Viaggio “gourmet” nell’incanto delle CINQUE TERRE. Le specialità locali, i vini, i ristoranti top, una super ricetta e il pesto”fai da te”!

(in Italian and English)
La nostra prossima destinazione:”gourmet”: Le Cinque Terre,  un breve tratto di costa ligure, appena a ovest del confine con la Toscana. Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore sono cinque borghi multicolori che si affacciano sul Mar Mediterraneo.


Sono abbastanza vicini l’uno all’altro, a pochi minuti di distanza in auto o in treno. Meglio ancora, tempo permettendo,  raggiungerli in barca con un’indimenticabile mini crociera di cinque tappe.
Se vi piace fare escursioni, puoi anche raggiungerli tramite un bellissimo sentiero e godere di spettacolari viste sul mare.


Dal punto di vista gastronomico, oltre ai classici prodotti liguri, ogni “terra” ha le sue specialità culinarie, come il pesto, la salsa di noci e le diverse varietà di focacce.
Partiamo per il nostro tour e buon appetito!

Olio sopraffino

Un olio squisito e pregiato, da usare a crudo come condimento o da gustare sul pane con un pizzico di pane. origano, due olive e magari un pomodorino secco.
E’ prodotto in quantità limitata, proveniente dalla frangitura delle olive conferite dagli agricoltori residenti all’interno del territorio del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Mantiene tutte le caratteristiche organolettiche derivate dalle olive tradizionalmente coltivate sui terreni terrazzati, a picco sul mare delle Cinque Terre e rappresenta il risultato della tradizione secolare del territorio.

Condimento sopraffino

A Riomaggiore  l ‘Azienda Luca & Guastalli produce l ‘olio Dop Riviera Ligure Terre d’Amarela di coltivazione biologica di olive provenienti esclusivamente dal nostro oliveto di Riomaggiore nelle Cinque Terre, mentre l’ Azienda Agricola l’Olio del Busanco di Giampietro Ferri produce l’olio extra vergine di oliva D.O.P. ottenuto dalle olive del Busanco, ridente collina fra Manarola e Riomaggiore, brucate direttamente dalla pianta e lavorate, unicamente mediante procedimenti meccanici, entro 24 ore dalla raccolta.

A Riomaggiore l ‘Azienda Luca &Guastalli produce l ‘olio Dop Riviera Ligure Terre d’Amarela di coltivazione biologica di olive provenienti esclusivamente dal nostro oliveto di Riomaggiore

il miele di castagno e l'olio ottenuto dalle olive del Busanco
il miele di castagno e l’olio ottenuto dalle olive del Busanco, due eccellenze prodotte dalla Azienda agricola l’Olio del Busanco di Giampietro Ferri .

Adotta un’arnia per salvare il pianeta

Le api sono insetti impollinatori fondamento del nostro ecosistema. Oggi sono in via di estinzione, il loro allevamento è l’unico modo che abbiamo per salvarle. Sin dalla fondazione, l’ Azienda Lucchi & Guastalli, paladina della salvaguardia dell’ambiente, si  prende cura di più di 40 arnie,  situate a Riomaggiore e invita i consumatori ad adottarne una. Tra i loro meravigliosi mieli spiccano quelli di erica, acacia e castagno, fioriture caratteristiche del territorio.

"Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita". A. Einstein
“Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.               A. Einstein

Delizie “street food”

Inoltratevi nelle stradine tortuose e nei passaggi chiamati caruggi, dove i venditori ambulanti cucinano sardine, calamari e gamberi fritti alla perfezione, avvolti in coni di carta  e guarniti da una fetta di limone.

Caldo e croccante : il pesce in versione street food

La farinata di  ceci, tipica di tutto il territorio è una focaccia salata molto bassa (meno di un centimetro di spessore) cotta in una teglia in forno a legna. Neile Cinque Terre la si usa mangiare anche come street food, spesso accompagnate dalle fris de burbugiun (frittelle di zucca) o  da gustosi coni colmi di pesciolini fritti.

gusto e semplicità: la farinata di ceci

Acciughe, che bontà!

Tanto pesce: dalle frittelle di baccalà,  ai gianchetti in pastella di Vernazza, alle cozze ripiene e cotte in casseruola con il sugo, fino alla celebri acciughine di Monterosso che, seguendo una tradizione secolare, vengono pescate con una rete da circuizione e una lucerna, quindi lavorate a mano entro due o tre giorni, accuratamente stratificate in vasetti, pressate e ricoperte di salamoia, rendendole tenere e saporite e permettendo una perfetta conservazione.

Le famigeratamente delizione acciughine di Monterosso accompagnate da un calice di Bianco Cinque Terre

Provatele “nature” semplicemente condite con olio d’oliva locale, origano, focaccia e burro, accompagnate da un bicchiere di Cinque Terre, il famoso vino bianco della zona che richiede abilità alpinistiche per essere prodotto, data la ripida pendenza su cui crescono le uve di fronte al mare .

 

Dai ripidi e difficili vigneti verticali proviene un’ eccellenza ligure apprezzata in tutto il mondo: il vino bianco Cinque Terre. La selezione più vasta è nella Cantina Parco Nazionale Cinque Terre 

Le Cinque Terre sono magia e poesia… anche nel nome dei vini

“Amante dei Venti”, un nome che evoca le brezze marine che cullano il vigneto lungo i ripidi pendii della Liguria. E’ la prima cuvée Cinque Terre Doc !ideata da Cián du Giorgi Winery, ottenuta daun blend di Albarola, Bosco, Vermentino e altri vitigni autoctoni delle Cinque Terre, mentre il loro “Amante del Sole” evoca il clima soleggiato dei vigneti. Assaggiandolo si ritrova l’atmosfera della macchia mediterranea durante una bella estate italiana

“Amante del Sole” la cuveè di Cián du Giorgi Winery

“Pesto Experience”

A Manarola, Nessun Dorma produce, davanti ai vostri occhi, uno dei pesti più genuinI del territorio e, su richiesta, potrete diventare “chef pestaiolo”, seguendo la classe “Pesto Experience”, scoprendone aromi e segreti e portandovi a casa  oltre al vostro pesto self made anche il mortaio dove tritarlo.

Il pesto “fai da te” di Nessun Dorma

La vera ricetta classica vuole foglie di basilico genovese, un buon pecorino, pinoli e olio extra-vergine d’oliva di ottima qualità., ma  ne esistono numerose variazioni: alle noci, ai pomodori secchi oppure l’irresistibile Riviera alle olive taggiasche, prodotta da Italpesto.

Classico al basilico o alternativoalle olive taggiasche, sempre un grande “amico” di un buon piatto di pasta, come quelli che troverete a Cornaglia

Dolce- non dolce : si tratta di uno sformato salato a base di riso, uova e ricotta e spesso arricchita da una coloratura gialla di zafferano e rossa di pomodoro. Il suo must è assaggiarla accompagnata da un buon calice di vino bianco Cinque Terre

LA Torta di riso di Monterosso

Sciacchetrà: è ora di brindare!

Immaginatevi: una bottiglia segreta conservata nella grotta per anni (a volte più di 30). È il vino ricco e vellutato chiamato sciacchetrà. Questo antico tesoro risorge in occasione di un matrimonio come il dono più grande che la famiglia dello sposo possa offrire alla famiglia della sposa.
Ho avuto il privilegio di aprire una bottiglia che aveva più di 10 anni. Colore Intenso, dalle sfumature dorate all’ambrato. Al gusto è un bouquet fruttato e floreale che ricorda un giardino mediterraneo: sentori di frutta secca, confettura di albicocche, nettarine, vaniglia, miele di castagno e spezie.

Un brindisi dovuto allo spledore delle Cinque Terre, nauralmente con un calice di schiacchetrà d’annata..

Ottimi e ottimissimi…

Rio Bistrot, Riomaggiore
A cantina de Manavan,
Corniglia
Belforte, Vernazza
Il Pirata delle Cinque Terre, Vernazza
Causa Persa, Monterosso
Dau Cila, Riomaggiore

I piatti di pesce regnano sulle tavole delle Cinque Terre, qui siamo al Dau Cila a Riomaggiore

Provati per voi e… gustati da me!

Trattoria dal Billy , Manarola.
Sono partito alla grande con un antipasto di ben 12 tipi di pesce caldo e freddo, per poi proseguire ca un superbo branzino servito con patate arrosto, pomodori, peperoni ed erbe aromatiche, un connubio perfetto di quanto di meglio il mare e la terra possano offrire. Poi lo chef è tornato al mio tavolo e ha sentenziato: “Adesso ti gusti gli occhi del branzino“.
Beh, un consiglio: non dite di no… scoprirete un piacevole e gustoso boccone, per nulla viscido, come forse vi aspettavate, direi un tocco piccante che rallegra il gusto delicato del pesce.

Enrico Andreoli e il pesce freschissimo Da Billy
Lo Chef Enrico Andreoli e il pesce freschissimo Da Billy

Da Aristide, Via Discovolo, 138 Manarola
Nonna Grazia preparare le sue famose sardine e le sue irresistibili cozze ripiene.
“È una ricetta semplice, racconta Nonna con un sorriso avvincente, faccio il ripieno con il pane avanzato, la polpa di cozze, le uova, il parmigiano, il prezzemolo e la mortadella. Riempio le cozze, le copro con un abbondante sugo di pomodoro fresco e basilico, poi le inforno, ecco fatto!

Manarola . Da Aristide Nonna Grazia prepara due piatti top: leacciughe salate in padella ,con cipolle prezzemolo patate e pomodori e ile sue leggendarie cozze ripiene

Miky, Monterosso
Questo tour gastronomico non poteva non finire se non con una ghiottoneria stellare: l’Acciugata alle Monterossina. A proporcela è lo Chef Michele De Fina, al timone ( è proprio il caso di dirlo…) del rinomato ristorante Miky.

Michele De Fina

Il piatto forte del menu è l‘Acciugata alla Monterossina. “Un piatto, dice De Fina, che  vuole ricordare la mia terra e i sapori della mia infanzia, quando le barche dei pescatori arrivavano sulla spiaggia e le donne del paese andavano a comprare il pesce per poi rivenderlo a La Spezia.
Gli odori della mia terra, il vento che faceva ondeggiare gli ulivi,  i giri in barca, le soste sugli scogli ricoperti da finocchietto selvatico…Tutto allora come ora”.

La ricetta della “Acciugata alla Monterossina”

Ingredienti:
25 acciughe di media grandezza

350 g di spaghetti (possibilmente fatti in casa)
Uno spicchio d’aglio
Olive Taggiasche
Capperi
Peperoncino
Pomodoro ciliegini
Pomodoro fresco passato
Sale prezzemolo
Finocchietto selvatico
Olio
Pinoli



Procedimento:

Pulire i filetti di acciughe da testa coda e viscere.
Mettere una pentola d’acqua e salare sul fuoco, portare ad ebollizione.
In una padella di rame scaldare un cucchiaio di olio, acciughe, aglio, pinoli, le olive Taggiasche e il peperoncino.
Scaldare bene poi aggiungere i filetti di acciuga.
Sfumare con vino bianco poi aggiungere i pomodori ciliegini tagliati e metà e la salsa di pomodoro.
Cuocere la pasta molto al dente e finire la cottura nella padella della salsa.
A cottura terminata della pasta guarnire con finocchietto selvatico e servire.

WOW! ogni altra didascalia sarebbe superflua…

INFO
Nelle Cinque Terre il periodo ideale per il trekking va da marzo a ottobre, mentre Il momento giusto per assaporare la sua cucina è..tutto l’anno!
www.parconazionale5terre.it

CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’
Per il prossimo tour, Giovedì 9 Settembre…
Puntiamo al Nord, dove ci aspettano le delizie della Val D’Aosta
For the english version just Click Next>

A “gourmet” journey into the enchantment of the CINQUE TERRE. Local specialties, top restaurants, a super recipe and “do it yourself” pesto!

Cinque Terre, a a short piece of the Ligurian coastline, just West of the border with Tuscany.
MonterossoVernazzaCornigliaManarola and Riomaggiore are five multi-colored borghi (villages) overlooking the Mediterranean Sea. They are pretty close to each other, a few minutes distance by car or train. Better yet, a boat, weather permitting, will take you back and forth, making an unforgettable five stop mini cruise. If you like to hike, you can also reach them via a beautiful trail and enjoy spectacular sea views.


Food wise, besides the classic products of Liguria, such as olive oil, pesto, walnut sauce and different varieties of focaccia, each “terra” (village with its surrounding land) has its own culinary specialties.

Superfine oil

An exquisite and precious oil, to be used raw as a condiment or to be enjoyed on bread with a pinch of bread. oregano, two olives and maybe a dried tomato. It is produced in limited quantities, coming from the pressing of the olives conferred by farmers residing within the territory of the Cinque Terre National Park. It maintains all the organoleptic characteristics derived from olives traditionally grown on terraced land, overlooking the sea of the Cinque Terre and represents the result of the centuries-old tradition of the territory.

Condimento sopraffino

In Riomaggiore the Luca & Guastalli Company produces the DOP Riviera Ligure Terre d’Amarela oil from organic cultivation of olives coming exclusively from our Riomaggiore olive grove in the Cinque Terre, while the Azienda Agricola l’Olio del Busanco di Giampietro Ferri produces the ‘extra virgin olive oil DOP obtained from olives from Busanco, a charming hill between Manarola and Riomaggiore, grazed directly from the plant and processed, solely by mechanical means, within 24 hours of harvesting.

A Riomaggiore l ‘Azienda Luca &Guastalli produce l ‘olio Dop Riviera Ligure Terre d’Amarela di coltivazione biologica di olive provenienti esclusivamente dal nostro oliveto di Riomaggiore

il miele di castagno e l'olio ottenuto dalle olive del Busanco
il miele di castagno e l’olio ottenuto dalle olive del Busanco, due eccellenze prodotte dalla Azienda agricola l’Olio del Busanco di Giampietro Ferri .

