Cosa EXPO ci lascia di GREEN?

Cosa EXPO ci lascia di GREEN? Sostenibilità è la parola che oramai ricorre in qualsiasi progetto che riguardi la collettività, ed Expo è certamente uno di questi. Ma che cosa ha effettivamente apportato Expo sul piano della sostenibilità? Bio4expoBio4Expo ad esempio è un progetto, che attivato tramite un portale, ha proposto una vasta gamma di prodotti italiani in bioplastica, destinati al foodservice, offrendo un servizio dedicato agli espositori di Expo Milano 2015. Diversamente dalle plastiche ricavate da idrocarburi, le bioplastiche sono ottenute da biopolimeri e quindi sono biodegradabili e compostabili. Ma non è tutto: possono anche essere smaltite come rifiuto umido e avviate al compostaggio industriale diventando fertile humus.Bio4expo-EcommerceDiversi le tematiche trattate nell’ambito degli eventi Expo che riguardano la sostenibilità nelle sue numerose sfaccettature, uno di queste è certamente la valorizzazione del territorio. In questo senso sono stati assegnati i premi del concorso Oscar Green 2015, nell’ambito della giornata dell’innovazione, presso il Padiglione Coldiretti. Il premio per la categoria Fare Rete è stato assegnato a Borgobrufa SPA Resort a Torgiano, una realtà nel cuore dell’Umbria. Il  primo agriwellness d’Italia e il più grande dell’Umbria: una proposta innovativa che ha trovato l’approvazione degli agricoltori del territorio che hanno accettato di portare i loro prodotti all’interno della Spa, realizzando così l’isola della bottega italiana, attivando un interessante relazione tra i prodotti del territorio, la manualità necessaria per produrli e gli ospiti della SPA.borgobrufa (2)Non meno importante è il tema della mobilità sostenibile. Una proposta vincente, discussa nell’incontro promosso da Alleanza delle Cooperative Italiane della Lombardia è stata lo scooter elettrico: una risposta valida alle esigenze di sostenibilità nella mobilità cittadina. Nascerà così un  progetto lombardo per il nuovo scooter elettrico “ME”, frutto dell’alleanza tra la Cooperativa Scalvenzi e un polo di aziende bresciane nei settori ingegneria, design e comunicazione (ME Group). Un’idea che unisce stile e ricerca tecnologica in un veicolo leggero e robusto, progettato e prodotto in Italia.scooter_meNella medesima ottica si muove anche la storica azienda motociclistica italiana Fantic motor, che nel 2014 è stata acquisita da Venetwork, una rete di imprenditori veneti con la missione di investire in attività imprenditoriali del Nordest per rilanciare l’economia e l’occupazione nel territorio. La nuova Fantic nell’ambito di Expo 2015 ha presentato la collezione di FAT BiKE elettriche a pedalata assistita. Due i modelli di Fat Bike presentati, la Fantic Fat Sport, studiata per le attività outdoor, permette di sostenere le imprese più ardite e arrivare in luoghi che non tutti riescono a raggiungere.ebike-fantic-bikes-01La Fantic Seven days Urban Lifestyle è la versione metropolitana, con prestazioni comparabili a quelle della sportiva ma che, nell’ambiente cittadino si trasforma in una instancabile macina chilometri senza l’ansia di finire la scorta di elettricità.




Expo Milano 2015: in viaggio alla scoperta del Padiglione Germania

La Germania prende sul serio il tema di Expo Milano 2015, dando un contributo credibile e autentico. Noi siamo andati alla scoperta del Padiglione della Germania.
L’esposizione gravita intorno alle risorse naturali regalando ai visitatori un’atmosfera misteriosa e piena di energia. Con le sue forme organiche e i suoi materiali riutilizzabili, il padiglione tedesco all’Expo 2015 vale un viaggio e una visita perché offre una panoramica sulle soluzioni moderne e tecnologiche sperimentate, un contributo credibile e originale che conferma l’interesse per la tutela ambientale e la svolta in campo energetico della nazione tedesca.

