Ecco come Gabriel Zuchtriegel farà rivivere Pompei

L’avevamo detto che Gabriel Zuchtriegel è l’uomo dei miracoli . Ora che è diventato il nuovo direttore del Parco Archeologico di Pompei, succedendo a Massimo Osanna, passato a dirigere i Musei del Micbact, lo attende una nuova sfida: continuare l’opera di rinascita e fruibilità di Pompei iniziata dal suo predecessore.

Gabriel Zuchtriegel, classe 1981, ha dalla sua non solo un ottimo curriculum, ma anche l’aver saputo dirigere con competenza, innovazione e maestria la vicina area archeologica di Paestum, di cui era direttore dal 2015. Studi in archeologia classica, Zuchtriegel ha partecipato agli scavi di Pompei sotto Osanna, ma anche a quelli di Selinunte ed Eraclea. Vive a Napoli con la moglie e i due figli e di recente ha aggiunto alla cittadinanza tedesca anche quella italiana.

Pompei con il Vesuvio sullo sfondo

È stato scelto dal neo Ministro della Cultura Dario Franceschini in una rosa di altri 43 candidati per dirigere il Parco Archeologico di Pompei, che in tempi non di Covid viene visitato da 4 milioni di persone all’anno.

Turisti a Pompei

“L’ho scelto perché ha dimostrato di essere bravissimo”, ha detto il ministro Franceschini, “come Massimo Osanna ha rilanciato Pompei riscattandola dalla stagione dei crolli, così Zuchtriegel ha rilanciato magnificamente Paestum, un posto nel quale nel 2014 erano in pochi a scommettere”.

Particolare degli affreschi della Villa dei Misteri a Pompei

Proprio sotto la direzione di Gabriel Zuchtriegel, a Paestum sono aumentati i visitatori e il bilancio è cresciuto in positivo. Ora, il parco è un modello di accoglienza, un posto dove sia si fa ricerca, portando avanti gli scavi archeologici, sia si cura la manutenzione. Una “formula” che sarà esportata anche a Pompei.

Casa romana a Pompei

Nel programma del nuovo direttore ci sono infatti: un progetto di manutenzione preventiva con l’ausilio di droni e sensori, una biblioteca digitale per condividere subito le ricerche secondo un modello di archeologia pubblica, il rilancio dei cosiddetti siti minori, da Stabia a Oplontis a Boscoreale. Ma anche un “patto con il territorio” per riqualificare la “buffer zone”, dove bancarelle, architettura sdrucita e trasporti pubblici inefficienti costituiscono un brutto “biglietto da visita” per chi visita Pompei.

Uno scorcio di Pompei

E per quanto riguarda i nuovi scavi, Gabriel Zuchtriegel ha dichiarato che “Si faranno quando sarà necessario, così come è stato negli ultimi anni”. Tuttavia, almeno per il momento “non sono la priorità. Abbiamo tantissimo materiale sui cui studiare e tanti progetti su cui lavorare”, ha concluso.




Pompei regala ancora meraviglie. Emerge il tesoro della fattucchiera

Pompei non smette mai di stupire e regalare meraviglie. C’è ancora tanto da scoprire “sotto la cenere” come dimostra il recente, stupefacente ritrovamento riportato dall’Ansa.

Dalla Casa del Giardino, nella Regio V, la stessa che ha consentito di post datare la fatale eruzione del Vesuvio dal 24 agosto al 24 ottobre del 79 d.C è emerso un “tesoretto” di ambre, cristalli, ametiste, ma anche scarabei provenienti dall’Oriente, bottoni in osso, bamboline e amuleti dalle forme diverse, contenute in uno scrigno di legno e metallo. Una raccolta di “portafortuna” e di oggetti per propiziare la sorte.

Mistero anche sulla “proprietaria” del piccolo tesoro, che è stato rinvenuto in un locale di servizio, lontano sia dall’atrio della domus, dove gli archeologi hanno trovato i corpi “pietrificati” di dieci persone, sia dalla camera della matrona.

Un altro elemento da indagare è la mancanza di preziosi e monili, tipico delle donne nobili dell’epoca, motivo di orgoglio e vanità, soprattutto nelle occasioni pubbliche.  Secondo il direttore del Parco Archeologico Massimo Ossana si potrebbe trattare, appunto, di oggetti da indossare per occasioni rituali, in qualche modo, quindi, legate alla magia e alla superstizione, non necessariamente di proprietà della padrona di casa ma anche di un altro membro femminile della famiglia o di una schiava dotata di particolari facoltà taumaturgiche.

Gli oggetti contenuti nel piccolo scrigno, infatti, sembrano nascondere un legame “ultraterreno” con la fertilità, la seduzione, ma anche per propiziarsi la sorte in occasione di matrimoni, nascite ed eventi particolari, come dimostra la loro iconografia, che spazia dalle pigne alle spighe, dai falli alle campanelle e perfino un piccolo teschio.

Insomma, sono ancora molti i segreti e i misteri che lo scrigno rinvenuto della Casa del Giardino potranno svelare. Per ora gli oggetti di questa piccola e curiosa collezione sono stati ripuliti e restaurati e l’esame di ogni singolo pezzo sarà portato avanti di pari passo alla composizione della famiglia, allo scopo di individuare la “fattucchiera” a cui apparteneva il prezioso tesoro.

