Ritorniamo in Romagna! Weekend all’insegna del bello, del gusto, della piadina e delle Mariette

di Cesare Zucca——-
for the “piadina” recipe in english click here
Pronti per un weekend all’insegna del bello, del gusto e dell’ impareggiabile ospitalità romagnola?
Ecco un allegro itinerario che inizia sulle Alture di Cusercoli e termina con grande finale gourmet: la mitica ‘piadina fresca’ di Forlimpopoli.

Per il nostro tour abbiamo scelto come base le Fattorie Faggioli a Borgo Basino, provincia Forli-Cesena. Lì siamo stati accolti e coccolati dalla famiglia Faggioli con il proverbiale calore ed empatia della Romagna. Per un ‘turista non turista’ come me, questo posto è davvero un paradiso, lontano dai rumori, dalle macchine, immerso in una tranquilla vallata verdeggiante.
Sentivo la qualità della vita, nell’ambiente naturale che contribuiva alla salute del suo spirito e del suo corpo. Sono previste gite in montagna, raccolta di erbe, bagni di fieno e persino una sauna salutare con erbe e fango. Le camere sono accoglienti, c’è anche una bella piscina.

Fattorie Faggioli

Il cibo è spettacolare, composto da prodotti freschi coltivati ​​in loco e totalmente fatto in casa, sano e delizioso con prezzi decisamente abbordabili .

A tavola con la famiglia Faggioli

Da lì potrete visitare i suggestivi borghi dei dintorni e  riconoscere l’identità e biodiversità di un territorio che oggi è attivamente impegnato nello sviluppo turistico di “Visit Romagna”. che considero la regione più genuina, profonda e sincera d’Italia, dove natura, storia e enogastronomia si relazionano a radici, memorie e tradizioni.

Due interessanti tappe vicine: Forlì con la sua grandiosa Piazza Saffi e, a meno di un’ora di macchina, Ravenna. l’Olimpo del mosaico bizantino  con la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, Battistero Neoniano, Basilica di Sant’Apollinare Nuovo e la Basilica di Sant’Apollinare in Classe.

Volete scoprire dove è nato il Duce?
Beh non aspettatevi un palazzo, anzi… Girato l’angolo c’è Predappio,  paese natale di Mussolini e della sua piuttosto umile casa. Tiriamoci su il morale con uno dei meravigliosi tipi di Sangiovese (anche biologico) dei vigneti Poderi dal Nespoli dove è possibile visitare la cantina.

Alcuni dei vini di Podere dal Nespoli

Sarà un viaggio intenso, perchè non regalarsi un rilassante inizio di giornata alle Terme di Castrocaro? E’ un hotel di lusso con una spa attrezzata che unisce benessere, bellezza e salute. Le soprese non sono finite: facendo una suggestiva navigazione intorno al lago ai margini della grande foresta del Parco Nazionale, potrete approdare alla suggestiva Diga di Ridracoli, mentre nella frazione di Santa Sofia, lungo il Fiume Bidente, scoprirete il Parco delle Sculture con magiche sculture all’aperto.

le sculture del Fiume Bidente

… e le osterie?
InutiIe ripeterlo. La cucina casalinga romagnola è davvero top!
Vi segnalo due osterie in cui ho trovato eccellenze nostrane cucinate in piatti semplici, senza fronzoli, insomma proprio come li faceva nonna…
Osteria La Campanara a Pianetto di Galeata, autentica testimonianza della gastronomia romagnola, dove vengono serviti ricchi primi di pasta e la tradizionale trippa al pomodoro, con calici di Sangiovese e Albana, i top della cantina locale.
Osteria Cà de Bè, nel minuscolo borgo di Bertinoro, dove, oltre alla vista spettacolare, potrete gustare la tipica cucina locale, dalla fantastica pasta fresca fatta a mano, ai mitici passatelli in brodo o al ragu, oltre a carni saporite come il delizioso coniglio alle verdure e il maiale arrosto. Per finire con il famoso lateruolo un dolce d’autore creato dall’iconico chef del 19° secolo Pellegrino Artusi, riconosciuto padre della moderna cucina italiana.

Le osterie: La Campanara e Cà de Bè

Artusi, imprenditore di successo, divenne un uomo facoltoso e, a 45 anni, poté dedicarsi a tempo pieno alla sua passione: la cucina casalinga. Amava studiare, e ponderare ricette. Dopo lunghe ricerche, ha ristretto le sue scoperte a 790 ricette che ha raccolto in un manuale intitolato “La Scienza in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene” tradotto e diffuso in tutto il mondo. 