Adopt a hive to save the planet

Bees are pollinating insects that are the foundation of our ecosystem. Today they are in danger of extinction, their breeding is the only way we have to save them. Since its foundation, the Lucchi & Guastalli Company, champion of environmental protection, has taken care of more than 40 beehives, located in Riomaggiore and invites consumers to adopt one. Among their wonderful honeys stand out those of heather, acacia and chestnut, characteristic blooms of the territory.

"Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita". A. Einstein
“Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”.               A. Einstein

Street food delights

Enter the winding streets and passages called caruggi, where street vendors cook fried sardines, squid and prawns to perfection, wrapped in paper cones and garnished with a slice of lemon. .

Caldo e croccante : il pesce in versione street food

The chickpea farinata, typical of the whole territory, is a very low salty focaccia (less than a centimeter thick) cooked in a pan in a wood oven. In Cinque Terre it is also used to eat it as street food, often accompanied by fris de burbugiun (pumpkin fritters) or by tasty cones full of fried fish.

gusto e semplicità: la farinata di ceci

Anchovies, what a treat!

Lots of fish here,  from cod fritters, to Vernazza gianchetti in batter, to stuffed mussels cooked in a casserole with sauce, up to the famous Monterosso anchovies which, following a centuries-old tradition, are fished with a seine net and a lamp, then processed by hand within two or three days, carefully layered in jars, pressed and covered with brine, making them tender and tasty and allowing perfect conservation. e.

Le famigeratamente delizione acciughine di Monterosso accompagnate da un calice di Bianco Cinque Terre

Try them “au naturelle” simply seasoned with local olive oil, oregano, focaccia and butter, accompanied by a glass of Cinque Terre, the famous white wine of the area that requires mountaineering skills to be produced, given the steep slope on which the grapes grow. facing the sea .

Dai ripidi e difficili vigneti verticali proviene un’ eccellenza ligure apprezzata in tutto il mondo: il vino bianco Cinque Terre. La selezione più vasta è nella Cantina Parco Nazionale Cinque Terre 

“Pesto Experience”

In Manarola, Nessun Dorma produces, before your eyes, one of the most genuine pesto in the area and, on request, you can become a “pestaiolo chef”, following the “Pesto Experience” class, discovering its aromas and secrets and taking you home as well as yours. self made pesto also the mortar where to chop it.

Il pesto “fai da te” di Nessun Dorma

The true classic recipe calls for Genoese basil leaves, a good pecorino cheese, pine nuts and excellent quality extra-virgin olive oil., But there are numerous variations: with walnuts, dried tomatoes or the irresistible Riviera with Taggiasca olives, produced from  Italpesto.

Classico al basilico o alternativoalle olive taggiasche, sempre un grande “amico” di un buon piatto di pasta, come quelli che troverete a Cornaglia

The rice cake from Monterosso

Sweet – not sweet: it is a savory flan based on rice, eggs and ricotta and often enriched with a yellow saffron and red tomato color. His must is to taste it accompanied by a good glass of Cinque Terre white

Torta di riso di Monterosso

Sciacchetrà, it ‘s time to toast!

Imagine: a secret bottle kept in the cave for years (sometimes more than 30). It is the rich and velvety wine called sciacchetrà. This ancient treasure is resurrected on the occasion of a wedding as the greatest gift the groom’s family can offer to the bride’s family. I had the privilege of opening a bottle that was over 10 years old. Intense color, from golden to amber shades. The taste is a fruity and floral bouquet reminiscent of a Mediterranean garden: hints of dried fruit, apricot jam, nectarines, vanilla, chestnut honey and spices.

Un brindisi dovuto allo spledore delle Cinque Terre, nauralmente con un calice di schiacchetrà d’annata..

Good or better than good…

Rio Bistrot, Riomaggiore
A cantina de Manavan,
Corniglia
Belforte, Vernazza
Il Pirata delle Cinque Terre, Vernazza
Causa Persa, Monterosso
Dau Cila, Riomaggiore

I piatti di pesce regnano sulle tavole delle Cinque Terre, qui siamo al Dau Cila a Riomaggiore

I tried, I loved it!

Trattoria dal Billy , Manarola.
I started with a  great appetizer of 12 types of hot and cold fish, and then continued with a superb sea bass served with roasted potatoes, tomatoes, peppers and aromatic herbs, a perfect combination of the best the sea and the earth can offer. . Then the chef went back to my table and said: “Now you taste the sea bass eyes”. Well, a tip: don’t say no … you will discover a pleasant and tasty bite, not at all slimy, as you might have expected, I would say a spicy touch that brightens the delicate taste of the fish.

Pesce freschissimo, la prerogativa di ” Dal Billy”, Manarola

Da Aristide, Via Discovolo, 138 Manarola
Nonna Grazia makes her famous sardines and her irresistible stuffed mussels.“It’s a simple recipe, says Nonna with a captivating smile, I make the filling with leftover bread, mussel pulp, eggs, parmesan, parsley and mortadella. I fill the mussels, cover them with a generous amount of fresh tomato sauce and basil, then bake them, that’s it! “

Manarola . Da Aristide Nonna Grazia prepara due piatti top: leacciughe salate in padella ,con cipolle prezzemolo patate e pomodori e ile sue leggendarie cozze ripiene

Miky, Monterosso

This gastronomic tour ends with a stellar delicacy: the Acciugata alle Monterossina.
To propose it to us is Chef Michele De Fina, at the helm (it should be said …) of the renowned Miky restaurant.

Michele De Fina

The highlight of the menu is the Acciugata alla Monterossina.“A dish, says De Fina, which wants to remember my land: Monteross and the flavors of my childhood, when the fishing boats arrived on the beach and the women of the village went to buy fish and then resell it in La Spezia. my land, the wind that made the olive trees sway, the boat rides, the stops on the rocks covered with wild fennel … Everything then as now “.

The recipe for “Acciugata alla Monterossina”
Ingrediants:
25 medium-sized anchovies 350 g of spaghetti (possibly homemade) A clove of garlic Taggiasca olives Capers Chili pepper Cherry tomatoes Fresh tomato puree Salt parsley Wild fennel Oil Pine nuts
Method:
Clean the anchovy fillets from head to tail and viscera. Put a pot of water and season with salt, bring to a boil. In a copper pan, heat a tablespoon of oil, anchovies, garlic, pine nuts, Taggiasca olives and chilli. Heat well then add the anchovy fillets. Deglaze with white wine then add the chopped cherry tomatoes and the tomato sauce. Cook the pasta al dente and finish cooking in the sauce pan. When the pasta is cooked, garnish with wild fennel and serve.

WOW! ogni altra didascalia sarebbe superflua…

INFO
INFO In the Cinque Terre the ideal period for trekking is from March to October, while the right time to savor its cuisine is… all year round!
www.parconazionale5terre.it

 

 

 

 




In viaggio con Dante. Lerici, atmosfere romantiche nel Golfo dei Poeti

“Tra Lerice e Turbia la più diserta,

la più rotta ruina è una scala,

verso di quella, agevole e aperta”

Purgatorio III (49-51)

Anche Dante rimase incantato dalla bellezza di Lerici, splendido borgo marinaro in provincia de La Spezia. E, dopo di lui, anche Petrarca, Boccaccio e i grandi del Romanticismo, da Lord Byron a Shelley, fino a Carducci e D’Annunzio. Ecco perché questo tratto della costa ligure viene chiamata “Il Golfo dei Poeti”.

Ma torniamo a Dante, in questa nuova puntata della serie dedicata al Sommo Poeta in occasione dei 700 anni dalla sua morte. Nel Purgatorio, Dante cita Lerici per descrivere la ripida rupe mentre sale sulla montagna. Si sa che l’autore della Divina Commedia visitò Lerici e Portovenere durante il suo soggiorno in Lunigiana. Nel 1306, infatti, fu ospite di Franceschino di Mulazzo durante il suo ruolo di mediatore per la pace di Sarzana, poi siglata il 6 ottobre di quello stesso anno, tra il Vescovo di Luni e i Marchesi Malaspina.

Nello stesso giorno, Dante proseguì per Castelnuovo Magra per presiedere alla firma ufficiale del trattato. Possiamo, allora, immaginare con gli occhi di allora che cosa vide e impressionò Dante di questi splendidi paesaggi e questo mare terso, magari scegliendo proprio Lerici per un weekend.

Lerici, che cosa vedere nel centro storico

Il monumento più importante di Lerici è il Castello di San Giorgio, che domina il borgo da un promontorio. Costruito tra il XII e il XIII secolo, è stato recentemente restaurato e ospita al suo interno il Museo Geopaleontologico. Dalle sue mura si gode una splendida vista di Lerici e dei borghi vicini. Potete scegliere se salire con l’ascensore, oppure, se siete sportivi, salire i 168 gradini che portano al cospetto delle mura.

Veduta di Lerici con il castello di San Giorgio

Splendido anche l’Oratorio di San Rocco, con la sua Torre, risalente al Duecento e costruito su un edificio precedente. La Torre, invece, è stata costruita in epoca romana a scopo difensivo ed è stata successivamente trasformata in campanile.

La torre medievale dell’oratorio di San Giorgio

Tra le dimore storiche che meritano una sosta in centro storico ci sono Ca’ Doria e Ca’ Rugia. Nella prima abitò Andrea Doria e risale al Cinquecento. La seconda è invece un bell’esempio di casa-torre che mantiene ancora le alcune sue caratteristiche, come la scala esterna in marmo e il balcone decorato in arenaria.

I giardini di Villa Marigola

In cima al promontorio che separa Lerici dalla frazione di San Terenzo si trova invece la splendida Villa Marigola, del Settecento, fulcro del romanticismo ottocentesco e particolarmente cara a Percy Shelley e a sua moglie Mary, autrice di Frankenstein, che vi passarono molto tempo durante i loro soggiorni in Liguria.

Le spiagge di Lerici

Lerici è soprattutto un borgo marinaro e meta ideale a chi vuole abbinare un weekend di storia, cultura e relax. La spiaggia cittadina è il Lido di Lerici, una lunga distesa di sabbia attrezzata. Spostandosi verso ovest, invece, si raggiunge la Venere Azzurra, una spiaggia libera e sabbiosa. Avanzando ancora, si incontra la Spiaggia di San Terenzo, una striscia di fine sabbia chiara abbracciata tra l’azzurro del mare e i colori vivaci delle case della frazione.

Il Lido di Lerici

Per chi ama le spiagge meno frequentate e selvagge, ci sono le Spiagge di San Giorgio, tre calette ai piedi del promontorio dove sorge il Castello. Sono divise dagli scogli e si affacciano su una baia spettacolare, tra vegetazione mediterranea e acque cristalline.

Una delle spiagge di San Giorgio

Nella frazione di Fiascherino, invece, si trova l’Eco del Mare, una spiaggia da cartolina che domina una delle insenature più belle di tutta la Liguria. Si raggiunge tramite una scalinata con vista panoramica mozzafiato.

La spiaggia Eco del Mare

Altre magnifiche spiagge nei dintorni sono la Marianella Deliziosa, Baia Blu, poco distante dal borgo di San Terenzo, tra Punta Santa Teresa e Punta Galera, e La Caletta, tra Lerici e Tellaro, che si raggiunge solo via mare.

Le escursioni nei dintorni di Lerici

Se avete tempo, da Lerici potete fare delle belle escursioni nelle sue frazioni, San Terenzo, Fiascherino e Tellaro, splendidi borghi marinari con spiagge meravigliose e testimonianze storiche.

Tellaro

Per esempio, potete partire dal Castello di Lerici e, con una passeggiata di appena 2 km, arrivare al Castello di San Terenzo, di origine cinquecentesca. Anch’esso arroccato su uno sperone di roccia a picco sul mare, fu costruito a scopo difensivo, oggi ospita mostre e spettacoli. Si sviluppa su due livelli, quello più basso a pianta pentagonale e tre torri, e uno superiore, più antico, con una sola torre. Dal castello si gode una vista mozzafiato. Ne vale proprio la pena.

Il castello di San Terenzo

Un’altra splendida escursione è quella che parte da Lerici alla volta dei Monti San Lorenzo, che si trovano alle spalle del borgo. Qui si trova un sito megalitico composto da pietre disposte in modo che la luce del sole al tramonto, in particolare nel periodo attorno al solstizio d’estate, formi su di esse una farfalla dorata.

Il fenomeno della Farfalla dorata

COME ARRIVARE

In auto: A12 Genova-Livorno con uscita Sarzana, poi seguire le indicazioni per Lerici. In treno: scendere a Sarzana, poi collegamenti con Lerici in autobus. In alternativa, scendere a La Spezia e poi in autobus fino a Lerici.

DOVE MANGIARE

*L’Ancora di Lerici, piazza Garibaldi 26, Lerici (SP), tel 0187/966229, www.lancoradilerici.it Menù di qualità con piatti di carne e di pesce fresco del golfo. Da provare le cozze, preparate in diverse versioni. Assortita carta dei vini, primo tra tutti il Vermentino.

*Il Frantoio, via Cavour 21, Lerici (SP), tel 0187/964174. Ottimo menù di pesce, dall’antipasto ai secondi. Tra i primi, spiccano le deliziose abbinate tra pesto ligure e pesce.

*Bontà Nascoste, via Cavour 52, Lerici (SP); tel 0187/965500, www.bontanascoste.it In un ambiente curato e raffinato, si possono gustare specialità di pasta e pesce, anche crudo.

DOVE DORMIRE

*Hotel Florida***, Lungomare Biaggini 35, Lerici (SP), tel 0187/967332, www.hotelflorida.it In splendida posizione fronte mare e a 10 minuti da Lerici. Dispone di una bella terrazza panoramica con vista sul Golfo dei Poeti. Animali ammessi.

*Albergo Serena***, via della Libertà 22, loc. Cerri, Lerici (SP), tel 0187/988632, www.albergoserena.net In una splendida località sulle colline liguri, a 2,5 km da Lerici.

