In Molise, tra borghi e sapori autentici

Chi ha detto che il Molise è bello solo in estate? Con l’arrivo della stagione autunnale i colori avvolgono la regione di nuovi toni, rendendola quasi misteriosa grazie ai giochi di luce ed ombre che si innescano percorrendo le vie di cittadine dove poter trovare gli autentici sapori che solo i prodotti di antiche colture sanno dare.

Cittadine antiche come Termoli: qui, tra un gomitolo di vie strette e muri in pietra, il sole gioca a nascondino, illuminando il mare cristallino e il Borgo Antico, celandosi dietro il Castello Svevo e illuminando con i suoi raggi ‘A Rejecelle, fino a gettarsi in Piazza Duomo e perdersi tra i rosoni della Cattedrale di Santa Maria della Purificazione che conserva, nel suo grembo, i resti di San Basso, patrono della città.

Termoli, Castello Svevo

L’aria muta gradualmente mentre ci si sposta dalla costa verso l’entroterra, divenendo più frizzante e sulla pelle si sente il leggero pizzicore del vento fresco, mentre i polmoni si riempiono degli odori tipici della stagione, tra cui spiccano tartufi e castagne di cui questa terra è ricca.

A caccia di tartufi

Regalarsi una giornata indimenticabile, in questa terra unica, è facile: boschi unici, dove l’aria incontaminata è la padrona indiscussa, trekking in compagnia o una bella ciaspolata a Campitello Matese, la raccolta di tartufi e di castagne accompagnati da guide esperte e paesaggi mozzafiato.

UNA REGIONE DI BORGHI FIABESCHI E RISERVE GREEN

Una regione viva composta da 136 comuni che, anche nella stagione autunnale e invernale, è in grado di sorprendere e regalare scorci perfetti dove fotografi professionisti e amatoriali potranno trovare paesaggi fiabeschi e misteriosi da catturare e incorniciare: boschi, montagne, colline e mare tutti racchiusi in questo piccolo, ma ricco territorio che in autunno regala il meglio di sé.

E poi i quattro borghi più belli d’Italia, autentici, genuini e unici: Fornelli, con il suo borgo medievale del X secolo e il suo Castello con le sette torri risalenti al dominio normanno e angioino, Frosolone e il suo Palazzo Baronale che fu sede dei feudatari e le suggestive viuzze del centro storico dalle atmosfere medievali, Oratino il cui Palazzo Giordano e il suo borgo con le Chiese di Santa Maria Assunta e Santa Maria di Loreto si ergono a 795 metri di altezza tra boscaglie e campagne, Sepino con le sue strette viuzze e case antiche dall’aspetto medievale e le ‘porte’ Meridionale, Orientale, di Corte e Borrelli.

Lo splendido borgo di Fornelli

Se siete amanti della natura non potete perdervi la Riserva MAB di Montedimezzo: istituita nel 1977, è una riserva statale situata nel comune di Vastogirardi, Isernia e gestita dal Corpo Forestale di Stato che si estende per circa 300 ettari ed è riconosciuta come parte delle riserve della biosfera che l’Unesco. È un luogo ideale per trascorrere momenti di relax tra il verde, una riserva per amici e famiglia, che fa incontrare i bambini con la natura e gli animali

Il Centro Visite della Riserva MAB Montedimezzo

DA NON PERDERE

CIBI AUTENTICI

CASTAGNE

  • Trattoria Borgo Antico – Civita Superiore di Bojano (Tel. 3356351608) e la sua castagna di Civita famosissima e gustosissima, è piccola, dalla corteccia poco spessa e si confà ad essere preparata in ogni modo (dalla caldarrosta, all’acqua, essiccata). Usata per essere trasformata in farina per pasta fresca, secca. Accompagna secondi di carne e dolci. Ad ottobre alla trattoria Borgo Antico si festeggia la castagna con una festa dall’emblematico nome: Castagnata d’Ottobre che anche quest’anno si terrà l’ultima settimana del mese.
  • Ristorante ImPerfetto – Cantalupo del Sannio (Tel. 0874/1919637). Una sfida quotidiana volta a far conoscere le tipicità e la tradizione culinaria Molisana. Le castagne sono in ogni tipo di menù autunnale.
  • Agriturismo La Castagna – Cercepiccola (Tel. 3331790859). Il nome dice praticamente tutto e nell’esaustività ci propone: liquore alle castagne, tagliatelle con crema castagne, dolce (crostata) e castagnaccio. Marmellata di castagne su formaggi.
  • Agriturismo Guado Cannavina – Capracotta (Tel. 0865/949135) con menu a base di specialità molisane: agnello, cinghiale, caciocavallo, tartufi

TARTUFI

VINI

*Credits foto: Massimo Martusciello, Dimensione Explorer, Sapori di Bosco, Visit Molise




A Termoli arrivano 150 pasticceri speciali

Termoli si prepara a diventare la capitale della Pasticceria. Sono in arrivo, infatti, 150 pasticceri da tutta Italia. E sono pasticceri davvero speciali. Sono i ragazzi diversamente abili degli Istituti Alberghieri d’Italia, che parteciperanno al Primo Concorso Nazionale di Pasticceria per Ragazzi Speciali.

L’appuntamento è per il 25 e 26 maggio, presso l’Ipseoa “Federico di Svevia” di Termoli, dove si svolgerà la manifestazione, promossa dalla Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria, con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione.

L’obiettivo è quello di valorizzare le abilità e le capacità degli allievi “speciali”, con una programmazione differenziata, provenienti dagli Istituti Professionali per l’Enogastronomia e l’Ospitalità alberghiera d’Italia, nella cultura della pasticceria italiana e quella internazionale, promuovendo un interscambio delle metodologie finalizzate alla crescita e al confronto.

