Pescara: il ‘divo’, i trabocchi e la colomba ‘gourmet’ di Stefania

Una città sul mare

(Italian and English version) –
Pescara,
chiamata anticamente “Piscaria”, per la pescosità del suo mare, è una grande città portuale e un centro di cantieristica, di industria tessile e, naturalmente, di pesca. Oltre a questo, la città è una rinomata località balneare le cui spiagge vantano più di 10 km. Sono perfettamente attrezzate e offrono numerose opportunità di relax e comfort.
Pescara è oggi definita la “Città dei due Ponti”il Ponte del Mare, lungo  466,  e più grande ponte ciclo-pedonale d’Italia e Il Ponte Ennio Flaiano, intitolato al grande scrittore pescarese.

Ponte del Mare

Da vedere a Pescara (speriamo presto…)

La fontana “La Nave”, rievocazione della storia marinaresca della città
Cattedrale di San Cetteo che ospita un dipinto del Guercino, il San Francesco, donato dallo stesso d’Annunzio
Museo Vittoria Colonna arte moderna.
Museo Villa Urania ricca collezione di maioliche dal Cinquecento al Settecento.
Museo Civico Basilio Cascella raccoglie molte opere della famiglia Cascella.
Museo delle Genti d’Abruzzo mille miniature raccontano tradizioni e costumi della regione.

La fontana “La Nave”, rievocazione della storia marinaresca della città

Il ‘divo’ Gabriele

Durante la seconda guerra mondiale, quasi tutta la città era in rovina. La maggior parte dei suoi monumenti storici andò perduta per sempre in questo periodo. Tra gli edifici distrutti c’era una casa di Gabriele D’Annunzio, dove viveva sua madre.

Gabriele D’Annunzio

Dopo la guerra, il poeta decise di restaurare l’edificio. Nel 1963 qui fu aperto un museo che, in una raffinata atmosfera, raccoglie interessanti testimonianze della sua vita e del suo lavoro.

la casa di Gabriele D’Annunzio

Paradiso gastronomico

La cucina abruzzese è ricca, varia e tutta da scoprire, quindi niente di meglio che chiedere a una esperta in gastronomia locale: Stefania Peduzzi che, oltre che conoscere e promuovere la regione del territorio, è al timone di Rustichella d’Abruzzo, rinomato pastificio artigianale che esporta in tutto il mondo.

Stefania Peduzzi

Buongiorno Stefania, un consiglio per un weekend in Abruzzo?

Abito nella provincia di Pescara e tutt’intorno ci sono luoghi interessanti e località poco conosciute. Tanta bellezza e tanta storia.  Sto studiando e scoprendo le antiche abbazie medioevali di queste zone montane, strutture storicamente importanti perchè un tempo controllavano il passaggio dall’ Abruzzo verso il Tirreno. Tra le mie preferite, la splendida San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria e San Bartolomeo, poco conosciuta e meno visitata, a Carpinedo della Nora. Altra visita storica da non perdere è l’antica Abbazia del Vescovo a Penne, un borgo davvero incantevol

San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria e San Bartolomeo,

Per un lunch domenicale?

Le nostre colline, i nostri borghi sono meravigliosi, e offrono realtà culinarie tutte da scoprire, e poi punterei al fascino del mare. A Pescara, nella zona del porto canale scoprirete delle insolite palafitte dalle lunghe braccia che sostengono le reti da pesca: sono i  trabocchi, ristoranti sospesi sul mare in cui gustare cucina marinara. I più suggestivi a poca distanza dalla città, sulla costa da Ortona fino a Vasto, passando per San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia e Torino di Sangro.

I suoi trabocchi preferiti?
Punta cavalluccio, Punta fornace, Pesce palombo.

uno dei tipici ‘trabocchi’ abruzzesi

Rustichella d’Abruzzo sforna ogni anno, proprio in questo periodo, la sua famosa colomba pasquale, ce la racconta?

E’ fatta con “pasta madre”, un impasto naturale e soffice ottenuto attraverso la lievitazione di acqua e farina e poi messo a riiposare in un ambiente controllato, per ottenere una naturale lievitazione. Questa continua rigenerazione, conferisce alla colomba una fragranza e leggerezza uniche...

arrivano le colombe…

Pasqua è vicina: un’idea ‘gourmet’ per servire la colomba?

