Da Fumone ad Anagni, la città dello “schiaffo” (2° giorno)

Dopo aver visitato Fumone e il suo “castello dei misteri”, nella seconda giornata del nostro itinerario ci spostiamo ad Anagni, anch’essa legata indissolubilmente alle vicende terrene di un altro pontefice, quel Bonifacio VII, al secolo Benedetto Caetani (1235-1303), che Dante Alighieri, nel suo Inferno, mise nel girone dei Simoniaci, per il suo sfacciato sostegno alla teocrazia e al nepotismo.

Bonifacio VIII, storia e leggenda dello “schiaffo”

Proprio ad Anagni avvenne l’episodio dello “schiaffo”, atto conclusivo dei dissidi tra Bonifacio e il re di Francia Filippo IV “Il Bello” che vedevano al centro della disputa la supremazia del potere spirituale sul quello temporale. L’8 settembre 1303, il Papa si trovava ad Anagni dove aveva intenzione di emettere la bolla Super Petri Solio con lo scopo di scomunicare il re di Francia. Qualcosa, però, dovette giungere all’orecchio del sovrano d’Oltralpe, perché inviò in Italia il fido Guglielmo di Nogaret, che si alleò con Giacomo “Sciarra” Colonna e insieme marciarono su Anagni.

Con la complicità dei cittadini, entrarono facilmente in città e imprigionarono il Papa nell’episcopio annesso alla Cattedrale, (oggi non più esistente) e lo sottoposero ad angherie e privazioni per costringerlo a ritirate la bolla con la scomunica e, secondo alcune fonti, anche ad abdicare e seguirli a Parigi. In questo senso, lo “schiaffo” viene considerato più un’umiliazione morale, ma si dice che il pontefice venne effettivamente colpito al viso da Sciarra Colonna. Fatto sta che Nogaret e lo stesso Colonna non erano d’accordo sulla sorte da riservare al Pontefice, ed egli, dopo due giorni, venne liberato dagli stessi agnanini, di cui era concittadino. Poté così fare ritorno a Roma.

Passeggiando nella “città dei Papi”: i palazzi

Anagni dista da Fumone circa una ventina di chilometri. La raggiungiamo percorrendo per un tratto la SP24 e deviamo poi sulla SR6 Casilina. Adagiata su una collina che domina la Valle del Sacco, la “città dei Papi” spicca per i suoi tesori artistici, tutti risalenti all’epoca d’oro, dal XII al XIV secolo

Non possiamo che cominciare la nostra visita dal Palazzo dei Papi, o Palazzo di Bonifacio VIII. Costruito nel XIII secolo in stile gotico, appartenni prima a una famiglia di Conti. Interventi successivo abbellirono la facciata con bifore e costruirono un portico con volte a tutto sesto.

Le sale interne sono allestite in maniera sobria e valorizzano gli splendidi affreschi duecenteschi, tra i quali spicca quello che dà il nome alla Sala dei Colombi. Il celebre episodio dello “Schiaffo” o dell’”Oltraggio”, avvenne invece nella Sala delle Scacchiere.

Splendido anche il Palazzo Comunale, costruito nel 1160 su progetto di Jacopo d’Iseo e arricchito successivamente con elementi gotici. Spicca la Sala della Ragione, dove si riunivano i rappresentanti dei cittadini. Da qui, attraverso un porticato, si arriva nella Piazza Comunale, dove in passato si teneva il mercato e dove veniva amministrata la giustizia. È stata invece aggiunta nel XV secolo la bella Loggetta del Banditore, che arricchisce la facciata con i suoi stemmi nobiliari.

Gli edifici religiosi da visitare

Nella meravigliosa Piazza Innocenzo III svetta la Cattedrale di Santa Maria, capolavoro dell’architettura romanico-gotica. Le sue imponenti absidi dominano lo slargo della piazza, mentre la struttura esterna, con la Loggia di Bonifacio Benedicente, aggiunta nel Trecento, viene utilizzata come scenografia “naturale” durante il prestigioso Festival del Teatro Medievale e Rinascimentale.

