Sambuca di Sicilia e il suo fascino orientale. Con la ricetta delle “minni di virgini”

Sorge a pochi chilometri da Sciacca, dai templi del Parco Archeologico di Selinunte e dal mare di Menfi. Questa settimana, Ricette di Viaggio vi porta alla scoperta di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento, che nel 2016 si è aggiudicato il titolo di “Borgo dei Borghi” nella competizione indetta dal programma TV “Alle falde del Kilimangiaro”.

Una storia “orientale”

Adagiata su una collina, Sambuca sorge nella Valle del Belice, a 350 mslm. La sua fondazione risale all’epoca della dominazione araba, di cui reca ancora la struttura urbana e numerose testimonianze. Era infatti l’’830 d.C quando l’emiro arabo Al Zabut costruisce il castello a cui dà il proprio nome. La dominazione araba, tuttavia, dura solo fino al 1185, quando Guglielmo II Il Buoo dona alla chiesa di Monreale la “Chabuta seu Zabut”, cioè “la splendida ovvero Zabut.

Una minoranza islamica, tuttavia, rimane a Zabut fino al 1225, quando si arrende all’esercito dell’imperatore Federico II. Alcuni segni della cultura araba, tuttavia, rimangono presenti nell’impianto urbanistico e della cultura del borgo. Nel 1411, i superstiti si trasferiscono sulle colline, nella fortezza di Zabut, e ampliano quello che oggi è il Quartiere Arabo, che comprende l’acropoli e un’area assai suggestiva, fatta di vicoli stretti e reminiscenze orientali.

Dopo essere passata più volte di mano, nel 1863, per distinguersi dall’omonima cittadina toscana, Sambuca diventa Sambuca-Zabut, per poi assumere il nome di Sambuca di Sicilia nel 1923. Secondo alcune teorie, Sambuca deve il suo nome alla presenza di piante di sambuco, o alla forma dell’impianto urbano, che ricorderebbe la sambuca, uno strumento simile all’arpa tipico della Grecia.

Visitando chiese, palazzi e cortili

Partiamo dalla parte inferiore di Corso Umberto I, dove si trova ‘ottocentesco Teatro Idea, e camminiamo lungo la via, circondati da splendidi palazzi signorili, caratterizzati da facciate in pietra arenaria e da archi passanti che li collegano a suggestivi cortili (sono ben 250!), spazi che sembrano aprirsi dal nulla, come luoghi segreti dalle atmosfere antiche.

Circa a metà di Corso Umberto I ci fermiamo ad ammirare Palazzo di Leo e Palazzo Oddo, poco più avanti, scorgiamo la bella facciata con il portale in pietra bianca della Chiesa di San Giuseppe. A Sambuca di Sicilia ci sono ben tredici edifici di culto. Svoltiamo in via Marconi, dove si trova la Chiesa della Concezione, con il suo portale a sesto acuto, che proviene dalla chiesa di San Nicolò, nell’antico borgo di Adragna. Sempre lungo via Marconi incontriamo i palazzi Rollo, con un cortile e lo scalone loggiato, Giacone con la caratteristica scala catalana, e l’imponente Palazzo Fiore.

Torniamo su Corso Umberto per visitare la splendida Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, in stile barocco, caratterizzata da statue allegoriche, stucchi, colonne tortili e blasoni. Il pavimento è realizzato con le maioliche prodotte nella vicina Burgio. Il barocco primeggia anche sul balcone del Casino dei Marchesi Beccadelli, che si affaccia su Piazza della Vittoria, mentre il cortile, in stile catalano, testimonia la presenza spagnola in Sicilia. Il palazzo fa parte di un complesso che include anche la chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano, la torre e l’ospedale, che ci portano fino a via Caruso.

Da non perdere una visita alla seicentesca Chiesa del Carmine, che custodisce le sepolture delle più importanti famiglie nobili di Sambuca. Spiccano all’interno anche alcune pregiate statue lignee di Sant’Anna e della Madonna dell’Udienza.

Torniamo ancora su Corso Umberto I e, dopo aver ammirato Palazzo Ciaccio, in pietra arenaria, con il suo cortile cinto da un colonnato, ci fermiamo per una visita al Museo di Arte Sacra, ospitato nella Chiesa del Purgatorio del 1631. Presso il Settecentesco Palazzo Oddo si trova la sede del Municipio.

Qui, alle soglie della “Città Murata” finisce la nostra prima giornata di visita. Vi diamo appuntamento a domani con la seconda parte dell’itinerario, che comincerà in mattinata con una visita al quartiere arabo e proseguirà con un’escursione che ci porterà fino alle sponde del Lago Arancio.

Nel frattempo, vi suggeriamo una pausa golosa per gustare la specialità locale, le irresistibili “minni di virgini”, un dolce di pasta ripiena alla crema dalla caratteristica forma di…seni. E se vi piaceranno, potete provare a farle anche voi con la nostra ricetta.

Minni di virgini

Dolce tipico di Sambuca, i “seni di vergine”, secondo la tradizione, sono stati inventati nel 1725 da Suor Virginia, una monaca del Collegio di Maria, che aveva ricevuto dalla Marchesa di Sambuca l’incarico di preparare dei dolci per il matrimonio del figlio. La religiosa, si dice, prese ispirazione dalla forma delle colline che circondano Sambuca, e solo successivamente al dolce viene attribuito il nome “impudico”, come viene sottolineato anche dal Principe di Salina nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.

Ingredienti per l’impasto

  • 400 gr di farina 00
  • 150 gr di zucchero
  • 150 gr di strutto
  • 1 uovo
  • 1 bustina di vanillina
  • Latte q.b.

Per il ripieno

  • 800 ml di latte
  • 160 gr di zucchero
  • 130 gr di amido per dolci
  • 100 gr di zuccata
  • 80 gr di cioccolato fondente
  • cannella in polvere q.b.

Per decorare

  • 200 gr di zucchero a velo
  • 1 albume
  • Acqua q.b
  • Confettini di zucchero

Impastate la farina setacciata con lo zucchero, lo strutto tagliato a pezzetti, l’uovo e la vanillina. Se l’impasto dovesse risultare troppo secco, aggiungete un po’ di latte finché non sarà liscio e omogeneo. Formate poi una palla, avvolgetela nella pellicola trasparente e lasciate riposare in frigo per almeno un’ora. Nel frattempo, preparate il ripieno. Versate tutto il latte, tratte un bicchiere che terrete da parte, in un pentolino insieme allo zucchero e alla cannella, lasciatelo cuocere a fiamma moderata. Intanto, versate l’amido setacciato in una scodella e scioglietelo con il latte freddo che avete messo da parte. Unitelo poi al latte scaldato nel pentolino e mescolate bene con una frusta per circa 15 minuti, finché il composto non si sarà addensato. Togliete la crema dal fuoco e, continuando a mescolare, versatela a raffreddare in una ciotola. Quando sarà tiepida, unite qualche scaglia di cioccolato fondente.