Anche quest’anno, dal 24 giugno al 2 luglio, la città onora Pellegrino ospitando la Festa Artusiana, dove il centro storico si trasforma in un “paese da gustare”. Il grande castello che domina il borgo, le corti, i vicoli, le strade e le piazze pullulano di ristoranti che presentano nei loro menù alcune delle specialità artusiane.

Forlimpopoli: la Festa Artusiana che si terrà da sabato 24 giugno a domenica 2 luglio 2023

Il tutto è coordinato da Casa Artusi è il primo centro gastronomico italiano interamente dedicato alla cucina tradizionale casalinga e alla promozione della cucina italiana nel mondo, un’iniziativa nata 15 anni fa, sostenuta da realtà del territorio. E’ un progetto che vuole coinvolgere tutti coloro che hanno nel cuore Casa Artusi e che desiderano arricchirlo con i loro racconti, le ricette dei loro ricordi e sostenerlo con le loro donazioni a questo link. La Casa vanta una ricca biblioteca, un museo e una scuola che tiene corsi pratici sia per gli amanti del cibo che per i professionisti che vogliono imparare a migliorare le proprie abilità culinarie.

Nel Ristorante Casa ArtusI potrete gustare le ricette del grande Pellegrino, dalle tradizionali zuppe di verdure, alla famosa Ricetta n.7 , Cappelletti all’uso di Romangna, ai tortelli ripieni di ricotta e spezie fini, ai paccheri al ragù d’anatra e manzo con chiodi di garofano e fagioli bianchi, per  continuare con squisiti secondi di carne e finire con il Latteruolo, un dolce al cioccolato alle mandorle con crema allo zabaione.

I celebri cappelletti di Artusi

Una curiosità: Artusi non cucinava … chi era allora lo Chef?
Ai fornelli non c’era Pellegrino, bensì Marietta Sabatini, la sua devota, insostituibile assistente (e forse di più) che lavorava fanaticamente al suo fianco. Nessuna fama, nessuna gloria per la povera Marietta fino a che nacque l’Associazione delle Mariette la cui missione era, ed è tuttora, quella di insegnare le ricette di Artusi e la cucina tradizionale romagnola compresa l’ iconica piadina fresca.

Ieri e oggi : La prima Marietta e Viridiana, attuale Presidentessa delle Mariette e le sue discepole …in azione

Ancora oggi le Mariette impartiscono regolari classi di piadina e cucina romagnola, sia dal vivo che online, mentre l’annuale “Premio Marietta”, che avrà il suo culmine nella XXVI edizione della Festa Artusiana,  premierà la Migliore Marietta (o Marietto…visto che il concorso è aperto anche agli uomini).
Tutti invitati quindi, cuoche e cuochi, rigorosamente dilettanti e non professionisti. Se vorrete sentirvi un po’ ‘chef’ e soprattutto benvenuti… inserite Forlimpopoli e la Romagna nell’ agenda dei vostri prossimi viaggi e troverete una regione dove le persone amano ospitare, mangiare, bere e stare allegri…


A Viridiana, attuale Presidentessa delle Mariette abbiamo ‘rubato’ la ricetta originale della piadina…

LA RICETTA DELLA ‘VERA’ PIADINA ROMAGNOLA

Per 5 piadine
– 500 g di farina 1
– 70 g di strutto di Mora di Romagna ( un grasso molto economico ricavato dal maiale. Ma se non lo avete in casa, potete sostituirlo con olio extravergine)
– 2 pizzichi (3 g circa) di bicarbonato di sodio oppure 10 g di lievito in polvere per torte salate
– 8 g di sale dolce di Cervia a grani medi.
Procedimento
Create un piccolo cratere di farina, mettete lo strutto all’interno. Impastate portando la farina sullo strutto e aggiungete gli altri ingredienti e un po’ di acqua tiepida. Lavorate l’impasto  per una decina di minuti , Dividetelo in cinque palline e tiratele bene con il matterello fino a ottenere un disco di diametro fra 15 e 30 centimetri.
Secondo i consigli delle Mariette, deve rigorosamente essere impastata a mano. Il movimento viene dalla spalla e meglio se le gambe sono un po’ flesse.
Passiamo alla cottura: appoggiatela nela teglia (l’ideale è una teglia tonda di terracotta altrimenti una pentola antiaderente) e foratela con le punte della forchetta. Giratela e foratela di nuovo. Tre volte, cinque minuti. La piadina è pronta per essere farcita.
Godetevela!

