and Roman empires. You will realise that everything in Samarkand revolves around the astonishingly beautiful Registan Square. It is the most prominent urban element in the city as well as being its heart. This is where, in the past, royal proclamations were announced through huge horns (dzharchis) as well as executions. So it is a place teeming with life and history in every square inch. Rectangular in shape and very long, it is surrounded by three beautiful madrasas (Islamic schools): Ulugh Beg, Sher-Dor and Tilya-Kori.

SamarcandaRegistan Square

The Ulugh Beg madrasa, to the west of the square, is named after the ruler of the Timurid empire and is Azerbaijani in style. In this school, subjects such as philosophy, theology and astronomy were taught. Inside, several mosaics recall astronomy. The ceiling is a deep blue dome, and the structure and minarets are covered with tiles and mosaics laid in such a way as to form attractive geometric patterns. Inside are the students’ rooms and the lecture hall (Darskhna).

Samarcanda

Registan Square

Opposite the Ulugh Beg madrasa, to the east of the square, is the Sher-Dor, meaning lions’ gate. It is a complex, like the other two madrasas, of remarkable architectural beauty. The name ‘Sher-Dor’ or Cher Dor, derives from the mosaics and gable decorations depicting lions and tigers. Anomalous such representation given that, according to Islamic tradition, the depiction of living beings is forbidden.

The last of the three madrasas, the Tilya-Kori (meaning golden roof) sports a mosque decorated in gold and is located between the other two. Besides the mosque, it consists of two galleries housing the city museum. It is really very beautiful with breathtaking decorations depicting two tigers.

samarcandaMedrese Tilya-Kori- Mosque

A must-see in the city is the Bibi Khanum Mosque, one of the most important monuments in Samarkand long considered to be among the largest and most beautiful mosques in the Islamic world. Commissioned by the ruler Amir Tamur (Tamerlane) in honour of his beloved wife after whom it was named, it was built with precious stones. Apparently it took 90 elephants to transport all the stones needed for the construction, which was completed between 1399 and 1404. But due to a terrible earthquake it partially collapsed. Much work has recently been done to restore parts of it, such as the main entrance and several domes. Inside there is a large courtyard with a pedestal on which a huge Koran rests. Opposite is the mausoleum and a typical market to get an idea of the typical products and daily life of the Uzbek people.

Many legends are linked to this mosque and we will mention some of the most significant ones.

It is said that this great mosque was built in honour of Tamerlane’s wife. The architect in charge of the construction fell madly in love with the beautiful Bibi to such an extent that he asked for a kiss to complete the work. The kiss was granted but it cost them both their lives because Tamerlane ordered their deaths and decreed that the women of his empire should wear the veil.

SamarcandaA view of the Bibi Khanum mosque

Another legend has it that from the mosque, even today, one can hear the sobs of Tamerlane’s beloved wife but forced, as a result of the betrayal, to wear the veil forever.

Another place not to be missed is the Mausoleum of Gur-e Amir, a cemetery symbol of the Timurid dynasty, where the remains of Tamerlane and other Timurid rulers rest. Tamerlane wished to be buried in his birthplace, Shakhrisabz, but Ulugh Ben disregarded his wishes and had the body buried in the mausoleum.

SamarcandaA detail of the Mausoleum of Gur-e Amir

Another place of great interest is the necropolis of Shakh-i Zinda (the living king). The burial monuments seem to have no equal in the whole of Central Asia. The architecture of this place is astonishing. Inside, the oldest burial is that of Kusama ibn Abbas, the cousin of the prophet Muhammad who arrived in Samarkand to spread the religion but where he met his death at the hands of pagans during a moment of prayer. According to legend, however, it seems that Kusam Ibn Abbas left this world alive and today continues to live in the crypt under the mosque where he used to pray. And it is for this reason that the people began to call him ‘the living king’. The tomb is a place of pilgrimage and is highly venerated by Muslims.

SamarcandaThe Shohizinda Necropolis meaning ‘The Living King’ is located in the north-eastern part of Samarkand.

Not to be missed is the Observatory of Ulugh Ben, a ruler and astronomer who in 1420 created an astrolabe that is still considered by scholars to be one of the best observatories in medieval Islam. It is a true work of engineering, created to calculate the position of the stars with minute precision.

SamarcandaUlugh Ben Observatory

Take a trip to the Tomb of Daniel. This is a building surmounted by five domes with the long tombstone (18 metres) inside containing the remains of the prophet Daniel. Legend has it that the length of the tomb is due to the fact that the bones of the Old Testament prophet grew about half an inch every year and therefore the tomb had to be adapted. The most reliable explanations instead speak of a choice made in order to make it difficult for the prophet’s body to be stolen. But the fact remains that people come here asking to be cured of headaches, insomnia and nightmares.

SamarcandaTomb of Daniel

We also recommend a visit to the Siyob Bazaar in Samarkand, a huge bazaar near the Bibi-Khanym Mosque. This is a public market typical of Islamic culture where you can witness the sale of all kinds of products. From fruit (which we recommend you buy for the goodness) to naan, the typical bread, to fabrics for furniture to clothing. It is here that you understand the life of the inhabitants and it is nice to interact with them.

It is basically an open-air shopping centre frequented mainly by locals but also by many tourists in search of the real Samarkand.

We cannot fail to tell you about the local cuisine, which offers special and very tasty dishes such as the very tasty traditional dish, plov, rice with mutton, sultanas and vegetables in cotton oil usually accompanied by naan. Try shashlik, skewers of barbecued meat. In Samarkand, the typical version of plov is with quince, a real treat for the palate.

On the other hand, we don’t have good news when it comes to nightlife. There are not many clubs in Samarkand. It is generally the hotel establishments that organise evenings to entertain tourists.

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We recommend, before you leave, a book published by Feltrinelli: Verso Samarcanda – la lunga marcia II – by Bernard Ollivier. A book that will give you an insight into the culture and beauty of the place.

WHERE TO STAY: there are many solutions available, from luxurious hotels to modest but cosy hotels and very cheap solutions such as bed and breakfasts. We recommend: Orient Star Samarkand – address: Dagbitskaya Street 33, Samarkand 140120, Uzbekistan Telephone: 00998 66 232 29 06

WHERE TO EAT: Registon Restourant (5, Registan Street). Located near the beautiful Registon Square, the restaurant is small, cosy and well furnished. Many typical local decorations. Carpets and cushions for seating on the floor frame the cooked grain soups and delicious desserts starting with pancakes served with apple slices and caramel syrup.

All that remains is to wish you a wonderful trip to the land that was trodden by Marco Polo, who described the city as follows: ‘Samarcan is a noble city, and there are Christians and Saracens’ (Marco Polo, The Million)

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La scelta green delle Isole Baleari

(Italian and English version)

di Marina Cioccoloni

MARZO IN THE WORLD: Maiorca, Spagna

Non solo spiagge ma anche natura incontaminata. Maiorca punta sul turismo sostenibile.

Famose per il mare, le vacanze e la movida le Isole Baleari attirano ogni anno eserciti di vacanzieri grazie al clima mite tutto l’anno. Persino Frédéric Chopin, insieme alla compagna George Sand, vi aveva passato un inverno prendendo in affitto a Valdemossa alcuni locali della Cartuja, l’ex-convento dei certosini. Oggi quelle stanze sono un museo e conservano oggetti e spartiti, il piano fatto arrivare da Parigi, fotografie e ricordi della chiacchieratissima coppia. Il giardino si affaccia sulla Serra de Tramuntana e Palma in lontananza.

Lettere autografe di Frédréric Chopen a Valdemossa

Proprio la Serra de Tramuntana è al centro di un progetto di sviluppo sostenibile del governo delle Baleari. Tutto è iniziato nel 2016 con l’introduzione della Tassa sul Turismo Sostenibile (ITS) addebitata dagli alloggi turistici agli ospiti.  I proventi dell’imposta sono reinvestiti in progetti ambientali per trasformare le Isole Baleari in una meta pienamente green. Sono già oltre 170 i progetti approvati.

