Le Mongolfiere dei sogni: Federico ci racconta la sua esperienza di volontario

È arrivato in redazione la testimonianza di Federico, un giovane volontario che ha voluto raccontarci la sua esperienza con i ragazzi disabili presso l’associazione di SportAbili di Predazzo. Ecco che cosa ci ha scritto.

Ho saputo che Weekend Dreamers – Le Mongolfiere dei sogni ha dedicato il 2021 ai volontari, e quindi un po’ anche a me, perchè anche io sono un volontario, ancora un ragazzo, ma volontario.

Le Mongolfiere dei Sogni, simbolo del progetto per donare sogni e sorrisi ai ragazzi disabili o malati

Ho letto la lettera di Santa Ragazzini  sui volontari e, condividendo tutto quanto è stato scritto, voglio dare la  mia testimonianza perché anche io nel profondo del mio cuore  mi sento “volontario” e  capisco lo spirito che anima tutti i  miei amici volontari. Mi chiamo Federico e ho 17 anni, abito a Desenzano del Garda (BS). Da quando avevo 9 anni mi sono avvicinato a SportAbili di Predazzo, perché i miei nonni frequentano questa associazione come Volontari da molto tempo.

Il giovane volontario Federico d’Alò

Ero piccolo ed ero la mascotte dei volontari adulti, ma sono anche diventato la mascotte di tutti quei bambini che sia in estate che in inverno si appoggiavano a SportAbili per trascorrere una settimana lontano dai loro problemi, in compagnia di ragazzi come loro e con la possibilità di fare tanti sport divertendosi.

Attività con i ragazzi di SportAbili

In estate facevamo lunghe passeggiate con le carrozzine attrezzate per il terreno montano. Ricordo con nostalgia le belle giornate trascorse con Diego, Elena, Matilde, Chiara, Ugo e molti altri ragazzi. Salivo sul retro delle loro carrozzine e li incitavo ad andare veloci e a suonare il clacson, sempre sotto l’attento occhio degli adulti. Dopo la pausa pranzo giocavamo a calcio, giochi cui sembrava impossibile per loro partecipare. Invece ci riuscivamo.

Gite in montagna con i ragazzi di SportAbili

Ho ancora nelle orecchie le loro grida gioiose ed i loro occhi che brillavano di felicità. Io ero più felice di loro perché finalmente il mio divertimento si trasformava in gioia pure per quei ragazzi. Sono molte le attività che ci tenevano occupati intere giornate: Acropark, handbike, tennis, rafting, cavallo…In inverno sciavo con loro a fianco degli ausili nei quali loro sedevano e che volontari adulti governavano, potevo serpeggiare giù dal pendio dando loro l’idea di sciare come se lo potessero fare da soli.

Ho tanti bei ricordi   che mi riempiono il cuore e che per colpa del Coronavirus non ho potuto alimentare. Il 2021 è cominciato un po’ male per noi, ma io spero tanto che tutto questo finisca presto per potere riabbracciare i miei amici e con loro trascorrere ancora molte ore liete, e sentire dalla loro viva voce il racconto di quando hanno potuto realizzare un loro sogno grazie all’impegno di Weekend Dreamers. Conoscendoli bene, saranno racconti entusiasmanti e li immagino con gli occhi lucidi.

Sono grato a Weekend Dreamers – Le Mongolfiere dei sogni per tutto quello che fa per questi ragazzi, dando loro la possibilità di realizzare un loro sogno che mai avrebbero sperato di potere realizzare. E con me sono senz’altro grati anche i loro genitori che vivono per pochi momenti una pseudo normalità. Spero tanto che tutta questa pandemia finisca presto per potere rivedere i miei amici e trascorrere con loro giornate spensierate e ricche di tanto amore, mi mancano tanto.

Con gratitudine                                                                                                       Federico D’Alo’




Sebastiano e il sogno di un weekend a Barcellona

Vi presentiamo un altro dei racconti arrivati in redazione per partecipare al concorso “Racconta il tuo sogno”. È quello di Sebastiano, un ragazzo di 18 anni che ama l’handbike e sogna di visitare Barcellona. Ecco che cosa ci ha raccontato.