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’

Curious to know how to make a ‘piadina’ ?
Just turn the page and discover the original recipe. Click Next>

From Viridiana, the current President of the Mariette, we ‘stole’ the original recipe of the piadina …
THE RECIPE OF THE ‘TRUE’ ROMAGNOLA PIADINA

For 5 piadine
– 500 g of flour 1
– 70 g of Mora di Romagna lard (a very cheap fat obtained from pork. But if you don’t have it at home, you can replace it with extra virgin olive oil)
– 2 pinches (about 3 g) of baking soda or 10 g of baking powder for savory pies
– 8 g of medium-grain sweet salt from Cervia.
Method
Create a small crater of flour, put the lard inside. Knead bringing the flour onto the lard and add the other ingredients and a little warm water. Knead the dough for about ten minutes, Divide it into five balls and roll them well with a rolling pin until you get a disc with a diameter of between 15 and 30 centimeters.
According to Mariette’s advice, it must be strictly kneaded by hand. The movement comes from the shoulder and better if the legs are a little flexed.
Let’s move on to cooking: place it nela pan (the ideal is a round terracotta pan otherwise a non-stick pan) and pierce it with the tips of the fork. Turn it over and pierce it again. Three times, five minutes.
The piadina is ready to be stuffed.
Buon appetito!

INFO
Festa Artusiana
Casa Artusi

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles.art, entertainment. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 

 




AURORA MAZZUCCHELLI: IL SUO RISTORANTE STELLATO, LA PASSIONE PER L’ AFFUMICATO E L’ANSIA DELL’AUTO…

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Sasso Marconi (Bologna). Simpatica, schietta, solare. ecco Aurora Mazzucchelli, chef e proprietaria dello stellato Marconi. In sala è aiutata dal fratello sommelier Massimo, che, oltre a gestire anche l’attiguo Forno Mollica, sa raccontare il mondo, i pensieri e gli straordinari piatti della sorella.


Dove ti piace passare un weekend?
Sento il richiamo del mare, anzi di due mari decisamente diversi, ti spiego: mamma è siciliana, il mare siculo è meraviglioso e adoro tutta la provincia di Ragusa. Papà è bolognese e per molti anni è stato chef sull’ Adriatico, quindi, quando i tempi sono stretti, mi sta bene anche una spiaggia della Romagna, giusto per un mordi e fuggi, (ride) magari accompagnato da una buona piadina…


Un viaggio che vorresti fare?
L’ Irlanda e poi ho il mal d Africa, sono stata in Ruanda e Etiopia, ma ho ancora molto da vedere.
La tua auto?
Ti confesso che ho la patente ma non amo guidare… mi mette ansia. Preferisco guidare i fornelli!

Trai ispirazioni gastronominche dai tuoi viaggi?
Si, dai viaggi possono sopravvivere citazioni e tecniche di cucine straniere, anche se poi vengono molto italianizzate, con prodotti nostri. Ad esempio nel menu di oggi trovi il ricordo di un viaggio in Peru, una ceviche, però di frutta.
Quali sono i tuoi primi ricordi della cucina?
L’odore del brodo a casa della nonna bolognese e il profumo del sugo di pomodoro dalla nonna siciliana: ineguagliabile, come lo sapeva cucinare lei…non c’è nessuno…e poi i piatti della domenica come i tortelli che ho sposato a lavanda, noce moscata, mandorle e, ovviamente, parmigiano reggiano.


A proposito di piatti ineguagliabili, chi ti viene il mente ?
Non amo cucinere l’astice o l’aragosta e tempo fa mi è capitato di assaggiare l’ aspic di astice di Nadia Santini a Canneto Sull’Oglio. Ottima succulenza interna, gelatina perfetta.
Cucini a casa?
Spesso, beh, vivo nel piano sopra il ristorante, quindi  cucino sù o giù.


Sempre nel tuo frigo di casa
Tante scorte: prodotti ragusani dalla Sicilia, capperi, bottarga, magari un pecorino sardo portato da un’amica, latti fermentati per i miei esperimenti, tante conserve e basilico che amo congelare, è il basilico dell’orto che circonda il ristorante e che, con la nuova ristrutturazione e le pareti di vetro, abbiamo voluto in un qualche modo far ‘entrare’ nel locale.