Togliete l’impasto dal frigo e stendetelo con il mattarello finché non abbia uno spessore di circe 5 mm. Ritagliate un numero pari di dischi di pasta, metà con un diametro di circa 16 cm, l’altra con un diametro di circa 10 cm. Spalmate su ciascuno dei dischi piccolo uno strato di zuccata, poi ricopritela con scaglie di cioccolato e una dose abbondante di crema. Ponete anche su questa altre scaglie di cioccolato, un piccolo fiocco di zuccata e un ciuffo di crema. Coprite la farcitura con uno dei dischi più grandi, sigillando tutto attorno premendo con l dita. Spennellate con un po’ di albume. Ripetete con le altre “minni”, poi cuocete per 20 minuti circa, o a doratura raggiunta, in forno preriscaldato a 200°C. Sfornate, raffreddate a temperatura ambiente, poi spennellate con una glassa ottenuta mescolando acqua e zucchero a velo. Cospargete con i confettini di zucchero colorati e lasciate asciugare.

COME ARRIVARE

In auto: da Palermo prendere la SS624 Palermo Sciacca. Al km 70 uscire al Bivio Gulfa in direzione di Sambuca di Sicilia. In alternativa A29 Palermo-Mazara del Vallo con uscita Gallitello, seguire per la SS624 Palermo-Sciacca e poi SS624 come sopra.

Da Trapani, A29 Palermo-Mazara del Vallo in direzione di Mazara. Al m 49 uscite a Gallitello, poi seguire per la SS624 Palermo-Sciacca e uscire al Bivio Gulfa, seguendo indicazioni per Sambuca.

Da Agrigento, Strada Europea E931 in direzione di Mazara del Vallo. Dopo Sciacca prendere l’uscita San Bartol al km 63 e proseguire sulla SS624 Palermo-Sciacca in direzione di Palermo. Uscire al Bivio Gulfa e indicazioni per Sambuca di Sicilia.

DOVE DORMIRE

*Hotel Don Giovanni****, Contrada Pandolfina, Sambuca di Sicilia (AG), tel 0925/942511,

www.dongiovannihotel.it Struttura che ricalca l’architettura degli antichi bagli siciliani, con un cortile interno con pergolati. In splendida e comoda posizione, dispone di 22 camere doppie e 2 quadruple, ristorante e spa. Doppia con colazione da € 100, tripla da € 120, quadrupla da € 160. Possibilità di mezza pensione e pensione completa.

*B&B Del Corso, Corso Umberto I 86, Sambuca di Sicilia (AG), tel 349/8028426. Nel centro storico di Sambuca, dispone di camere ampie con aria condizionata. TV a schermo piatto, bagno privato con doccia o vasca, accappatoio, asciugacapelli e set di cortesia. A diposizione un salone comune. Doppia con colazione da € 60.

DOVE MANGIARE

*Ristorante La Pergola, Contrada Adragna, Sambuca di Sicilia (AG), tel 0925/946058. Ristorante con piatti della cucina regionale e nazionale con un buon rapporto qualità prezzo.

*Ristorante Masseria Ruvettu, Contrada Galluzzo, Sambuca di Sicilia (AG), tel 0925/946059, www.ruvettu.it Locale rustico e familiare, in splendido contesto naturale. Dispone di una grande sala e di un menù con piatti della cucina siciliana, tra cui frittatine, salumi, cacciagione, formaggi, arrosti, carne alla brace e pasta fatta in casa. L’olio e il vino sono prodotti nel comprensorio.

INFO

www.comune.sambucadisicilia.ag.it

www.prolocosambuca.it

 




Modica, dolcezze barocche

Talmente bella e pittoresca da sembrare dipinta. Gioiello della Sicilia, Modica sorge su un altopiano a circa 15 km da Ragusa, nella parte sud orientale dell’isola. Dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità nel 2002, ha un nucleo più antico, che si sviluppa attorno a ciò che rimane del castello e ha conservato la sua impronta medievale, con un groviglio di viuzze che conduce fino alla parte alta della città. Nella parte più vecchia si possono anche ammirare le case addossate le une alle altre, spesso ricavate dalle cavità naturali della roccia, abitate fin dalla Preistoria.

Modica è famosa, oltre che per la sua bellezza, anche per il suo celebre cioccolato, che si produce nelle numerose botteghe artigiane. Conosciuto in tutto il mondo per la sua lavorazione unica, è stato importato dagli Spagnoli, che avevano scoperto in America Latina sia il cacao che il metodo di lavorazione per ottenere il cioccolato. Ancora oggi, la massa di cacao viene mantenuta integra per non alterare la qualità del burro di cacao. L’unica aggiunta è quella dello zucchero, che viene lavorato a temperature tali da non frantumarne i cristalli, conferendo al cioccolato di Modica la caratteristica compattezza.

Un’altra caratteristica del prodotto è quella di venire aromatizzato, sempre in maniera naturale, dalla cannella alla vaniglia, dal Pistacchio al Nero d’Avola. Si consuma da solo, sciolto nel caffè e bevande calde, ma anche come ingrediente per sfiziosi dolci.

Il centro storico, gioiello barocco

Il cuore barocco di Modica è dovuta alla grande ricostruzione dopo il terremoto del 1693, che ha distrutto buona parte degli edifici medievali. Il nostro percorso di visita parte da Corso Umberto I, nella parte bassa della città. Qui si affacciano chiede preziose e antichi palazzi. Arrivati in Piazza Matteotti, troviamo la Chiesa del Carmine, la cui struttura risale al 1500 e di quel periodo rimane il rosone e il portale gotico. L’interno, a navata unica, conserva invece un altare di legno scolpito con preziosi stucchi e alcuni preziosi dipinti.

Chiesa di San Pietro

Poco più avanti, la strada si biforca tra via Marchesa Tedeschi, a destra, e il proseguimento di Corso Umberto I a sinistra. Voltiamo prima a destra per arrivare in Piazza Santa Maria, dove vale una visita la Chiesa di Santa Maria di Betlemme, in stile barocco, a tre navate. Tornando su Corso Umberto I, in fondo, si incontra invece l’imponente Chiesa di San Pietro. Poco distante si trova anche l’ex Convento dei Mercedari, che ospita al suo interno il Museo Civico, con testimonianze risalenti al Paleolitico, e il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari.

Duomo di San Giorgio

Ci incamminiamo su una stradina in salita per raggiungere la parte alta della città. Preceduta da un’elegante scalinata, ecco la Cattedrale di San Giovanni, circondato da edifici dalle preziose facciate, come Palazzo Tommasi-Rossi e Palazzo Zacco-Pirrera con il suo splendido portico. Si erge verso il cielo il Duomo di San Giorgio, con la sua inedita facciata a torre, che si raggiunge dopo aver percorso una scalinata di 250 scalini, voluta dal gesuita Francesco di Mauro nel 1818. Al suo interno, si trova un organo monumentale con quattro tastiere e tremila canne, oltre che preziosi dipinti e pale d’altare.