*Hotel Cristallo***, via Fiascherino 158, loc. Frascherino, Lerici (SP), tel 0187/967291, www.hotelcristallolerici.it A 200 metri dal mare e a 2,5 km dai traghetti per le Cinque Terre, dispone di un giardino e di un terrazzo sul Golfo dei Poeti. Alcune camere hanno il balcone vista mare.

INFO

www.lericicoast.it




In viaggio con Dante. Sarzana, il cuore della Lunigiana

Nell’anno in cui si celebrano i 700 anni della morte di Dante Alighieri, continua il nostro “Viaggio con Dante” nei luoghi visitati o citati dall’autore della Divina commedia. Questa settimana andiamo insieme a Sarzana, in provincia de La Spezia. In posizione strategica tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, vanta una storia antichissima, che risale alla città romana di Luni. Qui si susseguirono grandi famiglie, come i Castracani, i Malaspina e i Visconti.

E anche Dante soggiornò nella città, come attesta un atto notarile del 1306, conservato presso l’Archivio di Stato di La Spezia. Tra gli illustri ospiti della città ci sono poi il poeta Pier delle Vigne, citato dallo stesso Dante nell’Inferno, Guido Cavalcanti, San Francesco d’Assisi e, in tempi più recenti, Vittorio Alfieri e Alessandro Manzoni.

L’atto notarile che attesta la presenza di Dante a Sarzana nel 1306

Dante a Sarzana

Durante le sue lunghe peregrinazioni da esule, Dante arrivò a Sarzana il 6 ottobre 1306, con uno scopo ben preciso: siglare la pace tra la potente famiglia dei Malaspina dello Spino Fiorito, e il Vescovo Conte di Luni, il genovese Antonio di Nuvolone da Camilla, che era invece protetto dalla nobile famiglia dei Fieschi, Conti di Lavagna.

Il “ricordo” del passaggio di Dante a Sarzana in piazza Matteotti

Tra le due parti era in atto in atto una controversia che durava da anni, spesso sfociata in episodi di guerriglia e una vera e propria faida familiare. Dante ricevette l’incarico di procuratore dei Malaspina nella Piazza della Calcandola, che oggi è Piazza Matteotti. La nomina fu siglata da un atto formale, stilato dal notaio sarzanese Giovanni di Parente di Stupio, alla presenza del marchese Franceschino di Mulazzo. Dopo la nomina, Dante e il notaio si trasferirono poi a Castelnovo per la sottoscrizione dell’atto di pace con il Vescovo Conte di Luni.

Che cosa vedere a Sarzana: i castelli

Il cuore di Sarzana è la cittadella murata cinquecentesca, racchiusa dalle mura con quattro torrioni, rimasta pressoché intatta. Il centro storico si sviluppa lungo le vie Mazzini e Bertoloni, tra Porta Parma e Porta Romana, che sorgono lungo l’antica via Francigena. Su queste via si affacciano importanti palazzi nobiliari, tra cui il Palazzo Remedi, il Palazzo del Podestà Lucciardi e il Palazzo Municipale.

La fortezza Firmafede

Da non perdere una visita alla Fortezza Firmafede, simbolo della città. Fatta costruire da Lorenzo De Medici su una precedente fortezza del 1249, rimaneggiata da Castruccio Castracani nel 1324, si compone di un corpo centrale a forma di quadrilatero, che racchiude un maschio centrale, ed è circondata da un fossato esterno. Qui si tengono importanti eventi culturali, tra cui il Festival della Mente.

La fortezza durante un evento serale

Vale la pena raggiungere il Colle di Sarzanello, a 2 km dalla città, per ammirare la Fortezza di Sarzanello, che domina la vallata del fiume Magra. Si trova nel luogo in cui sorse il nucleo originario in cui si stabilì la popolazione dall’antica Luni. Si presenta come un borgo murato con all’interno un palazzo fortificato, residenza del vescovo. Si può raggiungere anche a piedi, percorrendo il sentiero Montata di Sarzanello, e attraversando panorami di rara bellezza. La fortezza è visitabile anche al suo interno e ospita eventi e spettacoli.

Le antiche chiese e le pievi

Tornando nel centro storico di Sarzana, in via Rossi si trova la Pieve di Sant’Andrea, la più antica struttura religiosa della città, che risale al X secolo, ma rimaneggiata in quelli successivi. Oggi si presenta come la tipica architettura religiosa medievale, con una torre campanaria e una facciata decorata da un portale cinquecentesco sormontato dal Sidus, una stella a otto punte, simbolo dei consiglieri Anziani del Comune di Sarzana, detentori del potere legislativo.

Il sidus sul rosone della chiesa di Sant’Andrea

Spostandosi in via Nicolò V, vale una visita la Cattedrale di Santa Maria Assunta, originaria del Duecento ma ultimata nel 1474. Papa Nicolò V, nativo di Sarzana, vi fece altri importanti interventi nel corso del Cinquecento. In stile romanico gotico, con una facciata di marmo e un rosone, conserva al suo interno diversi tesori d’arte, come le pale di Domenico Fiasella del 4132 e il crocifisso detto la “Croce di Mastro Guglielmo”, del 1138, considerato unico nel suo genere. Nella facciata, poi, in alto a sinistra, spicca una spada conficcata nel marmo bianco, le cui origini e significato rimangono ancora misteriosi.

La cattedrale di Santa Maria Assunta

Passando in via San Francesco, si notano la chiesa omonima e il Chiostro, che si dice siano stati fondati dal Santo di Assisi, qui di passaggio, nel 1238. Al suo interno ci sono i sepolcri decorati del figlio di Castruccio Castracani, morto bambino nel 1322, e del vescovo Bernardo Malaspina, morto nel 1340.  Nel chiostro si trovano invece due curiose iscrizioni, una in latino e una in lingua austro-bavarese, probabilmente risalente al periodo in cui la Repubblica di Genova si avvaleva di mercenari tedeschi.

Facciata della Chiesa di San Francesco

I palazzi nobiliari di Sarzana

Vale una sosta anche il Palazzo Municipale, in Piazza Luni, del XV secolo, che presenta elementi di stile fiorentino e genovese. Nel porticato del cortile interno sono stati inseriti diversi frammenti provenienti dall’antica città romana di Luni. Splendido anche il grande scalone in stile rinascimentale.

La facciata del Palazzo Municipale

In Piazza Matteotti si trova invece Palazzo Parentucelli Calandrini, del Trecento. Il palazzo prende il nome da Tommaso Parentucelli, divenuto poi papa Nicolò V, fondatore della Biblioteca Vaticana.

Palazzo Parentucelli Calandrini

In via Mazzini si può ammirare il Teatro Impavidi, l’unico di Sarzana. Costruito su un antico convento di frati domenicani nel 1807, si compone tra tre ordini di palchi con un loggione al centro. Splendide le decorazioni e gli stucchi di stampo barocco.

Interno del Teatro Impavidi

Infine, spostatevi in via Mazzini dove si trova la casa dei Bonaparte di Sarzana, la famiglia di Napoleone. Qui visse Gabriele Bonaparte, figlio di Francesco, che nel 1567 si trasferì ad Ajaccio, in Corsica, la città che poi darà i natali al discendente più celebre della famiglia: Napoleone Bonaparte.

Che cosa mangiare a Sarzana

C’è solo l’imbarazzo della scelta tra i piatti di terra e di mare, con influenze emiliane e toscane. Da provare i tordei, ravioli fatti di pasta sfoglia ripiena con un composto di carne di maiale, mortadella, parmigiano, uova, bietole, scarola e borragine, da gustare conditi con il ragù di carne.

I tordei, ravioli di carne e verdura

Tra i primi tipici ci sono anche i testaroli, a base di acqua, farina e sale, conditi con il classico pesto ligure, ma buoni anche con olio e formaggio. Per un aperitivo o uno spuntino, non perdetevi i panigacci o gli sgabei, che assomigliano allo gnocco fritto emiliano, ma di forma allungata, da mangiare da soli oppure con salumi e formaggi.

Passando ai piatti di pesce, provate gli spaghetti con i muscoli, oppure i maccheroncini con tonno e olive taggiasche, o, ancora, gli spaghetti con alici, pinoli e pangrattato. E non dimenticate di accompagnare il tutto con un buon Vermentino o un altro dei vini dei Colli di Luni.

COME ARRIVARE

In auto: A12 Genova-Livorno con uscita Sarzana. Oppure la A15 Parma-La Spezia con la stessa uscita. Si può anche percorrere la SS62 del Passo della Cisa o la SS63 del Passo del Cerreto.

DOVE MANGIARE

*I Fondachi, via dei Fondachi 40, Sarzana (SP); tel 0187/622819. Locale tipico, con menù di piatti tradizionali, tra cui focacce farcite. Ottimo il battuto di baccalà con cipolle in agrodolce e olive taggiasche.

*Il Loggiato, via Bonaparte 11, tel 0187/620165, Sarzana (SP), www.pasticceriagemmi.it In un edificio del Cinquecento, offre un ambiente romantico e raffinato, con una splendida terrazza che si affaccia sul centro storico. Menù con piatti stagionali.

*Osteria dei Sani, via Torrione Testaforte 11, Sarzana (SP), tel 0187/620829, www.osteriadeisani.it . Ricavato in una chiesa sconsacrata del Cinquecento, offre un menù di cucina biologica, piatti di pesce e tipici. Buona carta dei vini.

DOVE DORMIRE

*La Villetta, via Sobborgo Emiliano 24, Sarzana (SP), tel 328/2626440, www.albergolavilletta.net Hotel in posizione strategica tra il centro di Sarzana, le spiagge di Marinella e Bocca di Magra e le Cinque Terre. Camere semplici con tutti i comfort. Animali ammessi.

*Caterina Park Hotel*** , via della Cisa III, Sarzana (SP), tel 0187/622095, www.santacaterinaparkhotel.it Alle porte di Sarzana, circondato da ulivi secolari e giardini, dispone di camere dotate di ogni comfort, tra cui 9 suite, 18 junior suite ideali per le famiglie.

*Al Sant’Andrea***, via Variante Aurelia 34, Sarzana (SP), tel 0187/621491, www.alsantandrea.com A 2 km dalla fortezza Firmafede, dispone di ristorante, camere con arredi in legno, TV satellitare, wi fi e parcheggio gratuito.

INFO

www.ilovesarzana.it

www.comunesarzana.gov.it




In viaggio con Dante. Noli, l’antica Repubblica Marinara

Vassi in San Leo e discendesi in Noli,

montasi su in Bismantova e ‘n Cacume

con esso i pié; ma qui convien ch’om voli;

Purgatorio, Canto IV, 25-27

Continua il nostro “Viaggio con Dante”, alla scoperta dei luoghi che sono stati citati nel suo capolavoro assoluto, la Divina Commedia, ma anche quelli che il Sommo Poeta ha visitato personalmente.

Dopo avervi presentato Gradara e Bismantova, questa settimana ci spostiamo in Liguria, in provincia di Savona, dove si trova il borgo medievale di Noli, su cui sventola la Bandiera Blu del Touring e annoverato tra i Borghi più belli d’Italia”.

Ai tempi di Dante, Civitas Nauli era una roccaforte guelfa e Repubblica Marinara dal 1193, alleata di Genova e ai ferri corti con Savona. Dante la visitò nel 1306, mentre si recava in Francia, e rimase talmente colpito dalla sua bellezza da decidere di immortalarla nell’architettura del Purgatorio, sebbene “nascosta” da artefatti poetici.

Visitare Noli sulle tracce di Dante

Visitare Noli, oggi, significa vedere quello che, più o meno, vide lo stesso Dante. Siamo nel Ponente Ligure, tra Capo Noli e Punta Vescovato. Il centro storico è uno splendido esempio di architetture medievali e conserva ancora 72 torri, di cui 8 originali.

Una targa ricorda il passaggio di Dante nella Loggia della Repubblica

Di questa, la Torre di San Giovanni si può visitare. Si cammina per le strade ammirando antichi palazzi nobiliari e la cinta muraria che conduce fino al Castello di Monte Ursino, protetto da due pieghe della montagna e a picco sul mare azzurro.

Il Castello di Monte Ursino con la conta muraria

Seguendo uno splendido portico si arriva poi al Palazzo Comunale, anch’esso di origine medievale, la cui Torre Civica è una delle otto originali rimaste. Tra gli edifici religiosi spicca la Cattedrale di San Paragorio, a tre navate e con un portico quattrocentesco. Al suo interno, oltre ad alcuni sepolcri, si trovano alcuni affreschi del trecento, una cattedra del Duecento e un crocifisso ligneo di pregevole fattura.

La Cattedrale di San Paragorio

Merita una visita anche la Cattedrale di San Pietro, del 1200, ma restaurata nel 1600. Arrivando fino alle pendici del monte, si arriva al Palazzo Vescovile, oggi un hotel con ristorante stellato, che conserva ancora affreschi e arredi d’epoca. Interessante il Museo Civico Diffuso, che comprende i due begli itinerari del “Sentiero del Pellegrino”, e l’antica “Strada Romana di Voze”.

Pescatori sulla spiaggia di Noli

Percorrendo invece la Passeggiata dei Pescatori si arriva fino al Mercato ittico di Noli. La cittadina, dal 2014, è Presidio Slow Food per i cicciarelli, i tipici pesci del golfo che si pescano ancora secondo l’antica tradizione della sciabica.

Frittura di cicciareli

Da non perdere, poi, un momento di relax sulla bella spiaggia sabbiosa che si estende da Capo Vescovado a Capo Noli, abbracciata da una piccola baia ad arco. Le acque cristalline in cui si bagna sono Bandiera Blu dal 2013. Non per niente, Noli è meta degli amanti delle attività subacquee, della vela e del windsurf.