I 150 pasticceri dovranno realizzare per il concorso un dolce di alta pasticceria, che dovrà rappresentare la tradizione regionale o la città di provenienza. E le scuole che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa sono tantissime. I compagni, i docenti e le famiglie di questi pasticceri speciali sono stati coinvolti attivamente per la preparazione a un’iniziativa che regalerà davvero a tutti grandi emozioni.

Non solo. Il concorso, infatti, sarà anche un’ottima occasione per promuovere il marketing territoriale, con una ricaduta positiva sul comparto turistico. I 150 pasticceri e i loro accompagnatori, infatti, durante il loro soggiorno potranno conoscere il territorio di Termoli e del Molise, ammirandone le bellezze e le eccellenze storiche, artistiche, architettoniche, ma anche paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche.

 

 




Capracotta, gioiello “green” del Molise

Talmente bello ed ecosostenibile che è oggetto di studio da parte di Università e persino del Cnr. È Capracotta, splendido borgo del Molise, in provincia di Isernia, che vanta un ecosistema naturale di rara bellezza, che include uno degli orti botanici più alti d’Italia, il prestigioso Giardino delle Flora Appenninica, a 1525 metri, ma anche un’aria salubre che gli sono valsi l’appellativo di “Paese del Benessere”. Non solo, grazie a questo microclima così particolare anche la produzione agroalimentare diventa unica. Tra le eccellenze, ci sono i formaggi, fatti ancora con latte crudo.

Il Pecorino di Capracotta

Capracotta, le origini del nome

Sullo stemma civico del borgo campeggia una capra che fugge da una pira. Le origini del toponimo sono le più disparate, ma tutte curiose. Alcuni sostengono che derivi dall’antica usanza dei Longobardi di sacrificare capre, che venivano mangiate dopo averle arrostire. Un’altra leggenda, invece, vuole che un gruppo di nomadi arrivasse in questa zona con l’intenzione di fondare un sito abitativo. Per propiziarsi la sorte, decisero di sacrificare una capra, ma l’animale fuggì sui monti, dove si accasciò stremata.

Vedendolo come un segno del destino, la città fu fondata nel luogo in cui la capra esalò l’ultimo respiro. Altri studi fanno pensare che il nome derivi dal latino castra cocta, cioè un accampamento militare romano circondato da un muro di mattoni. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dall’indoeuropeo cap e kott, ossia “luogo roccioso”.

Le bellezze del borgo

Chi arriva a Capracotta non può mancare una visita al suo bellissimo e ordinatissimo centro storico, ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Una prima tappa d’obbligo è alla Chiesa di Santa Maria Assunta, che si trova tra le vie Carfagna e Roma, caratterizzate da una pavimentazione a mosaico. Ci si arriva salendo la scalinata che porta al piazzale di fronte all’ingresso, dal quale si può ammirare il panorama del borgo.

La chiesa di Santa Maria Assunta

Un’altra bella chiesa di Capracotta è quella intitolata a San Giovanni Battista, con le sue pareti bianche e la facciata su cui spicca il portale e una finestra a mezzaluna. L’altra chiesa del borgo è quella di Sant’Antonio da Padova, di mattoni grigi e con una facciata molto semplice. Appena fuori dalle mura cittadine, invece, si trova il Palazzo Baronale del XVI secolo.

Il Palazzo Baronale

Il Giardino delle Flora Appenninica, sostenibilità ad alta quota

Non solo un borgo da sogno, ancora più bello quando si ammanta di neve e regala paesaggi da cartolina. Capracotta è il secondo paese più alto degli Appennini. Si trova infatti a 1421 metri di altezza e rappresenta un modello di sostenibilità ambientale, di qualità della vita e dei valori della tradizione e dell’accoglienza.

Panorama di Capracotta

Tra i suoi primati, poi, c’è il Giardino delle Flora Appenninica, l’orto botanico più alto d’Italia, che si trova a 1525 metri di altezza. Costituito nel 1963, è un orto botanico naturale in cui vengono conservate e tutelate le specie vegetali della flora autoctona dell’Appennino Centro Meridionale.

Sentieri nel Giardino della Flora appenninica

Proprio grazie al “giardino”, e alle caratteristiche uniche del terreno, qui si sono venuti a creare diversi habitat naturali, da quello palustre a quello rupicolo, dalle faggete alle arbustete. Il Giardino, poi, è impegnato in diversi progetti di ricerca e di conservazione della biodiversità.

Ingresso del Giardino della Flora Appenninica in inverno

La sua fruibilità, poi, è caratterizzata da iniziative di educazione ambientale, turismo naturalistico, percorsi didattici, visite guidate, incontri di divulgazione scientifica e potenziamento della ricettività.

Escursione nel Giardino delle Flora Appenninica

Infine, Capracotta è anche un importante centro del turismo invernale, grazie agli impianti sciistici e un ambiente che sembra “baciato” dalla neve naturale. Basti pensare che, nel marzo 2015, il borgo ha fatto registrare il record mondiale per la quantità di neve caduta in 24 ore, ben 2 metri e mezzo, superando di 60 cm il record precedente, risalente agli anni Venti, di una cittadina degli Stati Uniti.

Il progetto

Dalla collaborazione tra il Comune di Capracotta, l’Università del Molise, IPCB (CNR) e GAL Alto Molise è nato il progetto “L’Altissimo Molise come modello di laboratorio di sostenibilità ambientale e qualità della vita”.

Tra gli obiettivi c’è la ricerca e il monitoraggio di alcuni fattori contaminanti sia nell’ambiente che nei prodotti agro-zootecnici, al fine di attestarne la qualità e la sicurezza, partendo dalla qualità dell’aria. Le attività di ricerca prevedono anche un’attenta divulgazione dei risultati, azioni di sensibilizzazione della popolazione residente e dei produttori alle tematiche ambientali, all’ecosostenibilità delle produzioni e alla loro valorizzazione.

