Cinque weekend per girare il mondo senza uscire dall’Italia – 2° puntata

È vero, con le nuove misure anti Covid non possiamo più spostarci liberamente tra una regione e l’altra, ma nulla ci vieta di pensare a dove vorremmo trascorrere un weekend o una vacanza quando potremo riprendere a viaggiare. E farlo in Italia vuol dire anche dare una mano agli operatori del turismo, ristoranti, alberghi, che più di tutti stanno soffrendo questa situazione. Nella prima puntata vi abbiamo presentato cinque mete italiane che hanno molto in comune con altrettante all’estero. Questa settimana, ve ne proponiamo altre cinque.

1. A Bolzano come a Salisburgo

Capoluogo del Trentino Alto Adige e della regione autonoma del nord est, il Südtirol, è il più settentrionale d’Italia. Circondata dalle splendide cime delle Dolomiti, con un territorio costellato di castelli, pievi, borghi, Bolzano, o Bozen, dal momento che la città è bilingue (italiano e tedesco), ha un centro storico di rara bellezza, dalle atmosfere mitteleuropee, proprio all’incrocio tra il fiume Isarco e il torrente Talvera.

La Cattedrale di Bolzano

Un ipotetico itinerario parte dalla stazione centrale, risalente al 1859, da cui parte un viale alberato che conduce al cuore del capoluogo. In via Isarco si trova la magnifica Cattedrale (Dom Maria Himmelfahrt), del XV secolo, dove si mescolano sapientemente gli stili romanico e gotico. Accanto si trova la famosa Piazza Walther, dove si tengono i celebri Mercatini di Natale (quest’anno sono stati tuttavia sospesi per l’emergenza sanitaria).

I Mercatini di Natale in Piazza Walther

Tra le strade medievali più caratteristiche c’è via Argentieri, che deve il nome alla Silberhaus, la casa che fa angolo con Piazza del Grano. Il cuore dell’antica città mercantile è via dei Portici, lunga 300 metri, che ospita caratteristici edifici che un tempo ospitavano botteghe e magazzini. Al numero 30 si trova anche l’antico Municipio e il Palazzo Mercantile. Si arriva poi alla bella piazza delle Erbe, dove tutt’oggi si tiene il mercato di frutta, verdura e fiori. Nella piazza spicca la Fontana del Nettuno, annoverata tra le 100 statue più belle d’Italia.

Il mercato di Piazza delle Erbe

Tra le chiese che meritano una visita c’è il complesso monastico di Franziskanerkirche, in via dei Francescani. Accanto c’è il Museo di Scienze Naturali. Andando ancora verso ovest si incontrano la Chiesa del Sacro Cuore e Castel Mareccio, del XII secolo, che domina la collina e veglia sui vigneti.

Castel Mareccio

Stesse atmosfere si respirano nella splendida Salisburgo, protetta dalle sue colline. Basta affacciarsi a uno dei suoi balconi panoramici, la Terrazza Humbold, nei pressi del Museo der Moderne Mönchsberg, che sorge sulla collina che domina la città vecchia, oppure la Reckturm, la torre della fortezza da cui si gode una splendida vista della campagna circostante, oppure dalle pendici del Kapuzinerberg, la seconda collina, da cui si ammira lo spettacolo delle abitazioni che si affacciano sul fiume.

Stesso stupore anche di fronte alle suggestive chiese. Anche Salisburgo ha il suo meraviglioso Duomo, come le torri gemelle e la grande cupola, ma anche la Franziskanerkirche, capolavoro gotico, con il suo coro quattrocentesco e l’altare barocco. Da vedere anche l’abbazia di San Pietro, con il portale di marmo rosso e la cancellata di ferro battuto, e la Kollegienkirche, anch’essa barocca.