Spiaggia dei Pescatgori

La Passeggiata Dantesca

Quando Dante arriva a Noli, nel 1306, si sta dirigendo in Francia e sta percorrendo la mulattiera che si snoda sulle alture del golfo. Oggi, è possibile percorrere la Passeggiata di Dante, un percorso segnalato che si addentra nell’entroterra, regalando scorci di rara bellezza e monumenti interessanti.

La segnaletica della Passeggiata Dantesca

Il percorso parte da via XXV Aprile, a Noli, dove si incontra la segnaletica. Si prosegue poi sul sentiero che risale il versante orientale di Caponoli e si passa accanto alle vestigia delle chiese romaniche di San Lazzaro e di Santa Margherita. Si arriva quindi sul crinale, in località Semaforo. Di qui si prende a destra e si percorre la via sterrata che si snoda lungo il crinale per circa 1,5 km. Arrivati in località Cian du Feru si svolta a destra e si sala fino a Crovi.

Lo splendido panorama sul percorso della Passeggiata Dantesca

Si raggiunge poi il bivio Terrerosse e si prende prima a destra poi a sinistra. Si prosegue fino alla segnalazione di “Sentiero ripido” e si svolta a destra attraversando il Bosco del Perasso. Si incontra poi una strada asfaltata che risale fino a Voze. Si passa dal centro storico, poi si prende l’antica mulattiera, o strada romana, che in una ventina di minuti riporta a Noli.

DOVE DORMIRE

*Hotel Palazzo Vescovile****, Piazzale Rosselli, Noli, tel. 019/7499059, www.hotelvescovado.it Hotel di charme ricavato nell’antica sede dell’arcivescovado di Noli. Si affaccia in uno degli angoli più suggestivi della costa, tra Capo Noli e il Castello di monte Ursino.

*Hotel Glicine***, Piazza Garibaldi 7, Noli, tel 019/748168, www.albergoilglicine.eu Nel centro storico di Noli a soli 200 metri dalle spiagge, offre camere arredate in colori pastello con wi fi gratuito.

DOVE MANGIARE

*U bucun du preve, via Musso 16, Noli (SV), tel 019/7485289, trattoria nel centro storico con piatti della cucina ligure e particolare attenzione ai prodotti del territorio.

*Da Pino, via Sartorio 4, Noli (SV), tel 348/4251148 https://pino.playrestaurant.tv/ Piatti di pesce e della cucina ligure. Buona carta dei vini.

INFO

www.comunenoli.gov.it




Bandiere Blu. Sventolano a Sestri Levante (GE), Siderno (RC) e Alì Terme (ME)

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle spiagge e degli approdi su cui sventolano le Bandiere Blu, a partire proprio dalle nuove entrate 2020. Mare pulito, servizi, iniziative ambientali e rispetto per il territorio e la sua biodiversità sono solo alcuni dei criteri in base ai quali viene assegnato il prestigioso riconoscimento. Un altro buon motivo per scegliere queste spiagge “decorate” per le nostre vacanze o weekend.

A Sestri Levante (GE) due Bandiere Blu

Due Bandiere Blu per le spiagge di Sestri Levante, la Baia delle Favole e la Baia del Silenzio. Sestri viene chiamata anche “la città dei due mari”, perché il centro storico si è sviluppato proprio sul promontorio che divide le due spiagge, tra le più belle della Liguria e d’Italia.

Il loro fascino ha colpito, nel tempo, personalità come il compositore tedesco Richard Wagner, lo scienziato Guglielmo Marconi, lo scrittore olandese Arthur Van Schendel e, soprattutto, Hans Christian Andersen. Proprio al grande scrittore, amante di questi luoghi, è stata dedicata la Baia delle Favole e il premio letterario cittadino.

La spiaggia è compresa tra il delizioso porticciolo turistico e la galleria di Sant’Anna, si estende per circa 1700 metri ed è tra le più grandi del Golfo del Tigullio. La sabbia è morbida e chiara, costeggiata da un lungomare rigoglioso, tra oleandri, pini e ulivi. Alcuni tratti sono attrezzati, altri sono spiaggia libera.

Le fa da contraltare, dalla parte opposta del promontorio, la Baia del Silenzio, votata tra le dieci più belle d’Italia. Qui le acque limpide si infrangono sulla sabbia ghiaiosa, mentre alle sue spalle si affacciano le tradizionali case liguri dai colori vivaci.

Dalla Baia del Silenzio partono alcune belle escursioni. Tra le più belle c’è la salita al promontorio di Punta Manara attraverso un sentiero facile e adatto a tutti. In circa un’ora si arriva in cima, per ammirare un panorama unico sulla baia. Non è difficile avvistare, durante il tragitto, farfalle colorate, bianconi e l’elusivo falco pellegrino.

Passeggiate poi nel centro storico di Sestri Levante, tra stradine pittoreschi e slarghi su cui si affacciano case e botteghe colorate. Valgono una sosta il Convento dei Cappuccini, la chiesa di San Nicolò, di origine medievale, è l’Oratorio di Santa Caterina, barocco.

Spiccano anche gli edifici storici di Palazzo Negrotto Cambiaso e Villa Gualino, oggi convertita in hotel, e Torre Marconi. Se avete tempo, fate un salto alla Pinacoteca Rizzi, per ammirare le opere di pittori fiamminghi, ma anche ceramiche e arredi antichi.

Per una sosta golosa, invece, non perdetevi la focaccia con cipolle e formaggio, oppure la pasta con il pesto alla ligure o il bagnum, una zuppa con acciughe, pomodori, olio di oliva e pane.

INFO: www.comune.sestri-levante.ge.it/

…scopri nella 2° pagina le altre Bandiere Blu…

Siderno, (RC), la Bandiera Blu svetta sulla Costa dei Gelsomini

La seconda “new entry” tra le Bandiere Blu di questa settimana è la spiaggia di Siderno, in provincia di Reggio Calabria, sulla Costa dei Gelsomini. Caratterizzata da una sabbia chiara e morbida, lambita da un mare limpido e azzurro, dove hanno dimora diverse specie di pesci, è molto estesa e fa parte di quello splendido tratto di costa che si estende per centinaia di chilometri dalla punta dello Stivale fino a Isola di Capo Rizzuto.

Siderno Marina, poi, è uno splendido borgo marinaro con pregevoli testimonianze storiche, artistiche e architettoniche. Come Piazza del Risorgimento con la sua bella fontana e i due leoni, oppure la Villa Comunale, circondata da altre due piazze.

Vale una sosta anche la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo e Villa Albanese, appartenuta al senatore del Regno d’Italia Giuseppe Albanese. Da non perdere una passeggiata sul lungomare, tra bar, gelaterie, pizzerie, ristorantini con i tavoli all’aperto.

Visitate anche Siderno Superiore, la parte più antica, che si sviluppa sulle pendici di un colle. Passeggiate tra le stradine di ciottoli e tra le case dall’atmosfera antica, alternate a palazzi nobiliari del Seicento e Settecento. Come Palazzo Faletti con il suo splendido portale dichiarato “monumento nazionale”, Palazzo De Mojà e Palazzo Englen, che ospitò tra le sue mura re Ferdinando di Borbone.

Entrate per una visita anche nella Chiesa di San Nicola e ammirate il suo altare barocco e i dipinti seicenteschi. Fate un salto anche nella Chiesa di San Carlo Borromeo.

INFO: www.comune.siderno.rc.it/

Il lungomare di Alì Terme (ME) è Bandiera Blu

Alì Terme, piccolo Comune a 20 km da Messina, porta in Sicilia l’ottava Bandiera Blu per il suo splendido lungomare che costeggia la riviera jonica, alle pendici dei Monti Peloritani. La spiaggia si estende per circa 3 km ed è composta da ciottoli, lambiti da un mare limpido e pulito.

Tuttavia, il mare non è la sola attrazione di Alì Terme. Come suggerisce il nome, infatti, nella cittadina balneare si trovano diversi stabilimenti termali. Come le Terme di Granata Cassibile, note già ai tempi dei Romani e apprezzate dal grande matematico Cartesio che si recava qui in villeggiatura per curare le artriti.Più recenti, invece, le Terme Marino, che utilizzano anch’esse acque sulfuree e salsobromoiodiche che sgorgano a una temperatura di 39°C.

Senza dimenticare le bellezze del centro storico, tra cui la Torre Saracena, a base circolare, che si erge sul lato nord e sembra vegliare sul tratto di costa, proprio come faceva un tempo, quando la sua visione privilegiata consentiva di allertare la popolazione in caso di attacchi di pirati.

Lungo via Nazionale si trova invece la bella Chiesa di San Rocco, diventata, negli anni, la principale della cittadina.

INFO: www.comune.aliterme.me.it




DEODATO ARTE: a Levanto l’arte in vacanza con te

DI COSA DI TRATTA

Deodato Arte è un brand che si occupa di vendita di arte contemporanea di artisti internazionali molto noti, ma investe anche su artisti emergenti. E’ stato fondato nel 2015 da un informatico e teologo, un esperto di processi aziendali e digital marketing. La Società ha la sua sede principale a Milano, ma nel capoluogo lombardo ha altri due sedi. Il suo modello innovativo di galleria d’arte è in forte espansione ed è presente anche in Svizzera ed ad Hong Kong, in Francia, in UK ed in altri paesi europei.

Ogni artista è presente con le sue opere in diversi formati e, ovviamente, a prezzi differenti. Per Deodato Arte, l’arte è vissuta per godimento, ma anche per investimento. Questo necessita una organizzazione strutturata che non vuole effettuare vendite di artisti occasionali  o non professionisti. Tuttavia, anche i giovani artisti trovano un loro spazio. Deodato Arte, investendo in talenti emegenti, lavora così per il lungo periodo. La sua strategia si basa sul passaparola e non per massimizzare un guadagno immediato. Non cerca mai di vendere nulla. Regala invece emozioni e informazioni. Chi le apprezza può decidere di acquistare o di non farlo. Lo si può in galleria e on-line.

IL PROGETTO

Deodato Arte è sempre in movimento. Quest’estate ha riproposto lo slogan: Veniamo in vacanza con te!“. Ha infatti confermato anche quest’anno la sua presenza a Porto Cervo dall’11 luglio al 5 settembre. In questi mesi, si apre una nuova Temporary Gallery nella splendida Levanto (Spezia) , dall’11 luglio al 30 agosto, dalle h.17.30 alle h.23, in Corso Italia, 5. L’ingresso è rigorosamente gratuito. L’elegante ospitalità è una costante. In mostra opere di Banksy, Mr.Brainwash, Romero Britto, Jeff Koons, Mr.Savethewall, Andy Warhol, Basquiat e tanti altri protagonisti della scena contemporanea.

Indirizzo: Waterfront Costa Smeralda – Pod 11 – Marina di Porto Cervo, Porto Vecchio Arzachena (OT)

Orario: dal Lunedì alla Domenica18.00 – 01.00

 

Le tradizioni gastronomiche liguri del Golfo dei Poeti

Levanto è la porta che si apre alle Cinque Terre. Terra generosa anche per i vegetariani che trovano squisite verdure racchiuse da sfoglie, torte di riso, erbe che diventano salse. Un piatto tipico sono i gattafin: ravioli ripieni di bietoline o erbette selvatiche con formaggio e uova, fritti. La sfoglia è leggerissima e il ripieno molto equilibrato. Sono serviti solitamente come antipasto. Le Cinque Terre hanno una cucina semplice, perché rispecchia l’animo di un popolo schivo che ha saputo tirare fuori il meglio dal poco che il mare e la terra potevano donargli.

Tra i piatti tipici della cucina locale c’è Il “Polpo di Tellaro” condito con prezzemolo tritato, aglio ed olio d’oliva. E poi il pesto, la salsa ligure per eccellenza. Troviamo poi i panigacci: una sorta di piadina, leggermente spessa e dalla forma rotonda. Sono realizzati solo con acqua, farina e sale. Si cuociono fra due testi di terracotta o argilla ben caldi. Possono essere un ottimo piatto portante oppure fare da apripista al pasto. Di solito vengono accompagnati da affettati, salumi e formaggi.

Un primo piatto squisito sono i testaroli: un tipo di pasta piuttosto morbida, che veniva preparata già dagli antichi Romani. Vengono serviti tondi o tagliati a quadretti e conditi con pesto, olio e formaggio oppure con sugo di funghi (il cosiddetto “tris” perché nel piatto ci sono tre pezzi con i relativi condimenti). Ed infine troviamo la farinata, una sorta di torta bassa salata preparata con farina di ceci, che può essere sia un ottimo antipasto che un piatto unico.

Di Benedetta D’Argenzio




L’estate 2020? In Italia e barca a vela

Vivere il mare in piena libertà, spostandosi fra isole mitiche e tratti di costa fra i più belli d’Italia, toccando baie e spiagge solitarie. Ecco il tema conduttore dell’estate 2020. La barca a vela è uno dei mezzi più sicuri e sostenibili per vivere una vacanza attiva, coinvolgente, entusiasmante, a contatto con la natura. A noleggio senza o con skipper e, se volete, equipaggio. In famiglia o con amici, in totale sicurezza e social distancing garantita, lungo le coste e le isole italiane. Magari iniziando con un weekend e poi con una o più settimane.

Il tour operator, Mondovela, leader nel settore, ha molte proposte di barche a noleggio adatte a famiglie o gruppi di amici consolidati per crociere di varia durata, dal weekend, a una o più settimane nel Mediterraneo.  Ecco alcune rotte.

In Liguria weekend e crociere settimanali

Nell’area del Golfo di La Spezia si trovano alcune basi d’imbarco molto comode. Da qui, a seconda del tempo a disposizione, è possibile navigare tra Mar Ligure e Alto Tirreno. Oltre a paesaggi incantevoli e località marine universalmente celebrate, qui si trova un importante santuario dei cetacei ed è abbastanza facile incrociare balenottere, capodogli, grampi, delfini e stenelle che non di rado si affiancano alle barche e inscenano evoluzioni spettacolari.