A pochi metri dalla facciata in stile romanico campano, svetta il campanile, decorato con bifore e trifore, tra i simboli della città. Entriamo quindi all’interno della cattedrale e ammiriamo le volte gotiche, il ciborio romanico e, soprattutto, la Cripta di San Magno, definita “La Cappella Sistina del duecento” per i suoi meravigliosi affreschi del XIII secolo, e di autori rimasto ignoto, che raffigurano passi della Bibbia.

Usciamo dalla chiesa per visitare, poco distante l’Oratorio di San Tommaso Beckett, costruito su un tempio dedicato al culto di Mitra, e il Museo del Tesoro, che conserva un reliquiario di San Tommaso oltre a oggetti religiosi e di culto di vari secoli.

Se avete tempo, valgono una visita anche la Chiesa di Sant’Andrea, che custodisce il trittico del Santo Salvatore del XIII secolo, la chiesa di Santa Balbina e Sant’Agostino, entrambe del Duecento e successivamente rimaneggiate, e la Chiesa di San Pietro in Vineis, con i suoi affreschi di ispirazione francescana, che sorge appena fuori dal centro abitato.

Infine, l’edificio più singolare, e per questo meritevole di una visita, è la Casa Barnekow, che prende il nome del nobile svedese Alberto Barnekow, che nell’Ottocento acquistò questo edificio rinascimentale e lo abbellì con affreschi ed epigrafi mistici ed esoterici.

La cucina ciociara

Naturalmente, non possiamo lasciare Anagni prima di avere assaggiato qualche corposo piatto della cucina ciociara, caratterizzata da una semplicità e genuinità che arriva dalla tradizione contadina. Tra i primi piatti da assaggiare ci sono i fini fini, una sfoglia sottile di farina e uova, le cui origini risalgono al Cinquecento. È una delle ricette più antiche del Lazio meridionale e si accompagna con il “ragù ciociaro” a base di pollo, aglio e prezzemolo e con una spolverata di pecorino, o con un sugo semplice di pomodoro e basilico.

Molto amate e diffuse anche le zuppe, a base di fagioli, ceci, fave, lenticchie, tra cui il pane sott, di cui ieri vi abbiamo svelato la ricetta.  Da provare anche gli strozzapreti, mentre tra i secondi consigliamo le coppiette ciociare, strisce di coscia di suino insaporite con sale e spezie.

Tra i prodotti tipici da gustare e portare a casa a ricordo del viaggio, c’è il prosciutto di Guarcino e i deliziosi formaggi, come la mozzarella di bufala, il pecorino, la marzolina, il conciato e il caciocavallo. Ottimo anche l’Olio di Oliva ciociaro, in attesa della DOP, e il Pane di Veroli IGP, a lievitazione naturale e cotto nel forno a legna.

COME ARRIVARE

In auto: A1 Roma-Napoli, uscire al casello Anagni-Fiuggi. Subito dopo il casello svoltare a destra e prendere la SS155r “Articolana” in direzione di Fiuggi. Dopo circa 3 km svoltare all’incrocio per Anagni centro.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Lo Schiaffo, Piazza Bonifacio VIII 5, Anagni, tel 0775/739148, in una suggestiva atmosfera medievale, questo locale con 60 coperti offre una cucina tipica e innovativa al tempo stesso, con piatti della tradizione ciociara, anche rivisitati. Ottima scelta di vini.

*Ristorante del Gallo, Strada Vittorio Emanuele 164, Anagni, tel 392/1406105, www.ristorantedelgallo.it . Il più antico ristorante di Anagni con insegna storica e una tradizione che risale al 1700. Offre piatti della cucina anagnina e ciociara, tra cui il Timballo alla Bonifacio, carbonara, piatti di carne e dolci casalinghi. Pane cotto nel forno a legna e vino prodotto nei poderi locali.

DOVE DORMIRE

*Hotel Città dei Papi***, via Articolana km 300, Anagni, tel 0775/772300, www.cittadeipapi.it A poca distanza dal centro e dal casello dell’autostrada, offre camere luminose, con bagno privato e wi fi gratuito. A disposizione anche un ristorante. Doppia da € 85.

*Hotel Le Rose***, via Articolana km 0,300, Anagni, www.albergolerose.it Albergo con ristorante e bar interno con possibilità di fare colazione a qualsiasi ora, a soli 300 metri dal casello. Camere ampie e luminose. Doppia da € 60, tripla da € 80.

