Napoleone e Milano: un rapporto d’amore

Napoleone  e  Milano nelle architetture, nello stile,  nell’arte: i luoghi di un rapporto intensissimo, dall’Arco della Pace alla Pinacoteca di Brera

 

 

Il 5 maggio 2021 tutto il mondo ha ricordato e celebrato il bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte.

E Milano non  può certamente mancare, vista la storia importante che lega Napoleone e Milano.

Infatti Milano è stata  la capitale del  primo Stato unitario che porta il nome di Italia, nato dopo l’arrivo dell’esercito della Francia repubblicana, di cui Napoleone era il giovane generale.

Da quegli anni fino alla Restaurazione, che segue la sconfitta di Napoleone, Milano fu al centro di una vera  rivoluzione politica e culturale.

E  si configurò come un laboratorio di modernità, secondo la sua più tipica vocazione.

Napoleone  e  Milano

I segni di questi anni intensissimi si possono leggere nel territorio.

 

Veduta_dellArco_della_Pace_d_Milano_dal_Parco_Sempione._Architetto_Cagnola
Veduta_dellArco_della_Pace_d_Milano_dal_Parco_Sempione._Architetto_Cagnola

Tanto per cominciare, ricordiamo che  Napoleone Bonaparte, arrivato in città nel  1796, fu incoronato re d’Italia nel Duomo di Milano il 26 maggio del 1805.

Quindi ideò un grandioso  progetto di trasformare a livello  urbanistico ed architettonico la nostra città.

Quali sono i luoghi più rilevanti che mostrano l’impronta del progetto napoleonico?

 

milano arena-civica
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Sicuramente tutta l’area all’interno del Parco Sempione, dall’Arco della Pace alla Loggia Reale della Palazzina Appiani.

Non a caso l’area si conclude proprio con il  Foro Bonaparte dedicato al grande uomo politico.

Si deve all’architetto Luigi Canonica  la costruzione dell’Arco della Pace, che doveva idealmente aprirsi sulla strada del Sempione che portava da Milano a Parigi e dell’Arena civica, che era pensata come un anfiteatro destinato a sfilate militari, corse di bighe e gare sportive.

 

palazzina-appiani Milano
palazzina-appiani Milano

 

E infatti  ancora oggi si conserva la Loggia Napoleonica all’interno della Palazzina Appiani.

La città quindi cambiò il proprio volto tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, ovviamente all’insegna dello stile neoclassico.

E intanto l’arrivo dei francesi e di Napoleone comportava anche il moltiplicarsi della vita sociale,  una nuova moda che veniva  d’oltralpe, una vera e propria frenesia per il teatro, la danza, la musica.

Anche La Scala conobbe straordinari balli  e un mutamento di gusto musicale capitanato da Rossini.

A Palazzo Reale Napoleone fece realizzare una sala del trono appositamente per la sua incoronazione a Re d’Italia nel 1805.

Oggi possiamo ammirare quello che resta delle fastose decorazioni della volta: decorazioni geometriche e vegetali, riquadri in monocromo che raffigurano  vittorie alate,  un grande ottagono al centro in cui si intravvede la figura di Napoleone assiso in trono in veste di Giove.

 

 Installation-of-The-Three-Qattalan-in-Sala-del-Trono-Palazzo-Reale

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Al centro della sala era collocato il trono dorato con baldacchino disegnato dall’architetto imperiale Luigi Canonica, di cui ci resta un disegno preparatorio.

Invece i cinque affreschi dell’Appiani che decoravano la Sala del Trono, l’Apoteosi di Napoleone e le quattro lunette con le virtù, la Forza, la Giustizia, la Temperanza e la Prudenza,  sono conservati nel Museo di Villa Carlotta a Tremezzo.

Ma è soprattutto  a Brera che si avverte l’impronta del progetto napoleonico con il suo forte appoggio alle arti.

L’inaugurazione della Pinacoteca dell’Accademia di Brera nel 1809, fu l’inizio del progetto di creare  a Milano  un “Piccolo Louvre”.

Brera doveva diventare un museo nazionale a imitazione di quello parigino, che avrebbe dovuto raccogliere i frutti del genio artistico italiano.

