Avventura sull’Isla del Coco (Costa Rica), l’isola del tesoro…e di Jurassic Park

Un elicottero sorvola un’isola sperduta nell’oceano, interamente coperta da una vegetazione fitta e verdeggiante, mentre vette acuminate, simili a denti di squalo, si stagliano su un mare dalle acque cristalline. È la scena iniziale del primo film (1993) della saga di Jurassic Park, di Steven Spielberg, girata all’Isla del Coco, la più selvaggia del Costa Rica, Parco Nazionale dal 1978 e, dal 1997, Patrimonio Naturale dell’umanità UNESCO.

Situata a circa 500 km a sud ovest dalla costa, in mezzo all’Oceano Pacifico, l’isola è un vero e proprio “santuario della natura”, con più di 70 specie di piante ed animali, tra cui testuggini, delfini, squali martello, pesci tropicali ed uccelli. Al punto che l’Isla del Coco si è meritata l’appellativo di “Galapagos costaricana”.

Una natura che attira gli appassionati di birdwatching e di immersioni, ma anche tutti coloro che si lasciano affascinare dalle leggende sorte attorno al leggendario “Bottino di Lima” e agli altri preziosi nascosti sull’isola dai pirati, che avrebbero ispirato anche Robert Louis Stevenson nella stesura della sua opera più celebre, L’isola del Tesoro

Il Governo della Costa Rica, tuttavia, pur sfruttando le potenzialità offerte da questo spettacolare “mondo perduto”, ha limitato il turismo di massa per non danneggiare il delicato equilibrio dell’ambiente naturale. Ecco perché visitare l’Isla del Coco, magari includendola in un più ampio viaggio alla scoperta della Costa Rica, può trasformarsi in un’avventura da vivere…Per una volta!

Da Puntarenas e all’Isla del Coco

La capitale della Costa Rica, San Josè, è una tappa pressoché obbligata per i voli che provengono dall’Europa. Da qui si raggiunge poi la città costiera di Puntarenas, che dista circa 115 km ed è collegata alla capitale da un sistema di trasporto pubblico con corse giornaliere. Il tratto di strada in direzione della costa è molto interessante ed offre scorci paesaggistici di rara bellezza. Da Puntarenas ci si imbarca poi sui traghetti o su vere e proprie navi da crociera per la Isla del Coco. Il viaggio dura all’incirca un giorno e mezzo e la nave che vi trasporterà su questo sperduto lembo di terra in mezzo all’oceano di appena 25,85 kmq, per una lunghezza massima di 7 km.

Una volta arrivati, sarete stupiti dal meraviglioso ambiente naturale dell’isola, che si pensa sia emersa dall’Oceano nel tardo Pliocene, tra 1,90 e 2,45 milioni di anni fa. La cima più alta è il Cerro Iglesias, di 634 mslm, che si può raggiungere grazie a una rete di sentieri che si snodano all’interno di un paesaggio tropicale spettacolare. L’isola è molto ricca anche di acqua dolce. Si contano, infatti, numerosi fiumi, torrenti e ben 200 cascate!

Le spiagge sabbiose, invece, si trovano in prevalenza in prossimità delle baie che si estendono lungo le coste. Le baie facilmente raggiungibili sono le pianeggianti Wafer Bay e Chatman Bay, che si trovano, rispettivamente, sul lato nord orientale e sul lato nord occidentale e sono separate da una piccola penisola. Per il resto, le coste dell’Isla del Coco sono alte e rocciose, ammantate da una vegetazione lussureggiante, habitat naturale di più di 230 specie di piante, tra cui circa 70 endemiche.

La foresta tropicale è un vero paradiso per l’avifauna e, di conseguenza, per gli appassionati di birdwaching. Sull’isola, vivono oltre 85 specie diverse di uccelli, di cui tre si trovano solo qui. Sono il “pigliamosche” di Cocos, il fringuello di Cocos e il cuculo di Cocos. L’esemplare più ambito, da avvistare con il binocolo e la macchia fotografica, tuttavia, è il cosiddetto “spirito santo”, dalle piume candide che spiccano nel verde della foresta.

