La pastiera napoletana

La pastiera napoletana, antichissimo dolce pasquale partenopeo, è una torta di pasta frolla ripiena di un impasto formato da ricotta, grano bollito, uova, spezie e canditi. La frolla della pastiera è croccante, mentre il suo ripieno è morbido di un colore giallo oro molto intenso mentre il suo sapore e il profumo varia a seconda degli aromi utilizzati. La pastiera napoletana (o più semplicemente pastiera) è un dolce napoletano tipico del periodo pasquale, uno dei capisaldi della cucina napoletana (ma diffuso anche nella zona di Reggio Calabria e provincia). Ha avuto il riconoscimento di prodotto agroalimentare tradizionale campano.

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L’origine della Pastiera è molto antica e la si può far risalire ai culti pagani quando la si preparava per celebrare l’arrivo della primavera. Nel tempo è diventata usanza prepararla per la festività della
Pasqua. In particolare la leggenda è probabilmente legata al culto di Cerere le cui sacerdotesse portavano in processione l’uovo, simbolo di rinascita che passò nella tradizione cristiana. La ricetta attuale fu perfezionata proprio nei conventi e divennero celebri quelle delle suore del convento di San Gregorio Armeno.

Ingredienti per la pasta (12 persone) :
una confezioni da 1 kg. di pasta frolla surgelata
700 gr. di ricotta di pecora
400 gr. di grano cotto (si trova in scatola nei supermercati, oppure lo puoi sostituire con: orzo perlato che va messo a bagno la sera prima e cotto per 30 minuti o del riso a chicco tondo per dolci cotto per circa 20 minuti)
600 gr. di zucchero
1 limone
50 gr. di cedro candito
50 gr. di arancia candita
50 gr. di zucca candita (si chiama”cucuzzata”) oppure altri canditi misti
100 gr. di latte
30 gr. di burro o strutto
5 uova intere + 2 tuorli
una bustina di vaniglia
un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
pizzico di cannella (facoltativo)

Preparazione:
Fate scongelare la pasta frolla a temperatura ambiente. Versate in una casseruola il grano cotto, il latte, il burro e la scorza grattugiata di 1 limone; lasciate cuocere per 10 minuti mescolando spesso finché diventi crema. Frullate a parte la ricotta, lo zucchero, 5 uova intere più 2 tuorli, una bustina di vaniglia, un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio, e un pizzico di cannella (facoltativo). Lavorare il tutto fino a rendere l’impasto molto sottile, aggiungere una grattata di buccia di un limone e i canditi tagliati a dadi, amalgamare il tutto con il grano. Prendete la pasta frolla scongelata, o quella fatta da voi e distendete l’impasto allo spessore di circa 1/2 cm con il mattarello e rivestite la teglia (c.a. 30 cm. di diametro) precedentemente imburrata, ritagliate la parte eccedente, ristendetela e ricavatene delle strisce. Versate il composto di ricotta nella teglia, livellatelo, ripiegate verso l’interno i bordi della pasta e decorate con strisce formando una grata che pennellerete con un tuorlo sbattuto. Infornate a 180 gradi per un’ora e mezzo finché la pastiera non avrà preso un colore ambrato; lasciate raffreddare e, prima di servire, spolverizzate con zucchero a velo.

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Consigli:
La pastiera napoletana è ancora più buona se mangiata qualche giorno dopo. Per questo motivo nella tradizione napoletana in genere si prepara già il venerdì santo o anche il giovedì , così da essere buonissima per Pasqua, con tutti i sapori ben amalgamati. Può esser ancora conservata altri giorni (almeno 4) rigorosamente fuori dal frigorifero, coperta da un panno bianco di lino (non dalla pellicola), successivamente può essere conservata in frigo per altri giorni. La pastiera viene infornata nel classico “ruoto” di ferro stagnato o di alluminio,e una volta cotta, essendo fragile e friabile, per conservarla è meglio lasciarla nello stampo. Alcune persone non gradiscono la consistenza del grano cotto troppo granuloso,  quindi lo frullano appena finito di cuocere nel latte con un frullino a immersione perché diventi liscio e omogeneo. Il grano cotto generalmente si trova in scatola nei supermercati, oppure lo puoi sostituire con: orzo perlato che va messo a bagno la sera prima e cotto per 30 minuti o del riso a chicco tondo per dolci cotto per circa 20 minuti). Una volta cucinata la pastiera, può essere conservata in frigo anche per 4-5 giorni.


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Parmigiano Reggiano: qualità e garanzia

IL PARMIGIANO REGGIANO È UN FORMAGGIO A DENOMINAZIONE D’ORIGINE PROTETTA: Questo significa che è garantito, per i suoi tratti distintivi e per il suo legame con la zona di origine, da un sistema di norme UE volte a tutelare allo stesso tempo i consumatori e i produttori. Il Parmigiano Reggiano è un formaggio completamente naturale, famoso in tutto il mondo come il Re dei formaggi grazie al suo metodo di produzione e alle sue caratteristiche nutrizionali e organolettiche. La sua lavorazione è regolata da stretti standard di produzione, registrati presso gli organismi competenti dell’Unione Europea. Per questo motivo il marchio Parmigiano Reggiano può essere esclusivamente apposto sul formaggio che:  è stato prodotto trasformato e lavorato esclusivamente nella zona d’origine. E che sia fatto secondo antichi metodi artigianali e tradizionali, definiti da una rigida regolamentazione  (Disciplinare di produzione, norma europea del Reg. CEE 2081/92 e riconoscimento del Reg. (CE) N. 1107/96), che impone precisi metodi di produzione (standard di produzione), un’alimentazione controllata delle bovine (regolamento per l’alimentazione del bestiame) e regole per la selezione qualitativa e l’apposizione dei marchi sulle forme (regolamento di marchiatura).