Il grande nome dell’epoca era Andrea Appiani, che contribuì allo spostamento di moltissime opere d’arte all’interno della Pinacoteca.

Canova_-_Napoleone_Bonaparte_-_Milano_Cortile_del_Palazzo_di_Brera
Canova_-_Napoleone_Bonaparte_-_Milano_Cortile_del_Palazzo_di_Brera

 

E il maggiore scultore neoclassico dell’Ottocento,  Antonio Canova, con cui Napoleone ebbe uno stretto  rapporto professionale, gli dedicò  la statua più famosa. Una copia esatta in bronzo della statua marmorea si trova oggi proprio  al centro del cortile d’onore del palazzo di Brera: Napoleone é idealizzato come un colossale Marte pacificatore, abbigliato  secondo i costumi dell’antica Grecia.

Napoleone  e  Milano  a Brera

La Biblioteca Braidense, dove si conserva l’autografo del Cinque maggio di Alessandro Manzoni, non poteva mancare  all’appuntamento celebrativo dei 200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte.

Si intitola “La Milano di Napoleone: un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821” la mostra di grande spessore culturale che possiamo vedere alla Braidense fino al 10 luglio.

 

Prima-carta-della-minuta-autografa-del-5-maggio-Alessandro-Manzoni
Prima-carta-della-minuta-autografa-del-5-maggio-Alessandro-Manzoni

 

Rarissimi documenti e autografi dell’epoca: autografi di Pietro Verri, la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis e quella dei Sepolcri, un esemplare postillato da Stendhal,  per ammirare infine le stesure autografe del Cinque maggio e i documenti della sua larga diffusione, compresa la traduzione di Goethe.

Arricchiscono il percorso i ritratti di tre protagonisti, in quadri che fanno parte del patrimonio della Braidense: gli oli su tela di Giuseppe Diotti, Ritratto di Napoleone I imperatore (1810); di Filippo Pistrucci, Ritratto di Ugo Foscolo (1822), che riporta sul verso una redazione autografa del sonetto-autoritratto di Foscolo; e quello con Alessandro Manzoni a 20 anni (1805), già attribuito a Maria Cosway.

 

 




All’Isola d’Elba, sulle tracce di Napoleone

Ei  fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;

Così Alessandro Manzoni scrisse di getto “Il 5 maggio”, appena appreso della morte di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio 1821, nell’isola di Sant’Elena, sperduto lembo di terra nell’oceano Atlantico, dove il generale che si fece imperatore era stato condannato all’esilio sei anni prima.

Quest’anno ricorrono esattamente 200 anni da quel giorno. E, se la figura di Napoleone Bonaparte, nato francese e non italiano per appena due mesi, ad Ajaccio, in Corsica, dove i suoi avi si erano trasferiti dalla natia Toscana, è assai controversa, noi ci rifacciamo ancora una volta ai versi del Manzoni, che lo descrisse “due volte nella polvere, due volte sull’altar”, domandandosi se “Fu vera gloria?” e lasciando “Ai posteri l’ardua sentenza”. Intanto, vi proponiamo un itinerario sulle tracce del grande generale all’Isola d’Elba, dove Napoleone Bonaparte arrivò il 3 maggio 1814, e vi soggiornò per appena nove mesi.

Portoferraio, il “quartier generale”

Quando arrivò all’Isola d’Elba, Napoleone Bonaparte venne accolto come Sovrano dell’Isola. In realtà, vi era stato mandato in esilio dopo la sconfitta nella battaglia di Lipsia, in seguito alla quale era stato costretto ad abdicare al trono di Francia. Nonostante la sua breve permanenza, tuttavia, si adoperò per migliorare il sistema viario dell’isola e per recuperare e abbellire i luoghi che egli stesso scelse come dimora.

Veduta di Portoferraio con la Villa dei Mulini, residenza di Napoleone

Possiamo dire che, nei nove mesi in cui l’ex imperatore dimorò all’Elba, stabilì il suo “quartier generale” nella zona di Portoferraio, da dove può partire il vostro weekend sulle “tracce di Napoleone”.