INFO

www.capracotta.com

www.giardinocapracotta.unimol.it




Weekend gourmet in Molise: piatti della tradizione, ristoranti top, delizie a tavola e… le acide zitelle

Alla scoperta del Molise, una terra incontaminata, ricca di storia e cultura. Vi aspettano monti, colline, vallate, castelli immersi nel verde, storici borghi anticamente abitati dai Sanniti e dai Romani e vedute spettacolari dove le alture si stagliano contro il cielo.

Il mare vi riserva una costa selvaggia e naturale, ideale per una vacanza attiva, per  praticare sport acquatici. Un litorale tutto da scoprire, dalla spiaggia di Campomarino ai borghi di pescatori, dal porto di Termoli alle dune di Petacciato Marina.
Per non parlare delle delizie a tavola…

La cucina tipica molisana offre piatti della tradizione, da quella contadina a quella marinara.

Acqua sale, fette di pane bagnate in acqua salata e condite con pomodori, aglio, origano, olio extravergine, la pizza e minestra: preparazione rustica che sposa le verdure lessate alla focaccia, i cavatelli, piccoli cilidri di pasta fresca ottenuti con un esperto lavoro di polpastrelli, il pan cotto: antico piatto “povero” che riutilzzava il pane raffermo in una zuppa di verdure arricchita (se il portafoglio lo permetteva) da fettine di guanciale.

Triglie alla ‘ngorda e Acqua e sale

Spunta anche il pesce nel tipico piatto triglie alla ‘ngorda farcite con pane raffermo, formaggio grattugiato, aglio  e prezzemolo e poi cotto in forno e il timballo di baccalà con mollica di pane, pomodorini, olive, uvetta e pinoli. La natalizia zuppa alla santè, un piatto storico nato ad Agnone come omaggio alla regina Giovanna II di Napoli, cucinato con brodo di gallina, carne a pezzettini, polpettine di vitello, scarola e uovo sodo tritato.

La zuppa a la santè

Tra le carni troviamo tanto agnello di cui vengono utilizzati anche gli intestini, avvolti intorno a un ripieno di fegato e trippa, formando così i torcinelli, mentre nella pizzata,  viene farcito con olive, capperi, acciughe, peperoni sotto aceto, formaggio grattugiato e poi cotto nel vino bianco.
Del maiale non si butta via niente, nemmeno il fegato alla rezza, rivestito per l’occasione da foglie di alloro e cotto racchiuso in una rete di maiale, mentre il capofreddo  è un insaccato fatto con gli scarti, come lingua, cotenna e zampe.

il caoofreddo

Eccellenze casearie

Eccoci a Campochiaro, un paesello ricco delle acque sorgive del Matese, terra di pastorizia attraversata da un’antica via della transumanza, la migrazione stagionale delle greggi e dei pastori.  Qui il caseificio Bella Molisana  produce squisite mozzarelle e le famose  scamorze appassite.

Andiamo nel Sannio, dove troviamo il caprino di Montefalcone, formaggio dall’aspetto duro e rugoso, ma dal cuore morbido, morbido, mentre a Agnone, Capracotta e Vastogirardi, impera  il  caciocavallo  apprezzato fin dai tempi della Magna Grecia.

Dalle acque sorgive del Matese si produce la squisita moxzzarella della Bella Molisana

Le verdure

La cipolla di Isernia dalla forma schiacciata e il bulbo bianco, può arrivare a pesare fra i 200 e i 300 grammi. Dolce e tenera, viene spesso consumata con del pane o nella frittata cipollata.  I fagioli di Riccia fanno parte di diverse ricette locali, tra cui fasciuole ‘nzuccarate, con cotiche di maiale, olio, aglio,alloro, sedano e prezzemolo.
Due unicità: il fungo d’abete che cresce ai piedi degli abeti, ha una consistenza carnosa, un colore rosso-arancio, un tipico odore di frutta e il mais agostinello, in dialetto grandinije,  utilizzato per il parrozzo, un dolce fatto con farina di mais, patate e cioccolato.

i fagioli di Riccia e lo squisito parrozzo

Centofoglie
Nel comune di Venafro spuntano le centofoglie, una specie di indivia, ricca di potassio, dalle spiccate proprietà depurative e diuretiche. I pomodorini gialli, chiamati pmdor d’viern da append, cioè pomodori invernali da appendere.  Le loro piante sono alte fino a due metri e tendono a piegarsi, per questo motivo, prima dell’inverno,  il contadino le infila a una corda e forma dei grappoli da appendere.


Nome buffo per la mela zitella, tipica delle colline dove il clima è asciutto e ventilato.
Ha un colore giallo ocra, sfumature rosa e una gustosità dolce ma anche piuttosto acida… forse per questo la chiamano “zitella”?

I ristoranti del Molise

Quelli che piacciono alla Guida Michelin…

Svevia, l’Opera,  Termoli, Federico II, Termoli
Le Terre del Sacramento, Gualdalfiera
Miseria e Nobiltà, Aciniello, Campobasso
Ribo, Guglionesi

Quelli che piacciono a noi…
Grotta Concetta, Peccati di Bacco, Nonna Rosa, Cannavina, Campobasso
Locanda Mammì, Agnone
Agnone la  Morillo  2.0 Termoli

A tavola! Prelibatezze molisane : i cavatelli sono serviti!

