Milano: è Artweek

Milano: è Artweek. A Milano, città unica nota per la sua scena artistica e culturale, una serie di mostre, eventi, performance

 

Milano: è Artweek.

Circa 80 appuntamenti diffusi in tutta la città: il Comune di Milano|Cultura, in collaborazione con miart, anche quest’anno promuove e coordina Milano ArtWeek, il palinsesto diffuso in città che nella settimana dall’11 al 16 aprile propone circa 80 appuntamenti tra mostre, visite guidate, aperture speciali e performance, coinvolgendo istituzioni, fondazioni, soggetti pubblici e privati in un calendario condiviso di iniziative dedicate all’arte moderna e contemporanea.

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 Anche per questa edizione main partner dell’iniziativa è Banca Generali che offre anche la possibilità di visitare gratuitamente il Museo del Novecento nella giornata di sabato 15 aprile. 
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Molte sono le mostre che si inaugurano nei prossimi giorni e che saranno aperte durante la Milano ArtWeek: il 4 aprile al PAC apre la personale dedicata a Yuri Ancarani, affiancata dalla Project Room dedicata a Silvia Giambrone; il MUDEC Museo delle Culture ospita gli scatti di Zanele Muholi; il Castello Sforzesco apre la mostra “SHOWBOAT. Andata e ritorno” di Giovanni Frangi.  

A Palazzo Reale la grande  retrospettiva HELMUT NEWTON. LEGACY

Ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo, e posticipata a causa della pandemia, la mostra, in corso fino al 25 giugno 2023, offre e uno sguardo nuovo sull’unicità, lo stile e il  lato provocatorio del lavoro dell’artista. 

-Helmut-Newton.-Fashion.-Melbourne-1955-©-Helmut-Newton-Foundation
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Prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, l’esposizione,  parte di Milano Art Week, ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi. 
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 Accanto alle immagini iconiche, un corpus di scatti inediti, presentati per la prima volta in Italia, svela aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali.Lungo un percorso articolato in capitoli cronologici, i visitatori possono attraversare tutte le fasi ed evoluzioni della vita e della carriera di Newton, dagli esordi fino agli ultimi anni di produzione.Dal 1956, operando sotto il nome anglicizzato di Helmut Newton, l’artista inizia a collaborare con Vogue Australia, Vogue Inghilterra e con Henry Talbot, nel loro studio comune a Melbourne.
Helmut-Newton.-Rue-Aubriot-Yves-Saint-Laurent-French-Vogue.-Paris-1975-©-Helmut-Newton-Foundation
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 Il fotografo raggiunge il suo stile inimitabile a Parigi negli anni sessanta: con una serie di fotografie sulle opere dello stilista André Courrèges, poi di Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld, cattura lo spirito del tempo, segnato dalla rivoluzione sessuale di fine decennio.Le diverse commissioni da parte di riviste internazionali lo spingono a viaggiare a Venezia, Londra, Milano, Roma, Montréal e Tunisi.Negli anni settanta, uscendo dai canoni della fotografia di moda classica, realizza immagini sempre più provocatorie, stravolgendo set e impiegando modelli e stylist in modo non convenzionale.Le sue modelle appaiono eleganti ed erotiche, anarchiche e giocose.Palazzo Reale, fino al  25 giugno  

Al Mudec “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen”

Il Surrealismo non fu solo uno stile, un movimento artistico, quanto piuttosto un atteggiamento, un modo alternativo di essere e concepire il mondo, un modo di pensare radicalmente nuovo che trasformò le esistenze dei loro membri.

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 È su questo concetto fondamentale che si sviluppano i molteplici temi della nuova mostra che il Mudec ospita a Milano “Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen.”, presentando 180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti, tutti provenienti dalla collezione del museo Boijmans Van Beuningen, uno dei più importanti musei dei Paesi Bassi, in dialogo con alcune opere della Collezione Permanente del Museo delle Culture.Il Museo Boijmans Van Beuningen possiede una collezione di arte surrealista unica e famosa in tutto il mondo, che annovera artisti come Salvador Dalí, Max Ernst, René Magritte e Man Ray; il museo racconta un intero movimento artistico non solo esponendone le opere ma anche approfondendo con focus verticali le tecniche, gli stili, i materiali, riflettendo così i metodi e le idee di lavoro dei surrealisti. Oltre a dipinti, oggetti e opere su carta, la collezione comprende dunque numerosi libri rari, periodici e manifesti di importanti artisti e scrittori surrealisti.
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 La scelta di curare una mostra per il Mudec ha portato a una selezione della collezione, con un focus particolare sull’interesse dei surrealisti per le culture non occidentali. La loro critica alla cultura e alla società occidentale li spinse infatti a cercare modelli alternativi. Questa ricerca li portò a venire a contatto con culture in cui gli artefatti apparivano dotati di una valenza magica e potevano esercitare una certa influenza sulla vita quotidiana. In un certo senso i Surrealisti speravano che anche le loro opere d’arte potessero avere un potere simile.Particolare attenzione viene data all’approfondimento delle tematiche fondamentali su cui si è focalizzata la ricerca surrealista – sogno e realtà, psiche, amore e desiderio, un nuovo modello di bellezza – e attraverso opere di surrealisti meno noti, pubblicazioni e documenti storici, fornisce al pubblico una visione a 360 gradi dell’universo surrealista.L’ampia selezione di capolavori presentati nella mostra racconta al visitatore quali fossero le principali premesse e motivazioni dei surrealisti: utilizzando oggetti trovati, tecniche automatiche o regole simili a giochi, gli artisti tentarono di escludere il razionale, nella speranza di creare uno shock poetico che avrebbe cambiato il mondo.Mudec, fino al 30 luglio 

“Bubble World” : una mostra immersiva a tema bolle

A Lampo Scalo Farini, un percorso multisensoriale e interattivo tra piscine giganti in cui tuffarsi, universi di realtà virtuale, simulatori di volo in mongolfiera, oceani di bolle e palloncini, e molto altro ancora.

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 Milano è l’unica città italiana dove sarà proposta, l’esclusiva mostra immersiva dedicata all’affascinante mondo delle bolle: un viaggio alla scoperta di questo universo, all’interno di un microcosmo sferico dove le bolle sono protagoniste per stimolare tutti i sensi.  
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Bubble World conduce  i visitatori attraverso bubbleverse fantastici e immaginari: una location unica nel suo genere, a Lampo Scalo Farini, con 11 sale a tema bolle che accenderanno la fantasia e permetteranno di scoprire come, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande, l’intero universo sia fatto di… bolle! E ancora, tante attività extra e giochi divertenti lungo tutto il percorso della mostra.
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 Che si tratti di bolle materiali, immateriali, di schiuma o UV, questo universo sensoriale darà ai visitatori la possibilità di vedere il mondo da una prospettiva sorprendentemente diversa e interamente composta di bolle.Lampo Scalo Farini, Via Valtellina 5Bubbleworldexperience.com/milano   

Al Mudec la mostra Muholi

Da 10 anni Muholi (Umlazi, Sud Africa 1972) – una delle voci più interessanti del Visual Activism – è nell’Olimpo dei più celebrati artisti contemporanei, ma il suo lavoro coincide in toto con il suo credo, al punto che Muholi ama definirsi attivista, ancora prima di sentirsi – ed essere – artista. La sua arte indaga instancabilmente temi come razzismo, eurocentrismo, femminismo e politiche sessuali, è in continua trasformazione e i suoi mezzi espressivi sono la scultura, la pittura, l’immagine in movimento.

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 Ma è con la fotografia, e in particolare con la serie di autoritratti – iniziata nel 2012 e ancora in corso – “Somnyama Ngonyama” (Ave, Leonessa Nera) che Muholi riceve il plauso planetario, in un crescendo di mostre nei più prestigiosi musei del mondo.“Muholi, A Visual Activist” è il progetto attraverso cui il Mudec di Milano porta in Italia una selezione – curata da Biba Giacchetti e dall’artista – di oltre 60 immagini, scatti magnetici e di denuncia sociale che spaziano dai primissimi autoritratti realizzati ai più recenti lavori, tratti dal progetto artistico di Muholi, in costante evoluzione. Muholi è oggi ambassador di spicco della comunità LGBTQ+, esponendosi in prima persona.Ogni sua immagine racconta una storia precisa, un riferimento a esperienze personali o una riflessione su un contesto sociale e storico più ampio. Lo sguardo dell’artista commuove, denuncia, inquieta lo spettatore, mentre oggetti di uso comune, ripresi in maniera fortemente simbolica, sono posti in un dialogo serrato con il suo corpo trasfigurandolo, raccontandoci ‘altro’, costringendoci a guardare fisso negli occhi di Muholi, sostenendo il suo sguardo per andare oltre il primo live   




Milano: tempo di grandi mostre

Milano: tempo di grandi mostre.

Mostre imperdibili dedicate agli ori del Perù, a Max Ernst, ad Avedon, al design all’avanguardia

 

 Al MUDEC: Machu Picchu e gli imperi d’oro del Perù.

Al MUDEC  il meraviglioso racconto di una civiltà plurimillenaria attraverso una  grande mostra su 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca.