INFO

www.comune.anagni.fr.it

www.ciociariaturismo.it/




Fumone e il suo castello dei misteri (1° giorno)

Non arriva a tremila abitanti, ma Fumone è uno dei borghi medievali più suggestivi e meglio conservati della provincia di Frosinone. Deve la sua fama al suo castello, noto per essere stato il luogo di prigionia di papa Celestino V, citato anche nell’Inferno di Dante, nel girone degli Ignavi, definendolo con i celebri versi “colui che per viltade fece il gran rifiuto”.

È proprio qui, nel cuore della Ciociaria, che vi portiamo questa settimana per il nostro appuntamento di Weekend con gusto. Un angolo d’Italia che è un vero e proprio gioiello, grazie alla sua storia, ma anche alla perizia con cui, nei secoli, sono stati conservati i monumenti, le stradine, consentendoci di ammirare, ancora oggi, scorci suggestivi, respirando atmosfere d’altri tempi.

È incamminandoci tra le stradine di ciottoli, divertendoci a esplorare i vicoli, che scorgiamo all’improvviso scorci panoramici, tra cui spiccano l’interessante Collegiata di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Gaugerico, in stile gotico.

Fantasmi e leggende della rocca

Il passato e il presente di Fumone ruota tutto attorno al suo castello. La Rocca Longhi De Paolis, eretta tra il IX e il X secolo, sorge al centro della cinta muraria che delimita il borgo e sul suo conto circolano leggende e misteri.

Come vi abbiamo già raccontato, tra le sue mura venne imprigionato Celestino V, 192° Papa della Chiesa cattolica, dopo la sua rinuncia al soglio pontificio. Fu rinchiuso in una piccola cella, dove era costretto a dormire sulla nuda pietra, senza il conforto di un giaciglio, fino alla sua morte, avvenuta il 19 maggio del 1296. E proprio qui, nelle ultime ore di vita del Papa, poi diventato santo, che si sarebbe verificato il miracolo della comparsa di una croce splendente, che gli fu di conforto fino al trapasso. Tra le diverse reliquie conservate nel castello ci sarebbe anche un pezzo del cuore di Celestino.

All’ingresso del piano nobile del castello, si trova poi il Pozzo delle Vergini a cui è legata un’altra leggenda. In epoca medievale, ai signori di Fumone spettava lo jus primae noctis, cioè il diritto di giacere con le giovani spose la prima notte di nozze. Tuttavia, se le fanciulle non risultavano vergini, venivano giudicate peccatrici e gettate a morire nel pozzo. E proprio da lì, secondo la leggenda, arriverebbero ancora oggi le voci delle sventurate.

Infine, tra le mura del castello e nel pozzo si sentirebbe anche la voce del marchesino Francesco Longhi Caetani, unico figlio maschio di una nobile famiglia composta da altre sette figlie femmine. Proprio le sorelle, temendo di non ricevere nulla in eredità, essendo femmine, avvelenarono il fratellino. La madre, impazzita di dolore, lo fece imbalsamare, prendendosene cura fino alla sua morte. Noi, però, tra un brivido e un sorriso, non ci lasciamo intimorire ed entriamo nel castello!

Visitiamo il castello

Il castello sorge in posizione strategica, con una vista straordinaria su valli, città, strade, soprattutto sulla via Latina che collegava Roma a Napoli. Non solo la rocca era provvista di un sistema difensivo autonomo, ma fungeva da avamposto di guardia anche per i paesi vicini, come Rocca di Cave, Castel San Pietro, Paliano, Lariano, Serrone e Castro dei Volsci. Alla vista dei nemici, infatti, da un’alta torre, oggi scomparsa, veniva elevata una colonna di fumo, la cui visione arrivava fino a Roma.

A differenza di altri manieri, che sono passati, nei secoli, sotto molte mani, il castello di Fumone è stato di proprietà pontificia dalla sua fondazione, nel X secolo, fino al 1584, quando venne venduto ai marchesi Longhi de Paolis, che ancora oggi lo custodiscono e lo conservano.

