All’Isola d’Elba, sulle tracce di Napoleone

Ei  fu. Siccome immobile,
Dato il mortal sospiro,
Stette la spoglia immemore
Orba di tanto spiro,
Così percossa, attonita
La terra al nunzio sta,

Muta pensando all’ultima
Ora dell’uom fatale;

Così Alessandro Manzoni scrisse di getto “Il 5 maggio”, appena appreso della morte di Napoleone Bonaparte, avvenuta il 5 maggio 1821, nell’isola di Sant’Elena, sperduto lembo di terra nell’oceano Atlantico, dove il generale che si fece imperatore era stato condannato all’esilio sei anni prima.

Quest’anno ricorrono esattamente 200 anni da quel giorno. E, se la figura di Napoleone Bonaparte, nato francese e non italiano per appena due mesi, ad Ajaccio, in Corsica, dove i suoi avi si erano trasferiti dalla natia Toscana, è assai controversa, noi ci rifacciamo ancora una volta ai versi del Manzoni, che lo descrisse “due volte nella polvere, due volte sull’altar”, domandandosi se “Fu vera gloria?” e lasciando “Ai posteri l’ardua sentenza”. Intanto, vi proponiamo un itinerario sulle tracce del grande generale all’Isola d’Elba, dove Napoleone Bonaparte arrivò il 3 maggio 1814, e vi soggiornò per appena nove mesi.

Portoferraio, il “quartier generale”

Quando arrivò all’Isola d’Elba, Napoleone Bonaparte venne accolto come Sovrano dell’Isola. In realtà, vi era stato mandato in esilio dopo la sconfitta nella battaglia di Lipsia, in seguito alla quale era stato costretto ad abdicare al trono di Francia. Nonostante la sua breve permanenza, tuttavia, si adoperò per migliorare il sistema viario dell’isola e per recuperare e abbellire i luoghi che egli stesso scelse come dimora.

Veduta di Portoferraio con la Villa dei Mulini, residenza di Napoleone

Possiamo dire che, nei nove mesi in cui l’ex imperatore dimorò all’Elba, stabilì il suo “quartier generale” nella zona di Portoferraio, da dove può partire il vostro weekend sulle “tracce di Napoleone”.

Come residenza principale scelse Villa dei Mulini, così chiamata perché venne fatta costruire dove un tempo si trovavano due mulini a vento, sul promontorio di Portoferraio, posizione strategica che gli consentiva di tenere sotto controllo chi arrivava dal mare. Napoleone progettò personalmente la villa, fece aggiungere il piano superiore e fece ristrutturare un piccolo teatro. Scelse poi di persona gli arredi. Quelli originali sono andati purtroppo perduti, ma quelli che si possono vedere in quello che oggi è il Museo Nazionale sono comunque di epoca napoleonica.

L’interno del Museo Nazionale di Villa dei Mulini

Sempre a Portoferraio, nella località omonima, si trova Villa San Martino, dove Napoleone amava trascorrere brevi periodi di relax. Visitando la villa, si possono oggi ammirare pregiate stampe ottocentesche e arredi d’epoca, oltre a splendide stanze affrescate.

Merita una visita anche la Chiesa della Misericordia, sempre a Portoferraio, dove, ogni anno, proprio il 5 maggio, viene celebrata una messa in onore e ricordo di Napoleone.

Di fianco alla chiesa, poi, si trova il Museo dei Cimeli di Napoleone, che conserva, oltre a testimonianze e documenti, la riproduzione del sarcofago nel quale sono conservati i suoi resti e un calco in bronzo della testa e della mano dell’imperatore.

La maschera funebre di Napoleone al Museo dei Cimeli

Fermatevi per una visita anche al Teatro dei Vigilanti, fatto costruire da Napoleone per gli abitanti dell’Elba, trasformando la vecchia chiesa del Carmine, dove, Covid permettendo, si tiene ancora un ricco cartellone di spettacoli.

Presso il Centro Culturale De Laugier, invece, ha sede la Pinacoteca Foresiana, con una sala interamente dedicata a Napoleone. Ci sono anche alcuni libri che il generale donò all’isola, un suo ritratto nelle vesti di Imperatore e documenti e cimeli d’epoca.