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Dettagli allegato
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 È un viaggio meraviglioso – dalle origini all’apoteosi dell’Impero inca – quello che il Mudec propone ai visitatori con il grande progetto espositivo “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù. In mostra 3000 anni di civiltà dalle origini agli Inca”.Una mostra che attraverso manufatti plurimillenari, video, ricostruzioni immersive 3D e un allestimento per immagini che rende l’idea di un vero e proprio viaggio nel tempo, traghetterà il pubblico indietro nei millenni, raccontando la storia di un civiltà tanto gloriosa quanto antica e remota e di cui spesso si conosce solo l’ultimo tassello, quello più recente e universalmente reso famoso dal ritrovamento dei resti della grande città sacra di Machu Picchu. 
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 Ma la storia del Perù inizia da molto, molto  lontano.La mostra – che rimarrà aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2023 – è promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata da World Heritage Exhibitions (Cityneon Holdings) e 24 ORE Cultura, in collaborazione con il Governo del Perù e il Ministero della Cultura del Perù, l’Associazione Inkatera, e grazie alla collaborazione con il Museo Larco di Lima, da cui provengono gli oltre 170 manufatti in mostra. 
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 Il progetto attraversa la storia artistica e la biodiversità andina in tutta la sua ampia dimensione geografica e profondità cronologica, per culminare con un viaggio ideale nella città inca di Machu Picchu.La mostra presenta una selezione di più di 170 manufatti di sorprendente bellezza: opere in terracotta dalla grande espressività e perfezione tecnica, ma anche ori, argenti e tessuti. Una parte del percorso è dedicata all’avventuroso viaggio al fianco del mitico eroe della Cultura moche Ai Apaec attraverso il quale il pubblico scoprirà i misteri della cosmologia andina, muovendosi trasversalmente attraverso i tre piani dell’universo: il sopra, il qui e il sotto.
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 “Machu-Picchu e gli Imperi d’oro del Perù” a Milano è l’esclusiva tappa italiana di un tour internazionale.Il Perù dell’età antica, eguagliato solo dall‘Antico Egitto – con cui rivaleggia in longevità – e da Roma per il livello tecnico raggiunto, ha accolto nel suo alveo società potenti e sofisticate, che prosperarono per cinquemila anni su un territorio geografico decisamente vario. Il Perù e la sua storia si estendono dalle fertili coste bagnate dalle acque dell’Oceano Pacifico, attraverso il deserto roccioso, fino al gelido altipiano andino (Altiplano Andino), per poi tuffarsi nell’area tropicale del Bacino del Rio delle Amazzoni.Il libro edito in occasione della mostra “Machu Picchu e gli Imperi d’oro del Perù” è disponibile in vendita presso il bookshop.MUDEC Via Tortona 56, tel. 02/54917 

Milano: tempo di grandi mostre

A Palazzo Reale Max Ernst

Apre a Milano  la prima retrospettiva in Italia dedicata a Max Ernst (1891-1976), pittore, scultore, poeta e teorico dell’arte tedesco, poi naturalizzato americano e francese.La mostra, promossa e prodotta da Comune di Milano-Cultura e da Palazzo Reale con Electa, in collaborazione con Madeinart, è curata da Martina Mazzotta e Jürgen Pech.

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 Oltre 400 sono le opere tra dipinti, sculture, disegni, collages, fotografie, gioielli e libri illustrati provenienti da musei, fondazioni e collezioni private, in Italia e all’estero.Il lungo lavoro di studio e d’indagine compiuto dai curatori ha permesso di includere tra i prestiti, che vantano la presenza di un’ottantina di dipinti, anche opere e documenti che non venivano esposti al pubblico da parecchi decenni.L’immensa vastità di temi e sperimentazioni dell’opera di Ernst si spalma su settant’anni di storia del XX secolo, tra Europa e Stati Uniti, sfuggendo costantemente a una qualsivoglia definizione.Pictor doctus, profondo conoscitore e visionario interprete della storia dell’arte, della filosofia, della scienza e dell’alchimia, Max Ernst viene presentato in questo contesto quale umanista in senso neorinascimentale.Al piano nobile di Palazzo Reale i visitatori potranno immergersi in un avvincente itinerario che ripercorre l’avventurosa parabola creativa dell’artista, segnata dai grandi avvenimenti storici del XX secolo e costellata di amori straordinari, nonché di amicizie illustri.All’ingresso delle sale espositive il pubblico viene subito invitato a cimentarsi con un capolavoro che compie quest’anno un secolo, Oedipus Rex (1922).Le prime due sale, intitolate 1. La rivoluzione copernicana; 2. All’interno della visione, accompagnano la prima parte della biografia di Ernst, Germania: 1891-1921.La seconda parte della biografia – Francia, 1922-1940 – accompagna le due sale successive. Nella numero 3. La casa di Eaubonne, ripropone una ricostruzione, integrata con frammenti originali, della casa affrescata in cui Ernst visse il ménage a trois con Gala e Paul Éluard.Il ruolo centrale dell’amore, dell’amicizia e dell’erotismo nelle sue scelte e nella sua poetica diventa poi protagonista della sala 4. Eros e metamorfosi.
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Ernst Max (1891-1976). Marseille, musÈe Cantini. AM1982-191.
 L’esilio negli Stati Uniti, organizzato grazie al supporto del figlio Jimmy e soprattutto di Peggy Guggenheim, che l’artista sposerà per un breve periodo, introduce alla parte della biografia America, 1941-1952.L’inserimento nella scena internazionale di New York, il grande amore e poi il matrimonio con Dorothea Tanning, il trasferimento a Sedona, in Arizona, nella casa costruita e decorata dagli artisti, introducono alle successive sale: 5. I quattro elementi (foreste/terra, uccelli/aria, mare/acqua, orde/fuoco), 6. Natura e visione, 7. Il piacere di creare forme (Gestaltungslust) – il piacere dell’occhio (Augenlust).Il ritorno in Europa, 1953-1976, prosegue con la sala numero 8., intitolata Memoria e Meraviglia, che raccoglie opere molto importanti dei diversi decenni.Un gran finale, con lo sguardo rivolto alle stelle, è rappresentato dalla sala 9. intitolata Cosmo e crittografie.Opere, libri e cinema introducono alle straordinarie scritture segrete dell’artista, a quelle crittografie che si spingono oltre ai linguaggi codificati e si rivolgono a coloro che sono capaci di svelare i misteri del cosmo.Come in una grande Wunderkammer, e in analogia con l’universo di Max Ernst, la mostra e il volume che l’accompagna sfidano i visitatori a cimentarsi in affascinanti e intriganti giochi di percezione tra stupore e meraviglia.Catalogo ElectaPalazzo Reale, fino al 26.02.2023  

A  Palazzo Reale Richard Avedon  Relationships

Centosei immagini, che raccontano oltre sessant’anni di carriera di uno dei maestri della fotografia del Novecento fino  al 29 gennaio 2023, a Palazzo Reale di Milano celebrano Richard Avedon (1923-2004). 

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La mostra dal titolo Richard Avedon: Relationships  ne ripercorre gli oltre sessant’anni di carriera attraverso 106 immagini provenienti dalla collezione del Center for Creative Photography (CCP) di Tucson (USA) e dalla Richard Avedon Foundation (USA).La mostra promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Skira Editore in collaborazione con il Center for Creative Photography e la Richard Avedon Foundation è curata da Rebecca Senf, responsabile della collezione del Center for Creative Photography e vede come main partner Versace e media partner Vogue Italia. 
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Il catalogo è pubblicato da SKIRA editore.La rassegna consente di approfondire le caratteristiche innovative dell’arte di Avedon che ne hanno fatto uno degli autori più influenti del XX secolo; se da un lato, ha rivoluzionato il modo di fotografare le modelle, trasformandole da soggetti statici ad attrici protagoniste del set, mostrando anche il loro lato umano, dall’altro, i suoi sorprendenti ritratti di celebrità, in bianco e nero e spesso di grande formato, sono capaci di rivelare il lato psicologico più interiore della persona ritratta.Una sezione è dedicata alla collaborazione tra Richard Avedon e Gianni Versace, iniziata con la campagna per la collezione primavera/estate 1980, che decretava l’esordio dello stilista, fino a quella della collezione primavera/estate 1998, la prima firmata da Donatella Versace.Il lavoro di Avedon per Versace è la raffigurazione di come quel rapporto unico che a volte si crea tra designer e fotografo possa produrre immagini destinate a una zona fuori dal tempo, definitivamente al di là del racconto circoscritto cui erano in origine destinate, legato alla stagionalità della moda, per rivoluzionarne invece la narrazione globale. 
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Il percorso espositivo, suddiviso in dieci sezioni – The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists / Musicians and writers / Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace – si costruisce attorno alle due cifre più caratteristiche della sua ricerca: le fotografie di moda e i ritratti.Per quanto riguarda i ritratti, Avedon è noto per il suo particolare stile, sviluppato a partire dal 1969. Fra i tratti salienti del suo approccio è da includere l’uso dello sfondo bianco, che gli consentiva di eliminare i potenziali elementi di distrazione di un dato set fotografico per enfatizzare le qualità della posa, dei gesti e dell’espressione. Ne è un esempio la fotografia del 1981, scelta come immagine guida della mostra, che ritrae Nastassja Kinski, morbidamente distesa sul pavimento e abbracciata da un serpente.RICHARD AVEDON. Relationships, Palazzo Reale, fino al 29 gennaio 2023Catalogo Skira  

Milano: tempo di grandi mostre

Presente Permanente: all’ADI Design Museum l’esposizione della Collezione storica si rinnova

ADI Design Museum mantiene la promessa di vivere nel presente rileggendo attraverso una contemporaneità dialettica il design italiano: novità sostanziali nell’esposizione permanente della Collezione storica del Compasso d’Oro, destinate ai visitatori come agli studiosi