Ciao, sono Sebastiano Nardin e sono nato a Trento il 26 maggio 2003 ed ho 17 anni. Vivo a Carano, una frazione di Ville di Fiemme in Val di Fiemme, in provincia di Trento. Ho un fratello, Nicola, e una sorella gemella, Carlotta. Frequento l’istituto tecnico tecnologico Guglielmo Marconi di Rovereto e frequento il corso di informatica Big Data. Il mio obbiettivo, dopo aver ottenuto la maturità, è frequentare l’università e diventare ingegnere informatico. Pratico handbike da circa sei anni e da quest’anno faccio parte di un team e quindi pratico questo sport a livello agonistico.

Carano, il paese di Sebastiano, al tramonto

Finalmente quest’anno compio 18 anni. Eh sì, finalmente, perché avere 18 anni vuol dire avere la patente e quindi autonomia. Sì, è importante l’autonomia perché vivo in un paesino di montagna e per me gli spostamenti a piedi sono difficili e faticosi e mi penalizzano in diversi aspetti. Ma mica mi arrendo, non l’ho mai fatto. Ho provato a fare tutto, ho fatto gare di corsa quando ancora ci riuscivo, partivo ultimo e arrivavo ultimissimo ma ho sempre terminato tutte le gare. Nonostante il mio ritardo nessuno si lamentava, anzi c’era più tifo per me che per tutti gli altri atleti e questo mi spronava a completare le gare.

Sebastiano con i suoi amici

Poi la mia famiglia mi ha portato da SportAbili, un’associazione di valle che aiuta chi ha difficoltà (soprattutto fisiche) a praticare degli sport che in autonomia sarebbero impraticabili. Qui ho incontrato Manuel che per la prima volta mi ha portato con l’handbike in quella che è stata un’esperienza divertente, emozionante ma anche scioccante: nonostante gli avvisi di Manuel ho percorso una discesa a tutta velocità che terminava con una curva a gomito e mentre percorrevo la curva, in una frazione di secondo, mi sono ritrovato scaricato dalla bici e, fortunatamente, non sono caduto dal muro che separava la ciclabile dalla strada. Si potrebbe pensare che, dopo questo spavento, abbia mollato l’handbike… macché, tutt’ora la pratico ed è il mio sport preferito.

Sebastiano da bambino, sulle piste da sci e oggi con la sua handbike

Sempre grazie a Manuel ho praticato lo sci di fondo e, grazie agli allenamenti con Nunzia ho potuto addirittura partecipare al trofeo Laurino: niente discesa “della torba” che ho furbescamente tagliato per non finire rovinosamente con la faccia nella neve o, peggio, in un albero. All’arrivo, sempre incitato da tutti, il regalo più bello è stato l’autografo sul seggiolino e la foto con la mitica Dorothea Wierer.

La campionessa di biathlon Dorothea Wierer

Ho abbandonato lo sci di fondo per affrontare un’altra avventura, la scuola lontano da casa, in convitto a Rovereto. All’inizio ho avuto paura e ho avuto difficoltà con i trasporti, ma i miei amici mi hanno sempre aiutato e dopo un periodo difficile mi sono ambientato ed ora è molto bello stare in convitto con gli amici e divertirsi; ah, dimenticavo, sono già in quarta e l’anno prossimo faccio la maturità ed ho già in mente l’università e … l’Erasmus in Spagna, il mio sogno.

Rovereto di Trento, dove studia il nostro Weekend Dreamer Sebastiano

Con l’handbike immagino di visitare la città che da sempre desidero visitare, Barcellona. Di certo prima o poi ci riuscirò perché un paio di anni fa i miei genitori mi hanno regalato una vacanza studio a Oxford. Sono partito con tanta paura e sono tornato felice, anzi, felicissimo perché la ritengo l’esperienza più bella della mia vita. Le persone che viaggiano sono più tolleranti anche nei confronti della disabilità e, grazie ad una mente più aperta, sanno divertirsi anche con un disabile. Ecco perché progetto di viaggiare, perché vorrà dire non sentirsi diverso.

Oxford, dove Sebastiano è andato in viaggio studio

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QUI TROVATE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO

…scopri nella 2°pagina che cosa vedere a Barcellona in un weekend!

