Continua la serie della rubrica TOP10 dedicata aicastelli. Questa settimana rimaniamo in Europa e andiamo alla scoperta dei 10 castelli più belli della Svizzera, tutti da scoprire, tra i meglio conservati dell’vecchio continente, tra roccaforti inespugnabili, palazzi raffinati e dimore eleganti, tutti immersi in paesaggi mozzafiato, tra laghi e la bellezza delle Alpi.
1.Castello di Chillon
Il Castello di Chillonè il più famoso e visitato di tutta la Svizzera. Spicca per il suo aspetto fiabesco e la location mozzafiato. Sorge infatti su un’isola rocciosa sul Lago di Ginevra, tra Montreaux e Villeneuve, del cantone di Vaud, punto di accesso alla valle del Rodano. Colpisce la vista per le sue pareti slanciate verso il cielo e le sue torri. Dal XII al XVI secolo è stato di proprietà della famiglia dei Savoia, per poi passare ai Bernese, che lo tennero dal 1536 al 1798. Oggi, invece, appartiene al Cantone di Vaud e fa parte del Patrimonio Culturale Nazionale Svizzero. Il castello ha funto anche da prigione di Stato e oggi si può visitare, ammirando la grandi sale, le stanze da letto e gli splendidi cortili.
2.Castello di Tarasp
I lavori per la costruzione del Castello di Taraspiniziarono nel 1094 su impulso di Ulrico I, che voleva difendere la cittadina omonima, nel Cantone dei Grigioni, nella Svizzera orientale, al confine con l’Austria e l’Italia. Il castello, in stile romanico, venne quindi costruito su una collina a mille metri sul livello del mare, e veglia sul borgo. Nell’11° secolo, sotto il dominio austriaco degli Asburgo, vennero aggiunte alcune parti, mentre l’aspetto odierno è frutto di restauri novecenteschi. Oggi il castello è proprietà privata, ma è comunque possibile visitare alcune sale, tra cui la cappella. Da non perdere il parco, con vista mozzafiato sui laghi e sulle Alpi della Bassa Engadina.
3.Castello di Aigle
Il Castello di Aiglegode di una splendida posizione. È infatti immerso tra i vigneti, sulla riva sud est del Lago di Ginevra, nel Cantone di Vaud e nel comune omonimo. La sua costruzione è iniziata nel XII secolo per conto dei Cavalieri di Aigle, e in quello successivo sono state aggiunte le fortificazioni, tra cui un mastio centrale e una cortina muraria. Negli anni Settanta del Novecento, poi, tutto il complesso è stato restaurato e oggi ospita il Museo della Vite e del Vino. Attraverso la visita guidata al museo si possono ammirare le splendide sale e i dipinti del XVI e XVII secolo.
4.Castello di Tourbillon
Il Castello di Tourbillonsi trova nel Canton Vallese e domina la città di Sion da una collina che sembra guardare la vicina Basilica di Valére. Il castello fu fatto costruire dal vescovo Bonifacio de Challant alla fine del XIII secolo. In questo periodo, infatti, tutta la zona era dominio della Chiesa Cattolica e il castello era la residenza ufficiale del Vescovo di Tourbillon. Il nucleo originario del castello è stato distrutto da un incendio nel 1788, ma una cappella del XV secolo è stata risparmiata dalle fiamme. Oggi, la salita al castello è ripida e faticosa, ma ne vale assolutamente la pena per ammirare il panorama mozzafiato che si gode dall’alto delle sue mura.
5.Castello di Oberhofen
Nella nostra TOP 10 entra a pieno titolo anche il Castello di Oberhofenche si specchia nelle acque trasparenti del lago di Thun, nel Cantone di Berna. La costruzione del complesso ha avuto inizio nel 1200 e si è protratta per diversi secoli, dando vita a una sorprendente varietà di stili architettonici, tra cui spiccano un salone per fumatori turchi e una cappella del XIII secolo con affreschi romanici. Da non perdere le sale neogotiche con le armature dei cavalieri e la Cappella con pitture risalenti al tardo XV secolo. Il castello è poi circondato da un parco di 2,5 ettari, risalente al 1840, che testimonia le diverse correnti della storia del giardinaggio, tra boschetti, legni esotici, composizioni floreali e la pittoresca torretta. Il tutto circondato dal panorama mozzafiato dell’arco alpino che si affaccia sul lago.