In un weekend rigenerante si può navigare verso Ponente e la meraviglia delle Cinque Terre o scoprire il tratto di mare che va da Lerici a Portovenere, abbracciando tra due promontori spiagge, coste frastagliate e le perle di Tellaro, San Terenzo, Fezzano, Le Grazie, l’isola Palmaria con il Tino e il Tinetto. Il Golfo dei Poeti prediletto da Shelley, Petrarca, Montale e soprattutto Byron, soggiogato dal fascino di Portovenere.

Con qualche ora di navigazione (30nm) si raggiungono luoghi famosi come Portofino, Santa Margherita Ligure, Rapallo, San Fruttuoso con il Cristo sommerso (visibile mettendo la faccia in acqua dalla superficie) e la sua Abbazia, che tutto il mondo ci invidia e che dalla barca sono ancora più suggestivi.

Con una o due settimane la crociera può puntare a ovest, toccando Capraia, Arcipelago della Maddalena e Corsica meridionale. Oppure rotta sud, per esplorare l’Arcipelago Toscano.

Compagna di viaggio

Mondo X è un Sun Odyssey 45, monoscafo di oltre 14 metri dotato di 4 cabine doppie. Comodo, spazioso, molto vivibile. Grazie alla sua concezione intelligente, è la barca a vela ideale per condividere momenti di divertimento e relax in navigazione e all’ancora. Base: Fezzano (SP). Costi: Weekend a partire da 1450 euro, settimana a partire da 3.060 euro per l’intera barca, escluso skipper (150 euro al giorno)

La magia delle Isole Pontine in barca a vela

Dalla terra della maga Circe si salpa verso l’arcipelago laziale. Una settimana per conoscere Zannone, Ponza, Palmarola, Gavi, Ventotene, Santo Stefano, fra rade selvagge e borghi marinari che invitano a lasciarsi alle spalle noie e stress e a ritrovare allegria e serenità. Si coglie anche nella parlata l’impronta partenopea, lascito dei Borbone che qui governarono per lungo tempo. Tutto un godimento in più, per l’influenza sulla notevole cucina locale e per la proverbiale sagacia degli isolani.

Fra le isole primeggiano Ponza e Ventotene. Ponza appare come l’opera di un pittore divino, con straordinari scorci e baie famose, da Cala dell’Acqua a cala Feola, e Chiaia di Luna, protetta dall’inconfondibile parete di tufo alta 60 metri. Di Ventotene basti dire che venne scelta dall’Imperatore Augusto per costruire la sua villa estiva a Punta Eolo. Un altro concentrato di bellezze, anche se piccola e piuttosto aspra. Di grande impatto il porto romano e i vecchi magazzini scavati nel tufo e il sovrastante borgo borbonico dominato dal castello.

Compagna di viaggio

Wild Salmon è una CBN64 di 20 metri. Un sailor yacht con prestazioni uniche sotto tutti gli aspetti. Spaziosi e accoglienti gli interni, ampie e confortevoli le aree esterne. Tre le eleganti cabine doppie tutte con bagno privato, di cui una matrimoniale armatoriale con terzo letto. Due i membri dell’equipaggio e programmi di fitness e dj set per animare le crociere. Base: Gaeta (LT). Costo a settimana a partire da 7.000 euro. Questa estate disponibile anche per la Sardegna.

La dolce vita: isole Campane, Penisola Sorrentina, Cilento, Isole Eolie

Qui bisogna fare scorta di aggettivi, perché non è facile sintetizzare la ricchezza in natura, storia, folclore, enogastronomia e mondanità di questi angoli di Sud contesi da celebrities, artisti, letterati. In Campania parliamo di località ormai mitiche, da Vietri a Sorrento, da Positano ad Amalfi, che paiono presepi incastonati sulla costiera.

E ancora le isole, Capri, Ischia, Procida, Nisida, ciascuna diversa, eppure acclamate come un unicum indissolubile nel repertorio delle bellezze del mondo. L’atmosfera sognante di questo mare invita al relax, anche se ogni sosta stimola l’attività e la scoperta e, di sicuro, la voglia di divertirsi. Tuttavia, la vera rivelazione possono essere le coste cilentane, con spiagge solitarie, ben 13 Bandiere Blu, grotte, promontori imponenti a picco su di un mare trasparente dagli straordinari fondali, paesini caratteristici e tanti prodotti da gustare.

Immerse in un mare dall’intenso color blu cobalto, le Isole Eolie sono lo scenario per una vacanza indimenticabile. Panarea, Vulcano, Stromboli, Lipari, Salina, Alicudi e Filicudi: la potenza delle profondità terrestri dei due vulcani si stempera nella dolcezza del clima, delle cale appartate, dei villaggi marinari e della Malvasia. Intensi profumi di macchia mediterranea, del cappero e dell’elicriso, descrivono sia la tipicità dei coltivi, sia un ambiente naturale intatto e a volte selvaggio. Sette isole, una per ogni giorno, ma perdendo la nozione del tempo.

Compagne di viaggio

New entry – Summertime, catamarano Bali 4.1, oltre 12 metri di lunghezza e 6 di larghezza, di proprietà Mondovela. Con quattro cabine doppie, quattro bagni e spazi godibilissimi sia all’esterno sia in dinette.  Appena uscito dai cantieri di La Rochelle, è come un salotto flottante, con arredi e dotazioni di alto livello, ideale anche per i bambini e momenti di festa open air. Il catamarano è sicuramente il tipo di imbarcazione più adatta per vivere il mare in pieno relax. Dotato di ogni confort ma dalle prestazioni tecniche elevate e ottimi requisiti di sicurezza, navigherà tra Isole CampanePenisola Sorrentina e Costiera CilentanaBase di imbarco: Salerno. Costo a settimana a partire da 4.750 euro. Escluso skipper.

Blue Oyster, un Dehler 60 (18 metri) dal design raffinato e grintoso, un connubio perfetto tra eleganza, lusso e qualità veliche. Ha 4 cabine matrimoniali per gli ospiti, più quelle per l’equipaggio, interni in teak e finiture di pregio che garantiscono il massimo comfort. Perfetta per famiglie e gruppi di amici, sa regalare grandi emozioni anche agli autentici appassionati di vela quando esprime tutta la sua potenza e agilità di barca da regata, come quando partecipa alla famosa Rolex Cup. Sarà in mare tra Penisola Sorrentina e Isole Campane, con possibilità di week end. Su richiesta può raggiungere rapidamente le Eolie, mentre da agosto sarà in Sardegna. Basi di imbarco: Napoli, Capri. Costo a settimana a partire da 9.750 euro.

Un’idea alternativa e intrigante di vacanza può essere abbinare un soggiorno a terra in hotel e ristoranti stellati, per esempio in Costiera Amalfitana, a un weekend o settimana in barca. Mondovela può organizzare anche la combinazione hotel più crociera.

Le prossime aperture dei confini consentiranno di noleggiare con Mondovela anche in Grecia, Spagna, Croazia, ma raggiungendo le basi di partenza nel Paese con mezzi propri e non su imbarcazioni da diporto provenienti dall’Italia.

Si veleggia in tutta sicurezza

Tutte le barche proposte posseggono i requisiti richiesti dalle norme igienico sanitarie di settore a contenimento della pandemia Covid-19 e a bordo, in navigazione e in porto, vengono attuate le misure precauzionali previste. (A questo proposito rammentiamo che ad oggi le nuove disposizioni non permettono di dormire nella stessa cabina con persone non di famiglia o conviventi). Skipper ed eventuali equipaggi posseggono attestazioni di idoneità sanitaria. Inoltre, a garanzia dei clienti Mondovela dispone di coperture assicurative adeguate anche in caso di annullamento.

INFO

www.mondovela.it




ITALIA DEL GUSTO. Tre TOP RICETTE da Monterosso (SP), Torre di Palme (FM) e Alghero (SS)

Stiamo per ri-partire. Molte regioni dal prossimo 18 maggio apriranno le spiagge e, se tutto andrà bene, dal prossimo 1°giugno potremo pensare a programmare le vacanze. Anche se saranno diverse, con qualche precauzione in più, potremo viaggiare e godere dei paesaggi e dei sapori della nostra bella Italia. Intanto, nella nostra rubrica “ITALIA del Gusto” vi diamo un assaggio, come sempre con tre TOP RICETTE da altrettante località a Nord, Centro e Sud.

Monterosso (SP) e la “sua” Torta di riso

Amata da Montale, Byron e Shelley, che a Monterosso, hanno lasciato segni del loro passaggio, la più occidentale delle Cinque Terre è un gioiello incastonato tra alte scogliere, un mare cristallino e un ricco entroterra fatto di terrazzamenti dove crescono viti, olivi e alberi di limone.

Da non perdere le sue spiagge, belle in tutte le stagioni. Chi arriva in treno si troverà, appena fuori dalla stazione, sul lungomare Fegina. Qui si trovano subito due piccole spiagge libere di sabbia e ciotoli, mentre altre dotate di stabilimenti si trovano presso l’attracco dei traghetti che portano alle altre Cinque Terre e al Golfo dei Poeti.

Camminando fino alla fine del lungomare di Fegina, in direzione di Levanto, invece, si incontra un’altra spiaggetta. Alla fine di questa, dove comincia il piccolo porto, si trova l’imponente scultura del Gigante, un’opera di ferro e cemento armato di 14 metri, opera di Arrigo Minerbi e dell’ingegner Levacher del 1910. La gigantesca scultura è stata commissionata da Giovanni e Juanita Pastine, due monterossini tornati in patria dall’Argentina.

La passeggiata nel centro storico può invece partire dalla duecentesca Chiesa di San Giovanni Battista, con la facciata di marmo bianco e serpentino verde e un rosone gotico traforato in marmo. Dietro la chiesa si trova l’Oratorio della Confraternita dei Neri, in stile barocco. che risale al XVI secolo, quando, durante la Controriforma, nacquero confraternite laiche dedite alle opere di bene. Poco distante si trova anche l’Oratorio della Confraternita dei Bianchi, che deve il suo nome al colore dell’abito utilizzato durante le cerimonie dagli adepti.

Vale una visita anche il Castello di Monterosso, con le sue belle torri merlate. La posizione è davvero mozzafiato. Sorge infatti su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. Visitatelo al tramonto, è ancora più suggestivo.

Tra le escursioni da non perdere, invece, c’è quella a Punta Mesco, a cui si arriva attraverso un sentiero panoramico che passa dal vecchio semaforo. Quasi sulla cima, si incontra la villa “Delle due Palme” di Eugenio Montale, dove il Premio Nobel per la Letteratura amava trascorrere lunghi periodi e nella quale ha scritto capolavori come Ossi di Seppia, Mediterraneo e Meriggi di Ombre.

Altre due belle escursioni sono quelle che portano al Colle dei Cappuccini, dove, nella Chiesa di San Francesco è custodita una Crocifissione attribuita a Van Dick. La seconda invece porta al Santuario di Nostra Signora di Soviore, appena sopra Monterosso, il più antico santuario mariano di tutta la Liguria.

Tra i sapori di Monterosso, invece, c’è la tipica torta di riso, che potete fare anche voi con la nostra ricetta.

Torta di riso di Monterosso

Ingredienti
• 400 gr di farina
• 300 gr d riso
• 3 uova
• 100 gr di grana grattugiato
• 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
• 150 gr di ricotta
• 15 gr di funghi secchi
• Sale q.b

Mettete a bagno i funghi secchi in acqua tiepida. Lessate il riso in acqua salata e scolate al dente. Lasciatelo raffreddare, poi versatelo in una terrina e unite la ricotta, le uova, i funghi tritati e un pizzico di sale. Amalgamate il tutto. Preparate l’impasto per la base con la farina, il sale e un cucchiaio di olio di oliva. Ricavatene 4 sfoglie sottili. Stendetene due in una teglia unta di olio. Ungete anche le sfoglie, poi versatevi sopra il composto e livellatelo. Ricoprite con le altre due e richiudete facendo un orlo. Ungete la superficie con una pennellata di olio e infornate a 180° per circa 45 minuti.

INFO
www.lecinqueterre.org

Torre di Palme (FM) e il Brodetto di Porto San Giorgio

Sorge sulla cima di un colle, a 100 metri sul livello del mare Adriatico, sul quale si affaccia, regalando panorami e scorci mozzafiato. Siamo a Torre di Palme, nella provincia di Fermo, nelle Marche. Lasciate l’auto nel parcheggio all’ingresso del borgo e incamminatevi nel centro storico, che si può visitare con una rilassante passeggiata di un’ora. Gli edifici più interessanti si affacciano su via Piave, che taglia il borgo da est a ovest.

Da non perdere la splendida Torre merlata, risalente al XIII secolo, facente parte di un complesso difensivo che comprendeva altre cinque torri e una cinta muraria con camminamenti coperti. Bellissimo anche il Palazzo Priorale, attuale sede del Municipio, con il suo campanile a forma di vela, un arco a tutto sesto murato nella facciata e una splendida meridiana.

Fermatevi per una visita alla Chiesa di Sant’Agostino, in stile tardo gotico, una bella costruzione in mattoni a vista che custodisce al suo interno tesori come il Polittico di Vittore Cribelli, un sarcofago di età longobarda, una tavola di Vincenzo Pagani e una reliquia della croce.

Proseguendo lungo la via, arriviamo poi alla Chiesa di Santa Maria a Mare, costruita tra il XII e il XIII secolo. L’interno è in stile neoclassico, abbellito con splendidi affreschi della scuola giottesca e di quella dei fratelli Sanlimbeni.

Di fronte alla chiesa sorge poi l’Oratorio di San Rocco del XII secolo, sulla cui facciata cinquecentesca campeggia lo stemma di Torre di Palma. Infine, fermatevi in Piazza Amedeo Lattanzi per ammirare dalla terrazza panoramica una vista mozzafiato sul mare Adriatico e su tutto il litorale.

