Un weekend d’arte al mese: ecco i 12 TOP del 2024

Il 2024 si prospetta come un anno ricco di opportunità per gli amanti dell’arte e della cultura, con una serie di destinazioni straordinarie in Italia che offrono esperienze uniche. Questo itinerario artistico promette di trasportare i viaggiatori in un affascinante viaggio attraverso secoli di storia, architettura e creatività. Scopriamo insieme le 12 tappe imperdibili da includere nei tuoi weekend del 2024. Come? Lo abbiamo chiesto alla redazione, a validi esperti e a illustri firme* di Weekend Premium, che da sempre promuove le eccellenze scegliendo le destinazioni migliori. Abbiamo letteralmente “messo ai voti” alcune mete della nostra bella Penisola: ecco i 12 TOP Weekend d’arte del 2024, uno per ogni mese.

*Hanno votato i TOP Weekend (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchi Andreotti, Benedetta d’Argenzio, Francesca Binfaré, Marina Cioccoloni, Damiano De Crescenzo, Giovanna Ferrari, Manuela Fiorini, Antonio Marangi, Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Cesare Zucca.

1. AOSTA, COGNE E GRAN PARADISO (VALLE D’AOSTA)

Se amate la montagna, la storia e gli spazi verdi, o innevati in inverno, regalatevi nel 2024 un weekend in Valle d’Aosta. Dedicate il primo giorno per vedere Aosta, la “Roma delle Alpi”, suo primo nome latino, essendo stata fondata dai Romani nel 1158 a.C. in posizione strategica per accedere alla Via delle Gallie. Tantissime le vestigia romane da ammirare in città, su cui spicca l’Arco di Augusto, del 25 d.C. Impossibile non notare poi la Porta Pretoria, ingresso orientale alla città, e l’anfiteatro romano sono testimoni della sua antica grandezza. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, con i suoi affreschi e opere d’arte, aggiunge un tocco di spiritualità al tuo weekend. Per un’esperienza completa, passeggiare per il centro storico è un viaggio nel tempo tra case medievali e botteghe artigianali.

Splendido anche il Criptoportico forense, nell’area del foro romano, che congiungeva il tempio di Auguro e quello dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Superbo il Teatro Romano, oggi inglobato nel Monastero delle Suore di Santa Caterina. Cuore dello shopping è invece la centrale Piazza Cavour, con negozi e locali. Alle spalle della piazza, si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. Tra i musei da non perdere, invece, c’è il MAR – Museo Archeologico, insieme all’Area Megalitica. Da Aosta spostatevi poi nel delizioso paese di Cogne, a circa 40 minuti dal capoluogo, porta di Accesso al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

2. AQUILEIA E GRADO (FRIULI VENEZIA GIULIA)

 Aquileia e Grado, patrimonio mondiale dell’UNESCO, sono gemme nascoste nel nord-est dell’Italia. Aquileia, con i suoi maestosi mosaici romani, è una finestra aperta sul passato, è una delle mete da mettere in lista per un weekend nel 2024. Con Ravenna e Brescia, Aquileia è il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale. La sua storia è veramente tutta da scoprire. Fondata nel 181 a.C. dai Romani come colonia militare, è diventata presto una delle principali città dell’Impero, grazie alla sua posizione strategica sulle rive del fiume Natisone, che all’epoca era navigabile, e a pochi chilometri dal mare. Fulcro del sito UNESCO è il foro romano con la splendida Basilica.

Da non perdere il Porto Fluviale, uno degli esempi meglio conservati nel mondo romano. Tra i Musei da non perdere c’è poi il Museo Archeologico Nazionale, che racconta la storia della città dalla sua fondazione. Durante una visita ad Aquileia, poi, imprescindibile un assaggio del Prosciutto di San Daniele Dop. Tra gli altri prodotti tipici c’è anche il salam tal aset, un salame fresco cotto nell’aceto e nelle cipolle. A 14 km da Aquileia si trova poi la bellissima Grado, con le sue spiagge e gli sport acquatici, ma bella anche in inverno con i suoi presepi galleggianti. 