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Rigatonicon verdure primaverili e Parmigiano reggiano.
Ingredienti:
400 gr di rigatoni
Una manciata di fagiolini
Un fiore di zucca
1 patata
10 pomodori datterini
Uno spicchio d’aglio
Olio extravergine d’oliva
Sale
Parmigiano Reggiano
Preparazione:
Immergere i rigatoni  in abbondante acqua salata. Nel frattempo, prendere una patata biologica e ben lavata, tagliarla a dadini mantenendo la buccia e aggiungerla ai rigatoni. Successivamente, prendere i fagiolini, tagliarli a tocchetti e unirli ai rigatoni. Prendere uno spicchio d’aglio e privarlo della buccia e dell’anima. In un’altra pentola, far rosolare dolcemente lo spicchio d’aglio con un po’ d’olio. Prendere i pomodori datterini, tagliarli a spicchi e aggiungere lo spicchio d’aglio e l’olio, facendoli sfaldare lentamente. Aggiungere del basilico per profumare e dei fiori di zucca per dare più
dolcezza. Scolare i rigatoni con le verdure primaverili e aggiungervi i pomodori, i fiori di zucca e un filo d’olio. Grazie alla proprietà dei rigatoni  si riesce a incorporare bene tutti i sapori e gli odori presenti
nella ricetta. A questo punto, impiattare disponendo i rigatoni un po’ in orizzontale e un po’ in verticale. Infine, completare la ricetta dei rigatoni con verdure primaverili, aggiungendo una spolverata di Parmigiano Reggiano.

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Cioccolato : gusto e benessere

Il cioccolato, alimento derivato dai semi di cacao, estratti dai frutti dell’omonima pianta arborea originaria dell’Amazzonia, è stato definito nel corso della sua lunga storia come “cibo degli dei” . Il cioccolato è sempre più apprezzato per numerose ragioni: le stesse origini storiche, l’alone mistico, le proprietà nutrizionali.

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Tutto ciò ha contribuito a farne un componente dietetico molto affascinante. Lo afferma uno studio, pubblicato sugli Archives of Internal Medicine, che ha coinvolto 1018 uomini e donne. Nonostante il cioccolato sia un alimento ricco di calorie, dalla ricerca è emerso che coloro che l’avevano consumato regolarmente 5 volte alla settimana risultavano più magri rispetto a coloro che lo consumavano occasionalmente, indipendentemente dalla quantità di cioccolato ingerita e dall’attività fisica abituale di ciascuno. Spesso i cibi più buoni sono anche quelli più pericolosi per la salute, il cioccolato sembra essere la classica eccezione che conferma la regola, o almeno in parte. Il cioccolato contiene non solo degli stimolanti, ma anche melatonina e soprattutto triptofano, precursore della serotonina: l’ormone del buonumore. E dunque è proprio questo effetto sull’umore a creare dipendenza. Chi vuole beneficiare a pieno del suo prezioso carico di antiossidanti deve infatti abituarsi ai risvolti amarognoli del fondente, rinunciando al gusto cremoso del cioccolato bianco e a quello vellutato delle barrette al latte. Non a caso, il cioccolato fondente rappresenta una delle più generose fonti alimentari di flavonoidi, rinomati antiossidanti presenti negli alimenti di origine o derivazione vegetale, come il tè, il vino rosso, gli agrumi ed i frutti di bosco. Tanto maggiore è la percentuale di cacao nell’amata tavoletta tanto superiore è la presenza di flavonoidi. In media, 100 grammi di fondente ne contengono 50-60 mg, mentre in un’analoga quantità di cioccolato al latte ne ritroviamo soltanto una decina di mg. Addirittura nulla è invece la percentuale di flavonoidi nel cioccolato bianco.Dal punto di vista quantitativo, il contenuto in flavonoidi del fondente si avvicina a quello dei frutti di bosco (alimento antiossidante per eccellenza), mentre sotto il profilo qualitativo rispecchia, con le sue catechine, il potere antiossidante del tè verde.

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“Le catechine e le proantocianidine hanno importanti proprietà anti-età e prottettive per l’endotelio. Si è visto che il cioccolato ha un effetto scudo contro le malattie cardiovascolari e il diabete. In questo caso anche perche’ migliora l’insulino-resistenza”. Ma quale scegliere? “Il tipo amaro e senza latte è ideale, perchè il latte rende non assorbibili le preziose catechine. E ancora. “Il cioccolato abbassa la pressione, riduce la quantita’ di colesterolo, aumentando il colesterolo buono. E contrasta il rischio di diabete di tipo 2. Essendo un vasoprotettore, inoltre, riduce il pericolo di trombi e migliora il flusso ematico a livello neuronale.

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Valore nutrizionale ( per 100 grammi di prodotto)
Fondente (40% di cacao minimo) 490 calorie
Proteine 5,3 g
Carboidrati 47 g
Grassi 30 g
Calcio 63 mg
Magnesio 100 mg
Fosforo 287 mg
Potassio 397 mg
Bianco (20% di cacao minimo, 14% di latte minimo) 550 calorie
Proteine 8,5 g
Carboidrati 57,7 g
Grassi 31,3 g
Calcio 301 mg
Magnesio 33 mg
Fosforo 224 mg
Potassio 401 mg
Latte (25% di cacao minimo, 14% di latte minimo) 550 calorie
Proteine 9,2 g
Carboidrati 51,1 g
Grassi 31,5 g
Calcio 214 mg
Magnesio 86 mg
Fosforo 242 mg
Potassio 471 mg

 




A Venezia il gusto va in scena : grande successo per le ricette “Senza” dei grandi chef

Successo per la sesta edizione di Gusto in Scena, la manifestazione che si è svolta  nella suggestiva location della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia. “La prima città del mondo a sviluppare La Cucina del Senza, che è già entrata nell’alta e medio alta ristorazione; affermò l’ideatore Marcello Coronini: Essa consente di conciliare gusto e salute evitando l’abuso di sale, grassi e zucchero”. Intervenne anche l’assessore Roberto Pancera, che espresse l’ambizione di far coniugare a Venezia la cultura artistica con quella enogastronomica.

