I 10 gatti più rari del mondo

Una TOP 10 dedicata agli amanti dei gatti, questa settimana. Se è vero, infatti, che il piccolo felino è molto amato come compagno di vita e condividiamo con lui volentieri le nostre case, è vero anche che ne esistono alcuni selvatici molto rari, alcuni addirittura in via d’estinzione e oggetto di programmi di tutela internazionale. Siamo andati a cercarli.

1.Gatto delle Ande (Sud America)

Al primo posto in quanto a rarità ci sentiamo di porre il Gatto delle Ande, considerato il felino “più minacciato d’America”, al punto che quattro nazioni: Argentina, Bolivia, Cile e Perù, si sono unite per firmare un’“alleanza per il gatto andino”. Ne rimangono, infatti, pochissimi esemplari e l’ultimo suo avvistamento risale al gennaio del 2020, dopo che il piccolo felino (pesa 5,5 kg) non aveva dato segno di sé per 12 anni.

Si caratterizza per il mantello grigio cenere con macchie bruno-giallastre che formano delle strisce. La cosa è lunga e con diversi anelli di vario colore, tra il nero e il marrone scuro. Il suo nome scientifico, leopardus jacobita ha una storia tutta italiana. Si deve infatti alla moglie dell’antropologo italiano Paolo Mantegazza, trasferitosi in Argentina, dove conobbe Jacoba, a cui fu “intitolato” l’elusivo gatto selvatico.

2.Gatto di Pallas (Mongolia, Cina e Asia Centrale)

Tra le specie a rischio troviamo anche il Gatto di Pallas, dal nome dello studioso che lo individuò per primo: Peter Simone Pallas. Il suo nome scientifico, otocolobus, invece, deriva dal greco e significa “orecchie brutte”. In realtà, questo felino di 60 cm, a cui si aggiungono i 25 di coda, è piuttosto bello e simpatico con quelle orecchie tonde e il muso schiacciato, che lo fa assomigliare più a un gufo che a un gatto. Vive nelle zone fredde dell’Asia centrale, tra Cina, Mongolia, area himalayana, Iran, Russia, Medio Oriente, Tagikistan, Uzbekistan e Afghanistan dove, forse, si è già estinto.

Tra i suoi nemici c’è prima di tutto l’uomo, che per secoli lo ha decimato per la sua pelliccia e per il suo grasso, usato come rimedio per i reumatismi, ma anche tra le cause c’è anche la scomparsa della marmotta della Mongolia, tra le sue prede preferite e, in alcune zone, l’unica. Il gatto di Pallas ha un pelo color ocra, molto folto, con strisce verticali, che tende al marrone chiaro in estate e al grigio in inverno. Una sua caratteristica sono le pupille, che a differenze di quelle degli altri felini, in situazioni di massima luminosità diventano un pallino e non una fessura.

3.Gatto Viverrino o Pescatore (Sud Est Asiatico)

Ha una lunghezza tra i 70 e gli 80 cm e il suo peso può arrivare fino a 12 kg. Il gatto viverrino (prionailurus viverrinus) è diffuso nella zona dell’Asia tropicale, tra Nepal, Pakistan, Birmania, Thailandia, Cina meridionale, Indocina, penisola malese e alcune zone dell’India. Vive negli ambienti paludosi e caccia nei corsi d’acqua, da qui il suo nome, cibandosi soprattutto di molluschi e pesci, che cattura con una zampata, dopo essersi accucciato sulla riva del corso d’acqua. Ha le zampe anteriori palmate per muoversi con agilità sui terreni acquitrinosi e le unghie non sono del tutto retrattili. Si trovano esemplari marroni o grigi, con sfumature più scure sul dorso, mentre sul ventre il pelo è più chiaro. La coda, invece, è provvista di anelli di pelo scuri.

