Castelnuovo Magra, il fascino del borgo antico

Appoggiato sul colle Bastione, a 190 m di altezza, Castelnuovo Magra è uno dei borghi più antichi della bassa Val di Magra, insignito della Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano. Questa è anche zona di produzione del Vermentino DOC Colli di Luni e dei vini IGT Val di Magra, bianchi, rossi e rosati, da accompagnare ai piatti della tradizione, come la torta d’erbi, le carni arrosto, i testaroli e i panigacci, i pani preparati con farina, acqua e sale, da gustare con salumi e formaggi, oppure da condire con il pesto ligure o il sugo ai funghi.

L’ “oro verde” è rappresentato dal pregiato olio di oliva Lunigiana, che si fregia del marchio DOP, insieme al miele, altra eccellenza della zona, mentre le castagne, di cui sono ricche le colline circostanti, è l’ingrediente di molte gustose ricette invernali.

Passeggiare tra le viuzze strette che danno sui cortili interni, ci riporta alle atmosfere medievali respirate anche da Dante Alighieri che proprio qui, nel Castello dei Vescovi di Luni, il 6 ottobre 1306, in veste di procuratore di Francesco Malaspina, firmò la pace con l’allora vescovo di Luni Antonio Nuvolone da Camilla. Oggi, dell’imponente roca, costruita nel XII secolo per volere del vescovo Gualtiero per controllare la via Francigena, non rimangono che tracce delle mura, alcune parti delle murature e la torre a pianta rettangolare, alta 80 metri.

Nella parte più antica di Castelnuovo, il Borghetto, troviamo invece l’Oratorio dei Bianchi dedicato a Santa Maria Assunta, della fine del XVI secolo, che accogli i visitatori con la sua bella facciata rinascimentale. Addentrandoci ancora all’interno del paese, incontriamo la chiesa di Santa Maria Maddalena, a tre navate e con colonne in marmo di Carrara ricavate dalla cattedrale dell’antica Luni.

Tra i tesori custoditi al suo interno, troviamo un Calvario di Pietro Bruegel Il Giovane, conservata nella prima cappella sulla sinistra, una Crocifissione attribuita a Van Dyck e la Madonna del Suffragio del Fiasella. Passeggiando lungo le vie principali del borgo, si scorgono invece le belle facciate di alcuni palazzi signorili del XVII e XVIII secolo, tra cui Palazzo Tonarelli, Palazzo Ferrari Natolini e Palazzo Ingolotti Cornelio.

SECONDO GIORNO: Lungo il percorso delle Colline del Sole

Nei pressi del palazzo comunale di Castelnuovo Magra parte il Percorso del Sole, una bella escursione che consente di ammirare gli splendidi panorami della Val di Magra, toccando alcuni dei borghi più antichi della zona. Proseguiamo a piedi lungo la strada che costeggia le mura medievali alla volta di Vallecchia, che raggiungiamo dopo un tratto pianeggiante che sfocia nella collina appena lasciatici alle spalle il paese.

Si cammina tra gli uliveti fino a raggiungere un piccolo bosco di cipressi, porta di ingresso al centro abitato. Da qui il sentiero prosegue in direzione di Marciano, da dove continua costeggiando le coltivazioni di ulivo e i filari di viti, passando per le vestigia di una villa romana portata alla luce dagli archeologi. Saliamo poi fino al borgo di Monticelli, dove sostiamo per ammirare dall’alto il successivo centro di Ortonovo, ultima tappa del nostro itinerario.

Buccellato

É uno dei dolci tipici della Lunigiana, preparato con ingredienti semplici e molto facile da preparare. Ogni famiglia prepara la sua variante, ma quello che rimane uguale è la sua forma a ciambella.

Ingredienti

  • 200 gr di farina
  • 150 gr di zucchero
  • 50 gr di fecola di patate
  • 100 gr di burro
  • 3 uova
  • 100 ml di latte
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 1 bustina di vaniglina
  • 1 pizzico di sale
  • Zucchero a velo

Sbattete con una frusta le uova intere con lo zucchero fino a ottenere un composto spumoso. Aggiungete poi la farina setacciata con il lievito e la fecola di patate. Mettete il burro a sciogliere a bagnomaria, aggiungetelo insieme al latte e a un pizzico di sale. Amalgamate fino a ottenere un composto omogeneo e senza grumi. Versatelo in uno stampo per ciambella che avrete preventivamente uno con un pezzo di burro. Cuocete a 180° per circa 40 minuti. Lasciate raffreddare e servite con un’abbondante spolverata di zucchero a velo.

COME ARRIVARE

In auto: da nord A12 Genova -Livorno, uscire a Sarzana, poi prendere la SS1 Aurelia in direzione Massa e dopo circa 4 km svoltare a sinistra per Castelnuovo Magra. Da sud, A12 da Livorno, uscire a Carrara, poi SS1 Aurelia in direzione Sarzana e dopo 5 km svoltare a destra verso Castelnovo Magra.

DOVE MANGIARE 

*Trattoria Armanda, piazza Garibaldi 6, Castelnuovo Magra, tel 0187/674214, www.trattoriaarmanda.com.

*Ristorante Vallecchia, via Provinciale 279, Castelnuovo Magra, tel 0187/674104.

DOVE DORMIRE  

*B&B Dimora Garibaldi, via Dante 9, tel 0187/1852922, www.dimoragaribaldi.it

*B&B Il Giardino Segreto, via dei Bianchi 28, Castelnuovo Magra, tel 0187/1500320.

INFO
www.terredilunigiana.com



Barbarano Vicentino, la città del vino e dell’olio

In questo splendido borgo di origine longobarda sulle pendici dei Colli Berici decidiamo di trascorrere un weekend tra i sapori e la natura. Qui nasce il Cabernet dei Colli Berici, il Rosso di Barbarano, da abbinare al Prosciutto Berico DOP, il Sauvignon e il Pinot Bianco, che si ricava dai vitigni di origine francese che in questa zona hanno trovato l’habitat ideale. Sui Colli Berici nasce anche l’Olio extravergine di Oliva, genuino e ricco di gusto, da abbinare alle verdure crude.

Usciamo a Vicenza Est e percorriamo la SS247, detta della Riviera Berica, fino a Barbarano, inserita nel circuito Città del Vino e Città dell’Olio. Il nostro percorso di visita parte dalla centrale Piazza Roma, dove su trova la Chiesa di Santa Maria Assunta del 1747, ma costruita su un edificio religioso precedente, databile attorno al 1004, di cui rimane il campanile. La chiesa custodisce diversi tesori, tra cui la statua in marmo greco della Madonna con bambino databile tra il XIII e il XIV secolo, un crocifisso ligneo del XVI secolo e il bel Museo dei reperti lapidei e arte sacra (aperto da mer a dom 9-12, ingresso libero).

Sempre su Piazza Roma si affacci il Palazzo dei Canonici, in stile gotico, ma che riassume anche elementi medievali e rinascimentali a causa delle diverse ricostruzioni nei secoli. Oggi ospita gli uffici comunali e la biblioteca. Ci incamminiamo verso via Castello, dove vale una visita Villa Godi Marinoni, che sorge sulle vestigia del castello medievale di Barbarano. La villa settecentesca conserva tracce degli interventi del ‘400 e ‘500.

Splendido il parco, suddiviso in diversi livelli collegati da una fiabesca scalinata. Fa parte del complesso anche l’Oratorio di San Gaetano Thiene, del 1709 e le cantine con un punto vendita dove poter degustare e acquistare i vini tipici del territorio (aperto ogni domenica 15-19).

SECONDO GIORNO: Alla scoperta delle Ville

Il secondo giorno è dedicato alla scoperta delle ville antiche di cui il territorio è ricco. In auto percorriamo prima via Matteotti, poi via Cà Dorfina e via Ponte in direzione di località Ponte di Barbarano, che dista 1,5 km. Facciamo una prima tappa a Villa Bogoni, costruita nella seconda metà del Settecento. Accanto, sempre lungo la Riviera Berica, sorge Villa Meggiolaro, della metà del XVII secolo. In via Crispi, si trova invece Villa Sangiantofetti Pedrina Rigon (visite su prenotazione al 0444/795319) dove si possono visitare il parco, la chiesetta, la barchessa e il salone d’ingresso.