Tra le escursioni da non perdere c’è quella al Bosco del Cugnolo, che si raggiunge attraverso un facile sentiero di 2 km segnalato dal CAI, dal quale si arriva alla Grotta degli Amanti, che deve il suo nome alla vicenda di due innamorati, Antonio e Laurina. Durante le guerre coloniali del XX secolo, Antonio tornò a casa per una licenza di pochi giorni, ma, anziché tornare al fronte, fuggì con l’amata Laurina. I due si nascosero in una piccola grotta di arenaria scavata nelle pareti di tufo, circondata dal bosco.

Tra i piatti di mare da non perdere, c’è il Brodetto di Porto San Giorgio, un piatto “povero” che costituiva il pasto dei pescatori dell’Adriatico. Con il tempo, ha raggiunto un alto valore gastronomico e culturale, al punto che il Comune di Porto San Giorgio, che dista appena 12 km da Torre di Palme, ha codificato il brodetto come De.Co (Denominazione Comunale).

Il Brodetto di Porto San Giorgio

Ingredienti

  • 1,5 kg di pesce misto tra sgombro, gattuccia di mare, merluzzo, suro, scorfano, pesce di San Pietro, gronco, rosciolo, sogliola, arfanciu, razza, rana pescatrice, tracina, gallinella di mare, pesce prete, cicala di mare, totani, seppie, calamati, moscardini, scampi, gamberi e mazzancolla
  • 380 gr di olio extravergine di oliva
  • ½ peperoncino tagliato sottile
  • Acqua di mare o sale marino q.b
  • ¼ di aceto di vino
  • 5 spicchi di aglio, 1 rametto di prezzemolo
  • 1 cipolla
  • 1 peperone
  • Salsa di pomodoro + 2 pomodori rossi
  • Pane raffermo a fette

Tritale finemente il prezzemolo e l’aglio e metteteli a rosolare in una casseruola. Tagliate a cubetti i pomodori rossi e aggiungeteli. Aggiungete le cozze e le vongole pulite e lavate e lasciate bollire finché non si saranno aperti. Unite poi la seppia e i calamari tagliati a pezzetti. Coprite la pentola e lasciate bollire a fuoco medio per circa 10 minuti. Unite quindi tutti i pesci a eccezione degli scampi e delle triglie, che cuociono più in fretta. A questo punto unite l’aceto e la salsa di pomodoro. Aggiungete anche il peperoncino e il peperone tagliato a cubetti e aggiustate di olio. Lasciate cuocere il brodetto per circa 30 minuti, a fuoco moderato e coperto. Nel frattempo, tagliate il pane a fette e servite insieme al brodetto quando sarà pronto e ben caldo.

INFO

www.comune.fermo.it
www.fermoturismo.it

Alghero e l’aragosta alla catalana

 Viene chiamata anche Barceloneta per la sua storia, ma anche per le architetture e persino nel dialetto, retaggio della dominazione spagnola. Alghero è una delle perle della Sardegna, tra monumenti, paesaggi mozzafiato, un mare da sogno e una cucina che risente degli influssi regionali e spagnoli, come la celebre aragosta alla catalana.

La visita alla città comincia con una passeggiata lungo i Bastioni, per ammirare le torri difensive tra cui San Giacomo, San Giovanni, Vincenzo Sulis e della Maddalena. Dopo aver ammirato il panorama dalla Torre di Sant’Elmo, una scalinata conduce alla Piazza Civica, sulla quale si affacciano Palazzo de Ferrera, Casa de la Ciutat, e la Duana Real.

Nel centro storico si trova la Cattedrale di Santa Maria, in stile catalano. Tra gli edifici religiosi, meritano una sosta anche la Chiesa di San Michele con la cupola policroma e la Chiesa della Misericordia. Da visitare anche il suggestivo Museo del Corallo, ospitato nell’elegante Villa Costantino. Splendida anche la passeggiata serale sul Lungomare Dante e Valencia, circondati da ville in stile liberty.

Tra le escursioni da non perdere c’è quella alle Grotte di Nettuno, formazioni naturali di origine carsica, che si raggiungono scendendo una scalinata di 654 gradini chiamata la Escala del Cabirol. In alternativa, dal porto turistico partono i traghetti che consentono di raggiungere le grotte via mare.

Le Grotte di Nettuno si snodano per 4 chilometri sotto il Promontorio di Capo Caccia, un’altra eccellenza naturalistica da non perdere, ma non solo. Qui, infatti sono stati rinvenuti importanti reperti archeologico, mentre i fondali sono un paradiso per gli amanti delle immersioni. Sotto le acque cristalline si trova infatti la Grotta di Nereo, la più estesa grotta sommersa di tutto il Mediterraneo, culla del prezioso corallo rosso. Il promontorio fa parte dell’Area Marina di Capo Caccia che ha tra i suoi “abitanti”, il regale grifone.

Tra le bellezze naturali da non perdere c’è anche Punta Giglio, un promontorio di roccia calcarea dove si trovano diverse roccaforti con postazioni per i cannoni usati durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui si trovano alcune grotte marine, che si possono visitare con un’immersione. Se amate il mare, dirigetevi invece verso Porto Conte, che fa parte di un parco naturale di oltre 5000 ettari e ospita diverse specie di animali.

Tra le spiagge più famose ci sono Le Bombarde, Il Lazzaretto, Mugoni, Cala Dragunara, la Spiaggia della Speranza, Punta Giglio e la Spiaggia del Porticciolo.

Non dimentichiamo, poi, che la zona è ricca di complessi nuragici, come quello di Palmavera, che include insediamenti successivi. La parte più antica è stata realizzata tra il 1600 e il 1300 a.C, la seconda tra il 1300 e il 1150 a.C, mentre la più recente attorno all’anno 1000 a.C.

Da non perdere anche una visita alla Necropoli di Anghelu Ruju, la più grande necropoli della Sardegna con 31 tombe a ipogeo. L’altra sua caratteristica è quella di essere una Domus de Janas, cioè una “casa delle fate” (o delle streghe) con la tipica forma a pozzetto.

Durante gli scavi per costruire l’acquedotto di Alghero, poi, è emersa la Necropoli di Santu Pedru, composta da dieci tombe, tra cui spicca la Tomba dei Vasi Tetrapodi, composta da nove celle. Di seguito, invece, vi sfidiamo a preparare la celebre aragosta alla catalana.

Aragosta alla catalana

Ingredienti

  • 2 aragoste da 500 gr cadauna
  • 300 gr di cipolle
  • 600 gr di pomodori
  • 1/3 di litro di olio extravergine di oliva
  • Succo di limone q.b
  • Sale e pepe nero macinato

Mettete a bollire le aragoste in acqua bollente per circa 45 minuti. Affettate le cipolle, mettetele a bagno in e tagliate i pomodori a spicchi. Preparate la vinaigrette sbattendo l’olio, il limone, il sale e il pepe macinato. In una pirofila mettete uno strato di cipolle e pomodori e versate sopra una parte della vinaigrette. Tagliate l’aragosta in pezzi ed eliminate il carapace. Versate sull’aragosta il rimanente delle vinaigrette. Lasciate riposare un paio d’ore prima di servire.

INFO

www.algheroturismo.eu




“X Ri-partire Insieme”: La Francesca di Bonassola (SP), quando il piccolo è premium:

Di Giuseppe Ortolano

Con l’iniziativa “X Ri-Partire Insieme”, Weekend Premium invita i suoi lettori a ritornare a viaggiare e a sognare insieme ai tanti piccoli protagonisti del turismo slow e green, piccole strutture di qualità che sono un plus nell’offerta turistica del nostro Paese, capaci di convivere e adattarsi agli altri ritmi imposti dalla scoperta di essere molto più deboli e fragili di quello che noi pensavamo fino a ieri. E per accompagnarvi, quando sarà il momento giusto, a ripartire abbiamo creato un nuovo spazio.

In questo nuovo spazio troverete una vetrina delle tante attività turistiche (alberghi, pensioni, agriturismi, locande, ristoranti, trattorie, rifugi e simili) dove il turismo è ancora artigianato dell’anima, da ri-scoprire, valorizzare e far conoscere, anche con il passa parola.

La Francesca, piccolo paradiso sul mare

Oggi inizia il nostro viaggio per Ri-Partire Insieme. Prima tappa la Liguria, una delle regioni turistiche per eccellenza del nostro Paese. Abbiamo scelto un luogo simbolo del turismo slow, alle porte delle Cinque Terre, ma isolato su un promontorio a picco sul mare.

si trova a Bonassola e nasce dai sogni di Gloria Bortolotti De Poli, giornalista e scrittrice, che nel 1953 progetta uno spazio turistico non invasivo e rispettoso dell’ambiente, per preservare un angolo selvaggio di costa ligure. Inaugurato nel 1961 è oggi gestito dal figlio di Gloria, affiancato da altri familiari.

 

La Francesca si trova tra Bonassola e Levanto, in uno dei tratti più belli della Liguria. Ai piedi del villaggio si trova la ciclopedonale che collega Framura a Levanto, utilizzando la vecchia linea ferroviaria. Le Cinque Terre sono facilmente raggiungibili in treno.

Il ristorante di La Francesca si trova in un edificio con un grande terrazzo sul mare, dove è facile garantire la distanza tra i tavoli e i piatti sono preparati utilizzando il più possibile prodotti locali di stagione. Tante le indicazioni presenti sul sito e fornite in loco per attività di ecoturismo in questo angolo di Liguria.

I prezzi infine non sono elevati, vista la zona, viene proposto a chi prenota adesso uno sconto generalizzato del 10% sulle migliori tariffe ed è garantita, in caso di impossibilità a venire causa epidemia, la conversione delle somme già eventualmente pagate in un voucher da utilizzare entro il 2021.

INFO

, loc. La Francesca, Bonassola (SP),

tel 0187/813911, www.lafrancescaresort.it




Golfo Paradiso, da Camogli al Passo della Ruta (2° parte)

Di Beba Marsano

Da Recco, e ancor più da quella borgata da cartolina che è Camogli, partono i battelli per le Cinque Terre (patrimonio Unesco), Portofino e la minuscola San Fruttuoso (neanche 40 abitanti), acquattata in fondo a una baia smeraldina raggiungibile soltanto via mare o per un’impervia mulattiera.

L’abbazia di San Fruttuoso

Un incantato angolo di mondo, quasi interamente occupato da quella scenografica quinta di pietra che è la millenaria abbazia, custode delle tombe dei Doria. Il gioiello architettonico del monte di Portofino, solcato da una spettacolare rete di sentieri e allungato nel Mar Ligure con quella lingua di roccia nota come Punta Chiappa, costellata da ristorantini appollaiati sugli scogli come gabbiani, dove assaporare pesce fresco di giornata.

Un must in questo circoscritto territorio di pescatori e marinai, da sempre in lotta con la furia del mare, che per secoli, per grazia ricevuta, hanno tappezzato di ex voto il Santuario del Boschetto, a mezza strada tra Camogli (dove il Museo marinaro racconta la storia del “borgo dai mille bianchi velieri”, forte nel Settecento di una flotta superiore a quella della stessa Genova) e la salita al passo della Ruta.

Una collezione di tornanti quasi in verticale, che inanellano scorci mozzafiato dell’intero Golfo Paradiso. Che nelle sere d’estate, con le luci delle lampare, regala un supplemento di poesia e di emozione del cuore.

Oltre il passo, un’ultima tappa per i buongustai dell’arte: la parrocchiale di San Lorenzo della Costa, scrigno del Trittico di Sant’Andrea, gioiello della pittura fiamminga di fine Quattrocento. Un’opera smagliante, per colore e trasparenze di luce, attribuita alla cerchia di un gigante quale Hans Memling, artista della felicità spirituale, ammirato da tutta l’Europa del tempo. Dalla corte dei Medici fino a Leonardo, che sembra ispirarsi proprio a lui per il paesaggio della Gioconda.

LA MIA TOP TEN

GOLFO PARADISO

Una trentina di chilometri ad alta suggestione paesaggistica tra Genova e il promontorio di Portofino. Una bellezza selvaggia, violenta, condensato di Liguria in tutta la sua aspra purezza.

BAGNO VIGNONI

Per la piazza-vasca che fa di questo borgo in miniatura una straordinaria scenografia rinascimentale, uno scenario sottilmente metafisico, amato da artisti, poeti e sognatori.

VOLTERRA

Luogo dell’anima, vale un viaggio anche solo per la Deposizione di Rosso Fiorentino in Palazzo Minucci-Solaini e le urne etrusche del Museo Guarnacci, che entusiasmarono D. H. Lawrence più dei “fregi del Partenone”.

MONTI SIBILLINI

Un concentrato di impervia, solitaria, a tratti sinistra bellezza, scrigno di quel misterioso Lago di Pilato, attestato nel Medioevo come “Parnaso dei negromanti”.

LOFOTEN

Il regno dell’aurora boreale oltre il Circolo Polare Artico. Arcipelago tutto scogliere, fiordi, lagune, villaggi in legno dipinti un tempo con sangue di balena. Uno spettacolo di natura tra i più affascinanti del pianeta.

GIVERNY

Minuscolo villaggio della Normandia sulla Senna, buen retiro di Claude Monet, di cui resta la casa rosa ricoperta di edera con l’adorato giardino, inesauribile fonte d’ispirazione per il celeberrimo ciclo delle Ninfee.

BRUGES

Splendida e romantica, tutta ponticelli a schiena d’asino e canali silenziosi, in cui si riflettono le magiche architetture gotico brabantine immortalate dai primitivi fiamminghi.

LANZAROTE

Figlia del vento, del fuoco, di eruzioni vulcaniche che hanno forgiato un paesaggio da apocalisse. Isola di emozioni violente, che gli interventi di César Manrique hanno trasformato in opera d’arte totale.

BLED

Sul piccolo lago con isolotto ai piedi delle Alpi Giulie, è l’angolo forse più romantico d’Europa. Nei mesi freddi, quando l’acqua si fa ghiaccio e la foresta si spolvera di neve, si trasforma in autentica favola invernale.