La Pinacoteca Foresiana

Infine, spostandosi alle pendici del Monte Giove, in località Marciana, si trova il santuario della Madonna del Monte, il più antico di tutta l’Elba. Ci si arriva percorrendo uno splendido sentiero immerso nel silenzio dei boschi, che si affaccia a tratti su splendidi scordi panoramici. Al santuario, Napoleone soggiornò per alcuni giorni tra l’agosto e il settembre del 1814.

Il Santuario della Madonna del Monte

Sant’Elena, l’ultima dimora dell’Imperatore

Oltre all’Elba, c’è un’altra isola legata al destino dell’imperatore, e anch’essa legata all’esilio. È la piccola isola di sant’Elena, oggi Territorio Britannico d’Oltremare, un lembo di terra di appena 122 km quadrati situata nell’Oceano Atlantico Centro Meridionale, a circa 1900 km dalle coste dell’Angola.

Ma come ci finì Napoleone? Dopo la sconfitta di Waterloo, egli tentò di raggiungere gli Stati Uniti. Venne però consegnato agli Inglesi, suoi acerrimi nemici, che decisero di confinarlo nel loro possedimento più sperduto del mondo, affinché non potesse più dare fastidio. Dopo due mesi di nave, Napoleone sbarcò a Sant’Elena, il 15 ottobre 1815, insieme al suo valletto, al suo medico personale e alcuni fedelissimi che non vollero abbandonarlo.

Napoleone verso l’esilio a Sant’Elena

Il 10 dicembre 1815 si stabilì a Longwood House, che sarà la sua ultima dimora. La casa era sorvegliata costantemente e l’ex imperatore era guardato a vista e sottoposto a vessazioni da parte del governatore inglese dell’isola, Hudson Lowe. Napoleone si spende sei anni dolo, alle 17.49 del 5 maggio 1821, per un tumore allo stomaco. Fu sepolto per sua volontà nella Vallée du Géranium. Sulla sua tomba fu riportata solo la scritta “Napoleone”.

Longwood House, l’ultima dimora di Napoleone

Nel 1840, il corpo del generale ed ex imperatore venne riportato in Francia su ordine di Luigi Filippo I, in accordo con gli Inglesi, e venne deposto all’ Hotel des Invalides.

Scorcio dell’Isola di Sant’Elena

INFO

www.visitelba.info/

http://sainthelenaisland.info/




Elba e Arcipelago Toscano in barca a vela tra colori e cetacei

Sette isole in sette giorni, visitando le meraviglie dell’Arcipelago Toscano in barca a vela, soffermandosi per ammirare colori, sfumature, tramonti e contrasti, il tutto in maniera lenta. È la proposta per un’estate a contatto con la natura di Horca Myseria, valida dal 21 giugno al 2 ottobre 2020.

Si salpa ogni sabato alle 18 da Salivoli, nei pressi di Piombino, dove si arriva comodamente in macchina. Dopo una breve navigazione si arriverà all’Isola d’Elba dove si resterà incantati dagli scorci e dai colori dell’isola unica per i suoi colori e per le sue quiete baie.

Veleggiando tra le isole

Gli itinerari possibili sono davvero tanti, adatti a una settimana rilassante e divertente come a una veleggiata più sportiva. A seconda del meteo si potrà scegliere di costeggiare l’Elba, per poi rivolgere la prua verso ovest, e raggiungere Capraia e la Corsica, precisamente Macinaggio, Centuri, lo scoglio della Giraglia, il Deserto des Agriates, St Florent, luoghi da sogno e a portata di mano.

In alternativa, si farà rotta verso sud per esplorare l’Isola del Giglio e Giannutri, avvistare Montecristo e forse anche sbarcare sull’isola.

Si navigherà in acque abitate da delfini e balene in un susseguirsi di calette deliziose dove gustare alla fonda il tramonto in compagnia di un buon Pastis, circondati dalla profumata macchia mediterranea.

Tra cetacei e piatti tipici

Lo specchio di mare compreso tra Liguria e Corsica infatti, durante il periodo estivo, registra un’elevata quantità di sostanze nutritive e plancton, creando le condizioni ideali per l’alimentazione dei cetacei, per questo motivo è conosciuto come Santuario dei Cetacei; è molto facile avvistarne diversi esemplari!