Cattedrale di San Giovanni

Due musei da non perdere

Il primo è sicuramente il Museo del Cioccolato, al civico 149 di Corso Umberto I (orario continuato 10-20), che si trova all’interno del prestigioso Palazzo della Cultura. Il percorso di visita si snoda attraverso aneddoti e curiosità sul prodotto tipico di Modica, tra cui la mostra permanente “Il cioccolato di Modica nelle carte dei Grimaldi – 1746 – 1915”, con trenta pannelli che illustrano manoscritti e testimonianze sulla storia del cioccolato. Si possono poi trovare sculture di cioccolato opere di artisti locali e la monumentale “Italia di cioccolato” , un bassorilievo di nove metri, dove ogni capoluogo di regione è rappresentato da sculture più piccole, naturalmente in cioccolato.

Su via Grimaldi, infine, si affaccia il laboratorio dei Maestri Cioccolatieri dove poter assistere alle diverse fasi di lavorazione del cacao, che con l’aggiunta di spezie, aromi e zucchero si trasforma nelle celebri barrette.

Un altro museo da non perdere è la Casa Natale di Salvatore Quasimodo, che si trova nella parte alta di Modica, in un punto panoramico sotto la Torre dell’Orologio. Qui, il 20 agosto 1901, nacque il Premio Nobel per la Letteratura 1959 e vi visse per i primi 14 mesi di vita. L’arredamento è ancora quello originale. Durante il percorso di visita si possono ascoltare anche poesie lette dalla voce registrata dello stesso Quasimodo.

Torta al cioccolato di Modica

Ingredienti

  • 200 gr di farina
  • 200 gr di zucchero
  • 50 gr di cacao amaro
  • 50 ml di latte
  • 5 uova
  • 200 gr di burro
  • ½ bustina di lievito per dolci
  • 100 gr di cioccolato di Modica alla vaniglia

Sciogliete il cioccolato di Modica a bagnomaria. In una ciotola mettete ad ammorbidire il burro tagliato a cubetti, poi sbattetelo con una frusta fino a ricavarne una crema, unite poi lo zucchero continuando a mescolare. Aggiungete un uovo alla volta sempre continuando a lavorare l’impasto fino a ottenere una crema liscia e omogenea. Incorporate poi anche il cioccolato di Modica sciolto e tiepido. In un’altra ciotola lavorate insieme la farina, il lievito e il cacao amaro. Poi setacciateli e aggiungeteli alla crema insieme al latte a temperatura ambiente. Amalgamate bene il tutto poi imburrate e infarinate una teglia di circa 24 cm di diametro. Versate il composto e mettete a cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 1 ora. Testate la cottura con uno stecchino. Sfornate, lasciate intiepidire poi mettete la torta su un piatto di portata. A piacere, spolverate con zucchero a velo.

COME ARRIVARE

In auto: da Palermo, A19 Palermo-Catania. Poi SS514 da Catania a Ragusa (90 km) e proseguire per Modica (15 km da Ragusa). Da Messina, A18 Messina-Catania, poi SS514 da Catania a Ragusa e seguire indicazioni per Modica. Da Catania, SS514 fino a Ragusa e indicazioni per Modica.

 DOVE MANGIARE

*Osteria dei Sapori Perduti, Corso Umberto I 228/230, Modica (RG), tel 0932/944247, www.osteriadeisaporiperduti.it.  Storico locale con piatti della cucina regionale.

*Locanda del Colonnello, Vico Biscari 6, Modica Alta, tel 0932/752423, www.locandadelcolonnello.it. Piatti con ingredienti locali rivisitati dalla fantasia dello chef.

DOVE DORMIRE

*Hotel Le Magnolie***, via Campailla 25, Modica, tel 0932/75552, www.lemagnoliehotel.it. Boutique hotel con 17 camere ricavato in un palazzo signorile del centro storico.

*Hotel Torre del Sud****, Corso Sandro Pertini 42, Modica, tel 0923/762120, www.torredelsud.it

Nella parte alta della città, è una struttura moderna che offre tutti i comfort a una clientela business e leisure.

 INFO

www.scoprimodica.it

 




Vizzini, un weekend sulle tracce di Giovanni Verga

Con attestazioni della sua esistenza già nell’Età del Bronzo, Vizzini è una delle cittadine più antiche della Sicilia. Situato a un’altezza di 600 metri, vicino alle sorgenti del Fiume Dirillo, è famoso per aver dato i natali, nel 1840, al grande scrittore Giovanni Verga, che qui ambientò molti dei suoi romanzi e delle sue novelle.

Nel centro storico, si può infatti visitare il Museo “Immaginario Verghiano” (Salita Vespucci 5, tel 0933/966343, orario: mar-sab 9-13 e 15.30 – 19.30), collocato in un palazzo nobiliare del Settecento, che ospita la Mostra Permanente delle foto di Verga, arricchita con cimeli e raccolte di foto dei set cinematografici dei film ispirati alle sue opere.

Il paese conserva ancora integra la struttura originaria del centro storico, che si sviluppa attorno alla centrale Piazza Umberto I, su cui si affacciano, appunto, Palazzo Verga e il Palazzo Municipale. A fianco di quest’ultimo passa la suggestiva Salita Marineo, una scalinata riccamente decorata con maioliche e motivi geometrici e floreali. Da non perdere una visita alla Chiesa Madre dedicata a San Gregorio, e con il portale gotico-normano. Al suo interno, custodisce due dipinti di Filippo Paladino del 1600, raffiguranti il Martirio di San Lorenzo e la Madonna della Mercede.

Poco distante si trova la Basilica di San Vito, in stile tardo barocco, ma con reminiscenze rinascimentali e uno splendido crocifisso ligneo. Tra i tesori della Chiesa di Sant’Agata, spicca invece una pala d’altare con il Martirio di Sant’Agata e una Cappella barocca. Spostandosi in Contrada Masera, invece, si possono trovare i resti della “Cunziria” (conceria), resa famosa dal Verga che vi ambientò la sua celebre Cavalleria Rusticana.

Ossa di Morto (crozzi ‘i mottu)

Di consistenza croccante e dal sapore speziato, questi biscotti tipici della tradizione siciliana si preparano nel periodo di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti. 

Ingredienti

500 gr di farina 00

600 gr di zucchero

150 ml d’acqua

un pizzico di cannella

un pizzico di chiodi di garofano tritati

Scaldate un po’ d’acqua in un pentolino, poi aggiungete piano piano lo zucchero. Spegnete l’acqua prima che vada in ebollizione. Mettete in una ciotola capiente la farina, la cannella e i chiodi di garofano tritati. Aggiungete lo sciroppo di acqua e zucchero e impastate. Lasciate raffreddare qualche minuto, poi lavorate la pasta dandole la forma di un filoncino. Tagliate dei tocchetti spessi 3-4 cm, date loro la forma di osso e posizionateli in una teglia rivestita di carta da forno. Ricopriteli con uno strofinaccio e lasciateli asciugare per 2-3 giorni senza mai girarli per fare sì che la parte dei biscotti a contatto con l’aria rimanga bianca e croccante. Il terzo giorno, preriscaldate il forno a 180° e infornate per circa 15-20 minuti. Il calore scioglierà lo zucchero che inizierà a caramellarsi facendo assumere ai biscotti uno strato scuro, in contrasto con il bianco della glassa

COME ARRIVARE

Da Catania, immettersi sulla SS194 all’altezza del ponte Primosole in direzione Ragusa e seguire indicazioni per Vizzini. Da Messina, A18 in direzione Catania, poi imboccare la SS194 per Ragusa e dopo 40 km si arriva al bivio per Vizzini. Da Palermo, A19 in direzione Catania poi come sopra

DOVE MANGIARE

*Ristorante La Ruota, Contrada Corvo, Vizzini, tel 0933/961820, www.ristorantelaruota.net .