Ho pensato a una colomba gourmet, un po’ ‘diversa,  arricchita da una crema al mascarpone e guarnita di fragole. Un piatto semplice, adatto a fine pranzo e che può essere preparato al momento. Felice Pasqua a tutti voi!

Una colomba ‘diversa’

Ho già l’acquolina in bocca… Che vino accoppierebbe?

Per restare in Abruzzo, sceglierei uno storico vino da dessert: la ratafià abruzzese, un rosolio tipico, antico e nobile, celebrato anche da Gabriele D’Annunzio che lo definì “sangue morlacco”. E’ un vino che unisce la forza del  Montepulciano D.O.P. e l’aspro profumo delle amarene. Ottima scelta per accompagnare i dessert a fine pasto.

Il tradizionale vino da dessert 'Ratafià'
Il tradizionale vino da dessert ‘Ratafià’

La ratafià più celebre è quella della storica Distilleria Toro, fondata nel lontano 1817 e famosa per la sua rinomata Centerba e i distillati ricavati dalle erbe aromatiche e salutari che crescono sul monte Morrone che fa da sfondo all’altopiano su cui sorge Tocco da Casauria, estremo lembo della provincia di Pescara.

La colomba Rustichella d’Abruzzo

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COLOMBA FARCITA CON CREMA AL MASCARPONE E FRAGOLE

Una colomba pasquale ‘gourmet’

Ingredienti per 6 persone
3 uova,
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio e mezzo di Maizena
400 ml di latte
Estratto di vaniglia
250 g di mascarpone,
1 bustina di zucchero a velo
6 fragole
Preparazione
Sbattere i tuorli con lo zucchero e la maizena fino a rendere il composto spumoso. Contemporaneamente porre in una pentola il latte con l’estratto di vaniglia.
Portare a ebollizione, versare il composto, girare finchè la crema diventi densa. Al primo bollore spegnere e lasciare raffreddare.
In una terrina unite alla crema 125 g di mascarpone e lasciare in frigo a riposare. Prendere le fragole fresche, tagliarle per lunghezza come da foto, una per ogni commensale.
Tagliare la colomba a fette e con una sac a poche apporre la crema sulla fetta e infine le fragole.
Completare con una spolverata di zucchero a velo.

INFO
Rustichella d’Abruzzo
Pescara Turismo

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Pescara, formerly called “Piscaria”, due to the fishiness of its sea, is a large port city and a center for shipbuilding, textile industry and, of course, fishing.
In addition to this, the city is a popular seaside resort whose beaches boast more than 10 km. They are perfectly equipped and offer numerous opportunities for relaxation and comfort.
Pescara is now called the “City of Two Bridges”, the Ponte del Mare, 466 meters long, and the largest cycle-pedestrian bridge in Italy and the Ennio Flaiano Bridge, named after the great writer from Pescara. Bridge of the Sea

Ponte del Mare

Things see while in Pescara
The fountain “La Nave”, a re-enactment of the maritime history of the city Cathedral of San Cetteo which houses a painting by Guercino, the San Francesco, donated by d’Annunzio himself
Vittoria Colonna Museum of Modern Art.
Villa Urania Museum rich collection of majolica from the sixteenth to the eighteenth century.
Civic Museum Basilio Cascella collects many works of the Cascella family.
Museum of the People of Abruzzo a thousand miniatures tell the traditions and customs of the region.
The fountain “La Nave”, a re-enactment of the maritime history of the city

La fontana “La Nave”, rievocazione della storia marinaresca della città

Gabriele D’annunzio 
During the Second World War, almost the entire city was in ruins. Most of its historical monuments were lost forever in this period. Among the destroyed buildings was a house of italian poet Gabriele D’Annunzio, where his mother lived.
After the war, the poet decided to restore the building. In 1963 a museum was opened here which, in a refined atmosphere, collects interesting testimonies of his life and his work. the house of Gabriele D’Annunzio

la casa di Gabriele D’Annunzio

Gastronomic paradise
Abruzzo’s cuisine is rich, varied and waiting to be discovered, so nothing better than to ask an expert in local gastronomy: Stefania Peduzzi who, in addition to knowing and promoting the region of the territory, is at the helm of Rustichella d’Abruzzo, a renowned pasta factory craftsmanship that exports all over the world.

