A Napoli il Vesuvio è un’opera d’arte

…anzi, una raccolta di opere d’arte. E si possono ammirare fino al 29 settembre nell’ambito della mostra “Vesuvio quotidiano. Vesuvio universale” nella splendida cornice della Certosa di San Martino (in Largo San Martino 5) capolavoro del Barocco napoletano.

Sono circa 100 le opere esposte, e spaziano dal Cinquecento ai giorni nostri. Alcune tra le più significative provengono da raccolte dello stesso museo, altre invece da collezioni pubbliche e private. L’obiettivo è raccogliere e documentare lo stretto rapporto, quasi ancestrale, tra la città è il vulcano, tra suggestioni e sentimenti ambivalenti suscitati nel corso dei secoli.

Il titolo della mostra, come ha spiegato la curatrice Anna Imponente, trae spunto dalla mostra di Stefano Di Stasio del 2016 “Vesuvio quotidiano”, a cui è stato affiancato quello del recente ritratto raccontato nel libro di Maria Pace Ottieri “Vesuvio universale”.  “I due termini contrapposti”, spiega Imponente, “offrono l’idea della terribilità di una natura incombente e di una socialità che si sviluppa per esorcizzarne il pericolo”.

Il percorso di visita

Parte con la Cartografica cinquecentesca, tra cui spicca una preziosa stampa da Mundus supterraneus di Athanasius Kircher del 1665 che rappresenta un’immagine del Vesuvio in sezione.

Tra le opere degne di nota anche L’eruzione del Vesuvio del 1631 di Domenico Gargiulo e una serie di immagini del paesaggio vesuviano di Giuseppe de Nittis. C’è poi la preziosa serie composta da un centinaio di acquerelli, stampe e gouache dedicate al Vesuvio e donate al museo da Aldo Caselli, studioso e docente universitario, nel 1956.

Procedendo nel tempo, si possono poi ammirare circa 50 opere moderne e contemporanee, tra cui una serie di terrecotte smaltate di Leoncillo Leonardi della fine degli anni Cinquanta del Novecento.  Appartengono all’epoca contemporanea anche Tutto Nero di Alberto Burri del 1956, Vesuvius di Andy Warhol del 1985, un Senza titolo che ritrae il vulcano di Jannis Kounellis del 1997 e il dipinto Odi navali di Anselm Kiefer del 1997.

Spostandosi nel cortile di ingresso, aprono le porte alla mostre due sculture del 2006 di Bizhan Bassiri Meteoriti nel cortili, mentre della navata della Chiesa monumentale l’installazione si completa con Evaporazione rossa del 2013.

Dalle opere d’arte alla fotografia, con le immagini di Antonio Biasicucci, specializzato in scatti sui vulcani, di Giovanni De Angelis e di Maurizio Esposito, che ritraggono gli incendi che nel 2017 hanno distrutto parte del Parco Nazionale del Vesuvio.

La mostra si arricchisce anche con la “cartolina” di Riccarda Rondinò di Miglione e dall’installazione di Piero Mottola Art Sound. Durante il percorso di visita, poi, è possibile assistere al cortometraggio Insolite di Maya Schweizer, una sequenza di immagini suggestive del Vesuvio oggi e durante l’ultima eruzione del 1944.

INFO

tel 081/2294510 -532 – 538, www.polomusealecampania.beniculturali.it

La mostra si può visitare nei seguenti orari: lun-dom 9.30-17; chiuso mercoledì. Il biglietto intero costa € 6, previste riduzioni.

 




Caderzone Terme, il “borgo della salute” è tutto green

Lo abbiamo scelto come borgo “green” per la sua aria pulita, per l’energia rinnovabile e le coltivazioni biologiche, ma anche perché proprio il verde, in tutte le sue sfumature e declinazione, è il colore dominante del territorio di Caderzone Terme (TN).

Caderzone, cinquanta sfumature di…verde!

Prati, pascoli, malghe e boschi circondano il piccolo borgo della Val Rendena, mentre il bianco dei ghiacciai del comprensorio dell’Adamello – Presanella, mentre le affilate guglie delle Dolomiti del Brenta spiccano per le stupefacenti sfumature del tramonto, che spaziano dal rosa, al rosso, all’arancione. Come arancione è il colore della “bandiera”, il prestigioso riconoscimento del Touring Club Italiano conferito a Caderzone per le sue peculiarità turistiche e ambientali.

Buona parte del territorio di Caderzone Terme, poi è compreso nel Parco Naturale Adamello-Brenta, il più esteso parco naturale del Trentino. L’istituzione dell’area a parco naturale, infatti, è sinonimo di tutela ambientale, conservazione di attività tradizionali, come l’alpeggio, che in quest’area ha segnato la storia del paese.

