Da Santa Fiora alla scoperta delle bellezze dell’Amiata (2° giorno)

Dopo avervi accompagnato alla scoperta del “borgo della acque” di Santa Fiora, per il secondo giorno nella Maremma vi proponiamo due diversi itinerari nella natura, alla scoperta della flora e della fauna, ma anche delle eccellenze enogastronomiche, della zona del Monte Amiata. Si tratta di due percorsi facili e adatti a tutti, che vedono proprio in autunno il periodo migliore per ammirare la tavolozza di colori “caldi” che la natura sfoggia in questo periodo dell’anno.

Il Percorso delle Fonti, tra misteri e antichi abeti

Percorrendo la SP4 Pitigliano-Santa Fiora, dopo poco meno di 8 km arriviamo nella frazione di Selva. Da qui parte il Percorso delle Fonti, che ruota attorno al Monte Calvo e consente di ammirare i corsi d’acqua, tra sorgenti e fontanili, che nel corso dei secoli hanno alimentato l’economia della valle.

Il percorso si snoda all’interno della Riserva Naturale Bosco della SS Trinità, che si estende per 37 ettari lungo l’alta valle del Fiora. La sua peculiarità è la presenza di un nucleo di abeti bianchi, tra i più antichi d’Europa. Qui si possono trovare anche faggi, tigli, carpini, aceri, querce, frassino, olmi, noccioli e, naturalmente, castagni. All’interno dell’area protetta, gli appassionati di birdwatching potranno incontrare diverse specie di rapaci, tra cui la poiana, lo sparviero, il biancone, il falco pecchiaiolo e il lodolaio.

Seguendo il sentiero arriviamo poi al Convento Francescano della SS Trinità, che sorge all’interno di un bosco di rara bellezza. La struttura ha una rilevante importanza storica ed è stata meta di pellegrinaggi fin dal Medioevo.

Si narra che il complesso fu costruito per ricordare e celebrare il conte Guido Sforza che uccise un drago che da tempo terrorizzava gli abitanti della valle. Il nobiluomo avrebbe tagliato in due parti la testa del mostro, mandandone una metà al Papa. L’altra, invece, sarebbe conservata ancora oggi nel convento. Che si tratti di un drago o meno non è dato a sapere, ma l’alone di leggenda che si respira tra queste mura e questi boschi li rende sicuramente degni di una visita.

Nei pressi del convento, ci fermiamo ad ammirare la Fontana del Papa. Negli orti recuperati si coltiva invece la gustosa cipolla rossa di Selva.

Trekking sul Monte Labbro

Un altro bell’itinerario, che non mancherà di soddisfare gli appassionati di trekking, è quello che conduce alla vetta del Monte Labbro, una delle cime più caratteristiche che spiccano a sud del Monte Amiata. Il monte è compreso nel territorio della Riserva Naturale Regionale di 630 ettari, a sua volta inclusa nel programma LIFE finanziato dall’Unione Europea.

Il nome del monte è storicamente legato alla vicenda di David Lazzaretti (1834-1878), noto come “il profeta dell’Amiata”, che predicava la realizzazione umana del Vangelo, raccogliendo attorno a sé seguaci e fedeli. Ferito a morte dai Carabinieri mentre guidava una processione ad Arcidosso, si rifugiò nella casa di un suo seguace a Bagnore, dove morì. È sepolto a Santa Fiora.

Da Santa Fiora percorriamo la SS 323 in direzione di Roccalbegna e Semproniano. Dopo circa 2 km, al km 33,4 della statale, troviamo l’ampia strada sterrata che conduce al Parco Faunistico e al Monte Labbro. Qui lasciamo l’auto e ci incamminiamo verso la vetta.Dopo aver superato una casa colonica, ci lasciamo sulla sinistra la diramazione e passiamo dalla Casa dei Davidiani, oggi una semplice stalla, fino a raggiungere un bivio. Prendiamo a destra e dopo poche decine di metri arriviamo a un piazzale con un’area pic-nic e i pannelli del progetto LIFE.

Dopo una sosta, continuiamo a piedi sulla salita, superiamo un cancello e ci inoltriamo lungo un sentiero che si inoltra nel bosco. Arrivati nei pressi di una recinzione, la superiamo grazie alla scaletta presente e prendiamo a destra fino alla Torre di David, fulcro della predicazione del “profeta dell’Amiata”, circondato dai resti di altri edifici e della chiesa adibita al culto. Poco più in basso, all’interno di una grotta, si può vedere quello che resta dell’altare dei “davidiani”. Il luogo dove si trova la torre corrisponde alla sommità del Monte Labbro, 1193 mslm. Qui ci fermiamo per ammirare uno splendido panorama del Monte Amiata.