3. CASERTA CON LA REGGIA E SAN LEUCIO (CAMPANIA)

Se non ci siete ancora stati, Caserta vale certamente un weekend nel 2024. La città infatti ha molto da offrire, a partire dalla celeberrima Reggia, a cui dedicare un’intera giornata. Gareggia in bellezza con la famosa reggia di Versailles ed è un inno al Barocco, al Neoclassico e alla sontuosità, tempio dell’arte e della bellezza con gli splendidi Giardini Reali e i parchi del complesso Vanvitelliano.

Tuttavia, lasciati gli sfarzi della reggia borbonica, vale la pena dedicare il secondo giorno alla visita di Casertavecchia, che dista circa 10 km da Caserta, splendido borgo medievale di origine longobarda. Qui, Pier Paolo Pasolini ambientò il suo Decameron, nel 1971. Si trova a 400 metri di altezza alle pendici dei Monti Tifanini e si presenta come un dedalo di case e antichi palazzi, sovrastati dal campanile del Duomo e dalle vestigia del suo castello. Un’altra frazione di Caserta che vale una visita è San Leucio, a 3,5 km dal centro. Nata come città utopistica, fondata da Ferdinando IV di Borbone per ritirarsi dalla vita di corte dopo la morte del primogenito, rispettava criteri urbanistici rigorosi, con case dotate di servizi igienici e acqua corrente. Qui c’era anche una fiorente produzione industriale di seta, apprezzata in tutto il mondo. Anche oggi, si può vedere quello che resta del setificio.

4. CASTELSARDO (SARDEGNA)

Situata sulla costa nord della Sardegna, Castelsardo è un affascinante borgo medievale con una vista spettacolare sul Mar Mediterraneo. In posizione superba al centro del golfo dell’AsinaraCastelsardo è splendida città per un weekend d’arte (da vedere la smagliante pala del Maestro di Castelsardo nella concattedrale di Sant’Antonio Abate), famosa nel mondo per i riti della Settimana Santa, una tradizione secolare, portata avanti dalla confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo.

Giornata cruciale è quella del lunissanti, durante la quale si effettua un affollato pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu. Castelsardo si distingue per una cucina spiccatamente di mare. Fiore all’occhiello l’aragosta e il tipico Sa Cassola, una zuppa di pesce del golfo. Tutto da accompagnare con un buon Vermentino di Sardegna.

 5. LUCCA (TOSCANA)

Lucca, circondata da mura cinquecentesche perfettamente conservate, è una destinazione toscana ricca di arte e cultura. Nel 2024 Lucca celebra i cent’anni della morte del suo concittadino più celebre, Giacomo Puccini, con un fitto calendario di eventi. È quindi l’occasione giusta per un weekend nella città toscana, che quest’anno si è anche aggiudicata l’Oscar Italiano del Cicloturismo, assegnato alle ciclovie e alle città che promuovono il turismo sostenibile per la Ciclopedonale Puccini, lunga 58 km, che collega Lucca a Torre del Lago.

Ma Lucca colpisce anche per il suo impianto urbano, la sua arte e i suoi monumenti, tra cui l’anfiteatro romano del I sec. d.C, la Cattedrale di San Martino e i suoi tesori, tra cui la reliquia del Volto Santo, custodita in un tempietto nella navata sinistra. Nella sagrestia, invece, si trova una delle opere più famose di Jacopo della Quercia, il Sarcofago di Ilaria del Carretto. Da non perdere poi una visita al Museo dell’antica zecca, all’Orto Botanico e, naturalmente, alla Casa Museo di Giacomo Puccini, in cui il compositore visse fino a 22 anni. Noleggia una bicicletta e percorri il perimetro delle mura per una vista panoramica della città.

6. MANTOVA E SABBIONETA (LOMBARDIA)

Entrambe Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Mantova e Sabbioneta hanno fatto parte dei domini della potente famiglia dei Gonzaga e si possono visitare entrambe in un weekend. Fondate secondo l’ideale di “città perfetta rinascimentale” hanno visto alternarsi i più grandi artisti del suo tempo, tra cui Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano. Mantova è anche la città natale del poeta Virgilio (è infatti di origine romana).