*Foto Ansa




Pompei (ben diretta) torna al suo antico splendore

Doveva essere certamente splendida Pompei, colonia romana alle pendici del Vesuvio, prima che l’eruzione del 79 d.C la cristallizzasse per sempre nella sua immota ed eterna quotidianità e trasformandola, di fatto, in un sito archeologico unico al mondo, visitato ogni anno da milioni di visitatori.

Qualche anno fa, tuttavia, a causa di una catena di errori politici, burocratici, ma anche gli sprechi, l’incuria e l’incompetenza hanno trasformato Pompei nel simbolo di un’Italia “incapace di difendere il proprio patrimonio culturale”, come riportò il New York Times.

La classica “goccia che fece traboccare il vaso”, tra cani randagi che dimoravano tra gli scavi, furti di frammenti e oggetti da rivendere al mercato nero, sfregi e bagarinaggio dei biglietti per aggirare il “numero chiuso” degli accessi, fu il crollo, nel 2010, della Schola Armaturarum, sotto il peso della copertura piana in cemento armato, voluta alla fine della Seconda Guerra Mondiale da Amedeo Maiuri, e attribuito, come si legge nei documenti ufficiali allo ““smottamento di un terrapieno a ridosso della costruzione per effetto delle abbondanti piogge”. In quell’occasione, molti quotidiani e riviste estere, tra cui la prestigiosa Traveller, lanciarono il grido di allarme, invitando a “visitare Pompei prima che crolli”.

Tuttavia, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato, e sta continuando a cambiare. E l’artefice di questo cambiamento positivo ha un nome e un volto: si tratta di Massimo Osanna, archeologo, dal 2014 Soprintendente e dal 2016 Direttore Generale del Parco Archeologico, a cui si è affiancato il lavoro del generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, direttore del progetto “Grande Pompei”.

Grazie al loro lavoro e alla loro competenza, sono riprese le assunzioni di archeologi e architetti e di una cinquantina di operai addetti alla manutenzione ordinaria quotidiana degli edifici e delle domus. A ciò si è aggiunta la scoperta di nuovi affreschi e mosaici e, soprattutto, la riapertura della Schola Armaturarum, che sarà possibile visitare attraverso visite guidate ogni giovedì, dal 3 gennaio 2019. E il numero di visitatori stimati quest’anno, dopo il record negativo di quattro anni fa, quando furono “appena” 2,4 milioni, si aggira attorno ai 3,2 milioni.

La riapertura della Schola

Si tratta della sede di un’associazione militare di rappresentanza, nota anche come “casa dei gladiatori”. È stata riportata per la prima volta alla luce tra il 1915 e il 1916 da Vittorio Spinazzola, tuttavia, la sua storia è molto travagliata. In seguito al bombardamento alleato della fine di agosto del 1943, alla ricostruzione voluta da Amedeo Maiuri e dal crollo del 2010 e le conseguenti lungaggini burocratiche, finalmente, dopo un paziente lavoro di recupero e di minuziosa ricostruzione, sarà di nuovo possibile visitare la schola.

Negli ultimi anni, tuttavia, sono stati tanti i nuovi ritrovamenti che hanno dimostrato come Pompei sia ancora uno scrigno prezioso e un bene da tutelare con tutte le risorse e la professionalità possibile. Tra questi c’è il famoso affresco di Leda e il cigno, riportato alla luce nello scorso mese di novembre e subito diventato protagonista delle cronache mondiali per la grandiosità della scoperta.

A esso di aggiunge il mosaico “Il mito di Orione” e, due anni fa, la scoperta della tomba di Gnaeus Alleius Nigidus Maius, probabilmente il personaggio più importante e ricco di Pompei, come riporta un’iscrizione lunga quattro metri, disposta su sette righe, che celebra la benevolenza dell’uomo nei confronti dei suoi concittadini, elargita tramite donazioni di cibo in occasione di una carestia e l’organizzazione di banchetti luculliani per 6840 ospiti, in occasione del raggiungimento della maggiore età, e giochi degni di quelli romani, con la partecipazione di 416 gladiatori.

Il cavallo del comandante, l’ultimo ritrovamento

A ulteriore dimostrazione di come Pompei nasconda ancora tanti tesori da scoprire, lo scorso mese di dicembre, è venuto alla luce nella stalla di Civita Giuliana, all’interno degli scavi archeologici nella zona nord appena fuori le mura del sito, un cavallo con una ricca bardatura militare.

Già i lavori avevano fatto riemergere dall’oblio del tempo una grande villa suburbana conservata in maniera eccezionale, con i relativi ambienti di servizio e reperti, tra cui anfore, utensili da cucina e un letto di legno. Tra gli ambienti annessi era stata individuata anche la stalla. Qui, durante la prima fase degli scavi, era stata identificata una mangiatoia per gli animali, la sagoma intera di un cavallo e le zampe di un secondo animale.

Ulteriori scavi cominciati nel mese di luglio 2018 hanno consentito di riportare alla luce anche il resto del corpo del secondo animale e un terzo cavallo, che aveva addosso una ricca bardatura militare. In particolare, sul torace sono stati individuati quattro reperti di legno rivestiti con una lamina bronzea a forma di mezzaluna. Sotto il ventre, in prossimità degli arti anteriori, è stato invece ritrovato un altro oggetto in bronzo, formato da tre ganci con rivetti collegati da un anello a un disco.

Alla luce dell’egregio lavoro di questi ultimi anni e dell’impegno di archeologi, architetti, operai manutentori e delle eccezionali scoperte visitare Pompei sarà sempre più un piacere.

INFO: http://pompeiisites.org/