*La Giara, Contrada Stazione Vizzini-Licodia, tel 0933/965743.

DOVE DORMIRE

*Castelllo Cameni***, Contrada Cameni, Vizzini, tel 0933/010999, www.castellocameni.it

*Il Campanile di Terlato B&B, Piazza Santa Maria di Gesù 1, Vizzini, tel 0933/961174, www.ilcampanilevizzini.eu

INFO

www.comune.vizzini.ct.it

 




A Gangi, uno dei borghi più belli d’Italia, l’appuntamento di Calici di Stelle

Gangi, uno dei borghi più belli d’Italia (e nominato “Borgo dei borghi” 2014), ospiterà il 9 agosto una notte da sogno. La suggestiva Tenuta San Giaime accoglierà visitatori e appassionati per una serata di degustazione di vini della Cantina e di assaggio delle delizie gastronomiche del territorio. L’evento si inserisce nell’ambito di Calici di Stelle, il tradizionale appuntamento estivo organizzato in tutta Italia dal Movimento Turismo del Vino.

Tenuta San Giaime

I vini protagonisti saranno due etichette della Tenuta: Grillo in purezza G’16, dagli aromi fruttati e floreali, ideale per l’estate, e il 100% Syrah S’15, dai sentori speziati e agresti, ottimo per accompagnare le specialità locali preparate dalla cucina del ristorante “il Palazzaccio” di Castelbuono.

Nel parco della Tenuta sarà inoltre allestita una mostra dedicata al pittore Antonello Blandi, tra i più apprezzati artisti siciliani contemporanei per le rappresentazioni della sua terra natia.

Per finire, grazie a un telescopio messo a disposizione dal Planetario di Palermo, si potranno osservare Giove e Saturno e avere una magnifica visione ravvicinata della Luna, che potrà essere fotografata collegando gli smartphone al fuoco del telescopio.

Tenuta San Giaime

Il ricavato della serata sarà devoluto al Comune di Matelica, gravemente colpito dal terremoto, e alla Fondazione Malattie del Sangue dell’Ospedale Niguarda di Milano, a sostegno dei malati di leucemia.

Un’iniziativa completa dunque, dedicata allo svago e alla solidarietà, ideale per trascorrere una serata unica durante le vacanze.




Ricette di viaggio: dal nostro contest, la pasta alla norma

Una delle ricette che ci sono state inviate per partecipare al contest “Ricette di Viaggio” è quella della PASTA ALLA NORMA.

La nostra lettrice, originaria di Catania, ha proposto per questo piatto siciliano una ricetta personale e tradizionale, ricavata dai libri di ricette della sua famiglia.

Ingredienti:

– mezzo chilo di penne

– un chilo e mezzo di pomodori da salsa

– 2 melanzane

– 2 spicchi di aglio e un ciuffo di basilico

– 2 etti di ricotta salata

– sale e olio q.b.

Preparazione: pelate le melanzane, affettatele e ponetele per almeno un’ora in un recipiente con acqua salata per farle spurgare. Sbucciate i pomodori, dopo averli scottati per qualche minuto in acqua calda, quindi spezzateli e metteteli in un tegame di terracotta, aggiungendo l’aglio e facendo cuocere a fuoco lento. In ultimo insaporite con foglie di basilico.

Nel frattempo friggete le melanzane nell’olio e asciugatele con carta da cucina.

Cuocete la pasta al dente, unite la salsa cotta precedentemente e mescolate. Aggiungete poi un’abbondante spolverata di ricotta salata e grattugiate qualche foglia di basilico per un tocco di classe!

Volete partecipare anche voi al contest “Ricette di Viaggio”? Per maggiori informazioni cliccate sul link: https://www.weekendpremium.it/wp/contest-ricette-di-viaggio-2/




I Borghi di mare: da Scilla al Circeo passando per Capri, intervista impossibile con Ulisse

“Prego, mi segua. Adesso prenderemo l’ascensore per l’inferno e poi saremo arrivati”.

Saliamo su una piattaforma che sembra spuntare dalla montagna. Lo vedo armeggiare con una leva. “Ottava bolgia, ottavo cerchio….

Sono qui, all’Inferno di dantesca memoria, per incontrare Ulisse, le cui avventure sono diventate proverbiali e, proprio per questo, è annoverato tra le “Migliori Guide Turistiche Impossibili” del mondo, con tanto di attestato di riconoscimento rilasciato dalla Fondazione Omero.

Mi accoglie nella sua spelonca, dove vive da quando il Sommo Poeta gli ha concesso in comodato d’uso gratuito un alloggio nel Girone dei Consiglieri Fraudolenti.

Non altissimo, mascella volitiva, naso greco, Ulisse è proprio come me lo immaginavo.

Ulisse, come mai ha deciso di visitare l’Italia?

“Era da tanto che non mi prendevo una vacanza e volevo visitare l’Italia prima di tornare a casa dopo dieci anni sotto le mura di Troia. Io e i miei compagni abbiamo fatto una prima tappa ai piedi dell’Etna, in Sicilia, in un bel luogo pieno di pecore. Avevamo fame, ne abbiamo macellate un paio e le abbiamo arrostite. Ci siamo accorti troppo tardi che appartenevano al ciclope Polifemo. Oggi, però, i Ciclopi hanno traslocato, quindi posso consigliare ai nostri lettori una visita al bel Parco dell’Etna, magari per un bel trekking per vedere il vulcano da vicino. Per esempio, la Grande Traversata Etnea è un bel trekking di cinque giorni con tappe da 12/15 km di sentieri immersi nella natura. I più pigri possono salire, circumnavigare l’Etna usando la Ferrovia Circumetnea (info 095/541246) da Catania a Riposto. Io consiglio di non perdere una visita a Nicolosi, da cui si snoda il sentiero che porta al Rifugio Sapienza, dove si trova anche la sede delle Guide Alpine Etna Sud. Mentre si sale verso la cima, consiglio una sosta ai Crateri Silvestri per ammirare un paesaggio lunare”.

Un’altra meta che consiglierebbe ai nostri lettori?

