Una mostra per scoprire una Cina più vicina

Di Giovanna Ferrari

Si è chiusa a Milano la mostra Cina. La nuova frontiera dell’arte, in collaborazione con vari enti italiani e cinesi. Con circa 150 opere di oltre cento artisti, è la più grande mostra mai organizzata in Italia sull’arte cinese contemporanea e speriamo che altre città italiane abbiano presto l’occasione di vederla. È stato un privilegio visitarla guidati da chi l’ha voluta e curata, Vincenzo Sanfo, il massimo esperto dei contatti artistici tra Italia e Cina, che è presidente del “Centro Italiano delle Arti e la Cultura” di Torino, nonché consulente per il governo cinese relativamente all’arte occidentale.

Un privilegio e una sorpresa perché, anche se la comunità cinese è ben presente in Italia, gli scambi culturali tra i nostri due popoli sono ancora piuttosto superficiali e riguardano soprattutto il passato: la ceramica bianco-azzurra del periodo Ming, i paesaggi ad acquerello, l’esercito di terracotta di Xi’an.

Invece esiste da decenni un’arte cinese nuova, modernissima nelle forme e nel linguaggio, in dialogo continuo con la tradizione nei soggetti e nei materiali, che alimenta un rigoglioso collezionismo locale ma che negli ultimi anni ha conquistato, oltre che il mercato artistico, alcuni “santuari” internazionali come le Biennali di Venezia, il Moma, il Guggenheim. Se in tutti i campi il repentino sviluppo cinese ci interpella e ci riguarda, direttamente o indirettamente, vale la pena volgere uno sguardo curioso anche alla sua arte.

Con Vincenzo Sanfo, ideatore e organizzatore della mostra

Alla Fabbrica del Vapore, sede della mostra, Vincenzo Sanfo ci ha accompagnato in un velocissimo viaggio per immagini che, partendo dalla fine del Celeste Impero, passa nel giro di pochi decenni, come in un film accelerato, attraverso tutte le esperienze della cultura visiva cinese contemporanea. L’esposizione si articola in cinque sezioni: la Cina dell’Ultimo Imperatore Pu Yi, deposto definitivamente nel 1945; Mao e la rivoluzione culturale (1966-76); una sezione dedicata all’antica arte della Calligrafia, la Pittura a inchiostro e infine la “nuova Pittura” che presenta opere degli ultimi decenni.

Realismo socialista (anni ’70)

Abbandonata la tradizione, che produceva un raffinatissimo artigianato, la nuova arte rivoluzionaria (ricordiamo che la Repubblica popolare nasce nel 1949) si evolve in fretta, passando dalla fase del realismo socialista degli anni iniziali allo sperimentalismo della rivoluzione culturale (1966-76). La figura di Mao tuttavia continua a dominare anche il panorama successivo, declinata in forme Pop.

Ma Han, Art for people white 1 (2007, scultura in fibra di vetro, vernice e chicchi di riso)

Tuttavia molti artisti hanno scelto negli ultimi decenni di recuperare le antiche tecniche e generi della scrittura calligrafica o gli acquerelli di paesaggio, dipingendo enormi tele a inchiostro, che hanno riscosso molto successo presso l’ampia, affluente borghesia cinese: si è creato rapidamente un vasto mercato di opere con un forte richiamo alla tradizione nazionale, rivisitata e ingigantita.

Raffaele d’Argenzio, direttore di Weekend Premium, davanti a un esempio della pittura a inchiostro di paesaggio

Accanto a queste forme d’arte troviamo sculture e molti dipinti a olio (una tecnica introdotta recentemente in Cina), astratti e figurativi, che sperimentano stili e moduli espressivi in dialogo con l’Occidente: sulla scia della Pop Art occidentale, abbiamo le correnti del cosiddetto Pop-cinico e del più gradevole Pop – ludico: vale la pena ricordare, tra le moltissime suggestioni visive offerte da queste sale, le grandi tele di Xu de Qi con giovani belle e sicure di sé in marcia verso il futuro, che uniscono provocatoriamente il passato e il presente.

Ritratti pop

Infine, non si possono tralasciare le straordinarie invenzioni della poliedrica artista Zhang Hong Mei, nata nel 1973 e ormai notissima in tutto il mondo. Zhang Hong Mei, pur specializzata in disegno tessile, spazia dalla videoarte alla scultura, trasformando con grande libertà elementi e tecniche della tradizione in un’esplosione di colori.

Xu De Qi, Beauty and the Beast, olio, 2018

Nelle ultime sale della Fabbrica del Vapore possiamo ammirare tra l’altro le sue teste dei guerrieri di Xi’an, in bronzo ricoperto di stoffe colorate, e immensi arazzi realizzati con stoffe incollate a strati, secondo l’antica arte cinese delle carte ritagliate, a rappresentare paesaggi urbani nobilitati dalla sua maestria.