La tradizione enogastronomica delle isole non mancherà di sorprendere; nelle passeggiate a terra, oltre a visitare siti storici o di interesse naturalistico, si avrà modo di gustare piatti tipici scegliendo tra uno dei tanti ristorantini nei caratteristici porticcioli. Scoprire queste isole in barca a vela è davvero il modo migliore per apprezzarne tutte le sfumature, i colori, i profumi, i contrasti.

Quanto costa

Il costo per partecipante varia a seconda della settimana, da 490 a 790 euro. Per l’intera barca compreso lo skipper il costo parte da 2450 e un massimo di 4750 nelle settimane di agosto a settimana. Per equipaggi completi di 6/7 persone, iscritte contemporaneamente, il 7° posto è gratis e alloggia in dinette.  Per Quota barca intera si intende Skipper compreso. Per crociere familiari con minori o per Gruppi precostituiti fino a 6 persone, l’imbarcazione potrà essere noleggiata con uso esclusivo e Skipper Horca Myseria.

La quota comprende: uso dell’imbarcazione, skipper, sistemazione a bordo in cabine doppie, tender e fuoribordo, Assistenza Medica.

La quota non comprende: viaggio per/dal porto d’imbarco/sbarco, quota di gestione pratica (€ 40), cassa comune che comprende: carburante, cambusa, spese portuali di imbarco/sbarco e durante la crociera, vitto dello skipper e pulizie finali (di circa 20/25 € al giorno, lo skipper non partecipa alla cassa comune), assicurazione annullamento viaggi (2,60% sul totale del pacchetto) e tutto quello non espressamente indicato in “la quota comprende”.

INFO

Per altre offerte si può consultare il sito www.horcamyseria.it




Elba, l’isola delle centocinquanta spiagge (2° parte)

Di Luca Pollini – foto di R.Ridi

Lo storico Diodoro Siculo narra che gli Argonauti, guidati da Giasone, dopo aver conquistato il vello d’oro sbarcarono sull’isola d’Elba che chiamarono Aethalia. Pare che quella dove approdarono con  la loro nave Argon fosse la Spiaggia delle Ghiaie, con ciottoli venati di nero. Il giorno dopo è proprio la volta delle spiagge. Sarà la facilità con cui si può raggiungere questo piccolo angolo di paradiso – i traghetti partono da Piombino con la frequenza di una linea metropolitana – o saranno le sensazioni di tranquillità e serenità che si prova una volta messo piede sulla sabbia chiara di una delle sue spiagge, certo è che il luogo sembra essere sempre avvolto in un’atmosfera di assoluta pace.

A me è sufficiente un weekend, meglio se lungo, per ricaricare le pile. La magia dell’Elba la respiro soprattutto lungo le sue coste, tra spiagge, scogliere e il mare che non esce mai dal campo visivo ovunque mi stia trovando, in un continuo gioco di forme, colori, ambientazioni uniche e mai uguali.

Sono 150 le spiagge dell’isola d’Elba, descriverle tutte è impossibile: io, come fanno gli elbani, scelgo dove andare in base a come spira il vento. Quella che preferisco in assoluto è la spiaggia del Forno, la più piccola delle tre che si aprono nel golfo della Biodola. Tranquilla, intima – è lunga appena 120 metri – composta di sabbia fine e dorata, dove si affaccia un piccolo agglomerato di casette caratteristiche di colori pastello. È la spiaggia dove da bambini io e mia sorella vivevamo allo stato brado per tutto il mese di settembre.

Intima, ma anche spettacolare, anche la spiaggia di Punta delle Ciarpe, a sinistra della spiaggia dell’Innamorata di Capoliveri, dove sono visibili le tracce dell’attività mineraria immerse nella macchia mediterranea. A destra, tra gli scogli di punta di Pareti, è presente un’altra caletta che adoro: è quella della Fetovaia, nel comune di Campo nell’Elba.

Non è una spiaggia semplicemente bella, è favolosa: qui il fondo di sabbia bianca contribuisce alla colorazione turchese della baia. Sabbia a parte, è tutto il contesto paesaggistico che lascia a bocca aperta. Uno scenario caraibico con il piccolo, omonimo, promontorio che cinge la baia proteggendola dai venti più umidi provenienti da nord. Unico inconveniente l’affollamento nei mesi estivi, specialmente ad agosto.