Minestra di Parmigiano Reggiano Credits Alice Ostan

Uno dei tanti protagonisti di La Cucina del Senza è stato lo chef stellato Carlo Cracco, protagonista dell’edizione Italiana di Masterchef, accolto da un numerosissimo pubblico. “La mia cucina è già vicina a quella del “Senza” perché cerco di intervenire il meno possibile sulla materia prima – ha spiegato Cracco – Credo essenziale educare il palato partendo da La Cucina del Senza per imparare a distinguere i sapori. Al contrario l’eccesso di grassi e sale brucia le papille e le percezioni”.  Alla domanda sul ruolo dei programmi televisivi, Cracco ha risposto così: “E’ molto bello vedere oggi tanti giovani interessati al settore, che s’iscrivono all’istituto alberghiero. Molto spesso scoprono questa straordinaria professione anche grazie alla televisione e credo, dunque, che abbia un ruolo positivo”. Passato ai fornelli, lo chef preparò la ricetta senza grassi “Rognone cotto sul sale e infuso di china” e quella senza sale, “Minestra di Parmigiano Reggiano”.

da sx Marcello Coronini - Carlo Cracco

Poi si esibirono  gli chef Andrea Aprea, Paolo Teverini, Luca Marchini, Nicola e Pierluigi Portinari, Aurora Mazzucchelli e Vincenzo Candiano. Spiegò invece come si possano realizzare dessert dolci anche in assenza di zucchero il pasticciere Luigi Biasetto. Ricevettero applausi anche  Ilario Vinciguerra, Luigi Taglienti, Ernst Knam, Herbert Hintner, Gabriele Bozio e Nicola Micheletto.

Una giornata speciale per gli abitanti di Venezia.
La manifestazione ha aperto le porte alla città grazie a un biglietto a costo speciale, dedicato a chi vive a Venezia. Infatti, coloro che risiedono a Venezia hanno potuto prendere parte a I Magnifici Vini, degustando più di 150 vini, e a Seduzioni di Gola, assaggiando interessanti sfizi gastronomici, pagando solo 15 euro.

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Ricetta della settimana: la piadina che unifica!

Se si cerca il tratto unificatore di tutta la Romagna si deve guardare alla piadina, una sorta di pane non lievitato che nelle case contadine veniva cotto tradizionalmente su una pietra alla brace. È un prodotto che si è ormai imposto anche fuori della regione, anche se spesso realizzato a livello industriale, ma che in Romagna viene ancora fatto in casa mantenendo tutte le differenze da zona a zona, dove si può trovare con i nomi dipieda, pida, pie o pijda. La ricetta tradizionale prevede farina bianca, strutto, sale grosso pestato al mortaio (meglio ancora se sale dolce di Cervia) latte, bicarbonato e acqua tiepida, per dar vita a un impasto che viene usato anche per il più sottile crescione ocassone. Piadina e crescione si sposano ad abbinamenti come erbe selvatiche o dell’orto, affettati, formaggi morbidi come lo squaquerone, ma sanno trasformarsi anche in dessert quando accompagnate da creme, confetture o miele.

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Antichissima è la presenza della piadina sulle tavole romagnole, fino agli anni ‘60, quando insieme alla cultura contadina, ha rischiato di essere dimenticata. Ma così non è stato, anzi, è aumentata in modo esponenziale la notorietà della piadina, cambiando un po’ le sue caratteristiche di consumo e passando da alternativa al pane degli antichi contadini a cibo versatile dei romagnoli moderni. La piadina romagnola, come tutti sanno, è una tra le ricette più tipiche della gastronomia Romagnola, conosciuta in tutto il mondo e soprattutto amata da milioni di persone. La piadina romagnola, si presenta come una sfoglia di pastella di forma rotonda con una buonissima farcitura che può essere tra le più varie e va secondo i gusti ed i desideri del buongustaio che la deve mangiare: così la piadina romagnola può essere ripiena di mozzarella, pomodoro e prosciutto, oppure rucola e stracchino, o ancora verdure, stracchino e salumi; insomma la scelta è illimitata.

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Ingredienti:
500 g di farina
75 g di strutto
2 g di bicarbonato
6 g sale
200 g acqua (o latte)
Se non volete usare lo strutto provate con mezzo bicchiere di olio extra vergine di oliva.

Piadina Romagnola:
Impastare tutti gli  ingredienti assieme. Aggiungere un po’ d’acqua per formare un impasto piuttosto sodo. Oppure, al posto dell’acqua potete mettere il latte o addirittura il vino bianco secco. Distendere l’impasto col mattarello, sulla spianata formando un bel tondo di pasta più o meno sottile a seconda dei
gusti. Cospargere di tanto in tanto il mattarello con la farina, altrimenti la pasta si potrebbe attaccare al legno e il sottile “lenzuolo” bucarsi. Mettere a cuocere la pasta sul testo di terracotta, sotto cui deve ardere un fuoco piuttosto allegro, perché la piadina va cotta in fretta. Man mano che la piadina si cuoce in superficie forma delle lievi bolle, che vanno schiacciate con le punte di una forchetta, le cui impronte restano anche dopo la cottura, a ricordare il lavoro delle donne davanti al calore del testo bollente. Armatevi anche di un coltello a lama lunga, che vi servirà a rigirare in senso orario e a rivoltare il disco di pasta.

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Ricetta della Settimana: Lumache alla Borgognona

Per chi non sapesse furono proprio i nostri antichi romani a scoprire il gusto particolare che sprigiona una lumaca una volta cotta. I francesi poi hanno saputo eccellere nell’arte di cucinarle. In Italia la lumaca è apprezzata in ogni regione ognuna delle quali ha una sua ricetta base per cucinarle (generalmente in umido o trifolate, con o senza pomodoro), al fine di ricavarne un buon sugo con cui accompagnare la polenta o il pane. La lumaca, per tradizione, viene cucinata secondo ricette alquanto robuste, il che l’hanno fatta considerare un cibo indigesto. Invece, se cucinata ammodo, deve essere considerata un cibo facilmente digeribile.