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A poco più di un anno dall’inaugurazione e con l’esperienza di circa trenta mostre temporanee, cambiano i contenuti e l’allestimento.L’originaria distribuzione degli oggetti esposti con cui il museo ha debuttato nel 2021, dove ai prodotti premiati in ciascuna edizione si accompagnava uno spazio di approfondimento particolare, si aggiorna: cambiano i prodotti illustrati negli approfondimenti, i documenti in mostra e il racconto di come l’oggetto è stato ideato e prodotto, sotto la guida di un nuovo team curatoriale (Francesca Balena Arista, Giovanni Comoglio, Maite García Sanchis), un nuovo allestimento di Matteo Vercelloni e una nuova immagine grafica di Andrea Rovatti.A ciò segue il rinnovo fisiologico di tutta la Collezione, che viene quindi riorganizzata, sempre dal curatore Beppe Finessi. 
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Il team curatoriale riassume così il nuovo concept: “Nel riscoprire oggetti emblematici che hanno costruito la storia del design si vuole riconoscere la relazione complessa che hanno ingaggiato con il loro contesto, di risposta ad una richiesta e a diversi stimoli, ma anche di indirizzo per l’evoluzione delle cose a venire, a volte anche di vero e proprio manifesto, andando al di là del loro valore di immediatezza o di testimonianza “archeologica”. I trenta premi selezionati sono di natura diversa l’uno dall’altro ed evocano altrettante questioni aperte, che approfondite oggi svelano il loro straordinario valore come strumenti non solo per interpretare il passato ma anche per affrontare le urgenze del presente”.Nell’insieme la proposta è un nuovo punto di vista sui vincitori del Compasso d’Oro dal 1954 a oggi: un’attualizzazione resa possibile dalla ricchezza di oggetti e documenti conservati nella Collezione storica del Compasso d’Oro (oltre 2.500), una dimostrazione concreta del principio ispiratore del museo: dare al grande pubblico la possibilità di scoprire il design da punti di vista sempre nuovi, come non lo aveva mai visto. Grazie al succedersi delle interpretazioni attuali gli oggetti della storia sono sempre il presente, in permanenza.ADI Design Museum, Piazza Compasso d’Oro 1, Milano 

TAM – Teatro Arcimboldi Milano: “Live in The Lobby”

Prosegue al TAM Teatro Arcimboldi Milano anche per la stagione 2022 “Live in The Lobby”, il progetto dell’Orchestra Filarmonica Italiana che tanto consenso ha avuto nella scorsa stagione.Lo spirito trasversale e multidisciplinare del teatro sposa perfettamente quello di OFI, che affianca l’attività sinfonica e lirica a collaborazioni con i nuovi generi della musica contemporanea, dal rock sinfonico al cantautorato italiano dal progressivo rock d’oltreoceano al jazz.

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 In quest’ottica, TAM ripropone il cartellone degli aperitivi musicali “Live in the Lobby”, gli appuntamenti musicali targati OFI che animeranno l’ampio e accogliente foyer del TAM.Un cartellone che mette in primo piano la creatività, l’originalità e la commistione di generi e di grandi artisti per sette eventi straordinari che vogliono offrire all’ascoltatore un viaggio emozionante e vitale nella musica classica e contemporanea, con una grande attenzione alle proposte jazz.“Live in the Lobby” accoglierà il suo pubblico nel foyer del teatro che verrà allestito come un caffè-concerto con sedute e tavolini. Sarà possibile per chi lo desidera degustare un delizioso aperitivo lasciandosi trascinare dalle note dell’Orchestra Filarmonica Italiana.TAM – Teatro Arcimboldi Milano, Viale dell’Innovazione 20   




Milano: arte, foto, design

 Milano: arte, foto, design. Un carosello scoppiettante di aperture e inaugurazioni   tra grandi sedi espositive e nuovi showoom

  

A Palazzo Reale “Oliviero Toscani. Professione fotografo”

Fino al 25 settembre, la mostra Oliviero Toscani. Professione fotografo, è  la più grande esposizione mai dedicata in Italia al grande fotografo in omaggio ai suoi 80 anni.

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 La mostra – promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia e curata da Nicolas Ballario – propone oltre 800 scatti di Toscani e presenta al pubblico tratti iconici del suo lavoro e opere meno conosciute, raccontando la carriera di un uomo dallo sguardo geniale e provocatorio che negli anni ha influenzato i costumi di diverse generazioni e fatto discutere il mondo sui temi più disparati.Proprio attraverso gli scatti di Toscani, che attraversano 60 anni di storia,  si comprende l’evoluzione della società e del costume italiani,  a cui il fotografo ha contribuito fortemente, con le sue scelte decisamente all’avanguardia.La mostra Oliviero Toscani. Professione fotografo raccoglie varie tipologie di lavori; immagini e campagne pubblicitarie che lo hanno reso noto e riconoscibile in tutto il mondo, anche perché la sua  caratteristica è quella di usare il mezzo pubblicitario senza mostrare il prodotto. 
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E si comprende  come Toscani non sia un pubblicitario che usa la fotografia, ma un artista che sfrutta i canali della pubblicità come mezzo e mai come fine.Giornali, magazine e manifesti per strada hanno segnato la sua storia, entrando a far parte del suo linguaggio in modo significativo.Tra gli 800 scatti in mostra, il famoso manifesto Jesus Jeans ‘Chi mi ama mi segua’, Bacio tra prete e suora del 1992, i Tre Cuori White/Black/Yellow del 1996, No-Anorexia del 2007 e moltissime altre, ma anche le immagini realizzate per la moda e  decine di ritratti di personalità che hanno “cambiato il mondo”.Il catalogo è edito da Skira.   

Milano: arte, foto, design

Gervasoni apre le porte di un nuovo showroom a Milano

Nella città vetrina imprescindibile del mondo del design, il nuovo  spazio Gervasoni di oltre 700 mq in via Spartaco è stato pensato come luogo di incontro tra i professionisti del settore e l’azienda. 

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Oltre al Flagship store di via Durini 7, nasce quindi un luogo non adibito alla vendita in cui designer, architetti, clienti ed amici possano essere supportati in ogni fase della progettazione e della scelta, condensando tutte le collezioni dell’azienda in un unico contesto.E’ un “tesoro nascosto”, una piccola architettura industriale urbana inserita all’interno del tipico contesto abitativo milanese. Lo spazio sovrastato da ampie finestre che favoriscono l’entrata di luce naturale, è definito da una serie di sheed e colonne che scandiscono il volume dell’area per comprendere al meglio la reale disposizione degli arredi. 
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 Il nuovo showroom Gervasoni sarà il luogo in cui si concentrerà la presentazione delle nuove collezioni outdoor  con prodotti di Federica Biasi, Chiara Andreatti, Elena Sanguankeo, Gabriele e Oscar Buratti e Paola Navone. Zone living eleganti e minimali dal sapore contemporaneo, zone dining che invitano alla convivialità, zone notte in cui il benessere notturno viene reinterpretato in chiave contemporanea.  

Il primo Flagship Store milanese di Sofable by Mantellassi

Sofable by Mantellassi, il nuovo brand di divani e poltrone di alto artigianato toscano della storica azienda di arredi di lusso Mantellassi 1926, inaugura il suo primo Flagship Store milanese in  viale Premuda, 19.

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 Un atelier nel cuore di Milano per sperimentare dal vivo la qualità, il design e il comfort dei nuovi arredi proposti.Dagli oltre 90 anni di esperienza nel luxury style della storica azienda di arredi di lusso Mantellassi 1926,  arriva Sofable By MANTELLASSI, new brand di design e produzione di divani e poltrone di alta gamma, realizzati per regalare all’ambiente di casa un’aria di comoda eleganza.La produzione degli arredi Sofable By MANTELLASSI avviene interamente nel sito artigianale di Pistoia, dove i falegnami intagliano il legno, le sarte cuciono i rivestimenti e i tappezzieri modellano il comfort di divani, poltrone, letti e complementi, per arredi total look adatti a tutti gli ambienti. 
Milano arte, foto, design sofable-milano-002
Milano arte, foto, design sofable-milano-002
 La collezione di divani e arredi Sofable By MANTELLASSI  si fonda su una proposta di stile che non scende a compromessi sulla qualità, punta l’attenzione su un’estetica senza tempo e sulla ricerca del massimo comfort per il cliente.Lo Show Room milanese è   un luogo in cui emozionarsi toccando con mano rivestimenti, cuciture, dettagli, e realizzare i propri desideri partendo da un disegno su pianta o da un’idea, per portare a casa l’autenticità e il fascino inconfondibile dell’opera dei maestri artigiani di tradizione toscana, con un enorme valore a prezzo di fabbrica.  

Dada in Taverna presenta la rassegna Entrata Libera

Inizia mercoledì 29 giugno la rassegna di mostre d’arte ospitata da DaDa in Taverna, ex Taverna Moriggi di Milano e oggi ristorante che unisce anima enogastronomica e artistica 

Milano arte, foto, design dada in taverna.j
Milano arte, foto, design dada in taverna.j
 Arte contemporanea ed enogastronomia d’eccellenza si fondono da DaDa in Taverna per la prima edizione di Entrata Libera, la rassegna d’arte accolta negli spazi del ristorante e dedicata agli artisti emergenti del panorama milanese. Il primo appuntamento avrà inizio mercoledì 29 giugno fino al 31 agosto con le opere di Giacomo Feltrinelli: giovanissimo street artist, il suo lavoro si caratterizza fin da subito per una intensa ricerca sui materiali come medium e sulla città come soggetto. 
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 In occasione dell’inaugurazione, a partire dalle ore 18.00 il pubblico potrà quindi visitare l’esposizione e incontrare personalmente l’artista, fermandosi poi da DaDa in Taverna per gustare un aperitivo o per la cena.DaDa è uno spazio eclettico in cui far convivere ogni forma d’arte, dalla cucina alla musica fino alla pittura, come in questo caso. 

Milano: arte, foto, design

NONPAREIL – Come te nessuno mai

A Milano un nuovo salone di hairstyling, una vetrina per giovani artisti e una location per eventi per un’esperienza unica al centro della cittàA Milano c’è un nuovo indirizzo dedicato alla bellezza dei capelli, e non solo: si chiama NONPAREIL-Come te nessuno mai ed è il nuovo salone di hairstyling per chi desidera vivere un’esperienza di bellezza, stile e benessere senza uguali. In uno dei quartieri più vivaci e interessanti di Milano, NONPAREIL è un luogo in cui riscoprire la propria personalità, affidandosi a passione, talento e professionalità, servizi esclusivi e personalizzati in un ambiente dai contorni originali e inconfondibili.NONPAREIL non si trova su strada, non ha vetrine, ma basta scendere qualche gradino per ritrovarsi in uno spazio di 160 metri quadrati caratterizzato da uno stile industrial in cui convivono pezzi vintage insieme ad arredi moderni e contemporanei, articoli unici e ricercati che creano un contesto diverso e senza pari.non pareil 1 NONPAREIL è anche una vetrina per giovani artisti che vogliono esporre le loro opere e che vengono ospitati a rotazione durante i diversi mesi dell’anno. Inoltre, lo spazio è stato ideato per essere flessibile e può essere trasformato per ogni esigenza, prestandosi a diventare una location per eventi, esposizioni, shooting fotografici.Via Caravaggio 21, Milano 




Milano: creatività al potere!

