L’Isola di Budelli la compriamo noi: sarà l’isola dei ragazzi

La spiaggia rosa tornerà all’asta: “Se i soldi non li ha lo Stato, li mettiamo noi. Bastano 50 centesimi a testa

Sembrava fosse già cosa fatta: l’Isola di Budelli, la perla dell’arcipelago della Maddalena, finita in mano al magnate di turno. Budelli è considerata una delle più belle isole del Mediterraneo, nonché simbolo del Parco nazionale.

E invece, un inaspettato dietrofront del proprietario, il neozelandese Michael Harte, fa riaccendere la speranza che questa meraviglia italiana possa ritornare nostro patrimonio. Pare infatti che il magnate scoraggiato, evidentemente, dai troppi vincoli che non gli avrebbero consentito di realizzare il suo piano, abbia rimesso all’asta l’isola.

Ed ecco che nuovi acquirenti, di certo insoliti, si propongo; sono gli studenti della II B della scuola media di Mosso, con un’iniziativa tutt’altro che ha la perspicacia che solo i giovani hanno.

Sarebbe davvero bello se Budelli diventasse l’isola dei giovani. Pubblica, cioè patrimonio di tutti. Se i soldi non li ha lo Stato, allora li mettiamo noi. Con la nostra idea contageremo tutti gli studenti d’Italia.

Come se non bastasse, i giovani hanno dato prova di essere pragmatici e concreti e hanno pensato anche al lato economico della faccenda, organizzando una colletta: 75 euro sono stati già versati assicurano: Sembrano pochi, ma è un primo passo. Noi abbiamo donato 50 centesimi per ciascuno dei 1500 abitanti del nostro paese. Il messaggio che vogliamo lanciare è questo: se tutti gli studenti italiani donassero 50 centesimi potremmo mettere insieme i tre milioni di euro necessari per vincere la prossima asta. Così eviteremo che questo patrimonio finisca nelle mani di un privato, di uno sconosciuto.

La campagna «Non si sBudelli l’Italia» sbarca ora sui social network. Su Facebook i ragazzi della media di Mosso (da anni gemellati con una scuola del Nepal) sono pronti a lanciare il loro messaggio. Stanno preparando una pagina per coinvolgere gli studenti di tutta Italia e forse quelli dell’intera area mediterranea. A partire dagli alunni delle scuole della Sardegna. Per il sogno (e la tenacia) i ragazzi della II B hanno già meritato un dieci e lode.

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