Anche il giardino partecipa alla mia cucina, vedi quel grande fico? Tra i miei piatti c’è un polpo con limone salato e latte di fico, letteralmete estratto dalle foglie dell’albero.
Un tuo signature dish?
Il gelato di aringa, un’ idea di qualche anno fa, dopo parecchi studi sui gelati salati. Mi piace la presenza di una nota affumicata, forse ereditata da papà che faceva una fantastica insalata di arringa, finocchio e arancia.


Come hanno reagito i tuoi genitori al tuo ingresso in cucina?
Con un grande gesto d’amore. E’ successo intorno al 2000, sono stati bravi e mi hanno lasciato spazio, anche negli sbagli…e poi certi piatti classici di papà sono intramontabili, come  il risotto al fumetto di pesci, tuttora presente nel menu.
La tua ricetta?
Ti ho parlato della mia passione per l’affumicato, beh rieccoci: maccheroni al torchio, anguilla affumicata, ostriche crude e spinaci.

MACCHERONI AL TORCHIO, ANGUILLA AFFUMICATA, OSTRICHE CRUDE E SPINACI

per 6
ingredienti
gr.400 semola di grano duro rimacinata
gr.100 farina 0
n.3 uova fresche
n.3 tuorli
acqua qb.
gr.200 anguilla affumicata
gr.60 burro
n.1 cipolla rossa
sale grosso per la cottura
gr.500 spinaci freschi
n.12 ostriche
sale olio extravergine d’oliva e pepe.
procedimento
mettere a cuocere in una teglia con del sale grosso la cipolla condita con sale e olio in un cartoccio nel forno a 180 °c per 20 minuti .
mondare gli spinaci ,cuocerli in acqua e frullarli cosi da ottenere una crema.
frullare l’anguilla aff. con il burro a poma cosi da ottenere una farcia
aprire le ostriche mettere da parte il mollusco tagliato grossolanamente e prendere l’acqua che e all’interno del guscio che ci servira per la cottura.preparare dei maccheroni con il torchio e ancora freschi farcirli con l’anguilla chiudendo le due estremita otteremo una sorta di raviolo a forma di maccherone, al momento di servire cuocere in acqua salata i maccheroni , saltarli nella padella con l’acqua d’ostrica e una noce di burro.
mettere a specchio la salsa di spinaci gia calda nel piatto, dei petali di cipolla, il ragu d’ostrica e i maccheroni.

INFO
Marconi
Via Porrettana, 291
Sasso Marconi, Bologna

Cesare Zucca
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo. Viaggia su e giù per l’America e si concede evasioni in Italia e in Europa.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘turista non turista’.


 

 

 




Emilia Romagna: Rimini, movida e piadina.

Ricetta del martedì.  Rimini, la capitale del divertimento della Riviera romagnola, offre tante occasioni di svago, ma anche interessanti spunti culturali ed enogastronomici, primo tra tutti la tradizionale Piadina.

Oltre ai celebri stabilimenti balneari, una visita al centro storico parte da Piazza Cavour, su cui si affacciano il Palazzo Comunale, il Palazzo del Podestà e il Palazzo dell’Arengo. Di fronte, si trova la galleria dell’Antica Pescheria, con la serie di pub e locali alla moda, fulcro della movida serale. Da Corso Augusto si arriva all’Arco di Augusto e poi al Ponte di Tiberio. Attraversandolo si arriva a Borgo San Giuliano, il quartiere che ha dato i natali a Federico Fellini. In Piazza Tre Martiri, si trovano la Torre dell’Orologio e il Tempietto di Sant’Antonio. Prendendo via IV Novembre, si arriva al Tempio Malatestiano, progettato da Leon Battista Alberti. In Piazza Ferrari si trovano gli scavi archeologici che hanno portato alla scoperta della Domus del Chirurgo, una casa romana con il pavimento a mosaico. Nella zona del porto si trovano invece la grande Ruota Panoramica e il celebre locale Rock Island. Per le famiglie, a Viserba, che si raggiunge percorrendo la SS Adriatica verso Ravenna, si trova il parco Italia in Miniatura. Andando verso Riccione, invece, si raggiunge Fiabilandia, un parco di divertimenti pensato per i più piccoli.

rimini-la-sera

LA RICETTA: Piadina romagnola
Ingredienti
500 gr di farina
50 gr di strutto (o 5 cucchiai di olio extravergine di oliva)
Sale
1 pizzico di bicarbonato
Acqua tiepida q.b.