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Ingredienti:
36 lumache cotte
3 cucchiai di scalogno tritato finemente
300 ml di vino bianco secco
1 cucchiaio di prezzemolo tritato finemente
2 spicchi d’aglio tritati finemente
300 gr di burro
40 grammi di nocciole macinate
sale e pepe
3 cucchiai di pangrattato fatto al momento con pane bianco

Lumache alla Borgognona:
Sciogliere un cucchiaio di burro in un recipiente a calore dolcissimo. Aggiungere un cucchiaio di scalogno e cuocere lentamente. Aggiungere la carne di lumaca cotta, il vino bianco, sale e pepe e lasciar cuocere lentamente fino a che le lumache sono tenere. Se necessario aggiungere un po’ di acqua.Preparare quindi il burro alla borgognona nel seguente modo: sbattere il burro morbido con il frullatore finché diventa cremoso; aggiungere prezzemolo, aglio, scalogno, nocciole, sale e pepe. Mettere in ogni guscio o negli appositi scodellini di terracotta una lumaca e un cucchiaino di sugo tiepido. Chiudere con un cucchiaino del burro lavorato, premendo bene. Cospargere con il pane, mettere in un recipiente (per mantenere dritti i gusci vi è un apposita piastra con incavi) e metterle da parte. Per la cottura finale scaldare il forno a 200 gradi e mettervi le lumache a gratinare per 8-10 minuti e servire subito.

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Emilia Romagna: “lo stomaco d’Italia”

La cucina dell’ Emilia Romagna:
Più che di una cucina regionale, in Emilia Romagna si dovrebbe parlare di una costellazione di cucine, il risultato di quasi otto secoli di autonomia delle diverse città emiliane. Questa regione suggerisce ricchezza e abbondanza, c’è chi ama definirla lo “stomaco d’Italia“. Preparazioni come tortellini, tagliatelle al ragù o lasagne al forno, e specialità come il Parmigiano Reggiano, il prosciutto Crudo di Parma, la Mortadella di Bologna hanno reso famosa l’Emilia Romagna nel resto dell’Italia e del mondo. Salumi e parmigiano, sono gli inconfondibili ingredienti della grande cucina dell’ Emilia Romagna.

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Ogni città ha la sua eccellenza: lo Zampone a Modena, il prosciutto crudo a Parma, la coppa a Piacenza, la mortadella a Bologna, la salama da sugo a Ferrara. Molti snack tradizionali e antipasti ruotano intorno a questi prodotti. Tigelle, gnocco fritto, piadine, crescentine, burleghi, stuzzicanti variazioni di pasta di pane fritte o cotte su pietra, sono nate per accompagnare salumi eccellenti e re il re dei formaggi: il parmigiano reggiano; grana insuperabile per sapore, digeribilità e versatilità in cucina. Sono piccoli peccati di gola spesso annaffiati da vini schietti del territorio, Gutturnio, Lambrusco, e Pignoletto.
Fra i dolci da raccomandare ai veri golosi ci sono la torta di Modena, tutta mandorle e cioccolato, e la spongata di Brescello e Busetto.

Parmigiano reggiano

Ingredienti:
500 g di farina
70 g di strutto
180 ml di acqua
1 cucchiaio di zucchero
10 g di sale
12 g di lievito di birra per friggere
olio d’oliva o strutto q.b.

Gnocco fritto:
Sbriciolare in una ciotola il lievito, mescolandolo allo zucchero e a 50 ml di acqua tiepida finché si sarà sciolto. Unire due cucchiai di farina per formare una pastella morbida. Lasciare risposare mezz’ora. Unire il restante composto alla farina e aggiungere lo strutto e la restante acqua con il sale. Impastare fino a completo assorbimento del liquido e formare un panetto, incidere una croce e lasciare lievitare per quattro ore in una ciotola coperta con pellicola (dovrebbe triplicare di volume). Dopo la lievitazione stendere una sfoglia spessa circa tre millimetri, tagliare dei rombi o dei quadri di otto centimetri di lato circa. In una pentola far scaldare abbondante olio o strutto e immergervi gli gnocchi pochi per volta e friggerli. Una volta pronti adagiarli su una carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Servire ben caldo per accompagnare i salumi misti e i formaggi.

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Vino consigliato:
Lambrusco IGT Emilia Colli Ducali, dal colore rosso rubino intenso al granato, ha un profumo vinoso e fruttato e un sapore sapido, leggermente acidulo e amabile.




Ricetta delle Settimana: un risotto alternativo

Se siete stanche del tradizionale risotto alla milanese, ecco per voi una nuova ricetta tutta da provare!

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Ingredienti:
4 ossibuchi di vitella medi
40 gr. burro
2 coste di sedano intere
2 carote
1 spicchio d’aglio
1 cipolla media
farina q.b.
1 bustina zafferano
2 pomodori pelati (o 2 cucchiai di polpa pomodoro)
2 bicchieri di vino bianco
brodo di dado abbondante (per il riso e per gli ossibuchi)
400 gr. riso parboiled
scorza limone tritata
maggiorana
prezzemolo
parmigiano grattugiato abbondante
40 gr. burro
sale
olio extra d’oliva