Per chi desidera fare una tappa golosa, a Ponte di Barbarano si trova il Caseificio Sociale e il Riviera Market Prosciutti, dove poter acquistare il Prosciutto Berico DOP. Nel pomeriggio, ci immettiamo sulla SP8 in direzione di Monticello, che si raggiunge dopo 8,6 km. Qui ci fermiamo per una tappa a Villa Pedrina (visitabile su prenotazione al 0444/896822), che sorge ai piedi del colle Monticello. Le sue origini risalgono al Cinquecento, ma si pensa che, ancora prima, ospitasse una comunità di monaci. Davanti alla facciata meridionale, un tempo c’era una sorgente di acqua termale, oggi ormai in secca. Una curiosa leggenda narra invece che le cantine della villa fossero, in passato, una rete di passaggi e camminamenti segreti.

TRIPPA ALLA VICENTINA

Un piatto della tradizione contadina da abbinare alla polenta alla griglia o al cucchiaio.

Ingredienti

  • 1 kg di trippa di vitello
  • 500 gr di pomodori maturi
  • 3 cipolle
  • 2 litri di brodo vegetale
  • 1 spicchio di aglio
  • Prezzemolo tritalo
  • 4 foglie di alloro
  • 4 cucchiai di Parmigiano Reggiano grattugiato
  • 150 gr di lardo macinato fresco
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale e pepe

Lavate bene la trippa, poi tagliatela a listarelle di circa 1 cm. Fatela cuocere per 20 minuti nel brodo vegetale insieme a una cipolla intera e a due foglie di alloro. Nel frattempo, rosolate le altre due cipolle tagliate fini in un tegame con circa 8 cucchiai di olio EVO, aggiungete l’aglio tritato, il lardo e le altre due foglie di alloro. Aggiustate di sale e di pepe. Quando tutto sarà bene appassito, unite la trippa, scolata dal brodo, e cuocete a fuoco lento per 10 minuti. Lavate e tagliate i pomodori a cubetti, aggiungeteli al resto degli ingredienti con qualche cucchiaio di brodo e proseguite con la cottura coprendo con un coperchio. Togliete la pentola dal fuoco, lasciate riposare 5 minuti e servite con una spolverata di Parmigiano e il prezzemolo. Accompagnate la trippa con pane tostato o polenta

COME ARRIVARE

In auto: A4 Milano-Venezia. Da Venezia uscita Grisignano poi SS11 Padova – Vicenza in direzione Vicenza, si prende poi per Montegalda e si prosegue per Barbarano. Da Milano, uscita Vicenza Est, poi SS247 Riviera Berica e seguire per Barbarano. Da Padova, SS11 Padova-Vicenza in direzione Montegalda e poi Barbaran

DOVE MANGIARE 

*Aqua Crua, Piazza Calcarusso 11, Barbarano Vicentino, tel 0444/776096, www.aquacrua.it

*Ai Canonici, Piazza Roma 2, Barbarano Vicentino, tel 334/975 3997, www.ristoranteaicanonici.it

DOVE DORMIRE  

*Agriturismo Il Castello, via Castello 6, Barbarano Vicentino, tel 0444/886055.

*B&B La *Vecchia Stazione, via Ferretto 1, Barbarano Vicentino, tel 0444/886111, www.lavecchiastazionebb.com.

INFO: www.colliberici.it



Cossano Belbo, nelle Langhe di Cesare Pavese

Situato nella Valle del Belbo, nella bassa Langa, Cossano è la culla della coltivazione della vite. Qui nascono i pregiati Moscato d’Asti DOCG, il Dolcetto e il Furmentin, ma è anche zona di coltivazione delle gustose Nocciole del Piemonte. Tra le ricette tipiche, troviamo i tajerin, tagliatelle sottili che si accompagnano con sughi di funghi, di carne e con il pregiato Tartufo Bianco di Alba. Troviamo poi i Ravioli al plin, il fritto misto piemontese, la carne battuta al coltello, i succulenti brasati e gli arrosti preparati con la carne dei blasonati bovini di razza piemontese.

Ma queste sono anche le terre di Cesare Pavese, che nel suo “La luna e i falò” cita la fontana dello Scorrone, e di Beppe Fenoglio. Al crocevia delle due zone “letterarie” passa anche il percorso della “Via del Sale” che conduce al Santuario della Madonna della Rovere, prima tappa della nostra mattinata. A questo luogo sacro è legata una leggenda. Costruito alla fine del 1700, si dice che sorga dove, un tempo, si trovava una grande quercia di rovere da qui sgorgava miracolosamente olio. La chiesa lo fece abbattere e con il legno fece scolpire una statua della Madonna. Nel luogo in cui sorgeva la quercia fece costruire una cappella votiva che, grazie alla devozione dei fedeli divenne presto un santuario.

Tornando in paese, merita una visita la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, che conserva alcuni ex voto dedicati a padre Simone di San Stanislao, che, nel 700, compì alcune guarigioni miracolose. Tuttavia, le Langhe vogliono dire anche buon cibo e tradizioni. Vale una tappa il Mulino a pietra Marino (www.mulinomarino.it), in via Della Patria, che produce farine biologiche macinate ancora a pietra, conosciute ed esportate in Italia e all’estero. Tra queste, la farina gialla per preparare la polenta “taragna”, il kamut e farine di farro, semi antichi, segale e grano saraceno.

Per gustare i celebri dolci alle nocciole, come la torta e i baci di dama, e gli amaretti, ci si ferma invece alla Pasticceria Capello, in Piazza Giovanni Balbo, mentre presso il Bar Gelateria da Jano, Rossella Balbo propone il gelato al Moscato.

SECONDO GIORNO: Santo Stefano Belbo

Percorrendo la SP 592, in circa 5 minuti raggiungiamo Santo Stefano Belbo (www.santostefanobelbo.it) , il paese natale di Cesare Pavese, che qui nacque il 9 settembre 1908. Qui tutto parla di lui e allo scrittore morto suicida è dedicato il Centro Studi Cesare Pavese (www.fondazionecesarepavese.it) che conserva libri, documenti e molto altro materiale sulla sua vita e le sue opere. Vale la pena fare una tappa anche al Museo e Casa Natale di Cesare Pavese, per ammirare le stanze, le collezioni fotografiche, i manoscritti dello scrittore.

Altro centro culturale di rilievo è la Casa Museo di Nuto, il falegname legato da una grande amicizia con Pavese. Nella casa è conservata una collezione di strumenti musicali, fotografie e utensili da lavoro. Ultima tappa della giornata, la Casa Vinicola Abbazia (www.abbazia.com) che sorge ai piedi della collina Moncucco e che un tempo era un antico convento benedettino, a sua volta costruito sulle vestigia di un tempio romano dedicato a Giove. Qui si possono acquistare e degustare il Moscato e gli altri celebri vini delle Langhe.

 Tajarin al Tartufo Bianco d’Alba

Più piccoli delle tagliatelle, i tajarin sono una pasta tradizionale piemontese, da abbinare a sughi di carne, ai funghi o, come in questo caso, al raffinato Tartufo Bianco d’Alba

Ingredienti

  • 350 gr di farina
  • 3 uova intere + 2 tuorli
  • Parmigiano Reggiano grattugiato
  • Tartufo Bianco d’Alba q.b.
  • 3/4 foglie di salvia
  • sale

Disponete la farina su una spianatoia e versate al centro i tuorli di tre uova e un pizzico di sale. Impastate e lasciate riposare per un quarto d’ora. Tirate la sfoglia molto sottile con il mattarello o a macchina. Fatela asciugare, ma non seccare. Arrotolatela e ricavate i tajarin servendovi di un coltello largo e piatto. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata per circa 2 minuti. In una padella, fate sciogliere una noce di burro e aggiungete le foglie di salvia. Scolate i tajarin e rigirateli nel burro fuso. Servite spolverizzandoli con il Parmigiano grattugiato e una grattatina di Tartufo bianco di Alba.