Disponete la farina, aggiungete lo strutto, il sale e il bicarbonato e amalgamate con l’acqua. Dividete l’impasto in 8 palline e lasciatele riposare per 30 min. Stendete i panetti con il mattarello ricavandone dei dischi alti 3-4 mm e larghi circa 25 cm. Scaldate una padella di diametro adatto a contenere le piadine e mettetele a cuocere per qualche minuto per parte. Potete poi tagliare le piadine a spicchi e gustarle da sole, oppure piegarle in due e farcirle con squaquerone e rucola, oppure con salumi, salsiccia e verdure fresche, saltate o gratinate.

I vini: un rosso come il Sangiovese di Romagna.
Dove acquistare: Azienda Agricola San Valentino, via Tomasetta 13, fraz San Martino in Venti (RN), tel 0541/752231, www.vinisanvalentino.com

Come arrivare:

In auto: da Nord autostrada del Sole A1, A21 Torino – Piacenza e A22 del Brennero fino a Bologna, poi A14 per Rimini. Da Venezia SS309 Romea. Da Sud A1 e A14 e SS16 Adriatica.

In treno: linea Bologna-Ancona.

Dove mangiare la piadina romagnola:
Dalla Lella, Viale Rimembranze 74/4, Rimini, tel 0541/389460, www.dallalella.it
Nud e Crud, via Tiberi 27/29, Rimini, tel 0541/29009, www.nudecrud.it

Dove dormire:
Hotel Giulio Cesare***S, via Battarra 9, Rimini centro, tel 0541/708726, www.giuliocesarehotel.net
Hotel Napoleon***, Piazzale Cesare Battisti 22, Rimini centro, tel 0541/27501, www.napoleonrimini.it




Ricetta della settimana: la piadina che unifica!

Se si cerca il tratto unificatore di tutta la Romagna si deve guardare alla piadina, una sorta di pane non lievitato che nelle case contadine veniva cotto tradizionalmente su una pietra alla brace. È un prodotto che si è ormai imposto anche fuori della regione, anche se spesso realizzato a livello industriale, ma che in Romagna viene ancora fatto in casa mantenendo tutte le differenze da zona a zona, dove si può trovare con i nomi dipieda, pida, pie o pijda. La ricetta tradizionale prevede farina bianca, strutto, sale grosso pestato al mortaio (meglio ancora se sale dolce di Cervia) latte, bicarbonato e acqua tiepida, per dar vita a un impasto che viene usato anche per il più sottile crescione ocassone. Piadina e crescione si sposano ad abbinamenti come erbe selvatiche o dell’orto, affettati, formaggi morbidi come lo squaquerone, ma sanno trasformarsi anche in dessert quando accompagnate da creme, confetture o miele.

PIADA PREP

Antichissima è la presenza della piadina sulle tavole romagnole, fino agli anni ‘60, quando insieme alla cultura contadina, ha rischiato di essere dimenticata. Ma così non è stato, anzi, è aumentata in modo esponenziale la notorietà della piadina, cambiando un po’ le sue caratteristiche di consumo e passando da alternativa al pane degli antichi contadini a cibo versatile dei romagnoli moderni. La piadina romagnola, come tutti sanno, è una tra le ricette più tipiche della gastronomia Romagnola, conosciuta in tutto il mondo e soprattutto amata da milioni di persone. La piadina romagnola, si presenta come una sfoglia di pastella di forma rotonda con una buonissima farcitura che può essere tra le più varie e va secondo i gusti ed i desideri del buongustaio che la deve mangiare: così la piadina romagnola può essere ripiena di mozzarella, pomodoro e prosciutto, oppure rucola e stracchino, o ancora verdure, stracchino e salumi; insomma la scelta è illimitata.

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Ingredienti:
500 g di farina
75 g di strutto
2 g di bicarbonato
6 g sale
200 g acqua (o latte)
Se non volete usare lo strutto provate con mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva.