Un itinerario ideale parte da Ponte San Giorgio per poi arrivare nel cuore della città, il centro storico e ammirare, la Rocca di Sparafucile, il Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna. In Piazza Sordello si affacciano lo splendido Duomo e il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova. Imperdibile, invece, la visita a Palazzo Te, una delle più belle ville italiane capolavoro di Giulio Romano. 

Sabbioneta, la piazza

Dedicate il secondo giorno alla visita di Sabbioneta, accedendovi da Porta Vittoria o da Porta imperiale. Arrivate a Piazza Ducale per ammirare la facciata del Palazzo Ducale, fulcro della vita politica di Vespasiano Gonzaga. Da non perdere, infine, le delizie della cucina mantovana, tra cui il risotto alla pilota, i tortelli di zucca, gli agnoli, i tortelli amari, il bollito accompagnato dalla celebre mostarda, il cotechino e la torta sbrisolona.

7. MATERA (BASILICATA)

Matera, con i suoi caratteristici sassi e le grotte scavate nella roccia, è una delle destinazioni più affascinanti d’Italia. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Matera offre un’esperienza unica nel suo genere. Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno.

Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda. Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

8. PAESTUM (CAMPANIA)

Paestum, antica città greca, è celebre per i suoi tre maestosi templi dorici. Un weekend a Paestum, da mettere in calendario in primavera vuol dire regalarsi un tuffo nella storia. Nota anche come Pesto, fino al 1926, la città è stata fondata dai coloni Achei nel VI secolo a.C.  La sua storia, tuttavia, continua ancora oggi, poiché offre la possibilità di visite archeologiche che ne testimoniano la sua unicità. In particolare è possibile ammirare zone sacre, come il santuario settentrionale e meridionale, ma anche il Foro d’epoca romana (l’antica agorà greca) con le sue strutture pubbliche, l’area abitativa, l’area termale e le mura difensive.

Il museo invece è organizzato in sezioni diverse che, tramite racconti ed immagini, raccontano la storia di Paestum a partire dall’età preistorica e protostorica, la Poseidonia d’epoca greca per poi finire con la colonia romana. Inoltre è possibile ammirare le metope arcaiche del favoloso Tempio di Hera collocate presso la foce del Sele.

9. PESARO (MARCHE)

Affacciata sull’Adriatico, coniuga la bellezza artistica con la splendida costa marchigiana. Pesaro, patria di Gioacchino Rossini, Città creativa per la musica Unesco, è Capitale italiana della cultura, teatro per tutto il 2024 di un cartellone di circa mille eventi (perfetto per tutti i weekend d’arte in programma). Due su tutti? Il Rossini Opera Festival in una super edizione e la mostra evento su Federico Barocci ai Musei Civici, scrigno della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini.

Un capolavoro del Rinascimento maturo, che incanta per le misure monumentali, il minuzioso lavoro di carpenteria, l’impalcatura prospettica, la luce di una pittura capace di trasformare in smalto i colori. Da vedere, ancora, il Museo nazionale Rossini, che racconta il grande compositore in chiave multimediale, e Villa Imperiale, progettata da Gerolamo Genga e decorata, tra gli altri, da Bronzino e Dosso Dossi per gli svaghi estivi di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino.

10. SPELLO (UMBRIA)

Un borgo medievale immerso tra colline verdi, è noto per la sua bellezza e tranquillità. Un weekend a Spello, splendido borgo dell’Umbria, in  provincia di Perugia, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, consente di unire arte, storia e gusto. Il periodo migliore? La nona domenica dopo Pasqua per assistere alla celebre Infiorata del Corpus Domini, un evento molto suggestivo per il quale il borgo umbro è famoso in tutta Europa.

