Cinque weekend per girare il mondo senza uscire dall’Italia

In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo, in cui i viaggi all’estero sono sconsigliati e molte frontiere stanno verosimilmente per chiudere, possiamo scegliere di continuare a visitare, scoprire e ammirare la nostra bella penisola. L’Italia, infatti, da Nord a Sud vanta paesaggi variegati e affascinante, molti dei quali non hanno nulla da invidiare alle blasonate mete estere che si vedono nelle pubblicità e sulle riviste, anzi, si assomigliano proprio!

Ci avete mai fatto caso, per esempio, che il foliage alle pendici delle nostre Dolomiti e nei parchi non ha nulla da invidiare a quello del Canada o degli Stati Uniti? O che le spiagge e il mare della Sardegna sono i nostri Caraibi?

E perché andare fino ad Atene, quando la Valle dei Templi di Agrigento può ugualmente farci viaggiare nella storia?

In questo nuovo appuntamento, vi presentiamo allora le mete italiane che hanno un “gemello” all’estero. E magari, quando potremo tornare a viaggiare, ci verrà la voglia e la curiosità di visitarli entrambi.

1. Genova, sul Trenino di Casella come sul Trenino Rosso del Bernina

Salire sul Trenino Rosso del Bernina, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è una delle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Ma anche Genova ha il suo trenino storico. È quello di Casella, che parte dal centro città e si addentra per 25 km tra il crinale appenninico compreso tra la Valle Scrivia e la Val Polcevera, in un territorio di rara bellezza, tra valli e boschi, ma con i primi 6 km con una splendida vista mare.

Si arriva a 458 metri di quota, con un procedere lento che non supera mai i 30 km/h e, in alcuni tratti, affronta pendenze del per mille. La ferrovia Casella, il cui progetto risale al 1907 e la costruzione al 1921, consente di raggiungere i paesi di Sant’Olcese, Casella e altri Comuni dell’entroterra. Alla stazione di Campi, poi, si intercetta il percorso escursionistico del Parco delle Mura e dei Forti, che porta al Forte Diamante e poi al Forte Righi.

Il “gemello” svizzero del trenino Casella, è il celebre Trenino Rosso del Bernina, che si muove lungo la Ferrovia Retrica, che collega l’Italia alla Svizzera, dal Comune di Tirano, in provincia di Sondrio, a St Moritz, rinomata località di villeggiatura delle Alpi svizzere frequentata dal jet set internazionale. Nel 2008, è stato inserito dall’UNESCO tra i siti Patrimonio dell’Umanità per entrambe le sue tratte, quella dell’Albula, che collega Thusis a St Moritz, inaugurata nel 1904 e lunga 67 km, tra 42 tunnel e 144 ponti e viadotti, e la tratta del valico del Bernina, di 61 km.

Quest’ultimo è annoverato tra i tratti ferroviari più alti d’Europa e tra i più ripidi del mondo, con una pendenza fino al 70% senza uso di cremagliera. Durante la sua corsa, il Trenino Rosso attraversa la Valtellina, la Val Poschiavo e l’Engandina, per poi arrivare al capolinea, nella “Montecarlo delle Alpi”.

Per saperne di più leggi qui il nostro articolo 

2. In Liguria come in Islanda per il whale watching

Non bisogna andare troppo lontano per vivere una delle esperienze più emozionanti che ci siano: l’avvistamento di balene e cetacei. Se si dice whale watching, la mente va subito al Canada o all’Islanda. Invece, i “giganti del mare” si possono ammirare anche in Liguria, cuore del Santuario dei Cetacei nato con il Progetto Pelagos negli anni Novanta.

Nel 1999 è stato ufficialmente istituito il Santuario Internazionale dei Cetacei del Mar Ligure, un’area protetta di 100 mila km quadrati che si estende tra Tolone, in Francia, Capo Falcone, nella Sardegna occidentale, e Fosso Chiarone, in Toscana. In questo tratto di mare si possono effettuare escursioni guidate per avvistare le balenottere comuni, delfini e stenelle, un delfino di piccole dimensioni. Dalla primavera all’autunno si parte per le escursioni dai porti di Camogli, Genova, Varazze, Savona, Loano, Andora, Laigueglia, Bordighera, Sanremo e Imperia. Le gite durano spesso tutta la giornata, ma le emozioni di fronte a un incontro ravvicinato sono davvero ineguagliabili.