Tra i mammiferi, oltre a gatti selvatici, ratti, maiali e capre, discendenti degli animali domestici importati dai primi coloni e, di seguito, abbandonati al loro destino, si possono avvistare anche i leoni marini, la cui presenza, tuttavia, dipende dalla corrente de El Niño, che scalda le acque e favorisce la migrazione di questi animali dalle Isole Galapagos.

Isla del Coco, un paradiso per le immersioni

Le correnti favorevoli hanno contribuito a creare attorno all’isola i fondali più belli e popolati del mondo, con una fauna spettacolare ed unica. Attorno alle coste dell’Isla del Coco, infatti, il mondo sommerso vanta 20 diverse specie di corallo, quasi 60 tipi di crostacei, 120 di molluschi, ma, soprattutto, oltre 200 specie diverse di pesci tropicali.

Sono di casa anche le tartarughe marine, tra cui la tartaruga verde e la testuggine embricata, i delfini, le razze, le gigantesche e silenziose mante ed i pesci pappagallo. Un altro nome con cui è conosciuta l’Isla del Coco, poi, è Shark Islands, l’isola degli squali. Sono molte, infatti, le specie che frequentano i mari dell’isola.

Uno dei più belli per le immersioni è sicuramente il Manuelita Coral Garden, che si trova nei pressi di Manuelita Island, una piccola isola che sorge di fronte a Chatman Bay. La posizione protetta dalle correnti ne fa l’habitat ideale di tartarughe, mante, anguille di mare, squali pinna bianca, squali martello e, tra gli ultimi avvistamenti, anche gli squali tigre, che nuotano in uno splendido giardino di corallo.

Sul lato che si affaccia sull’oceano, poi, si trova il sito di Manuelita Outside, formato da un pendio sottomarino che scende progressivamente ed è formato da enormi massi, dove i sub possono appostarsi per osservare e fotografare tonni pinna gialla, tartarughe, squali martello e, con un po’ di fortuna, gli squali balena.

Proseguendo lungo il periplo dell’isola in senso antiorario, si incontra il sito di Viking Bay, a nord ovest di Wafer Bay. L’ambiente sottomarino è composto da una parete verticale che si distribuisce progressivamente in superfici a gradino, dimora di specie grandi e piccole, tra qui squali martello, squali tigre, aquile di mare e tartarughe.

Uno dei siti più celebri, che induce, spesso, i subaquei a tornare a Isla del Coco è Dirty Rock, una formazione rocciosa spettacolare che ospita una fauna marina eterogenea e vivace come razze, delfini, squali balena, mante e aquile di mare.

Splendida anche Punta Maria, una montagna sottomarina che si eleva fino a 90 metri da una distesa di sabbia, che vanta due spettacolari pinnacoli. Eletta “stazione di pulizia” per squali martello, annovera tra i suoi ospiti anche polpi, razze e squali delle Galapagos. All’estremo sud dell’isola, invece, si trova il sito di Big Dos Amigos, formato da un maestoso arco sottomarino che va da 70 a 110 metri. L’arco è la dimora di aragoste, dentici e pesci tropicali, razze e squali martello.

Alcune colonie del raro corallo nero, invece, si possono trovare solo a Bajo Dos Amigos, una montagna sottomarina a forma di corona, la cui profondità varia tra i 100 ed i 130 metri, che ospita pesci vela, aquile di mare, razze, mante e squali martello. Risalendo il periplo, sempre in senso antiorario, si incontra Shark Fin Rock, una roccia “a pinna di pescecane”, sede fissa di una colonia di mante e torpedini. A Bait Ball, invece, si può osservare lo strano fenomeno di enormi banchi di piccoli pesci argentei, che, nel momento della ricerca del cibo, si riuniscono formando una specie di sfera per non essere attaccati dai pesci più grossi.

Il sito di Submergen Rock, invece, è stato eletto a nursery per gli squali pinna bianca, che scelgono questo arco sottomarino variopinto per fare nascere i loro piccoli. Il luogo è molto frequentato anche da razze, delfini e squali martello.

Bajo Alcyone, poco più distante, ha la fama di essere uno dei siti di immersione più belli del mondo per la variegata fauna marina e per il superbo ambiente naturale, dove nuotano placidi delfini, pesci vela, razze, mante e squali balena, oltre a centinaia di coloratissimi pesci tropicali.