Stefania Peduzzi

Hello Stefania, any advice for a weekend in Abruzzo?
I live in the province of Pescara and all around there are interesting places and little known places. So much beauty and so much history. I am studying and discovering the ancient medieval abbeys of these mountain areas, historically important structures because they once controlled the passage from Abruzzo to the Tyrrhenian Sea. Among my favorites, the splendid San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria and San Bartolomeo, little known and less visited, in Carpinedo della Nora. Another historical visit not to be missed is the ancient Bishop’s Abbey in Penne, a truly enchanting village, San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria and San Bartolomeo,
Where to go for a Sunday lunch?

San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria e San Bartolomeo,

Our hills, our villages are wonderful, and offer culinary realities to be discovered, and then I would aim for the charm of the sea. In Pescara, in the canal port area, you will discover unusual stilt houses with long arms that support the fishing nets: They are called trabocchi, restaurants suspended over the sea where you can enjoy seafood cuisine. The most suggestive are not far from the city, on the coast from Ortona to Vasto, passing through San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia and Torino di Sangro. My fav are Cavalluccio and  Fornace 

uno dei tipici ‘trabocchi’ abruzzesi

Rustichella d’Abruzzo produces its famous Easter COLOMBA every year during this period, can you tell us about it?

It is made with “sourdough”, a natural and soft dough obtained through the leavening of water and flour and then left to rest in a controlled environment, to obtain a natural leavening. This continuous regeneration gives the dove a unique fragrance and lightness …
Easter is near: a ‘gourmet’ idea to serve the COLOMBA?
I thought of a colomba, with a twist, enriched with a mascarpone cream and garnished with strawberries. A simple dish, suitable for the end of lunch and which can be prepared at the moment. Happy Easter to you all!

Stefania Peduzzi

My mouth is watering already … What wine would you pair?
To stay in Abruzzo, I would choose a historic dessert wine: the Abruzzese ratafià, a typical, ancient and noble rosolio, also celebrated by Gabriele D’Annunzio. It combines the strength of Montepulciano D.O.P. and the sour scent of black cherries. Excellent choice to accompany desserts at the end of a meal. The most famous ratafià is that of the historic Toro Distillery, founded in 1817 and famous for its renowned Centerba and the distillates made from aromatic and healthy herbs that grow on Mount Morrone which is the backdrop to the plateau on which Tocco da Casauria stands, extreme strip of the province of Pescara.

Il tradizionale vino da dessert 'Ratafià'
Il tradizionale vino da dessert ‘Ratafià’

COLOMBA FILLED WITH MASCARPONE CREAM AND STRAWBERRIES

Una colomba pasquale un po’ ‘diversa,

ingredients for 6 people
3 eggs, 3 tablespoons of sugar 1 and a half tablespoons of cornstarch 400 ml of milk Vanilla extract 250 g of mascarpone, 1 sachet of powdered sugar 6 strawberries
Preparation
Beat the egg yolks with the sugar and cornstarch until the mixture is fluffy. At the same time, place the milk with the vanilla extract in a saucepan. Bring to a boil, pour in the mixture, turn until the cream becomes thick. At the first boil turn off and let cool. In a bowl, add 125 g of mascarpone cream to the cream and leave in the fridge to rest. Take the fresh strawberries, cut them lengthwise as shown in the photo, one for each diner. Cut the dove into slices and with a pastry bag put the cream on the slice and finally the strawberries. Complete with a sprinkling of powdered sugar.

INFO
Rustichella d’Abruzzo
Distilleria Toro,
Pescara Turismo




STEFANIA PEDUZZI:”PORTO L’ABRUZZO NEL MONDO E LE ‘VIRTU” IN TAVOLA… NON SOLO IL 1 MAGGIO! ECCO LA MIA RICETTA

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA

1 Maggio: le Virtu’ in tavola!

Ogni 1° Maggio gli abruzzesi rendono omaggio alla tradizione contadina con Le Virtu’, un piatto storico fatto con 7 tipi di legumi, 7 tipi di verdure, 7 specie di aromi, 7 varietà di carni, 7 tipi di pasta e preparato (perlomeno, tanto tempo fa tempo…) da 7 vergini. Questa leggendaria ricetta abruzzese oggi vi sarà raccontata da una Chef d’eccezione: Stefania Peduzzi, proprietaria e anima creativa della rinomata fabbrica di pasta Rustichella d’Abruzzo e docente di cooking classes in Italia e all’Estero.