6.Castello di Rapperswill
Circondato su tre lati dal Lago di Zurigo, il Castello di Rapperswillè il simbolo della pittoresca Città delle Rose. Costruito verso la fine del XII secolo, nel corso di quello successivo ha svolto un ruolo fondamentale nel controllo delle navi che transitavano sul lago. Con il tempo, il torrione a base triangolare è caduto in rovina ed è stato restaurato nel 1870 dal conte polacco Wladyslaw Broel-Plater, che ne ha anche fatto la sede di un Museo Nazionale Polacco. Oggi, visitando il museo, si possono ammirare gli interni, le sale di rappresentanza e le segrete, tutte restaurate rispettando lo stile medievale. Inoltre, sul versante meridionale della collina, si trova il vigneto più antico del Lago di Zurigo, dove crescono splendide viti di Pinot Nero.
7.Castelgrande
Castelgrande, detto anche Castelvecchio, Castello di San Michele o Castello dell’Uri è il più antico di quelli che sorgono sulle colline che circondano la città di Bellinzona. Tutti e tre, poi, sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel Duemila. Il castello sorge in posizione strategica, su un promontorio roccioso a metà della Valle del Ticino e all’imbocco di tre principali valichi che collegano il Nord al Sud dell’Europa: il Lucomagno, il San Gottardo e il San Bernardino. La parte più antica, ancora esistente, risale al X secolo. Spicca per le sue splendide due torri, chiamate Torre Bianca e Torre Nera, dal colore delle pietre con cui sono state costruite. Il castello si può visitare tutto l’anno.
8.Castello di Montebello
Anche il Castello di Montebello, detto anche Castello Piccolo o Castello di Mezzo, sorge sulle colline di Bellinzona ed è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Insieme a Castelgrande e al Castello di Sasso Corbaro fa parte del complesso medievale realizzato nel XIII secolo dal Casato dei Rusca, signori di Como, che si rifugiarono a Bellinzona durante l’occupazione di Milano. In origine, esistevano solo il mastio, due cortili e alcune abitazioni. Poi, nel XIV secolo vennero aggiunti i merli ghibellini, nuove mura con torri a pianta circolare e poligonali. Tutto il complesso è poi stato restaurato nel Novecento e oggi è sede del Museo Civico.
9.Castello di Spiez
Il Castello di Spiezsi trova nella cittadina omonima, nel Cantone di Berna ed è uno dei più antichi della Svizzera. Il suo nucleo originario risale infatti al 933 quando questa zona era governata dall’Italia. Il suo ampliamento avvenne poi nel corso dei sei secoli successivi e oggi il castello è un raro esempio di complesso in cui ammirare stili architettonici diversi. Per esempio, l’antica chiesa è in stile primo romanico, mentre le sale di corte sono in stile rinascimentale. La parte meridionale, invece, è stata completata nel XVIII secolo in stile barocco.
10.Castello di Vufflens
Chiude la nostra TOP 10 il Castello di Vufflensche si trova nel comune di Vufflens-le-Chateau, nel Cantone di Vaud. La sua costruzione risale al XV secolo e spicca per la sua imponente torre centrale. È considerato uno dei migliori esempi di fortezze vodesi costruite nell’Alto Medioevo. Oggi, il castello è proprietà privata e non è visitabile. Tuttavia, non si può perdere ‘l’occasione di ammirarlo in tutta la sua bellezza dalla lussureggiante campagna circostante. Da mettere in agenda anche una passeggiata tra i vigneti sulla riva nord del Lago di Ginevra.
Si parte per un ricchissimo tour “gourmet”! Destinazione: Marche
(Italian and English versions)
Testo e foto di Cesare Zucca @2021
C’era una volta la “vergara”…
La cucina marchigiana è rimasta profondamente radicata ad una civiltà storicamente rurale, dove la primadonna era la vergara, la massaia in cucina. I suoi piatti, schietti e robusti, sapevano utilizzare tutto ciò che era disponibile, creando delizie che ancora oggi possiamo gustare nel territorio marchigiano.