Milano: creatività al potere! In una Milano  effervescente e dinamica, esplosioni creative tra le grandi mostre e le installazioni  design

 

Al Mudec “David Lachapelle. I believe in miracles”

Fino  all’11 settembre al Mudec oltre 90 opere – tra grandi formati, installazioni site-specific e nuove produzioni – provenienti direttamente dallo studio dell’artista,  raccontano  la sua visione di un mondo nuovo e una nuova umanità possibile.

LaChapelle©julehering-041
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 La grande mostra personale “David LaChapelle. I Believe in Miracles”, al MUDEC di Milano prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura, è il risultato di un percorso di ricerca artistica che dura da una vita e che racconta un David LaChapelle inedito e, per certi versi, inaspettato.Dalla sua formazione con Andy Warhol – nella New York degli anni ’80 – e dalla cultura pop, lo sfaccettato vissuto artistico di David LaChapelle è approdato alle gallerie, per culminare poi in una fotografia artistica unica nel suo genere, caratterizzata da un’acuta consapevolezza del tempo in cui viviamo.Partendo dai primi lavori, si apre agli occhi del pubblico milanese in anteprima assoluta per il Museo delle Culture una serie inedita di opere che fanno parte della nuova e visionaria fase di produzione – l’ultima, datata 2022 – risultato finale della potente eredità della sua lunga esperienza artistica e umana.Con questo nuovo progetto, curato da Reiner Opoku e Denis Curti, insieme allo studio LaChapelle, oltre 90 opere  si dipanano in un racconto fluido e ricchissimo di suggestioni.
 LaChapelle©julehering-052

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 “David LaChapelle intraprende questo viaggio verso una dimensione più profonda e spirituale già a partire dagli anni ’80…. mantenendo uno stile riconoscibile, onirico e surreale”.Il percorso espositivo è un viaggio personale intriso di memoria e sentimenti, mentre molte opere presenti in mostra rimandano alle serie più famose dell’artista, tipiche  della cultura pop e molte altre derivano dai soggetti classici della storia dell’arte rivisitati con le caratteristiche estetiche nuove.Catalogo  edito da 24 ORE Cultura.Magna Pars, l’Hotel à Parfum propone, in collaborazione con Mudec Museo delle Culture, una nuova serata della serie Cena e Visita al Museo. Un percorso che inizia alle 20.30 con la cena presso il Ristorante Da Noi In dell’Hotel e prosegue con la visita guidata “a porte chiuse” della mostra I believe in Miracles di David LaChapelle, al vicino Museo MUDEC.16 Giugno 2022 – ore 20.30events@magnapars.it 

Milano: creatività al potere!

A Palazzo Reale “Ruggero Savinio. Opere 1959-2022”

Fino al 4 settembre la mostra Ruggero Savinio. Opere 1959-2022, promossa e prodotta dal Comune di Milano – Cultura, Palazzo Reale e Silvana Editoriale, curata da Luca Pietro Nicoletti, è  allestita nelle stanze dell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale

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Ruggero Savinio (Torino 1934) torna così a Milano con un’esposizione antologica che presenta al pubblico alcune opere in parte inedite, o che non si vedevano da molto tempo, provenienti da collezioni pubbliche e private, ma anche dai depositi del Museo del Novecento, e che ripercorrono per intero la sua vicenda artistica e biografica.L’esposizione, che raduna dipinti, disegni e opere su carta, prende avvio dagli anni di formazione di Savinio avvenuti fra Roma, Parigi e soprattutto Milano: la città è teatro di una delle sue stagioni più intense e tormentate, quando l’artista era in cerca di un luogo dove radicarsi e trovare una propria identità umana ed artistica. 
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Dei tre de Chirico,  Ruggero è sicuramente quello più “pittore”, che pur amando la letteratura e portandone le care e grandi ombre nel proprio immaginario visivo, ha capito che la via, per lui nato negli anni Trenta del Novecento, era di recuperare quel valore retinico della pittura che si disfa sulla tela, che è tutta colore e materia, attraverso cui raggiungere le vette di un’immaginazione arcadica, di panica adesione alla natura.Savinio punta a un “assoluto” pittorico scevro da possibili altre implicazioni, capace di guardare ai maestri del passato con la freschezza di una scoperta declinata al presente.La mostra di Palazzo Reale propone, in cinque sezioni, dipinti, disegni e opere su carta dall’inizio degli anni Sessanta al secondo decennio degli anni Duemila, mettendo in evidenza il rapporto fra ricerca pittorica, cultura letteraria e memoria  autobiografica.Catalogo Silvana Editoriale 

Grand Opening del progetto Toiletpaper Street dreamed with Organics by Red Bull.

Durante la Design Week di Milano, uno degli eventi più memorabili è stata l’inaugurazione di Toiletpaper Street dreamed with Organics by Red Bull, la prima strada interamente trasformata in un’installazione permanente di arte pubblica.

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 TOILETPAPER, il progetto editoriale di sole immagini a firma dell’artista Maurizio Cattelan e del fotografo Pierpaolo Ferrari, in collaborazione con ORGANICS by Red Bull, brand che dalla sua nascita promuove e sostiene ogni espressione di talento naturale, ha invaso infatti via Balzaretti – in zona Città Studi – con il suo immaginario onirico e surreale. Alcune delle grafiche più iconiche del magazine sono diventate così la decorazione dei palazzi che si affacciano sulla via, aggiungendosi alla prima e ormai famosa “casa con i rossetti” che ospita la sede di TOILETPAPER.
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 La grande festa è stata animata da performance surreali: Valentina De Vecchi, soprano dal Teatro alla Scala, si è esibita da un balcone dei palazzi cantando l’Aria della Regina della Notte dal Flauto Magico di Mozart e l’Aria della Bambola Meccanica dall’opera I Racconti di Hoffmann di Jacques Offenbach, Ipanema Show, gruppo di ballerine brasiliane con percussioni, ha portato in strada effervescenti coreografie e ancora una compagnia di danzatori peruviani ha sorpreso il pubblico con balli tradizionali.

Milano: creatività al potere!

Conforama Italia: La bellezza è di casa

Da Conforama Italia, per la Milano Design Week 2022, è nata una speciale collaborazione con il giovane stilista Salvatore Piccione, che si intreccia con la rinnovata partnership con lo chef stellato Giuseppe Ricchebuono. 

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Conforama Italia – società specializzata in mobili, complementi d’arredo e decorazione per la casa – ha presentato la sua nuova collezione tessile firmata dallo stilista Salvatore Piccione in una location esclusiva in via Burlamacchi a Milano. 
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La nuova importante partnership con Salvatore Piccione, giovane designer e stilista siciliano, incoraggiato e sostenuto anche dalla storica direttrice di Vogue Franca Sozzani, ha prodotto tre linee di tessili in Puro Stile Italiano.Con la vitalità della natura, i colori delle origini e la spensieratezza del gioco, Salvatore Piccione interpreta il tema della casa con stile e allegria: la bellezza semplice e universale fa da protagonista alla LINEA NATURA; le tradizioni siciliane di Salvatore vengono raccontate attraverso la LINEA MEDITERRANEO; infine, la famiglia, la gioventù e lo stare insieme, si fanno centrali nella LINEA POP.  

Studio Fuksas con Zambaiti Parati: insieme per  Wallcovering collection 2022

Zambaiti Parati in collaborazione con STUDIO FUKSAS ha presentato la nuova collezione di carte da parati e rivestimenti murali. Cinque proposte in cui si sperimentano colori, grafiche e decori materici, ricchi di dettagli e sfumature, che interpretano le nuove tendenze del vivere contemporaneo.

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 Si passa da Bibi con colori ricchi e profondi, suggestioni labirintiche, linee verticali e orizzontali, a  Summertime dai  colori intensi e materiali naturali, da  Desert Rose ispirata alla rosa nel deserto ad  Iceberg, con giganteschi blocchi di ghiaccio alla deriva nel mare, 
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L’attenzione all’ambiente e alla sua salvaguardia, da sempre caratterizza il lavoro di ricerca portato avanti da Doriana e Massimiliano Fuksas. Fino a Capri con colori pastello e grafismi che richiamano le atmosfere suggestive dell’isola più chic e ambita del Mediterraneo. Risulta perfetta per rinnovare la casa e creare atmosfere uniche e di carattere. Una sferzata di energia.  