DUBROVNIK

Un museo a cielo aperto questa “città di pietra e di luce”, perla dell’Adriatico croato, entro una formidabile cerchia di mura turrite, interamente percorribili a piedi per una passeggiata tra le più belle al mondo.

CHI E’ BEBA MARSANO

Genovese di nascita, milanese d’adozione, cosmopolita per vocazione, Beba Marsano è critica e storica dell’arte, giornalista, esperta di turismo culturale e di art de vivre. Collabora con le maggiori testate nazionali: Corriere della Sera, Sette, Io Donna, Oggi. Ha firmato volumi di successo con Electa, Moshe Tabibnia e Cinquesensi Editore, con cui ha pubblicato la fortunata collana Vale un viaggio, antologia delle meraviglie nascoste d’Italia.

Il volume “Vale un viaggio”. Altre 101 meraviglie d’Italia da scoprire (416 pag – € 28) è un’opera originale basata sul valore della parola scritta e delle immagini stampate. Nel libro Beba Marsano, giornalista e critica, percorre l’Italia da Nord a Sud proponendo 101 itinerari inconsueti tra siti archeologici, musei d’arte, anche minori, cicli d’affreschi, chiese e basiliche. Un’opera che unisce l’utilità di una guida alla godibilità di un testo antologico di divulgazione critica e culturale. A conclusione di ogni “racconto di viaggio”, l’autrice suggerisce un albergo o un ristorante nell’immediato contorno territoriale. Disponibile anche nella versione inglese.

 




Golfo Paradiso, tra scogliere, calette e borghi marinari (1° parte)

Di Beba Marsano

Non aspettatevi scenari patinati. A dispetto del nome il Golfo Paradiso, compreso tra Genova e il promontorio di Portofino, è di una bellezza ruvida e pietrosa come gli Ossi di Seppia di Montale. Una bellezza selvaggia, a tratti violenta, condensato di Liguria in tutta la sua aspra purezza. Anche gastronomica.

Bogliasco

Una trentina di chilometri ad alta suggestione paesaggistica, successione di scogliere a precipizio sul mare, calette sassose, borghi marinari dalle antiche palazzate pastello – Bogliasco, Sori, Camogli – con la poesia di minuscoli porticcioli, chiese barocche a pelo d’acqua, passeggiate a mare gioiello.

Sori

Una per tutte? Quella di Nervi, intitolata ad Anita Garibaldi, che per quasi due chilometri serpeggia sulla roccia viva fiancheggiando i parchi di aristocratiche dimore di villeggiatura, oggi musei. La cinquecentesca Villa Serra Saluzzo accoglie la Galleria d’arte moderna, mentre Villa Grimaldi Fassio incornicia i Fattori, i Segantini, i Boldini messi insieme dai fratelli Luigi e Lazzaro Frugone. Da non perdere.

Nervi, la passeggiata

In questa striscia di costa, ancora ignorata dai flussi del grande turismo, sapori antichi si perpetuano, indifferenti alle mode, nelle trattorie dell’entroterra. Sulle alture a corona di Sori si concentrano i santuari della tradizione. Indirizzi senza fronzoli, custodi di una memoria papillare che ha il suo DNA nella terra e non nel mare: trofiette al pesto, pansoti in salsa di noci, ripieni di verdure, coniglio in casseruola con olive taggiasche e quella cima ripiena alla genovese, celebrata pure da De Andrè in una ballata-ricetta.

Feudo di quel monumento gastronomico che è la celeberrima focaccia con il formaggio è, invece, Recco, distrutta dai bombardamenti dell’ultima guerra e ricostruita senza lode, ma destinazione irrinunciabile per la più alta percentuale di ristoranti del Golfo, che ne fanno una vera e propria capitale del gusto.

COME ARRIVARE

In auto: Autostrada A12 Genova -Livorno, uscire a Recco, poi proseguire lungo la SS1 Aurelia. Per chi viene da La Spezia, svoltare per Camogli poco dopo l’abitato di Ruta, per chi viene da Genova, svoltare per Camogli dal centro di Recco.

DOVE MANGIARE

*Just Peruzzi, via Mazzini 132, Bogliasco (GE), tel 010/3470021, www.justperuzzi.com .Salotto gourmet ad alto tasso panoramico, aperto dal breakfast all’after dinner. Terrazze a picco sulla scogliera, dove assaporare raffinati piatti di mare, dalle grigliate di pesce e crostacei alle cruditè del Golfo. Anche premiata pasticceria e gelateria.

*Da O Vittorio, via Roma 160, Recco (GE), tel 0185/74029, www.daovittorio.it  Tavola di grande tradizione, roccaforte degli antichi sapori di Liguria e di quel monumento gastronomico che è la focaccia al formaggio di Recco. Tra gli ospiti illustri, Elettra Marconi, Luigi Einaudi, Vittorio Gassman, Dizzy Gillespie. Anche stanze di charme.

DOVE DORMIRE

*Agriturismo Le Pale, via Pale 12, Bogliasco (GE), tel 010/3470388, www.agriturismolepale.it. Una manciata di case liguri trasformate in oasi di rustici incanti: stanze romantiche e cucina del territorio servita sul belvedere o nelle antiche serre, con vista aerea sul Golfo Paradiso. Giardino a terrazze, piccola piscina a sfioro, angoli meditazione all’ombra di ulivi secolari.

*Hotel Cenobio dei Dogi****, via Niccolò Cuneo 34, Camogli (GE), tel 0185/7441, www.cenobio.it. Indirizzo storico a ridosso del promontorio di Portofino, in uno degli angoli più affascinanti della Riviera. Terrazze panoramiche, spiaggia privata, ristoranti a picco sul mare (La Playa è abbarbicato sulla scogliera) e piccolo centro estetico.




LIGURIA SEGRETA. IL BORGO DI TRIORA (IM) ALLA RICERCA DI STREGHE E TESTIMONIANZE MEDIEVALI

Di Benedetta Rutigliano

Con le sue case che paiono arrampicarsi sempre più in alto sulle fiancate scoscese di una delle collinette della Valle Argentina, nella Liguria orientale, Triora, piccolo borgo di quattrocento abitanti in provincia di Imperia, ha già a prima vista un’aria intrigante e misteriosa, fomentata poi dal soprannome di “paese delle streghe”. 

La nomea nacque verso la fine del Cinquecento (1587-1589), quando a Triora si scatenò una carestia che portò gli amministratori del tempo, il Consiglio degli Anziani e infine i cittadini, a credere che tale disgrazia fosse stata causata da alcune donne, considerate alla pari delle “streghe”.

Essendo il tempo della Santa Inquisizione, cominciarono gli imprigionamenti, le torture e le condanne a morte: oggi sappiamo che davvero poco bastava perché una donna innocente venisse additata come strega, solamente per questioni di controllo o di potere. Il Museo Etnografico e della Stregoneria visitabile nel borgo ne è un’interessante testimonianza.

Come in molti borghi liguri, anche a Triora i carugi, tipici vicoli stretti, scaraventano il visitatore nel cuore del paese, dove è ancora possibile scovare e riconoscere i segni dell’era napoleonica o quelli dell’ultima guerra mondiale, quando i nazisti incendiarono parte del borgo. Decisamente suggestivo è il quartiere Sambughea, con stradine strette e lastricate, archi, scalinate di pietra e un labirinto di vicoli illuminati da lanterne anche di giorno.

Oltre a respirare queste atmosfere antiche e misteriose, è possibile ammirare la collegiata di Nostra Signora Assunta con il Battesimo del pittore senese Taddeo di Bartolo, i resti dell’antico Castello feudale e, nella parte bassa di Triora, la chiesa di San Bernardino, un edificio religioso campestre di età medievale con un bellissimo portico a tre arcate e all’interno antichi affreschi.

COME ARRIVARE

Triora si raggiunge in auto dall’autostrada dei Fiori A10 (Genova – Ventimiglia). L’uscita consigliata è al casello di Arma di Taggia (Sanremo est).

DOVE MANGIARE

*L’Erba Gatta, via Roma 6, Triora (IM), tel 0184//94392, www.erbagatta.it .In questo ristorante osteria, vino e cucina di alta qualità.

 *La Fontana dell’Olmo, via Regina Margherita 14, Molini di Triora (IM), tel 349/7895886, www.fontanadellolmo.altervista.org.  Agriturismo rustico, ma elegante. Il punto ristoro, aperto solo nel weekend, offre piatti di una volta serviti sotto arcate e volte di pietra.

DOVE DORMIRE

*B&B La Tana delle Volpi, Largo Tamagni 5, Triora (IM), tel 339/7764198, www.latanadellevolpi.it. Struttura ricavata in una casa torre del 1400 dove si è cercato di preservare l’originale struttura in pietra, con volte e soffitti lignei, arredi d’epoca e terrazze che si affacciano sulla vallata

*B&B La Stregatta, via Camurata 24, Triora (IM), tel 340/5592494, http://lastregatta.weebly.com. Al centro del borgo, il B&B è accogliente e tipico, con volte alto, soffitto in rovere, stufa a pellet e un’ospitalità unica.

INFO

www.comune.triora.im.it




LIGURIA SEGRETA. TOIRANO (SV) E LE SUE LE GROTTE

Di Benedetta Rutigliano

I turisti che amano i paesaggi dominati dalle grotte e l’archeologia, ma anche i piccoli centri medievali, trovano pace visitando il territorio della Val Varatella, dove fin dalla preistoria la fortunata posizione e le condizioni naturali hanno consentito l’insediamento umano. In quest’area, a soli 3 chilometri dal mare, sorge il comune di Toirano, in provincia di Savona, che abitato in epoca romana, nel VI secolo d.C., divenne un centro fortificato bizantino alla confluenza dei torrenti Varatella e Barescione.


Da qui ha preso vita il borgo medievale: circondato da mura, difeso da fossati, dal fiume e dalla cinta delle case-torri, il paese conserva ancora oggi due delle cinque porte d’accesso, case, portici e logge. Delle torri medioevali rimane visibile il campanile della chiesa di San Martino, ricostruita nel 1609, e sempre della stessa epoca è il suggestivo ponte a tre arcate sul torrente Varatella.


A nord di Toirano sono visibili la chiesa e il campanile della Certosa, complesso iniziato alla fine del secolo XV dai monaci certosini e soppresso nel 1797 durante la prima campagna napoleonica, oggi purtroppo in rovina.

Per le vie del borgo si respira l’impronta originaria della civiltà contadina, di cui si può avere un’idea più approfondita visitando il Museo Etnografico della Val Varatella, ospitato nel settecentesco Palazzo D’Aste-Del Carretto.


A un chilometro dal centro abitato si incontrano i contrafforti di un massiccio calcareo di Dolomiti grigie, solcato da valloni, in cui si aprono oltre 50 caverne naturali, il complesso delle grotte di Toirano, una meraviglia della natura di enorme interesse speleologico, naturalistico e archeologico.


All’interno sono stati trovati numerosi reperti preistorici, sia umani che animali: nella grotta della Basura, per esempio, trovò rifugio per millenni l’orso delle caverne (Ursus Spelaeus).

Colate di alabastro e formazioni calcaree e di cristalli di aragonite a forma di fiore, che si snodano nella Grotta di Santa Lucia, con il santuario rupestre, e nella Grotta del Colombo, al momento accessibile solo agli studiosi, offrono uno spettacolo unico.

COME ARRIVARE

Toirano si raggiunge percorrendo l’autostrada dei Fiori A10: all’uscita Borghetto Santo Spirito imboccare la strada provinciale per Toirano

DOVE MANGIARE

*Il Portico, Piazza Libertà 10, Toirano, tel 0182/989769, www.ilporticotoirano.it Piccola cucina con piatti della tradizione ligure e toiranese, con pasta fresca e dolci fatti in casa (anche per intolleranti), a cui si aggiunge un ricco menu di pizze con vari impasti, compresi integrali bio e gluten free proprio nel centro di Toirano.

*Agriturismo La Ferla, via Provinciale 53, Toirano, tel 0182/98279, www.agriturismolaferla.it.Cucina della tradizione con pasta fatta in casa e uso di solo olio d’oliva all’

DOVE DORMIRE

*Domo de Aste, via G.B Parodi 8, Toirano, tel 347/4374201, www.domodeaste.it. B&B all’interno di una dimora storica costituita da corpi di fabbrica eretti tra il 1300 e il 1800, dove respirare l’aria di una casa aristocratica con scaloni e camini in marmo, mobili pregiati e terrecotte

*Hotel Overland***, via G.B. Parodi 1, Toirano, tel 0182/98074, www.hotel-overland.toirano.hotels-italian-riviera.com/it A 1,6 km dalle Grotte di Toirano sorge in una splendida e centrale posizione. Camere con aria condizionata e wi fi, alcune con area salotto all’aperto. Le suite hanno l’idromassaggio sul balcone.

INFO

www.toiranogrotte.it/it




LIGURIA SEGRETA. IL PRINCIPATO DI SEBORGA, TRA CAVALIERI MEDIEVALI E PRINCIPI MODERNI (3° PUNTATA)

Terzo appuntamento alla scoperta della Liguria segreta. Questa settimana vi portiamo in provincia di Imperia, dove si trova Seborga, anzi il Principato di Seborga, un borgo medievale che ha rivendicato l’Indipendenza dalla Repubblica Italiana.

Di Benedetta Rutigliano

Non solo la Repubblica di San Marino e Città del Vaticano, nella nostra penisola, sono indipendenti dallo Stato italiano, ma forse non tutti lo sanno. In Liguria, in provincia di Imperia, esiste un prezioso borgo con poco più di 300 abitanti, Seborga, che ha rivendicato l’indipendenza dalla Repubblica Italiana, ribadendo che la sovranità del borgo non fu menzionata nell’atto di vendita dello stesso al regno di Sardegna, nel 1729. I cittadini di Seborga, pertanto, dal 1963, oltre al sindaco eleggono un principe coadiuvato da un consiglio di 9 ministri, hanno una propria bandiera, un proprio inno, e una propria moneta, il luigino.