Se invece ci si vuole ritagliare una vacanza più lunga e volare direttamente in Islanda, uno dei punti di partenza migliori per l’avvistamento di balene e delfini è Hùsavik, nell’Islanda settentrionali, nota come “la capitale europea dell’osservazione delle balene”. I tour partono dalla cittadina, che si affaccia sulla baia di Skjálfandi.

La baia costituisce un habitat particolarmente adatto per la vita dei cetacei, grazie alle particolari condizioni e all’abbondanza di nutrimento. Qui si incontrano facilmente una decina di specie, tra cui la balenottera azzurra, il più grande animale vivente al mondo.

Altre belle escursioni per avvistare i cetacei partono da Akurery, dalla penisola di Snæfellsnes e dalla capitale Reykjavík. In particolare, la penisola di Snæfellsnes è uno dei luoghi migliori per incontrare le orche, soprattutto nei mesi invernali. In queste acque si possono incontrare anche capodogli, balene Minke, balenottere rostrate, megattere, focene e diverse specie di delfini.

3. A Votigno di Canossa (RE) c’è un piccolo Tibet

Il Tibet è sicuramente uno dei paesi più affascinanti del mondo, per la sua spiritualità e per la sua travagliata storia millenaria. Non è, tuttavia, molto facile da raggiungere, tra viaggio e visti necessari per entrare. Niente paura, però, perché anche in Italia c’è un “piccolo Tibet”, dove poter sperimentale la stessa atmosfera mistica.

La Casa del Tibet  si trova a Votigno di Canossa (RE), sulle colline reggiane, ed è una struttura unica in Italia e la prima in Europa, dove visitatori e monaci possono pregare, seguire convegni, visitare il piccolo museo e prendere parte a iniziative culturali e convegni sulla cultura tibetana.

Inaugurata nel marzo del 1990 sotto gli auspici del Dalai Lama, che l’ha visitata il 25 ottobre del 1999 e in quell’occasione ha inaugurato il museo, si presenta come un borgo medievale ristrutturato. Alle antiche pietre si alternano statue del Buddha, campane, bandiere e altri simboli della cultura tibetana. A Votigno vive anche una famiglia tibetana, quelle del musicista e flautista Nawang Dhundup. Il borgo, invece, per la sua storia e il suo perfetto stato di conservazione, è incluso nei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si può anche pernottare nel delizioso B&B.

Se, invece, volete visitare il Tibet, a emergenza sanitaria finita, non potete perdervi una visita al palazzo del Potala di Lasha, simbolo del paese, che con i suoi colori bianco e rosso domina la cima di una collina e custodisce tra le sue sale preziose statue di Budda. Imperdibile poi una visita al Tempio Jokhang, il più sacro del buddismo tibetano e meta di pellegrini provenienti da tutto il paese.

Inoltratevi poi lungo Barkhor Street, la strada che conduce al tempio, sulla quale si affacciano bancarelle e negozi di artigianato. Presso il Monastero Sera, invece, si può assistere al dibattito dei monaci sui testi sacri del buddismo. Il primo monastero costruito in Tibet è invece Samye, che si trova a due ore di auto dalla città di Tsetang, immerso in un paesaggio quasi surreale, tra alte montagne, dune sabbiose e distese desertiche. Non perdetevi poi il meraviglioso Lago Yamdrok, il più fotografato del Tibet, con i suoi colori mozzafiato e gli yak che pascolano sulle sue rive. Si raggiunge in due ore di auto da Lasha.

4. A Castelluccio di Norcia come in…Mongolia

Se avete spesso sognato di visitare la lontana Mongolia, con i suoi splendidi paesaggi e le vestigia del regno di Gengis Khan, sappiate che potete averne un assaggio visitando Castelluccio di Norcia, in provincia di Perugia, nel periodo compreso tra la fine della primavera e l’estate.