COME ARRIVARE 

In auto si raggiunge prima Asti con l’A21 Torino-Piacenza. Da Milano, si può percorrere la A7 fino a Tortona e poi la A21 in direzione Asti-Torino. Da Genova, di prende la A26 da Voltri ad Alessandria e poi la A21 fino ad Asti. Da qui si prende poi la A33 seguendo le indicazioni per Cossano.

DOVE MANGIARE 

*Trattoria della Posta da Camulin, Corso F.lli Negro 3, Cossano. Tel 0141/88126.

*Il Ristorante di Guido da Costigliole, loc. San Maurizio, Santo Stefano Belbo, tel 0141/844455, www.guidosanmaurizio.com.

DOVE DORMIRE   

*Agriturismo San Bovo, loc. San Bovo 16, Cossano Belbo, tel 0141/88328, www.agriturismosanbovo.com.

*La Bossolasca, via Robini 22, Santo Stefano Belbo, tel 0141/840613. www.labossolasca.it.

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INFO
www.comune.cossanobelbo.cn.it

 




Mantova, la bella (e la buona)

“Mantua me genuit…”, così si legge sull’epitaffio del poeta Virgilio, sepolto a Napoli. E sull’orgoglio di essere mantovano insistette anche Dante, che fece dell’autore dell’Eneide la sua guida nelle prime due cantiche della Divina Commedia. E Mantova, culla della signoria dei Gonzaga durante il Rinascimento, merita davvero una visita. Città tranquilla, a misura d’uomo, al punto da essersi meritata il riconoscimento di “città dove si vive meglio” nella classifica 2016 di ItaliaOggi è cullata da fiumi e da laghi.

Il nostro itinerario inizia da Ponte San Giorgio, in prossimità del quale si lascia l’auto per dirigersi a piedi verso il centro storico. Il ponte, che risale al 1200, è poi stato ricostruito in muratura nel XVI secolo da Ludovico Gonzaga. Dal parcheggio di Campo Canoa si intravede poi la sagoma della Rocca di Sparafucile, parte delle fortificazioni della parte orientale. Deve il suo nome al sicario dell’opera di Verdi Rigoletto.

Attraversando il ponte, si arriva davanti al Castello di San Giorgio, opera di Bartolino da Novara, lo stesso architetto del Castello Estense di Ferrara. Nato come fortificazione, è poi diventato una residenza nobiliare, caserma e infine prigione. Nel castello si trova la straordinaria Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474.

Si prosegue poi alla volta di Piazza Sordello, cuore della città, su cui si affaccia il Duomo, frutto di una serie di ricostruzioni. L’attuale edificio, infatti è frutto di una restaurazione del 1545 su una chiesa medievale e, ancora prima, su una basilica paleocristiana. L’altro gioiello di Piazza Sordello è il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Costruito nell’arco di ben quattro secoli è una vera e propria cittadella di 34 mila metri quadrati, quindici tra giardini, piazzette e cortili. All’interno, invece, si contano addirittura 500 stanze. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova.

Da Piazza Sordello arriviamo poi a Piazza Pallone, un tempo giardino del palazzo e ora parco pubblico. Qui si trova la lapide di Agnese Visconti, sposa di Francesco Gonzaga, giustiziata per decapitazione a 23 anni, il 7 febbraio 1391, con l’accusa di adulterio. Con lei fu impiccato anche il presunto amante, Antonio da Scandiano. Molti sostengono che l’accusa non fosse altro che una mossa strategica da parte del marito per liberarsi della moglie e concludere poco dopo un altro matrimonio di maggior valore strategico. Una leggenda narra che nelle notti di nebbia, nella Piazza si aggiri ancora il fantasma della povera infelice, in cerca della sua testa.

Passiamo poi in Piazza Santa Barbara e Piazza Castello per ammirare da altre prospettive l’imponenza del Palazzo Ducale. Ci troviamo quindi in Piazza Broletto, dove, sul lato destro, si trova il Palazzo del Podestà, con le sue due facciate, ognuna col fronte su una piazza diversa. Sul lato sud, dietro l’Arco dell’Arengario, si trova l’Antica Hosteria del Leoncino Rosso, la più antica osteria mantovana, la cui presenza è attestata agli anni Venti dell’Ottocento.

Proseguendo ancora arriviamo in Piazza delle Erbe, cuore della vita pubblica della città comunale e sede di un vivace mercato. Qui si trova la Rotonda di San Lorenzo, la chiesa più antica della città, fatta costruire nel 1083 da Matilde di Canossa. La pianta circolare è un omaggio al Santo Sepolcro. Nella piazza spicca la splendida Torre dell’Orologio, fresca di restauri e aperta al pubblico, da cui ammirare una spettacolare vista della città dall’alto.

Attigua a Piazza delle Erbe è Piazza Mantegna, su cui si affaccia la grandiosa Basilica di Sant’Andrea. Qui sono sepolti i maggiori esponenti della famiglia Gonzaga, lo stesso Andrea Mantegna e sono conservate due reliquiari con della sabbia che, si dice, sia intrisa del sangue di Cristo, portata qui dal legionario romano Longino. Come ultima tappa del nostro itinerario, prendiamo a destra Via Verdi, la principale via dello shopping mantovano. In fondo si trova Piazza Matilde di Canossa, dove sorge il Palazzo del ramo mantovano della famiglia della celebre Contessa. Gioiello della piazza è l’edicola in stile Liberty di fine Ottocento.

Delizie mantovane

Consigliatissima una sosta gustosa in una trattoria per gustare i piatti tipici della tradizione mantovana. Tra questi c’è il risotto alla pilota, nato come piatto povero per gli operai che lavoravano nelle risaie e cucinato con la pasta della salamella. La versione con il puntél, cioè con il “rinforzo” include anche dei pezzi di braciola arrostita. Celebri anche i tortelli di zucca nella versione mantovana con amaretti e mostarda, gli agnoli, pasta all’uovo con ripieno di carne, da gustare in brodo, e i tortelli amari, con ripieno di erbette, e i capunsei, gnocchi di pane raffermo che assomigliano ai canederli tirolesi.

Tra i secondi, spicca il bollito accompagnato dalla mostarda, una conserva di mele cotogne e senape dal gusto piccante, il cotechino e lo stracotto di manzo. Tra i dolci, ci sono i Sugoli, un budino di mosto d’uva, l’Anello di Monaco, una ciambella ricoperta di glassa, la torta Sabbiosa, simile alla Torta Paradiso e, soprattutto, la Sbrisolona, di cui vi sveliamo la ricetta.

LA RICETTA: Torta Sbrisolona

Ingredienti

  • 250 gr di farina 00
  • 150 gr di farina di mais fine
  • 220 gr di zucchero
  • 220 gr di strutto
  • 170 gr di mandorle non spellate
  • 1 uovo intero + 1 tuorlo
  • 1 bustina di vanillina
  • Scorza di 1 limone grattugiata
  • Un pizzico di sale

Tritate 150 gr di mandorle con 10 gr di zucchero. Mescolate le farine con 200 gr di zucchero, le mandorle, la scorza di limone grattugiata, il sale e la vanillina. Unitevi lo strutto a pezzetti, l’uovo intero e il tuorlo. Impastate con le dita creando delle grosse briciole. Distribuite il composto in uno stampo circolare foderato di carta da forno. Decorate con le mandorle intere e infornate per circa 45 minuti a 180°. Lasciate raffreddare prima di servire.

COME ARRIVARE

A22 del Brennero con uscita Mantova Nord, per chi proviene dal Brennero o da Verona, o Mantova Sud per chi arriva da Modena o da Bologna.