Vita Notturna

Meglio mettere subito in chiaro che l’Elba non è Ibiza e nemmeno Mykonos. Insomma, se si ha in mente quel tipo di situazione si è fuori strada. Detto questo, all’Elba si mangia molto bene: la media dei ristoranti è di buona qualità. Ottimi i vini, alcuni controllati dal marchio DOC, come l’Elba bianco, l’Elba Rosso – il mio preferito, lo bevo anche come aperitivo accompagnato da crostini toscani – o DOCG come l’Aleatico.

Come in tutte le località balneari, vanno forti i beach party (molto frequentata è la spiaggia di Cavoli, nel comune di Campo nell’Elba) e gli aperitivi pre-serali, ma non mancano discoteche e locali con musica dal vivo. E comunque, se si vuole bere un super Mojito e ascoltare buona musica, si va a Marciana Marina, allo Slocum Samba Cafè, sul porto: ci passo le serate, perché Guido – il titolare – è un vero artista nella preparazione del cocktail e un grande intenditore di musica.

Un viaggio per conoscersi

Negli anni ho avuto modo di “camminarla” in lungo e in largo, di amarne silenzi, scenari, varietà di ambienti, luce, colori e di apprezzare l’energia che quest’isola riesce a trasmettere: eppure sono convinto che questo territorio sia ancora tutto da scoprire. Come sono convinto che all’Elba si viene anche per fare un viaggio dentro se stessi.

LA MIA TOP TEN: ITALIA

Arbus (Medio Campidano) – Qui ci sono le dune di sabbia di Piscinas, le più belle d’Italia (e forse del mondo). Un solo resort, una sola spiaggia, un Eden in terra. Siamo nel sud occidentale della Sardegna, in Costa Verde.

Bolzano – Non tanto la città quanto il Lago di Braies, in Val Pusteria, un raro gioiello della natura. Quando lo vedi sembra di ritrovarsi in una fiaba: d’estate è colore smeraldo, in inverno è coperto da una coltre di ghiaccio e neve. Magia assicurata!

Isola d’Elba  – per tutto quanto descritto nel servizio

Tellaro – Borghetto arroccato su di una scogliera, nel comune di Lerici: viuzze strette e intrecciate, casette colorate, dove la storia incontra la cultura e dà vita a splendide tradizioni. Come quella della notte del 24 dicembre, quando si svolge il Natale Subacqueo.

Venezia – Ci sono angoli di questa città meno battuti, ma a mio avviso splendidi quanto Rialto, San Marco e Canal Grande: come il Sestiere Castello, Ca’ Zenobio degli Armeni, lo Squero di San Trovaso dove si costruiscono e riparano le gondole, o ancora la Scala Contarini del Bovolo.

IN THE WORLD

Arcipelago di Bazaruto (Mozambico) – Vero e proprio paradiso tropicale sull’Oceano Indiano popolato da decine di specie di uccelli e, sotto acque cristalline, duemila diverse di specie di pesci tropicali. Uno spettacolo per gli occhi e per la mente.

Maldive – Selvagge e lussuose allo stesso tempo, tra incantevoli spiagge bianche, acque cristalline e straordinario mondo marino: una delle 1200 isole che formano l’arcipelago è un luogo da visitare almeno una volta nella vita.

Samarcanda (Uzbekistan) – Una delle città più splendide dell’Asia: il solo Registan con le sue tre madrase vale il viaggio. E poi lo spettacolare viale delle tombe della dinastia timuride.

Tromsø (Norvegia) – Più che la città (400 km a nord del Circolo polare artico) lo spettacolo dell’aurora boreale, ben visibile dalle campagne limitrofe durante i mesi invernali.

Ushuaia (Argentina) – È l’ultima città della Terra, un crocevia di avventure: a piedi, in bici, in auto, in barca. I colori e i suoni di questo lembo all’estremo Sud nel pianeta restano indimenticabili.