Le case del borgo sono appollaiate a nido d’aquila a 1450 metri di altezza e da qui si può raggiungere il meraviglioso Pian Grande, un altipiano che, tra giugno e luglio, si colora dei colori della fioritura delle celebri lenticchie. Il paesaggio si trasforma in una colorata tavolozza di sfumature da fare invidia ai quadri di qualsiasi Impressionista. I colori dei fiori di lenticchie si mescolano a quelli di papaveri, fiordalisi e brassici gialli, e il risultato è davvero spettacolare.

L’altopiano umbro ricorda le vaste steppe della Mongolia, un paese con un’estensione cinque volte più grande dell’Italia, ma dalla densità di popolazione bassissima. Per secoli i nomadi hanno viaggiato con il bestiame allo stato semi brado attraverso le immense pianure. Le stesse che oggi in primavera si colorano delle fioriture di efedra, rabarbaro, artemisia, peonia e dell’ormai raro giglio selvatico, da secoli utilizzato per scopi medicinali e nei riti sciamanici.

Se desiderate visitare la Mongolia, mettete in conto almeno tre settimane. Tra le eccellenze da non perdere c’è un’escursione del Deserto dei Gobi, nell’antica capitale di Gengis Khan, Erdene Zuu, nella capitale Ulan Bator, alle sorgenti termali di Tsenkher e nella valle di Orkhon, alla “perla blu dell’Asia”, il lago Hovsgol, nell’area vulcanica di Khorgo-Terk e allo splendido Tsagaan Nuur.

Potete leggere il nostro approfondimento qui.

5. Palermo, alla Vucciria come al souk di Marrakech

Per vivere le magiche atmosfere di un autentico souk, nell’attesa di volare a Marrakech, potete visitare la Vucciria di Palermo, che si estende tra via Roma, La Cala, il Cassaro, via Cassari, piazza del Garraffello, via Argenteria Nuova, piazza Carracciolo, via Maccheronai e all’interno del mandamento Castellammare e si snoda tra stretti vicoli e stradine contorte. Le atmosfere non hanno nulla da invidiale ai souk orientali.

Qui, infatti, si trova davvero di tutto, dal pesce fresco a frutta e verdura, ma anche i piatti tipici della cucina siciliana, anche in versione street food. Tra questi si possono gustare i deliziosi polpi, bolliti al momento e serviti con una spruzzata dei deliziosi limoni di Sicilia, oppure le sarde, che vengono pulite davanti agli occhi dei visitatori e cotte alla brace. E poi panelle, stigghiole, panini con la milza, olive e pomodori secchi. Dagli anni 2000 la Vucciria è diventata uno dei centri della movida palermitana.

Dal tardo pomeriggio fino a tarda notte, infatti, si possono trovare diversi spazi e locali che vendono bevande e “cibo di strada”. Non mancano nemmeno le eccellenze artistiche. Nella zona del mercato, infatti, si possono ammirare imponenti palazzi nobiliari, come il Palazzo Mazzarino, appartenuto alla famiglia del celebre cardinale che tenne le sorti della politica francese, palazzo Gravina Filangeri di Rammacca e la fontana del Garraffello.

Stesse atmosfere, ma altri profumi e sapori, si trovano invece nel grande souk di Marrakech, che si estende in un dedalo di viuzze e stradine nella parte settentrionale della centrale Piazza Jamaa el Fna, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Dalla piazza, più caotica e assolata, attraverso vicoletti stretti, si accede alla zona più ombreggiata, sui cui si affacciano negozi che vendono di tutto, dalle spezie, alla frutta secca, dai tappeti ai cesti e cappelli di paglia, dalle babbucce agli oggetti di artigianato in legno e ferro battuto, agli abiti alle borse. Il tutto, in un’atmosfera colorata, vivace e chiassosa, dove a fare la parte del leone è la contrattazione.

A poche ore dall’Italia, Marrakech è una delle più famose città imperiali del Marocco. Oltre al souk, sono da non perdere una visita alla Medina, ai giardini Majorelle e alla Moschea Koutobia.

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Non perdetevi la seconda puntata per scoprire altri luoghi in Italia che hanno un “gemello” all’estero…