La costa vista dalla Serra de Tramuntana

La Serra de Tramuntana si sviluppa da est a ovest dell’Isola di Maiorca e conta 550 km di costa in totale. Ricca di pini, olivi, querce, mandorli e alberi di carruba è un polmone verde e conta numerosi sentieri. Molti di questi costeggiano il mare regalando visioni spettacolari grazie al verde dei pini marittimi, al blu del mare e al rosso delle rocce di questa parte dell’Isola.  Imperdibile il sentiero che in un’ora di cammino porta da Banyalbufar a Port des Canonge lungo la costa.

Nei pressi di Port des Canonge

Si rimane colpiti dalla bellezza di olivi centenari dai tronchi contorti che protendono i rami verso il cielo. Alcuni hanno più di 500 anni.

Ai romani si deve l’importazione dell’olivo e della vite sull’isola, mentre degli arabi, che gli erano succeduti, è la tradizione della coltivazione a terrazzamenti per ovviare alle asperità del terreno, tutto in salita. La coltivazione a terrazze arriva fino al mare e da allora è diventata una caratteristica del paesaggio come i muretti a secco: si dice che ce ne siano migliaia di chilometri.

Grano, olivo e vite contribuiscono all’economia locale e non è raro nei numerosi agriturismi pranzare con il pane maison, l’olio molato nel frantoio di famiglia, e il vino locale, come a Can Beneit, recentemente ristrutturato per offrire ogni comfort ma che ha saputo conservare il fascino della vecchia casa colonica. In stagione l’antico frantoio (visitabile) viene ancora usato per l’olio che si utilizza nel locale ristorante.

Il turismo è una voce importante per Maiorca, che in un anno vede transitare per l’aeroporto di Palma circa 23 milioni di passeggeri, di cui l’80% turisti.  Un numero importante per un’isola con una fiorente enogastronomia e zone di vini DOC e bodegas (cantine) che aprono le porte ai visitatori per degustazioni, come la Bodega Ribas, in esercizio dal 1780 e considerata non solo la più antica dell’isola ma anche la più antica al mondo proprietà della stessa famiglia, ora alla decima generazione.

Clima gradevole, natura incontaminata, prodotti enogastronomici di qualità sono tutti elementi vincenti per quest’isola che ha deciso di puntare non solo sul mare ma anche su un turismo sostenibile e green. Tra i progetti c’è la ristrutturazione di un edificio nell’ex tenuta agricola di Planicia da trasformare in un rifugio per un turismo esperienziale e per chi desidera vivere la Serra a piedi o in bicicletta. Un altro progetto ha visto la trasformazione di un vecchio laboratorio per la lavorazione del tabacco in un albergo ecosostenibile, l’hotel Alaró Natura nel villaggio di Alaró.

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Not only beaches but also unspoilt nature. Majorca focuses on sustainable tourism.

Famous for its sea, holidays and nightlife, the Balearic Islands attract armies of holidaymakers every year thanks to its mild climate all year round. Even Frédéric Chopin, together with his partner George Sand, spent a winter there, renting rooms in Valdemossa in the Cartuja, the former Carthusian monastery. Today, those rooms are a museum and house objects and scores, the piano flown in from Paris, photographs and mementos of the much-talked-about couple. The garden overlooks the Serra de Tramuntana and Palma in the distance.

Autograph letters from Frédréric Chopen to Valdemossa

It is precisely the Serra de Tramuntana that is at the centre of a sustainable development project of the Balearic government. It all started in 2016 with the introduction of the Sustainable Tourism Tax (ITS) charged by tourist accommodation to guests. The proceeds of the tax are reinvested in environmental projects to transform the Balearic Islands into a fully green destination. More than 170 projects have already been approved.

The coast as seen from the Serra de Tramuntana

The Serra de Tramuntana stretches from east to west of the island of Majorca and has 550 km of coastline in total. Rich in pine, olive, oak, almond and carob trees, it is a green lung and has numerous paths. Many of them run alongside the sea, offering spectacular views thanks to the green of the maritime pines, the blue of the sea and the red of the rocks in this part of the island. Don’t miss the one-hour walk from Banyalbufar to Port des Canonge along the coast.

Near Port des Canonge

One is struck by the beauty of centuries-old olive trees with twisted trunks stretching their branches towards the sky. Some are over 500 years old.

The Romans are credited with importing the olive tree and the vine to the island, while the Arabs, who had succeeded them, are responsible for the tradition of terraced cultivation to compensate for the ruggedness of the terrain, which is all uphill. Terraced cultivation reaches all the way to the sea and has since become a feature of the landscape like the dry stone walls: it is said that there are thousands of kilometres of them.

Wheat, olives and vines contribute to the local economy and it is not uncommon in the many agritourisms to dine on maison bread, oil pressed in the family mill, and local wine, as at Can Beneit, recently renovated to offer every comfort but which has retained the charm of the old farmhouse. In season, the old mill (which can be visited) is still used for the oil that is used in the local restaurant.

Tourism is an important item for Mallorca, which in one year sees some 23 million passengers pass through Palma airport, of which 80 per cent are tourists. An important number for an island with a thriving wine and food industry and areas of AOC wines and bodegas (wine cellars) that open their doors to visitors for tastings, such as the Bodega Ribas, in operation since 1780 and considered not only the oldest on the island but also the oldest in the world owned by the same family, now in its tenth generation.

Pleasant climate, unspoilt nature, quality food and wine are all winning elements for this island that has decided to focus not only on the sea but also on sustainable, green tourism. Among the projects is the renovation of a building on the former Planicia agricultural estate to be transformed into a refuge for experiential tourism and for those wishing to experience the Serra on foot or by bicycle. Another project saw the transformation of an old tobacco processing workshop into an environmentally sustainable hotel, the Hotel Alaró Natura in the village of Alaró.




Porto, il suo celebre vino per un weekend ‘gourmet’ e indimenticabile

(Italian and English version)

di Cesare Zucca —

MARZO IN THE WORLD: Porto, Portogallo

Oggi vi portiamo a Porto, in Portogallo. Una città che è storia e modernità, fiume e mare, lavoro e tempo libero, una festa senza fine e melanconica saudade.

Porto è Vinho do Porto, il leggendario vino che prende il nome proprio da questa città, situata vicino alla foce del fiume Douro. Da qui infatti la bevanda prendeva le vie del commercio nel mondo, caricata sulle caratteristici barcos e trasportata lungo il fiume sino alla città di Vila Nova de Gaia, dove veniva arricchita di acquavite, maturata e esportata.
Storie e leggende affascinanti. Quindi, la vostra prossima meta potrebbe essere una cantine di vino di Porto dove conoscerete la storia e il processo di vinificazione e invecchiamento di questo vino tradizionale.

Esistono diverse tipologie di Porto: il Porto Ruby, versione più diffusa e conosciuta, di color rubino e dal sapore aromatico di frutti rossi; il Porto Tawny, più pregiato, meno dolce e più forte, dalla tonalità ambrata. Esiste poi ll Porto Branco (Porto Bianco), ottenuto principalmente da sole uve bianche, giovane, fruttato e forse il meno considerato, finchè….

La rivincita del “Bianco”
La storia del “Porto Branco” mi ricorda un po’ la “rinascita” dell’Aperol, zuccheroso liquore che era andato nel dimenticatoio, finchè qualcuno ha pensato di accoppiarlo a un prosecco e inventare lo spritz , drink ormai super popolare in tutto il mondo.
Cosi anche il Porto Bianco , considerato un porto poco significativo, è tornato in auge come “Porto Tonic” , mixato a acqua tonica, buccia d’arancio e ,a piacere, una foglia di menta o una fettina di fragola. E’ un ricetta semplice ma ideale per un aperitivo o uno spuntino con tapas
Ho ” rubato la ricetta” e la scoprirete alla fine di questo articolo.