ELBA, L’ISOLA DELLO SPIRITO LIBERO (1°parte)

di Luca Pollini –  foto di R. Ridi

 “… il vero motivo del mio amore verso questo pezzo di terra in mezzo al Tirreno: il suo spirito libero e indipendente. È per questo che almeno una volta nella vita si deve sbarcare all’Elba…”

La prima volta che ho messo piede sull’Isola d’Elba avevo 6 anni. E da allora mi è entrata nel cuore. Il motivo del mio amore verso questa terra in mezzo al Tirreno l’ho scoperto molti anni dopo. Ero un bambino, venivo dalla città, e andare in vacanza all’Elba era una sorta di liberazione dalla costrizione della città e ci stavo bene. Poi, con gli anni, ho capito il vero motivo del mio amore verso questo pezzo di terra in mezzo al Tirreno: il suo spirito libero e indipendente.

È per questo che almeno una volta nella vita si deve sbarcare all’Elba. È multiforme, sa giocare con le sue molte facce, parlare lingue differenti. Una varietà che seduce e conquista.  In n solo giorno si può passare dalle “lisce di granito” ai paesaggi lunari color ocra delle miniere, facendo una sosta lungo le cristalline coste turchesi che furono toccate dagli Argonauti.

L’Elba è democratica: puoi esperienze a contatto con la natura, serate mondane, appuntamenti culturali. E nonostante sia diventata ormai una delle mete più apprezzate dai viaggiatori, riesce a mantenere intatto il suo sapore genuino e selvatico che la rende affascinante.

Non solo turismo balneare

In un fine settimana può essere sufficiente per conoscerla e apprezzare le sue bellezze e restare affascinati dal suo spirito. A secondo del tempo che si ha a disposizione, delle condizioni meteo o semplicemente dell’umore, si sceglie cosa fare: non esiste un punto di partenza, si decide in piena autonomia. E all’Elba non può essere altrimenti.

Otto comuni, una ventina di centri abitati e una storia millenaria la rendono un concentrato di arte e cultura non riducibile al solo immaginario turistico-balneare. E così, il primo giorno, lo si può dedicare alla storia e alla natura.

Capoliveri, gioiello tra le miniere

Capoliveri è uno dei paesi dell’entroterra che preferisco, forse perché da giovane venivo ad aspettare l’alba assieme ai miei amici (molti elbani): è una cittadina medievale di origine etrusca arroccata su un colle a 167 metri sul livello del mare.

Le sue strette stradine, che compongono un saliscendi continuo, si congiungono nella piazza centrale: una sorta di belvedere che si affaccia sui tetti della cittadina e sul mare. Negozietti, ristoranti sfiziosi con i tavolini per strada e gelaterie si susseguono, fra scorci da cartolina e balconi in fiore.

Quando c’è brutto tempo mi rifugio sempre in una delle due miniere di ferro. E tutte le volte scopro sempre qualcosa di nuovo, non sono mai uguali. Si chiamano Calamita e Ginevro e le raggiungi a piedi da Capoliveri.

Parti dalla Piazza del Cavatore e percorri una strada sterrata che si snoda su un fronte panoramico splendido, dove in lontananza vedi la Corsica, Pianosa e Montecristo. Poi entri e lentamente scendi sottoterra come un vero esploratore, all’interno ti danno caschetto e lanterna.

Se alle 19,30 sono ancora a Capoliveri non posso non sedermi ai tavolini, affacciati sulla piazza Matteotti, del Controvento, bar che oggi si definirebbe di tendenza ma che ho sempre frequentato per i suoi aperitivi speciali.

Alternativa alle miniere è il Parco Minerario di Rio Maggiore, poco più a nord: mi emoziono tutte le volte che entro e vedo quei paesaggi che mi ricordano il suolo lunare.

Sulle tracce di Napoleone

E poi c’è Napoleone, personaggio che quando ero bambino mi metteva soggezione. In ogni angolo dell’Elba c’è un busto, una targa, uno scritto, un’illustrazione, un qualcosa che ricorda che è passato da lì. Mezza giornata può bastare per visitare alcuni dei luoghi dell’imperatore, la cui breve presenza – arriva il 3 maggio del 1814 accolto con entusiasmo dagli elbani e si ferma solo 9 mesi – segna in modo indelebile la storia dell’isola.

Sul promontorio di Portoferraio c’è la Villa dei Mulini, scelta da Napoleone come residenza: secondo me la più bella. C’è poi la Villa San Martino che non fu abitata a lungo ma dove si possono ammirare stampe dell’800 e arredi d’epoca. Alla Chiesa della Misericordia il 5 maggio si celebra sempre una messa in suo onore: vale la pena passare per vedere come e quanto gli elbani gli siano affezionati.