“Sicuramente le Isole Eolie, che devono il loro nome a un illustre inquilino, Eolo, il dio dei venti. Aveva una villa favolosa sull’isola di Stromboli, un luogo straordinario e selvaggio, con la sua spiaggia di sabbie nere e la magica “Sciara del fuoco” che dalla bocca del vulcano scende lenta verso il mare. E poi, lo sperone di Strombolicchio e lo splendido borgo di Ginostra, che si trova sul lato occidentale dell’isola e si raggiunge solo via mare. Già che c’ero, ne ho approfittato per visitare anche le altre isole dell’arcipelago, tra cui la selvaggia Filicudi, con la sua vegetazione incontaminata, le sue spiagge bianche lambite da un mare cristallino e un’unica strada asfaltata che collega i piccoli borghi di Filicudi Porto, Valdichiesa e Pecorini Mare. Per farsi un’idea di come potevano essere le isole “ai miei tempi”, invece, vi consiglio Alicudi, mentre i più mondani possono scegliere Lipari, con il suo castello, le sue sorgenti termali e la bella spiaggia di Acquacalda, sovrastata dalla montagna di pomice”.

Insomma, pur di non tornare a casa, ha vissuto un’Odissea. Che cos’altro le è piaciuto dell’Italia?

“Le donne, naturalmente. A un certo punto, mi sono preso una sbandata per una bella mora, Circe, che ho incontrato presso il Promontorio del Circeo. Mentre ero suo ospite, ho potuto visitare quello che oggi è il Parco Nazionale del Circeo. Quindi vi posso caldamente consigliare una visita a Palmarola e Ponza  perle delle Isole Pontine. E poi all’antica città romana di Norba, circondata da mura massicce e costruita su una terrazza naturale che si affaccia sulla Pianura Pontina, mentre sullo sfondo si staglia la sagoma del Monte Circeo. A proposito, gli appassionati di trekking non possono perdersi la salita al Picco di Circe, dove si trovano i resti di un tempietto dedicato a Venere. Lungo il Promontorio del Circeo, poi, merita una visita la bella Spiaggetta del Prigioniero, dove si trova una singolare grotta a due piani con un balconcino naturale con vista mare. E poi  vicine ci sono Gaeta e Sperlonga, non per nulla tutta questa costa la chiamano la  Riviera d’Ulisse ”.

Lei non sembra avere molta fortuna con le donne. Dopo Circe… le Sirene.

“Avevo sentito parlare delle “bellezze” dei Faraglioni di Capri e del loro canto fatale. Così, dopo aver messo dei tappi di cera nelle orecchie dei miei uomini, mi sono fatto legare ben stretto all’albero maestro della nave per assistere all’esibizione canora delle fanciulle dalla coda di pesce senza lasciarci la pelle. E, già che ero in zona, ho potuto ammirare anche i Giardini di Augusto e fare una tappa per immergermi nella bellezza quasi soprannaturale della Grotta Azzurra”.

Il suo viaggio in Italia si è concluso in Sicilia. Ci racconta come andò?

“Prima di tornare a casa da mia moglie Penelope e da mio figlio Telemaco, avevo pensato di  prendere una scorciatoia e ho deciso di attraversare lo Stretto di Messina. Tuttavia, il fondale era popolato da mostri marini, tra cui due fratelli molto permalosi e collerici, Scilla e Cariddi. Mi salvai per miracolo, così decisi di appendere il timone al chiodo. Me ne stetti buono per un po’, ma la mia voglia di viaggiare era tale che decisi di imbarcarmi di nuovo per scoprire che cosa c’era oltre le Colonne d’Ercole, il confine del mondo allora conosciuto, che oggi si chiama Stretto di Gibilterra”.

Fu proprio a causa di quel viaggio che il nostro Ulisse si trova qui, ora, inquilino dell’Inferno dantesco, dove trascorre la sua vita da pensionato reinventandosi come guida turistica. Lo saluto e lo ringrazio per i suoi suggerimenti.

 “C’è poi riuscito qualcuno a scoprire che cosa c’è oltre le Colonne d’Ercole?”, mi chiede con uno sguardo avido di sapere. Vorrei raccontargli di Cristoforo Colombo, dell’America…Invece, gli dico che oltre Gibilterra c’è soltanto acqua. Non si sa mai che gli torni la voglia di ripartire…




A Palermo per gustare le ciambelle fritte

Le ciambelle fritte palermitane sono morbidi dolci fritti che si trovano tutto l’anno in qualsiasi pasticceria, bar, panetteria, forno di Palermo e di tutta la Sicilia. Perfetti per colazione o merenda, si distinguono dai famosi “donuts” americani perché non prevedono tra gli ingredienti né uova e latte nell’impasto, né glassa. di seguito la ricetta.

Ingredienti:

500 g di farina

100 g di zucchero

250 ml di acqua

50 g di strutto

30 g di lievito di birra

Scorza di limone

Un pizzico di sale

Olio di semi per friggere

Preparazione: mescolate a temperatura ambiente in una ciotola la farina, lo zucchero, il burro, la scorza di limone. Aggiungete il lievito sciolto in acqua tiepida ed impastate, aggiungendo la restante acqua di volta in volta. Riponete sempre in una ciotola l’impasto ottenuto non appena vi sembrerà elastico e fatelo lievitare, coperto da uno strofinaccio, per circa un’ora, fino a quando non lo vedrete raddoppiato.

Staccate poi dall’impasto dei tocchetti del peso di 50 g circa, dategli la forma di ciambella e metteteli a lievitare per ancora un’ora circa.

Quando le ciambelle avranno raddoppiato le loro dimensioni, immergetele poche per volta in una padella capiente con abbondante olio caldo a 170 °C più o meno. Rigiratele di tanto in tanto fino a farle gonfiare e dorare da entrambi i lati, quindi riponete le ciambelle fritte su carta assorbente in modo che perdano l’olio in eccesso.

Ancora calde, aggiungete alle ciambelle fritte palermitane dello zucchero e…

Buon appetito!!!




Weekend in Sicilia all’Allegroitalia Siracusa Ortigia: il valore dell’arte ricordando Archimede e Caravaggio

Quest’isola così piccola eppure così importante è il cuore di Siracusa. Fu qui all’Ortigia che approdarono gli antichi Greci, qui che Archimede difese i siracusani dall’Assedio dei Romani con i suoi specchi ustori, qui che passò anche Caravaggio (si conserva nella chiesa di Santa Lucia, la sua opera “Il seppellimento di Santa Lucia”), è qui che tanti registi hanno girato scene dei loro film, è qui che si trova la fonte d’acqua dolce Aretusa, l’unico posto al mondo dove nasce il papiro oltre che sulle sponde del Nilo. È l’Ortigia Patrimonio Unesco.

Ed è qui che è stato inaugurato, appena ad aprile, l’Allegroitalia Siracusa Ortigia, in una bellissima dimora del ‘700, che è stata totalmente restaurata ricavando 28 suite. Dislocate su due piani, si affacciano sull’incantevole Golfo di Ortigia e sono tutte state progettate rispecchiando l’antica tradizione della lavorazione del Tufo di Siracusa.

Soggiornare presso l’Allegroitalia Siracusa Ortigia significa vivere una vera e propria esperienza sensoriale, immergendosi nelle abitudini, nei colori e nei profumi di un luogo unico al mondo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. La terrazza, con solarium e bar, offre la possibilità di ammirare scorci mozzafiato. E proprio per celebrare Ortigia e la Sicilia, Allegroitalia ha pensato a un’iniziativa volta a valorizzare l’estro creativo dei talenti emergenti: gli artisti che vorranno donare una loro creazione ad Allegroitalia, vi avranno un soggiorno gratuito di una notte.