Frittata di trippa, frittata arrotolata e tagliata a striscioline ripassate in una salsa di pomodoro. Le famose olive ascolane, farcite con carne, pangrattato e formaggio grattugiato, quindi infarinate, passate nell’uovo, nel pangrattato e fritte, Ecco la pasticciata pesarese, uno stracotto di bue al vino rosso con lardo, cannella, chiodi di garofano salsa di pomodoro, mentre a Senigallia trionfano i cutanèi, gnocchetti “poveri” composti da acqua, farina e poche uova.
Lo scettro però va ai vincisgrassi, la pasta più celebre della cucina marchigiana, tagliata a larghe strisce, condita con rigaglie di pollo e cotta al forno. Tanti piatti di coniglio, allevato nelle zone interne tra Ascoli, Macerata e Fabriano, il più saporito è quello in porchetta, farcito con spezie e finocchietto selvatico o in umido con vino bianco, aglio, peperoncino ed erbe aromatiche.
E i piatti di pesce ?
Sbizzarritevi: lumachine di mare, molluschi cotti in umido con pomodoro, mentuccia e finocchio selvatico., stoccafisso all’ anconetana stracotto in abbondante vino bianco, pesto di acciughe, sedano, carote, cipolla, peperoncino, erbe aromatiche, pomodori pelati, olive nere e patate e il famoso brodetto, piatto diffuso in gran parte della costa adriatica con numerose varianti negli ingredienti.
Ecco i super stellati
Uliassi, Senigallia (tre Stelle Michelin)
Mauro Uliassi, lo Chef che ha conquistato 3 stelle Michelin, 5 Cappelli Espresso, 3 Forchette del Gambero Rosso. Mauro superstar ha aperto il suo ristorante a Senigallia nel 1990, insieme alla sorella Catia. La sua è una cucina, ricca di contaminazioni, varianti, sensazioni, ricordi e… tanto mare…
Madonnina del Pescatore, Senigallia (Due Stelle Michelin)
Estro, creatività, curiosità, sperimentazione. Incontriamo Moreno Cedroni e una cucina, incentrata per lo più sul pesce, dove si abbina la fantasia alla capacità di fondere le materie prime: dal Susci, alla Costoletta di rombo. Ogni portata è curata al dettaglio per far vivere all’ospite un’esperienza gustativa unica nel suo genere. Due meritatissime Stelle Michelin.
Andreina , Loreto ( Stella Michelin)
Proprio come sussurra il menu… le sorprese non mancano Chef Errico Recanati sorprende e ci delizia con i suoi piatti top: fungo alla brace, fegato, ostrica e milza essiccata, piccione e anguilla laccata, agnello di sopravvissana, coratella, animelle e cipolla fino al dessert: zuppa d’ananas cotto sotto la cenere e un gelato di yogurt quasi croccante
Nostrano, Pesaro (Stella Michelin) Dalla cucina di Stefano Ciotti escono le migliori verdure di stagione e riesce a stupirci con la bistecca di pomodoro alla griglia con i lamponi e l’aceto balsamico, l e le spettacolari zucchine ripiene. Tanto mare: canocchie, calamari, calamaretti, seppie, vongole nostrane e una strizzatina d’occhio alle carni: agnello, piccione, l’anatra, animelle ed il coniglio cucinati espressi, con lunghe cotture e poi ripassati in casseruola per conferire loro l’onore e la dignità che meritano.
Tra le ‘attrazioni culinarie’ di Fano c’è anche lui: Antonio Scarantino non solo perchè uno dei più giovani e brillanti chef italiani, ma anche perchè, visto il fisico da fotomodello e il viso da Paul Newman… è considerato uno degli chef più sexy della Penisola…
Antonio è di origini siciliane, con un passato vissuto in Germania, in Francia e in Italia, al fianco di chef di fama mondiale, come Massimo Bottura e autentici maestri, come Franco Clerici ed Emilio Barbieri. Oggi è al tiimone di due ristoranti: Trattoria La Tressa, nome che richiama la il naturale fenomeno climatico che preannuncia una violenta e improvvisa tempesta di mare. Naturale ma travolgente, proprio come la cucina di Scarrantino
Di fianco alla Tressa, locato in una strabiliante costruzione futuristica, vagamente in stile Guggheneim, troviamo l’apprezzato e elegante AlMare dove Scarantino ama rivisitare in chiave creativa piatti della cucina tradizionale con atmosfere di altri luoghi e alri tempi.