Un ottimo drink “Porto Tonic”.Troverete la ricetta a fine articolo

Oltre al Porto, Il Portogallo produce vini di eccellente qualità che stanno diventando sempre più conosciuti e apprezzati a livello internazionale, partiamo quindi per un weekend che ci riserva più di una sorpresa all’insegna del bello, del gusto e del buon vino…

Iniziate la vostra visita con una passeggiata nel Centro storico di Porto, patrimonio mondiale dell’UNESCO, lungo l’Avenida dos Aliados, dove spicca il Municipio e la popolare Rua Santa Catarina, magari con una sosta per un caffè al centenario Café Majestic.
Vicino, troverete la stazione ferroviaria di São Bento, tripudio di piastrelle azulejos che raffigurano diverse pietre miliari della storia portoghese.

La spettacolare Stazione São Bento

Se non soffrite di vertigini…
Un’attrazione da non perdere è la Torre dos Clérigos , dove 225 gradini vi porteranno in cima per una vista a 360° sulla città. Poco distante vi aspetta la famosa Livraria Lello. la Cattedrale, la Chiesa di Santa Clara,  uno dei migliori esempi dell’arte barocca di intaglio in legno dorato.

Livraria Lello.

Meravigliosi parchi: arte, storia, colori  e…Instagram
Se siete appassionati di fotografia e amate i colori dell’autunno, inoltratevi nel meravliglioso  Parco delle Virtù progettato verticalmente su terrazzamenti in forte pendenza, che permettono di vedere tutta la città, il fiume e Alfândega (Palazzo della Dogana) mentre nel Parco di Serralves,  troverete la Quinta do Mata-Sete, Villa Serralves, la Casa del Cinema, lo spettacolare Fundação de Serralves, una delle principali icone culturali del Paese.

Arte contemporanea nel Parco della Fundação de Serralves

Il suo parco di 18 ettari ospita spazi interconnessi , come Casa del Cinema, Casa del The e la TreeTop Walk,  una passerella rialzata dal suolo, vicino alla cima degli alberi che offre un’esperienza straordinaria per osservare e studiare la biodiversità del parco che in questa stagione assumere magici toni marroni e arancioni… Scatenatevi su Instagram…

TreeTop Walk,

Sapore di mare: Matosinhos
Avventuratevi verso una meta che è considerata una delle migliori destinazione ittiche del mondo: Matosinhos cittadina a circa 7 km dalla città, la si può  raggiungere con una bella passggiata lungomare o con i caratteristici tram (per i miei gusti, un po’ troppo affollato da turisti), con i comodissimi Bus (107, 121, 500, 501, 506, 507) oppure con la metropolitana Linea A.
Lì Troverete il famoso mercato del pesce Mercados Municipais dove potrete gustare squisiti piatti di pesce a ottimo prezzo, oltre una miriade di trattorie, ne cito un paio: Palato e la Marisqueira Pinto

Un itinerario suggestivo
Seguendo il lungomare di Matosinhos verso Porto troverete il Forte di São Francisco Xavier, conosciuto come Castelo do Queijo, Castello di Formaggio, soprannome dato dai pescatori che tornavano  casa dopo la pesca, stanchi e affamati…
Li’ troneggia l’imponenta scultura Anemone ispitrata alle reti dei pescatori. Accanto c’è il Parque da Cidade [Parco cittadino], l’unico parco urbano in Europa con un lungomare e 83 ettari di verde e laghi. Qui si può visitare l’acquario Sea Life per scoprire la vita sott’acqua, con più di 3000 creature marine.

L’imponente scutura Anemone

Riprendendo la passeggiata e ci dirigiamo verso Praia do Molhe. Spiaggia di sabbia e un intenso (ma davvero intenso) profumo di mare. Più avanti, passando per la famosa Pérgola da Foz, costruita negli anni ’30 del secolo scorso. Proseguimao verso i Fari di Barra do Douro, vicino al Forte de São João Baptista, che i locali chiamano Castelo da Foz. Questi fari segnano il punto di incontro tra l’Atlantico e il fiume Douro. Qui i panorami e i tramonti  sono mozzafiato

COME GIRARE
Porto si snoda su colline e se il saliscendi vi è troppo faticoso, affidatevi al tour su ruote di  Segway con una visita guidata di tre ore che comprende diverse pause in modo da poter ascoltare le migliori storie e leggende.  Nessuno sforzo… lo stesso dicasi per una crociera sul fiume, che vi farà scoprire la città da un nuovo punto di vista oppure vi porterà lungo la Valle del Douro per conoscere la storia, la vendemmia e gustare diverse qualità di Porto.

Scoprire la Città e la valle del Douro , Sul fiume o su ruote

Ottima soluzione per visitare Porto è di salire a bordo di un bus Hop-On Hop-Off. Comodi comodi, girerete tutta la città e, grazie all’auricolare in tutte le lingue, conoscerete la storia di Porto.
Chi invece vuole fare il turista, potrà salire a bordo del famoso (e affollato) Tram 1 , che parte dal Quartiere Barredo e La Ribeira, nel cuore della città

Scoprire la Città e la valle del Douro , Sul fiume o su ruote

La cucina portoghese è ricca, saporita e irresistibile,,,
Fate un salto nello spettacolare Mercato Bolhão, recentemente riaperto, e troverete i prodotti più tipici e i sapori più veri del Portogallo, dalle coloratissime scatolette di sardine (divertenti souvenir da portare agli amici) a cioccolati, dolci, formaggi, olii, marmellate, degustazioni di vino e perfino stoviglie fatte a mano. Al primo piano stanno sorgendo numerosi ristoranti. Ottima meta per una sosta, un po’ di shopping e uno spuntino.

Mercato Bolhão,

I piatti più popolari
Tripas a moda du Porto, ricco piatto di trippa al cumino (si mormora che la migliore della città sia quella del ristorante Douro Sentido)

Tripas-à-moda-do-Porto

Qualora fosse sopraggiunto un certo languorino… ecco  l’iconica francesinha, versione portoghese della croque monsieur: un super toast di pan carrè farcito da tanti tipi di carne, copiosamente ricoperto di formaggio fondente e affogato in sugo di pomodoro… una bella mattonata, ma supergustosa, di certo vi toglierà la fame! La migliore francesinha pare sia quella della Cerveceria Brasão o del centralissimo Cafe Santiago in Rua de Passos Manuel.

l’iconica ” francesinha”

Voglia di “bacalhau”?
Il baccalà è il cibo nazionale: fritto, alla griglia o in mille versioni ‘gourmet’.
Una delle più originali è senza dubbio il pastel che potrete gustare nella suggestiva Casa Portuguesa do Pastel a  Gaya, al di là del ponte, dove un tempo sorgevano le cantine portuali e il vino giungeva in botti a bordo di barche “rabelo” Si tratta di una grande crocchetta ripiena di saporito baccalà e formaggio Serra da Estrela e lo si gusta, ovviamente, con un calice di porto..

DOVE MANGIARE
Cantinho do Avillez
Uno dei ristorante del top Chef portoghese José Avillez . Ambiente casual, atmosfera simpatica, personale amichevoe e disinvolto. Il menu cita piatti tradizionali e spesso prende il volo per altri paesi, come la sopa de peixe zuppa di pesce freschissimo e una moqueca alla Brasiliana con pesce e gamberi.

Quà e là si avverte lo zampino del grande Chef, responsabile anche del doppio stellato BelCanto e del nuovossimo progetto vegetariano Encanto, ambedue a Lisbona. Avillez, devo ammetterlo,  non delude mai. Cantina vini ben selezionata, prezzi ragionevoli. Consigliato.