4.Gatto delle sabbie (zona sahariana di Africa e Asia)

È piccolo e grazioso, ma il suo fisico è una vera a propria macchina da guerra per resistere ai climi desertici. Può, infatti, rimanere per lunghi periodi senza bere e farsi bastare i liquidi che ricava dalle prede catturate, per lo più topi e piccoli rettili. Il felis margarita, o gatto delle sabbie vive infatti nelle zone centrali del Sahara, in Iran, Pakistan e nel deserto arabico. Si riconosce per la testa larga e le orecchie grandi e distanziate e per il mantello color giallo sabbia, molto chiaro, ma con alcune strisce più scure.

I peli sono talmente lunghi sulle zampe da formare una sorta di cuscinetto che gli consente di non scottarsi quando cammina. Ha occhi grandi e tondi, di un ipnotico color giallo verde, il naso è nero. L’udito è fine, al punto da consentirgli di percepire le vibrazioni delle prede nella sabbia. Conduce una vita solitaria, caccia soprattutto di notte e il suo peso media è di circa 2,5 kg.

5.Gatto dorato del Borneo (Borneo)

Al mondo se ne contano circa 2500 esemplari. Il Gatto dorato del Borneo, nome scientifico Catopuma badia, è un animale endemico dell’Isola del Borneo dal manto rosso castagna o grigio, dal peso che va dai 2 ai 4 kg e una lunghezza di circa 60 cm. Ha la testa arrotondata, con le orecchie poste piuttosto in basso e con il risvolto grigio. Dall’angolo di ciascun occhio parte una striscia sottile che si allunga sulla fronte. Sul retro del cranio, invece, alcuni segni formano una singolare lettera M. Decimato dalla deforestazione e dal bracconaggio, è considerata una specie in pericolo ed è stata inclusa nel programma Bornean Wild Cat and Clouded Leopard Project per inserirlo in un piano di protezione.

6.Gatto a testa piatta (Malesia)

Stretto parente del gatto pescatore, con il quale condivide l’area di diffusione, è anch’esso a rischio estinzione e si stima che ne rimangano poco più di 2000 esemplari, distribuiti tra Malesia, Thailandia, Sumatra e Borneo. La sua caratteristica più evidente è la testa più allungata e schiacciata rispetto a quella degli altri felini, con la calotta cranica appiattita. Gli occhi, invece, sono ravvicinati e situati in avanti, mentre le zampe sono palmate per consentirgli di muoversi su terreni fangosi.

Si ciba di pesci, rane e molluschi e può immergere la testa fino a 12 cm sotto la superficie dell’acqua per acchiappare le sue prede. La lunghezza va dai 42 ai 50 cm, mentre il peso oscilla tra 1,75 e 2,5 kg. Questa specie rischia di scomparire per sempre a causa delle piantagioni di biocombustibile, che hanno sostituito il suo habitat naturale, protetto per il 16% dalla IUCN – Unione Internazionale di Conservazione della Natura.

7.Gatto dai piedi neri (Africa)

Diffuso in Namibia, Botswana e Sudafrica, il Gatto dai piedi neri (felis nigripes), nome derivante dal colore dei suoi “gommini” è una specie in via di estinzione. Il suo peso che raggiunge a malapena i 3,5 kg ne fa il più piccolo felino africano. Ha il manto dorato con macchie nere o tendenti al bruno. Anche se può sembrare carino e innocuo, è in realtà aggressivo ed è considerato il predatore africano più letale. Velocità, caratteristiche fisiche e una buona dose di pazienza, infatti, fanno sì che in una sola notte riesca a catturare dai 10 ai 14 roditori e piccoli uccelli, andando a segno nel 60% delle occasioni. Al confronto, un leone uccide solo una preda su cinque. Conosciuto anche come “tigre dei formicai”, è messo a rischio dal bracconaggio.