Come residenza principale scelse Villa dei Mulini, così chiamata perché venne fatta costruire dove un tempo si trovavano due mulini a vento, sul promontorio di Portoferraio, posizione strategica che gli consentiva di tenere sotto controllo chi arrivava dal mare. Napoleone progettò personalmente la villa, fece aggiungere il piano superiore e fece ristrutturare un piccolo teatro. Scelse poi di persona gli arredi. Quelli originali sono andati purtroppo perduti, ma quelli che si possono vedere in quello che oggi è il Museo Nazionale sono comunque di epoca napoleonica.

L’interno del Museo Nazionale di Villa dei Mulini

Sempre a Portoferraio, nella località omonima, si trova Villa San Martino, dove Napoleone amava trascorrere brevi periodi di relax. Visitando la villa, si possono oggi ammirare pregiate stampe ottocentesche e arredi d’epoca, oltre a splendide stanze affrescate.

Merita una visita anche la Chiesa della Misericordia, sempre a Portoferraio, dove, ogni anno, proprio il 5 maggio, viene celebrata una messa in onore e ricordo di Napoleone.

Di fianco alla chiesa, poi, si trova il Museo dei Cimeli di Napoleone, che conserva, oltre a testimonianze e documenti, la riproduzione del sarcofago nel quale sono conservati i suoi resti e un calco in bronzo della testa e della mano dell’imperatore.

La maschera funebre di Napoleone al Museo dei Cimeli

Fermatevi per una visita anche al Teatro dei Vigilanti, fatto costruire da Napoleone per gli abitanti dell’Elba, trasformando la vecchia chiesa del Carmine, dove, Covid permettendo, si tiene ancora un ricco cartellone di spettacoli.

Presso il Centro Culturale De Laugier, invece, ha sede la Pinacoteca Foresiana, con una sala interamente dedicata a Napoleone. Ci sono anche alcuni libri che il generale donò all’isola, un suo ritratto nelle vesti di Imperatore e documenti e cimeli d’epoca.

La Pinacoteca Foresiana

Infine, spostandosi alle pendici del Monte Giove, in località Marciana, si trova il santuario della Madonna del Monte, il più antico di tutta l’Elba. Ci si arriva percorrendo uno splendido sentiero immerso nel silenzio dei boschi, che si affaccia a tratti su splendidi scordi panoramici. Al santuario, Napoleone soggiornò per alcuni giorni tra l’agosto e il settembre del 1814.

Il Santuario della Madonna del Monte

Sant’Elena, l’ultima dimora dell’Imperatore

Oltre all’Elba, c’è un’altra isola legata al destino dell’imperatore, e anch’essa legata all’esilio. È la piccola isola di sant’Elena, oggi Territorio Britannico d’Oltremare, un lembo di terra di appena 122 km quadrati situata nell’Oceano Atlantico Centro Meridionale, a circa 1900 km dalle coste dell’Angola.

Ma come ci finì Napoleone? Dopo la sconfitta di Waterloo, egli tentò di raggiungere gli Stati Uniti. Venne però consegnato agli Inglesi, suoi acerrimi nemici, che decisero di confinarlo nel loro possedimento più sperduto del mondo, affinché non potesse più dare fastidio. Dopo due mesi di nave, Napoleone sbarcò a Sant’Elena, il 15 ottobre 1815, insieme al suo valletto, al suo medico personale e alcuni fedelissimi che non vollero abbandonarlo.

Napoleone verso l’esilio a Sant’Elena

Il 10 dicembre 1815 si stabilì a Longwood House, che sarà la sua ultima dimora. La casa era sorvegliata costantemente e l’ex imperatore era guardato a vista e sottoposto a vessazioni da parte del governatore inglese dell’isola, Hudson Lowe. Napoleone si spende sei anni dolo, alle 17.49 del 5 maggio 1821, per un tumore allo stomaco. Fu sepolto per sua volontà nella Vallée du Géranium. Sulla sua tomba fu riportata solo la scritta “Napoleone”.