I piatti firmati José Avillez

DOP
Ristorante dell Chef Rui Paula, al timone anche del 2 stelle Casa de chà da boa nova  a Matosinhos. Come antipasto ho assaggiato una capasanta con quinoa e poi il tradizionale  polpo lagareiro, ben cucinato. Come dessert un pasticcio (davvero) di cioccolato e biscotti.

Capasanta e quinoa

L’ambiente è piacevole , elegante, con bella vista sulla Cattedrale,  il menu vuole onorare la cucina della memoria, ma non mi ha fatto impazzire, forse da uno chef  bis stellato mi aspettavo di più….

“polpo lagareiro” e dessert al cioccolato

DOVE DORMIRE
Ho scelto due hotel diversi tra loro sia per la location sia per il budget.

Ibis Porto Centro Mercado Bolhão
Struttura 3 stelle della collaudata catena alberghiera Accor che oggi vanta più di mille strutture in tutto il mondo. Ibis, secondo me’ è un poì come l’ Ikea, sai quello che trovi e non delude mai…

Ibis Porto Centro Mercado Bolhão

ibis Porto Centro Mercado Do Bolhao

Occupa gli ultimi 5 piani di un palazzo stile anni 50. Prezzi accessibili, ma con tutto a posto, dalla reception amichevole a un ben fornito buffet-breakfast dove non mancano i tradizionali pasteis de nata,  croccanti dolcetti alla crema.

Camere essenziali dall’ arredamento vagamente stile industriale, alcune con vista sul vicinissimo Mercado (da non perdere). Posizione centralissima: La stazione Liberdade della Metropolitana è a due passi e da lì parte anche il transfert diretto per l’aeroporto. Consigliabile.

Hotel Vila Foz Hotel & Spa
Andiamo verso il mare, a qualche chilometro dal centro sorge un elegante struttura 5 stelle in una Casa Padronale di fine Ottocento, riprogettata dal famoso designer Nini Andrade Silva che pur rispettando le antiche linee architettoniche, ha osato un’audace ma raffinata contemporaneità. Camere vista mare con arredi di alta classe, una bella spa, uno spettacolare buffet-breakfast con tanto di champagne Moet & Chandon e ostriche fresche. Le cortesie continuano nelle camere dove ho trovato come benvenuto una bottiglia di Porto Nieporrt… Veramente 5 stelle!

L’hotel ospita il suntuoso Ristorante Vila Foz, (Stella Michelin) il cui menu offre un viaggio sorprendente di consistenze e gusti  per un menu in continua evoluzione dove autenticità e sapore sono la massima espressione. Al timone troviamo lo Chef Arnaldo Azevedo, nativo di Porto. Ha debuttato in cucina nel ristorante dei genitori a Ermesinde. È seguita la scuola Santa Maria da Feira e lo Sheraton Pine Cliffs di Algarve, località di ottima tradizione culinaria e sede di grandi chef come Hans Neuner, che Arnaldo definisce “Grande fonte di ispirazione per tutti coloro che lavorano nell’alta cucina e, come lui, ce ne sono molti”.

Un piatto signature di Azevedo: Orata , sedano, agrumi

“Nel mio menu, racconta Arnaldo, il mare è sempre presente, la freschezza e il sapore del pesce, dei frutti di mare della costa portoghese . Ho una particole predilezione per il riso all’aragosta, piatto tradizionale presente sia in alta cucina che nella cucina più regionale.”

Arnaldo Azevedo

Raffinatissimo dei dettagli e nell’impiatto, non mancano le sorprese: dal piatto trompe-l’œil con due vongole su un letto di conchiglie fumanti (attenzione a non addentare le conchiglie…) alla magica apparizione di un uovo celato in una sfera di gelatina…

La carta dei vini è ricca e diversificata, con 203 etichette elencate, tra cui spiccano le locali superior della valle del Douro e dell’Isola Pico. In cantina troviamo anche un bianco e un rosso etichetta Vila Foz, prodotto dalla consolidata vinicola Niepoort. Ottima lista dei vini da dessert:i Vini di Porto, Madeira, Moscatel de Setúbal eccetera..

Vila Foz è paladina nel promuovere le eccellenze vinicola del Paese. Molti ospiti si interessano ai vini portoghesi e vogliono conoscerli meglio. L’ hotel con il supporto del sommelier, propone una serie di degustazioni che coprono le varie regioni nazionali e che includono Vini da Tavola, Vini di Porto e persino la creazione di ponti tra Vini Internazionali e Vini Portoghesi. Tutte le degustazioni sono abbinate a formaggi, salumi o dolci tradizionali portoghesi, mentre per gli appassionati barman, esiste una Cocktail Experience, dove si insegna a preparare due cocktail classici e a creare il proprio drink.
Io ho imparato il mio! E’ il “White Porto Tonic” facilissimo e delizioso…
Ecco la ricetta :

PORTO TONIC

Ingredienti
4 1/2 cl di porto bianco
9 cl di acqua tonica
1 rametto di menta fresca
1 spicchio d’arancia
cubetti di ghiaccio
Preparazione
Aggiungere il ghiaccio  (cubetti o un solo cubetto grande)
Versare il porto bianco e l’aqua tonica.
Mescolare delicatamente.
Aggiungere lo spicchio d’arancia e menta fresca come guarnizione.

INFO
www.visitportoandnorth.travel

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Portugal: Discover Porto and the famous “PORTO WINE” for an unforgettable ‘gourmet’ weekend.

By Cesare Zucca —

Today we take you to Porto, Portugal. A city that is history and modernity, river and sea, work and free time, an endless party and melancholy “saudade”

Porto is Vinho do Porto, the legendary wine that takes its name from this city, located near the mouth of the Douro River. From here, in fact, the drink took the trade routes around the world, loaded onto the characteristic barcos and transported along the river to the city of Vila Nova de Gaia, where it was enriched with brandy, matured and exported.
Fascinating stories and legends. So, your next destination could be a Port wine cellars where you will learn about the history and the winemaking and aging process of this traditional wine.

There are different types of Porto: Porto Ruby, the most widespread and well-known version, ruby in color and with an aromatic flavor of red fruits; Porto Tawny, more precious, less sweet and stronger, with an amber hue. Then there is the Porto Branco (White Porto), obtained mainly from white grapes only, young, fruity and perhaps the least considered, until ….
The revenge of the “White”
The story of “Porto Branco” reminds me a little of the “rebirth” of Aperol, a sugary liqueur that had gone into oblivion, until someone thought of pairing it with a prosecco and inventing the spritz, now super popular drink all over the world .
So also Porto Bianco, considered a port of little significance, is back in vogue as “Porto Tonic”, mixed with tonic water, orange peel and, to taste, a mint leaf or a slice of strawberry. It is a simple recipe but ideal for an aperitif or a snack with tapas
I “stole the recipe” and you will find out at the end of this article.


A great drink “Porto Tonic”. You will find the recipe at the end of the article

In addition to Porto, Portugal produces wines of excellent quality that are becoming more and more known and appreciated internationally, so let’s leave for a weekend that holds more than a surprise in the name of beauty, taste and good wine … 

DISCOVERING THE CITY
Start your visit with a walk in the historic center of Porto, a UNESCO World Heritage Site, along the Avenida dos Aliados, where the Town Hall and the popular Rua Santa Catarina stand out, perhaps with a stop for a coffee at the centenary Café Majestic. Nearby, you will find the São Bento train station, a riot of azulejos tiles depicting several milestones in Portuguese history.

La spettacolare Stazione São Bento

If you don’t suffer from vertigo …
A must-see attraction is the Torre dos Clérigos, where 225 steps will take you to the top for a 360 ° view over the city. Not far away, the famous Livraria Lello awaits you. the Cathedral, the Church of Santa Clara, one of the best examples of the Baroque art of carving in gilded wood.

Livraria Lello.