Il Galeone, Fano
Non a torto il menu degustazione si intitola i “Profumi dell’Adriatico”, la spiaggia è a due passi e i superlativi piatti di pesce colorano le tavole bianche, impreziosite da un essenziale e elegante………. richiamo a una cucina che celebra il territorio e strizza l’ occhio a terre lontane.
Siamo in un fresco e giovane ristorante dove Chef Marco Vegliò è al timone di una rotta che punta verso una creatività moderata, ricca di apporti regionali, di citazioni esotiche, di accenni agrodolci, piacevolmente serviti in opportune contaminazioni.
Ottimi o ottimissimi….
Da Mario al Ponte Rosso, Osteria della Peppa, Alla Lanterna, Da Maria, Fano La Canonica, Casteldimezzo Lo Scudiero, Nostrano, Pesaro Emilia, Ancona
La Gioconda, Cagli Burro e Alici, Marolta Villa Marchese del Grillo, Fabriano Casa Rapisarda, La Torre, Numana La Liscia da Mr.Ori, Fano
Al Mandracchio, Osteria Sara, Ginevra , Sot’Ajarchi, Ancona Al Cuoco di Bordo, Trattoria Vino e Cibo, Senigallia Clandestino Sushi Bar, Portonovo Cavallini, San Severino Osteria Ophis, Offida Osteria Zanchetti, Fossombrone Osteria del Borgo, Gradara
Da Dario, Porto Recanati Galileo ,Civitanova Emilio, Fermo Retroscena, L’Arcade, Porto San Giorgio Degusteria Del Gigante, San Benedetto del Tronto
Le straordinarie eccellenze casearie delle Marche
tre eccellenze casearie delle Marche
Formaggio… risorgi! Risale al XV secolo la tecnica dell’infossatura che serviva a nascondere i cibi in fosse segrete per proteggerli dalle incursioni delle truppe aragonesi che depredavano il paese. Il formaggio può essere prodotto con latte di pecora (gusto aromatico e sapore piccante), di vacca (delicato, leggermente acidulo e salato con retrogusto amarognolo) o di misto, di entrambi i latti (gusto equilibrato con sentori amari). Il formaggio viene avvolto in un sacchetto di tela e accatastato fino all’imboccatura della fossa, quindi coperto con altra tela per evitare la traspirazione.
La fossa misura tipicamente tre metri di altezza e viene preparata bruciando la paglia all’interno per rimuovere l’umidità e l’aria umida e per ridurre i batteri, che possono essere dannosi per la fermentazione. Infine un coperchio di legno sigillato con gesso, e poi ricoperto di sassi e sabbia.
Questo lungo processo di fermentazione conferisce al formaggio un sapore particolare, oltre ad una riduzione di siero e grasso. Ha una forma irregolare, una consistenza dura o semidura e facilmente friabile e un colore che va dal bianco all’ambrato. Il profumo è forte, con sentori di zolfo, muffa, tartufo e un sapore pungente sul lato amarognolo.
Sibilla e la sua lacrima…di gioia
La Mozzarella STG La sigla sta per specialità tradizionale garantita e sicuramente mantiene le promesse.E’ un formaggio fresco a pasta filata, morbido, a fermentazione lattica dal sapore: caratteristico, sapido, fresco, delicatamente acidulo. Quando la tagliate ne uscirà una deliziosa “lacrima” bianca, una lascrima non triste però anzi, quasi un gioiso saluto di buona degustazione
Mille modi per utilizzarla nei vostri piatti, dai più semplici ai più gourmet: nei risotti, negli gnocchi Alla Sorrentina, nella parmigiana, sulle paste, sulle uova e tartufo, nei fritti: panzerotti di riso, supplì, arancini e crocchette sono solo alcuni esempi di vere e proprie prelibatezze, caratterizzate da un gusto deciso e un apporto calorico elevato
Tra i piatti più famosi troviamo la “Mozzarella In Carrozza”, tipica della zona del Lazio e della Campania e la leggendaria ” Caprese” il piatto top dell’estate e estivo naturalmente sulla pizza! Il mio piatto preferito? ? I deliziosi spiedini con i bocconcini La Sibilla Tre Valli pomodori ciliegini e una foglia di brasilico freschissimo. Semplicità, gusto e felicità!