Milano: pittura e fotografia

Milano: pittura e fotografia. Il bianco e nero di  Henri Cartier-Bresson e Ferdinando Scianna, i magnifici colori di Chagall e la creatività benefica

 

Il Mudec presenta HENRI CARTIER-BRESSON Cina 1948-49 | 1958

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Fino  al 3 luglio oltre cento stampe originali e una raccolta di documenti e materiali d’archivio raccontano lo storico reportage del grande fotografo francese sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao.«Occhio del secolo»: così viene definito Henri Cartier-Bresson (1908-2004), uno dei più importanti protagonisti culturali del ‘900, considerato il pioniere del fotogiornalismo. 
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 La  mostra al Mudec, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata da Michel Frizot e Ying-Lung Su, è  legata a due reportage cinesi per i quali egli è ricordato come maestro assoluto del cosiddetto «Istante decisivo» in fotografia.Un eccezionale corpus di fotografie e documenti di archivio del fotoreporter francese: oltre 100 stampe originali insieme a pubblicazioni di riviste d’epoca, documenti e lettere provenienti dalla collezione della Fondazione HCB creano un excursus senza precedenti che racconta due momenti-chiave nella storia della Cina: la caduta del Kuomintang (1948-1949) e il “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958). 
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Cartier-Bresson  per primo evidenzia – attraverso l’occhio del suo obiettivo – temi importanti del cambiamento nella storia contemporanea cinese, riuscendo a presentare al mondo occidentale anche aspetti tenuti nascosti dalla propaganda di regime come lo sfruttamento delle risorse umane e l’onnipresenza delle milizie.Tutto nacque quando il 25 novembre 1948 la rivista “Life” commissionò a Henri Cartier-Bresson un reportage sugli “ultimi giorni di Pechino” prima dell’arrivo delle truppe di Mao. Il soggiorno, previsto di due settimane, durerà dieci mesi, principalmente nella zona di Shanghai. 
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CHINA. Beijing. December 1948. Street of antique dealers.
 Il lungo soggiorno di Cartier-Bresson in Cina segna una svolta nella storia del fotogiornalismo: l’agenzia Magnum Photos era stata fondata (con la partecipazione dello stesso Cartier-Bresson) diciotto mesi prima a New York, e il reportage cinese proponeva un nuovo stile, meno legato agli avvenimenti, più poetico e distaccato, attento tanto ai soggetti ritratti quanto all’equilibrio formale della composizione.Poi, nel 1958, in prossimità del decimo anniversario di quel primo reportage, Cartier-Bresson si mette nuovamente in viaggio, stavolta in una situazione del tutto differente: per quattro mesi, obbligatoriamente accompagnato da una guida, percorre migliaia di chilometri in Cina per visitare luoghi selezionati, complessi siderurgici, grandi dighe in costruzione, pozzi petroliferi, paesi rurali “modello” sulle tracce del “Grande balzo in avanti” per documentare gli esiti della RivoluzioneCatalogo edito da 24 ORE Cultura. 

Milano: pittura e fotografia

Mudec  presenta “Marc Chagall. Una storia di due mondi”

Marc Chagall. Una storia di due mondi propone opere dalla collezione dell’Israel Museum di Gerusalemme e racconta il  profondo imprinting culturale del pittore derivato dalla infanzia e giovinezza trascorse nella città ebraica di Vitebsk.

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 Un’esperienza formativa fondamentale per l’evoluzione poetica dell’artista.Fino al 31 luglio 2022, la mostra, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e curata dall’Israel Museum di Gerusalemme, presente al MUDEC,  affronta l’opera di Marc Chagall da un punto di vista nuovo, collocandola nel contesto del suo background culturale.
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 Nato quasi 140 anni fa, Marc Chagall (1887-1985) è oggi uno degli artisti moderni più popolari e amati; la sua opera continua a riscuotere interesse in tutto il mondo. La sua biografia si intreccia con gli eventi cruciali dell’Europa del Novecento: dall’urbanizzazione e dalla secolarizzazione alla Rivoluzione Russa, dalle due guerre mondiali alla migrazione coatta di milioni di persone. I suoi capolavori sono riconosciuti da un pubblico estremamente eterogeneo perché entrati ormai nella memoria collettiva mondiale.
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 Il progetto espositivo è dedicato in particolare ai lavori grafici di Chagall e alla sua attività di illustratore editoriale.La mostra ripercorre alcuni temi fondamentali della vita e della produzione dell’artista: dalle radici nella nativa Vitebsk (oggi Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie, all’incontro con l’amata moglie Bella Rosenfeld, della quale illustrò i libri Burning Lights e First Encounter, dedicati ai ricordi della vita di Bella nella comunità ebraica, pubblicati dopo la morte prematura della donna e di cui in mostra sono esposti i disegni originali.L’editore francese Ambroise Vollard commissionò nel 1923 all’artista una serie di acqueforti dedicate a Le anime morte di Gogol’. Successivamente gli venne commissionata l’edizione illustrata delle Favole di La Fontaine e La Bibbia. Alcuni di questi lavori sono presenti in mostra.Il progetto espositivo mette in relazione queste opere con il contesto culturale da cui nacquero: la lingua, gli usi religiosi e le convenzioni sociali della comunità ebraica yiddish, così come i colori e le forme che Chagall assimilò da bambino ed espresse al meglio da adulto, il rapporto esistente nell’opera di Chagall tra arte e letteratura e tra linguaggio e contenuto.La mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 31 luglio 2022.Il catalogo della mostra “Marc Chagall. Una storia di due mondi” é edito da 24 ORE Cultura.MUDEC Via Tortona 56, Milanoinfo@mudec.it

Milano: pittura e fotografia

Ferdinando Scianna: oltre 200 fotografie nella  grande mostra a Palazzo Reale di Milano

A  Palazzo Reale a Milano è aperta  la grande mostra antologica dedicata a Ferdinando Scianna,  promossa e prodotta da Comune di Milano|Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre e Musei.Con oltre 200 fotografie in bianco e nero stampate in diversi formati, la rassegna attraversa l’intera carriera del grande fotografo siciliano.

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 Come osserva l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi “La fotografia di Ferdinando Scianna attraversa gli istanti di qualunque aspetto della vita umana: guerre e matrimoni, moda e sentimenti, persone e comunità. Il suo occhio fissa per sempre immagini che diventano, nel momento stesso in cui sono scattate, patrimonio della nostra memoria. Un archivio fatto di luci e ombre, che segue tutte le strade del mondo. Palazzo Reale omaggia la sua storia di artista con una mostra lunga cinquant’anni, nella quale ciascuno di noi riconoscerà un pezzo della sua vita, oppure scoprirà universi sconosciuti. In ogni caso, un viaggio-antologia nella bellezza”.Per Ferdinando Scianna, il libro è da sempre la forma prediletta di comunicazione. Da una parte la presenza di testi di grandi scrittori all’interno dei suoi libri fotografici, dall’altra la pubblicazione di riflessioni sulla fotografia e sui fotografi.
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 Del suo lavoro Ferdinando Scianna scrive: “come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio.Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e Marpessa.FERDINANDO SCIANNA. Viaggio Racconto MemoriaFino al  5 giugno 2022Milano, Palazzo RealeCatalogo Marsilio Editoriwww.palazzorealemilano.it  

Milano: pittura e fotografia

Facile sognare: un progetto di Facile Ristrutturare

Facile Ristrutturare in collaborazione con Every Child Is My Child Onlus, presieduta da Anna Foglietta, presenta il progetto di corporate social responsibility rivolto a minori in difficoltà FACILE SOGNARE. 

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 Obiettivo è la ristrutturazione di tre spazi dedicati alla tutela dell’infanzia a Milano, Roma e Napoli, con un impegno dell’azienda di 300.000 euro.Dare la possibilità a bambini e ragazzi di vivere in un contesto accogliente, grazie ad un team di architetti dedicato e al coinvolgimento di tre artisti che immagineranno opere site specific insieme ai minori delle associazioni. 
Milano-pittura-e-fotografia
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Il primo intervento coinvolge la realtà ControVento e vede la partecipazione della designer Elena Salmistraro.La mission di FACILE SOGNARE è quella di aiutare minori in difficoltà temporaneamente allontanati dalle proprie famiglie a causa di dinamiche gravemente conflittuali. Il progetto punta infatti nel 2022 alla completa ristrutturazione di tre spazi dedicati alla tutela dell’infanzia, individuati da Every Child Is My Child Onlus nelle città di Milano, Roma e Napoli, con un impegno complessivo da parte di Facile Ristrutturare di 300.000 euro. 




Mostre a Milano: la cultura riapre e riparte alla grande

Mostre a Milano: nuove aperture e  prosecuzioni tra design, protagoniste al femminile, robot avveniristici, grande fotografia

 Le mostre a Milano, riaperte dopo un lungo periodo,  invitano a godere  l’effervescente atmosfera culturale milanese 

Enzo Mari
Enzo Mari
 

La Triennale, tempio del design italiano

La Triennale, tempio del design italiano, riapre con una importante programmazione di  ampio respiro.In maggio  si annunciano nuove mostre, come la  prima, dal 5 maggio,   “Les Citoyens Uno sguardo di Guillermo Kuitca sulla collezione della Fondation Cartier pour l’art contemporain”.E si potrà vedere anche, perché prorogata fino al 12 settembre, la mostra su Enzo Mari, a cura di Hans Ulrich Obrist con  Francesca Giacomelli: oltre 60 anni di attività di uno dei principali maestri e teorici del design italiano 

tina modotti Donna con bandiera
tina modotti Donna con bandiera

Mostre a Milano

Al Mudec: due grandi novità

Il Mudec inaugura due mostre attesissime: la mostra fotografica dedicata a “Tina Modotti. Donne, Messico e Libertà” (fino al 7 novembre) prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE e il progetto “Robot. The Human Project” (fino al 1° agosto).Tina Modotti  fu una fotografa, attivista e attrice italiana, tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso, simbolo di  donna emancipata e moderna.

mostre a milano tina modotti donna di Tehuantepec
tina modotti donna di Tehuantepec
 Considerata una delle più grandi fotografe dell’inizio del XX secolo, nonché una figura di grande fascino del movimento comunista e della fotografia mondiale. Le fotografie da lei scattate in Messico, dove si trasferì, illustrano la sua militanza politica, umana e politico-sociale.http://www.ticket24ore.it 
mostre a milano Robothespian, 2017, Engineered Arts ltd
Robothespian, 2017, Engineered Arts ltd
“ROBOT. The Human Project racconta la storia della relazione tra essere umano e uomo artificiale, dagli albori fino all’ultimissima esperienza concreta nella lotta al Covid-19. Il fascino di un’avventura attraverso le nuove frontiere della robotica, con forti interazioni tra visitatore e robot che invita a riflettere sulle questioni aperte, dalla biorobotica alla roboetica fino al pensiero artificiale 
Trofeo con Diana cacciatrice
Trofeo con Diana cacciatrice, 1600-1620, gioco potorio di Joachim Friess (circa 1579-1620), argento dorato, ferro e pietra citrina, altezza 33,8 cm, base cm, 24,5×9 cm, inv 297, dopo il restauro del 2013.
 Dai primi congegni meccanici dell’antica Grecia alle macchine di Leonardo, dagli automi che stupivano le corti barocche alle moderne meraviglie della tecnologia, la mostra mette al centro del percorso l’essere umano e il suo rapporto con il robot tra passato, presente e futuro.Il percorso espositivo racconta la storia della relazione tra l’essere umano e il suo doppio artificiale, dai primi automi fino ai cyborg, agli androidi e ai robot emotivi dei giorni nostri.Straordinari appaiono gli sviluppi tecnologici e le frontiere della robotica e della bionica.L’allestimento esalta un approccio immersivo ed esperienziale, pensato anche a misura di bambino. 
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05_Elisabetta-Sirani_Porzia-che-si-ferisce-alla-coscia

Mostre a Milano

A Palazzo Reale di Milano “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ‘500 e ‘600”

Fino al 25 luglio 2021, le opere di Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e di molte altre artiste sono le protagoniste della mostra “Le Signore dell’Arte”. La mostra è  organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia,  con il sostegno di Fondazione Bracco.