ALLEGROITALIA SIRACUSA ORTIGIA

Via G.B. Alagona 55, 96100 Siracusa

Tel. 011.5512727




Ricette con viaggio: in Sicilia a Mondello tra spiaggia e caponata

In Sicilia è sempre tempo di spiaggia e di sole, e soprattutto è sempre stagione per gustare la Caponata siciliana. Noi siamo andati a Mondello!

Per gustare la Caponata abbiamo scelto Mondello, località a pochi km da Palermo, che sorge ai piedi del Monte Pellegrino. Lungo il lido si trovano alcuni tratti di spiaggia libera e le spiagge di Sirenetta, Valdesi e Stabilimento attrezzate con le caratteristiche cabine di legno in stile liberty. Il mare cristallino è ricco di posidonie e ospita diverse specie marine che attraggono qui gli appassionati di snorkeling e immersioni. In città, si può fare una sosta culturale a Villa Caboto e al castello normanno della Zisa del 1100 che conserva cimeli di età araba. Tra Mondello e Palermo si trova il bel Parco della Favorita, all’interno del quale si trovano diversi edifici liberty, tra cui la Palazzina Cinese e Villa Niscemi. Gli amanti del trekking non possono poi perdersi una passeggiata nella Riserva Naturale del Monte Pellegrino, 1020 ettari di vegetazione mediterranea e habitat naturale di diverse specie animali. Le melanzane arrivano in Sicilia insieme ai Saraceni e vennero subito utilizzate come ingrediente di piatti come la Parmigiana e la Pasta alla Norma. Il sapore agrodolce, tipico della Caponata è invece di origine persiana ed è stato portato sull’isola durante la dominazione musulmana. Quanto al nome, si dice che esso derivi dall’abbinamento con la cacciagione e con il cappone, oppure per conservare la lampuaga, un pesce che in dialetto veniva detto “capone”.

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La Caponata siciliana
Ingredienti
5/8 melanzane
2 gambi di sedano
1 cipolla
300 gr di olive verdi
3 cucchiai di capperi sotto aceto
1 litro di salsa di pomodoro
1 bicchiere di aceto bianco
2 cucchiai di zucchero
Olio per friggere

Preparazione
Sciacquate le melanzane e talgliatele a cubetti grossi. Friggetele in olio bollente  e scolatele sulla carta assorbente. Pulite il sedano e bollitelo in acqua salata. In un contenitore soffriggete la cipolla affettata, lasciate imbiondire e poi aggiungete il sedano bollito, le olive snocciolate a pezzi, i capperi sotto aceto e la salsa di pomodoro. Aggiustate di sale e di pepe e lasciate cuocere per 30 minuti. A fine cottura, aggiungete anche le melanzane e fate insaporire. Sciogliete lo zucchero nell’aceto e versatelo nella salsa di melanzane, fate sfumare. Servite freddo o appena tiepido. Il piatto è consigliabile accompagnarlo con un Marsala o Nero d’Avola.

Dove mangiare la caponata
– Ristorante Alle Terrazze, viale Regina Elena, Mondello, tel 091/6262903,    www.alleterrazze.it
– Le Antiche Mura, via Mattei 1, Mondello, tel 091/453940,www.leantichemuraristorante.it

Dove dormire
Mondello Palace Hotel****, viale Principe di Scalea (Pa), tel 091/45001, www.mondellopalace.it
B&B Mondello Resort, viale Egle 7, Mondello, tel 339/5886611, www.bbmondelloresort.it caponata-siciliana




Weekend in Sicilia con il “Cous Cous Fest”: 5 tonnellate di grano duro per una festa fatta di sapori e tradizioni

Arrivata alla sua 19esima edizione il Cous Cous Fest: dieci giorni di festa, sfide ai fornelli, incontri fatti di cultura, gastronomia e accoglienza.

Dal 16 al 25 Settembre  ritorna l’immancabile tradizione del festival tutto dedicato al Cous Cous: questo cibo povero accomuna la cultura di molti paesi del mediterraneo, portando un messaggio di pace e integrazione. Si terrà a San Vito Lo Capo una manifestazione che non solo mette a disposizione la storia di un importante piatto della cultura gastronomica, ma si celebra soprattutto un momento di festa e competizione culinaria a livello internazionale. Sono, infatti, attesi chef da tutte le parti del mondo che mostreranno la loro abilità gareggiando tra di loro. Ogni giorno è scandito da vari eventi, alternando degustazioni a pagamento e concerti, spettacoli di intrattenimento, gratuiti.

 

Per info:

Cous Cous Fest

 

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Settembre al mare

Calmo, romantico ed economico: il mese di tendenza per le vacanze

Tra le mete preferite Sicilia e Sardegna, facilmente raggiungibili con voli e traghetti meno affollati e più convenienti.

In Sardegna
Con le montagne del massiccio del Gennargentu che si immergono dritte in mare, il Golfo di Orosei è un susseguirsi spettacolare di scogliere, insenature e piccole baie bagnate da acque turchesi. Perfetto da esplorare a piedi grazie ai sentieri che collegano le numerose calette, o con il kayak per andare alla scoperta delle silenziose grotte marine.
A metà tra questi paesaggi unici e la riserva marina di Tavolara, l’Hotel Cala della Torre è un indirizzo prezioso per gli appassionati di immersioni e snorkeling.
Sette notti in pensione completa con spiaggia e animazione da 689 euro a persona.

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Hotel Cala della Torre **** Via Cagliari, 48 Siniscola (NU) – Tel.0784 8134 www.caladellatorre.it

In Sicilia
Tra le bellezze della Valle dei Templi di Agrigento e il Barocco di Ragusa, Modica e Noto la costa meridionale della Sicilia offre spiagge circondate dalla macchia mediterranea e mare cristallino.
Situato accanto al castello di Falconara, l’omonimo resort è immerso nel verde, con solarium affacciato sulla scogliera, piscina e Spa. Il Ristorante “Pure Emozioni” e i trattamenti benessere anche per lui ne fanno un indirizzo perfetto per le coppie o chi voglia viaggiare alla scoperta dei tesori enogastronomici e culturali della Sicilia. A partire da 98 euro a persona al giorno in mezza pensione con accesso alla Spa. Durante il soggiorno viene offerta la visita a una cantina locale per degustare i vini siciliani.

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Falconara Charming House&Spa **** Superior SS115, km 243, Marina di Butera (CL) – Tel.0934-1965300 www.falconararesort.it

Nelle Marche
A chi cerca un mare facilmente accessibile anche in treno, Pesaro offre 7 km di spiaggia accanto a numerose proposte culturali. Ogni Mercoledì di Settembre, nel parco del Monte San Bartolo, è possibile visitare Villa Imperiale (XV-XVI secolo), mentre nel centro storico è aperto il Museo della Marineria Washington Patrignani: ospitato in una residenza liberty racconta l’identità marinara della città.
Il 5 stelle Hotel Excelsior mette a disposizione spiaggia con cabine in legno ed eleganti ombrelloni ben distanziati, per garantire tranquillità e privacy, area relax con vasche idromassaggio e salottini, ristorante gourmet e Spa vista mare.
Soggiorni a partire da 98 € a persona al giorno (pernottamento con colazione).