8.Gatto di Biet (Cina)

Elusivo e a rischio estinzione, il Gatto di Biet (felis bieti), conosciuto anche come gatto di montagna cinese o gatto dei Gobi, vive nella parte orientale dell’altopiano tibetano e in praterie e boscaglia tra i 2500 e i 5000 metri di altitudine. Tra le cause che ne fanno una specie a rischio, la scarsità dei roditori pika, di cui si nutre, e il bracconaggio, nonostante sia una specie protetta. I locali, infatti, ne apprezzano la pelliccia per confezionare cappelli caldi e tappeti.

Per quanto riguarda il suo aspetto, è di costituzione forte e robusta, con zampe corte e coda folta. Ha una pelliccia spessa, che può essere marrone o grigio chiaro con sfumature più scure. Le zampe anteriori e il viso, invece, hanno sfumature più nette e le orecchie hanno un pennacchio di peli scuri. È più grande di un felino domestico, con una lunghezza di circa 115,7 cm e un peso attorno ai 5,5 kg.

9.Gatto dorato africano (Africa occidentale)

Il suo nome scientifico è caracal aurata ed è parente stretto del Caracal e del Serval.  Il Gatto dorato africano, tuttavia, è una specie estremamente rara e considerata a rischio estinzione. Le sue dimensioni sono circa il doppio di quelle di un gatto domestico, con una lunghezza che può arrivare a un metro e un peso che si aggira sui 14 kg. Ha una pelliccia dorata che spazia dal castano al bruno rossastro, alcuni esemplari sono anche bruno grigiastri o color ardesia o maculati. Cacciato per la sua pelliccia, ma anche per la sua carne, ha come nemica anche la deforestazione.

10.Gatto di Wied (America centrale e meridionale)

Terminiamo la nostra TOP 10 con il Margay, o Gatto di Weid, in onore del principe Massimiliano di Wied-Neuwied che per primo lo classificò in Brasile. Diffuso nel centro e sud America, è considerato a rischio fin dal 2008 a causa della deforestazione. È un gatto piuttosto piccolo, non arriva ai 4 kg, ma molto agile. Vive infatti quasi sempre sugli alberi, dove caccia uccelli, piccoli rettili e roditori. Le sue caviglie sono strutturate in modo tale da consentirgli di scendere dai tronchi a muso in giù e di saltare in verticale. Particolarmente bella la pelliccia, con uno sfondo marrone e ricoperta da numerose strisce più scure alternate a rosette e ad altre righe longitudinali. La coda ha bande scure e la punta nera, mentre le orecchie hanno la parte posteriore nera con macchie bianche circolari al centro. Elusivo e selvatico, ha prevalentemente una vita notturna.




Amate i gatti, il fantasy, la storia o i buoni sapori? Ecco dove andare nel weekend!

Un weekend intenso e ricco di appuntamenti, quello del 22 e 23 febbraio. Per chi cerca qualcosa di diverso dal Carnevale, a Milano può partecipare alla rassegna “La Città del Gatto”. A Mantova, invece, si tiene l’ultimo fine settimana del Festival della Cucina Mantovana, mentre a Faenza (RA) torna “Vini ad Arte”. Gli appassionati di letteratura fantasy possono invece partecipare al Valico Festival di Roma, mentre per festeggiare il Carnevale facendo un salto indietro nel tempo, a Napoli si tiene il Gran Ballo di Carnevale del Settecento. Ecco i dettagli.

Milano diventa “la Città dei Gatti”

In occasione della Giornata Nazionale del Gatto, il 17 febbraio, Milano dedica un evento a tutti gli appassionati del mondo felino. Fino a domenica 29 marzo, presso Wow Spazio Fumetto di viale Campana 12 si tiene “La Città del Gatto”, una grande rassegna gratuita con mostre, concerti e incontri letterari a tema “micioso”.

Per esempio, presso WOW Spazio Fumetto si può visitare la mostra “Come il gatto con il topo”, dedicata agli ottant’anni di Tom & Jerry, celebri protagonisti di fumetti e cartoni animati che per otto decenni hanno tenuto incollate alla TV intere generazioni.