Barcellona, che cosa vedere in un weekend

Il sogno di Sebastiano è visitare Barcellona. Vediamo allora che cosa si potrebbe vedere in un weekend. Partiamo da Plaça Catalunya e proseguiamo verso nord lungo Passeig de Gràcia, il lungo viale che porta a Casa Battlò, uno dei capolavori di Anton Gaudì, che si può visitare sia all’esterno che all’interno.

Casa Battlò di notte

Continuando sempre lungo Passeig de Gràcia si incontra un altro capolavoro del genio catalano, Casa Milà, detta anche La Pedrera perché assomiglia a una grotta. Potete visitarla all’interno e salire sul tetto per ammirare i comignoli che sono diventati uno dei simboli di Barcellona. Sempre lungo Passeig de Gràcia si affacciano altri splendidi edifici, tra cui Casa Amatller, Casa Mulleras, Casa Lleó Morera e Casa Fuster, oltre a negozi e boutique.

Casa Milà, detta La Pedrera

Da Casa Milà si può prendere la metro per tornare a Plaça Catalunya oppure continuare fino a Liceu. Da qui non potete perdervi una passeggiata lungo la Rambla, un altro dei simboli della città. Potete scegliere di percorrerla fino al mare, oppure solo un tratto. Tra le cose da vedere c’è il mosaico di piastrelle di Mirò e Palau Güell, un altro dei capolavori di Gaudì, e Plaça Reial, deliziosa con i suoi tavolini all’aperto e i suoi caratteristici lampioni.

La Rambla, uno dei simboli di Barcellona

A pranzo si può fare una sosta al Mercato de la Boqueria per poi proseguire nel pomeriggio fino a Barrio Gotico, il quartiere medievale dove si trova la Cattedrale di Barcellona. Perdetevi tra le viuzze strette e le piazze per un viaggio fuori dal tempo.

La Cattedrale di Barcellona nel Barrio Gotico

Tra le più belle c’è Plaça del Pi, su cui si affaccia la chiesa gotica di Santa Maria del Pi e nel fine settimana, Covid permettendo, si tiene un mercatino di artigianato locale.

Uno scorcio del Barrio Gotico

Sulla Plaça del Rei, invece, si affaccia il Palazzo Reale, sede del MUHBA, il Museo di Storia della città. Recatevi poi sull’Avenida Del Portal de l’Angel, sempre nel Barrio Gotico, la principale via dello shopping.

La sede del MUHBA a Plaça del Rei

Tornate poi verso Plaça Catalunya e ammirate il tramonto dal Montjuïc, oppure lo spettacolo della Fontana Magica in Plaça Espanya, con i suoi giochi di luce che si muovono a ritmo di musica. A cena, non perdete l’occasione per gustare le tapas.

Gli spettacolari giochi di acqua e luci della Fontana Magica

Secondo giorno: da Parc Güell a La Barceloneta

Il secondo giorno del weekend dedicatelo alla visita di Parc Güell, lo splendido parco cittadina dove i colori di Gaudì si mescolano con lo spettacolo della natura. Qui si trova la famosa “salamandra” riprodotta in moltissimi souvenir di Barcellona. Per arrivare al parco, si può prendere la linea L4 della Metro e scendere alla fermata Alfons X, oppure prendere la linea Azzurra del Bus Turistic che ferma a 5 minuti a piedi dal parco.

Il coloratissimo Parc Guell

Riprendendo la metro al ritorno, scendete a Verdaguer e poi prendete la linea 5 per arrivare fino alla Sagrada Familia, il monumento più visitato di Barcellona e apoteosi del genio di Gaudì. Ancora incompiuta, è di una bellezza mozzafiato con le sue torri e le sue guglie. Visitatela anche all’interno e, se potete, salite fino in cima a una delle torri per ammirare la struttura dall’alto.

La Sagrada Familia, il capolavoro di Anton Gaudì ancora incompiuto

Raggiungete poi il quartiere di La Barceloneta, dove potete pranzare con una delle migliori paelle della città e dove potere rimanere anche la sera per l’aperitivo in uno dei chiringuitos sul lungomare che preparano anche ottime tapas. Se avete tempo, potete visitare anche il Parc de la Ciutadella passando dall’Arco di Trionfo. Si tratta di uno dei parchi più belli di Barcellona, con fontane, laghetti, sentieri e prati che regalano attimi di relax.

Spiaggia e lungomare a La Barceloneta

INFO: www.barcelonaturisme.com