Casciotta superstar
Ecco la famosa Casciotta di Urbino prodotta da Tre Valli, un formaggio tipico della provincia di Pesaro-Urbino e dintorni, conosciuto già nel XVI secolo e amato perfino da Michelangelo Buonarroti. Friabile, tenera, gradevolmente profumata di latte fresco.
La delicatezza del sapore la rende versatile e ingrediente giusto per le ricette più diverse, sposando perfettamente pietanze ricche di apporti proteici, digeribili, tradizionali ma anche creative e moderne.
Deliziosa.. sempre
Servita da sola, con pane rustico, assieme a salumi, lardo, prosciutto oppure una robusta polenta abbrustolita. Perfetta spruzzata su paste con verdure, oppure a dadetti allìora dell’aperitivo accompagnata da carnose olive ascolane.Meravigliosa in insalata, con fichi freschi, pere William, marmellate o miele di acacia, magari accoppiata ad un vino passito di medio corpo.
Tartufo che bontà!
Le Marche lo celebrano con eventi e feste tutto l’anno animati da show cooking, mostre-mercato e degustazioni. In molte località rinomate per la bellezza paesaggistica e dei suoi borghirescono diverse varietà di tartufo. A sud, in provincia di Ascoli Piceno troverete il tartufo Nero, Tuber melanosporum e nella provincia di Pesaro Urbino il pregiato Tuber magnatum pico, tartufo bianco. In estate il protagonista assoluto è il Tartufo Nero estivo, comunemente noto con l’appellativo ‘Scorzone”
Tra le numerose città produttrici di tartufo spiccano Acqualagna, Sant’Angelo in Vado, Pergola, Fossombrone, Amandola, Apecchio. Queste città e i loro Chef hanno voluto celebrare il tartufo nero in un evento senza precedenti e si sono dati riuniti in un golossimo e profumatissimo evento dal titolo “Tartufo Award 2021″ che si è svolto nell’incantevole Resort La Ginestra a Acqualagna, nel magica Gola del Furlo, un territorio di grande bellezza naturalistica, archeologica e geologica
Ci sono I mille modi per servire il tartufo, dal carpaccio di Marchigiana di Alessandro Valentini, su crostino con mousse di ricotta e maggiorana, a collaudati abbinamenti sia con un sorprendente uovo cotto a bassa temperatura proposto da Gianluca Passetti (Il Gatto e la Volpe, Senigallia) o con la tradizionale tagliatella, rigorosamente fatta a mano, di Paola Antonioli (Mancinelli, Fossombrone)
Non mancano accostamenti insoliti come il cappellaccio su vellutata di patate e tartufo, un piatto creato da Daniele Galvani (I Palazzi, S Angelo in Vado) oppure il capocollo di maiale brasato al vino cotto con pesche della Val d’Aso firmato Aurelio Damiani, mentre i golosi di dolci ameranno ‘Nero su Nero’, l’afrodisiaco dessert di Michele Renga (La Ginestra, Passo del Furlo) servito su tartelletta di pasta frolla con crema di melanzane, noci e miele di timo selvatico, disco di cioccolato 90% e composta di Tartufo Nero. Che bontà…….
E nel calice?