La facciata del Duomo di Salisburgo

Tra i musei, da non perdere il Salzburg Museum, che racconta la storia della città, e il vicino Panorama Museum, che custodisce il meraviglioso quando di Johann Michael Sattler che ritrae la Salisburgo del 1829. Ci sono poi le due case di Mozart, il cui volto si trova sui cioccolati e su ogni sorta di gadget: la Mozart Geburtshaus, dove nacque nel 1756; e la Mozart-Wohnhaus, dove visse dal 1773. Nel cimitero di San Sebastian riposano invece il padre Leopold e la moglie Constanze.

Tra gli altri musei da non perdere ci sono il Museum der Moderne, il Museo del giocattolo, la Haus der Nature, dedicato alle scienze naturali, e il percorso del DomQuartier, che collega alcuni dei più interessanti musei, gallerie e monumenti della città.

Il Museum der Moderne

Anche Salisburgo, poi, ha la sua fortezza, è la Hohensalzburg, costruita nel 1077, che domina la città e per secoli residenza dei principi-arcivescovi. Al suo interno si trova l’organo a canne cinquecentesco chiamato il Toro di Salisburgo, che veniva suonato per annunciare l’apertura e la chiusura delle porte.

Panorama sulla Hohensalzburg

2. A Torino come al Cairo

“La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”. Lo diceva anche Jean François Champoillon, a cui si deve il merito di avere tradotto la Stele di Rosetta e, di fatto, i geroglifici, aprendo al resto del mondo la possibilità di conoscere i segreti dell’antico Egitto. Anche senza andare fino al cuore di quell’antica civiltà, possiamo visitare il Museo Egizio di Torino, il secondo per importanza al mondo dopo quello del Cairo e il più antico come collezioni conservate.

L’ingresso del Museo Egizio di Torino

Completamente rinnovato nel 2015, si articola su ben 60 mila metri quadrati, suddivisi in quattro piani, che coincidono con un percorso di visita cronologico a tappe che include: la storia del museo, l’epoca predinastica e il regno antico, la tomba degli ignoti e la tomba di Iti e Neferu, il Medio Regno e il Nuovo Regno, Deir el Medina, la tomba di Kha, la Galleria dei Sarcofagi, la Papiroteca, la Valle delle Regine, l’Epoca Tarda, l’Epoca Tolemaica, l’Epoca Romana e tardoantica, la Gallerie dei Re, il Tempio di Ellesija e la Sala Nubiana.

La Galleria dei Sarcofagi

Il tutto supportato da video guide di ultima generazione, ricostruzioni in 3D, supporti multimediali avveniristici. Il Museo Egizio di Torino è stato inserito dal New York Times tra i 50 musei più belli del mondo.  La sua fondazione risale al 1824, quando Carlo Felice di Savoia acquistò la collezione egizia di Bernardino Drovetti, console di Francia in Egitto, che comprendeva 100 statue, 170 papiri, mummie sarcofagi, amuleti, canopi e statuette di vario tipo. La collezione si arricchì con altre notevoli acquisizioni, nel 1894, da parte del direttore Ernesto Schiapparelli, che aveva partecipato di persona a diverse spedizioni archeologiche in Egitto. Oggi, il museo conta circa 37 mila pezzi ed è uno dei più visitati del mondo.

Mummie e corredi della Tomba di Kha

Se, invece, avete in programma di visitare il Cairo, ritagliatevi una giornata per andare nel suo celebre Museo Egizio, che spicca per le mura rosse. Si trova nella piazza Midan et-Tahrir e, nonostante la sua fama, non è molto grande, ma può vantare nella sua collezione alcuni “pezzi da Novanta”, come il celebre Tesoro di Tutankhamon, le mummie dei faraoni più importanti della storia dell’antico Egitto, oltre ai reperti del periodo Amarniano.

Il percorso di visita si articola su due piani segue un ordine cronologico. A pian terreno si trova la statua di Djoder, il reperto più antico di tutto il museo, risalente al XXVI secolo. Dalla parte opposta spicca una copia della Stele di Rosetta, che consentì a Champoillon di tradurre i geroglifici. L’originale, invece, si trova al British Museum di Londra.