Nel territorio si trovano poi gli splendidi laghi di San Giuliano e Garzoné, e le malghe di San Giuliano e di Campo. Senza dimenticare la vocazione di Caderzone a “cittadina termale”, che le è valso l’appellativo di “borgo del benessere”, grazie alla fonte di Sant’Antonio, che sgorga appena sopra il paese.

Un paese e le sue acque curative

Le origini di Caderzone risalirebbero all’Età del Bronzo, quando un primo insediamento si stabilì della piana alluvionale del fiume Sarca. Nel XIV secolo la potente famiglia Lodron diede forte impulso alla storia e all’economia del paese. A raccogliere il “testimone” è poi la famiglia Bertelli, la cui ultima discendente, Elisabetta, lascia alla cittadinanza il palazzo Lodron-Bertelli.

Il complesso, attorno al quale si è poi sviluppato il centro storico, comprende una cappella gentilizia dedicata a Sant’Antonio, realizzata nel 1677 da Don Giacomo Bertelli che custodisce all’interno uno splendido altare di legno dorato.

Le scuderie, distrutte parzialmente da un incendio nel 1976, sono state oggetto di un importante intervento di restauri che le hanno trasformate oggi in una sala polifunzionale, una parte della quale ospita il Museo della Malga.  Qui si possono ammirare gli strumenti che, nel tempo, hanno portato avanti e perfezionato la lavorazione del latte e derivati, ma testimonia anche l’identità di tante generazioni che si sono susseguite in queste valli.

Palazzo Lodron Bertelli fa parte del complesso delle Terme Val Rendena, che include un albergo, l’edificio dove si svolgono i trattamenti curativi e un altro edificio dove ha sede il nuovo centro benessere. Le terme sono state ufficialmente aperte nel 2004, ma le proprietà curative delle acque termali erano note da secoli, come testimoniano i documenti conservati negli archivi comunali e parrocchiali, i più antichi dei quali risalgono al 1635.

Un Golf Club tutto green

Un’altra “sfumatura di verde” che caratterizza Caderzone, poi, è il Golf Club Val Rendena, che si estende su una superficie di 250 mila mq e comprende 9 buche par 35, un campo pratica, putting green, pitchin Green e una club house con ristorante, solarium e e pro shop.

La peculiarità del Golf Club, che si sviluppa in parte sul comune di Caderzone Terme e in parte su quelli di Strembo e Bocenago, è quella di sfruttare al massimo le caratteristiche del terreno, presentando dislivelli naturali, lambiti o attraversati da corsi d’acqua e laghetti, ampi green e fairways ondulati. Verde, di nome e di fatto, insomma…

 La razza Rendena e i suoi “monumenti”

Buona parte dell’economia del borgo si basa su una particolare razza di bovini, la razza Rendena, frutto della sapiente lungimiranza e perizia dei contadini del luogo. Nel 1700, infatti, un’epidemia decimò le mandrie della valle. I contadini, allora, acquistarono in Svizzera nuovi capi, che incrociarono con quelli sopravvissuti nella valle.

Nacque così la Razza Rendena, alla quale è stato dedicato anche un monumento in ferro battuto, realizzato da Luciano Zanoni nel 1996 e che raffigura una vacca intenta ad allattare il suo vitellino.

Strettamente legato all’attività di pascolo e allevamento è la Via Vecchia, un sentiero di acciottolato delimitato su entrambi i lati da muretti a secco, recentemente dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Questa caratteristica mulattiera era realizzata per raggiungere i pascoli e i boschi in quota, anche con l’uso di animali da soma, per portare a valle legname e frutti del raccolto.

La Piana e il Maso Curio

Vale una bella escursione la Piana di Curio, una grande area agricola che anche oggi è destinata al pascolo. Qui si trova il Maso Curio, le cui origini risalgono al XIV secolo e rappresenta un pregevole esempio di architettura rurale.

Si presenta con uno zoccolo in muratura sormontato da una struttura in legno, con un porticato sostenuta da grandi colonne di larice che appoggiano su pietre di granito, sotto alle quali si trovano le porte delle stalle.  Di fianco si trova la casina per la conservazione del latte, la casera e due piccole fontane. Sulla facciata orientale del maso si può scorgere un affresco che rappresenta Sant’Antonio, protettore degli animali, e Santa Barbara, protettrice dagli incendi.

Una festa per vivere il borgo

Se vi trovate a Caderzone nel periodo estivo, non perdetevi la Festa dell’Agricoltura, che si tiene ogni anno la prima settimana di Agosto. Dedicata alla razza Rendena, trasforma le vie del paese in un palcoscenico dove ammirare pittoresche rappresentazioni e testimonianze della transumanza, con carri allestiti con fieno, paglia e attrezzi per la lavorazione del latte e dei suoi derivati.

Al tramonto, cittadini e visitatori si radunano poi nella piana di Curio per assistere all’accensione di un grande falò, accompagnato dalla musica della banda che accompagnano i bovini attraverso le strade cittadine. La festa è anche un’occasione perfetta per gustare i prodotti tipici e i piatti locali. Qui sotto, vi lasciamo una ricetta golosa.