Longwood House, l’ultima dimora di Napoleone

Nel 1840, il corpo del generale ed ex imperatore venne riportato in Francia su ordine di Luigi Filippo I, in accordo con gli Inglesi, e venne deposto all’ Hotel des Invalides.

Scorcio dell’Isola di Sant’Elena

INFO

www.visitelba.info/

http://sainthelenaisland.info/




NAPOLEONE, IL PICCOLO GRANDE ITALIANO CHE PER DUE MESI NACQUE FRANCESE

di Raffaele d’Argenzio

Dopo i 700 anni di Dante, il grande poeta italiano, è giusto commemorare i duecento anni della scomparsa di Napoleone Bonaparte, il grande genio militare che era italiano ma per soli due mesi fu francese.

Già nel 1768 Genova, cui allora apparteneva la Corsica, aveva concesso alla Francia il diritto di poter occupare quell’isola che pur è così vicina all’Italia, a poche miglia dall’Elba.

La Corsica, più vicina all’Italia che alla Francia

Forse i genovesi lo fecero per risparmiare, dato che tener buona la Corsica gli costava parecchio. Infatti in realtà i Corsi erano ribelli e così fieri della conquistata indipendenza, guidati da Pasquale Paoli, che non aprirono le porte ai francesi, ma anzi li respinsero e solo il 13 giugno 1769, dopo la battaglia di Ponte Nuovo, si potè dire che la Corsica fosse diventata francese.

Sì, il 13 giugno 1769, e dopo due mesi, il 15 agosto, ad Ajaccio nacque Napoleone, figlio di Carlo Buonaparte e Maria Letizia Ramolino.
La famiglia era originaria dalla Toscana, parlava l’italiano e di certo leggeva la Divina Commedia del grande toscano.

Ecco, un filo che unisce questi due grandi uomini: il sangue toscano. Commemoriamoli: Dante 1321, Napoleone 1821.

MILANO E NAPOLEONE: l’Arc de Triomphe e l’Arco della Pace

Una delle più belle strade di Milano è Corso Sempione che porta all’Arco della Pace, il gigantesco arco che fu fatto erigere per onorare la vittoria del Corso nella battaglia di Jena contro i Prussiani.

L’Arco della Pace in Corso Sempione, a Milano

A Napoleone piaceva molto Milano e non c’è dubbio che guardando Corso Sempione e l’Arco della Pace vi par di vedere gli Champs Elysees e l’Arc de Triomphe, voluto dal generale per celebrare la vittoria di Austertlitz.

L’’Arc de Triomphe di Parigi, anch’esso voluto da Napoleone

Passando spesso in Corso Sempione, dato che la redazione di Weekend Premium è a pochi passi (ed anche l’Aquarius, il ristorante dove mi fermo a gustar cotolette) non posso non fantasticare pensando che se la Corsica ribelle fosse rimasta autonoma, ma nell’orbita italiana forse avremmo avuto un Napoleone che avrebbe accelerato la formazione dell’unità d’Italia, con uno stato più forte e meno diviso.

Veduta di Corso Sempione con l’Arco della Pace

Ma la Storia non si fa nè con i forse nè con i se.
Fatto sta che non riesco a non pensare che quell’italiano, che per due mesi nacque francese, era senza dubbio un genio anche se egocentrico, tanto che contribuì ad abbattere la monarchia in nome del popolo per poi diventare egli stesso re e perfino imperatore.

Ritratto di Napoleone Bonaparte imperatore

Pare fosse di bassa statura, un altro esempio di come i piccoli possono diventare Grandi ed è meglio non farli incavolare. Ed io so perché lo dico.

Raffaele d’Argenzio




Corsica, da Ajaccio per i 250 anni della nascita di Napoleone a Calvi, capoluogo della Balagne

Di Edoardo Stucchi

Quest’anno la Corsica festeggia i 250 anni della nascita di Napoleone Bonaparte, che vide la luce ad Ajaccio, il 15 agosto del 1769. E se a Ottobre si terrà un grande convegno di respiro internazionale a Lucca, Ajaccio lo festeggia con un ricco calendario di eventi, che animeranno il centro storico da maggio a novembre.