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Come paladino della tutela ambientale e della svolta in campo energetico, la Germania si fa portavoce di un diverso modo di pensare e mira a creare consapevolezza delle forze della natura, fonti essenziali della nostra alimentazione che in futuro dovranno essere protette meglio e utilizzate con maggiore intelligenza.

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Il Padiglione della Germania ad EXPO 2015, intitolato Fields of ideas ovvero “campi di idee”, si sviluppa su una superficie di quasi 5000 mq. ed è uno dei più grandi del sito espositivo.  La metafora dei campi di idee simboleggia un modo di vivere l’ambiente orientato al futuro, accogliendo gli ospiti dell’Expo 2015 e facendogli vivere un’esperienza completa. La piazza, il terrazzo, il teatro, i campi e i prati, ispirati ai giardini pensili principeschi, il ristorante dove scoprire la varietà e l’abbondanza degli alimenti, sono le aree allestite per i visitatori dell’esposizione universale milanese che offrono divertimento e relax.

Gli elementi rappresentativi centrali del Padiglione sono le piante stilizzate che, come “germogli di idee”, sbucano dal piano dell’esposizione e raggiungono la superficie esterna dove si aprono in un ampio baldacchino, collegando così lo spazio interno a quello esterno, l’esposizione con l’architettura.

Padiglione-Germania

La Germania presenta nuove soluzioni sul tema dell’alimentazione del futuro ed, attraverso il motto “Be active!” invita i visitatori a interagire con i contenuti. Il design del padiglione si ispira alla morfologia del territorio tedesco. L’intera struttura è stata progettata riservando una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale: uso di legname proveniente da  foreste a gestione controllata, ventilazione naturale e soluzioni tecnologiche all’avanguardia. All’interno, il padiglione ospita una mostra, allestita su due piani, che affronta temi legati alla terra, all’acqua, al cibo, al clima e alla biodiversità.

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Al loro arrivo i visitatori vengono dotati di un foglio pieghevole “intelligente” in cartone, denominato “seedboard”, con cui possono interagire con una serie di tavoli elettronici, in modo da approfondire i contenuti della mostra. L’allestimento della mostra, distribuito su due piani, combina in modo ideale elementi architettonici, oggetti, video e postazioni interattive. Al piano superiore, una galleria piena di colori racconta la storia gastronomica tedesca e presenta una selezione di varie piante commestibili provenienti da tutta la Germania. Tre diverse aree propongono piatti della cucina tedesca: un ‘area degustazioni con libero accesso; un ristorante “gourmet” e un ristorante più informale e tradizionale ispirato all’ospitalità tedesca.

Seedboard

Sulla copertura del padiglione è stato ricavato un giardino pensile, con parasole, panche in legno, piante e fiori, dove i visitatori possono rilassarsi e conversare.

Info:

Posizione del padiglione:
 – Lotto N38
Superficie:  – superficie totale: 4.933 mq
– superficie espositiva: 2.680 mq  (il padiglione più grande dell’EXPO dopo quello italiano)

Sito ufficiale del padiglione tedesco:
 – https://expo2015-germany.de (con il programma degli eventi e con molte altre informazioni)

Pagina Facebook del padiglione tedesco:
– https://www.facebook.com/expo2015germany




Expo Milano, ecco i cibi più strani da assaggiare

L’Expo è in pieno fermento e i migliori chef si stanno sbizzarrendo con i piatti più strabilianti. Se nei prossimi mesi vi capiterà di venire a vistarlo ecco i cibi più strani a cui vi troverete di fronte.Con l’EXPO quasi sotto casa avrete la possibilità di provare una varietà di cucine e prodotti tipici davvero inimmaginabile e che, almeno che non siate viaggiatori incalliti non vi capiterà molto presto di poter riassaggiare, quindi approfittatene!!

Certo, se l’idea di mangiare le classiche escargot vi da il voltastomaco allora preparatevi perché quello che vi troverete di fronte saranno molto peggio…

Qualche esempio?

La delegazione giapponese ha ottenuto una particolare deroga per poter portare, preparare e servire in territorio UE il suo pesce più famoso, il mortale Fugu. Una prova di coraggio – solo l’abilità dello chef lo rende commestibile – ma anche una delle esperienze più giapponesi che vi possano capitare.