La visita al castello dura circa 40 minuti, durante i quali visitiamo le sale del Piano Nobile, con il Pozzo delle Vergini all’ingresso, il Santuario di Celestino V e la Galleria d’arte contemporanea. Tuttavia, la vera sorpresa è il sorprendente Giardino Pensile, conosciuto anche come “la terrazza della Ciociaria”. Situato a 800 mslm vanta il primato di più alto d’Europa. E, ci dicono, quando ancora l’atmosfera non era così densa di smog, lo sguardo spaziava da qui a tutta la provincia di Frosinone e, nelle giornate più limpide, arrivava a Nord fino a lambire la Cupola di San Pietro e, a Sud, la vetta del Vesuvio.

Il castello si può visitare tutti al mattino dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. La domenica orario continuato dalle 10 alle 18. E, per chi volesse vivere un’esperienza davvero unica, il castello mette a disposizione una foresteria per il pernottamento.

Si conclude qui la prima parte del nostro itinerario. Domani ci sposteremo ad Anagni, luogo del famoso “schiaffo” con protagonista, ancora una volta, un pontefice, Bonifacio VIII, anch’egli poco simpatico a Dante, che lo collocò sempre nel suo Inferno, ma tra i Simoniaci. Vi lasciamo intanto con la ricetta “ciociara” del Pane Sott.

Pane Sott

Ingredienti

  • 10 fette di pane casereccio raffermo
  • 300 gr di cicoria
  • 300 gr di bietole
  • 200 gr di fagioli
  • 200 gr di ceci
  • 200 gr di fave
  • 200 gr di lenticchie
  • 1 carota, 1 cipolla, 1 sedano, 1 pomodoro maturo
  • 1 peperoncino, 1 spicchio di aglio
  • Pecorino grattugiato q.b

Almeno 12 ore prima della preparazione, mettete a bagno in acqua tiepida i fagioli, le lenticchie, le fave e i ceci. Lavate le verdure e tagliatele a listarelle. In una casseruola soffriggete la cipolla tagliata a fettine sottili, il peperoncino e lo spicchio di aglio. Unite poi le verdure tagliate, i legumi, il trito di sedano e carota, il pomodoro e due bicchieri d’acqua. Salate e lasciate cuocere per circa un’ora a recipiente coperto. In una casseruola di coccio disponete uno strato di fette di pane casereccio, ricopritelo con la zuppa e cospargetelo con il pecorino. Proseguite alternando gli strati fino a finire gli ingredienti. Spolverizzate la superficie con il formaggio, fate riposare per 15 minuti e servite.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord, autostrada A1 e uscire al casello di Anagni-Fiuggi. Proseguire poi in direzione di Fiuggi. Poco prima di Fiuggi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Fumone. Da Sud, A1 con uscita al casello di Frosinone. Appena usciti dall’autostrada svoltare a sinistra in direzione di Alatri, che dista circa 20 km. Da qui, seguire le indicazioni per Fumone, che si raggiunge dopo 6 km.

DOVE MANGIARE

*Taverna del Barone, via del Ponte 5, Fumone (FR), tel 0775/49655, www.latavernadelbarone.it Nel centro storico, offre una suggestiva atmosfera medievale, negli arredi e nelle pietanze caserecce. Vino fatto in casa. Menù fisso a € 20 a persona.

*Il Cavaliere nero, via Vicinale Pié del Monte 13, Fumone, tel 342/7062256. Trattoria tradizionali con piatti tipici della Ciociaria serviti in porzioni abbondanti. Menù fisso a 25 euro a persona.

DOVE DORMIRE

*Il Cerchio di Lullo, via Torricelle 14, Fumone, tel 333/8331997, nel cuore del borgo antico, questa splendida residenza d’epoca dispone di terrazza panoramica, giardino e centro benessere. Doppia da € 75, tripla da € 95, quadrupla da € 115.

*Locanda Il Falco Nero, via Umberto I 64, tel 333/8331997, nel centro di Fumone, dispone di sei camere di diversa tipologia, arredate in stile antico, alcune con vista sul panorama della Valle del Sacco. Prima colazione servita in camera o presso il bar di fronte. Doppia da € 59.

INFO

www.castellodifumone.it

www.comunefumone.gov.it