Gli eventi “napoleonici” da non perdere

Per esempio, tutti i venerdì di maggio e giugno, e da settembre a novembre, presso l’Espace “Jean Schiavo” di Ajaccio l’epopea di Napoleone Bonaparte e di Napoleone III va in scena in uno spettacolo di un’ora, che ricrea l’atmosfera del Primo e del Secondo Impero attraverso musica d’epoca e balli.

I fasti dell’Impero napoleonico rivivono poi in Place Foch tutti i giovedì di luglio e agosto attraverso una suggestiva rievocazione del Cambio della Guardia. Un vero e proprio cerimoniale di 45 minuti con figuranti in costume che proietterà gli spettatori indietro nel tempo.

Il culmine delle celebrazioni sarà il 13, 14 e 15 agosto con le Giornate Napoleoniche, durante le quali sarà reso omaggio non solo a Napoleone Bonaparte, ma anche a tutta la sua famiglia. Dal capostipite, Carlo Maria, che consegnò alla storia non solo un imperatore, ma anche tre re, Giuseppe, Luigi e Gerolamo, una regina, Carolina, un principe, Luciano, una principessa, Elisa e una Granduchessa, Paolina. La famiglia Bonaparte sarà celebrata attraverso un ricco programma di mostre, balli, musiche d’epoca, ricostruzioni e rievocazioni storiche.

Dal 17 al 19 ottobre, poi, attraverso tre diverse passeggiate animate notturne nel cuore della città si potranno incontrare i membri della famiglia Bonaparte, interpretati da attori in costumi d’epoca. Sono previste anche brevi soste per assistere a brevi proiezioni in francese, corso e inglese, che riprendono dialoghi ispirati a testi d’epoca, a lettere private e al Memoriale scritto da Napoleone durante l’esilio a Sant’Elena. La passeggiata termina di fronte a un “mapping” di grandi dimensioni che ricostruisce l’avventura di Napoleone, dagli anni giovanili in Corsica all’ascesa politica.

Infine, dal 27 giugno al 30 settembre, Palazzo Fesch ospita una mostra sui legami della famiglia Bonaparte con l’arte, mentre presso la Maison Bonaparte, dal 5 aprile al 7 luglio, si può visitare l’esposizione sulla storia della famiglia. Per il calendario completo degli eventi si può visitare il sito www.ajaccio-tourisme.com

Da Ajaccio, in circa 2 ore e 40, percorrendo prima la T20 e poi la T30 saliamo verso Calvi.

Da Ajaccio a Calvi, capoluogo della Balagne

Quando mi hanno proposto di andare a Calvi, mi sono sentito un po’ sconcertato perché ho pensato al forte vento che spira da quelle parti, il famoso maestrale tipico di queste zone del Mediterraneo, Sardegna compresa. Tuttavia, quando mi sono tuffato nelle sue acque cristalline, increspate dal vento, ho capito il valore di questo soffio del quale non si può fare a meno. Ecco perché qui, a Calvi, le nuvole non stanno di casa. Sono portate via dal vento che rende il cielo terso e più sopportabile il caldo dell’estate. Ma ciò che più affascina di questa parte della Corsica è il variegato costume vacanziero.

Da una parte gli amanti della natura che preferiscono il campeggio come senso di libertà e di contatto con l’ambiente, muovendosi a piedi, in bicicletta, in motocicletta o con i mezzi pubblici; dall’altra chi preferisce la vita comoda degli alberghi o delle case, con il culto dello shopping fra i vicoli di Calvi capitale della Balagne, regione della Corsica che racchiude in un unico territorio le caratteristiche di tutte le altre: natura, mare, montagna e patrimonio artistico sono ben rappresentati. Una regione da vedere almeno una volta nella vita e se succederà anche a voi come a me non l’abbandonerete più.

Se Ajaccio celebra Napoleone Bonaparte, Calvi reclama invece la nascita di Cristoforo Colombo (1451), che tutti danno nativo di Genova, ma documenti purtroppo non pubblicati, abbinano il genio di questo navigatore alla terra di Calvi, che ne esalta l’immagine sui muri delle case e nei vicoli, con la frase “Civitas semper fidalis” riferendosi alla dominazione genovese della Corsica. Da qui forse la diatriba sulla presunta nascita di Colombo a Calvi.