TIMBALLO DI CICORIA AL FORNO
Piatto unico tipico della cucina contadina molisana, dove la comune cicoria, dopo un’attenta lessatura, veniva mischiata a uova e pecorino.
Una squisitezza… volete a ricetta? Eccola
 

Timballo di cicoria al forno

INGREDIENTI
  • 1 kg di cicoria selvatica
  • 3 uova
  • 2 scamorze
  • 3 fette di prosciutto crudo
  • 40 g di pecorino
  • 3 pomodori pelati
  • olio
  • sale
PROCEDIMENTO
Pulite bene la cicoria, elimIinate le foglie dure  e lessatela in abbondante acqua salata.
Una volta cotta “al dente”, strizzatela bene per eliminare l’acqua. Foderate uno stampo con l’apposita carta, spennellatelo d’olio e iniziate a posare delle fettine di scamorza alternandole alla cicoria, al prosciutto e a pelati spezzettatii e poi ancora cicoria e infine pecorino grattugiato.
Sbattete le uova con un pizzico di sale, versatele sul timballo. Un filo d’olio e cuocete in forno a 180° per circa 30 minuti, finchè la superficie non sia diventata una crosticina dorata.
Lasciate riposare qualche minuto e trasferite il timballo sul piatto da portata.
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BAKED CHICORY TIMBALLO
Typical  dish of Molise’s peasant cuisine, where the common chicory, after careful boiling, was mixed with eggs and pecorino. Soo good! … do you want a recipe? here yoo go!

INGREDIANTS
1 kg of wild chicory 3 eggs 2 scamorza 3 slices of raw ham 40 g of pecorino 3 peeled tomatoes oil salt
METHOD Clean the chicory well, remove the hard leaves and boil it in plenty of salted water. Once cooked “al dente”, squeeze it well to remove the water. Line a mold with the special paper, brush it with oil and start placing slices of scamorza cheese alternating them with chicory, ham and chopped peeled tomatoes and then again chicory and finally grated pecorino. Beat the eggs with a pinch of salt, pour them on the timbale. A drizzle of oil and bake in the oven at 180 ° for about 30 minutes, until the surface has become a golden crust. Let it rest for a few minutes and transfer the timbale to a serving dish.



ESTATE GREEN AL MARE: weekend alla scoperta dei fondali marini Molisani e della più grande azienda biodinamica dell’Italia del Sud

Riattraversando l’Italia e tornati sull’Adriatico, eccoci nel piccolo e ingiustamente trascurato Molise. Qui si trova la bella Pineta di Petacciano Marina dove, nonostante la presenza di alcuni stabilimenti balneari, l’ambiente è rimasto ancora in gran parte integro.

La spiaggia di soffice sabbia chiara è ampia e lunga parecchi chilometri, con dune tra le più interessanti della costa adriatica. Le acque del mare sono cristalline e con fondali bassi e sabbiosi. Nella dolce campagna collinosa alle spalle della pineta si trovano una suggestiva torre di avvistamento del Cinquecento e la splendida Fattoria di Vaira, la più grande azienda biodinamica dell’Italia del sud, con un accogliente agriturismo dalle camere sparse per le case del vecchio podere e un ristorante che utilizza principalmente prodotti dell’azienda agricola.

Petacciano Borgo

Qui lo sguardo spazia dalle isole Tremiti no alla Maiella e tra le specialità vegetariane proposte vale la pena provare la polpette di fiocchi d’avena al forno con verdure, accompagnandole con l’ottima mozzarella proveniente dal piccolo caseificio dell’azienda. Da abbinare al buon vino bianco biologico di produzione propria.




Oratino, il borgo di artisti e artigiani

Oratino, nella provincia di Campobasso, fa parte del “Borghi di Eccellenza del Molise” che raggruppa i borghi insigniti della Bandiera Arancione del Touring e sorge nella vallata del Biferno. Qui è ancora terra di transumanza, ma il borgo, annoverato “tra i più belli d’Italia, è anche un piccolo gioiello di opere d’arte e artigianato, grazie al mecenatismo dei duchi Giordano, che tra il Seicento e l’Ottocento richiamarono diverse maestranze, tra scalpellini, fabbri, vetrai, pittori, doratori, la maggior parte di scuola napoletana e beneventana, che hanno abbellito portali, balconi, balaustre, interni delle chiese e dimore gentilizie.

La nostra visita inizia dalla chiesa di Santa Maria Assunta, nel centro storico, di cui si ha notizia già nel 1251, ma con rimaneggiamenti successivi. Nella volta della navata centrale spicca l’Assunzione della Vergine di Ciriaco Brunetti del 1791. Degno di nota anche l’ostensorio d’argento del 1838 proveniente dalla bottega orafa di Isaia Salati. Sempre nel centro storico, si trova il bel Palazzo Ducale, oggi proprietà privata, che nasce nel XIV secolo come castello, ma è stato poi trasformato in residenza gentilizia nel XVIII, con i suoi magnifici portali in pietra.

Soffermandoci ad ammirare dal belvedere la vallata del Biferno, la vista è attratta dalla sagoma della Torre che sorge su uno sperone roccioso e domina la valle con i suoi 12 metri. A pianta quadrata, è l’unica testimonianza rimasta di un complesso difensivo di origine medievale, crollato dopo un terremoto.

Uscendo dal borgo, ci dirigiamo alla Chiesa di Santa Maria di Loreto, raro esempio di rococò in Molise che conserva la statua seicentesca della Madonna del Rosario di Carmine Latessa e quella settecentesca di Sant’Antonio Abate di Nicola Giovannitti. A fine giornata, è d’obbligo concedersi una cena a base dei piatti tipici della Valle del Biferno, caratterizzati da ricette con ingredienti semplici e “montanari”, come i ceci, i fagioli e le lenticchie.

Ricordiamo le tradizionali laganelle con fagioli, le pappardelle al cinghiale. Una menzione speciale al “cacio e ova e salsiccia”, un secondo a base di formaggio di capra e uova cotto nel sugo di salsiccia. Tra i secondi spiccano anche le tagliate di carne alla brace, l’agnello alla coppa e la “pizza onta e guanciale”.

SECONDO GIORNO: Verso Bojano e Civita Superiore

La seconda giornata è dedicata alla scoperta dell’antica cittadina sannita di Bojano, ai piedi del massiccio del Matese. Da Oratino, ci immettiamo sulla Fondovalle del Biferno (SS647) che percorriamo per poco più di 26 km. Bojano vanta un territorio ricco di sorgenti e di boschi di faggio, querce, cerri e castagni.