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Preparazione:
Ossibuchi: infarinare gli ossibuchi (farli intaccare ai bordi dal macellaio) e rosolarli in una padella capiente con olio extra d’oliva e 20 gr. di burro. Usare il cucchiaio di legno. Nel frattempo lavare e tagliare a pezzetti il sedano, le carote, cipolla e aglio e tritarli nel mixer. Aggiungere le verdure con un pochino d’acqua agli ossibuchi e farle appassire. Aggiungere un bicchiere di vino bianco e salare. Unire il pomodoro. Abbassare il fuoco e far cuocere gli ossibuchi, con un coperchio, per 1 ora aggiungendo mano a mano il brodo di dado necessario (il sughetto deve essere denso). Qualche minuto prima della fine della cottura, aggiungere un trito di scorza di limone, maggiorana e prezzemolo. Far insaporire per qualche minuto e spegnere il fuoco. Tenere in caldo. Risotto: fare un risotto pilaf in questo modo: in una pentola mettere olio extra d’oliva, 20 gr. Burro e mezza cipolla tagliata finemente. Farla appassire. Aggiungere il riso, farlo brillare un po’ e unire un bicchiere di vino, girando sempre con il cucchiaio di legno. Farlo evaporare e cuocere il riso aggiungendo il brodo necessario. Qualche minuto prima della fine cottura aggiungere lo zafferano, sciolto in poco brodo. A cottura ultimata spegnere il fuoco e mettere abbondante parmigiano. Attenzione!: trasferire il riso su un vassoio ovale. Sopra il riso mettere gli ossibuchi caldi con tutto il loro sughetto. Servire in piatti piani prendendo con una schiumarola sia il riso sia 1 ossobuco con la salsa, per ogni commensale.
Non ci resta che augurarvi buon appetito!

 

 




Pizza: una scoperta a Verona

Si definisce un “pizza ricercatore” Renato Bosco, titolare di questo laboratorio del gusto, pizzeria, ristorante. Un “locale del sapore” dove tutto è in continua trasformazione. Protagonista è la pizza sfornata nell’adiacente laboratorio e servita ai tavoli in un ambiente simpatico e informale.

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Nel locale ci si può divertire con i percorsi degustazione, veri e propri viaggi attraverso l’universo della pizza: in teglia alla romana, al metro, classica, speciale. I cibi di strada e i piatti unici sono l’altra specialità offerta, e spaziano dalla cucina locale – che segue il ciclo delle stagioni- a reinterpretazioni dell’arte culinaria fusion e orientale. Per gli appassionati, oltre ai vini, una bella selezione di birre artigianali non pastorizzate alla spina prodotte seguendo o bottiglie dei birrifici Zago e Baladin.

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Preparazione per una pizza saporita:
Scaldate 250 ml d’acqua e scioglieteci il lievito. Versate in una ciotola. Aggiungete 1 pizzico di sale. Versate la farina, aggiungete 2 cucchiai d’olio e impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Coprite con un panno e lasciate lievitare per almeno 2 ore.
Stendete la pasta col matterello sul piano di lavoro infarinato.
Ungete una teglia d’olio. Disponeteci la base per la pizza. Cospargetela di pomodoro e salate.
Cuocetela in forno ben caldo per circa 1/2 ora a 200 gradi.
Aggiungete la mozzarella tagliata a cubetti e le foglioline di basilico. Infornate per altri 5 minuti.
Accorgimenti:
Per preparare una buona pizza margherita è importante scegliere ingredienti di prima qualità, a cominciare dall’olio e dalla mozzarella.
Idee e varianti:
La pizza margherita è ottima anche col pomodoro fresco: in tal caso disponete prima la mozzarella, poi cospargete con pomodorini tagliati a cubetti.

DA VEDERE
Verona, poco distante da San Martino, è un museo a cielo aperto, protetta dall’Unesco. Immancabile la visita all’Arena, alla casa di Giulietta, a Piazza dei Signori, alle Arche scaligere, al Duomo. E infine un giro in piazza Erbe, luogo perfetto dove i veronesi si trovano per il classico “spritz”, l’aperitivo a base di prosecco popolarissimo in Veneto e non solo.
Info
Saporè – San Martino Buon Albergo (Vr)Via Ponte 53, San Martino Buon Albergo (VR)
045/8781791
www.saporeverona.it




Singapore: World Gourmet Summit

Dal 26 Marzo al 5 Aprile Singapore ospiterà la 18° edizione della kermesse culinaria dedicata alle esperienze gastronomiche più esclusive; molti saranno gli chef ospiti e gli eventi in programma che catalizzeranno l’attenzione sulla Città-Stato asiatica.
Manca meno di un mese all’apertura del World Gourmet Summit, evento culinario con cui Singapore confermerà ancora una volta la propria vocazione internazionale, trasformandosi nel palcoscenico mondiale della gastronomia.
Si accendono i riflettori sui migliori ristoranti e hotel della città che brilleranno ancor di più grazie agli chef di fama internazionale che prenderanno parte ai numerosi eventi in programma. Considerato uno degli eventi di maggior successo degli ultimi anni, il World Gourmet Summit richiama ogni anno oltre 20.000 visitatori provenienti da tutto il mondo.

World Gourmet Summit

L’edizione di quest’anno promette di innalzare il livello qualitativo della scena culinaria internazionale focalizzandosi su un tema ambizioso come “The Classics”, ovvero la celebrazione e rivisitazione dei Classici, intesi nella loro accezione più ampia. Non solo quindi eccellenze gastronomiche e vinicole, ma anche esperienze culinarie raffinate ed eleganti.
Il World Gourmet Summit è, per antonomasia, celebrazione della creatività e del talento; i visitatori avranno la possibilità di vedere all’opera chef stellati di tutto il mondo che dimostreranno la loro maestria durante workshop ed eventi dedicati.
Tra gli ospiti brilleranno lo Chef Thomas Bühner, premiato con 3 stelle Michelin e conosciuto per la sua abilità di introdurre influenze esterne nella cucina francese, e lo Chef spagnolo Sergi Arola, 2 stelle Michelin, considerato fra i più talentuosi sulla scena spagnola contemporanea.
Gli appuntamenti di quest’anno comprendono randez vous con i più importanti chef del mondo, degustazioni di vini pregiati, cocktails, charity events e il prestigioso Award of Excellence, che premierà non solo i migliori vini e le eccellenze gastronomiche, ma anche meritevoli professionisti ed aziende del settore hospitality.
Da non perdere sono le cene a tema che svilupperanno il filo conduttore della manifestazione e forniranno una panoramica delle diverse accezioni di “classico”.