Piadina Romagnola:
Impastare tutti gli  ingredienti assieme. Aggiungere un po’ d’acqua per formare un impasto piuttosto sodo. Oppure, al posto dell’acqua potete mettere il latte o addirittura il vino bianco secco. Distendere l’impasto col mattarello, sulla spianata formando un bel tondo di pasta più o meno sottile a seconda dei
gusti. Cospargere di tanto in tanto il mattarello con la farina, altrimenti la pasta si potrebbe attaccare al legno e il sottile “lenzuolo” bucarsi. Mettere a cuocere la pasta sul testo di terracotta, sotto cui deve ardere un fuoco piuttosto allegro, perché la piadina va cotta in fretta. Man mano che la piadina si cuoce in superficie forma delle lievi bolle, che vanno schiacciate con le punte di una forchetta, le cui impronte restano anche dopo la cottura, a ricordare il lavoro delle donne davanti al calore del testo bollente. Armatevi anche di un coltello a lama lunga, che vi servirà a rigirare in senso orario e a rivoltare il disco di pasta.

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Ricette con… Federico Fellini

Se ci seguite, sapete che amiamo particolarmente proporvi ricette “verificate” da personaggi famosi. Questa settimana abbiamo scovato una ricetta particolarmente amata dal grande Federico Fellini, un personaggio di incommensurabile spessore in ambito cineatografico, ma che amava anche la buona cucina, la “buona tavola”. Sappiamo, dalla testimonianza di Francesca Fellini, che amava i cibi semplici e tradizionali, ed era abitudinario nella sua routine culinaria. Amava ritrovare in tavola l’armonia, anche grazie alla cucina delle donne della sua vita, nonna, zia e sorella e a quel particolare gusto romagnolo.

Federico Fellini

Quella che vi proponiamo oggi è la ricetta tradizionale della piadina, che ripiena diventa “crescione”: la tradizione più consolidata diventa anche di gran moda se traformata in finger food o se servita ad un’apericena, con un pizzico di eleganza, tagliata magari in mdo triangolare.

Ingredienti Per Quattro Persone:
Per la piadina:
800 grammi di farina bianca
160 grammi di strutto sciolto a bagno maria
200 ml di acqua bollente
1 pizzico di lievito per pizza
2 cucchiai di olio
1 cucchiaino di sale
per il ripieno (per i crescioni)
3 patate medie
500 grammi di zucca, gialla, farinosa e dolce
60 grammi di parmigiano
13 grammi di burro
600 grammi di pomodori pelati
1 e 1/2 mozzarella di bufala
350 grammi di erbe di campagna (cicoria, tarassaco, biete, …)
350 grammi di spinaci
1 spicchio di aglio
origano, maggiorana, noce moscata, olio extravergine d’oliva, sale e pepe

Sciogliere nell’acqua bollente il sale e l lievito. Mettere la farina su un piano, a fontana, e aggiungere lo strutto e l’acqua con sale e lievito. Impastare bene, poi aggiungere l’olio goccia a goccia, impastando rapidamente per incorporarlo alla pasta.
Creare dei panetti, da stendere con un mattarello a formare un disco, da cuocere poi sulla piastra di ghisa. C’è chi preferisce sentire una crosticina croccate, chi invece preferisce la piada più alta e un po’ meno cotta.

piadina romagnola

Per i crescioni sono possibili tre ripieni:
1) con zucca e patate:
cuocere la zucca, tagliata a pezzi, in forno a 200 gradi per circa 20 minuti, poi passarla al setaccio. Lessare le patate, sbucciarle, passarle al setaccio e unirle allazucca. Aggiungere sale, pepe, parmigiano, noce moscata e burro, mescolare.
2) con pomodoro e mozzarella:
Far restringere la polpa dei pomodori in padella con sale, pepe, olio e erbe aromatiche, finché non si sarà asciugato del liquido in eccesso. Lasciar raffreddare. A parte tagliare la mozzarella e laciarla sgocciolare dal residuo dil iquido.
3) con le erbe
Lessare spinaci e erbette di campagna, in pochissima acqua, facendo bollire per un paio di minuti. Scolare e spremere leggermente con le mani, poi tagliare a pezzetti e soffriggere in padella con 1 spicchio di aglio tritato, un cucchiaio di olio, sale e pepe per 475 minuti. Poi lasciar raffreddare.

Per una piadina, serve un quarto di ciascun impasto: preparare la piadina e farcirla a crudo, richiudendola a semicerchio con una forchetta e bucherellandola per far uscire l’umidità.
Cuocere in teglia per 4/5 minuti per lato.