DOVE DORMIRE

*Antica Dimora Mantovana****, Corso Vittorio Emanuele 89, Mantova, tel 0376/325002, www.anticadimoramantovana.it/

*Hotel Casa Poli****, Corso Garibaldi 32, tel 0376/288170, www.hotelcasapoli.it

DOVE MANGIARE

*Aquila Nigra, vicolo Bonacolsi 4, tel 0376/327180, www.aquilanigra.it

*Due Cavallini, via Salnitro 5, tel 0376/322084, www.trattoriaduecavallinimantova.it




Scanno, il “borgo dei fotografi”

Scanno è conosciuto anche come “il borgo dei fotografi, perché i suoi paesaggi e i suoi scorci sono stati immortalati da artisti come, tra gli altri, Henri Cartier-Bresson, Hilde Lotz-Bauer, Renzo Tortelli, Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Pepi Merisio e Mario Giacomelli, il cui scatto “Il bambino di Scanno” è esposto al MoMA di New York.

Ci arriviamo percorrendo la SR 479, una strada panoramica che ci regala splendidi scorci delle Gole del Sagittario e del Lago di Scanno Accediamo al nucleo medievale attraverso l’Arco di Sant’Eustachio e seguiamo un itinerario circolare costellato da piccole botteghe artigiane, in particolare orafe. Tra i gioielli tipici di Scanno c’è la presentosa, un cerchio con un cuore al centro e una trama di filigrana in oro che le suocere regalavano alle future nuore.

Tra gli edifici che meritano una visita c’è la Chiesa di Sant’Eustachio, la più antica di Scanno. Situata nel punto più alto, sorge sui resti di un tempio romano dedicato al dio Pan. Nella piazza principale si trova invece la chiesa di Santa Maria della Valle, il cui campanile è visibile da qualsiasi punto del borgo. Splendido l’interno, a tre navate, in pietra bianca con dettagli rossi. Il Largo Bergia si trova invece a Fontana Sarraco, nota anche come fontana del ceto sociale, poiché presenta cinque cannelle per bere con uno stemma differente: uno per i nobiluomini, uno per le nobildonne, una per i lavoratori, una per gli ecclesiastici e una per i bambini.

In via Calata S.Antonio si trova il Museo della Lana, che conserva oggetti, ricordi e testimonianze legate alla pastorizia. Per il pranzo o per la cena, vi consigliamo di fermarvi in una delle trattorie tipiche per assaggiare i cazzittilli con gli orapi e i fagioli, i maccheroni alla chitarra, le sagne, agli arrosticini di pecora, senza dimenticare il pecorino DOC. D’obbligo anche una sosta in una pasticceria per gustare il Pan dell’Orso, il dolce tipico di Scanno, fatto con tre diverse farine, oppure i mostaccioli, con mandorle, pan di spagna e cioccolato fondente.

 SECONDO GIORNO: Il Lago di Scanno e il Sentiero del Cuore

Appena 4 km sulla SR479 separano il borgo dal Lago di Scanno, dalla curiosa forma a cuore. Sulla sponda meridionale si trova la Chiesa della Madonna del Lago del 1702 in stile neogotico. Lasciamo la macchina nel parcheggio e intraprendiamo una bella escursione a piedi (durata a/r 1h e 40 min circa). Dall’ingresso del parcheggio ci dirigiamo verso il chiosco dei souvenir. Dopo pochi metri, sulla sinistra, ha inizio il Sentiero del Cuore. Dopo circa 100 metri, si apre il primo scorcio panoramico. Dopo una serie di tornanti, lo sguardo si apre sul Vallone della Terrata.

Camminiamo ancora per 40 minuti fino a incrociare una strada sterrata, che conduce al borgo di Scanno. Quando la strada inizia a scendere, sulla destra seguiamo i segnali bianchi e rossi che ci dirigono verso un sentiero che conduce all’Eremo di Sant’Egidio, che sorge su un colle da cui si può ammirare il Monte Genzana e il paese di Frattura. Dall’eremo si prende poi a sinistra fino ad arrivare a un belvedere da cui ammirare una splendida visione dall’alto del Lago di Scanno. Ritorniamo infine al parcheggio percorrendo l’itinerario a ritroso.

LA RICETTA: Cazzillitti con orapi e fagioli

Simili agli gnocchetti, sono la pasta tipica di Scanno. Proponiamo la ricotta della tradizione Contadina con spinaci selvatici e fagioli.

Ingredienti per 4 persone

  • 500 gr di farina
  • 300 ml di acqua bollente
  • 600 gr di orapi o spinaci selvatici lessati
  • 300 gr di fagioli borlotti
  • 4 alici dissalate
  • 1 spicchio di aglio
  • ½ bicchiere di olio EVO

Preparate la pasta mettendo su una spianatoia la farina a fontana. Mettete a scaldare l’acqua poi versatela piano piano sulla farina e impastate fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo. Fatelo riposare per qualche minuto. Nel frattempo, in una padella mettere a rosolare l’aglio nell’olio, poi aggiungete gli spinaci lessati, fateli insaporire e aggiungete anche i fagioli già lessati (o in scatola). Tenete da parte l’acqua dove avete fatto lessare gli spinaci. Con la pasta, create dei piccoli serpentelli di circa 1,5 cm di spessore e ricavate con il coltello dei piccoli tronchetti.  Teneteli poi con due dita e con il pollice e premeteli leggermente facendoli scorrere nella vostra direzione per formare gli gnocchi. Versateli nell’acqua di cottura delle verdure, salate e lasciate cuocere per 6 minuti. Scolateli e uniteli al condimento. Saltate per due minuti e servite con una spolverata di pecorino di Scanno.

 COME ARRIVARE 

In auto: Da Roma e da Pescara, A25 Roma-Pescara, uscita Cocullo, poi proseguire per circa 20 km sulla SS479. Da Napoli, A1 Roma-Napoli, uscita Caianello, proseguire sulla SS85 in direzione Venafro, poi SS17 fino al bivio di Castel di Sangro. Prendere poi la SS479 in direzione Barrea-Villetta Barrea-Passo Godi, Scanno

DOVE MANGIARE 

*Lo Sgabello, via Pescatori 45, Scanno, te 0864/747476, www.losgabelloscanno.it.

*Ristorante Pizzeria Antica Dimora Fuori le Mura, viale del Lago 2, tel 0864/747538, www.scanno.anticadimorascanno.it .

DOVE DORMIRE  

*Hotel Acquevive***, via Circumlacuale, Scanno, tel 0864/74388, www.hotelacquevivescanno.com.

*Le Focette***, viale del Lago 24, tel 0864/74320, www.lefocette.info.

INFO: www.visit-scanno.it



Civita di Bagnoregio, la “città che (non) muore”

Già annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, è candidata a diventare Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Bella e fragile, si compone di due paesi, Bagnoregio, più moderna, e il borgo medievale di Civita, arroccato a 484 metri di altezza su una collina di tufo, continuamente soggetto a frane e smottamenti, che mettono a serio rischio l’esistenza del paese. Lo scrittore Bonaventura Tecchi ha definito Civita di Bagnoregio “la città che muore”, tuttavia, mai definizione è stata più lontana dalla realtà. Ogni anno infatti il borgo è preso d’assalto da trecentomila visitatori provenienti da ogni parte del mondo.

A Civita si accede solo a piedi, percorrendo il suggestivo “ponte del diavolo” che la collega a Bagnoregio. L’arco di Porta Maria, scavata nella roccia, ci introduce al dedalo di stradine, viuzze, piazzette dove il tempo sembra essersi fermato. Veniamo accolti da una prima piazzetta, sulla quale si affacciano alcuni palazzi signorili. Continuiamo fino a Piazza San Donato, la cui pavimentazione ricorda quelle medievali. Qui ammiriamo la chiesa di San Donato del VIII secolo, ma rimaneggiata durante il Rinascimento. All’interno si trova il crocifisso ligneo che viene portato in processione fino a Bagnoregio la sera del Venerdì Santo.