Wonderful parks: art, history, colors and … Instagram
If you are passionate about photography and love the colors of autumn, enter the marvelous Parco delle Virtù designed vertically on steeply sloping terraces, which allow you to see the whole city, the river and Alfândega (Palazzo della Dogana) while in the Serralves Park, you will find the Quinta do Mata-Sete, Villa Serralves and the spectacular Fundação de Serralves, one of the main cultural icons of the country.

Arte contemporanea nel Parco della Fundação de Serralves

Its 18-hectare park is home to interconnected spaces, such as the Casa del Cinema, Casa del The and the TreeTop Walk, a walkway raised above the ground, near the treetops that offers an extraordinary experience to observe and study the biodiversity of the park that in this season take on magical brown and orange tones … Go wild on Instagram…

TreeTop Walk,

Taste of the sea: Matosinhos
Venture towards a destination that is considered one of the best fishing destinations in the world: Matosinhos, a town about 7 km from the city, can be reached by a nice stroll along the promenade or by the characteristic trams (for my taste, a little too crowded by tourists), with the very comfortable Buses (107, 121, 500, 501, 506, 507) or with the Metro Line A.
There you will find the famous Mercados Municipais fish market where you can enjoy exquisite fish dishes at great prices, as well as a myriad of trattorias, I will mention a couple: Palato and the Marisqueira Pinto

A suggestive itinerary
Following the Matosinhos seafront towards Porto you will find the Fort of São Francisco Xavier, known as Castelo do Queijo, Castle of Cheese, nickname given by the fishermen who returned home after fishing, tired and hungry …
There the imposing Anemone sculpture, inspired by fishermen’s nets, dominates. Next door is the Parque da Cidade [City Park], the only urban park in Europe with a promenade and 83 hectares of greenery and lakes. Here you can visit the Sea Life aquarium to discover life under water, with more than 3000 marine creatures.

L’imponente scutura Anemone

Now we are heading towards Praia do Molhe. Sandy beach and an intense (but really intense) scent of the sea. Further on, passing by the famous Pérgola da Foz, built in the 1930s. Continue to the Barra do Douro Lighthouses, near the Forte de São João Baptista, which the locals call Castelo da Foz. These lighthouses mark the meeting point between the Atlantic and the Douro River. Here the views and sunsets are breathtaking.

HOW TO VISIT
Porto winds over hills and if the ups and downs are too strenuous, take the Segway tour on wheels with a three-hour guided tour that includes several breaks so you can hear the best stories and legends. No effort … the same can be said for a river cruise, which will make you discover the city from a new point of view or will take you along the Douro Valley to learn about the history, the grape harvest and taste different qualities of Porto.

Scoprire la Città e la valle del Douro , Sul fiume o su ruote

An excellent solution to visit Porto is to board a bus. Hop-On Hop-Off. You will travel around the city and, thanks to the headset in all languages, you will get to know the history of Porto.
On the other hand, those who want to be a tourist can board the famous (and crowded) Tram 1, which departs from the Barredo and La Ribeira neighborhoods, in the heart of the city. .

Scoprire la Città e la valle del Douro , Sul fiume o su ruote

Portuguese cuisine is rich, tasty and irresistible ,,,
Take a trip to the spectacular Bolhão Market, recently reopened, and you will find the most typical products and the truest flavors of Portugal, from the colorful cans of sardines (fun souvenirs to bring to friends) to chocolates, sweets, cheeses, oils, jams, tastings of wine and even handmade crockery. Numerous restaurants are springing up on the first floor. Excellent destination for a stopover, some shopping and a snack.

Mercato Bolhão,

The most popular dishes
Tripas a moda du Porto, it’s a rich dish of tripes (rumor has it that the best in town is that of the Douro Sentido restaurant)

Tripas-à-moda-do-Porto

A little hungry?
Here it comes, the iconic francesinha, the Portuguese version of the croque monsieur: a super carrè toast stuffed with many types of meat, copiously covered with dark cheese and drowned in tomato sauce … a nice
bricked, but super-tasty, it will certainly take away your hunger! The best francesinha seems to be that of the Cerveceria Brasão or the very central Cafe Santiago in Rua de Passos Manuel.

l’iconica ” francesinha”

Feel like having some “bacalhau”?
Cod is the national food: fried, grilled or in a thousand ‘gourmet’ versions.
One of the most original is undoubtedly the pastel that you can taste in the suggestive Casa Portuguesa do Pastel n Gaya, beyond the bridge, where once the port cellars stood and the wine arrived in barrels aboard “rabelo” boats. It is a large croquette stuffed with tasty cod and Serra da Estrela cheese and it can be enjoyed, of course, with a glass of port..

WHERE TO EAT
Cantinho do Avillez
One of the restaurant of the top Portuguese Chef José Avillez. Casual atmosphere, nice atmosphere, friendly and casual staff. The menu mentions traditional dishes and often takes flight to other countries, such as sopa de peixe soup with fresh fish and a Brazilian moqueca with fish and prawns.

Here and there you can feel the hand of the great Chef, also responsible for the double starred BelCanto and the new vegetarian Encanto project, both in Lisbon. Avillez, I must admit, never disappoints. Well selected wine cellar, reasonable prices. Recommended.

I piatti firmati José Avillez

DOP
Restaurant of Chef Rui Paula, also at the helm of the 2-star Casa de chà da boa nova in Matosinhos. As an appetizer I tasted a scallop with quinoa and then the traditional lagareiro octopus, well cooked. For dessert a pie (really) of chocolate and biscuits.

Scallop and quinoa

The environment is pleasant, elegant, with a beautiful view of the Cathedral, the menu wants to honor the cuisine of memory, but it didn’t drive me crazy, perhaps from a starred chef I expected more ….

“polpo lagareiro” e dessert al cioccolato

WHERE TO SLEEP
I chose two different hotels for both the location and the budget.

Ibis Porto Centro Mercado Bolhão
3-star structure of the proven Accor hotel chain which today boasts more than a thousand hotels all over the world. Ibis, in my opinion ‘is a bit like Ikea, you know what you find and it never disappoints …

Ibis Porto Centro Mercado Bolhão

ibis Porto Centro Mercado Do Bolhao

It is located on the top 5 floors of a 1950s-style building. Affordable prices, but with everything in place, from the friendly reception to a well-stocked buffet-breakfast where there is no shortage of traditional pasteis de nata, crunchy cream cakes.

Basic rooms with vaguely industrial-style furnishings, some overlooking the nearby Mercado (not to be missed). Very central location: The Liberdade Metro station is a stone’s throw away and the direct transfer to the airport also departs from there. Recommended.

Hotel Vila Foz Hotel & Spa
Let’s go towards the sea, a few kilometers from the center stands an elegant 5-star structure in a manor house of the late nineteenth century, redesigned by the famous designer Nini Andrade Silva who, while respecting the ancient architectural lines, dared to be bold but refined contemporaneity.

ea view rooms with high-class furnishings, a beautiful spa, a spectacular buffet-breakfast complete with Moet & Chandon champagne and fresh oysters. The courtesies continue in the rooms where I found a bottle of Port Nieporrt as a welcome… Really 5 stars!

The hotel houses the sumptuous Vila Foz Restaurant, (Michelin Star) whose menu offers a surprising journey of textures and tastes for a constantly evolving menu where authenticity and flavor are the highest expression.At the helm we find Chef Arnaldo Azevedo, a native of Porto. He made his debut in the kitchen in his parents’ restaurant in Ermesinde. This was followed by the Santa Maria da Feira school and the Sheraton Pine Cliffs in Algarve, a locality with an excellent culinary tradition and home to great chefs such as Hans Neuner, whom Arnaldo defines as “Great source of inspiration for all those who work in haute cuisine and, as him, there are many “..

Un piatto signature di Azevedo: Orata , sedano, agrumi

“In my menu, says Arnaldo, the sea is always present, the freshness and flavor of the fish, of the seafood of the Portuguese coast. I have a particular fondness for lobster rice, a traditional dish found both in haute cuisine and in more regional cuisine. “.