I sapori dell’Amiata

La cucina toscana dell’area dell’Amiata trova la sua orine nel Medioevo e, ancora oggi, opportunamente rivisitati, si possono trovare i piatti cucinati con ingredienti “storici”. Tra i primi piatti troviamo le gustose zuppe, come l’acquacotta, la zuppa di funghi, la minestra di ceci, il buglione. Ottima anche la pasta e fagioli, le tagliatelle e i tortelli ripieni, ma anche i pici e le lasagne.

Tra i secondi piatti, ci sono il cinghiale in umido, arrosti e grigliate a base di pregiate carni locali, come la chianina, la maremmana e la cinta senese. Grazie all’antica tradizione norcina, spiccano per gusto e qualità i salumi, come prosciutti, salsicce, guanciali e battuti di lardo con le spezie.

Dalla tradizione casearia arrivano i pregiati pecorini e il particolarissimo ravaggiolo, mentre dall’abbondanza di castagne si ricavano diversi prodotti, come il castagnaccio e la polenta di castagne, grazie alla farina. Tra i dolci, il biscotto salato di Roccalbegna si fregia del marchio DOP.

Non dimentichiamo poi i rinomati vini. L’Amiata è infatti al centro della zona vitivinicola più produttiva della Toscana. A nord, nell’area di Montalcino, si produce il celebre Brunello, a est, nella zona di Montepulciano, c’è la culla del Nobile, mentre a sud, attorno a Scansano, si produce il Morellino e il Bianco di Pitigliano. Si trova a ovest invece la zona di produzione del Montecucco, un vino “giovane”, creato nel 1998.

Biscotto salato di Roccalbegna

Ingredienti

*500 gr di farina

*1 cubetto di lievito di birra fresco

*150 gr di olio evo

*1 bicchiere di vino bianco

*15 gr di semi di anice

Mettete i semi di anice in ammollo nel vino bianco e lasciateli per circa due ore. Nel frattempo sciogliete il lievito di birra nell’acqua tiepida, poi unitelo alla farina, all’olio e ai semi di anice. Impastate finché la consistenza non sarà liscia e compatta. Suddividete poi la pasta in piccole parti da 300 gr e ricavate dei filoncini a cui darete la classica forma dell’8 intrecciato. Fate bollire dell’acqua salata e mettete poi a cuocere i biscotti finché non verranno a galla. Scolateli, poi trasferiteli su una placca foderata di carta da forno. Infornata a 250°C per circa 45 minuti o fino a doratura. Sfornate, lasciate raffreddare e servite.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord A1 con uscita Firenze Certosa, proseguire per Siena poi prendere la SS322 in direzione Grosseto fino a Paganico. Voltare a sinistra per “Monte Amiata” e seguire le indicazioni per Castel del Piano e poi per Santa Fiora. Da sud: Autostrada Roma-Civitavecchia, poi prendere la SS 1 Aurelia fino a Grosseto, poi la SS322 in direzione di Siena, poi come sopra. Da est: A1 fino a Chiusi, poi SS 478 per Abbadia S.Salvatore, proseguire per Piancastagnaio e seguire le indicazioni per Santa Fiora.

DOVE MANGIARE

*Agriturismo La Leggenda, via Fosso Serpentario 8, Selva di Santa Fiora (Gr), tel 0564/977347,

Il ristorante propone piatti della cucina locale, tra cui pasta fatta in casa e dolci. Anche pizza. A disposizione anche camere e giardino con piscina, ping pong e barbecue.

*Al Barilotto, via Carolina 12, Santa Fiora (Gr), tel 0564/977089. Situato nel centro storico di Santa Fiora, è il più antico del borgo. Propone piatti della cucina più autentica, tra cui pici e tortelli fatti in casa, zuppe, secondi con cacciagione e funghi e dolci fatti in casa.


DOVE DORMIRE

*Podere di Maggio, via delle Vigne 13, Selva di Santa Fiora (Gr), tel 0564//979060, 348/3632421, www.poderedimaggio.com Agriturismo con produzione biologica di castagne e olio di oliva. Sorge sulle pendici del Monte Amiata tra castagni secolari e boschi. La struttura è costituita da cinque case di pietra indipendenti, ma è possibile anche soggiornare nelle grandi tende allestite con ogni comfort. Soggiorno in tenda da € 50, camera doppia da € 80.