Certamente un Bianchello del Metauro, un bianco bianco prodotto nelle Marche con i vitigni Biancame e Malvasia bianca lunga, E’ un vino preciso, giovane e versatile, dal colore giallo paglierino e dal sapore secco, fresco, gradevole. Ottimi gli Asdrubale e Pian dei Fori della Azienda Agricola Mariotti Cesare, vini precisi, giovani e versatili, dal colore giallo paglierino e dal sapore secco, fresco, gradevole…
L’accoppiata ideale
L’iniziativa Bianchello d’Autore è dalla unione di alcune storiche produttrici del Bianchello Metauro DOC ed è stata affidata all’ esperienza e alla professionalità di una attenta scelta di nove produttori locali, le cui etichette portano in tavola un vino che sa accompagnare con armonia le più varie pietanze, sopratutto quelle di pesce, tra cui una vera icona della cucina marchigiana: il brodetto.
Non potevamo non finire se non con una vera icona della cucina marchigiana!
E’ il famosissimo brodetto, un piatto nato a bordo dei pescherecci come zuppa di “pesce povero”. Un super misto di mazzole, rana pescatrice, gattuccio, tracina, razza, boccaincava, pesce san pietro, canocchie, seppie, scorfano venivano cucinati con olio, cipolla, concentrato di pomodoro e aceto.
INFO Turismo Marche
Per info ristoranti, dettagli, menu, orari e undirizzi, cliccate sul nome in orange
CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’
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Once upon a time there was the “vergara
The Marche cuisine has remained deeply rooted in a historically rural civilization, where the prima donna was the vergara, the housewife in the kitchen.Her dishes, straightforward and robust, knew how to use everything that was available, creating delights that we can still taste today in the Marche region.
Tripe omelette, omelette rolled and cut into strips sautéed in a tomato sauce.The famous Ascoli olives, stuffed with meat, breadcrumbs and grated cheese, then floured, passed in egg, in breadcrumbs and fried, Here is the pasticciata Pesaro, a stew of beef in red wine with lard, cinnamon, cloves, tomato sauce, while in Senigallia the cutanèi triumph, “poor” dumplings made up of water, flour and a few eggs.
Perhaps the winners are the vincisgrassi, the most famous pasta of the Marche cuisine, cut into large strips, seasoned with chicken giblets and baked in the oven.Many dishes of rabbit, raised in the inland areas between Ascoli, Macerata and Fabriano, the tastiest is the one in porchetta, stuffed with spices and wild fennel or stewed with white wine, garlic, chilli and aromatic herbs.
What about fish dishes?
Get creative: sea snails, molluscs cooked in stew with tomato, mint and wild fennel, stockfish in Ancona cooked in abundant white wine, anchovy pesto, celery, carrots, onion, chilli, aromatic herbs, peeled tomatoes, black olives andpotatoes and the famous brodetto, a dish widespread in much of the Adriatic coast with numerous variations in the ingredients.
Ecco i super stellati
Uliassi, Senigallia (three Michelin Stars) Mauro Uliassi, the Chef who has won 3 Michelin stars, 5 Espresso Hats, 3 Forchette del Gambero Rosso.Mauro superstar opened his restaurant in Senigallia in 1990, together with his sister Catia.His is a cuisine, full of contaminations, variations, sensations, memories and… a lot of sea….
Madonnina del Pescatore,Senigallia (Two Michelin Stars)Inspiration, creativity, curiosity, experimentation.We meet Moreno Cedroni and a cuisine, mostly focused on fish, where imagination is combined with the ability to blend raw materials: from Susci, to Costoletta di turbbo.Each course is carefully detailed to make the guest experience a unique taste experience of its kind.Two well-deserved Michelin stars.
Andreina , Loreto ( Stella Michelin)
Proprio come sussurra il menu… le sorprese non mancano Chef Errico Recanati sorprende e ci delizia con i suoi piatti top: fungo alla brace, fegato, ostrica e milza essiccata, piccione e anguilla laccata, agnello di sopravvissana, coratella, animelle e cipolla fino al dessert: zuppa d’ananas cotto sotto la cenere e un gelato di yogurt quasi croccante
Nostrano, Pesaro (Michelin Star)The best seasonal vegetables come out of Stefano Ciotti‘s kitchen and he manages to amaze us with the grilled tomato steak with raspberries and balsamic vinegar, and the spectacular stuffed courgettes.Lots of sea: mantis shrimp, squid, baby squid, cuttlefish, local clams and a wink at the meats: lamb, pigeon, duck, sweetbreads and rabbit cooked express, with long cooking and then sautéed in a casserole to give them thehonor and dignity they deserve.