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20_Artemisia-Gentileschi_David-con-la-testa-di-Golia
La scoperta di 34 artiste  che tra il ‘500 e il ‘600 hanno saputo portare vitalità e creatività al femminile all’interno del panorama artistico dell’epoca. Il gusto di Ricola, azienda svizzera che dal 1930 produce caramelle e tisane dal gusto inconfondibile grazie all’inimitabile ricetta alle 13 erbe svizzere,  accompagna i visitatori di una mostra tutta al femminile.  
bagatti valsecchi affresco
bagatti valsecchi affresco

Il Museo Bagatti Valsecchi riapre dal 6 maggio

Con la riapertura, i visitatori potranno ammirare uno degli importanti interventi di conservazione portati a termine durante questo periodo: il restauro della decorazione pittorica della Biblioteca, realizzato dallo Studio Carlotta Beccaria & Co grazie al Fondo Monti di Italia Nostra.La decorazione pittorica di questo ambiente si ispira a un importante luogo della Milano rinascimentale: la sala capitolare di Santa Maria della Passione affrescata con un monumentale ciclo pittorico di Ambrogio Bergognone. 

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bagatti valsecchi Bevilacqua_tapezzeria_Credits Ruggero Longoni
L’intera decorazione fu realizzata nel 1887 da Luigi Cavenaghi, apprezzato artista oltre che abile restauratore, specializzato anche nell’imitare l’arte del passato e proprio per questo chiamato dai fratelli Bagatti Valsecchi.Certamente fu per loro impulso che il Cavenaghi sostituì ai busti di religiosi che compaiono nelle lunette degli affreschi cinquecenteschi i motti in latino tratti da autori antichi quali Ovidio, Orazio, Tibullo.Questa “antologia” di citazioni è un motivo ricorrente infatti non solo nella Biblioteca, ma anche in tutte le altre stanze della loro dimora. 

 Per  visitare Milano e scoprire itinerari insoliti:

Mi Guidi porta a itinerari tra le opere d’arte, la storia, le curiosità di Milano.Da tenere presente l’originalissimo trekking urbano Il Cammino dei Monaci il 9 maggio: sulle orme di San Bernardo, da Nosedo all’Abbazia di Chiaravalle. Camminando tra prati, cascine e rogge a “ritmo d’acqua”, attraverso il parco della Vettabbia e il borgo di Chiaravalle, con la Ciribiciaccola, la torre nolare della chiesa abbaziale, a fare da stella polare al  cammino. leggi anchehttps://www.weekendpremium.it/leonardo-a-milano-scegliamo-le-tappe-fondamentali/ 




 Milano: in mostra creatività al femminile

Grandi mostre a Milano celebrano le donne: creatività, potere, fantasia

 Franca dell’Arciprete Scotti Nel mese dedicato alla festa delle  donne, scopriamo due importanti mostre ospiti  di Palazzo Reale di Milano.Sono le mostre “Divine e Avanguardie. Le donne nell’arte russa” e “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra il ‘500 e il ‘600”.  Entrambe sono inserite nel palinsesto ‘I Talenti delle Donne”, promosse e prodotte dal Comune di Milano-Cultura e Palazzo Reale.

“Divine e  Avanguardie. Le donne nell’arte russa”

Sante e zarine, operaie e contadine,  madri di famiglia e artiste all’avanguardia: sono le protagoniste della  mostra “Divine e  Avanguardie. Le donne nell’arte russa” in corso fino al  5 aprile.Sono   90 opere provenienti dal Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.Sono donne protagoniste, sia come soggetto delle opere, che raccontano  la storia e la vita del popolo russo, sia come autrici. Un’epopea al femminile che attraversa epoche e stili artistici: dal  secolo  XIV al  secolo XX, dalle  icone alla pittura a cavalletto, dalla scultura alla grafica, alla raffinata porcellana.Interessante la suddivisione tematica in 8 sezioni: il Cielo, il Trono, la Terra, Verso l’indipendenza, la Famiglia, Madri, il Corpo, le Artiste.Natalja Goncharova è il nome più famoso di questo movimento artistico russo al femminile negli anni Dieci e Venti del Novecento.Catalogo Skirawww.divineavanguardie.it

“Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra il ‘500 e il ‘600”

Incredibili storie di donne talentuose e “moderne”  sono al centro della seconda mostra  “Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra il ‘500 e il ‘600”, esposta fino al 6 giugno. Oltre 150 opere di 34 artiste, tra cui Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola e  Lavinia Fontana, alcune già celebri, altre meno conosciute.Figlie, mogli, sorelle di pittori, o a volte donne di religione: queste  Signore dell’Arte  mostrano  la loro grandiosa abilità compositiva e anche il ruolo rivestito nella società del tempo.

Dunque storie che ci portano indietro nel tempo.

Come  quella di Artemisia Gentileschi, figlia di Orazio, icona di consapevolezza e rivolta,  che rivaleggia con l’arte degli stessi pittori uomini dell’epoca. Della Anguissola sono esposti capolavori assoluti come la Partita a scacchi (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia) e la Pala della Madonna dell’Itria (1578), che è stata oggetto di un importante restauro.Interessante lo stile scelto da queste pittrici, che spesso, pur adottando le canoniche regole compositive e iconografiche, esprimono  guizzi inventivi e tocchi audaci.  Che siano ritratti o composizioni simboliche di frutti e fiori, i soggetti ritratti diventano potenti strumenti di libertà d’espressione.Main sponsor della mostra Fondazione Bracco, da sempre attenta al mondo dell’arte e della scienza, con un forte focus sull’universo femminile.Catalogo Skirawww.lesignoredellarte.it




Milano: la fotografia è donna

Ancora un’occasione di ripartenza per Milano e la sua vitale linfa vitale culturale. Una straordinaria retrospettiva per ricordare Margaret Bourke-White, grande donna e fotografa, la sua visione e la sua vita controcorrente. E in contemporanea la kermesse milanese di fotografia d’autore Photo festival per promuovere la cultura dell’immagine.Franca Dell’Arciprete ScottiA una grande donna, tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo, Palazzo Reale di Milano dedica la mostra “Prima, donna. Margaret Bourke-White” in corso fino al 14 febbraio 2021.

Construction workers and taxi dancers enjoying a night out in bar room in frontier town. LIFE magazine’s first photo essay.

“Prima, donna. Margaret Bourke-White”

Una selezione inedita delle sue immagini più iconiche celebrano la vita e la carriera sbalorditive della Bouke-White, pioniera dell’informazione e della fotografia, con le prime immagini dedicate al mondo dell’industria, i grandi reportage per testate prestigiose come Fortune e Life, le cronache visive del secondo conflitto mondiale, i celebri ritratti di Stalin prima e poi di Gandhi, i reportage dal Sud Africa dell’apartheid e dall’America dei conflitti razziali.

Famous image of African American flood victims lined up to get food and clothing from Red Cross relief station

Dall’archivio Life di New York

Sono oltre 100 immagini, provenienti dall’archivio Life di New York e divise in 11 gruppi tematici che, in una visione cronologica, rintracciano il filo del percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre “storie” fotografiche dense e folgoranti.

Fort Peck Dam, (image used on first LIFE Magazine cover, November 23, 1936)
 Curata da Alessandra Mauro, la mostra è promossa e prodotta da Comune di Milano|Cultura, da Palazzo Reale e da Contrasto, in collaborazione con Life Picture Collection, detentrice dell’archivio storico di LIFE: il catalogo é edito da Contrasto.L’esposizione rientra ne “I talenti delle donne”, un palinsesto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano dedicato all’universo delle donne.www.palazzorealemilano.itformafoto.it/bourkewhitemilano

La 15a edizione di Photofestival

Milano torna regina della fotografia anche con Photofestival, la più importante e ricca rassegna milanese di fotografia d’autore,  che giunge alla quindicesima edizione con rinnovato entusiasmo.Fino al 15 novembre, con il titolo “Scenari, orizzonti, sfide. Il mondo che cambia.”,   140 mostre fotografiche offrono un palinsesto diffuso che abbraccia l’intera Città Metropolitana di Milano e coinvolge diverse località della Lombardia.