*La Valle degli Ulivi, loc. Fibbianello di Semproniano (Gr), tel 0564/986918, 333/6605915, www.lavalledegliulivi.com In una tranquilla zona di campagna, a soli 5 km dalle celebri Terme di Saturnia, dispone di 4 camere e un appartamento, dotati di bagno, aria condizionata, frigo bar, Tv e biancheria. Colazione con ricco buffet di prodotti casalinghi, tra cui marmellate, dolci, miele, torte, salumi e formaggi, tra cui la ricotta di pecora prodotta dall’azienda. Doppia con colazione da € 70.

INFO

www.visituscany.com/it




Santa Fiora, tra castagni e dolci acque (1° giorno)

Mancano pochi giorni all’autunno, la stagione migliore per andare alla scoperta di borghi antichi, castelli medievali, mura imponenti e musei che celano tanti piccoli tesori. Ricette di Viaggio vi accompagna allora alla scoperta di piccoli grandi gioielli del nostro territorio, con un occhio speciale alle specialità enogastronomiche locali, che proprio grazie ai frutti dell’autunno, come funghi e castagne, si fanno più corpose e gustose.

Una storia antica e avventurosa

Santa Fiora sorge sul versante meridionale del Monte Amiata, nella provincia di Grosseto, ed è annoverato tra i Borghi più belli d’Italia per il suo ricco passato e per le bellezze paesaggistiche. Insignito dalla Bandiera Arancione, sorge infatti tra una distesa di castagneti e le acque del fiume Flora e deve il suo sviluppo alle miniere di mercurio, la cui storia è raccontata nel piccolo museo.

Tuttavia, andando ancora più indietro nel tempo, scopriamo che il borgo è stato a lungo la capitale della Contea di Santa Fiora, passando dal dominio degli Aldrobrandeschi a quello degli Sforza prima e a quello degli Sforza Cesarini poi. Tra il IX e il X secolo, e fino al XVII, è stato addirittura uno Stato autonomo, per poi venire ceduto ai Granduchi di Toscana, mantenendo, comunque, una certa autonomia.

Passeggiando tra i Terzieri: Castello

Il borgo si sviluppa su un colle di trachite ed è diviso in tre terzieri: Castello, Borgo e Montecatino. Il primo giorno del nostro itinerario parte proprio da Castello, la parte più antica di Santa Fiora. Il cuore del borgo è la piazza medievale, dove spiccano i resti delle antiche fortificazioni del periodo aldobrandesco, la torre, la torretta dell’orologio e i basamenti.

La sede comunale è invece ospitata del Palazzo dei Conti Sforza Cesarini, del XVI secolo, costruito su una precedente rocca degli Aldobrandeschi. Tra i “tesori” del palazzo ci sono gli affreschi cinquecenteschi della scuola del Cavalier d’Arpino, come le allegorie de Le ore del giorno e delle Quattro stagioni.

Da non perdere una visita al Museo delle Miniere di Mercurio del Monte Amiata, ospitato nei sotterranei del palazzo, che documenta la storia delle miniere e il duro lavoro dei minatori attraverso un allestimento che ripercorre le fasi della discesa nelle miniere.

Proseguiamo quindi alla volta di Piazza del Suffragio e attraversiamo Piazza dell’Olmo e Piazza San Michele, dove ammiriamo una statua a grandezza naturale del santo intento a calpestare la testa del demonio, risalente al XVII secolo. La nostra meta è la bella pieve dedicata alle sante Fiora e Lucilla che conserva la più grande collezione al mondo di terrecotte di Luca e Andrea Della Robbia.

Da Borgo a Montecatino

Raggiungiamo piazza dell’Arcipretura e, attraverso la Porticciola, la porta medievale che collega il terziere di Castello a quello di Borgo, arriviamo qui, ammirando il panorama dal parapetto a sinistra della porta. Lo sguardo spazia dalla vallata del fiume Fiora al Monte Calvo, mentre, sulla destra si stagliano i profili del Monte Labbro e di Poggi La Bella.

Raggiungiamo poi il Santuario del SS Crocifisso, dove, nel coro, è custodito un crocifisso cinquecentesco di grande venerazione popolare. Attraversiamo poi il parco di Sant’Antonio, dove un tempo sorgeva una chiesa dedicata al santo con annesso un convento delle clarisse. Prendiamo poi via Lunga e raggiungiamo il ghetto ebraico, in auge dal XVI al XVIII secolo. Dalla Sinagoga arriviamo alla piazzetta e, da qui, alla chieda di Sant’Agostino, risalente al XIV secolo, e custode di uno splendido crocifisso ligneo quattrocentesco.