Circondata dalla natura e da terrazzi floricoli, Seborga, dai suoi 517 metri di altezza, è un punto panoramico d’eccellenza sul mar Ligure, sulle Alpi e sulla costa francese. Centro del borgo è piazza di San Martino, dove si erge l’omonima chiesa eretta tra il XVI e il XVII secolo, con una facciata affrescata e in stile barocco, tre altari e opere d’arte di pregio.

A lato della piazzetta si apre un piccolo portico con una fonte antica in pietra e la raffigurazione di un cavaliere medievale, mentre dove ora c’è una panchina in pietra erano soliti riunirsi i cavalieri del borgo per discutere di battaglie e potere.

Sulla medesima piazza si affaccia il Palazzo dei Monaci, utilizzato come residenza durante i soggiorni dei monaci di Lerino, che acquistarono il borgo dal conte di Ventimiglia nel X secolo e ne fecero un principato. Oggi abitazione privata (dopo esser stata sede del Municipio e delle elementari), l’architettura che circonda il sagrato della chiesa con archi a tutto sesto nella parte inferiore ospita un locale che dal 1666 al 1687 era adibito al conio dei luigini.

Passeggiando tra i vicoli del borgo, sotto una volta dotata di grate, ci si imbatte nelle antiche prigioni, dove nei secoli circa 200 persone vennero rinchiuse e schernite davanti al popolo.

Altra interessante attrazione visitabile a Seborga è il Museo degli strumenti musicali, con 200 esemplari antichi funzionanti.

COME ARRIVARE

Il Principato di Seborga si raggiunge in auto percorrendo l’Autostrada dei Fiori A10 e uscendo a Bordighera. Si suggerisce poi di proseguire sulla Strada Provinciale 57 in direzione Sasso di Bordighera e Seborga.

DOVE MANGIARE

*Marcellino’s è un’elegante location dal menu mediterraneo, dove essere deliziati anche dal panorama stupendo che spazia dalla Costa Azzurra, a Monte Carlo e alle Alpi Marittime, per chi sceglie di mangiare in terrazza. www.marcellinos.net.

*L’Osteria del Coniglio è una storica trattoria che ha iniziato la sua attività nel 1902 e ha conservato l’amore per la tradizione e la genuinità degli ingredienti (Tel. 0184 223820, via Giuseppe Verdi 7, Seborga).

DOVE DORMIRE

*Azienda Agrituristica I Monaci Templari, è un curato agriturismo di alta categoria con servizi al di fuori del comune, come l’osservatorio astronomico, dotato di tutti i comfort nel mezzo di una natura incontaminata www.monacitemplari.it.

*B&B Antico Castello. Nel cuore del centro storico del Principato di Seborga, tra le antiche mura, sorge il, con due appartamenti dal fascino cavalleresco. www.bbanticocastello.it.

INFO

www.principatodiseborga.com




LIGURIA SEGRETA: I Giardini Hanbury di Ventimiglia, un Eden tra la terraferma e il mare

Di Benedetta Rutigliano

Continua il nostro viaggio alla scoperta della Liguria “segreta”, piccoli gioielli forse meno conosciuti, ma che racchiudono storia, bellezza, tradizione. Dopo il borgo di Dolceacqua, questa settimana ci spostiamo a Ventimiglia, dove si trovano i Giardini Hanbury, sogno “green” di un visionario inglese.

Fu la passione naturalistica del filantropo inglese Thomas Hanbury, nel 1867, a rendere possibile la creazione di uno degli orti botanici più belli d’Italia e d’Europa, che prese proprio il nome del suo creatore. Hanbury era in vacanza in Costa Azzurra, quando si innamorò così tanto del promontorio della Mortola e di Palazzo Orengo, vicino a Ventimiglia e a pochi chilometri dalla Francia, da procedere all’acquisto di tutta l’area.

Con l’aiuto del fratello Daniel, farmacologo e botanico, e di Ludwig Winter per la progettazione e la sperimentazione, Thomas collaborò con studiosi di ogni nazione per trasformare negli anni quei 18 ettari di terreno in un giardino botanico per l’acclimatazione di piante provenienti dalle più diverse zone del mondo, sfruttando la felice posizione della zona, degradante verso il mare, e il clima particolarmente mite. Metà dell’area è coltivata a giardino, mentre l’altra metà è occupata da vegetazione sub spontanea.

Il visitatore può imbattersi in specie vegetali di ogni latitudine, come ad esempio la foresta australiana, i bambù, le collezioni di succulente, il Giardino dei Profumi, i Giardinetti all’italiana con rose e peonie, gli agrumeti con antiche varietà di frutti, il Frutteto esotico.

Lungo il percorso si snodano pergolati, elementi decorativi architettonici come le Fontane Nirvana, della Sirena, del Drago, delle Sfingi, del Fauno, il mausoleo Moresco, il Pavillon, il Tempietto Quattro Stagioni, il Pozzo Veneto, la campana giapponese, in un susseguirsi di architetture e ambienti che sono una continua scoperta.

Nel 1960 lo Stato italiano ha acquistato i Giardini, ma la gestione è stata poi affidata all’Università di Genova. Dal 2000 questo Eden è considerato area protetta della Regione Liguria, e quest’anno l’Area Protetta Regionale Giardini Botanici Hanbury partecipa al progetto “Alpi del Mediterraneo” per la candidatura al riconoscimento UNESCO di sito Patrimonio dell’Umanità.

COME ARRIVARE

In auto i Giardini Botanici Hanbury sono raggiungibili percorrendo l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia. Uscendo a Ventimiglia, è consigliabile proseguire sulla SS 1 Aurelia direzione Francia, valico Ponte S. Luigi km6.

DOVE MANGIARE

*Balzi Rossi, un angolo di paradiso con terrazza sul mare e piatti prelibati e ricercati: si raccomanda lo spaghetto con i ricci e la scelta dei dolci. www.ristorantebalzirossi.it

*Osteria Consani, (via del Teatro 4, Ventimiglia, tel 371/1401677) Ambiente informale e piatti della tradizione semplici e genuini cucinati con gusto.

 DOVE DORMIRE

*Grand Hotel del Mare Resort & Spa*****, su un giardino pensile a picco sul mare, con un parco mediterraneo di oltre un ettaro. www.grandhoteldelmare.it.

*Casa Fenoglio B&B, in un palazzo storico del XVI secolo, coniuga ricercatezza dei materiali e rispetto della tradizione con elementi di design www.casafenoglio.com.

INFO

www.giardinihanbury.com




Sulle tracce di Monet. Una mostra celebra il soggiorno del pittore in Riviera

Tra il mese di gennaio e marzo del 1884, il pittore Claude Monet soggiornò sulla riviera ligure, tra Bordighera e Dolceacqua, in provincia di Imperia, cercando nei colori, nella luce e negli scorci unici di quel tratto di Liguria di “cogliere l’impressione” e di fissarla sulla tela dei suoi celebri dipinti. In quel periodo ne realizzò, in effetti, una quarantina, al punto che i critici hanno parlato di una “fase Bordighera” del percorso artistico del maestro dell’Impressionismo.

Oggi, dopo 135 anni dal quel soggiorno in Liguria, la mostra “Monet, ritorno in Riviera” propone un percorso culturale e artistico riportando tre dipinti nel luogo dove furono realizzati. Due di essi, Le Château de Dolceacqua” e “Vallée de Sasso, effet de soleil”. provengono dal Musée Marmottan Monet di Parigi, mentre il terzo, Monte Carlo vu de Roquebrune fa parte della collezione privata del Principe Alberto II di Monaco. La mostra si potrà visitare fino al prossimo 31 luglio e sarà accompagnata da un fitto programma di eventi e iniziative. Se amate l’arte, ma soprattutto i colori mediterranei della Riviera ligure, potete regalarvi un Weekend in Arte sulle tracce di Monet.

A Villa Margherita, alla ricerca dell’Impressione

La mostra è dislocata in due diverse sedi, Villa Regina Margherita a Bordighera, dove si potranno ammirare Vallée de Sasso, effet de soleil, e il Castello Doria di Dolceacqua, che ospita “Le Château de Dolceacqua” e “Monte Carlo vu de Roquebrune”

Partiamo da Villa Regina Margherita che riapre al pubblico proprio in occasione della mostra e si presenta con un nuovo e suggestivo allestimento. La villa, residenza privata della regina Margherita di Savoia è stata costruita nel 1914 all’interno del vasto parco della proprietà legata a Villa Etelinda in stile neoclassico. Inaugurata due anni dopo, è diventata la residenza ufficiale della Regina a Bordighera durante la stagione fredda. Nel periodo del soggiorno di Monet in Riviera, la città aveva raggiunto il suo massimo splendore, al punto da essere definita “giardino d’Europa” e meta del turismo “colto”, tra artisti, letterati e nobiltà.

Accanto al dipinto Vallée de Sasso, effet de soleil, in cui emerge la ricerca della luce, dei riflessi mediterranei, del paesaggio rivierasco, il percorso di visita propone i dipinti della Collezione Civica di Bordighera, realizzati tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, opere di vedutisti che ci consentono di ammirare gli stessi luoghi di oggi, ma visti attraverso gli occhi degli artisti, tra cui spiccano Pompeo Mariani, Ferdinando Piana, Hermann Nestel, Friedrich von Klugden, Karl Lorenz Rettich. Il valore aggiunto? Si tratta di opere abitualmente conservate in luoghi poco accessibili al pubblico e appartenenti a collezioni private, che per la prima volta vengono riunite e rese fruibili ai visitatori.

Al Castello Doria di Dolceacqua, dai dipinti alla camera oscura

Da Bordighera, ci si sposta poi nello splendido borgo medievale di Dolceacqua, che dista circa 13 km, percorrendo la SP64. Il borgo è dominato dal fiabesco Castello Doria, del XV secolo, che regala una vista mozzafiato sulla vallata e sul centro abitato di Ponte Vecchio.

Proprio questi panorami, uniti all’imponenza della fortificazione, sono stati di ispirazione, nel corso dei secoli, di pittori, acquarellisti e fotografi. E questa bellezza non è sfuggita a Monet, che durante il suo soggiorno in Liguria ha dipinto, Le Château de Dolceacqua e Monte Carlo vu de Roquebrune.

Accanto sia in questa location che a Villa Margherita, sono state allestite due sezioni dedicate alla fotografia storica, immagini risalenti proprio al 1884, per offrire al visitatore una visione del territorio del Ponente Ligure come si presentava agli occhi dell’artista durante il suo soggiorno a Bordighera.

In entrambe le sedi, poi, sono allestite due camere oscure, all’interno delle quali saranno proiettate fotografie realizzate dai grandi fotografi del tempo, tra cui quali Alred Noack, Jean Giletta, Eugène Degand, Giacomo Brogi, ma anche di altri professionisti locali, meno conosciuti, ma altrettanto valenti come Jean-Baptiste Anfossi di Mentone, i sanremesi Giovanni Scotto e Pietro Guidi ed Ezio Benigni.

Un viaggio tra moda e…lettere

Come abbiamo accennato sopra, la Riviera ligure al tempo del soggiorno di Monet era una meta turistica tra le preferite dell’aristocrazia europea, ma anche di artisti e letterati. Una componente fondamentale della società di allora era la moda.  Attraverso lo sfoggio di abiti “di grido” durante passeggiate nei giardini, nelle ville e nei grandi alberghi, ma anche durante le numerose feste e occasioni di socialità le nobildonne europee facevano a gara di eleganza. Gli stessi, lussuosi abiti, diventavano il simbolo di appartenenza a una classe sociale elevata.

Ma oltre all’”occhio” delle rivali, anche i pittori, come Monet, Manet o Renoir facevano particolare caso alla mise delle signore per immortalarle dei loro dipinti. E, proprio per consentire al visitatore di immergersi nelle atmosfere dell’epoca, la mostra propone alcuni abiti d’epoca provenienti dalla collezione del Museo Privato DAPHNÈ della Moda e del Profumo di Sanremo.

Infine, tra gli eventi collaterali, viene proposto un percorso espositivo multimediale che illustrerà l’esperienza dell’artista nel suo viaggio e nel suo soggiorno in Riviera. In particolare, la genesi delle opere in mostra viene approfondito attraverso il patrimonio epistolare, in primis le lettere scritte da Monet ai familiari, e in particolare alla compagna Alice, e ai suoi corrispondenti abituali, tra cui il mercante d’arte Paul Durand-Ruel.

In particolare, in una lettera del 25 marzo 1884, al termine del suo soggiorno in Riviera, Monet scrive:

“(…) Non so se ciò che ho fatto è buono, non so più nulla, ho lavorato tanto, fatto tanti sforzi, che ne sono abbrutito. Se ne avessi la possibilità, vorrei cancellare tutto e ricominciare, perché bisogna vivere per un certo tempo in un paese per dipingerlo, bisogna averci lavorato con pena per arrivare a renderlo in modo sicuro; ma potremo mai essere soddisfatti di fronte alla Natura e soprattutto qui… Circondato da questa luce abbagliante, trovo la mia tavolozza ben modesta; l’Arte vorrebbe tonnellate d’oro e di diamanti. Infine, ho fatto ciò che ho potuto. Forse, una volta rientrato a casa, mi ricorderà un po’ ciò che ho visto”.

INFO

Monet in Riviera, fino al 31 luglio 2019

Orario: fino al 14/6 lun-dom 10.30-18; dal 15/6 al 31/7 lun-dom 10.30-19.30

Biglietti: intero € 9, ridotto € 7 (include la visita a entrambe le sedi); minori di 14 anni gratis. Monet Card per residenti nei Comuni di Bordighera e Dolceacqua valida per tutto il periodo della mostra € 9.

www.monetinriviera.it