Dei domini successivi di Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Borboni e Piemontesi vanta un ricco patrimonio storico e artistico. Degni di nota la Cattedrale di San Bartolomeo, la Chiesa di Sant’Erasmo e la Chiesa di Santa Maria del Parco, che sorgono nei pressi della porta medievale di Santa Maria. La più antica della città è invece la Chiesa di Santa Maria dei Rivoli.

Una strada di circa 3 km separa Bojano dal borgo medievale abbandonato di Civita Superiore, unico nel suo genere. Di dimensioni minuscole, quasi del tutto disabitato, è una miniatura d’altri tempi fatto di vicoli di pietra, casette basse, porte medievali e i resti del castello. Dalla piccola piazza centrale ci si affaccia al balcone panoramico dal quale si ammira la piana di Bojano per poi lasciare spaziare la vista. Da provare il prodotto tipico del borgo, la mozzarella di Bojano.

Laganelle e fagioli

Piatto della tradizione contadina, le laganelle sono piccole lasagne preparate a mano che vengono servite con i fagioli, cotiche, erbe aromatiche e peperoncino.

Ingredienti

  • 300 gr di farina di grano duro
  • 300 gr di fagioli
  • 200 gr di cotiche
  • 300 gr di pomodori freschi
  • ½ cipolla
  • Peperoncino a piacere
  • Prezzemolo
  • Sale
  • Olio EVO

Preparate le laganelle impastando a farina con l’acqua e il sale, poi ricavate una sfoglia sottile e fatela asciugare. Tagliatela poi in tante strisce large e lunghe come un dito. In una casseruola mettete a soffriggere la cipolla tritata, il peperoncino, i pomodori a pezzi, le cotiche e il prezzemolo finemente tritato. In un’altra pentola fate lessare i fagioli, poi unite il contenuto delle due pentole e fate bollire per circa 15 minuti. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela e conditela con il sugo di fagioli.

Il vino:. Biferno Rosso DOC dal colore rubino, il profumo fruttato e un sapore asciutto, armonico e vellutato. Si abbina a piatti corposi, come piatti di carne, paste elaborate, polenta e formaggi stagionati.

DOVE COMPRARE

*Caseificio Colaciello, Contrada Madonna del Piano, Frosolone (CB), tel 0874/1950214, www.caseificiocolaciello.com. Caseificio che vanta un secolo di attività, produce in proprio formaggi a pasta tenera e dura con metodi tradizionali.

*Cantine Iorio, via Molise, Bojano (CB), tel 0874/782642, www.cantineiorio.it Vendita vini e spumanti al dettaglio e all’ingrosso.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord A14 Adriatica in direzione di Pescara. Uscire a Termoli e seguire la direzione Campoballo-Larino, poi prendere la SS87 Bifernina e proseguire per la SS647, svoltare poi sulla SP169 in direzione di Oratino (SP41). Da Sud, A14 Adriatica in direzione Pescara, poi continuare sull’A16 in direzione Benevento. Da qui continuare sulla SS88 e uscire a Campobasso. Prendere la SS87 Bifernina in direzione Campobasso-Isernia, continuare sulle SS17 in direzione di Campobasso, proseguire sulla SS647 in direzione Termoli e poi proseguire per Oratino (SP 41).

DOVE MANGIARE

*Taverna del Duca, Piazza Giordano 31, Oratino (CB), tel 0874/38112, www.tavernadelduca.net

Locale dall’atmosfera accogliente e classica. Il menù propone piatti della cucina contadina e locale, tra cui “taccozze e fagioli” e caciaova e salsiccia. Prezzo medio € 20/25

*Ristorante Olmicello, via Regina Margherita 48, Oratino (CB), tel 0871/38285, www.ristoranteolmicello.com, propone un menù a base di antichi sapori della cucina molisana, ma anche gustose rivisitazioni e novità. Tra le specialità, l’antipasto “del Treppin” a base di formaggi regionali. Buona scelta di vini. Prezzo medio € 25

DOVE DORMIRE

*B&B Il Vigneto, Strada Comunale Lenze 6, Oratino (CB), tel 0874/38453. B&B immerso nella quiete della campagna. Le camere sono attrezzate con phon, accesso a internet e vano portabagagli. Ricca colazione a base di prodotti locali. Doppia da € 40.

*B&B Pagliarelle, via Circonvallazione San Bonifacio 1, Oratino (CB), tel 328/7772504. Struttura situata in un rilassante ambiente naturale circondato da montagne e splendidi panorami. Perfetto per un weekend in famiglia o per una fuga romantica. Le camere sono con bagno privato o condiviso, wi fi, phon, possibilità di aggiungere un letto per bambini. Doppia da € 40.

INFO

www.comune.oratino.cb.it




Un weekend tra Molise e Puglia: riparte la transumanza

È l’unico esempio di transumanza di tipo orizzontale ancora attivo in Italia. E’ la straordinaria esperienza che, dal 24 al 27 maggio 2017, vedrà le vie molisane dei pascoli e delle migrazioni, protagoniste di un viaggio collettivo nel tempo: solcando gli antichi Tratturi e seguendo, da appassionati, turisti e addetti ai lavori, la lenta risalita della mandria di circa trecento capi bovini di razza podolica e marchigiana della famiglia Colantuono di Frosolone. Quest’anno gli organizzatori hanno lanciato una campagna di crowdfunding alla quale hanno già aderito alcuni appassionati e altri uomini e donne disponibili a dare un aiuto concreto.

L’edizione 2017 parte da San Marco in Lamis (Fg), località Foresta, il 24 maggio. Quattro giorni più tardi l’arrivo ad Acquevive di Frosolone, dopo aver percorso 180 chilometri quasi tutti molisani e attraversato il territorio di tre province – Foggia, Campobasso, Isernia – con soste a San Paolo Civitate, Santa Croce di Magliano, Campobasso, Ripalimosani e Frosolone. Un percorso nel tempo, per leggere e vivere il paesaggio, che riparte, placido e rassicurante, come il movimento di greggi e bovini, accompagnato dall’eco dei campanacci nella natura incontaminata.