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Hotel Excelsior ***** Lungomare Nazario Sauro 30/34, Pesaro – Tel.0721-630011 – www.excelsiorpesaro.it




Esplorare le isole italiane

Siete stufe delle solite isole affollate da famiglie e turisti? Volete godervi le vostre vacanze al meglio in qualche isola sperduta senza andare dall’altra parte del mondo? Allora queste isole fanno decisamente al caso vostro:

Gorgona:

L’isola più piccola dell’Arcipelago Toscano, a ovest di Livorno, ha 300 abitanti (perlopiù detenuti) è infatti l’ultima isola-carcere italiana, qui un centinaio di detenuti lavora a piccole produzioni di alta qualità circondati da un mare cristallino e una corona di scogliere disabitate. In alcune giornate è possibile visitare questa speciale isola-colonia, pranzare coi suoi abitanti e pranzare con i prodotti locali. La visita dell’isola è consentita in genere ogni martedì dei mesi estivi a piccoli gruppi.

Per informazioni:
E’ accessibile con visite guidate organizzate da Livorno Toscana Mini Crociere
Tel.334-2377941

 

Montecristo:

Isola selvaggia e disabitata, coperta di macchia mediterranea. L’Isola di Montecristo è una delle isole più inaccessibili e selvagge dell’intero Arcipelago Toscano, ed è anche quella più lontana dalla costa. Qui sono ammessi solo mille visitatori l’anno. L’isola è disabitata non ci sono strade e costruzioni moderne, c’è solo un abitante.All’arrivo sull’isola, a Cala Maestra, è possibile vedere l’unica costruzione dell’isola, villa Watson- Taylor.  L’isola da qualche anno si è ripopolata di farfalle, infatti solo in quest’ isola si contano 11 varietà su 280 in Italia. Il ripopolamento di questi meravigliosi lepidotteri è dovuto alla derattizzazione che è stata praticata negli anni, ora l‘isola è considerata “rat free”, quindi potrete facilmente incontrarle durante le vostre giornate.

Cala Maestra è aperta sul versante nord-occidentale, ed è l’unica insenatura di Montecristo dove l’approdo e l’attracco sono abbastanza agevoli. Per potersi recare a Montecristo, dove vi sono solo due abitanti, è necessario ottenere un’autorizzazione apposita e non si può superare un certo limite annuale di visitatori. Vengono pertanto autorizzate dall’ente gestore visite giornaliere che si svolgono per gruppi che vengono guidati attraverso i due percorsi didattici da personale forestale. Spesso il numero dei richiedenti è superiore alla disponibilità, per cui si possono verificare tempi di attesa piuttosto lunghi.

Per visitarla:
Ufficio forestale di Follonica Tel. 0566-40019
Mail: utb.follonica@corpoforestale.it

Alicudi:

La più occidentale delle Eolie, è ancor oggi una piccola terra distante da tutto, qui le comodità scarseggiano. È dominata dal monte Filo dell’Arpa, un vulcano spento di circa 5 km², quasi perfettamente circolare, con coste scoscese e ripide. L’isola è abitata solamente sul versante est, infatti l’unico centro abitato dell’isola è chiamato anch’esso Alicudi. Qui il mare è cristallino e particolarmente pescoso, è accessibile solamente tramite scogli o spiaggette di sassi. Non esistono le classiche spiagge sabbiose. Risalendo invece le ripide mulattiere, ci si immerge nei mille colori offerti da agavi, fichi d’india, capperi in fiore. Gli unici mezzi di trasporto, che non siano le proprie gambe, in grado di arrampicarsi per le ripide mulattiere sono l’asino e il mulo. Non vi sono strade carrabili, ad eccezione di quella in cemento che si snoda per alcune centinaia di metri e serve per collegare il piazzale adibito ad eliporto per le emergenze, al piccolo molo.

DOVE DORMIRE:

Case vacanze in affitto Tel.090-9889681
www.alicudicasamulino.it

 Linosa:

E’ una piccola isola di origine vulcanica posta nel Canale di Sicilia, al centro del Mediterraneo. Selvaggia é la sua bellezza. Linosa, non colpisce solo per i suoi meravigliosi fondali, sicuramente tra i più belli d’Italia, ma anche per i colori del suo paesaggio tutto da ammirare. L’isola anche per le sue dimensioni, è a portata d’uomo e da un gran senso di libertà. La sensazione principale che potrete provare è quella di essere fuori dal mondo, l’isola infatti non possiede un aeroporto e nemmeno un vero porto. Qui  basteranno solo pochi giorni per farvi dimenticare anche in che giorno vi trovate.Anche se in scala ridotta qui c’è tutto: un piccolo centro vivace, qualche negozio e la possibilità di soggiornare in qualche casa locale.

DOVE DORMIRE:
Si affittano dammusi dove sia arriva a piedi
linosa island Tel.333-2531316

 Asinara:

Cala Sabina, Isola Asinara

Questa piccola isola, si trova nella parte nord-occidentale della Sardegna, nel golfo che ne porta il nome. Formata da rocce scistose con base in granito, e perciò molto arida, Nel corso della Prima Guerra Mondiale Asinara venne utilizzata come campo di concentramento e di cura per prigionieri di guerra. Oggi è un parco naturale, e l’unico centro abitato è Cala d’Oliva. Grazie al lungo isolamento le spiagge dell’Asinara sono ancora incontaminate, immerse nel verde della macchia mediterranea e frequentate dagli asinelli bianchi. La spiaggia di Cala d’Arena è forse la più bella di tutta l’isola. Nella parte orientale, verso il golfo dell’Asinara, è situata Cala di Sgombro di Dentro: qua ci sono belle calette riparate dal vento, come Cala Serena.Nella parte opposta, molto esposta ai venti, si trova, invece, Cala di Sgombro di Fuori.

Come arrivare: Per arrivare all’Asinara ci si può imbarcare a Stintino o da Porto Torres. Per info: www.parcoasinara.org

DOVE DORMIRE:

Asinara
Ostello di Cala D’oliva
camere multiple e matrimoniali a 55 euro a persona
Tel.3461737043
asinara@gmail.com




Vulcano: un’isola ricca di sapori

I vapori sulfurei e le pozze termali proprio accanto al porto formano un imprinting indelebile nel ricordo dei visitatori dell’isola di Vulcano: bastano solo pochi giorni per scoprire e innamorarsi di una delle più ricche tavolozze di colori, sapori e profumi del Bel Paese.

Tra i diversi hotel della zona, un trattamento esclusivo è offerto dall’Hotel Mari del Sud che accoglie i propri ospiti con un massaggio di benvenuto alla Zagara, il fiore degli agrumi (arancio, bergamotto, limone) dall’intensa profumazione, in omaggio a una delle essenze più diffuse nelle Eolie.