Durante la mostra, Davide Cavallari di Radio Bau consegnerà il Premio Urban Cat “Anna Magnani” a Maria Vittoria Brambilla e per il suo impegno verso gli animali. Un premio andrà anche al fumettista Tuono Pettinato per il suo romanzo a fumetti “Chatwin – Gatto per nascita, randagio per scelta”.

Tra gli eventi in programma, giovedì 20 febbraio, alle 21, “presso il Crazy Cat di via Torriani 5, Davide Cavalieri di Radio Bau incontra Federica Farini e il suo Astromiao, mentre il 27 febbraio sarà la volta di Mara di Noia, medico veterinario per parlare della dieta giusta per i nostri a-mici.

Sabato 22 febbraio, invece, presso Wow Spazio Fumetto, alle 19.30, va in scena “Concerto in Miao-Armonie Feline”, un viaggio nella storia della musica, alla scoperta dei brani ispirati dai gatti a compositori come Domenica Scarlatti, Wolfgang Amadeus Mozarti, Gioacchino Rossini, Maurice Ravel e Andrew Lloyd Webber. Ingresso gratuito.

INFO: www.lacittadeigatti.it

A Mantova ultimo weekend per il Festival della Cucina Mantovana

Ultimo weekend, quello del 22 e 23 febbraio, per il Festival della Cucina Mantovana, che per sei settimane ha offerto il meglio della tradizione culinaria della città dei Gonzaga. Sabato dalle ore 19, e domenica dalle ore 11.30 e dalle 19, presso il Grana Padano Arena (ex Palabam) di via Melchiorre Gioia 2, si potranno gustare i celebri tortelli di zucca, ma anche il risotto lambrusco e salsiccia.

Inoltre, si potrà scegliere tra una vasta gamma di secondi piatti, tra cui stinco, costine, stracotto, luccio in salsa, polenta con i funghi, tirabega, spalla, grana e mostarda, dolci mantovani. Il tutto accompagnato da una selezione di vini locali.

Il programma prevede, la domenica pomeriggio, attività per bambini, che potranno imparare a preparare i dolci della tradizione con lo chef Graziano Giuseppe Rubes. Per gli adulti, invece, sabato e domenica sono in programma lezioni e showcooking con gli chef dei ristoranti mantovani (info e prenotazioni al 335/402753).

Tra gli eventi collaterali ci sarà il Raduno delle 500 d’epoca, la gara dei “Mangiatori di Risotto alla Pilota”, il raduno di Trattori d’Epoca e la Mostra Mercato delle eccellenze gastronomiche.

INFO: www.festivalcucinamantovana.it

A Faenza (RA) torna la rassegna “Vini ad Arte”

Nuova e suggestiva location per la quindicesima edizione di “Vini ad Arte”, la mostra mercato dedicata alla miglior produzione vitivinicola della Romagna. Domenica 23 e lunedì 24 febbraio, presso l’antica seteria Casa Spadoni, in via Granarolo, a Faenza, più di 50 produttori porteranno all’attenzione internazionale l’anteprima del Romagna Sangiovese Riserva 2017, e altri vini di Romagna DOC, dal comprensorio imolese alle province di Ravenna e Forlì-Cesena.

La giornata di domenica 23 febbraio l’evento prevede l’apertura al pubblico dalle 15 alle 19.30 con biglietto di ingresso a 15 € e la possibilità di degustare il meglio della produzione vinicola romagnola a cui si affiancheranno isole del gusto con specialità della gastronomia locale. Lunedì 24 è invece dedicato a produttori, operatori del settore, specialisti della distribuzione, enoteche, winebar e sommelier.

Domenica, alle 16, il pubblico potrà assistere alla finale del Master del Sangiovese 2020 – Trofeo dei Vini di Romagna, un concorso che vede sfidarsi i migliore sommelier. “Vini ad Arte” sarà inoltre tappa del Premio Carta Canta, promosso dall’Enoteca Regionale Emilia Romagna per riconoscere l’impegno degli esercizi che includono nella carta dei vini le specialità del territorio.