“Sguardi a fior di Pelle”

 Da segnalare una importante collettiva, “Sguardi a fior di Pelle”, fino al 25 ottobre al Centro Culturale di Milano, realizzata in collaborazione con l’azienda farmaceutica Giuliani. Nel “Palazzo della fotografia”, Palazzo Castiglioni, fino al 15 ottobre, varie le tematiche affrontate: tra le mostre più interessanti quella di Enrico Camporese “Luoghi Sparsi. Tra realtà e metafisica” 24 immagini tra bianco e nero e colore che offrono agli occhi di chi guarda una panoramica di luoghi: non solo geografici, ma emozionali, architettonici, metaforici.www.milanophotofestival.it

Il partner storico Canon Italia

Canon Italia, partner storico di questa consolidata manifestazione culturale, conferma la propria presenza rinnovando, pur in un periodo così complicato e intenso, il proprio impegno a sostegno della cultura fotografia e al fianco di AIF, Associazione Italiana Foto & Digital Imaging.  Una  iniziativa supportata da Canon è la Mostra di Alessandro Trovati – a cura di Federica Paola Capecchi – dal titolo “Lo Sport in Bianco e Nero” a calendario dal 19 ottobre al 3 novembre presso Palazzo Castiglioni. Le fotografie più significative di Alessandro Trovati si collocano in un progetto in continua evoluzione dove l’intensità, il carattere delle sue foto, la bellezza formale raccontano lo sport, la sua anima.Inquadrature equilibrate, articolate che chiedono all’osservatore di essere attivo in ogni spazio della fotografia. Anche nei coni d’ombra. Dal nuoto all’apnea, dallo sci al ciclismo, dalle Olimpiadi al pattinaggio artistico.www.alessandrotrovati.com

A Forma Meravigli “La prossima immagine”

  Forma Meravigli, un’altra fondamentale sede espositiva  per la fotografia, ospita fino al 18 dicembre “La prossima immagine”  Albumine del Fondo Antonetto e elaborazioni digitali di Bill Armstrong per tornare a vedere il paesaggioIl progetto espositivo prodotto da Contrasto in collaborazione con Fondazione Forma per la Fotografia e Contrasto Galleria  raccoglie e mette a confronto una serie di antiche e pregiate albumine dell’Ottocento, provenienti dal Fondo Antonetto di Fondazione Forma per la Fotografia, con le recenti, insolite, colorate elaborazioni digitali del fotografo americano Bill Armstrong.  Oltre quaranta immagini per tornare a vedere il paesaggio, con una riflessione che parte dall’accuratezza della fotografia storica per arrivare a visioni oniriche e moderne.La storia e il sogno, immagini antiche ed elaborazioni contemporanee: due tipi di rappresentazione tanto lontane nel tempo e diverse nella tecnica, quanto affini nella loro capacità di farci vedere il paesaggio con occhi sempre nuovi.www.formafoto.it




Milano: grandi mostre tra sacro e profano

Franca Dell’Arciprete Scotti Vivacità culturale come sempre nel cuore di Milano.Dove, nel magico breve spazio  tra Palazzo Reale e Piazza della Scala, si concentrano  esposizioni intriganti. A Palazzo Marino, come ogni anno, la mostra di Natale, giunta alla dodicesima edizione, presenta “L’Annunciazione” di Filippino Lippi, fino al 12 gennaio 2020: secondo la volontà del Comune di Milano di valorizzare il patrimonio culturale diffuso nei centri di un “Italia minore”, in realtà ricchissima di tesori straordinari. I due grandi tondi,  uno raffigurante “L’Angelo annunziante”, l’altro “L’Annunziata”.provenienti dalle collezioni civiche di San Gimignano, a cui  appartengono da oltre cinque secoli, furono realizzati nel 1483 e poi arricchiti da due preziose cornici, intagliate, dipinte e dorate. Il soggetto dell’Annunciazione era molto importante per la città di San Gimignano, dove, come a Firenze, la celebrazione della Santissima Annunziata, il 25 marzo, rappresentava il primo giorno dell’anno secondo il calendario fiorentino.Catalogo Civitawww.comune.milano.itmostre@civita.it A Palazzo Reale altri temi e altri mondi.Fino al 23 febbraio, nelle sale dell’Appartamento dei Principi e nelle Sale degli Arazzi la mostra “Van Cleef & Arpels: il Tempo, la Natura, l’Amore” espone 400 gioielli, orologi e oggetti preziosi,  capolavori mozzafiato di alta gioielleria della celebre Maison francese. Per la curatrice, Alba Cappellieri, “il gioiello è sempre in bilico tra eternità ed effimero, tradizione e moda: qui vogliamo dimostrare la capacità di Van Cleef & Arpels di rappresentare pienamente sia il tempo frammentato del XX secolo, che la capacità di incarnare gli eterni valori della bellezza e, allo stesso tempo, il potere effimero della seduzione.”  Fondata nel 1906 in  place Vendôme a Parigi, la Maison  Van Cleef & Arpels nel corso dei decenni diventò un punto di riferimento a livello mondiale: ispirandosi di volta in volta alla natura, alla moda, alla danza o al mondo della fantasia, attingendo a tutti gli stimoli  culturali e sociali del Novecento, le sue creazioni schiudono le porte di un universo di bellezza e di armonia senza tempo.  Nata in un contesto culturale – quello dell’Art Nouveau- che imponeva l’unità delle arti, la Maison con le sue creazioni apri la strada al design moderno.Catalogo  Skirawww.palazzorealemilano.itwww.vancleefarpels.com Palazzo Reale ospita fino al 19 gennaio anche la grande mostra “Letizia Battaglia. Storie di strada”,  una grande retrospettiva con oltre 300 fotografie che riscostruiscono per tappe e temi la straordinaria vita professionale di Letizia Battaglia, citata nel 2017 dal  New York Times come una delle undici donne straordinarie dell’anno.   “Nel 1971, Milano mi ha accolta e dato le opportunità per decidere della mia vita. Avevo 36 anni e qui, non a Palermo, ho cominciato ad essere una fotografa”La grande retrospettiva, che testimonia quarant’anni di vita e società italiana, anticipa il palinsesto “I talenti delle donne”, promosso da Comune di Milano|Cultura, che durante tutto il 2020 proporrà iniziative multidisciplinari dedicate all’universo femminile.

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 Una mostra che mette in luce il coraggio, la creatività, il talento di una donna protagonista della  storia recente: Letizia Battaglia racconta tutta la vita che passa davanti al suo obiettivo, mettendoci di fronte al ritratto di ciò che non conosciamo o a volte, semplicemente, non vogliamo vedere. Ed è un omaggio a Milano, dove trovò quelle condizioni di libertà creativa che le hanno permesso di trasformare in linguaggio fotografico la sua vocazione alla verità, alla critica sociale, alla denuncia costruttiva, come sottolinea l’Assessore Filippo Del Corno.“Storie di strada” si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo costruito su diversi capitoli e tematiche: ritratti di donne, di uomini, di animali, di bimbi, fotografie di città come Palermo, sulla politica, sulla vita, sulla morte e sull’amore.Catalogo Marsilio Editoriwww.mostraletiziabattaglia.it 




A Palazzo Reale: la luce e la trasparenza di Nanda Vigo

 Franca Dell’Arciprete Scotti E’ la prima retrospettiva antologica dedicata a Nanda Vigo, artista e architetto milanese che ha influenzato la scena artistica italiana ed europea degli ultimi cinquant’anni.A Palazzo Reale, fino al 29 settembre, la mostra “Nanda Vigo. Light Project” a cura di Marco Meneguzzo, attraverso  circa ottanta opere – tra progetti, sculture e installazioni –  racconta l’eccezionale percorso di ricerca di una figura di assoluto rilievo nel panorama internazionale, dagli esordi, alla fine degli anni Cinquanta, sino alle esperienze più attuali.In particolare la mostra vuole valorizzare il rapporto dell’artista con la città di Milano dove è  vissuta, e  ha elaborato la propria ricerca.Protagonista del clima culturale milanese degli anni Sessanta, Nanda Vigo (Milano, 1936) inizia a realizzare i suoi Cronotopi dal 1962, in sintonia con lo spirito di ZERO, gruppo transnazionale di artisti tedeschi, olandesi, francesi, belgi, svizzeri e italiani, al quale prese parte.Partecipe delle avanguardie e dei gruppi dei primi anni Sessanta, Nanda Vigo elabora una personale ricerca incentrata sulla luce, la trasparenza, l’immaterialità, che devono costituire l’opera e lo stesso ambiente abitato dall’essere umano, e di cui i “cronotopi” sono la concretizzazione artistica.  Vetri industriali, talvolta illuminati da neon, attraverso i quali la luce penetra e si manifesta allo sguardo, metafora della leggerezza, specchi inclinati e tagliati in modo da riflettere una impensata visione della realtà,  lavori di progettazione di design e di architettura (famosa la sua collaborazione con Gio Ponti per la Casa sotto la foglia, a Malo, del 1965, e la realizzazione del Museo Remo Brindisi a Lido di Spina del 1967).Gli anni Ottanta sono caratterizzati dall’adesione ai concetti del Postmodernismo, mentre la produzione successiva torna alla seducente algidità del neon, delle luci radianti e diffuse, delle forme semplici e dinamiche.In mostra  opere e progetti che abbracciano l’intero arco di produzione dell’artista: fulcro del percorso espositivo è un affascinante ambiente cronotopico, che occupa l’intera stanza degli specchi.Perfetta per esprimere la quintessenza del modo di intendere l’arte di Nanda Vigo:  vivere esperienze trascendenti, andando oltre la materialità del quotidiano.Una  monografia sull’opera di Nanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo, edita da Silvana Editoriale,  raccoglie la più esaustiva antologia critica sull’artista realizzata fino a ora.“Nanda Vigo. Light Project”Fino al 29 settembre 2019Palazzo Reale, primo pianoingresso libero




A Palazzo Reale inizia “Italiana”, una mostra per raccontare l’Italia dal punto di vista della moda

Milano è una città internazionale dalle tante sfaccettature. Negli ultimi anni, il boom del turismo in questa città ha finalmente decretato la sua importanza anche dal punto di vista artistico e culturale, oltre che da quello economico. Ma Milano è tante cose e, tra tutte, è da sempre sinonimo di moda. Quale città, se non Milano, poteva ospitare una mostra sugli anni d’oro del Made Italy?

A Palazzo Reale inizia oggi, giovedì 22 febbraio, “Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001”, un racconto del nostro paese visto dalla moda nel periodo che va dal 1971 al 2001.

Si tratta di un progetto ideato e curato da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi. Racconta la moda italiana in un periodo di incredibile creatività e vivacità, che segna la progressiva affermazione del sistema italiano della moda nella stagione del Made in Italy. La mostra rappresenta anche un’occasione per celebrare i sessant’anni della Camera Nazionale della Moda Italiana e terminerà il 6 maggio 2018.

Il percorso espositivo non procede in maniera cronologica, ma si articola in una serie di temi: Identità, Democrazia, In forma di logo, Diorama, Project Room, Bazar, Postproduzione, Glocal, L’Italia degli oggetti.