Durante la notte, gli infioratori tappezzano le vie del centro storico di tappeti floreali per consentire a tutti di ammirarli fin dal mattino successivo. Durante la visita, entrate dalla grandiosa Porta Consolare e percorrete i suggestivi vicoli, ammirando scorci e panorami, e fermandovi per ammirare i beni artistici, come la chiesa Santa Maria Maggiore con affreschi del Pinturicchio, Sant’Andrea e San Lorenzo. Uscendo da Porta Venere, poi, si ammirano le belle Torri di Properzio. Da non perdere i piatti della tradizione, tra cui gli gnocchi di patate al sugo d’oca, gli strangozzi al tartufo nero e la Torta al Testo, di antica origine romana.

11. TORINO (PIEMONTE)

Torino, città elegante e raffinata, è un paradiso per gli amanti dell’arte e circondata dalle Alpi, offre un mix irresistibile di cultura, storia e gastronomia. Compie duecento anni il Museo Egizio di Torino, nella top 10 delle attrazioni turistiche più amate d’Italia. Per il bicentenario si presenta con un nuovo look, che riempie d’orgoglio questa superba città d’arte, che brulica di musei d’eccezione meno mediatici e tutti da scoprire. Esempi? La Galleria Sabauda, pinacoteca con collezioni da capogiro.

Il Museo Civico in Palazzo Madama, 70mila opere dall’Alto Medioevo al Barocco, tra cui quel Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, vertice della ritrattistica rinascimentale. La Biblioteca Reale, custode di un corpus inestimabile: ben tredici fogli autografi di Leonardo da Vinci, tra i quali il celeberrimo Autoritratto, e un manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli.

12. URBINO (MARCHE)

Urbino, città natale di Raffaello, è un gioiello rinascimentale. In pieno centro storico, per esempio, si trova l’Oratorio di San Giovanni con il suo meraviglioso ciclo di affreschi quattrocenteschi, opera dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino, tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A circa 2 chilometri da centro, in piena campagna, sorge invece la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro.

Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura. Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo.

Questo itinerario artistico attraverso l’Italia nel 2024 promette non solo di soddisfare la tua sete di bellezza artistica ma anche di immergerti in viaggi di storia, cultura e autenticità. Ogni tappa offre un’esperienza unica, un viaggio attraverso i secoli che ti lascerà con ricordi indelebili e una profonda connessione con il patrimonio artistico italiano. Preparati a essere affascinato, ispirato e a vivere un’avventura culturale senza pari. Buon viaggio!

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UNESCO con Gusto. Belvedere di San Leucio (CE), il borgo di seta

Il Complesso Monumentale del Belvedere di San Leucio, a Caserta, è la realizzazione di un perfetto “villaggio industriale”, voluto dal Re Ferdinando di Borbone, e basato sui principi umanistici di uguaglianza, meritocrazia, diritto all’istruzione e parità di genere. Una modernità che ha precorso i tempi. Proprio per questo l’UNESCO l’ha inserito, insieme alla Reggia di Caserta, al suo parco e all’Acquedotto Vanvitelliano, nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Questa la motivazione: “…l’esperienza della colonia di San Leucio rappresenta una tappa fondamentale della cultura illuministica settecentesca e dello sviluppo industriale e tecnologico nel territorio campano, sul quale ancora oggi operano opifici e industrie che si richiamano all’antica attività manifatturiera

San Leucio, il sogno di Ferdinando

Tutto ha inizio nel 1750, quando la potente famiglia degli Acquaviva cede il loro feudo ai Borbone di Napoli, che iniziarono subito una serie di grandi opere, tra cui la costruzione della Reggia di Caserta, l’ampliamento del centro storico e, appunto, San Leucio. Il re Carlo di Borbone fece costruire nel borgo prima un casino di caccia, poi, consigliato dal ministro Bernardo Tanucci, pensò a un progetto di formazione per i giovani del luogo, che mirava a istruirli sull’arte della tessitura per poi impiegarli negli stabilimenti reali.

Quando Carlo di Borbone divenne re di Spagna con il nome di Carlo III, lasciò in eredità San Leucio al figlio Ferdinando IV, che amava trascorrervi molto tempo, colpito dalle bellezze naturali. Nel 1778, tuttavia, il primogenito di Ferdinando, il piccolo Carlo Tito, muore di vaiolo proprio a San Leucio. Il padre, per rendergli omaggio, decide di ampliare la colonia con un grande setificio che crebbe di anno in anno, fino a diventare una comunità autonoma. Da tutta Europa e da ogni parte d’Italia arrivarono qui grandi maestri con lo scopo di istruire i giovani sull’arte della seta.