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Direttamente dalla Thailandia scatole e scatole di snack a base di scorpioni fritti, ragni glassati al cioccolato e spiedini di larve. E voi ve la sentite di provare?

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Dallo Zimbabwe arriva invece il famoso caimano alla griglia, e dal Vietnam l’inquietante vino di serpente. E con “di serpente” intendo che la povera bestiola è ancora dentro la bottiglia.

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S non avete avuto abbastanza e ve la sentite potete sempre provare una delle più famose specialità cinesi: la medusa. Buon appetito!!

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LE PICCOLE ITALIE DEL GUSTO PER EXPO 2015

Scopriamo insieme le piccole Italie del gusto pronte per l’Expo 2015.

Accanto alle grandi città d’arte, alle nostre terre d’excellentia, all’EXPO di Milano ci sono anche tante piccole Italie che sono minori, ma non per questo meno importanti, che vale la pena di valorizzare. È per questo che sei località coraggiose si sono unite in un progetto coinvolgente.

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Questo progetto ci ha coinvolto anche emotivamente, in quanto rispecchia anche la mission del nostro Polo del Weekend Premium. Nato dalle affinità di alcune località che s’incontrano di solito al festival delle Tipicità, ideato da Angelo Serri, che si svolge ogni anno nelle Marche, ora le Piccole Italie avranno un’ulteriore spinta dall’energia di Mara Cernic, eletta presidente, ma anche vicepresidente della provincia di Gorizia.

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Presidente, le è piaciuto il nostro titolo LE PICCOLE GRANDI ITALIE?

Mi sembra una buona idea! A patto che la parola “grandi” sottintenda che grandi sono i cuori delle persone e le anime dei territori. Le Piccole Italie sono questo: piccoli territori della nostra grande penisola che però hanno una forte identità nel senso di legame con il territorio, la terra, l’agricoltura e con le tradizioni profondamente radicate nel vissuto collettivo.

 

Siete presenti allì’Expo?

Le Piccole Italie saranno presenti all’Expo in quanto vi parteciperanno i territori che le compongono, ma promuoveranno anche il brand Piccole Italie.

 

Quando e come è iniziato questo progetto?

Inizia due anni fa a Tipicità, quando alcuni dei territori partner di Tipicità – primo tra tutti il comune di Fermo con l’assessore Manuela Marchetti – decidiamo di metterci in rete per farci conoscere fuori dai nostri singoli territori di appartenenza. Tipicità ha evidenziato come la diversità possa unire e non dividere, perché le esigenze – cioè la riconoscibilità di una terra, la ricerca dell’eccellenza del prodotto, la voglia di lavorare insieme – erano comuni a noi tutti. Dal 2013 quindi abbiamo iniziato a partecipare in modo congiunto a diverse manifestazioni, che avevano come comune denominatore la promozione del territorio e dei prodotti tipici locali. Abbiamo realizzato un sito internet ed anche una prima brochure di presentazione. Per il Natale 2014 abbiamo anche realizzato un primo paniere di prodotti delle Piccole Italie, che è stato distribuito a diversi stakeholder dei vari territori e ha avuto un riscontro positivo

 

Perché ci crede, tanto da diventarne la Presidente, nonostante i suoi tanti altri impegni, fra cui la vicepresidenza della provincia di Gorizia?

Ci credo perché sono fermamente convinta che la valorizzazione delle identità locali sia imprescindibile in un mondo globalizzato dove tutto è uguale, nel quale non esistono diffrenze. Mi ha colpito una frase che rende molto bene il sentire del nostro tempo: oggi conosciamo il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna. Piccole Italie promuove i valori dei singoli  territori.

 

Quali sono gli obbiettivi?

L’aumento della visibilità e della riconoscibilità di ogni singolo territorio, l’aumento della riconoscibilità della qualità dei prodotti di eccellenza dei vari territori.

 

Obbiettivi che coincidono con quelli turistici?