World Gourmet Summit

Alcune di esse sono dedicate a materie primesenza tempo, come il caviale, il whisky e il foie gras, emblemi di raffinatezza, eleganza e buon gusto. Non mancherà l’occasione per conoscere i talenti provenienti dai migliori hotel e ristoranti di Singapore, che disporranno di stand per la promozione delle location e dei prodotti in un ambiente raffinato.
Il World Gourmet Summit rappresenta una tappa fondamentale non soltanto per gli esperti del settore, ma anche per appassionati in cerca di esperienze culinarie uniche.

World Gourmet Summit

Per maggiori informazioni:
www.worldgourmetsummit.com
 www.yoursingapore.com




Ricetta della Settimana: I Maritozzi marchigiani

I maritozzi sono un dolce tipico di Roma e del Lazio dalle origini antichissime. E’ stato importato nelle Marche dalla campagna laziale dove, alla fine dell’800, i primi braccianti marchigiani si recavano a lavorare per dissodare i campi. Si racconta che le donne lo stivavano nelle bisacce di pelle o di stoffa dei braccianti che, lontano da casa per tutto il giorno, dovevano portare con sé l’essenziale per nutrirsi.

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Sia per la lunga conservazione che per la completezza della tabella nutrizionale, poteva considerarsi un vero e  proprio pasto. Già al tempo dei Romani esistevano delle pagnotte che erano addolcite con l’aggiunta di miele e uva passa. Da questo “pane dolce” probabilmente derivano i maritozzi.

Ingredienti:
550 g di farina
200 g di farina manitoba
25 g di lievito di birra
120 g di zucchero
250 g di latte tiepido
1 cucchiaio di miele
50 g di olio di semi
3 uova
1 cucchiaio di semi di anice
40 g di vino cotto
Latte zuccherato per spennellare
Scorza d’arancia grattugiata q.b.

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Preparazione:
Prima fase: sciogliere il lievito nel latte, aggiungere il miele, lo zucchero e l’olio, mescolare, aggiungere infine le farine e impastare, coprire con la pellicola e lasciare lievitare a temperatura leggermente calda per circa sei ore.
Seconda fase: riprendere l’impasto e aggiungere i semi d’anice, le uova leggermente sbattute, la scorza d’arancio e il vin cotto. Questo secondo impasto è più semplice se si usa l’impastatrice, a mano risulta un po’ faticoso. L’impasto deve risultare non appiccicoso. Una volta impastato bene coprire con la pellicola e lasciare lievitare fino al raddoppio.
Terza fase: dividere l’impasto in porzione da 80 g, dare ai panetti una forma a filoncino, adagiarli nella placca del forno ricoperta di carta da forno, lasciarli lievitare fino al raddoppio. Una volta lievitati spennellarli con latte zuccherato e infornarli a 200° per 15 minuti.

maritozzi

Segreto dello chef:
Appena sfornati e ancora caldi è necessario spennellarli ancora con latte zuccherato e cospargerli di zucchero semolato prima di servirli.

Vino consigliato:
Il Moscato Rosa Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito è un vino che si presenta dal color giallo dorato carico con riflessi ambrati. Il suo aroma profuma di bouquet intenso, agrumato, muschiato di frutta candita e frutta fresca. Ha un gusto pieno e dolce, morbido, equilibrato con lunga persistenza gusto olfattiva, armonico. Nel finale si possono assaporare sensazioni di miele e camomilla.




Ricetta della Settimana: Agnello alla marchigiana con carciofi alla giudia

Auto&Donna, come ogni mercoledì, propone un piatto di provenienza marchigiana. La ricetta di questa settimana è un prelibato secondo piatto: agnello alla marchigiana con carciofi alla Giudia.

Ricetta:
Per l’agnello
300 g di polpa di agnello
1 cucchiaio di amido di mais
½ bicchieri di marsala
olio q.b.
Sale q.b.
Vino bianco per sfumare
Pancetta q.b.
Alloro, salvia, rosmarino
3 fette di pane
1 spicchio d’aglio
prezzemolo

Per i carciofi:
12 carciofi
1 dl d’olio
3 spicchi d’aglio
Prezzemolo
Pangrattato
Vino bianco
1 bicchiere d’acqua

Agnello alla marchigiana

Preparazione:
Preparare la carne tagliandola a bocconcini, quindi rosolarla in poco d’olio. Regolare di sale e sfumare con il vino bianco. Poi riprendere la carne ed avvolgere ogni bocconcino nella pancetta. Aggiungere le erbe aromatiche e il brodo di carne. Infornare a 180 gradi per 30 minuti. A parte tritare pane e prezzemolo, deglassare la padella di cottura dell’agnello con del marsala e versare un po’ di amido di mais diluito in poca acqua. Quando la carne è cotta, servirla con il crumble di pane e prezzemolo e con la salsa preparata.

Agnello alla marchigiana

Mondare i carciofi e spuntarli quasi per metà, schiacciarli un poco con il palmo della mano facendoli rotolare sul tavolo e allargare ancora il centro con le dita. Preparare un trito con aglio, prezzemolo e pangrattato, quindi condire il centro dei carciofi e aggiustare di sale. Disporre i carciofi in una casseruola, diritti e ben vicini tra loro, irrorare abbondantemente di olio, versare nella casseruola il bicchiere di vino e il bicchiere di acqua o, comunque, vino e acqua in parti uguali fino a che i carciofi non siano coperti almeno per metà dell’altezza. Cuocere a fiamma bassa fino a che non sia consumato tutto il liquido e i carciofi saranno cotti. Volendo, a fine cottura, i carciofi si possono conservare sottolio, disponendoli ben accostati fra loro in barattoli di vetro chiusi ermeticamente.
Segreto dello chef: utilizzate le varietà di carciofi marchigiani, come ad esempio il carciofo Monteluponese, oppure Scarciofeno.