Among the ‘culinary attractions’ of Fano there is also Chef:Antonio Scarantino not only because is one of the youngest and most brilliant Italian chefs, but also because, given the model physique and the “Paul Newman face” … he is considered one of the sexyest chef of Italy.
Antonio is of Sicilian origins, but with a past lived in Italy, Germany, France, alongside world-famous chefs, such as Massimo Bottura and authentic masters, such as Franco Clerici and Emilio Barbieri.Today he in charge ofAlMare, located in an amazing futuristic building, vaguely in Guggheneim style. There Scarantino loves to revisit traditional cuisine in a creative way with atmospheres of other places and times.
The other is Trattoria La Tressa,a fish restaurant that revisits traditional dishes in a creative way. The name recalls the natural climatic phenomenon that heralds a violent and sudden storm of the sea. Natural but overwhelming, just like Scarrantino’s cuisine
Il Galeone, Fano It is not without reason that the tasting menu is called the “Perfumes of the Adriatic”, the beach is a stone’s throw away, the superlative fish dishes … on the white tables embellished with an essential and elegant ……….reference to a cuisine that celebrates the territory and winks at distant lands.
We are in a fresh and young restaurant where Chef Marco Vegliò is at the helm of a route that points towards moderate creativity, rich in regional contributions, exotic citations, bittersweet hints, pleasantly served in appropriate contaminations.
Ottimi o ottimissimi…. Too good to be true….
Da Mario al Ponte Rosso, Osteria della Peppa, Alla Lanterna, Da Maria, Fano La Canonica, Casteldimezzo Lo Scudiero, Nostrano, Pesaro La Gioconda, Cagli Burro e Alici, Marolta Emilia, Ancona
Villa Marchese del Grillo, Fabriano Casa Rapisarda, La Torre, Numana Al Mandracchio, Osteria Sara, Ginevra , Sot’Ajarchi, Ancona Al Cuoco di Bordo, Trattoria Vino e Cibo, Senigallia La Liscia da Mr.Ori , Fano
Clandestino Sushi Bar, Portonovo Cavallini, San Severino Da Dario, Porto Recanati Galileo ,Civitanova Emilio, Fermo Retroscena, L’Arcade, Porto San Giorgio Degusteria Del Gigante, San Benedetto del Tronto Osteria del Borgo, Gradara Osteria Zanchetti, Fossombrone
THE EXCELLENCE OF 3 CHEESES
Cheese … rise again! Formaggio di Fossa di Sogliano Tre Valli
The technique of the infossatura (the burying) is dated back to the 15th century and used to hide food in secret pits to protect them from the raids of the Aragonese troops who were plundering the country. The cheese could be made with sheep’s milk (aromatic taste and a piquant flavor), cow’s milk (delicate, slightly sour and salty with a bitter aftertaste) or ‘misto’, from both milks (well-balanced taste with bittery hints).
The cheese is wrapped in cloth bag and stacked right up to the mouth of the pit then covered with more canvas to prevent transpiration. The pit measures typically three meters high including the neck with a base of about 78 inches in circumference. It is prepared by burning straw inside to remove moisture and the damp air and to reduce bacteria, which may be harmful to fermentation. Finally a wooden lid sealed with plaster or chalk, and then covered with stones and sand.
The ‘resurrection’
This peculiar process of fermentation gives the cheese a particular flavor, as well as a reduction of whey and fat. It has an uneven shape, a hard or semi-hard and easily friable consistency and a color that spans from white to amber. The aroma is strong, with hints of sulphur, mold, truffles and a pungent taste on the bitterish side.
Mozzarella TSG and its tear … of joy The acronym stands for traditional specialty guaranteed and certainly keeps its promises. It is a soft, lactic-fermented fresh cheese with a characteristic, savory, fresh, delicately acidic flavor.When you cut it, a delicious white “tear” will come out, not a sad one but on the contrary, almost a joyful greeting of good tasting.