Qui si trovano anche alcune barche funeraria provenienti da Dahshur e un gruppo scultoreo di Amenhotep III con la moglie e le figlie. Si visitano poi le Gallerie dell’Antico Regno, con tre statue di Micerino e altri reperti provenienti da Giza, le Gallerie del Medio Regno, dove spicca una statua del faraone Mentuhotep con la corona rossa, trovata da Carter, lo scopritore della tomba di Tutankamon, a Deir el-Bahari per caso. Splendida la Galleria Amarniana, con un ritratto di Nefertiti e due enormi teste di Ramesse II.

Al secondo piano si trova invece la Galleria delle Mummie, con alcune di epoca tardo romana, ricoperte con i celebri Ritratti del Faiyum.

Mummia ricoperta con il ritratto del defunto (Ritratti del Fayum)

Qui si trova anche il tesoro di Tutankhamon, di ben 1700 pezzi. Il sarcofago e la celebre maschera d’oro del sovrano fanciullo si trovano nella Sala 3.

3. In Salento come alle Maldive

Stesse spiagge bianchissime e stesse acque limpide e cristalline. Il Salento non ha nulla da invidiare alle Maldive. Tanto è vero che il tratto di costa, lungo circa 7 km, compresa tra Torre Pali e Torre Vado, nella provincia di Lecce, viene chiamato “Le Maldive del Salento”. Il nome è stato ispirato a quello di uno stabilimento balneare di Pescoluse, ed è poi stato esteso a tutto questo magnifico tratto di costa che si affaccia sulle acque cristalline del Mar Ionio.

Il mare “maldiviano” di Pescoluse

Per ammirare la bellezza di queste spiagge si parte proprio da Pescoluse, che spicca per la sua distesa di sabbia bianca e fine e per il suo mare turchese. A poca distanza dalla spiaggia si trovano alcune belle grotte carsiche. A Torre Pali, anch’essa caratterizzata da un mare da sogno e da sabbia bianchissima, so trova un’antica torre di avvistamento saracena circondata dal mare. Delizioso anche il centro abitato, per una passeggiata tra il porto turistico e i negozietti. Ad appena due passi si trova l’Isola delle Fanciulle, che prende il nome da un isolotto che si trova davanti alla spiaggia.

Le acque cristalline di Torre Pali

Da non perdere anche le spiagge di Torre Vado, piccolo borgo marinaro di rara bellezza. Al tramonto, recandovi al porticciolo, potrete ammirare i pescatori che preparano le reti per la mattina successiva, in quello che è un vero e proprio rito quotidiano. Altre belle località dal mare “maldiviano” sono Lido Marini, Posto Vecchio di Salve e, più a sud, San Gregorio.

Torre Vado

Tutte le spiagge del Salento ionico, poi, hanno un mare che non ha nulla da invidiare a quello degli atolli. Tra quelle da non perdere ci sono anche Punta Prosciutto, nella frazione di Porto Cesareo, con la sua sabbia argentea e dune alte fino a 8 metri, circondate da una vegetazione selvaggia.

La spiaggia di Punta Prosciutto

Nelle vicinanze di Gallipoli c’è invece Punta della Suina, costeggiata da una rigogliosa pineta, che alterna sabbia candida a zone più rocciose. Nella Riserva Naturale dell’Isola di Sant’Andrea si trova invece la spiaggia di Punta Pizzo, tra le più belle di Gallipoli, che alterna calette isolate e basse scogliere di tufo. Una delle più belle spiagge del Salento è Baia dei Turchi, circondata da una scogliera ricoperta di macchia mediterranea.

Baia dei Turchi

C’è solo l’imbarazzo della scelta per chi vuole visitare le Maldive. L’arcipelago si estende per più di 800 km e conta 26 atolli e più di duemila isole coralline, molte delle quali sono disabitate o di proprietà dei lussuosi resort. Alle Maldive ci si viene non certo per la movida, ma per una vacanza romantica e rilassante.