A fianco si può visitare il Museo dei Cimeli di Napoleone e, poco distante, il Teatro dei Vigilanti costruito proprio su iniziativa di Napoleone. L’ultima traccia napoleonica a Portoferraio è all’interno del Centro Culturale De Laugier, che dedica  all’imperatore  un’intera sala contenente alcuni libri donati alla città e altri oggetti dell’epoca.

A Marciana, alle pendici del monte Giove, si trova il Santuario – il più antico dell’Isola – dove Napoleone soggiornò per alcuni giorni tra agosto e settembre 1814. Si raggiunge attraverso un sentiero in salita: da ragazzo ci mettevo una mezz’oretta, oggi mi sa che mi ci vuole un quarto d’ora di più.

DOVE MANGIARE

*Barsalini Summer Bar (Sant’Andrea). A 20 metri dalla spiaggia. Aperitivi e colazioni davanti a un fantastico panorama.

*Slocum Bar (Marciana Marina). Prepara il migliore Mojito dell’Isola. Ottima anche la selezione musicale.

*Controvento (Capoliveri). Nella piazza principale. Seduti ai tavolini all’aperto si gode il passeggio di Capoliveri. Ampia la scelta di cocktail, classici e innovativi.

*Osteria Pepe Nero (Portoferraio). Al numero 48 di Via dell’Amore, c’è l’Osteria Pepenero, un ristorante sobrio e delizioso, con un imperativo: valorizzare i prodotti elbani.  I piatti sono legati al pescato del giorno nel Tirreno e alla creatività in cucina: la carta dei vini non è solo elbana, ma ci sono concessioni anche al continente.

*Capo Nord (Marciana Marina). Apparecchia direttamente sulla spiaggia, bellissima, sotto la torre medievale del porto turistico. Da provare gli spaghettini misto mare e il fritto di paranza: regalano emozioni intense. Ampia cantina.

*La botte gaia (Portoazzurro) Si respira un’atmosfera d’altri tempi: è arredato in stile rustico, con credenze di legno ricolme di bottiglie e una Berkel che affetta salumi a raffica. Propone ricette della tradizione elbana con qualche rivisitazione. Oltre 200 etichette nella lista dei vini.

DOVE DORMIRE

L’isola d’Elba offre tipologie di alloggi per tutte le tasche, dai più semplici, come campeggi, case in affitto, B&B, agli hotel di lusso.

*Hotel Ilio (Capo Sant’Andrea). Piccolo albergo di charme, si trova nella parte finale del promontorio che conduce verso la baia di Capo Sant’Andrea. T. 0565 908018 – booking@hotelilio.com

*Hotel del Golfo (Procchio). Si trova a meno di 100 metri dal mare, in posizione strategica per raggiungere tutte le località dell’Isola. T. 0565 9021 – procchio@hoteldelgolfo.it

*B&B A casa di Enrico (Acquaviva, Portoferraio). Si trova immerso nella quiete della campagna, comodamente raggiungibile, a pochi km dal centro di Portoferraio e a poca distanza dalle spiagge del versante nord. T 333.4118376

*B&B La Magnolia (Marina di Campo). Villetta di recente costruzione a soli 150 metri dal mare e a due passi dal paese: 4 camere e 2 appartamenti. Ottimo per famiglie. T. 0565.976200 – 349.3725656

LUCA POLLINI

Milanese amante del mare, Luca Pollini è giornalista, saggista e autore. Ha pubblicato, tra gli altri, I Settanta, gli anni che cambiarono l’Italia; Gli Ottanta, l’Italia tra evasione e illusione; Hippie, la rivoluzione mancata; Amore e rivolta a tempo di rock; Immortali; Restare in Vietnam; Ordine compagni!; La musica è cambiata. Per il teatro ha scritto Ci hanno rubato la parola amore.

Collabora con diversi giornali, cura retrovisore.net, sito dedicato alla storia del costume ed è tra i fondatori di mollybrown.it, blog di cultura pop. Musicalmente onnivoro, crede nel rock e rimpiange il Parco Lambro (inteso come Festival).