Ferdinando cominciò ad accarezzare il sogno di fondare una città ideale, “Ferdinandopoli”, ampliando la colonia e adattandola alle nuove esigenze industriali dovute all’introduzione della trattura della seta e della manifattura dei veli.  La nuova città doveva avere una pianta circolare e un sistema di strade a raggiera con al centro una piazza.

San Leucio, un borgo…a statuto speciale

Non poté portare a compimento il suo progetto, ma nel 1789, emanò uno Statuto Speciale, in cinque capitoli e 22 paragrafi, con i principi della Real Colonia di San Leucio. Stampata in 150 copie dalla Stamperia Reale del Regno di Napoli, conteneva diritti, doveri e sanzioni ispirati agli ideali di uguaglianza sociale ed economica, oltre che a una particolare attenzione al ruolo delle donne e all’istruzione dei bambini.

Prima di tutto, ogni abitazione era dotata di acqua corrente e servizi igienici. Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un membro della colonia. Ognuno versava poi un contributo alla cassa comune. Tra i membri della comunità vigeva il principio di uguaglianza e parità di genere. Era abolita la proprietà privata e era garantita assistenza ad anziani e infermi. Professionalmente, si applicava il principio della meritocrazia.

Il sogno di Ferdinando si interruppe, tuttavia, nel 1799, con la discesa in Italia di Napoleone e la costituzione della Repubblica Partenopea. San Leucio ebbe comunque un ulteriore sviluppo industriale sotto il governo francese di Gioacchino Murat, tra il 1808 e il 1815. Il progetto di città industriale venne accantonato con la Restaurazione e tramontò definitivamente con l’Unità d’Italia, quando San Leucio entrò a far parte del demanio statale. La tradizione della seta, tuttavia, rimane qui ancora oggi.

Che cosa vedere a San Leucio

Il borgo di San Leucio si trova lungo la strada che da Caserta porta a Caiazzo e alla Valle del Volturno. Incontrerete prima Piazza della Seta, un’area semicircolare su cui si affaccia il cancello di ingresso alla “Real Colonia” e al Belvedere.

Prima dell’arco di ingresso, a sinistra, si passa davanti al Quartiere Trattoria, costruito da Ferdinando IV per ospitare i visitatori. Oltrepassate poi l’arco sovrastato dallo stemma dei Borboni sostenuto da due leoni ed entrate nella Real Colonia. A destra e a sinistra si trovano rispettivamente i quartieri operai di San Carlo e San Ferdinando, collegati al Belvedere da una scalinata a doppia rampa che abbracciano le scuderie reali e terminano su un piazzale, su cui si affaccia la chiesa di San Ferdinando Re, ricavata nel 1776 dal salone delle feste del Belvedere.

All’interno dell’appartamento reale nel Casino del Belvedere sono degni di nota gli splendidi affreschi della sala da pranzo, opera di Fedele Fischetti, con scene degli amori di Bacco e Arianna, e il bagno di Maria Carolina, con decorazioni alle pareti di Philipp Hackert.

Costeggiando l’edificio si arriva all’ingresso del Complesso Monumentale. In alto, sulla destra, si trova l’edificio che ospitava la filanda e, sopra di esso, la cuculliera, l’allevamento di bachi da seta. Fiore all’occhiello del percorso di archeologia industriale sono i telai restaurati e ancora funzionanti, gli strumenti e gli attrezzi per la lavorazione della seta e una ruota idraulica per i torcitoi della stoffa.

A pochi passi si trova il Museo della Seta, che custodisce diversi tessuti prodotti a San Leucio e amati dai nobili di tutta Europa.

Da non perdere una passeggiata nei giardini all’italiana, posti su piani diversi collegati da scalette, che si trovano nella parte occidentale del Casino del Belvedere, tra fontane, un agrumeto e diversi alberi da frutta.