Arnaldo Azevedo

Extremely refined in the details and in the mise en place,  there is no shortage of surprises: from the trompe-l’œil dish with two clams on a bed of steaming shells (be careful not to bite into the shells …) to the magical appearance of an egg hidden in a sphere of jelly …

The wine list is rich and diverse, with 203 labels listed, among which the superior restaurants of the Douro valley and Pico Island stand out. In the cellar we also find a white and a red label Vila Foz, produced by the well-established Niepoort winery. Excellent dessert wine list: Wines from Porto, Madeira, Moscatel de Setúbal etc.

Vila Foz is a champion in promoting the country’s wine excellences. Many guests are interested in Portuguese wines and want to get to know them better. The hotel, with the support of the sommelier, offers a series of tastings that cover the various national regions and that include Table Wines, Port Wines and even the creation of bridges between International Wines and Portuguese Wines. 

All tastings are paired with traditional Portuguese cheeses, meats or desserts, while for passionate bartenders, there is a Cocktail Experience, where you are taught how to prepare two classic cocktails and create your own drink.
I have learned mine! It’s the very easy and delicious “White Porto Tonic” …
Here is the recipe:

                                                                          PORTO TONIC

Ingredients
1 1/2 ounces of white port
3 ounces of tonic water
1 sprig of fresh mint
1 orange wedge
ice cubes
Preparation
Add ice (cubes or a single large cube)
Pour in the white port and the tonic water.
Gently mix.
Add the orange wedge and fresh mint as a garnish.




Isla del Coche (Venezuela), l’isola del vento e del sale

(Italian and English version)

MARZO IN THE WORLD: Isla de Coche, Caraibi

Una meta insolita, quella di questa settimana, ma sicuramente da mettere nella lista dei viaggi da fare “per una volta”. C’è veramente tutto sull’Isla de Coche, un lembo di terra di appena 55 mq che affiora dal Mar dei Caraibi: buona cucina, storia, divertimento, relax, sport acquatici, ma soprattutto, la lentezza e la consapevolezza di essere ancora lontani dalle classiche mete del turismo di massa.

L’isola appartiene politicamente al Venezuela. In particolare, è parte dell’unico stato insulare del paese, Nueva Esparta, che comprende anche la chiassosa e animata Isla Margarita, meta preferita dei turisti di tutto il mondo, che dista appena 20 km via mare, e la piccola e quasi disabitata Cubagua. Dalla parte opposta, invece, l’isola “guarda” la ricca Penisola di Araya, nello Stato di Sucre, famosa per le sue “miniere” di sale e per la vivacità culturale delle sue città, tra cui Carupano, dove, ogni anno, si tiene il Carnevale più bello e sontuoso di tutto il Venezuela.

L’itinerario che vi proponiamo questa settimana porta proprio alla scoperta di questa piccola isola dalle spiagge bianchissime e dalle acque cristalline, paradiso per coloro che desiderano trascorrere una vacanza in completo relax, lontano dalla “pazza folla” e in armonia con la natura.

Alla scoperta di San Pedro de Coche

Il territorio della piccola Isla de Coche è prevalentemente pianeggiante e gode di un clima piuttosto secco. Le saline e le spiagge più belle si concentrano a ovest, mentre, a nord, i paesaggi sono splendidi canyon rocciosi disegnati dal vento, che hanno ispirato pittori e poeti. A sud, invece, si trova la capitale, San Pedro de Coche. La parte meridionale dell’isola è collegata alla parte nord da una strada asfaltata che si può percorrere anche in bicicletta.

Proprio la “due ruote” è il mezzo migliore per visitare l’isola. Le ridotte dimensione del Coche, infatti, consentono di visitare le principali attrattive in circa due ore. Cominciamo allora il nostro itinerario da San Pedro, la capitale.

San Pedro è la tipica cittadina turistica, tranquilla, colorata, che si affaccia su uno dei mari più belli dei Caraibi, costellata da deliziosi negozietti e piccoli ristoranti, dove gustare pesce sempre fresco, crostacei ed altre specialità della cucina locale. Il fulcro della capitale è Plaza Bolivar, dove si affaccia la Chiesa di San Pietro, patrono della città.

Una delle attrazioni più visitate della capitale è la singolare Pietra del Piache, una grotta naturale sormontata da una grossa pietra, che funge da tetto. La grotta ospita anche una statua della Madonna. Una leggenda, piuttosto nefasta, narra che il giorno in cui la pietra cadrà a terra, l’intera isola sarà inghiottita dal mare.

Un’altra bella escursione è quella al Cimitero delle ostriche, che si trova nel porto naturale di El Bichar. Si tratta di un luogo molto singolare, caratterizzato da piccole colline di conchiglie, dalle forme bizzarre, risultato del lavoro di un’impresa di allevamento e lavorazione di molluschi. Una volta che gli animali hanno, per così dire “lasciato” le loro conchiglie, queste vengono accatastate fino a formare, nel tempo, le bizzarre colline.

Relax sulle spiagge più belle del Coche

Spostandosi dalla capitale, in direzione nord lungo la costa, si attraversa un paesaggio piuttosto arido, con una vegetazione ridotta a cactus e a qualche arbusto. All’estremità occidentale, si trova la meravigliosa Playa de La Punta, la più grande dell’isola, una distesa di sabbia candida, che si affaccia su un mare trasparente e, per la tranquillità delle sue acque, accarezzate dalle brezze marine, è il luogo ideale per praticare sport acquatici, come il kitesurf e lo snorkeling.

Proseguendo ancora in direzione oraria, si incontra la suggestiva laguna delle salinas, in passato, come nel presente, fonte di sostentamento per l’economia dell’isola, insieme alla pesca e al turismo. Alle spalle delle saline si staglia un paesaggio mozzafiato di pianure deserte che, a mano a mano che ci si avvicina al centro abitato de La Uva, si trasforma in un bassorilievo di colline dagli incredibili colori, che spaziano dal color terracotta all’argento e al viola.

Quasi alla stregua di un diamante incastonato tra queste morbide alture, la selvaggia Playa de El Coco è un prezioso gioiello della natura. Più piccola, per estensione, rispetto a La Punta, offre, intense suggestioni visive, per quel suo spuntare all’improvviso dalle scogliere scolpite dal vento. Qui si può godere della visione di tramonti infuocati e di orizzonti infiniti, dove il cielo ed il mare si toccano, fino a sembrare un tutt’uno.

Poco distante, si trova anche la piccola e romantica Playa El Amor che, come sembra suggerire il nome, è assai adatta alle coppie in luna di miele per l’atmosfera intima ed accogliente. La spiaggia è cinta in un duplice abbraccio dalle scogliere e da un mare cangiante, che spazia dall’azzurro al blu intenso.

Proseguendo ancora, lungo il periplo dell’isola, si incontrano, in successione, i centri abitati di El Guamache, El Amparo e Guinima, tutti di piccole dimensioni.

Sapore di sale, l’affascinante storia delle saline del Coche

L’economia dell’Isla de Coche, oggi come nel passato, si fonda essenzialmente sulle riserve naturali che, nel caso della piccola isola, sono rappresentate dal mare e dalle saline. Un binomio ben azzeccato, che ha consentito di sviluppare, da un lato, il commercio sia di pesce fresco che di pesce conservato e, dall’altro, del sale. Le saline sono collocate nella parte nord orientale dell’isola, a pochi chilometri dalla capitale, San Pedro e la qualità del loro sale è famosa in tutto il paese. Speciali imbarcazioni trasportano il sale, appena estratto dalla laguna, sulla terraferma, dove viene depurato e lasciato ad essiccare, prima di essere confezionato e preparato per il commercio. Tuttavia, in passato, proprio il sale ha scatenato una vera e propria lotta per il possesso di questo “oro bianco”.