A thousand ways to use it in your dishes, from the simplest to the most gourmet: in risotto, in gnocchi Alla Sorrentina, in parmigiana, on pasta, on eggs and truffles, in fried foods: rice panzerotti, supplì, arancini and croquettes are just a few examplesof real delicacies, characterized by a strong taste and a high caloric intake
Among the most famous dishes we find the “Mozzarella In Carrozza”, typical of the Lazio and Campania area and the legendary “Caprese” the top dish of the summer and of course on pizza!My favorite plate??The delicious appetizers of ovolini Sibilla, cherry tomatoes and a leaf of fresh basil.Simplicity, taste and happiness!
Casciotta superstar
Here is the famous Casciotta di Urbino, a typical product of the province of Pesaro-Urbino and its surroundings, already known in the 16th century and even loved by Michelangelo Buonarroti i
Crumbly and soft, pleasantly scented with fresh milk.The delicacy of the flavor makes it versatile and the right ingredient for the most diverse recipes, perfectly marrying dishes rich in protein, digestible, traditional but also creative and modern. Delicious .. always! Served alone, with rustic bread, together with cold cuts, lard, ham or a robust toasted polenta.Perfect sprinkled on pasta with vegetables, or diced at aperitif time accompanied by fleshy Ascoli olives. Wonderful in salads, with fresh figs, William pears, jams or acacia honey, perhaps paired with a medium-bodied raisin wine.
Truffle… what a treat!
It is a gem of the Marche region: an authentic king of the table, with an intense and unmistakable aroma.The Marche cities of truffles and their Chefs gathered in a greedy and fragrant event entitled “Tartufo Award 2021” starring the black summer truffle, commonly known as‘ Scorzone “
Among the numerous truffle producing cities, Acqualagna, Sant’Angelo in Vado, Pergola, Fossombrone, Amandola, Apecchio stand out.These cities and their Chefs wanted to celebrate the black truffle in an unprecedented event and gathered in a greedy and fragrant event entitled “Tartufo Award 2021” which took place in the enchanting Resort La Ginestra Ginestra a Acqualagna, in the amazing Gola del Furlo,
There are a thousand ways to serve truffles, from the carpaccio of Marchigiana by Alessandro Valentini, on crouton with ricotta and marjoram mousse, to tested combinations with both low temperature cooked egg proposed by Gianluca Passetti (Il Gatto e la Volpe, Senigallia)or with Paola Antonioli’s tagliatella (Mancinelli, Fossombrone)
There is no shortage of unusual combinations such as cappellaccio on cream of potatoes and truffles, a dish created by Daniele Galvani (I Palazzi, S Angelo in Vado) or pork capocollo braised in cooked winewith peaches from Val d’Aso signed Aurelio Damiani, while those with a sweet tooth will love ‘Nero su Nero’, the dessert by Michele Renga (La Ginestra, Passo del Furlo) served on a shortcrust pastry tart with ricotta cream, walnuts and honeyof wild thyme, 90% chocolate disc and black truffle compote
What In the glass? Certainly a Bianchello del Metauro, a white white produced in the Marche with the Biancame and long white Malvasia vines, It is a precise, young and versatile wine, with a straw yellow color and a dry, fresh, pleasant taste of wild thyme, a disc of chocolate90% and black truffle compote
The Bianchello d’Autore Projet is from the union of some historic producers of Bianchello Metauro DOC and has been entrusted to the experience and professionalism of a careful choice of nine local producers, whose labels bring to the table a wine that can accompany with harmonythe most varied dishes, especially those of fish, including a true icon of the Marche cuisine: the brodetto.
Great ending! The brodetto, a dish born on board fishing boats as a soup of “poor fish”.A super mixture of mazzole, monkfish, dogfish, weever, ray, boccaincava, St. Peter’s fish, mantis shrimp, cuttlefish, redfish were cooked with oil, onion, tomato paste and vinegar.
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Born in Milan, lives between New York, Milan and the rest of the world.
For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles and both traditional and innovative gastronomic delights.
He meets and interviews top chefs from all over the world and to ‘steal ‘their recipes… All of them treasured in his blog, with a “Non Touristy Tourist ” style