Ancora un passaggio, porta San Michele, ci conduce nel terziere di Montecatino, la parte più “recente” del centro storico. In epoca antica, grazie soprattutto all’abbondanza di corsi d’acqua, qui erano sorte diverse manifatture, che sfruttavano l’energia fluviale.

Spicca lo specchio d’acqua della splendida Peschiera del XVI secolo, un luogo fiabesco che vale da solo la visita. È circondata da un giardino rigoglioso, risalente all’epoca degli Sforza. Poco distante, proprio sopra alle sorgenti del fiume Fiora, si trova la suggestiva chiesa della Madonna delle Nevi. La sua peculiarità è che le sorgenti sono visibili dal pavimento in vetro, da dove è possibile osservare le trote macrostigma che vengono qui per riprodursi. Accanto alla Peschiera merita una visita la Galleria delle Sorgenti del fiume Fiora.

Terminata la visita al borgo, vi aspettiamo domani per la seconda parte del nostro itinerario, per andare alla scoperta dei dintorni. Intanto, vi svegliamo la ricetta del castagnaccio, uno dei piatti autunnali tipici dell’area dell’Amiata e di tutta la Toscana.

Castagnaccio

Ingredienti

  • 250 gr farina di castagne dolce
  • 100 gr uvetta
  • 80 gr pinoli
  • 1 tazza circa di acqua calda
  • 1 cucchiaio da tavola di olio d’oliva
  • 1 Pizzico di sale
  • Rosmarino fresco
  • ricotta fresca o panna montata, leggermente zuccherate (a piacere)

Mettete l’uvetta in ammollo nell’acqua calda per circa un quarto d’ora. Setacciate la farina di castagne in un recipiente ampio e aggiungete l’acqua un po’ alla volta mescolando affinché non si formino grumi. Aggiungete l’olio d’oliva, un pizzico di sale, l’uvetta ben strizzata e 2/3 dei pinoli lasciandone un po’ per guarnire. Versate il composto in una teglia dai bordi bassi, precedentemente unta. Uniformate l’impasto e guarnite con il resto dei pinoli e qualche ago di rosmarino. Ungete con un goccio d’olio la superficie, poi infornate per circa 35 minuti in forno preriscaldato a 180°C. Sfornate quando la crosta sarà croccante e servite caldo con ricotta o panna montata.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord A1 con uscita Firenze Certosa, proseguire per Siena poi prendere la SS322 in direzione Grosseto fino a Paganico. Voltare a sinistra per “Monte Amiata” e seguire le indicazioni per Castel del Piano e poi per Santa Fiora. Da sud: Autostrada Roma-Civitavecchia, poi prendere la SS 1 Aurelia fino a Grosseto, poi la SS322 in direzione di Siena, poi come sopra. Da est: A1 fino a Chiusi, poi SS 478 per Abbadia S.Salvatore, proseguire per Piancastagnaio e seguire le indicazioni per Santa Fiora.

DOVE MANGIARE

*Enoteca Aldobrandesca, Piazza Garibaldi 36, Santa Fiora (Gr), tel 0564/978042, www.enotecaaldobrandesca.com Locale ricavato nel fossato della medievale rocca aldobrandesca. La scelta di materiali come vetro e acciaio consente di ammirare le antiche costruzioni. Il menù offre bruschette toscane, taglieri di salumi e formaggi tipici, polenta cacioppa (con cacio e pepe) e al gorgonzola. Carta dei vini con più di 100 etichette.

*Agriturismo Le Citte, SP Azzarese 1, Santa Fiora, tel 0564/971107, www.lecitteagriturismo.it Propone una cucina tradizionale e raffinata con piatti preparati solo con prodotti del territorio stagionali. I sapori del passato si coniugano con la ricerca e l’innovazione offrendo un’esperienza unica.

DOVE DORMIRE

*Agriturismo Casa Dondolini, loca Casa Dondolini, Selva (GR), tel 329/4921402, www.agriturismocasadondolini.it Ricavata in un casale di pietra del 1800 la struttura si trova alle pendici del Monte Amiata, immersa nel verde. Dispone di camere e appartamenti tutti con bagno privato. Doppia con colazione da € 60, appartamento da € 70.

*Hotel Il Fungo & Dea Wellness***, via dei Minatori 10, Santa Fiora (Gr), tel 0564/953025, www.hotelfungo.com Hotel con spa sul Monte Amiata per un soggiorno rilassante nella natura. Dispone di 20 camere di diversa tipologia con possibilità di pacchetti. Ristorante con cucina tipica toscana. Doppia da € 70.

INFO

www. santafioraturismo.it/