Balagne, fascino naturale

Nessuna delle isole del Mediterraneo assomiglia alla Corsica e in nessun altro territorio europeo potete trovare, tutte insieme, le tipologie di paesaggi come coste, laghi, fiumi, mari e monti, giardini e campi di agrumi. E se amate i toni più selvaggi di questi luoghi, senza dimenticare le possibilità di divertimento per tutti, grandi e piccini, la regione della Balagne, con Calvi e Ile Rousse, affacciate sul mare di fronte alla Liguria, fa al caso vostro.

Eccovi i motivi per una vacanza da trascorrere a Calvi, capoluogo della Balagne, fra acque cristalline e riserve marine, il verde dei castagneti, il profumo della macchia mediterranea, la freschezza degli alpeggi estivi, i chilometri di sentieri di montagna fra i più belli al mondo.

E come mettere insieme i più bei porti della Liguria, come Portofino e Santa Margherita, con dietro le Dolomiti, farciti di una cultura contadina che vi sa far apprezzare le bellezze naturali in un’atmosfera moderna. Il porto di Calvi è la tappa imperdibile delle imbarcazioni più prestigiose di imprenditori italiani e stranieri, che navigano nel Mediterraneo.

La privacy non ci consente di rivelare i Vip che qui fanno scalo, ma basti pensare che qui gli Agnelli hanno una tenuta e che il paesino di Lumio, arroccato sulla montagna di fronte a Calvi, ha dato i natali all’attrice Letizia Casta.

Calvi, il “Giardino della Corsica”

È la cittadina più a nord ovest della Corsica, sferzata dal vento che rende il suo cielo sempre limpido, ma comunque soprannominata il Giardino della Corsica per le sue colline fertili, le distese di fiori che la circondano e le pinete che degradano fin sulla spiaggia. L’immensa baia, con la sua spiaggia di 5 chilometri, la corona di montagne innevate fino a maggio-giugno, le mura della cittadella che si spingono fino a lambire il mare, il porto con la sua corona di ristoranti e servizi a mare, riserva uno spazio per l’asciugamano di tutti, con luoghi riservati per chi ama la vita comoda.

Ovunque voi risediate, in città o in pineta, potrete scendere al mare a piedi, trovare lo spazio più adatto per voi, i vostri bambini e perché no, anche per il vostro cane, sguazzare in acque limpide mai pericolose e guardare da lontano traghetti, yatch, velieri e motoslitte che sfrecciano a distanza di sicurezza.

Fare il bagno sulla spiaggia di Calvi è come sentirsi protagonisti di un quadro. Da un lato il paese con le sue viuzze strette simili ai carrugi genovesi, sotto l’occhio vigile della cittadella, la fortezza che i calvesi avevano costruito per difendersi dagli attacchi degli incursori, affacciata sul porto che d’estate si riempie di piccole barche e super Yacht di magnati dell’imprenditoria mondiale.

Dall’altra parte del golfo la collina di Lumio, un paesino abbarbicato sul pendio di una montagna che di sera si illumina come un presepe. Alle spalle una corona di montagne che dai 2500 metri degradano a picco sulla costa, con pendii sempre più morbidi a mano a mano che ci si avvicina alla spiaggia dopo una distesa di eucalipti. E voi al centro, a rimirare questo panorama che non ha uguali nel Mediterraneo.

Un viale fiorito vi porta al centro della città, animata dal porticciolo, dai negozi di souvenir e dai ristoranti, che offrono menù per tutte le tasche. E da qui che partono le escursioni in barca verso le mete marine più affascinanti, dalla Riserva di Scandola alla Girolata, raggiungibili soltanto con la barca o dopo una escursione di qualche ora a piedi. Il porto con le case color pastello affacciate sull’acqua e i condomini che sfrecciano dietro più alti nel cielo, ricordano i luoghi famosi della Costa Azzurra.