Il trentennio protagonista della mostra inizia nel 1971, anno che segna simbolicamente la cesura tra l’alta moda e l’inizio della stagione del prêt-à-porter italiano. È l’anno in cui Walter Albini sceglie Milano per la prima sfilata della linea che porterà la sua firma e in cui in Italia nasce il movimento di liberazione della donna. Il 2001 è invece una data di chiusura che mostra il passaggio fra due secoli ed è il momento in cui la moda italiana si trasforma veramente in un fenomeno globale.

Per la mostra sono stati selezionati una serie di oggetti (di moda, arte, design, fotografia, editoria) estremamente rappresentativi per fissare in modo iconico gli snodi del percorso. In mostra ci saranno artisti tra cui Michelangelo Pistoletto, Maurizio Cattelan, Elisabetta Benassi; i disegnatori del gruppo Valvoline; i fotografi Gian Paolo Barbieri, Giovanni Gastel, Paolo Roversi, Oliviero Toscani, per citarne alcuni. Tra i nomi in mostra poi: Alberta Ferretti, Antonio Marras, Aspesi, Benetton, Blumarine, Bottega Veneta, Bruno Magli, Closed, Diesel, Emporio Armani, Etro, Cesare Fabbri, Dolce & Gabbana, Fendi, Ferragamo, Fila, Fiorucci, Franco Moschino, Fratelli Rossetti, Gianfranco Ferré, Giorgio Armani, Gucci, Mario Valentino, Marni, Max Mara, Missoni, MiuMiu, Moncler, Naj-Oleari, Nanni Strada, Pomellato, Pour Toi, Prada, Roberto Cavalli, Romeo Gigli, Stone Island, Tod’s, Trussardi, Valentino, Versace, Walter Albini, Zegna e tanti altri.

Foto in copertina: Oliviero Toscani per il servizio Unilook, in «L’Uomo Vogue» n.15, dicembre 1971-gennaio 1972. Courtesy Archivio Condé Nast Italia.




“Ho visto un re”, la mostra Alcantara a Milano nell’Appartamento del Principe

Per chi vive a Milano, ma anche per chi viene da fuori e cerca una bella mostra da vedere, da oggi 20 settembre fino al 23 ottobre sarà visibile gratuitamente la mostra “Ho visto un re” a Palazzo Reale voluta da Alcantara, un marchio che vuole portare il design nell’arte. La mostra, con pezzi unici creati usando proprio il materiale Alcantara che si adatta ad ogni cosa, quindi anche all’arte, si trova nell’Appartamento regale del Principe. Il titolo della mostra è preso dalla nota canzone di Enzo Iannacci, con parole di Dario Fo.

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“Ho visto un re” presenta opere realizzate ad hoc da 9 artisti internazionali provenienti da diversi mondi creativi. Un incontro tra arte, teatro, suono e moda che dà vita a un percorso di sperimentazione intorno al materiale Alcantara e al contesto nel quale il progetto avviene. Il percorso espositivo si articola lungo le 10 stanze dell’Appartamento del Principe in cui ogni artista dà vita a una narrazione coerente e condivisa.

Gli artisti sono: Maurizio Anzeri, Arthur Arbesser, Paola Besana, Gentucca Bini, Matthew Herbert, Taisuke Koyama, Francesco Simeti, Adrian Wong & Shane Aspegren.


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Per questi artisti Alcantara è diventata l’ispirazione attraverso cui hanno potuto scrivere un racconto collettivo i cui protagonisti sono quelli del nostro immaginario fiabesco: re, regine, principi e principesse, ranocchi e labirinti, che si muovono attraverso il volo della nostra immaginazione e delle loro storie. Palazzo Reale regala così al pubblico una selezione di opere inedite di grandi dimensioni concepite per le sue sale.

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Come accennato sopra, il titolo “Ho visto un re” mira dritto al cuore di Milano, citando la celebre canzone di Enzo Jannacci. Un brano dal ritmo scanzonato, un’ironica presa di posizione contro l’arroganza dei potenti. Uno spirito, che qui, con l’arte e con le stesse suggestioni fiabesche della canzone, si riappropria di uno spazio che un tempo era destinato a pochi, restituendolo gratuitamente a tutti, con una veste contemporanea.

Per informazioni visitate il sito: www.palazzorealemilano.it oppure www.alcantara.com ; oppure scrivete all’indirizzo e-mail: press@alcantara.com




Milano in mostra – Mucha e il liberty da scoprire

Si apre oggi, 10 dicembre, per continuare fino al 20 marzo 2016 a Palazzo Reale di Milano la mostra Alfons Mucha e le atmosfere Art Nouveau. Promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta e organizzata da Palazzo Reale di Milano, 24 ORE Cultura e Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova, dove si trasferirà da marzo. In collaborazione con la Richard Fuxa Fundation e il Centro di Ricerca Rossana Bissaglia con patrocinio della città di Praga. La mostra è curata da Karel SRP e da Stefania Cretella.

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Il biglietto intero costa 12 euro e comprende l’audioguida gratuita. Per tutte le Info

Un’esposizione pensata per proporre al pubblico un percorso originale capace di ricostruire il gusto elegante, prezioso e sensuale dell’epoca attraverso le creazioni di Alfons Mucha, gli arredi e le opere d’arte decorativa di artisti e manifatture europei attivi nello stesso periodo storico.

Alfons Mucha nasce a Ivančice, nell’odierna Repubblica Ceca, nel 1860. Fin dall’infanzia il suo primo interesse è quello per il disegno. Nel 1889, abbandonato dal suo mecenate, Mucha si trasferì a Parigi dove il lavoro di illustratore rappresentò per lui il punto di svolta, soprattutto grazie alle rappresentazioni dell’attrice Sarah Bernhardt come poco prima aveva fatto l’estroso conte Henri Toulouse-Lautrec attraverso il suo sodalizio con la ballerina Jane Avril.

Mucha aveva cercato ispirazione nelle stampe giapponesi, finendo poi per tornare al modello rinascimentale delle Veneri di Botticelli. Il mix retro del suo stile passò presto di moda, pur segnando una svolta nella storia delle immagini e della pubblicità. Di lì a qualche anno infatti sarebbe radicalmente cambiato il rapporto fra arte e pubblicità.

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I manufatti in mostra provengono da vari collezionisti. 90 delle litografie di Mucha arrivano dalla fondazione praghese Richard Fuxa. Il presidente le ha comprate dall’ex tennista Ivan Lendl, che a sua volta le aveva acquistate dal figlio di mucha, Jirì.

Queste le parole su Mucha da parte della curatrice della mostra Stefania Cretella: “gli anni di gloria di Mucha sono stati gli ultimi dell’inconsapevolezza, in cui l’arte fallisce il compito, che nemmeno si era posta, di interpretare la società, i suoi conflitti, la storia che stava incubando una terribile guerra”.

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Non è un caso che la mostra sull’Art Nouveau di Palazzo Reale conti del sostegno del neonato Centro di Ricerca Rossana Bissaglia, la grande studiosa mancata nel 2013 a cui si deve la scoperta e la rivalutazione del Liberty e Déco nostrani.

Valerio Terraioli, direttore del centro, nonché collaboratore e allievo della Bissaglia, indica un percorso suggestivo per rivivere le atmosfere del liberty italiano. Uno stile che nel nostro paese risulta peculiare e interpretato senza abbandonare del tutto le strutture tradizionali.

Palazzo Castiglioni, Corso Venezia 47. Costruito nel 1903 dall’architetto Giuseppe Sommaruga. Unisce interni liberty fatti di metalli, vetri e stucchi alla monumentalità classica dell’esterno.

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Acquario civico, Viale Gadio. Costruito nel 1906. Unico padiglione conservato del Esposizione celebrativa del Sempione.

Per quanto riguarda le abitazioni impossibile non nominare Casa Galimberti, Via Malpighi 3. Opera di Giovan Battista Bossi. Casa Campanini, via Bellini 11, l’edificio di via Pisacane 12, ispirato a modelli franco-belgi o Casa Ferrario, in via Spadari 13.

La diffusione del nuovo stile prende il via nel primo decennio del ‘900, privilegiando le zone della Stazione, di Corso Magenta e Porta Venezia.

Una chicca è rappresentata dalla Farmacia Santa Teresa di Piazza Baracca che conserva ancora tutti gli arredi originali.

Assolutamente imperdibile il Cimitero Monumentale, ricco di mausolei ad opera di artisti dell’epoca.




La mostra della settimana: Leonardo Da Vinci a Palazzo Reale

Milano in concomitanza con Expo ospita fino al 19 luglio 2015 i capolavori di uno dei massimi geni del Rinascimento: Leonardo Da Vinci. L’esposizione “Leonardo 1452-1519. Il disegno del mondo”, ha aperto i battenti il 15 aprile 2015, giorno del 563esimo anniversario della nascita di Leonardo. La mostra raccoglie oltre 200 lavori da un centinaio di musei e istituzioni da tutto il mondo, che hanno eccezionalmente prestato opere preziose delle loro collezioni, come i 3 dipinti di Leonardo provenienti dal Louvre e i 30 disegni autografi della collezione di Sua Maestà la Regina Elisabetta II.

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Sotto i riflettori anche 7 gioielli pittorici assoluti di Leonardo: il San Gerolamdella Pinacoteca Vaticana, la Madonna Dreyfus della National Gallery of Art di Washington, la Scapiliata della Galleria Nazionale di Parma, il Ritratto di musico dell’Ambrosiana e ben tre capolavori, vere icone, dal Museo del Louvre: la Belle Ferronière, la piccola Annunciazione, il San Giovanni Battista.

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Nel semestre di Expo, Milano rende omaggio a Leonardo anche con le aperture straordinarie del Cenacolo Vinciano: per la prima volta nella sua storia, una significativa estensione dell’orario di ingresso permetterà di accogliere circa il 30% dei visitatori in più, con fasce di visita esclusivamente dedicate alle persone disagiate. Tutte le informazioni su www.cenacolovinciano.org/sito/home.html.