Eden Hotels - Mari del Sud Resort - Terrazza panoramica

Per andare alla scoperta di Vulcano tra benessere e golosità culinarie Mari del Sud Resort propone fino al 25 Settembre soggiorno con trattamento di mezza pensione, ingresso al beauty point con massaggio di benvenuto a partire da 81 € a persona.Eden Hotels - Mari del Sud Resort - Ristorante Baia di Ponente (1)
La bellezza dell’isola di Vulcano può essere tanto più apprezzata grazie alla freschezza e leggerezza della cucina eoliana, caratterizzata dall’uso sapiente di erbe fra cui l’origano, il basilico, l’aglio, la nepitella, la menta nonché dai pomodorini “a pennula” e dai profumati capperi.
Fra i piatti più tipici – accanto alla Caponata o alle frittelle di alalunga, il “pane cunzato”: una fetta di pane casereccio con mozzarella, pomodori, foglie di basilico, capperi, olive verdi giganti, aglio, olio e una spruzzata di aceto bianco.Eden Hotels - Mari del Sud Resort - Ristorante Baia di Ponente (piatti-3)

Focacce al rosmarino e piatti a base del pescato di giornata si possono invece trovare al Ristorante Baia di Ponente, punto di riferimento irrinunciabile per chi apprezza la cucina marinara. Recentemente rinnovato, il Ristorante Baia di Ponente reinterpreta i piatti locali portando in tavola la freschezza della tradizione, fedele
ai gusti e ai sapori originali.

Dopo la salita al Gran Cratere ci si può fermare da Maria Tindara per una grigliata cotta sulla pietra lavica o tagliatelle fatte in casa con sugo di pesce fresco. Sulla strada del ritorno si potrà invece fare una sosta al ristorante La Forgia per provare gli spaghetti alla eoliana.

Il mare delle Eolie

Mari del Sud Resort **** Via Porto Ponente, Vulcano, Isole Eolie (ME) – Tel. 090 9852811 . Mari del Sud Resort è parte di Eden Hotels & Resorts, la catena del gruppo Eden Viaggi che raccoglie 7 strutture sul territorio italiano.
Per la loro posizione, il comfort e il livello dei servizi, gli Eden Hotels rispondono in modo puntuale alle esigenze della clientela business e familiare.




I Magnifici 7: Ragusa Ibla, Sicilia

RAGUSA IBLA, Sicilia

Ragusa Ibla è il centro storico di Ragusa. Arroccata su una collinetta rocciosa, è baciata dal sole e fu contesa, per la sua bellezza e posizione, da numerose civiltà antiche. Con le sue quasi cinquanta chiese occupa il territorio di Hybla Heraia, insediamento colonizzato dai greci di Siracusa. Fu dominata dai bizantini, dagli arabi e dai normanni. Ibla fu distrutta dal terremoto del 1693, e venne completamente restaurata in uno stile tardo barocco ricchissimo. Da esplorare i vicoli, la villa comunale, le chiese e le architetture, come Palazzo Donnafugata, con all’interno la pinacoteca, e la Basilica di San Giorgio. Non scordiamo le peculiarità gastronomiche: da Gelato DiVini si possono assaporare indimenticabili gelati al gusto di vino.

7 RAGUSA IBLA

DOVE MANGIARE: Ristorante Duomo, due stelle Michelin www.cicciosultano.it, Ai Lumi www.ristoranteailumi.it

DOVE DORMIRE: Antica Badia Relais Hotel, www.anticabadia.com, b&b L’Orto sul tetto www.lortosultetto.it




RICETTA DEL COUS COUS DI SICILIA

Il cuscus o cùscusu (in francese: couscous; in arabo maghrebino: كسكس; in berbero: seksu) è un alimento tipico delle aree Nordafricane, ma anche della nostra Sicilia occidentale, costituito da agglomerati ovvero granelli di semola cotti a vapore (del diametro di un millimetro prima della cottura).

Il legame che la bella Sicilia ha con questo piatto ha fatto si che gli riservasse un Festival, il Cous Cous Fest, che si ripete da ogni anno dal 1998 a San Vito Lo Capo durante l’ultima settimana di settembre.

 

festival cous cous sicilia

Abbiamo portato dalla Sicilia una delle ricette più tradizionali del cous cous, un piatto semplice e veloce perfetto da portare al parco, al lavoro o per pranzare con gusto senza esserne apesantiti: infatti contiene solo circa 110 kcal per 100 gr!

Ecco come si prepara:

Ingredienti:
  • 400 gr Cous Cous
  • Una melanzana
  • 1 peperone
  • 2 zucchine medie
  • ½ cipolla bianca
  • 2 pomodori rossi
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 2 foglie di basilico
  • 4 cucchiaio di olio extravergine
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.
Preparazione:

Aggiungete l’olio al cous cous in una bacinella, salate adeguatamente e sgranatelo con un cucchiaio. Aggiungete l’acqua bollente, coprite con la pellicola e lasciate reidratare.

Lavate le melanzane e tagliatele a dadini, intanto scaldate l’olio in una padella e aggiungete le melanzane una volta pronte. A metà cottura, trasferitele in una ciotola e pulite, tagliate e affettate i peperoni, la cipolla e le zucchine. Aggiungete dell’olio alla stessa padella di prima e unitevi i peperoni e le zucchine. A metà cottura, aggiungete le melanzane e fate saltare il tutto. Aiutate la cottura delle verdure aggiungendo poca acqua; coprite la padella e protraete la cottura. Trasferite le verdure cotte in una ciotola dove avrete pulito e tagliato i pomodori e il prezzemolo.

Riaggiungete dell’olio nuovo sempre alla stessa padella e fatevi soffriggere le cipolle. Aggiungete le verdure messe da parte e lasciate amalgamare i sapori.

Riprendete il cous cous, aggiungetelo alla padella e mescolate.




ACCURSIO CRAPARO, MODICA – SICILIA

ACCURSIO CRAPARO. Via Clemente Grimaldi, 39 – Modica (RG) – Sicilia
Nello splendido Palazzo Terranova, in una stradina che termina ai piedi della scalinata di San Pietro, c’è il nuovo ristorante del bravo Accursio. Pochi i tavoli in un’atmosfera che racconta storie di antiche case della Sicilia.

Sicilia

In cucina c’è tutta l’emozione di un viaggio attraverso la Sicilia con ricette inedite e storiche. Un ristorante dove godere di una vera e propria esperienza gastronomica, con piatti come “Spremuta di Sicilia” (linguine con acciuga, bottarga di tonno, peperoncino, zafferano e granella di pane tostato) o il Macco di fave con polpo arrosto e finocchietto selvatico. Menu degustazione a partire da 55 euro.

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DA VEDERE
Modica è considerata la “capitale” del barocco siciliano, espresso magnificamente nelle sue chiese: il Duomo di San Giorgio e quello di San Pietro. Molto bella la La chiesa di Santa Maria del Gesù e il relativo convento, col magnifico chiostro.

Modica

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