L’imprinting del viaggio lungo i tratturi gode pure della supervisione dell’Unesco (nel luglio 2013 è stata ufficializzata in Molise la candidatura a Patrimonio sia materiale sia immateriale dell’Umanità) e dell’interesse dell’Onu. Una risorsa primaria, che può dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle terre molisane e di tutto il pianeta, stimolando un turismo lento e di qualità con la possibilità di apprezzare e ‘sperimentare’ le peculiarità, la salubrità e la bellezza dei paesaggi molisani e dell’Italia meridionale. E anche un evento che si ripete da centinaia di anni e che soddisfa non solo i grandi camminatori e amanti della natura, ma pure i ‘palati fini’ in particolare gli amanti di formaggi come il caciocavallo podolico, manteca, scamorza e treccia.

Dal 24 maggio il viaggio riprende sulle vie sterrate, integre, nella loro originaria bellezza e larghezza. Vie che, attraverso il passato, guardano al futuro sviluppo sostenibile di un pianeta realmente orientato a seguire il percorso del ‘vivere con cura’.

Di seguito il programma dettagliato:

Mercoledì 24 MAGGIO

  • ORE 16:00 Partenza della Transumanza
  • ORE 23:00 Arrivo a San Paolo Civitate (FG), con sosta notturna presso la Vecchia Dogana e la Chiesetta della Madonna del Ponte sulle rive del fiume Fortore (Tratturo Aquila-Foggia).

 Giovedì  25 MAGGIO

Sosta mattutina  nel riposo sul Tratturo Aquila-Foggia a San Paolo Civitate.

  • ORE 16:00   Partenza per Santa Croce di Magliano (CB) attraversando il territorio  del  Comune di Serracapriola (FG).
  • ORE 21:00 Arrivo a Santa Croce di Magliano (CB) sistemazione e sosta notturna

 Venerdì 26 MAGGIO

  • ORE 6:00 Partenza da Santa Croce di Magliano per la località “Femmina Morta” lungo il Tratturo Celano-Foggia attraversando i territori dei comuni di Bonefro (CB), San Giuliano di Puglia (CB), Sant’Elia a Pianisi (CB), Ripabottoni (CB), Monacilioni (CB). Camminando sul braccio Centocelle-Cortile si prosegue per Campolieto (CB), Matrice (CB) Campobasso (CB) Ripalimosani (CB).
  • Sosta notturna presso il Santuario della Madonna della neve in località “Quercigliole” a Ripalimosani (CB).

 Sabato 27 MAGGIO

  • ORE 5:00 Partenza per Frosolone.  Si attraversano i territori di Santo Stefano (CB) si scende lungo la costa, si guada il Biferno, si risale verso Costropignano (CB), che attraversiamo, e poi Torella del Sannio (CB), Molise (CB),  Frosolone (IS), il centro storico e poi direzione località  Acquevive .
  • ORE 13:00 Arrivo della mandria in località  Acquevive di Frosolone (IS) ai pascoli della  “Montagnola     Molisana”.



Molise: sui tratturi della transumanza con la Subaru Outback – 2^ parte

 Un weekend in Molise sui tratturi della transumanza con la Subaru Outback. Questa è la seconda parte di un affascinante weekend green lungo i tratturi; un tempo portatori di conoscenza, che ora stanno riemergendo dal passato grazie a “pastori” coraggiosi e a istituzioni sensibili al recupero di queste vie verdi. Vie che ora possono condurre fino al riconoscimento da parte dell’Unesco come patrimonio materiale e immateriale dell’umanità con una richiesta ufficializzata in Molise nel 2013. 3128 podoliche a frosolone sul tratturo phv giannellaNon potevamo che scegliere come inarrestabile compagna di viaggio la nuova Subaru Outback. L’Outback è una regione semi inesplorata dell’Australia e per noi i Tratturi del Molise sono qualcosa di simile. Non per nulla il Molise era la terra dei Sanniti, popolo guerriero che tante pene dette ai fortissimi Romani, e lo stesso nome Molise pare derivi da Rudolfus de Molisio, nobile guerriero Normanno.Uno dei momenti più suggestivi della transumanza è quello del guado del Biferno, che attraversa il Molise per sfociare nell’Adriatico. I cavalieri saggiano il letto del fiume e guidano la mandria che ne approfitta anche per abbeverarsi. E lungo il greto è nato anche il Parco Fluviale del Biferno, con angoli suggestivi e naturalistici.

Damigelle al Parco fluviale biferno - Foto vgiannella
Damigelle al Parco fluviale biferno – Foto vgiannella

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La piana dei mulini a Colle d’Anchise – ph vgiannella

Tanto che vi abbiamo trovato anche due bellissime libellule in amore. Nel parco fluviale Biferno abbiamo anche noi trovato riposo alla Piana dei Mulini, una struttura ricavata da un mulino ad acqua del 1700, ma oggi quasi un piccolo borgo, albergo diffuso, e ristorante che riesce a proporre menu rustici locali e menù alla ricerca di stelle Michelin. Si trova a Colle d’Anchise (CB), ma attenti a seguire la freccia “ristorante”, non ne trovate altre.