Agnello alla marchigiana

Vino consigliato:
Lacrima di Morro d’Alba Compagnia della Rosa Conti Buscareto è un vino di colore rosso rubino con un aroma persistente, speziato, floreale, sentori di petali di rosa appassita, fruttato, piccoli frutti rossi di sottobosco con leggero boisè e profumi tostati.




Tre giorni di puro gusto a Milano

Ecco gli appuntamenti per questo fine settimana milanese consigliati da Alessandra Paltrinieri (Personal Travel Coach presso Le metiér(e) de l’elegance).

Ore 21.00: arrivo a  Milano e  cena da Ceresio 7
L’inaugurazione è avvenuta con un favoloso party che  gli stilisti Dean e Dan Caten di Dsquared2 hanno organizzato a settembre del 2013 in occasione di Milano fashion week. Questo locale associa l’eleganza al glamour e all’ ottima cucina a cura dello chef  Elio Sironi. Si trova al rooftop del palazzo dove gli stessi stilisti hanno fatto il proprio quartier generale. La particolarità è quella di offrire uno spazio lounge intenso e, nei mesi caldi, anche  un bar esterno e due piscine gemelle all’aperto .
Sabato 8 febbraio: una giornata dedicata al palato al Milano Food&Wine Festival e al divertimento col musical “Frankenstein junior

gli stilisti Dean e Dan Caten di Dsquared2
Quartier generale degli stilisti gli stilisti Dean e Dan Caten di Dsquared2

Dopo il successo delle prime due edizioni da sabato 8 a lunedì 10 febbraio il Mico ospiterà la terza edizione del Milano Food&Wine festival. Sotto il giudizio esperto di Helmuth Köcher, Presidente e Fondatore del Merano Wine Festival, sono stati selezionati 100 vignaioli che presenteranno ciascuno quattro vini. Quindi, durante questi tre giorni i visitatori potranno degustare vini e assaggiare piatti d’autore sia a pranzo sia a cena. La novità di questa edizione è “Food Experience Mondadori”, un’area attrezzata e dedicata a tutti coloro che – adulti o bambini – vorranno entrare più profondamente nel mondo della cucina e del buon vino. La partecipazione al programma è libera e compresa nel prezzo d’ingresso al Festival.

Food&Wine Festival
Food&Wine Festival

Ore 21.00: musical “Frankenstein Junior” al teatro  della Luna
Giampiero Ingrassia, ormai da anni protagonista di  musical, quest’ anno si presenta  come il protagonista del celeberrimo Frankenstein Junior, nuova produzione di Compagnia della Rancia. Al suo fianco Giulia Ottonello (Cantando sotto la pioggia, Cats), interpreterà  Elizabeth, fidanzata di Frederick. Igor sarà interpretato da Mauro Simone (Grease, Pinocchio il grande musical, regia di Tre metri sopra il cielo). Frau Blücher da Altea Russo (La Piccola Bottega degli Orrori, A Qualcuno Piace Caldo, Bulli e Pupe, Hello, Dolly!) e, infine , Valentina Gullace (Jesus Christ Superstar, Cabaret, High School Musical, Aladin, Salvatore Giuliano) sarà Inga, assistente di Frederick.  Il baritono Fabrizio Corucci  sarà il Mostro. Completano il cast Felice Casciano (A Qualcuno Piace Caldo, La Piccola Bottega degli Orrori, Pinocchio il grande musical, Sister  Act) nei  panni dell’ispettore KempDavide  Nebbia (Grease, Happy Days) è l’eremita cieco, Roberto Colombo (Grease, A Chorus Line, Cats, Happy Days) è Victor Von Frankenstein, nonno di Frederick. Il tutto all’insegna del divertimento.. da non perdere!

Domenica 9 Febbraio
Ore 14.00
: alla ricerca dei vini naturali alla fiera  “Vini di Vignaioli
Sabato 8 e domenica 9 febbraio si terrà la prima edizione milanese della fiera dei vini naturali Vini di Vignaioli. Dopo il successo di Fornovo di Taro (PR), Vini di Vignaioli arriva finalmente anche a Milano: nelle due giornate i visitatori potranno conoscere e degustare vini unici e prodotti nel rispetto della terra e dell’uva. Sono 50 i vignaioli presenti provenienti da quasi tutte le regioni italiane; saranno direttamente loro a raccontare i propri prodotti Cornice di questa particolare  fiera  di nicchia che avrà luogo in Cascina Cuccagna, una settecentesca cascina urbana. Qui, il mondo degli amanti del buon vino si potrà incontrare ed interagire. Il pubblico avrà inoltre la possibilità di acquistare le bottiglie direttamente dai produttori.

Vini e gusto
“Vini di Vignaioli”

Ore 16:00 lo studio del cibo alla mostra GOLA Arte e Scienza del gusto presso la Triennale.
In una giornata dedicata al cibo e al vino, come piaceri della vita, non può mancare una conclusione scientifica sul perché questo accada.
La mostra si sviluppa attraverso cinque aree tematiche: I sensi del gusto, buono da pensare, i dilemmi dell’onnivoro , i segreti dei cibi spazzatura e la ri-costruzione del gusto. In ciascuna area vi è un tema dominante sviluppato tramite un video, una o più opere d’arte e uno o più exhibit. Saranno presenti i seguenti artisti: Cheryl Donegan, Marina Abramovic, Sophie Calle, Ernesto Neto, Anri Sala, Boaz Arad, Gabriella Ciancimino, Jørgen Leth, Sharmila Samant, Martin Parr, Christian Jankowski, Hannah Collins, Marilyn Minter.