Ci inoltriamo ancora tra i vicoli su cui si affacciano portali, bifore e deliziose botteghe artigiane. Alcune viuzze si affacciano direttamente sul vuoto, dove lo sguardo spazia fino a perdersi nel fiabesco canyon della Valle dei Calanchi. Da non perdere la visita alla Grotta di San Bonaventura, biografo di San Francesco In origine, era una tomba a camera etrusca, ma la leggenda narra che il futuro San Bonaventura, quando ancora si chiamava Giovanni da Fidanza, qui fu miracolosamente guarito dal santo di Assisi.

Vale una visita anche il Museo Archeologico e delle Frane (www.museogeologicoedellefrane.it) dedicato alla storia geologica di Civita, e il Museo Taruffi (www.museotaruffi.it) che conserva moto e auto d’epoca. Infine, per finire la giornata con gusto, vi consigliamo di visitare una delle enoteche o delle osterie tipiche, per assaggiare le specialità locali, come l’Acquacotta, i picciarelli, i secondi a base di cinghiale, funghi e tartufi. Non prima di avere fatto incetta della golosa crema di nocciole locali.

SECONDO GIORNO: Il Parco dei Mostri di Bomarzo

La mattina dopo, di buonora, ci mettiamo in auto immettendoci prima sulla SP6, poi sulla SP5, per raggiungere il Parco dei Mostri di Bomarzo, nota anche come Villa delle Meraviglie o Sacro Bosco (www.sacrobosco.it; lun-dom 8.30-19; intero € 10, ridotto € 8), che dista da Civita di Bagnoregio circa 38 km. Il parco, unico nel suo genere, è stato progetto nel 1552 dal principe Vicino Orsini per ricordare la moglie scomparsa. Il percorso di visita, che richiede circa 2-3 ore, si addentra in un bosco dall’atmosfera fiabesca, nel quale “sbucano” figure in pietra tratte dall’universo mitico e simbolico, come draghi, animali fantastici e mostri con tre teste, ma anche torri inclinate, una casetta pendente, obelischi incisi, fontane e persino un tempietto funerario.

LA RICETTA: ACQUACOTTA

É il piatto tradizionale della Tuscia, preparato con ingredienti “poveri” della tradizione Contadina, per riscaldarsi durante le fredde serate autunnali.

Ingredienti per 4 persone

  • 1 kg di cicoria
  • 4 patate
  • 4 spicchi d’aglio
  • 2 cipolle
  • 400 gr di pomodori freschi
  • 500 gr di baccalà
  • 3 rametti di mentuccia
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale e 1 peperoncino
  • Pane casereccio raffermo

Mettete a cuocere in una pentola di acqua e sale le patate sbucciate e tagliate a metà, i quattro spicchi d’aglio interi, le cipolle affettate sottili, i pomodori a pezzi, la mentuccia e il peperoncino. A parte sbollentate la cicoria per qualche minuto, poi aggiungetela al resto delle verdure. A metà cottura, unite anche il baccalà tenuto a mollo dalla sera precedente, tagliato a pezzetti non troppo piccoli. Terminate la cottura. Disponete in una zuppiera o direttamente nei piatti le fette di pane raffermo, versate l’acquacotta e lasciate riposare per qualche minuto, poi eliminate il liquido non assorbito dal pane e condite con olio extravergine di oliva.

COME ARRIVARE 

In auto: da Roma prendere la Cassia bis (SS2bis), poi la confluenza sulla Cassia SS2 in direzione di Viterbo. Imboccare il raccordo SS625 Terni-Otre e uscita Cassia SS2 Nord. Continuare in direzione Bolsena-Siena. Poco prima di Bolsena, deviare verso Bagnoregio. Da Viterbo, prendere la SS2 Cassia in direzione Bolsena -Siena, e deviare verso Bagnoregio seguendo le indicazioni. Da Terni percorrere la SS625 in direzione Viterbo, uscire a Viterbo Sud, poi prendere la SS2 Cassia in direzione Bolsena-Siena fino al bivio per Bagnoregio.

DOVE MANGIARE 

*Alma Civita, via della Provvidenza, Civita di Bagnoregio, tel 0761/792415, www.almacivita.it

*Osteria al Forno di Agnese, va S Maria del Cassero 38, Civita di Bagnoregio, tel 0761/792571, www.daagnesecivitadibagnoregio.it .

DOVE DORMIRE  

*B&B Libera Mente, Piazza San Pietro 5, Civita di Bagnoregio, tel 327/590833

*Antica Residenza Corte della Maestà, vicolo della Maestà, Civita di Bagnoregio, tel 335/8793077, www.cortedellamaesta.com

INFO: www.comune.bagnoregio.vt.it




Festival del Prosciutto di Parma: l’eccellenza italiana in mostra

Di solito la parola festival è associata ad un evento musicale. Ma quando si tratta di eccellenze italiane, anche la gastronomia diventa spettacolare e meritevole a tutti gli effetti di essere messa in vetrina. A Parma e dintorni lo sanno molto bene, perché da venti anni organizzano il Festival del Prosciutto di Parma. Nel 2017 ci saranno due appuntamenti: dall’1 al 3 settembre a Langhirano e dal 2 al 10 settembre a Parma.

IL FESTIVAL DEL PROSCIUTTO DI PARMA – TUTTE LE INFORMAZIONI

Festival del Prosciutto di Parma

Nel programma del XX Festival del Prosciutto di Parma ci sarà anche la manifestazione Finestre Aperte che, nei fine settimana del 2-3, 9-10 e 16-17 settembre, permetterà agli amanti del Prosciutto di Parma di assistere al ciclo di lavorazione e partecipare a degustazioni gratuite direttamente all’interno dei prosciuttifici. A dare il via al festival, che anche quest’anno avrà il volto della giornalista e food blogger Francesca Romana Barberini, in veste di conduttrice, sarà il Pastry Chef Ernst Knam, la sera di venerdì 1 settembre.

Nella Cittadella del Prosciutto di Parma a Langhirano i produttori proporranno, all’interno dei loro stand, degustazioni guidate, abbinamenti e laboratori del gusto. Non mancheranno i Prosciutti dal mondo e sarà un’occasione d’incontro tra il Prosciutto di Parma e alcuni prosciutti crudi di qualità dall’Italia e dal mondo. Mentre il Bistrò del Prosciutto di Parma vedrà degustazioni, brunch, aperitivi in musica e con lo chef, ospiti a sorpresa, concerti e spettacoli, laboratori per i più piccoli, cooking show e molto altro nella centralissima cornice dei Portici del Grano, in Piazza Garibaldi a Parma.

Festival del Prosciutto di Parma
Il cuoco Ernst Knam aprirà il Festival del Prosciutto di Parma

Ma non c’è solo il festival. Ci sono anche i tour nelle terre del Prosciutto di Parma, sui colli, a sud della via Emilia, precisamente tra il fiume Enza e il torrente Stirone, dove si trovano circa 150 prosciuttifici facenti parte del consorzio. I “Parma nel cuore del gusto tours” insieme ad Assapora Appennino propongono nei weekend “Food from Love”: un percorso alla scoperta del Parmigiano Reggiano, del Prosciutto di Parma, dei Vini dei Colli parmensi, nel fertile territorio dove sorge il  fiabesco Castello di Torrechiara e a Langhirano. Durante la settimana c’è invece il servizio di navetta Tastybus: si vanno a conoscere i luoghi di produzione del Prosciutto di Parma e del Parmigiano Reggiano, si visitano cantine e acetaie, e ci si concede un gustoso aperitivo con vista. Per entrambi i tour, la partenza è dal centro di Parma (Piazza Garibaldi). Per altre informazioni o prenotazioni delle navette: Per informazioni e prenotazioni delle navette: IAT Piazza Garibaldi, 1 – www.turismo.comune.parma.it – tel. 0521/218889 – email turismo@comune.parma.it.