Questi sono “anche” obiettivi turistici. L’aumento delle presenze in termini di pernottamenti grazie al marchio Piccole Italie è un obiettivo molto concreto. Proprio in questo periodo stiamo mettendo appunto una strategia turistica, che unisca la Calabria e la Sicilia con la Venezia Giulia e il Veneto. Il Monferrato è un territorio unico che è un valore aggiunto di per se stesso. Le Marche in centro Italia sono un ottimo punto di arrivo, o passaggio, comunque si attraversa l’Italia da sud a nord o al contrario.

Quindi obbiettivi turistici possono essere anche i prodotti locali? Certo,  contengono  le  conoscenze agricole che  si  tramandano  da generazioni e contengono il sapore, l’odore della terra e le influenze del clima in quella precisa  area  geografica.  Contemporaneamente racchiudono in sè il rispetto per l’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse  naturali.

 

Pensate di accrescere il numero delle Piccole Italie?

Si, ci pensiamo spesso. Il nostro è un club aperto, la  cosa  importante  è  la condivisione  della  filosofia che  unisce territori molto diversi tra di loro.

 

Cosa tiene unite e collegate le Piccole Italie?

Indubbiamente le persone. Prima di essere un club o un marchio siamo un gruppo di persone che condividono una visione dello sviluppo del territorio. Il centralismo che pervade in questo momento la scena politica italiana è un fenomeno molto preoccupante, è un movimento contrario e contrastante le peculiarità di ogni singolo territorio. La globalizzazione dei mercati e, oggi anche di tutto il resto, non riesce a governare una società con un grado di complessità così elevato. Avremmo bisogno di movimenti che sostengono, promuovono e armonizzano tra di loro le differenze culturali, sociali ed economiche che andranno ad accentuarsi sempre di più.




LE PICCOLE ITALIE DEL GUSTO PER EXPO 2015

Accanto alle grandi città d’arte, alle nostre terre d’excellentia, all’EXPO di Milano ci sono anche tante piccole Italie che sono minori, ma non per questo meno importanti, che vale la pena di valorizzare. È per questo che sei località coraggiose si sono unite in un progetto coinvolgente

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Questo progetto ci ha coinvolto anche emotivamente, in quanto rispecchia anche la mission del nostro Polo del Weekend Premium. Nato dalle affinità di alcune località che s’incontrano di solito al festival delle Tipicità, ideato da Angelo Serri, che si svolge ogni anno nelle Marche, ora avrà una ulteriore spinta dall’energia di Mara Cernic, eletta presidente, ma anche vicepresidente della provincia di Gorizia.

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Presidente, le è piaciuto il nostro titolo LE PICCOLE GRANDI ITALIE?

Mi sembra una buona idea! A patto che la parola “grandi” sottintenda che grandi sono i cuori delle persone e le anime dei territori. Le Piccole Italie sono questo: piccoli territori della nostra grande penisola che però hanno una forte identità nel senso di legame con il territorio, la terra, l’agricoltura e con le tradizioni profondamente radicate nel vissuto collettivo.

 

Siete presenti allì’Expo?

Le Piccole Italie saranno presenti all’Expo in quanto vi parteciperanno i territori che le compongono, ma promuoveranno anche il brand Piccole Italie.

 

Quando e come è iniziato questo progetto?

Inizia due anni fa a Tipicità, quando alcuni dei territori partner di Tipicità – primo tra tutti il comune di Fermo con l’assessore Manuela Marchetti – decidiamo di metterci in rete per farci conoscere fuori dai nostri singoli territori di appartenenza. Tipicità ha evidenziato come la diversità possa unire e non dividere, perché le esigenze – cioè la riconoscibilità di una terra, la ricerca dell’eccellenza del prodotto, la voglia di lavorare insieme – erano comuni a noi tutti. Dal 2013 quindi abbiamo iniziato a partecipare in modo congiunto a diverse manifestazioni, che avevano come comune denominatore la promozione del territorio e dei prodotti tipici locali. Abbiamo realizzato un sito internet ed anche una prima brochure di presentazione. Per il Natale 2014 abbiamo anche realizzato un primo paniere di prodotti delle Piccole Italie, che è stato distribuito a diversi stakeholder dei vari territori e ha avuto un riscontro positivo

 

Perché ci crede, tanto da diventarne la Presidente, nonostante i suoi tanti altri impegni, fra cui la vicepresidenza della provincia di Gorizia?