Risalendo lungo l’anello della costa, infine, si incontrano i siti di Silverado, l’unica stazione di pulizia per gli squali pinna argento, e Lobster Rock, un pinnacolo circondato da punte più piccole, che spuntano da un fondo sabbioso che oscilla dai 90 ai 120 metri, dimora dei rari pesci pipistrello, pesci rana e anguille di mare.

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L’Isla del Coco e il leggendario “bottino di Lima”

Secondo alcune leggende, sull’Isla del Coco si troverebbe il celebre Bottino di Lima. La storia di questo leggendario tesoro, che, ancora oggi, è oggetto di ricerca da parte di studiosi e “sognatori” ha inizio nel 1820, durante la guerra di indipendenza tra Cile e Perù.

Gli spagnoli avevano accumulato nella città di Lima una gran quantità di ricchezze e, proprio per preservarla dall’imminente attacco della città da parte dei cileni, avrebbero caricato il prezioso carico sul brigantino Mary Dear, capitanato da William Thompson. Insieme al comandante e al suo equipaggio partirono anche un sacerdote e sei soldati spagnoli che, ben presto, finirono per diventare cibo per i pesci, poiché il tesoro costituiva per Thompson e i suoi uomini una tentazione troppo forte! La nave fece così rotta per l’Isla del Coco, dove, si dice, che furono nascoste ben dodici casse colme di preziosi.

Tuttavia, il brigantino non fece in tempo a lasciare l’isola che tutto l’equipaggio venne intercettato e catturato dagli Spagnoli, venuti a conoscenza del “tradimento” di Thompson. La ciurma venne ben presto impiccata, mentre Thompson e un altro suo fedelissimo, la cui identità rimane ignota, vennero risparmiati a condizione di rivelare il nascondiglio del tesoro. Il tempo di ritornare sull’Isla del Coco che il furbo capitano e il suo secondo si diedero alla macchia, nascondendosi nella fitta vegetazione. Dopo una settimana di caccia all’uomo infruttuosa, gli Spagnoli, finiti i viveri, dovettero desistere e abbandonare l’isola. Thompson e il suo secondo vennero successivamente salvati da un’altra nave di passaggio.

Dopo qualche anno, Thompson riprese la vita di mare e, durante uno dei suoi viaggi, incontrò l’avventuriero canadese John Keating, al quale rivelò, in punto di morte, il nascondiglio di alcune delle casse del tesoro di Lima. In seguito, Keating compì tre viaggi sull’Isla del Coco. Di lui si sa che condusse una vita piuttosto agiata per il resto dei suoi giorni.

Le informazioni sull’ubicazione del tesoro passarono poi da Keating a un certo Nicolas Fitzgerald, uno spiantato che vendette le informazioni all’australiano Curzon Howe in cambio di una modesta somma. Una parte del carteggio tra i due è conservato al Nautical & Traveller Club di Sydney. Si dice, invece, che la corrispondenza completa sia stata, in precedenza, visionata da Tony Mangel, un capitano francese con la passione per i tesori nascosti che, tra il 1927 ed il 1929, si recò per due volte sull’Isla del Coco, concentrando le sue ricerche, senza risultato, su una grotta nascosta dalle maree ubicata a Sud della Baia di Speranza. La caccia al tesoro è ancora aperta!

Una cucina semplice e gustosa

La cucina costaricana più autentica si basa sui prodotti offerti dalla natura. E non poteva essere altrimenti, in un paese che ha fatto delle sue bellezze naturali e del rispetto per l’ambiente uno dei suoi punti di forza. Verdure, riso, fagioli, carne, pesce, crostacei e frutti di mare, ma anche frutta, soprattutto le banane, e i platanos, nella versione dolce e salata, sono gli ingredienti principali che si mescolano sapientemente per creare piatti gustosi e genuini.

In Costa Rica è una vera e propria istituzione il gallo pinto, un piatto preparato pressoché ovunque e in diverse varianti, tra cui riso bollito, uova, formaggio, carne e panna acida, spesso accompagnato da una salsa di fagioli scuri, cipolle e peperoni. Un altro piatto tradizionale è il casado, un piatto unico a base di riso, carne o pesce, fagioli, platani fritti e insalata di cavolo.