Low Cost in Italy: a Cremona la Festa del Torrone dal 19 novembre

Nove intensi e dolci giorni per innamorarsi di una città troppo spesso ingiustamente ignorata dai turisti, tutto in formato Low Cost. In omaggio al suo torrone Cremona diventa  la capitale europea della gola e del divertimento.

Cremona si presenta con un mercato di prodotti dolciari di tutta Europa,  costruzioni giganti di torrone, la rievocazione del matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti e tante degustazioni a tema. Oltre al torrone Cremona vanta il suo monumento simbolo: il Torrazzo, la più alta torre campanaria in muratura italiana (112 metri),  risalente alla fine del Duecento. Una costruzione originale, sulla quale spicca un grande orologio astronomico che, oltre all’ora, segna fasi lunari e segni zodiacali. Da vedere anche  la cattedrale – con quella che viene definita la “Cappella Sistina del Nord Italia” -, il battistero, la Loggia dei Militi e il palazzo Comunale.

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Info:

www.festadeltorronecremona.it

Dove mangiare:

Poco fuori Cremona, nel paese di Cicognolo, una vecchia osteria recentemente “svecchiata” mantenendosi però fedeli alla cucina del territorio, con qualche interessante divagazione. Osteria de l’Umbreleer (www.umbreleer.it) . In città, ai margini del centro storico, si mangia bene a prezzi contenuti alla Trattoria Alba ( tel. 0372.433700) che propone essenzialmente cibi della tradizione.

Dove dormire:

Il B&B Stradivari si trova in una zona tranquilla a circa 5 km dal centro di Cremona, in un’antica casa di campagna. Si alloggia in accoglienti camere con servizi a prezzi decisamente interessanti. Colazione particolarmente piacevole.   www.bnbstradivari.it




Storo, in Trentino, l’8 e 9 Ottobre diventa la Capitale della Polenta Italiana

Storo, capitale della farina gialla ottenuta da quel granoturco a pannocchia sottile, ospita il 2° Festival della Polenta Italiana l’8 e il 9 ottobre.

Può essere considerato il primo e unico evento nazionale dedicato a questo prodotto, voluto dalla Coop Agri Novanta, con la collaborazione del Comune di Storo, del Consorzio turistico della valle del Chiese.  Una Due-Giorni all’insegna del colore giallo intenso ocra di questa particolare farina dalle caratteristiche uniche e determinanti  per la qualità, poi,  della preparazione della ricetta di turno, del piatto finito che arriva in tavola. A corollario del Festival, piazza Europa, il cuore di Storo,  sarà arricchita da diversi altri prodotti ottenuti con la farina gialla, come i biscotti. Saranno all’opera alcuni artigiani impegnati nella impagliatura delle sedie e le donne atte alla creazione di borse della spesa, intrecciate e costruite con le foglie di granoturco, diventati prodotti a marchio Storo, che piacciono. Inoltre, per le strade di Storo si possono  incontrare i “polenter” ovvero i volontari storesi che girano l’Italia e altri paesi per promuovere la farina gialla preparando in ogni piazza polentate da record e da guiness… per gusto e qualità.

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(Photo credits copertina)




13 anni e non sentirli. Sperlonga, per “Sapori di Mare” 10 giorni di festa.

La 13esima edizione dall’8 al 18 settembre della kermesse dedicata al pesce azzurro e alla cultura del mare parte con molte novità. Menù speciali dai ristoratori locali, e spettacolo aereo con la pattuglia acrobatica “Blu Circe”.

10 giorni dedicati al pesce azzurro tra convegni, appuntamenti enogastronomici e cultura. “Sapori di Mare” per la sua 13esima edizione si prepara ad una lunga serie di eventi per celebrare le risorse locali a partire dal mare.

Negli ultimi anni la manifestazione è cresciuta, sia in termini generali che in termini di visitatori, confermando così la sua caratteristica fondamentale e cioè quella di rappresentare un momento di promozione turistico e culturale, ben lontana dall’idea di semplice sagra di paese” ha detto il presidente di Sperlonga Turismo Leone La Rocca, che con la sua “Worldcompany” ha ideato ed organizzato l’evento. “Le iniziative e le richieste sono tante e condensarle in soli 3-4 giorni era diventato complicato. E’ per questo che per il 2016 abbiamo pensato di ampliare lo spazio temporale della manifestazione portandola a 10 giorni e usufruendo così di ben 2 week-end, accontentando così turisti ed operatori

Come sempre enogastronomia, prodotti agroalimentari dall’eccellenza locale e cultura del mare sono i temi al centro della manifestazione. Durante i 10 giorni dell’evento, i ristoratori aderenti all’iniziativa di “Sapori di Mare” riserveranno nel proprio menu grande spazio al pesce azzurro, mentre in piazza Fontana si susseguiranno degustazioni guidate ed abbinamenti specifici con vino e birra artigianale.

Sabato 10 settembre, l’ufficialità del taglio del nastro in piazza Fontana dove, già da giovedì 8 e fino a domenica 18, si snoderà la parte fieristica dell’evento con stand di enogastronomia, artigianato e prodotti locali. Alle 18,30 presso Torre Truglia, l’incontro “Mare e benessere”, presenti le autorità locali ed esperti biologi e nutrizionisti.

Nei fine settimana spettacoli e concerti con la direzione artistica di Spazio Blu Eventi, mentre gli spazi espositivi della caratteristica Torre Truglia, organizzati dall’associazione “Oltre il Mare”, ospiteranno mostre d’arte ed incontri culturali.

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Cibo e territorio: IULM e Gambero Rosso a Cortina

L’Università IULM torna nella sua culla bellunese, dove mosse i primi passi nel 1968. L’occasione è il progetto nato dalla collaborazione tra l’università milanese e Gambero Rosso.

Giovedì 31 marzo, gli studenti del master Food & Wine Communication hanno presentato a Cortina le loro proposte per promuovere le micro realtà enogastronomiche della zona, solo la prima fase di un progetto che vedrà come oggetto di studio, a maggio, anche i nuovi prodotti food a marchio Cortina. Un’iniziativa che potrebbe rappresentare la prima tappa di un percorso significativo per il territorio, volto a creare un centro di eccellenza per la comunicazione delle comunità montane.

L’analisi,Confettura Cortina 2 dedicata a diverse realtà sul territorio (18 gli esercizi aderenti), ne ha esaminato la tradizione enogastronomica e le modalità di promozione, allo scopo di elaborare strategie di comunicazione ad hoc. Nel corso dell’evento gli studenti hanno esposto i punti di forza e di debolezza di ciascuna struttura: è emerso un quadro complessivamente positivo della proposta food&wine della località, mentre nella maggioranza dei casi si è rivelato migliorabile l’utilizzo del sito web e dei social dedicati. I suggerimenti forniti dagli studenti hanno quindi toccato diversi ambiti: da quello comunicativo e di immagine, fino ai concreti aspetti di arredo interno ed esterno. A seguire, la degustazione dei prodotti a marchio Cortina: la nuova linea food dello Scoiattolo Rosso, nata dalla collaborazione di Cortina Marketing Se.Am. con la società Tramite S.r.l., che sarà protagonista di un secondo e conclusivo studio da parte degli studenti a maggio, a chiusura del master nella sede IULM di Milano. In produzione diverse varietà di marmellate, birre artigianali e formaggi tesi a risaltare il gusto della tradizione e delle ricette locali.

Prodotti marchio Cortina

«Tengo particolarmente a questa iniziativa, che ha per me un valore anche simbolico e storico» ha dichiarato il professor Vincenzo Russo, coordinatore del progetto. «Proprio nel bellunese, precisamente a Feltre, nasceva nel 1968 la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM. Il legame con questo territorio è sempre stato molto forte. Quando la sede veneta venne chiusa, nel 2010, si pensò di creare un centro di eccellenza sulla comunicazione delle comunità montane con sede proprio a Cortina. Quello che stiamo facendo con questa iniziativa, che vorremmo reiterare nel tempo, potrebbe rappresentare il punto di partenza, la scintilla di un progetto più ampio che concretizzi le idee e le “ambizioni” di quegli anni».