La storia dell’Isla de Coche, in questo senso, è assai simile a quella della Penisola di Araya, nello Stato di Sucre, che si trova sulla costa proprio di fronte all’isola e dispone di una vasta laguna salina. I primi europei ad arrivare nella zona, nel 1499, furono gli Spagnoli, attratti dai giacimenti di perle. Anche le saline del Coche furono colonizzate, poiché il fondo della laguna era assai ricco di perle. Gli Spagnoli, tuttavia, non focalizzarono la loro attenzione sul sale, che in Europa era molto richiesto per la conservazione dei cibi.

Al contrario, gli Olandesi, più consapevoli della ricchezza che avevano a portata di mano, agli inizi del XVI secolo cominciarono l’estrazione del sale sotto gli occhi degli Spagnoli, troppo concentrati sulle perle. Agli olandesi si aggiunsero anche gli inglesi. Quando, alla fine del secolo, i giacimenti di perle andarono esaurendo, finalmente, gli spagnoli cominciarono a rendersi conto sia dell’importanza delle saline, sia del fatto che altri se ne stavano servendo da diversi decenni. La situazione diede origine a una serie di battaglie tra i colonizzatori europei.

Gli spagnoli, allora, nel 1618, decisero di costruire sulla Penisola di Araya un’imponente fortezza, la cui costruzione si protrasse per 50 anni. Una volta completata, nel 1726, un violento uragano trasformò la laguna salina in un golfo, rendendo, di fatto, impossibile la raccolta del sale. Stessa sorte subirono le saline del Coche, ma le acque si ritirarono prima rispetto alla terraferma, consentendo la ripresa dell’attività.

Gli spagnoli, perso ogni interesse economico, decisero di abbandonare la zona, non prima di avere raso al suolo la fortezza. Ogni tentativo si rivelò vano e, finite le munizioni e la polvere da sparo, lasciarono la Real Fortaleza de Santiago de Léon de Araya a vigilare le acque dell’oceano. Oggi, le salinas della penisola di Araya, insieme a quelle del Coche, sono le producono circa mezzo milione di tonnellate di sale all’anno, la più corposa di tutto il Venezuela.

In tavola sapori indigeni ed europei

Tra i piatti nazionali, figurano le arepas, frittelle di mais farcite con qualsiasi ripieno possa venire in mente: formaggio, manzo, salsiccia, uova, ma anche gamberetti, polpo, insalata o avocado.

Un altro spuntino sostanzioso è rappresentato dalle empanadas, fagottini di pasta ripieni di carne, formaggio o pollo, che vengono fritti in abbondante olio. L’hervido, invece, è una minestra di pollo, manzo, carote, patate e altre verdure, anch’essa molto ricca.

Passando ai piatti di carne, una vera prelibatezza è il lachon, il maialino da latte allo spiedo, farcito con riso, legumi, carne di maiale trita. Il muchacho, invece, è un arrosto di manzo in salsa, mentre il sanchoco, è uno stufato di manzo, pollo, pesce e verdure.

Il piatto nazionale, invece, è il pabellón criollo, un piatto unico a base di manzo, riso, formaggio, fagioli neri e tajada, platano maturo fritto. Assai celebre il parrilla venezuelano, la carne alla griglia, diffusa pressoché ovunque.

Sull’isola del Coche, la parte del leone la fanno i piatti di pesce, come la sopa de pescado, la classica zuppa di pesce, il pescado frito, un gustoso fritto misto, l’árroz con mariscos, il risotto ai frutti di mare, e dolci, come il turron de coco, a base di cocco in scaglie, e l’arroz de coco, riso dolce con cocco in scaglie.

Tra le bevande, i succhi di frutta costituiscono una vera delizia per il palato e per combattere il caldo. Dolce e corposa, la chicha è una bevanda dolce, densa e lattiginosa, preparata con riso e zucchero, mentre il papélon con limon è un dissetante a base di zucchero e succo di limone.

COME ARRIVARE

Dall’Italia non ci sono voli diretti per l’Isla de Coche. Si può volare a Caracas e, una volta qui, prendere un volo interno per l’Isla Margherita e poi un traghetto per l’Isla de Coche. Tra le compagnie che volano in Venezuela ci sono Iberia (www.iberia.com), Air France (www.airfrance.it), e KLM (www.klm.com ).

DOVE DORMIRE

*Hotel Punta Blanca****S (Playa La Punta, tel 0058 424 1421831, https://hotel-punta-blanca.business.site/) Splendida struttura che si affaccia direttamente sulla Playa de La Punta. Offre 154 sistemazioni, di cui 124 doppie e 30 suites, dislocate attorno ad un lussureggiante giardino. A disposizione degli ospiti ristorante, bar, spiaggia privata, attività come kitesurf e windsurf, trasferimento da e per l’Isla Margarita.

*Hotel Coche Paradise**** (via San Pietro de Coche, Playa La Punta, tel 0058 501 4683500, https://paradisehoteles.com/coche ) Hotel con vista mare con 114 sistemazioni diverse, tra doppie, tripl, quadruple e miniappartamenti. Sorge sulla splendida spiaggia di La Punta. Dispone di ristorante, bar, centro benessere e palestra. Offre servizio di trasporto da e per l’Isla Margarita, sport acquatici e possibilità di organizzare escursioni.

DOVE MANGIARE

*Bohio de Doña Carmen, Calle la Marina, San Pedro de Coche, tel 0058 295 2991113. Situato nel porto di San Pedro è il ristorante più antico dell’Isola, nato per i marinai che andavano e venivano. Offre piatti della cucina cochense, tra cui pollo in salsa all’aglio, piatti di pesce, gamberi e frutti di mare freschissimi.

*La Gocha, Playa la Punta, all’entrata del porto di San Pedro. Locale caratteristico, tra i più popolari dell’isola, nato per accogliere i visitatori che sbarcano al porto. Aperto a pranzo e a cena, offre ottimi piatti di pesce, tra cui zuppe, gamberoni e aragosta alla catalana, ma anche pasta, carne alla brace e insalate.

INFO

www.venezuelatuya.com

https://turismosucre.com.ve/araya/

 For English version click next page>>

An unusual destination, this week’s, but definitely one to put on your ‘once-in-a-lifetime’ travel list. There really is everything on Isla de Coche, a strip of land barely 55 square metres in size that emerges from the Caribbean Sea: good food, history, entertainment, relaxation, water sports, but above all, the slowness and awareness of still being far from the classic destinations of mass tourism.

The island belongs politically to Venezuela. In particular, it is part of the country’s only island state, Nueva Esparta, which also includes the boisterous and lively Isla Margarita, a favourite destination for tourists from all over the world, just 20 km away by sea, and the small and almost uninhabited Cubagua. On the opposite side, however, the island ‘looks over’ the rich Peninsula of Araya, in the State of Sucre, famous for its salt ‘mines’ and the cultural liveliness of its cities, including Carupano, where, every year, the most beautiful and sumptuous Carnival in all of Venezuela is held.

The itinerary we propose this week takes you precisely to discover this small island with its white beaches and crystal-clear waters, a paradise for those who wish to spend a completely relaxing holiday, far from the ‘madding crowd’ and in harmony with nature.

Discovering San Pedro de Coche

The territory of the small Isla de Coche is mainly flat and enjoys a rather dry climate. The most beautiful salt marshes and beaches are concentrated in the west, while in the north, the landscapes are beautiful wind-drawn rocky canyons that have inspired painters and poets. To the south is the capital, San Pedro de Coche. The southern part of the island is connected to the northern part by a paved road that can also be travelled by bicycle.

Precisely the ‘two-wheeler’ is the best way to visit the island. The small size of the Coche makes it possible to visit the main attractions in about two hours. We begin our itinerary from San Pedro, the capital.