INFO: www.viniadarte.com

Roma, al Testaccio c’è Valico Festival

Un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di letteratura fantastica. Nel weekend del 22 e 23 febbraio, presso la Città dell’Altra Economia (largo Frisullo), nel quartiere Testaccio, a Roma, si tiene la prima edizione di Valico Festival, una grande kermesse dedicata al fantasy, alla fantascienza e all’horror.

Durante la due giorni si alterneranno scrittori, giornalisti, collezionisti, illustratori, divulgatori, registi, sceneggiatori, ma anche musicisti e illusionisti. Per esempio, si potrà assistere allo spettacolo di Francesco Busani, tra i più noti mentalisti italiani, oppure prendere parte all’incontro su Lovecraft tenuto da Gianfranco De Turris, Sebastiano Fusco e Andrea Scarabelli. Lo scrittore Mariano Tomatis parlerà invece del mistero di Rennes-le-Château.

Si potranno conoscere poi alcune delle più promettenti scrittrici horror italiane, tra cui Miriam Palombi, Elena Mandolini e Cristina Astori. Si parlerà anche di cinema e letteratura con Luigi Cozzi, Antonio Tentori ed Enrico Luceri.

Non mancherà nemmeno la musica celtica, le ultime novità in tema di LIBRIGAME e un seminario esoterico, tra storie del folklore e magiche pozioni. Gli illustratori e i fumettisti di DZ Edizioni, poi, metteranno il loro talento al servizio del progetto “Steps-Aba Onlus” rivolto a bambini e ragazzi con autismo. Ci saranno a disposizione anche quattro tavoli con giochi da tavolo e giochi di ruolo a temi per chi vorrà divertirsi con altri visitatori. L’ingresso costa € 10 per una giornata ed € 15 per due giorni. Include anche un voucher da 5 € da spendere nell’area espositori e una consumazione gratuita al bar.

INFO: www.valicofestival.com

A Napoli il Carnevale si festeggia con il Gran Ballo del Settecento

Sabato 22 febbraio, a Napoli si festeggia il Carnevale come facevano i nobili del Settecento. Presso il Teatro Posillipo (in via Posillipo 66), si tiene infatti la quarta edizione del “Gran Ballo del ‘700 per il Carnevale 2020”, un grande evento per che riporta alle atmosfere settecentesche, all’epoca di Goethe e di Carlo di Borbone. In occasione del Carnevale, infatti, l’aristocrazia del Sud si spostava nella capitale del Regno, che per l’occasione si animava con grandi balli in maschera, concerti, musica e si popolava di artisti e ospiti stranieri in abiti da sogno.

Il tema scelto per l’edizione di quest’anno è Plumed 700, il Settecento piumato. Si comincia alle 19 con la Cena Settecentesca, a numero chiuso (fino a 300 posti) con menù storico a tema. Gli ospiti potranno poi trattenersi anche per il Gran Ballo, che inizierà alle 23. I partecipanti saranno accolti dai maggiordomi che prenderanno in custodia i soprabiti e li accompagneranno nel salone per il brindisi di benvenuto a base di Spumante Valdo origine Valdobbiadene.

Una volta seduti ai tavoli, la serata prosegue con performance e spettacoli di artisti di fama nazionale e internazionale. Durante la serata, una giuria avrà il compito di valutare gli abiti più belli dei partecipanti. Ai vincitori andranno prestigiosi premi. La serata continua poi in chiave contemporanea con dj set e danze nel grande salone.

Dress code: abito settecentesco per uomini e donne o, in alternativa, smoking e mascherina per i signori e abito lungo con mascherina per le signore. Quota di partecipazione: Cena settecentesca e Gran Ballo in Platea € 55, in galleria € 45. Solo Gran Ballo € 25.