 




RISTORANTI: GUSTO E SALUTE ANCHE FUORI CASA

di Marina Bellati

Cerchi gusto e salute anche fuori casa? Ecologici, biologici, a chilometro breve, del territorio. Molti ristoranti sono sempre più sensibili alle istanze green del consumatore. E così si impegnano a utilizzare ingredienti dell’orto o della zona, a scegliere materie prime da coltivazione integrata, a non sprecare e rispettare la stagionalità degli ingredienti usati. Eccone alcuni che ci hanno convinti, includendo anche dei passatempi per chi cerca un weekend diverso a Milano:

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Da vedere

Una volta soddisfatti corpo e mente con le delizie di Leemann, potrete tuffarvi nello shopping compulsivo di Corso Buenos Aires o, se preferite una meta più rilassante, andare a visitare i giardini di via Palestro, dove potrete arrivare con una breve passeggiata a piedi.

GIARDINI PUBBLICI

Joja

Via Panfilo Castaldi, 18

Milano

Tel. 02/29522124

www.joia.it

 

Un posto a Milano:

Una vera, antica cascina nel cuore della città, un ristorante, guidato dallo chef Nicola Cavallaro, che offre pietanze che non siano unicamente buone, ma specchio del territorio, della tradizione agricola italiana e di nuove sensibilità volte a salvaguardare la terra, gli animali e il consumatore finale. I produttori scelti operano principalmente in piccole cascine e aziende agricole, sono profondamente legati al loro territorio e mestiere e utilizzano metodi di produzione etici, sostenibili o biologici. Un posto conviviale, ideale anche per i bambini.

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Da vedere

La cascina stessa è un posto piacevole da vivere, specie con il bel tempo quando si può godere degli spazi della corte interna, con il suo grande prato. Tutti i martedì si può gustare l’aperitivo agricolo, dove di volta in volta un prodotto del territorio diventa il protagonista degli appetizer che accompagnano i buoni vini. E nello stesso giorno si può anche fare la spesa direttamente dai produttori.

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Un posto a Milano

Cascina Cuccagna

Via Cuccagna 2, Milano

Tel. 02 5457785

www.unpostoamilano.it




A URBINO DEI LAGHI LA SALUTARE PIZZA “SENZA”

Al Convegno “GUSTO IN SCENA”, svoltosi a Venezia, particolare interesse è stato riscosso dal tema della Pizza Senza, cioè riuscire a fare la pizza con poco sale e con poco grasso, meglio addirittura senza sale e grasso aggiunti, fornendo il sapore soltanto con le materie prima di qualità. Il pizzaiolo, o meglio lo chef della pizza, Thomas Morazzini, dell’Urbino dei Laghi, ha dimostrato che con le erbe della grande tenuta biologica, in cui si trova il ristorante, riesce a fare una pizza buonissima e con sapori, anche senza sale e senza grassi. Questo a tutto vantaggio della salute.

 

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Nella foto: alla sinistra vediamo Thomas Morazzini, accanto a Marcello Coronini, ideatore della Cucina Senza.




RICETTA DI VIAGGIO: TORRONE DEI MORTI ALLA NUTELLA

Buongiorno amiche! Per la ricetta di viaggio oggi vi proponiamo il Torrone dei Morti alla nutella, una deliziosa variante del Pan dei Morti di origine milanese.
Il weekend si avvicina e tra la scelta dei vestiti, dei trucchi e degli addobbi più mostruosi non si può dimenticare che la notte dopo quella di Halloween è il Giorno dei Morti, e noi abbiamo in mente un buon dolce per festeggiare questa ricorrenza.
Le origini del Pan dei Morti, da cui noi abbiamo tratto la variante del Torrone dei Morti alla nutella, è probabilmente ricollegabile al mito di Proserpina, rapita da Plutone, dio dell’Ade, e divenuta sua sposa. Alla richiesta di Zeus di liberarla, Plutone arrivò a formulare un patto: per sei mesi l’anno sarebbe dovuta stare con lo sposo, per gli altri sei sarebbe potuta risalire in superficie.
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Così gli antichi si spiegavano l’alternarsi delle stagioni, e secondo le credenze popolari tra l’ 1 e il 2 di novembre i morti percorrevano un lungo e faticoso cammino per tornare nel mondo dei vivi. Per questo si cercava di alleviare la fatica del cammino: qualcuno lasciava dell’acqua per dissetarli all’arrivo dal loro lungo tragitto, altri non sparecchiavano le tavole dopo cena, altri ancora aggiungevano una sedia lasciandola vuota durante i pasti.
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Il Pan dei Morti simboleggia il dono portato dal paradiso dai morti e l’offerta data dai vivi ai defunti, con un incontro/scambio per esorcizzare la paura dell’ignoto e della scomparsa dei propri cari.
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La nostra piccola rubrica gastronomica vi propone oggi il Torrone dei Morti alla nutella per mettere un pizzico di originalità in questa antica tradizione!
Il Torrone dei Morti richiede un ora di preparazione più due ore di riposo in frigo.

Ingredienti:
200 gr di cioccolato fondente
500 gr di cioccolato al latte
400 gr di nutella
150 gr di nocciole

Preparazione:
Sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria.
Con l’aiuto di un pennello, stendete il cioccolato in tutto lo stampo in maniera omogenea. Mettete lo stampo in frigo e una volta che il cioccolato si sarà solidificato, riprendete lo stampo e ripetete l’operazione stendendo ancora altro cioccolato laddove vedrete che è più sottile. In questo modo lo spessore risulta uniforme ( fate un po’ di attenzione in più ai bordi, abbondate così da non rischiare che si rompa quando tirerete il torrone dallo stampo).
Sciogliere adesso sempre a bagnomaria il cioccolato al latte.
Versare in una ciotola il cioccolato caldo, aggiungere la nutella e mescolare.
Unire ora le nocciole tritate e mescolate.
Versate la crema al cioccolato nello stampo facendo attenzione che non sia troppo caldo, altrimenti rischiate di sciogliere il rivestimento di cioccolato.
Mettere il torrone dei morti con la nutella in frigo per 2/3 ore;
Pulite ora i bordi tutto intorno con un coltello cosicchè possa passare l’aria tra lo stampo ed il cioccolato e creare un vuoto d’aria necessario per poter far staccare il torrone dallo stampo.
capovolgere il torrone in un piatto da portata,tagliare a fette e servire.

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Torna Taste of Milano e la città si trasforma in centro nevralgico della gastronomia di lusso

Di Alessandra Paltrinieri
Personal Travel Coach presso Le metiér(e) de l’elegance

Taste of Milano è l’evento eno-gastronomico che permette di assaggiare i piatti di 12 tra i migliori ristoranti di Milano. Arrivato in Italia nel 2010 con il primo Taste of Milano, è giunto ormai alla sua quinta edizione. Si tratta di un evento che si svolge ogni anno nelle principali città del mondo, con l’obiettivo di far conoscere a tutto il pubblico la cucina di alto livello dei migliori ristoranti e degli chef più rinomati.

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Per acquistare i piatti presenti nel menù dei ristoranti, i calici di vino presso i wine bar, caffè e altre bevande, occorre possedere una Ducati Card; si tratta di una carta ricaricabile a multipli di 5 Ducati (1 euro equivale a 1 Ducato) presso la cassa centrale all’entrata del festival, e presso tutti i Wine Bar Trimani posizionati a fianco dei ristoranti, e il prezzo dei piatti varia dai 4 ai 6 Ducati per la maggior parte dei ristoranti. Da quest’anno, inoltre, è possibile utilizzare per l’acquisto dei Ducati anche i buoni pasto Ticket Restaurant.