…scopri a pag 2 i piatti della tradizione casertana da non perdere…

San Leucio, la tradizione casertana nel piatto

Se la pizza, la Mozzarella di Bufala Campana DOP e la ricotta di bufala campana sono imprescindibili durante la vostra visita a San Leucio, vi consigliamo di provare anche gli altri piatti della tradizione casertana. Tra i primi troviamo la Mnestra Mmaretata (Minestra sposata), un piatto invernale che si prepara con un osso di prosciutto, brodo e verdure cotte nel formaggio.

Un altro ottimo primo piatto della tradizione sono le Pettolelle con i fagioli, una pasta fatta in casa condita con cannellini, olio EVO, aglio, prezzemolo, origano, sale e pepe.

Da non perdere la Cianfotta, un contorno ottimo anche da solo con il pane, che si prepara con peperoni fritti nell’aglio, patate, cipolle, melanzane e pomodori.

Tra i secondi piatti troviamo il filetto di maiale in salsa bianca, involtini con un sugo a base di provolone, sale, pepe, peperoncino e vino bianco. Squisiti anche i piatti di pesce, tra cui le frittelle con le acciughe, i gamberi alla vesuviana, l’insalata di spaghetti con le vongole nere, tipiche del golfo di Napoli, e l’Orata all’acquapazza.

Da non perdere i dolci, tra sfogliatelle, babà, pastiera e struffoli, palline di pasta a base di farina, uova, strutto, zucchero e liquore all’anice, che vengono fritte nello strutto e avvolte nel miele caldo. Si consumano specialmente nel periodo natalizio.

COME ARRIVARE

In auto: da Roma, prendere l’A1 in direzione Sud, uscire a Caserta Nord e proseguire per San Leucio. Da Napoli, A1 in direzione nord, uscire a Caserta Nord e seguire indicazioni per San Leucio.

DOVE DORMIRE

*Hotel Belvedere***, SS 87 Sannitica 85, San Leucio (CE), tel 0823/304925, www.hotelbelvederesanleucio.it. A pochi passi dal Complesso Monumentale di San Leucio e dalla Reggia di Caserta, l’hotel è immerso nel verde del borgo della Vaccheria, dove si trova il Casino di Ferdinando IV. Con piscina e ristorante.

*San Leucio Resort****, via Michele Fiorillo 1, San Leucio (CE), tel 0823/301866, https://san-leucio-resort-caserta.hotelmix.it/ Ricavato in un edificio in pietra con vista sulla campagna, dita appena 3 km dal Giardino Inglese e 5 dalla Reggia di Caserta.

*Gaiachiara Casale Antico Resort****, via San Leucio, San Leucio (CE), tel 0823/1542925, www.gaiachiara.com . Immerso in uno splendido paesaggio di ulivi e palme, in cui spicca la piscina scoperta, questo accogliente resort è ricavato in un edificio in pietra dal fascino antico.

DOVE MANGIARE

*La Locanda del Borbone, via I Ottobre 23, San Leucio (CE), tel 0823/304665, locale storico nei pressi del Belvedere di San Leucio con un menù che propone pizza, piatti della tradizione casertana e ricette recuperate della cucina borbonica. Accanto si trova il Pandiseta Bakery, dove si produce e si vende il Pandiseta, il pane “reale” con marchio registrato.

*Antica Locanda, Piazza della Seta, San Leucio (CE), tel 0823/305444, di fronte all’ingresso del Belvedere, dispone di due sale separate da un suggestivo arco di mattoni. Il menù propone piatti di pesce e ricette della tradizione partenopea.

DOVE COMPRARE LA SETA DI SAN LEUCIO

*Antico Opificio Serico San Leucio, viella Barbera 22, San Leucio (CE), tel 0823/361290, www.aos.it

*San Leucio Seta, via dei Giardini Reali 17, San Leucio (CE), tel 389/4284945

*Setificio Leuciano, Piazza della Seta 7/8, San Leucio (CE), tel 0823/1450679, www.setificioleuciano.it

INFO

www.sanleucio.it