Ci credo perché sono fermamente convinta che la valorizzazione delle identità locali sia imprescindibile in un mondo globalizzato dove tutto è uguale, nel quale non esistono diffrenze. Mi ha colpito una frase che rende molto bene il sentire del nostro tempo: oggi conosciamo il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna. Piccole Italie promuove i valori dei singoli  territori.

 

Quali sono gli obbiettivi?

L’aumento della visibilità e della riconoscibilità di ogni singolo territorio, l’aumento della riconoscibilità della qualità dei prodotti di eccellenza dei vari territori.

 

Obbiettivi che coincidono con quelli turistici?

Questi sono “anche” obiettivi turistici. L’aumento delle presenze in termini di pernottamenti grazie al marchio Piccole Italie è un obiettivo molto concreto. Proprio in questo periodo stiamo mettendo appunto una strategia turistica, che unisca la Calabria e la Sicilia con la Venezia Giulia e il Veneto. Il Monferrato è un territorio unico che è un valore aggiunto di per se stesso. Le Marche in centro Italia sono un ottimo punto di arrivo, o passaggio, comunque si attraversa l’Italia da sud a nord o al contrario.

Quindi obbiettivi turistici possono essere anche i prodotti locali? Certo,  contengono  le  conoscenze agricole che  si  tramandano  da generazioni e contengono il sapore, l’odore della terra e le influenze del clima in quella precisa  area  geografica.  Contemporaneamente racchiudono in sè il rispetto per l’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse  naturali.

 

Pensate di accrescere il numero delle Piccole Italie?

Si, ci pensiamo spesso. Il nostro è un club aperto, la  cosa  importante  è  la condivisione  della  filosofia che  unisce territori molto diversi tra di loro.

 

Cosa tiene unite e collegate le Piccole Italie?

Indubbiamente le persone. Prima di essere un club o un marchio siamo un gruppo di persone che condividono una visione dello sviluppo del territorio. Il centralismo che pervade in questo momento la scena politica italiana è un fenomeno molto preoccupante, è un movimento contrario e contrastante le peculiarità di ogni singolo territorio. La globalizzazione dei mercati e, oggi anche di tutto il resto, non riesce a governare una società con un grado di complessità così elevato. Avremmo bisogno di movimenti che sostengono, promuovono e armonizzano tra di loro le differenze culturali, sociali ed economiche che andranno ad accentuarsi sempre di più.




Ecco come si prepara Milano ad accogliere i turisti in vista dell'EXPO

Mancano meno di 3 mesi all’inizio della kermesse e non sono solo i padiglioni che accoglieranno l’evento a prepararsi, ma anche le strutture ricettive che ospiteranno i visitatori stranieri.

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Secondo l’indagine di HotelTonight, l’app leader nelle prenotazioni all’ultimo minuto tramite dispositivi mobili, che ha analizzato come gli albergatori milanesi si stanno preparando in vista di Expo, sembra ci sia un potenziamento dell’offerta dedicata ai viaggiatori internazionali con un occhio agli aspetti green sono alcuni dei punti di forza su cui punteranno per attrarre gli ospiti nelle proprie strutture.

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Ecco nel dettaglio i 3 punti chiavi emersi dello studio:

Inglese, francese e spagnolo le lingue dell’ospitalità per Expo 
Offrire una stanza accogliente e essere posizionati in una zona centrale è importante ma altrettanto importante è capire le esigenze dei clienti e la loro lingua. E se ormai la quasi totalità delle strutture alberghiere annovera tra il proprio personale almeno qualche impiegato che parli inglese (86%), anche le altre lingue europee sono ben rappresentate. Nell’ordine le lingue straniere  più parlate da almeno un rappresentate dell’hotel sono inglese (86%), francese (81%) spagnolo (68%) tedesco (40%), mentre meno diffuse sono russo e portoghese (22%)

