Milano, Villa Necchi Campiglio: non tutti sanno che……

Itinerari

Lusso e  modernità

 

Franca Dell’Arciprete Scotti

 

Sapevate che Villa Necchi Campiglio è stata location di un film di Guadagnino? Che possiede una delle prime piscine private di Milano? Che fu ricavata dalla lottizzazione dell’enorme parco di Palazzo Serbelloni nel pieno centro di Milano?

Oggi Villa Necchi Campiglio in via Mozart si può visitare con le visite guidate del FAI, di cui è uno dei  beni più importanti, ma un tempo qui entravano solo le famiglie alto borghesi di Milano o addirittura principi e principesse.

 

Enrico d’Assia e  Maria Gabriella di Savoia avevano qui le loro stanze riservate.

Quando venivano a Milano, ospiti della ricchissima famiglia di Gigina  e Nedda Necchi e di Angelo Campiglio, marito di Gigina.

A loro  si deve la costruzione della magnifica Villa di via Mozart, in una zona centralissima, alle spalle di Corso Venezia. Era la zona prediletta dalla alta borghesia  milanese, quando, su piano dell’architetto Andreani, tutto il quartiere fu lottizzato, utilizzando  enormi spazi verdi del giardino di Palazzo Serbelloni.

 

A Piero Portaluppi, protagonista del razionalismo anni ’30, i Necchi Campiglio affidarono la progettazione integrale della nuova Villa, dal magnifico giardino alla piscina scoperta, una vera novità a Milano, alle boiserie, alle maniglie delle porte.

Ne deriva un vero  gioiello da manuale di architettura, che generosamente le sorelle Necchi hanno donato al FAI nel 2001.

Qui si respira ancora intatta l’atmosfera del bel mondo della Milano tra le due guerre.

Tanto che qui è stato girato anche un film.

 

Luca Guadagnino ha scelto Villa Necchi Campiglio come location principale di “Io sono l’amore”, il film del 2009 interpretato da Tilda Swinton, Pippo Delbono e Alba Rohrwacher.

La Villa rivela il gusto di Portaluppi, che certamente interpretò i gusti e il lifestyle dei padroni di casa, abituati a ricevere ospiti importanti per una nuotata in piscina o una partita a tennis nel campo privato, proiettare  film nella sala proiezioni e ritirarsi dopo cena nel fumoir con caminetto.

 

Il tutto circondati da arredi raffinatissimi dove dominano la radica, il lapislazzulo, il palissandro, e da tecnologie avanzatissime per l’epoca, ascensori interni, montavivande, citofoni, porte blindate scorrevoli e caveau murati.

Una ricchezza  che appare anche nei sorprendenti capi di abbigliamento esposti al piano superiore, tra cui un foulard di seta dedicato da Dior direttamente a Gigina Necchi.

Lo stile originario di Villa Necchi, in puro e raffinato linguaggio razionalista, è stato  in parte modificato dall’intervento successivo dell’architetto Tommaso Buzzi, anche lui un archistar della grande borghesia lombarda negli anni ’40.

 

 

A lui si deve il rifacimento dell’arredo di alcuni locali, in uno stile più ricco, ispirato all’arte settecentesca, decisamente elaborato, rispetto all’essenzialità degli ambienti razionalisti  di Portaluppi.

 

Infine la Villa si è arricchita in anni recentissimi  del lascito delle collezioni de’ Micheli e Gian Ferrari, ricche di opere: da Tiepolo e Canaletto fino a Sironi, De Chirico, Martini e Wildt. Dal novembre 2017 la villa ospita anche la Collezione Guido Sforni (1935-1975): 21 opere su carta di grandi artisti del Novecento come Picasso, Fontana, Modigliani Matisse e altri.

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