 

GOLA Arte e Scienza del gusto
GOLA Arte e Scienza del gust

INFORMAZIONI
Milano Food&Wine Festival
MiCo, via Giovanni Gattamelata,5
8 -10 febbraio
orari
sabato 8: 11.00-23.00
domenica 9: 11.00-22.00
lunedì 10: 11.00-16.30
biglietti: 30 euro al giorno con libero accesso a tutte le degustazioni  e possibilità di partecipare agli incontri di food experience, sono esclusi solo i piatti d’autore : 10euro
www.foodwinefestival.it

GOLA Arte e Scienza del gusto
Triennale di Milano
Orari
Martedi – Domenica 10.30 – 20.30; Giovedi 10.30 – 23.00
Biglietti: 8,00 Euro

“Vini di Vignaioli”
Cascina Cuccagna
sabato 8 e domenica 9 febbraio
Orari: dalle ore 12 alle ore 20.
Biglietti: 10€ + 2€ di cauzione per il calice da degustazione.

COSA VEDERE
“Frankenstein Junior”
Teatro della Luna
dal 30 gennaio al 16 febbraio 2014
www. ticketone.it

DOVE MANGIARE
Ceresio 7

Tel. 02 31039221

 

 




Ricetta della Settimana: Olive all’ ascolana e panzanella

Per chi  non conoscesse la gustosa e prelibata cucina Marchigiana o per chi ne fosse amante, abbiamo il piacere di proporre ogni mercoledì un piatto tipico Marchigiano. Quest’oggi presenteremo le Olive all’ ascolana e panzanella.

Olive all'ascolana

Ingredienti olive ascolane
1 kg di olive gentili di Ascoli
Ripieno:
200 g macinato di vitello
2 uova
1 cucchiaio di midollo di bue
spezie (cannella, noce moscata, pepe) q.b.
Cottura
farina q.b.
3 uova sbattute
pangrattato q.b.
olio d’oliva per friggere

Ingredienti panzanella
pane secco affettato
olio EVO
cipolla sfogliata
pomodori maturi
aglietto fresco affettato
prezzemolo tritato
aceto bianco
sale e pepe

Olive all'ascolana

Preparazione -olive all’ascolana
Innanzitutto snocciolare le olive, poi lasciarle a bagno in acqua leggermente salata per non farle annerire. In una ciotola impostare la polpa di vitello con il midollo, le uova e le spezie. Con questa amalgama farcire le olive, che andranno passate nella farina, nell’uovo sbattuto e nel pangrattato per tuffarle poi nell’olio bollente e friggerle. Una volta dorate e sgocciolate con la schiumarola, lasciarle asciugarle su fogli di carta assorbente, salarle leggermente e servirle ben calde. 
Panzanella
Nel piatto grande da portata depositare le fette di pane, dopo averle lasciate seccare p un giorno o due, ed umettarle con delle gocce di acqua. Condire con olio, sale pepe e cipolla, aglietto, pomodori e prezzemolo tritato. Irrorare il tutto con l’aceto e servire.

Olive all'ascolana

Il segreto dello chef: “Nella scelta del ripieno sbizzarritevi con la fantasia aggiungendo gli ingredienti che più vi piacciono, per esempio prezzemolo, aglio, prosciutto, mortadella..”

Vino Consigliato
Si consiglia di abbinare il Verdicchio dei Castelli di Jesi Conti di Buscareto. Il colore è giallo paglierino, l’aroma è tipico floreale con sensazioni di fieno e mela e presenta un gusto pieno e fresco, finale secco tendente all’amarognolo. 




Perugia: tra cibo e balletto con DancEat!

Balletto e buon cibo insieme? A Perugia sembrerebbe proprio di si con DancEat!
L’Umbria è da sempre una terra di tradizione e cultura, infatti, non è un caso se accoglierà DancEat : la prima rassegna che realizza l’originale accostamento tra la migliore tradizione del balletto classico e i percorsi dell’enogastronomia tipica locale. Una serie di tre appuntamenti nell’Auditorium e negli spazi di Hotel Giò Jazz Area, sono stati messi a disposizione dalla famiglia Guarducci , l’obiettivo è quello di coinvolgere un pubblico di ogni fascia d’età in una serie di serate coinvolgenti ed emozionanti. Il balletto classico merita di essere scoperto e ri-scoperto, perché il suo fascino senza tempo possa essere riconosciuto anche dalle nuove generazioni che sempre meno hanno occasione di apprezzarlo dal vivo.

Perugia-acquedotto01

Da queste riflessioni nasce il parallelismo con l’enogastronomia locale: un patrimonio di valori e conoscenza che va tutelato, valorizzato e trasmesso con passione. La manifestazione DancEat, iniziata il 21 gennaio con una delle opere più celebri e amate al mondo: la Carmen, si concluderà il 3 febbraio con il Lago dei Cigni. Il St. Petersburg Ballet porterà in scena l’incantevole e commovente storia dell’amore tormentato tra il principe Siegfrid e la bella Odette.

perugia

Info
www.hotelgio.it




Ricetta della Settimana: Orzotto alla trentina

Per combattere il freddo cosa c’è di meglio che una buona zuppa?
Questa settimana abbiamo deciso di pubblicare per voi la ricetta dell’ Orzotto alla trentina
A noi è piaciuta tanto: provare per credere!
INGREDIENTI (per 4 persone):
200 gr di orzo
1 scalogno
50 gr di pancetta
1 patata
1 carota
15 gr di funghi secchi
500 ml di brodo
olio
pepe

trentina

PROCEDIMENTO:
Mettete l’orzo in una ciotola con l’acqua per 30 minuti e nel frattempo mettete a bagno i funghi porcini secchi in una ciotola con l’acqua tiepida, poi sbucciate la carota e tagliatela alla julienne, pelate la patata e tagliatela a cubetti.
In una pentola dal fondo spesso fate rosolare lo scalogno tritato finemente con la pancetta tagliata a cubetti a cui andranno aggiunti prima i funghi ammorbiditi poi le carote e le patate.

orzetto3

A questo punto non resta che scolare l’orzo e aggiungerlo ricoprendolo con del brodo bollente e proseguite la cottura per 30 minuti circa, aggiungendo man mano altro brodo se l’orzotto dovesse asciugarsi.
A fine cottura aggiustate con sale e pepe e mettete un bel filo d’olio extravergine d’oliva.
Buon appetito a tutte!!!