INFO: http://bit.ly/CarnevaleSettecento2020




Pet therapy: uso terapeutico degli animali da compagnia

In generale, il principio della pet therapy si basa sull’ utilizzo del rapporto speciale che certe persone instaurano con gli animali per favorire il processo terapeutico (psicologico, fisico e sociale). I contatti che si instaurano tra animale e paziente accelerano e facilitano i rapporti con i terapeuti, contribuiscono a rendere la situazione meno stressante, facilitano l’esercizio fisico e favoriscono il dialogo. Gli animali impiegati per tale tipo di terapia sono molteplici (cani, delfini, cavalli..) e la scelta su quale di essi sia più idoneo per ognuna delle persone è valutata dalle esigenze psicologiche, fisiche e relazionali. Inoltre bisogna prestare attenzione nella scelta appropriata poiché è stato dimostrato quanto un errore di valutazione possa causare problemi anche molto gravi. Le ricerche condotte per valutare gli effetti di tale terapia hanno messo in luce modalità di azione-stimolo che quasi sempre si potenziano tra loro e possono venire riuniti nei seguenti meccanismi.

pet therapy

Meccanismo affettivo-relazionale: l’emozione agisce in molte malattie. La tecnica di rilassamento, indotto fissando l’attenzione su un singolo elemento uditivo o visivo o attraverso il rapporto con un animale amico, comporta una serie di modificazioni fisiologiche che sono opposte alla risposta reattiva causata dallo stress soprattutto quello cronico. Le modificazioni fisiologiche che avvengono durante uno stato di rilassamento sono: la diminuzione del ritmo cardiaco- respiratorio, la diminuzione della pressione arteriosa, la diminuzione del tono muscolare e il rallentamento delle onde elettrico-cerebrali. Ricerche recenti hanno dimostrato che, almeno in parte, la pet therapy opera attraverso le vie biochimiche della risposta di rilassamento: infatti, un rapporto uomo-animale tranquillizzante e rilassante interviene sulla produzione di adrenalina e altri ormoni corticosteroidi o “ormoni dello stress”, con il risultato finale di una minore pressione arteriosa, un ritmo cardiaco-respiratorio più lento e una serie di altri benefici.

pet therapy

Meccanismo ludico: molteplici studi che riguardano il gioco hanno messo sufficientemente in luce la fondamentale importanza che esso ha per il bambino a livello emozionale, cognitivo, relazionale. La pet therapy analizzata anche come gioco possiede tutti quei benefici che contengono in sé le attività ludiche.
Meccanismo fisico: la maggior parte delle attività svolte con animali non possono avvenire se non associate ad un’attività motoria da parte di chi usufruisce della terapia: basti pensare all’ippoterapia, ai giochi in acqua insieme ai delfini, alle passeggiate agli esercizi di obbedienza di base e agility e a dei giochi che si possono eseguire con i cani.
Meccanismi psicologici: i benefici effetti della pet therapy fanno capo sia all’ambito cognitivo che a quello affettivo-relazionale. Attuare una rassegna puntigliosa diventa assai difficile poiché proprio in questo tipo di terapia scindere gli aspetti prettamente psicologici da quelli fisici e dei comportamenti sociali è un’impresa quasi impossibile e forse inutile da un punto di vista esplicativo.

pet therapy

Tuttavia diversi sono stati gli elementi messi in luce, di volta in volta, dagli studiosi del campo; molteplici sono le ricerche che mettono in luce la possibilità che l’utente ha, durante la seduta, di dominare la propria apprensione cercando di armonizzare i rapporti sia con il terapista che con l’animale: quasi sempre, infatti, si richiede a chi si sta rapportando con l’animale di adottare con esso un comportamento adeguato al fine di non provocare danno o eccessivo fastidio all’animale. Questo sembra che faccia emergere aspetti di cura e responsabilità, determinando cambiamenti nello stile relazionale dei pazienti.
Per maggiori info: www.sicap.it/~merciai/psicosomatica/students/pet2.htm