Semplice e nutriente anche l’arroz con pollo (riso con pollo), che si trova dappertutto a prezzi molto bassi. Molto diffusi anche gli spiedini di carne e patate, le chorreadas, tortillas di mais, e le empanadas ripiene di carne e formaggio. Nelle occasioni speciali, poi, i costaricani preparano i tamales, involtini di foglie di banana ripieni di mais e carne cotti al vapore. Assai sfiziose, specie per i bambini, le patacones, la versione costaricense delle patatine, preparare con platanos tagliati sottilissimi e fritti.

A Puntarenas e sulla costa si consuma molto pesce, naturalmente freschissimo, che può essere servito fritto, bollito o alla griglia, ma anche crudo, come nel ceviche. Può essere preparato con polpo, tilapia e cataluzzo, che vengono prima marinati in un composto di succo di lime, peperoncini, erbe e pomodori, per poi essere servito freddo. Tra i condimenti, troviamo il curtido, una salsa piccante a base di peperoncino e verdure, oppure la salsa lizano, una versione locale della Worcester.

COME ARRIVARE

Dall’Italia, è necessario prendere un volo per San Josè, la capitale del Costa Rica, per esempio con Iberia (www.iberia.com), KLM (www.klm.com), Air France (www.airfrance.it), oppure sui portali www.expedia.it, www.volagratis.com e www.edreams.it. Da qui, con un autobus di linea, si raggiunge la città di Puntarenas (circa 3 h di viaggio), da dove partono le imbarcazioni dei tour operator che organizzano crociere per l’isola. Il viaggio in barca da Puntarenas all’Isla del Coco (circa 557 km) dura circa 32 ore. Sull’isola, inoltre, è vietato pernottare e la si può visitare solo con un permesso. È quindi necessario raggiungerla attraverso un viaggio organizzato, che si occuperà di tutto, incluse le eventuali escursioni e le immersioni. Tra i tour operator italiani ci sono Profondo Blu (www.profondoblu.net), Aqua Diving (www.aquadiving.it), Ruta 40 (www.ruta40) , Nosy Tour (www.nosytour.it)

DOVE DORMIRE

Sull’Isla del Coco non ci sono alberghi e, come detto, è necessario prenotare un pacchetto organizzato che includa pernottamento e pasti sulla nave. Si può invece pernottare a Puntarenas

*Alamar Hotel*** , Paseo de los Turistas, all’incrocio con Calle 31, tel 00506. 2661 4343, www.alamarcr.com Dotato di 2 piscine, snack bar, ristorante, servizio in camera, jacuzzi e salone per eventi. Le camere sono dotate di bagno privato, aria condizionata, macchina del caffè, Tv e minibar. Alcune sono provviste di balconcino con vista mare e vasca idromassaggio. 

*Hotel Tioga****, Paseo de los Turista, tra Calle 17 e Calle 19, tel 00506.661-0271, www.hoteltioga.com) Bella struttura con piscina, ristorante, centro fitness, servizio lavanderia e agenzia di viaggi per organizzare escursioni nei dintorni. Le camere 52, alcune con vista mare, sono provviste di aria condizionata, bagno privato con doccia e acqua calda, TV via cavo, telefono con linea diretta, cassetta di sicurezza.

DOVE MANGIARE

 *La Casona, angolo tra Av 1 e Calle 9, Puntarenas. Locale molto popolare tra i locali, ricavato in una casa giallo sgargiante, riconoscibile solo da un’insegna. L’ampia terrazza ed il cortile interno sono sempre affollate di gente sia a pranzo che a cena. Il menù offre piatti della cucina tradizionale della Costa Rica, tra cui ottime zuppe.

 *Restaurant Kaite Nigro, angolo tra Av 1 e Calle 17 Puntarenas, tel 00506.2661-2093). Locale situato nella zona settentrionale della città, apprezzato per gli ottimi piatti di pesce e per le bocas, antipasti freddi. Durante i fine settimane, il cortile interno si anima con musica dal vivo e balli, che durano fino a notte inoltrata.

INFO

www.visitcostarica.it