A scuola di internazionalità
Per accogliere al meglio gli oltre 7 milioni di visitatori stranieri previsti per Expo 2015 ben un albergatore milanese su due ha intenzione di potenziare la propria offerta e in particolare il 18% ha in programma di tradurre il materiale informativo relativo al proprio hotel in più lingue, e una percentuale uguale intende invece introdurre un menù internazionale nella propria offerta ristorativa. Il 13% degli intervistati ha manifestato inoltre l’intenzione di assumere personale che parli altre lingue per poter accogliere al meglio i propri ospiti internazionali

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Alberghi milanesi sempre più green ispirati dall’Expo
L’offerta ricettiva nostrana si rivela essere in linea con il tema di Expo 2015: “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Invitati ad indicare le misure adottate in tema di sostenibilità il 68% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare misure per il risparmio energetico, mentre il 45% si impegna per compensare l’impatto ambientale della propria struttura e il 41% adotta misure per evitare sprechi di cibo.




EXPO WORLDRECIPES: PRELIBATEZZE A PORTATA DI SMARTPHONE

Expo Worldrecipes approda anche come app a portata di smartphone: mai stato più semplice consultare ricette da tutto il globo!

Expo Worldrecipes ha oltre 45.000 ricette prevenienti dalle più varie località, un mega-ricettario creato dall’impegno costante di food blogger, chef, associazioni e consorzi provenienti da tutto il mondo.

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L’App che è appena stata ideata permetterà di poterle consultare gratuitamente sul proprio smartphone, un modo semplice e immediato per cimentarsi ai fornelli: in una mano il mestolo e dall’altra il cellulare!

Centinaia di ricette sono disponibili su questa App scaricabile dall’Apple Store e da Google Play, basta solo essere in grado di decidere quale sarà il piatto prescelto per la nostra cena. E non si sa se sarà una cosa così semplice! La vasta scelta può tentare anche il cuoco più tradizionalista: penne aùmm-aùmm, tuorlo fritto alla Cracco, hasude, cheeseburger di melanzane, plumcacke ai fichi e ai cerali, crumble di mele… Ne potremmo scrivere per giorni e giorni e ancora non avremmo finito la lista!

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L’unica cosa saggia da fare è andare sul sito e scaricare l’App Expo Worldrecipes per perdersi in mezzo al delizioso mare di ingredienti, cucina e creatività che Expo ha da offrire! Gusto e ricette che ci faranno viaggiare attorno al mondo attraverso sapori e aromi.

Si potranno salvare le ricette preferite, avere immediatamente le “liste della spesa” per sapere che ingredienti mettere nel carrello al supermercato, si potrà conoscere l’apporto nutrizionale degli ingredienti di ogni ricetta.

Tanta creatività e voglia di sperimentare a tavola: niente di più semplice con Expo Worldrecipes!

Bon appètit




SLOW TRAIN, DA MILANO A SAINT MORITZ

Viaggiamo con lo Slow Train: un tour da Milano a Saint Moritz in vista del prossimo EXPO, passando per la valle 91% bio. Lo Slow Train infatti ci porta anche in Svizzera col Trenino rosso del bernina: Valposchiavo si sta impegnando per rendere la sua valle 100% bio!

Non solo auto. Anche se il turismo viene praticato dal 70 all’80% in auto, a volte capita che si fa anche in treno e quello dello Slow Train da Milano a St-Moritz è proprio una bella idea. Nato in funzione della prossima EXPO, secondo noi è un peccato aspettare fino a giugno e poi semmai dismetterlo dopo. È una bella idea che va sostenuta e valorizzata. Ma ora cerchiamo  di raccontarvi questo tour, anche se è impossibile trasmettervi tutte le sensazioni accumulate.

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Si comincia dalla stazione Centrale di Milano, dove  aspetta un treno d’epoca di grande fascino, dove  si può  pranzare a bordo con menù dal gusto ricercato che cominciano a far sentire i sapori della Valtellina.