TORTA DI FREGOLOTI

Ingredienti

·        250 gr di farina bianca

·        250 gr di burro

·        250 gr di zucchero

·        250 gr di mandorle

·        1 tuorlo

·        1 bicchiere di mandorle e pinoli a fettine

·        Latte q.b

·        1 pizzico di sale

Su una spianatoia mescolate la farina, il burro, lo zucchero e le mandorle macinate. Riducete l’impasto in “fregoloti”, cioè piccoli cilindri, palline e briciole. Metteteli poi in un recipiente e aggiungete il tuorlo, un po’ di latte, zucchero e sale. Mescolate il tutto con una forchetta, facendo attenzione a non disfare i fregoloti. Ponete il tutto in una tortiera foderata di carta da forno; lo spessore dell’impasto deve essere di circa 2 cm. Cospargete la superficie con le mandorle e i pinoli tagliuzzati. Infornate a 180°C per circa 40 minuti.

COME ARRIVARE

In auto: A22, prendere l’uscita Trento Sud, poi seguire le indicazioni per Trento cento e imboccare lo svincolo SS45 bis in direzione di Riva del Garda/Val Rendena. Arrivati a Sarche, prendere lo svincolo per Madonna di Campiglio e continuare sulla SS 237. Superato Spiazzo Rendena, proseguire per circa 3 km fino a Caderzone Terme.

DOVE MANGIARE

*Rustik Ristorante Caderzone, via Regina Elena 67, Caderzone (TN), tel 0465/806021, www.rustikristorante.com. Ogni piatto una storia in questo ristorante a conduzione familiare, dove gli ingredienti sono accuratamente selezionati da produttori del territorio e a seconda della stagionalità.

*Ristorante La Voglia, via Nuova 1, Bocenago (TN), tel 0465/805005, www.ristorantelavogliapinzolo.it. Nella splendida cornice della Val Rendena, questo locale offre cucina tipica trentina e nazionale, con prodotti e ingredienti fatti in casa. Specialità carne alla griglia. Buona scelta di vini dalla cantina.

DOVE DORMIRE

*Hotel Regina Elena***, via Regina Elena 35, Caderzone (TN); tel 0465/804722, www.reginaelena.com . Bella struttura in stile chalet con splendida vista sulle Dolomiti. Le camere sono arredate in modo accogliente e con opere d’arte, dispongono di wi fi e balconcino. Colazione a buffet e parcheggio incluso. Doppia da € 54 a persona in pensione completa nel periodo estivo.

*Albergo Palazzo Lodron Bertelli****, Piazza Sant’Antonio 8, Caderzone (TN), tel 0465/804959, www.palazzolodronbertelli.it Ricavato in una dimora storica, offre undici sistemazioni tra camere, suite e junior suite, all’interno dello splendido Borgo della Salute. Doppia da € 128.

INFO

www.caderzone.net




Dettagli Glamour! Nei Brow Bar anche l’occhio vuole la sua parte

Di Franca Dell’Arciprete Scotti

A Milano ci si fa belle. Non solo, come ovunque, da estetiste e parrucchieri. Ma anche presso i Brow Bar. Sono cliniche dedicate alla cura speciale di ciglia e sopracciglia. Un concetto nuovo di filosofia della bellezza che non è solo estetica, ma è lo strumento per raggiungere una completezza fatta di dettagli, piccoli ma nondimeno fondamentali.

Come avviene per le sopracciglia, anche le ciglia hanno il dono di trasformare il viso, anche quando si è poco truccate. Ecco allora i luoghi dove mani esperte applicano le extension alle ciglia: fibre applicate singolarmente sulle ciglia naturali, e che donano un effetto di maggiore lunghezza e volume.

Le tecniche tra cui scegliere sono sempre diverse, ognuna delle quali garantisce ciglia spesse e folte che durano oltre un mese e che garantiscono effetti diversi, naturale, glamour, drammatico. E le stesse mani esperte definiscono con la matita le sopracciglia, esaltando lo sguardo.

Ecco qualche indirizzo

Il Brow Bar (Via Bigli 24,  www.thebrowbar.it), che ha aperto le sue porte anche alla Skincare, introducendo la  figura della “Facial Care Therapist”, per far vivere un’esperienza di wellness a 360°.

Atelier Aldo Coppola presso La Rinascente (La Rinascente, Via Santa Radegonda, 2, 8° piano, www.aldocoppola.com) un beauty atelier completo, il primo grande atelier in un centro commerciale, a pochi metri dalle guglie del Duomo e dalle luci della Galleria. Il salone è anche il primo ad avere un’area dedicata esclusivamente alla cura dell’uomo.

Infine, segnaliamo anche Mastromauro hair stylist (www.mastromaurohairstylist.it), famoso Salone da parrucchiere, in Piazza Adigrat, 3