Tra gli atolli più belli c’è quello di Ari, composto da 50 isole. Le spiagge più belle e le esperienze di immersioni più suggestive si possono fare a Kudafolhudhoo, Maayafushi e Rangali. Nella parte Sud, invece, si trova il sito di Madivaru dove poter incontrare le mante, mentre lo squalo balena, il più grande pesce del mondo, è di casa a Dhidhdhoo Beyru.

Nell’Atollo di Male Sud, composto da 37 isole, ci sono splendide barriere coralline dove fare snorkeling e immersioni. Sull’isola di Maafushi si trovano diverse sistemazioni per tutte le tasche. Cinquanta isole compongono invece l’Atollo di Male Nord, dove si trovano alcune delle spiagge più belle del mondo, molto amate dagli appassionati di surf.

Paesaggi da sogno anche nell’Atollo di Baa, eletto dall’UNESCO Riserva Mondiale della Biosfera nel 2011. Le zone più belle sono quelle tra il versante nord e quello a est, tra cui spicca la meravigliosa Hanifaru Bay. Altri atolli che meritano una visita o un’escursione in barca sono Lhaviyani, dove la spiaggia di Kanuhura è annoverata tra le più belle del mondo e dove si trova la bella isola deserta di Jehunuhura. L’atollo di Shaviyani, invece, è il luogo ideale per osservare la schiusa delle uova di tartaruga.

4. Nella Valle dei Templi di Agrigento come ad Atene

La Valle dei Templi di Agrigento, in Sicilia, è la più vasta area archeologica del mondo e una delle meglio conservate. Ecco perché non ha nulla da invidiare ad Atene e alla sua Acropoli. Anzi, visitarla regale le stesse emozioni e sensazioni di essere in Grecia. Qui, infatti si trovano i grandi templi in stile dorico dell’antica Akragas, e tutta l’area è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1997.

Tra i templi principali troviamo il Tempio di Giunone Lacinia, che sorge a 120 metri di altezza, con le sue 34 colonne, risalente al periodo tra il 150 e il 440 a.C. Il meglio conservato di tutti è invece il Tempio della Concordia, del 430 a.C, con il suo splendido vestibolo in cui venivano conservati i doni e gli ex voto. Da non perdere anche il bel Tempio di Demetra, che spicca per il suo originalissimo stile. Rispetto agli altri, infatti, non ha il colonnato esterno.

Il più grande in assoluto è però il Tempio di Zeus, eretto dopo la battaglia di Himera, dove gli abitanti di Agrigento sconfissero i Cartaginesi. In origine, era lungo ben 113 metri e largo 56 ed era in grado di contenere al suo interno 42 mila persone. Accanto, sorge invece il Santuario dedicato a Demetra e Persefone e, sotto, il meraviglioso Giardino della Kolymbetra, con le sue profumate piante di agrumi, un altro dei tesori italiani gestiti dal FAI.

I giardini di Kolymbetra

Simbolo della Grecia e della civiltà classica, l’Acropoli di Atene  è anch’essa Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Sorge su una collina a 156 metri di altezza e domina la valle di Ilissos. La “città sacra” è stata fatta costruire da Pericle nel V secolo a.C nel luogo dove, fin dal secondo millennio a.C, si concentravano i palazzi nobiliari e i luoghi di culto. Qui si concentrano i quattro grandi capolavori dell’arte classica: Il Partenone, i Propilei, l’Eretteo e il Tempio di Atena Nike.