Tuttavia, sotto sotto si respira anche aria italiana, se si pensa alla conquista dei pisani e poi dei genovesi, che per invogliarsi la benevolenza dei calvesi avevano facilitato il popolo con meno tasse e avvio del commercio. Da qui l’epigrafe che troverete spesso sui muri delle case e dei monumenti “Civitas Calvi semper fidelis”.

Ma il motto non è bastato a mantenere l’indipendenza e la cittadina è poi caduta nelle mani del partito della Corsica indipendente, oggi, dunque francese. Oggi è anche sede dal 1962 della Legione Straniera e non vi sarà difficile incontrare i militari con la tipica divisa d’ordinanza beige e verde, la testa rasata, i caratteristici kefì a punta.

Le spiagge più belle della Balagne

Uno degli aspetti più interessanti di Calvi è che la sua baia e le vicine spiagge fino a Ile Rousse, collegate da un trenino che ogni ora, dalle 9 alle 19, vi porterà negli angoli più belli di questa parte della Corsica, indicati con nomi fantasiosi: dal Pain de sucre, alle spiagge di Lumio, dal porticciolo di Sant’Ambrogio, dall’acqua limpidissima, scelta come sede di un villaggio Mediterranee, alla vivacissima Algajola; dalla caraibica spiaggia di Giuncheddu a quella di Bodri, confinante con l’omonimo campeggio, fino a Ile Rousse.

In auto potete proseguire fino alla baia di Lozari, un arco di spiaggia e mare confinante con la pineta, per vivere il mare in piena natura. E se volete spingervi più oltre non trascurate la spiaggia di Ostriconi, un chilometro di dune, raggiungibile attraverso un sentiero scosceso, ma che vi ripagherà delle fatiche fatte.

Da Calvi e Ile Rousse partono ogni giorno barche per visitare luoghi incantevoli sulla costa occidentale fino a Porto e Ajaccio, oppure per le spiagge caraibiche di Saleccia e Loto nel territorio della caratteristica St. Florence, raggiungibili soltanto dal mare o con mezzi fuoristrada oppure, per gli appassionati, con ore di cammino.

COME ARRIVARE

In traghetto dall’Italia. Corsica Ferries (www.corsica-ferries.it) effettua collegamenti tutto l’anno da Livorno e Savona per Bastia e da Savona per Ile Rousse, oppure da Nizza per tutti i porti della Corsica. Moby Lines (www.moby.it) collega Genova, Livorno e Piombino a Bastia.

DOVE MANGIARE

*Restaurant U Fanale, Route de Porto, Calvi, tel + 33 4 95 65 18 82, Ristorante con una bella sala con vista sulla baia e sul faro della Revellata, offre piatti della cucina tradizionale corsa e pesce. Menù degustazione da 26 e 35 euro. Alla carta da 32 a 65 auro a persona.

*La Signoria, Route La Forét de Bonifato, Calvi, tel + 33 4 95 65 93 00, www.hotel-la-signoria.com Una stella Michelin per questo ristorante ospitato in una dimora d’epoca con arredi del XVII secolo. Il menù è un viaggio gastronomico che mescola sapori tradizionali corsi a raffinatezze continentali e asiatiche. Prezzo medio da 55 a 135 € a persona.

DOVE DORMIRE

*Calvi Hotel***, Ave. Christophe Colomb, Calvi, tel +33 4 95 65 26 79, www.calvi-hotel.com A pochi passi dal centro e dalle spiagge, dispone di 43 camere moderne, alcune con vista sulla spiaggia. Piscina esterna e parcheggio riservato. Doppia da € 75.

*Hotel Le Caravelle***, Route de la Plage, Calvi, tel +33 4 995 65 95 50, www.hotel-la-caravelle.com/ Bella struttura a 5 km dall’aeroporto di Calvi, offre camere con bagno privato, TV satellitare, wi fi e aria condizionata in un contesto verde e tranquillo. A disposizione degli ospiti giardino, bar, parcheggio gratuito, servizio lavanderia e ristorante. Doppia da € 108.

INFO

https://balagne-corsica.com/

www.visit-corsica.com

www.france.fr