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La valle si raggiunge dopo i fantastici paesaggi del lago di Como, anzi di quel ramo del lago di Como che da Lecco porta a Colico, per poi  attraversare la valle fino a Tirano. Qui si potranno visitare Palazzo Salis e il palazzo del conte  Torelli, che ha dato ospitalità alla Cantina Rivelli e Lauro, dove potrete degustare i pregiati vini della Valtellina, insieme al Bitto Storico, e visitare le antiche cantine.

TIRANO PALAZZO SALIS

 

Volendo si prosegue visitando le cantine Triacca, fra le più importanti, per finire il giorno al castello di Grumello, gestito dal FAI. Un angolo prezioso incastonato su questo “grumo” di roccia da cui si domina la valle.

Secondo giorno

Eccoci al momento più apprezzato: lo Slow Tour passa per Valposchiavo, la valle 91% bio.

Il giorno dopo il tour diventa internazionale ed emozionante. Si entra in Svizzera con il famosissimo Trenino Rosso del Bernina, Patrimonio Unesco, che ci porta alla scoperta della Valposchiavo, il cui presidente Cassiano Luminati tende a far diventare la prima valle al 100% bio. Ora l’agricoltura biologica è al 91%, e si cerca di fare in modo che questa valle sia  anche un esempio di turismo moderno ma legato al passato, come nel caso del Museo Tomè, esempio ben tenuto della vita di famiglie contadine dei secoli scorsi. Qui il turista può viaggiare con la sua bici, scendere a una stazione per poi risalire ad una stazione diversa sempre con lo stesso biglietto.

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Dopo  aver goduto di paesaggi mozzafiato, con lo Slow Tour si arriva a St-Moritz, dove si lascia il treno per prendere un bus delle poste svizzere che riporta  in Italia in Valchiavenna. A evidenziare la comune origine di queste valli, fino al 1700 svizzere, c’è proprio il riferimento alle chiavi (ValposCHIAVO e ValCHIAVEnna), infatti entrambe hanno nei loro simboli delle chiavi. A Chiavenna si può visitare palazzo Vertemate e poi il Museo del Tesoro, nella collegiata di San Lorenzo, dove si possono ammirare paramenti sacri ma soprattuto la Pace di Chiavenna, copertura di un libro sacro del 1150 circa, pregevole opera di orificeria medievale.

Chiavenna

E per finire, visita  ai famosi crotti, grotte che avendo passaggi d’aria, hanno una temperatura costante con poca umidità che permette la stagionatura dei formaggi, dei violini di capra e delle brisaole (qui con la i, non bresaole) e dei loro vini come quelli pluripremiati della cantina Mamete Prevostini. Uno dei crotti più caratteristici è il Crotto Belvedere, del 1646, dove si può gustare una buona cena a base di prodotti locali. 

Il ritorno a Milano si fa in bus. Il tour è finito ma lascia ricordi indelebili per la scoperta dei tesori di queste valli unite da un fil rouge di tradizioni e sapori. Indimenticabile diventa quella bella valle green che, lo sappiamo, tra poco riuscirà a colmare quel 9% che impedisce a Valposchiavo di passare dal 91% di agricoltura bio al 100%.

Ripetiamo, l’idea ci sembra ottima, e certamente lo sembrerà ai turisti dell’EXPO, ma speriamo che continui anche  dopo.

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Lo slow train tour

È partito il viaggio inaugurale dello Slow Train che porterà i viaggiatori nel cuore dell’Alta Rezia partendo da Milano e arrivando a Tirano con un tour di circa 300 chilometri tra luoghi e monumenti più significativi della Valposchiavo. Ed è pronto uno speciale pacchetto turistico per EXPO 2015.

Ente Turistico Valposchiavo

Piazza Comunale 7742, Poschiavo,

Svizzera, tel. 0041.81.8440571;

Ente del Turismo della Valtellina

www.valtellina.it

Ente Turistico Alta Valtellina

www.altavaltellina.eu

Consorzio per la Destinazione Turistica Valtellina

Corso Vittorio Veneto 28, Sondrio, tel. 0342 215921