Veduta notturna dell’Acropoli di Atene

Il Partenone, la cui costruzione risale al 447 a.C, quindi quasi contemporaneo ai monumenti della Valle dei Templi di Agrigento, è il simbolo di tutta la Grecia. Dedicato ad Atena Parthenos, protettrice della città di Atene, è in stile dorico, con un colonnato di 17 colonne sui lati più lunghi e 8 su quelli più corti. Nella parte centrale interna c’è la cella dove un tempio c’era la preziosa statua della dea in oro e avorio, opera di Fidia, il più celebre scultore dell’epoca.

L’accesso all’Acropoli, invece, è costituito dai Propilei, in marmo bianco e pietra grigia. Il corpo centrale presenta sei colonne doriche simili a quelle del Partenone. Nella parte settentrionale si trovano gli ambienti dove un tempo aveva sede una Pinacoteca. Davanti, invece, si trova un piedistallo alto 10 metri, dove un tempo era posta una statua di un carro trainato da quattro cavalli. L’Eretteo, invece, è un tempio a pianta asimmetrica, celebre per le Cariatidi, figure femminili alte sei metri che hanno la funzione di colonne.

Le cariatidi

Sul lato sud ovest dell’Acropoli, vicino ai propilei, si trova invece il Tempio di Atena Nike, il più piccolo di tutta l’area. Su tre lati presenta un fregio scultoreo che raffigura le guerre tra Greci e Persiani sul lato Ovest, mentre su quello a est gli dei dell’Olimpo. In origine, ospitava al suo interno la statua lignea di Atena Nike, la vittoria, ma senza ali, in modo che non potesse mai lasciare la Grecia.

Il tempio di Atena Nike

Ai piedi dell’Acropoli si possono poi ammirare il Teatro di Dioniso, il Teatro di Erode Attico e il Tempio di Atena Poliàs. A circa un chilometro vale una visita anche il Museo dell’Acropoli, inaugurato nel 2009. Vanta una ricca collezione dalla preistoria al periodo tardo antico, disposta su 8 mila metri quadrati di spazio espositivo.

Il Museo dell’Acropoli ad Atene

5. In Sardegna come in Marocco

National Geographic ha inserito la spiaggia di Piscinas, nella Sardegna sud occidentale, tra le più belle del mondo, mentre l’UNESCO l’ha aggiunta ai siti Patrimonio dell’Umanità. Questa meraviglia naturale si trova nel territorio di Arbus, nel tratto di litorale noto come Costa Verde.

Le sue dune sabbiose, scolpite dal Maestrale, ricordano le atmosfere sahariane e si estendono per chilometri anche nell’entroterra. Dalla parte del mare, invece, sono lambite da acque caraibiche. Nella macchia mediterranea che le circonda vivono diverse specie di animali, tra cui l’elusivo cervo sardo, mentre le tartarughe marine sono solite deporre le uova vicino alla riva.

La sabbia di Piscinas è morbida come quella del deserto sahariano

Le dune dall’inconfondibile colore giallo ocra sono una caratteristica di tutta la Costa Verde. Spostandosi da Piscinas verso nord si incontrano quelle di Torre dei Corsari, mentre le Sabbie di Pistis, la parte più settentrionale, vantano due chilometri si spiaggia contornata di ginepri e lentischi.

Le dune di Torre dei Corsari

Paesaggi “sahariani” anche a Scivu, con tre chilometri di dune lambite da acque turchesi che ricordano un’oasi. Camminando sulla spiaggia si sente una curiosa eco. Per questa ragione è chiamata anche “sabbia parlante”. Altri luoghi che meritano una visita sono Marina di Arbus e Capo Pecora.

La spiaggia di Scivu

Mancano la macchia mediterranea e le acque cristalline ma il Sahara marocchino offre una delle esperienze più belle che si possano vivere. Da Marrakech si può partire per un’escursione a Zagora, che spicca per le sue maestose dune sinuose e dalla sabbia impalpabile. La parte più impressionante del Sahara è invece il Deserto di Merzouga. Le dune di Erg Chebbi, a sud di Merzouga raggiungono infatti i 150 metri di altezza.

Le dune di Erg Chebbi