A Gerusalemme le religioni pregano insieme per unire il mondo. E a Roma…
“Il coronavirus ha causato molte morti in tutto il mondo. Non distingue tra religioni, Paesi, nazioni e continenti. Il pericolo è al di sopra di tutti e, come tale, la responsabilità ricade su ognuno di noi. Ognuno si rivolgerà in preghiera al proprio Signore; possano tutte le nazioni della terra comprendere l’unicità del nome di Dio”. Sono parole del sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, che ieri ha ospitato nella città israeliana i leader di tutte le religioni per pregare per la salute dei cittadini del mondo.
E mentre hanno già fatto il giro del mondo le immagini di Papa Francesco, solo, sotto la pioggia, in una Piazza San Pietro deserta, mentre impartisce la benedizione “Urbi et Orbi”, immagini che passeranno alla storia come simbolo di questo difficile 2020, nella città santa hanno risposto all’invito del sindaco il rabbino capo sefardita di Gerusalemme, Shlomo Moshe Amar e il rabbino capo ashkenazita di Gerusalemme, Aryeh Stern; Sheikh Muafek Tarif, rappresentante della comunità drusa, il Terzo Patriarca di Teopolo, l’attuale Amministratore del patriarcato latino, S.E. Pierebattista Pizzaballa, il Patriarca armeno, Noran, il Custode di Terra Santa, Fr. Francesco Patton, Sheikh Muhammad Kevan e Sheikh Attel Atrash.
Questa commovente occasione di preghiera si è svolta avendo sullo sfondo la splendida Gerusalemme. I capi religiosi si sono riuniti per pregare per la salute dei malati e nella speranza che il coronavirus, che ha sconvolto il mondo, abbia termine.
“Con grande gioia stiamo attendendo il ritorno dei pellegrini e dei turisti italiani nella splendida Gerusalemme. Non si può stare lontani da Gerusalemme. Non si può parlare di Gerusalemme senza amarla” ha dichiarato Avital Kotzer Adari, direttrice dell’Ufficio Nazionale Israeliano del Turismo a Milano, ricordando la celeberrima frase di Carlo Maria Martini.
I leader religiosi hanno recitato una preghiera, terminata con il canto di “Colui che fa la pace nei cieli, possa portare la pace su di noi”, concludendo con una benedizione per tutti gli uomini della Terra”. Preghiera che si aggiunge a quella di Papa Francesco.