Ristorante La piana dei mulini – Chef Giancarlo Cammisa – Foto Vgiannella

 Verso FrosoloneCopia di 2940 incrociamo tratturo a s pietro avellana ph vgiannellaDSCF0048 MODSul percorso si trova Castropignano, che bisogna attraversare perché costruito proprio a ridosso del tratturo, ma la meta più importante è quella di Frosolone, uno dei borghi più belli d’Italia, con la bandiera arancione del Touring.Il simpatico nome pare derivi dall’uccello frisone, un passeriforme che appare anche nello stemma del Comune. Altra versione dice che derivi da Frosinone perchè intorno all’anno Mille vi si era istallata una colonia proveniente dalla cittadina della Ciociaria. Ma oggi questa disputa non disturba i suoi abitanti che invece si dedicano al turismo, alla produzione di coltelli e a quella dei formaggi, provenienti proprio dal latte delle vacche della transumanza.

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Frosolone, Chiesa di S.Egidio, 1700 – Foto Vgiannella

A Frosolone ci sono ancora le porte, le mura, varie manifestazioni, fra cui quella dei produttori dei coltelli in agosto, e in dicembre quella del tartufo. Dopo essere passati per Acquevive, frazione di Frosolone dove vi sono i Colantuono, ora si punta più in alto ai prati su cui il tratturo finisce, e da cui si vedono il massiccio del Matese e della Majella. La nostra Outback ora dimostra tutte le sue qualità di auto inarrestabile, che si trova a suo agio sui tratturi.Italia (743)Il panorama è incredibile, ci si sente fuori dal mondo, le vacche podoliche ci osservano con curiosità, ma con pazienza. E’ il loro regno, che ogni primavera le aspetta con l’erba più verde e i fiori più profumati. Le Vie Verdi, tracciate da millenni, devono ritrovare il senso che la storia ha dato loro, ma oggi anche noi possiamo, dobbiamo ripercorrerle con una maratona, con le mountain bike, con i cavalli, facendo trekking, o anche solo passeggiando, ma ciò ci farà far parte della nostra storia..

Frosolone piazza chiesa
Frosolone piazza chiesa

Ricetta di viaggio: Pizza e minestrapizza e minestraIngredienti 1 kg di farina di mais macinato a pietra Verdure di campo o verza bianca a cappuccio Olio extra vergine di oliva Peperoncino Sale Aglio Bollito di maiale: guanciale, piede, coda, muso, costata Preparazione Mettere a cuocere la carne di maiale per preparare il brodo, pulire e lavare le verdure e poi bollire le stesse per 20 minuti. A parte preparare la pizza mescolando acqua calda e la farina di mais, aggiungere tre cucchiai di olio, fino ad ottenere un impasto abbastanza morbido, ma non troppo. Preparare una teglia ben oliata, mettere l’impasto e cuocere al forno per un’ora: la pizza dovrà essere croccante all’esterno e morbida all’interno, quasi asciutta. Una volta la pizza veniva cotta nel camino: la teglia messa sulle pietre della fornace, coperta con la “liscia”, un ruoto di ferro e sopra le braci. Appena pronta, preparare il piatto come segue: mettere il brodo caldo nel piatto e la pizza, mescolare (impanicciare) fino ad ottenere una crema. A questo punto vanno amalgamate le verdure un pò di peperoncino quanto basta, un filo d’olio extravergine e buon appetito.

RdA

Compagna di viaggio: Subaru Outback

Il design della outback prende a piene mani dalla Legacy, discreto e non troppo originale, ma l’importante resta sempre la sostanza. La linea è comunque dinamica e gradevole in perfetto stile Subaru. La Subaru sicuramente non nasconde il suo animo conservatore neanche nella meccanica, a partire dal classico “motore boxer-symmetrical all wheel drive”, ovvero motore a cilindri contrapposti e quattro ruote motrici. In questo modo ne consegue una distribuzione dei pesi perfettamente bilanciata fra lato destro e sinistro della vettura.3017 fonderia marinelli campane agnone phv giannellaL’abitacolo è spazioso e la posizione di guida è confortevole, ogni comando e funzione conserva posizioni tradizionali, quindi facilmente raggiungibili e individuabili. Nella nostra versione (top di gamma), era presente l’optional dei sedili elettrici, utili e ben sfruttabili. Chi siede dietro ha molto spazio a disposizione, e abbonda lo spazio per i bagagli grazie ad una capienza fino a 1848 litri (in grado di stivare qualsiasi carico anche ingombrante e buone anche le finiture). Unico neo relativo all’abitabilità è la scarsa insonorizzazione.subaru-outback-2015_8_1La Outback è disponibile a partire da 36.290 euro per la 2.0 D Free, la nostra 2.0D Unlimited costa 43.350 e nella sua dotazione ha di serie tetto panoramico, sedili in pelle, navigatore e cerchi i lega da 18”.

 




Molise: sui tratturi della transumanza con la Subaru Outback

Molise: sui tratturi della transumanza con la Subaru Outback. Questa è la prima parte di un affascinante weekend green lungo i tratturi; un tempo portatori di conoscenza, che ora stanno riemergendo dal passato grazie a “pastori” coraggiosi e a istituzioni sensibili al recupero di queste vie verdi. Vie che ora possono condurre fino al riconoscimento da parte dell’Unesco come patrimonio materiale e immateriale dell’umanità con una richiesta ufficializzata in Molise nel 2013.204Tratturo a Larino – ph v giannella