Buongiorno Stefania, ci racconta dei suoi viaggi?
Tanti, in tutto il mondo. Appena possibile riprenderò a viaggiare. Prossima tappa il Cile, un viaggio di svago e anche di lavoro, per conoscere il nostro distributore a Santiago e per incontrare chef locali. Sono curiosa di scoprire come la cucina cilena interpreti i nostri prodotti e la cucina italiana.


Una destinazione speciale?
E’ stata la Giordania. A parte Petra, che comunque fa parte del percorso turistico, ho amato il deserto del Vadi Rum, che mi ha infuso un senso di libertà e di appartenenza al mondo. In quel grande silenzio, ho vissuto momenti di solitudine che non mi hanno intristita, al contrario, mi hanno regalato inaspettate sensazioni di grande conforto.
Ho avuto la fortuna di mangiare a casa della nostra guida e ho scoperto la comune e quotidiana cucina locale, abilmente speziata, ricca di verdure e ottima carne di agnello, che io, da buona abruzzese amante degli arrosticini, ho apprezzato moltissimo.
Una destinazione preferita?
Madera, in Portogallo, spero di tornarci al più presto.


Un consiglio per un weekend in Abruzzo?
Abito nella provincia di Pescara e tutt’intorno ci sono luoghi interessanti e località poco conosciute. Tanta bellezza e tanta storia.  Sto studiando e scoprendo le antiche abbazie medioevali di queste zone montane, strutture storicamente importanti perchè un tempo controllavano il passaggio dall’ Abruzzo verso il Tirreno.

Tra le mie preferite, la splendida San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria e San Bartolomeo, poco conosciuta e meno visitata, a Carpinedo della Nora.

Altra visita storica da non perdere è l’antica Abbazia del Vescovo a Penne, un borgo incantevole.
Forse una delle zone più belle dell’ Abruzzo, senz’altro una delle più suggestive è la Costa dei ‘trabocchi’, strutture che si alzano come sentinelle sul mare, paragonate da D’Annunzio a “colossali ragni” e descritti nella tragedia “Il trionfo della morte” “come “macchine che sembravano vivere della propria vita“.

Qualche ristorantino da scoprire?
In questi ultimi tempi c’è stata una grande crescita di agriturismi dove si si trova a mangiare quasi dentro casa propria, dove si preparano cibi abruzzesi del passato, come se cucinassero le nonne.


Come occupa il suo tempo libero?
Trovo che ognuno debba mettere un po’ d’arte in tutto quello che fa, dalla musica al teatro, all’arte visiva… Non mi reputo un’ artista, ho semplicemente delle visioni che traduco al computer; sono delle citazioni vive e vagamente tridimensionali che si inseriscono in quadri famosi e ne rivisitano l’essenza,  come i personaggi della Primavera del Botticelli, che ho vestito come hippies di Woodstock.

Ho scherzato anche con il famoso ‘Bacio’ di Hayez,  la ‘Dama con l’ermellino’ e Frida Kalo, tutti messaggi universali che ho rivisitato con un occhio a certe atmosfere contemporanee.

Le sue ‘master classes’ sono ormail famose…
Ho portato la mia ‘chitarra cooking class’  a San Francisco, New York, Los Angeles, Dubai.
Inizio illustrando la storia della ‘pasta alla chitarra’ e poi si passa alla realizzazione, usando  questo tipico strumento abruzzese che, secondo le mie ricerche storiche, potrebbere essere stato un vero strumento musicale, forse un’arpa da tavolo, finchè un bel giorno la padrona di casa pensò di utilizzarlo per creare dei lunghi spaghetti. E’ una classe che ha  grande successo, forse perché dimostra quanto sia facile fare una cosa che si pensava essere estremamete difficile.
Porta l’Abruzzo nel mondo…
(ride) Assolutamente si… e, ci tengo a dirlo, la ‘chitarra’ è solo abruzzese… diffidate dalle imitazioni! Ora, a causa del coronavirus, il mondo si è tristemente fermato, spero possa rinascere al più presto e che io possa riprendere a portare nuovamente la storia, la cultiura e la gastronomia abruzzese in tutto il mondo. Amo la mia meravigliosa terra!