San Pedro is a typical tourist town, quiet, colourful, overlooking one of the most beautiful seas in the Caribbean, dotted with delightful little shops and small restaurants, where you can enjoy fresh fish, shellfish and other specialities of the local cuisine. The centrepiece of the capital is Plaza Bolivar, overlooked by the Church of St Peter, the city’s patron saint.

One of the capital’s most visited attractions is the unique Pietra del Piache, a natural cave topped by a large stone, which serves as a roof. The cave also houses a statue of the Madonna. A rather ominous legend has it that on the day the stone falls to the ground, the entire island will be swallowed up by the sea.

Another beautiful excursion is to the Oyster Cemetery, located in the natural harbour of El Bichar. It is a very unique place, characterised by small hills of bizarrely shaped shells, the result of the work of a shellfish breeding and processing company. Once the animals have, so to speak, ‘left’ their shells, these are piled up to form, over time, the bizarre hills.

Relaxing on the Coche’s most beautiful beaches

Moving northwards along the coast from the capital, one crosses a rather arid landscape, with vegetation reduced to cacti and a few shrubs. At the western end, there is the beautiful Playa de La Punta, the largest on the island, an expanse of white sand, overlooking a transparent sea and, due to the tranquillity of its waters, caressed by sea breezes, it is the ideal place to practice water sports, such as kitesurfing and snorkelling.

Continuing in a clockwise direction, we come to the picturesque lagoon of the salinas, in the past, as in the present, a source of livelihood for the island’s economy, along with fishing and tourism. Behind the salt pans is a breathtaking landscape of deserted plains, which, as you approach the town of La Uva, becomes a bas-relief of hills of incredible colours, ranging from terracotta to silver and purple.

Almost like a diamond set among these soft hills, the wild Playa de El Coco is a precious jewel of nature. Smaller, in size, than La Punta, it offers, intense visual impressions, for its sudden emergence from wind-sculpted cliffs. Here one can enjoy the vision of fiery sunsets and infinite horizons, where the sky and the sea touch, until they seem to be one.

Not far away, there is also the small and romantic Playa El Amor, which, as the name seems to suggest, is very suitable for honeymooners due to its intimate and cosy atmosphere. The beach is surrounded in a double embrace by cliffs and an iridescent sea, ranging from azure to deep blue.

Continuing along the circumnavigation of the island, you will come across, in succession, the small towns of El Guamache, El Amparo and Guinima.

 

Taste of salt, the fascinating history of the Coche salt flats

The economy of Isla de Coche, today as in the past, is essentially based on the natural reserves that, in the case of the small island, are represented by the sea and the salt pans. A well-chosen combination that has allowed the development of both the fresh and preserved fish trade, on the one hand, and the salt trade, on the other. The salt pans are located in the north-eastern part of the island, a few kilometres from the capital, San Pedro, and the quality of their salt is famous throughout the country. Special boats transport the salt, freshly extracted from the lagoon, to the mainland, where it is purified and left to dry, before being packaged and prepared for trade. However, in the past, it was precisely salt that sparked a real fight for possession of this ‘white gold‘.

The history of Isla de Coche, in this sense, is very similar to that of the Peninsula of Araya, in the state of Sucre, which is located on the coast just opposite the island and has a vast salt lagoon. The first Europeans to arrive in the area, in 1499, were the Spaniards, attracted by the pearl deposits. The Coche salt marshes were also colonised, as the bottom of the lagoon was very rich in pearls. The Spaniards, however, did not focus their attention on salt, which was in great demand in Europe for food preservation.

On the contrary, the Dutch, more aware of the wealth they had at their fingertips, began salt extraction in the early 16th century under the eyes of the Spanish, who were too focused on pearls. The Dutch were joined by the English. When the pearl deposits finally ran out at the end of the century, the Spaniards began to realise both the importance of the salt pans and the fact that others had been using them for several decades. The situation gave rise to a series of battles between the European colonisers.

The Spanish then decided to build an imposing fortress on the Araya Peninsula in 1618, the construction of which lasted 50 years. Once completed, in 1726, a violent hurricane turned the salt lagoon into a gulf, effectively making salt harvesting impossible. The same fate befell the Coche salt pans, but the waters receded earlier than on land, allowing activity to resume.

The Spanish, having lost all economic interest, decided to abandon the area, not before having razed the fortress to the ground. Every attempt proved futile and, having run out of ammunition and gunpowder, they left the Real Fortaleza de Santiago de Léon de Araya to guard the ocean waters. Today, the salinas of the Araya peninsula, together with those of the Coche, produce around half a million tonnes of salt per year, the largest in the whole of Venezuela.

Indigenous and European flavours on the table

National dishes include arepas, corn fritters filled with any filling you can think of: cheese, beef, sausage, eggs, but also shrimp, octopus, salad or avocado.

Another hearty snack is the empanadas, dough dumplings filled with meat, cheese or chicken, which are fried in plenty of oil. Hervido, on the other hand, is a soup of chicken, beef, carrots, potatoes and other vegetables, which is also very rich.

Moving on to meat dishes, a real delicacy is lachon, a spit-roasted suckling pig stuffed with rice, pulses and minced pork. Muchacho, on the other hand, is roast beef in a sauce, while sanchoco, is a stew of beef, chicken, fish and vegetables.

The national dish, on the other hand, is the pabellón criollo, a single dish of beef, rice, cheese, black beans and tajada, fried ripe plantain. The Venezuelan parrilla, the grilled meat, is also very famous.

On the island of Coche, the lion’s share is taken up by fish dishes, such as sopa de pescado, the classic fish soup, pescado frito, a tasty mixed fry, árroz con mariscos, seafood risotto, and desserts, such as turron de coco, made with flaked coconut, and arroz de coco, sweet rice with flaked coconut.

Among the drinks, fruit juices are a real treat for the palate and to combat the heat. Sweet and full-bodied, chicha is a sweet, thick and milky drink made with rice and sugar, while papélon con limon is a thirst quencher made with sugar and lemon juice.

HOW TO GET THERE

From Italy there are no direct flights to Isla de Coche. One can fly to Caracas and, once there, take an internal flight to Isla Margherita and then a ferry to Isla de Coche. Airlines that fly to Venezuela include Iberia (www.iberia.com), Air France (www.airfrance.it), and KLM (www.klm.com ).

WHERE TO SLEEP

*Hotel Punta Blanca****S (Playa La Punta, tel 0058 424 1421831, https://hotel-punta-blanca.business.site/) Beautiful hotel directly overlooking Playa de La Punta. It offers 154 accommodations, including 124 doubles and 30 suites, spread around a lush garden. At guests’ disposal restaurant, bar, private beach, activities such as kitesurfing and windsurfing, transfer to and from Isla Margarita.

*Hotel Coche Paradise**** (via San Pietro de Coche, Playa La Punta, tel 0058 501 4683500, https://paradisehoteles.com/coche ) Sea-view hotel with 114 different accommodations, including doubles, triples, quadruples and mini-apartments. Located on the beautiful beach of La Punta. It has a restaurant, bar, wellness centre and gym. It offers transport service to and from Isla Margarita, water sports and the possibility of organising excursions.

WHERE TO EAT

*Bohio de Doña Carmen, Calle la Marina, San Pedro de Coche, tel 0058 295 2991113. Located in the harbour of San Pedro, this is the oldest restaurant on the island, created for sailors who came and went. It offers Cochensean cuisine, including chicken in garlic sauce, fish dishes, prawns and fresh seafood.

*La Gocha, Playa la Punta, at the entrance to San Pedro harbour. Characteristic restaurant, among the most popular on the island, created to welcome visitors disembarking at the harbour. Open for lunch and dinner, it offers excellent fish dishes, including soups, king prawns and lobster Catalan style, as well as pasta, grilled meat and salads.

INFO

www.venezuelatuya.com

https://turismosucre.com.ve/araya/