“Settembre, andiamo, è tempo di migrare… E vanno pel tratturo antico al piano quasi per un erbal fiume silente su le vestigia degli antichi padri…” Questi sono versi di D’Annunzio, versi immortali, come immortale merita di essere il rito della transumanza, che dai monti in autunno porta al piano e in primavera porta ai verdi pascoli dei monti.Transumanza1Tratturi, transumanza…parole lontane, quasi con sapore di leggenda, di cose che forse non esistono più, che appartengono a racconti, a versi, a ricordi di altri e non nostri…, invece un incontro fortuito all’EXPO di Milano ci ha rivelato che esistono ancora, che esistono davvero…dove? Nel Molise. Ma il Molise esiste davvero oppure è anch’essa una parola di cui si favoleggia, ma dove sia nessun lo sa? Stiamo esagerando, volutamente esagerando, ma il senso è questo. Per un nostro Weekend Green, la meta non poteva essere che questa.Come non potevamo che scegliere come inarrestabile compagna di viaggio la nuova Subaru Outback. L’Outback è una regione semi inesplorata dell’Australia, e per noi i Tratturi del Molise sono qualcosa di simile._AC69491Non per nulla il Molise era la terra dei Sanniti, popolo guerriero che tante pene dette ai fortissimi Romani, e lo stesso nome Molise pare derivi da Rudolfus de Molisio, nobile guerriero Normanno.Percorriamo l’autostrada Adriatica ed usciamo a Termoli, cittadina sul mare molisano, che ci sorprende subito per la sua dolcezza, per la simpatia degli abitanti, e per uno spuntino di pesce….ma il richiamo dei tratturi della transumanza è troppo forte e proseguiamo verso Larino. Allontanandoci da Termoli, il traffico diventa subito più scorrevole e le strade tranquille, le mani sul volante si allentano, il cambio resta in quarta. Anche la nostra Outback cala di giri e si tranquillizza. La ricerca del primo tratturo è premiata a Larino. Eccolo, con la Subaru a trazione integrale andiamo senza preoccupazioni sulla strada bianca, su cui passavano e passano i carri mentre ai lati ci sono due fasce verdi per il passaggio di greggi e mandrie. E ancora oggi qui passano le vacche podoliche dei fratelli Colantuono, che coraggiosamente tengono in vita il rito della transumanza.2767 terre di larino phv giannella

Terre di Larino – phv giannella

Il tratturo di legge era largo 111 metri e non poteva essere spezzato, ostruito, ed ogni pastore doveva pagare un tanto alle autorità per poter passare. Oggi, ovviamente il lungo percorso, che dalla Puglia portava ai monti del Molise, è stato interrotto da strade asfaltate, viadotti, ma è in corso un’opera di recupero e dove non è possibile si passa sulle strade o nei paesi. Durante questo percorso si incontrano paesaggi che sembrano dipinti, dolci onde su cui svettano torri eoliche, che forse non sono bellissime, ma comunque aiutano il Molise ad essere una regione “GREEN”. Quanta serenità su queste strade e quanti tesori s’incontrano.A Larino s’incontrano suonatori di zampogne, oggi acculturati e coscienti di essere i custodi di preziose tradizioni, infatti pare che tutti gli “zampognari” vengano da qui, dal Molise. Il percorso ci porta anche più in alto, a Piana di Staffoli, dove troviamo donne, uomini e cavalli che nei loro weekend ripercorrono gli antichi tratturi. Ma anche moderni cavalieri con mountain bike, che ad Altilia, attraversano l’antica porta Tammaro del bellissimo sito archeologico della città di Sepinum, che i Romani avevano strappato ai Sanniti.2230 Il Foro a Sepinum – ph vgiannella

2187 resti del teatro di sepinum ph vgiannellaResti del teatro di Sepinum – ph vgiannella

E proprio attraverso queste porte passava il tratturo della transumanza. E anche ad allora ogni capo pagava per poter passare. D’altronde anche noi oggi paghiamo le nostre autostrade. Comunque è un sito interessantissimo da visitare, una chicca da scoprire. Il percorso della transumanza cercava di evitare i passi più arditi, quelli più pericolosi. Le tappe di solito erano borghi dove ci si scambiava sia informazioni, sia prodotti: scarpe e attrezzi, in cambio di formaggi, ma anche scambi di conoscenze varie di propri usi e costumi.scansione transumanza francia1E quando ci si trovava davanti ad un fiume, anche se le vacche podoliche per loro natura sono robuste e resistenti, abili sui sentieri di montagna, si cercava il guado più opportuno. Uno dei momenti più suggestivi della transumanza è quello del guado del Biferno, che attraversa il Molise per sfociare nell’Adriatico. I cavalieri saggiano il letto del fiume e guidano la mandria che ne approfitta anche per abbeverarsi. RdA

Compagna di viaggio: Subaru Outback

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Fonderia Marinelli campane Agnone – phv giannella

La Subaru Outback è una spaziosa familiare, rialzata e con trazione integrale permanente. All’interno si respira un’atmosfera di altri tempi prima di tablet e lancette digitali nel cruscotto. Gli assemblaggi e i materiali sono di estrema qualità e vogliono durare nel tempo, al tatto e all’udito trasmettono un fortissimo senso di solidità. Gli optional moderni comunque non mancano, il display da 6,2” è mimetizzato e non si fa troppo notare, ma l’infotainment è molto chiaro e ben riuscito. Non stiamo neanche a precisare che la trazione integrale è straordinaria, la Outback è molto efficace in salita e nei tratti off-road (anche grazie all’assetto rialzato), e in generale si guida bene, anche se il cambio a variazione continua CVT non è molto reattivo. Investimento centrale nello sviluppo di questa vettura sono sicuramente gli aspetti della sicurezza e della tecnologia in servizio ad essa: il sistema EyeSight funziona mediante due telecamere montate nella zona del retrovisore centrale, che forniscono le informazioni alla centralina, la quale è poi in grado di rallentare (fino a fermare) il veicolo al fine di evitare l’impatto o ridurne comunque le conseguenze. Tutto questo è personalizzabile: escludendo l’avvisatore acustico, che viene attivato ogni qualvolta un ostacolo entri nel campo visivo delle telecamere, si sfrutta quindi esclusivamente come cruise control. Inoltre, nel caso in cui ci si avvicini al veicolo che precede ma si attivi l’indicatore di direzione (segnale della volontà di sorpassare), la centralina comincia ad accelerare. Tutto questo è di serie. Parte da 36.290 euro per la 2.0 D Free, la nostra 2.0D Unlimited costa 43.350 e nella sua dotazione ha di serie tetto panoramico, sedili in pelle, navigatore e cerchi i lega da 18”.subaru-outback-2015_8_1