Mi racconta ‘Le Virtù’?
E’ una tradizionale ricetta povera, un piatto del recupero che utilizzava il  vecchio e il nuovo.
La storia delle ‘virtù’ nasce proprio in questa area geografica, dove ogni 1 maggio, la tradizione vedeva il riunirsi dei contadini che portavano tutto ciò avevano conservato in casa, dai legumi secchi, alle ossa del prosciutto, alle erbe essiccate a cui aggiungevano le verdure appena colte e cucinate (perlomeno, così dice la leggenda…) da 7 vergini.

Niente pasta?
L’aggiunta della pasta è arrivata in tempi più recenti. Inizialmente veniva fatta in casa, mentre chi aveva disponibilità, la comprava nei primi pastifici del territorio.  iI 1 Maggio era un’occasione per riutilizzare la pasta avanzata durante l’anno. Fedele a questa tradizione, ho voluto produrre una pasta chiamata ‘Virtù’ che è un insieme di 7 diversi formati di pasta, che, grazie a una trafila speciale,  richiedono lo stesso tempo di cottura. Trovo che sia un piatto gustoso e un omagggio alle tradizioni, da mettere in tavola… tutto l’anno!


Ricetta classica o riivisitata?
La mia ricetta è un’interpretazione della tradizione, in maniera originale, con fave fresche, guanciale croccante, pecorino e pasta di grano 100% abruzzese. Buon 1 Maggio!

LE VIRTU’, FAVE, GUANCIALE E PECORINO

Ingredienti per 4 persone:
320 g di Virtù PrimoGrano Rustichella d’Abruzzo
200 g di fave secche
50 g di pecorino dolce grattugiato
500 g di fave fresche
120 g di guanciale
1 cipollotto fresco
1 l di Brodo vegetale
Olio extravergine d’oliva
Sale fino q.b.
Pepe nero q.b.
Preparazione:
Iniziate dai baccelli di fave fresche: apriteli, rompendo il picciolo superiore, e poi sgranate le fave con le mani. Una volta estratte, eliminate la piccola escrescenza posta a lato di ognuna di esse. Tagliate il guanciale a strisce sottili e ponetelo, senza alcun condimento, in un tegame antiaderente a rosolare a fuoco lento fino a che il grasso si scioglierà e il guanciale risulti dorato. Preparate ora le cialdine di pecorino: riscaldate una padella antiaderente, e adagiate sul fondo il pecorino aiutandovi con un coppapasta o semplicemente utilizzando un cucchiaio.
Distribuitelo in modo uniforme e fatelo sciogliere a fiamma bassa: dopo poco inizierà a fondersi e si indurirà. Spostate la padella staccate delicatamente la cialda con una paletta e giratela dall’altro lato fino a che non diventa dorato.
Una volta pronte le cialde adagiatele su un piano liscio e uniforme e fatele raffreddare da parte. Mondate e tritate un cipollotto , unite anche 4 cucchiai di olio extravergine di oliva e fatelo rosolare.
A questo punto unite le fave sgranate, mescolate.
Dopo qualche minuto, aggiungete un paio di mestoli di brodo vegetale (preparato in precedenza) e lasciate cuocere a fuoco dolce per circa 20-25 minuti.
Durante la cottura, aggiungete, ogni qual volta serva, del brodo vegetale fino a che le fave risulteranno cotte; aggiustate di sale e pepe, quindi mescolate e spegnete il fuoco.
Mettete a lessare le Virtù in abbondante acqua bollente salata e, arrivati a metà cottura, scolateli tenendo da parte un po’ della loro acqua di cottura.
Uniteli alle fave e continuate la cottura, mescolando e aggiungendo, quando serve, l’acqua di cottura tenuta da parte per renderlo più brodoso. Quando la pasta e fave sarà al dente, spegnete il fuoco, aggiungete un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva crudo.
Unite il guanciale e completate con la cialdina di pecorino.

INFO
Abruzzo Turismo
Rustichella d’Abruzzo
Ristorante Convivio Girasole,  Loreto Aprutino (PE)

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’