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Infine, per deliziare ancora di più il vostro palato, ecco l’elenco dei 12 chef e relativi ristoranti: Andrea Aprea (ristorante VUN)
Andrea Migliaccio (Larte)
Andrea Provenzani (Il Liberty)
Daniel Canzian (Il Marchesino)
Fabrizio Cadei (Principe di Savoia)
Ilario Vinciguerra (Ilario Vinciguerra Restaurant a Gallarate)
Marco Sacco (Piccolo Lago)
Matteo Torretta (Asola)
Misha Sukyas (L’Alchimista)
Roberto Okabe (Finger’s)
Wicky Priyan (Wicky’s)

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Come esperienza nuova vi consiglio di stimolare la fantasia per riconoscere i sapori “al buio” e scoprire di possedere un sesto senso, quello “gastronomico”; questo è quello che il Blind Taste è in grado di farvi scoprire. L’esperienza si svolge intorno a un grande tavolo in cui, rigorosamente  bendati, Milly Callegari guida i presenti attraverso questa esperienza sensoriale.

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Anche se all’interno di Taste of Milano potete degustare tutti i tipi di specialità, per una serata  particolare vi consiglio di cenare al ristorante Pisacco. Questo bellissimo ristorante è stato da  poco preso in gestione e ha come consulente Andrea Berton, prima chef del ristorante Trussardi alla Scala. La sua particolarità è quella di proporre, oltre alle porzioni standard, delle mini porzioni che vi permetteranno di assaggiare più specialità.

INFORMAZIONI
TASTE  OF MILANO
Via Tortona, 27 (Superstudio Più)
GIORNI E ORARI: giovedì 8 e venerdì 9 maggio (dalle 19 alle 24) – sabato 10 e domenica 11 si può accedere sia a pranzo che a cena.
I biglietti sono acquistabili online oppure direttamente al botteghino fino ad esaurimento dei posti, e sono di due tipi: il biglietto standard, al prezzo di 16,5 euro (11,5 euro il ridotto), che dà diritto all’ingresso nel giorno e nell’orario prescelto, con possibilità di accedere a The Lab, Electrolux Taste Theatre – In cucina con gli chef, Blind Taste, Tavolo delle Meraviglie e le altre attività gratuite. Il biglietto VIP costa invece 69 euro e comprende anche un drink di benvenuto, una Card Ducati da 30 euro e un PASSadavanti del valore di 25 euro, che consente l’accesso alla corsia preferenziale di ogni ristorante di Taste of Milano 2014, una volta per ciascuno e per acquistare un massimo di 3 piatti alla volta.
Sempre online, sul sito ufficiale www.tasteofmilano.it, è possibile prenotare l’accesso a uno dei corsi di cucina con gli chef, al costo di 15 euro ciascuno, cosi come vedere l’intero programma dell’evento.

DOVE DORMIRE
Best Western Hotel Galles

Piazza Lima
Tel. 02.204841




Dopo Vinitaly 2014

Successo ormai assicurato anche quest’anno al Vinitaly di Verona per il ristorante allestito dall’Associazione Nazionale Le Donne del Vino che Marina Ramasso, patron dell’Osteria del Paluch di Torino, ha orchestrato con grande maestria avvalendosi della collaborazione dei ragazzi della Scuola Alberghiera di Chievo e delle socie chef in cucina Anna Chiavazzo della Campania, Evelyn Fanelli della Puglia, Sara Samuel del Piemonte, Simona Fantoni della Toscana, Cinzia Meriggioli e della sommelier Piercarla Negro, che hanno accompagnato con grande professionalità le scelte gastronomiche dei
clienti. Molti  ospiti stranieri, sempre sensibili al Made in Italy, hanno ripetuto la loro presenza nelle giornate di Vinitaly.

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Martedì, 8 aprile, presso la sala Puccini, in collaborazione con Vinitaly, si è svolto un incontro-dibattito “Il buono e il bello, vino, cibo, moda design, genio e  manualità del Made in Italy” Dopo un breve saluto di Cesare Pillon, uno dei più affermati giornalisti del settore, presente alla fondazione già nel 1988 , coordinatore degli interventi, ha dato la parola alla Presidente dell’Associazione Elena Martusciello che ha ringraziato gli intervenuti e ha spiegato che in quest’anno così difficile per tutti ha voluto un convegno più “leggero” che vorrebbe in qualche modo rappresentare una certezza per il  futuro e non solo per i giovani. Steve Kim, Managing director di Vinitaly, ha proposto una visione del mercato globale del vino e del Made in Italy. La moda, il cibo, il design vanno molto bene all’estero, ma il vino in Cina, è all’ultimo posto. L’Italia deve fare di più per l’esportazione del vino e le Donne del Vino hanno un grande compito. Il problema più importante è che gli italiani sono molto individualisti e questo non aiuta. In Cina c’è molta potenzialità, ma occorre essere uniti e fare squadra. Solo così si potrà arrivare a grandi risultati. Anna Fendi, una delle più importanti firme della moda italiana, un marchio che ha fatto sognare le donne e ora selezionatrice di grandi vini e titolare del Ristorante stellato Enoteca La Torre a Villa Laetitia di Roma, ha illustrato lo stesso rapporto che esiste tra il vino e la moda, entrambi elementi di successo internazionali, ha ribadito che l’immagine è molto importante, che la qualità decreta il successo di un prodotto e ha concluso che il lusso non è mai ostentazione, ma anche umiltà. Gerardo Sacco, maestro orafo, conosciuto in tutto il mondo per aver collaborato con i più grandi registi cinematografici e dall’aver creato gioielli per famose star come Liz Taylor e Sofia Loren, ha raccontato i faticosi inizi della sua carriera, ma  che, con grande costanza,  ha saputo costruire negli anni  la sua preziosa realtà. Ha presentato in anteprima la coppa di Pitagora, che ha chiamato “Coppa della Morigeratezza”.

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Alberto Lupini, direttore di Italia a Tavola, oltre ad aver fatto un excursus sull’enogastronomia, ha ribadito il concetto espresso da Stevie Kim e Anna Fendi: occorre fare squadra per promuovere le nostre eccellenze italiane, Dobbiamo recuperare il valore della creatività, gli italiani sono geniali, ma spesso non sanno valorizzare  i loro meravigliosi prodotti. Davide Rampello, Curatore del Padiglione Zero di Expo 2015, ribadisce la necessità di dare valore alle cose, in caso contrario si cade nel banale, nella ripetizione. Occorre non perdere la nostra memoria, attorno al latino “de-signo” si sviluppa tutto , dal De Bello Gallico al De Re Coquinaria di Apicio e via dicendo. L’Italia è il Paese delle diversità e questo fa la differenza. Dobbiamo recuperare questo straordinario patrimonio umanitario. Ricordiamoci che il bosco e la vigna sono la prima manifattura dell’uomo. Cesare Pillon ha concluso il dibattito ringraziando tutti gli intervenuti.

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Mercoledì, 9 aprile, alla sera, nella splendida cornice del Palazzo della Gran Guardia, decorato con cascate di fiori e di violette luci,  si è svolta, sempre in collaborazione con Vinitaly, la cena di gala “Finitaly” con circa 180 ospiti, tra cui il Presidente di Veronafiere, Dott. Ezio Riello, Il Direttore Generale, Dott. Giovanni Mantovani, il Dott. Bruno,  Stevie Kim.  Gli ospiti sono stati deliziati da una raffinata cena con prodotti tipici delle nostre regioni offerti da affezionati sponsor e, ovviamente, accompagnati da pregiati vini delle Socie produttrici. Durante la cena, grazie a Gerardo Sacco, le Socie si sono sentite “star” per una sera, indossando i preziosi gioielli da lui creati con cascate di coralli, pietre preziose, brillanti smalti e meravigliose perle.

Milano, aprile 2014
Anna Pesenti Buonassisi
Tel 335 6376458 – 334 3997914