Zhang Hong Wei, XI ‘An Warriors, 2017 (bronzo e tessuto)

Grazie a iniziative come queste, attraverso il linguaggio universale dell’arte, la Cina può diventare davvero più vicina.

Zhang Hong Wei, durante la Biennale di Venezia (2015)

 




I 10 ponti più lunghi del mondo

Questa settimana, mentre si è tornato a parlare del Ponte sullo Stretto di Messina, ci è venuta la curiosità di andare a vedere quali sono i ponti più lunghi del mondo. E abbiamo fatto una scoperta interessante: sono tutti, o quasi, in Asia.  Ecco quali sono.

1.Danyang-Kunshan Bridge (Cina)

Il podio di “ponte più lungo del mondo” va al Danyang-Kushang di ben 165 km. Si trova in Cina e collega Shanghai a Nanjiing, nella provincia di Jiangsu. La sua costruzione è iniziata nel 2006 ed è terminata nel 2010, impiegando più di 10 mila persone, con un costo di 8,5 miliardi di dollari. La sua lunghezza da record è dovuta al fatto di dover attraversare canali, fiumi, laghi e distese di risaie. Per 9 km passa sulle acque del lago Yangcheng. Ogni giorno è percorso da 2 milioni di persone, sia in macchina che in treno.

2. Changkua-Kaohsiung (Taiwan)

Al secondo posto troviamo il Changkua-Kaohsiung a Taiwan, con appena 7 km di differenza dal Danyang-Kushang. Misura infatti 157 km e collega le città di Taipei e Kaohsiung. Completato nel 2007, è una parte fondamentale della linea Taiwan High Speed Rail ed è stato costruito seguendo scrupolosi criteri antisismici, attraversando la zona geografica tra Baguazhang e Zouying ad alto rischio sismico. È percorso ogni giorno da treni ad alta velocità.

3. Cangde Grand Bridge (Cina)

Terzo podio per un altro ponte cinese, il Cangde Grand Bridge, lungo 115 km e 900 metri. Come il Danyang-Kushang si trova anch’esso lungo la linea ad alta velocità Beijing-Shanghai ed è stato completato nel 2010. Il viadotto conta in tutto 3092 pilastri.

4. Tianjin Grand Bridge (Cina)

La Cina domina ancora la nostra TOP 10. Al quarto posto, infatti, troviamo il Tianjin Grand Bridge, lungo 113 km e 700 metri e collega Langfang e Qingxian servendo sia un’autostrada che una linea ferroviaria ad alta velocità. I lavori per la sua costruzione sono iniziati nel 2006 per concludersi nel 2011.

5.Weinan Weihe Grand Bridge (Cina)

Anche il quinto ponte più lungo del mondo si trova in Cina. È il Weinan Weihe e misura poco meno di 80 km. Il viadotto fa parte della Zhengzhou–Xi’an High-Speed Railway e quando fu inaugurato, nel 2008, per poco detenne il titolo di “ponte più lungo del mondo”. Attraversa il fiume Wei, uno dei fiumi più importanti e lunghi della Cina, collegando Zhebgzhou e Xian.

6. Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge (Cina)

Sesto posto per un altro ponte cinese, il Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge che collega Hong Kong, Zhuhai e Macao ed è lungo 55 km e 717 metri. Il ponte è stato inaugurato nel 2017 dopo 8 anni di lavori, utilizzando 400 mila tonnellate di acciaio e con un costo di circa 7 miliardi di dollari. Tra le sue particolarità c’è la sua forma che ricorda quella di un dragone cinese e un tunnel sottomarino di 7 km incluso nel suo percorso.

7. Bang Na Expressway (Thailandia)

Al settimo posto troviamo il primo ponte non cinese, il Bang Na Expressway, in Thailandia. È lungo 54 km ed è stato il ponte più lungo del mondo fino al 2004. Il progetto del 1994 è dell’architetto americano Louis Berger ed è stato completato nel 2000. Il suo percorso si snoda quasi tutto sulla terraferma, a eccezione di un piccolo tratto che attraversa un fiume.

8. Beijing Grand Bridge (Cina)

Torniamo di nuovo in Cina per l’ottava posizione, occupata da Beijing Grand Bridge che si estende per 48 km e 153 metri sulla linea ad altra velocità Beijing-Shanghai. Si trova a Pechino e la sua costruzione è terminata nel 2010. La sua inaugurazione, invece, risale al 2011.

9. Haiwan Bridge (Cina)

Con i suoi 41 km e 850 metri, in nona posizione della nostra TOP 10 della settimana troviamo l’Haiwan Bridge, che collega la città di Qingdao con la sua periferia attraversando la parte settentrionale della baia di Jiaozhou.  Detiene, però, il primato di ponte marittimo più lungo del mondo.

10. Ponte sul lago Pontchartrain (Stati Uniti)

In decima posizione troviamo il primo ponte non asiatico e anche il più “vecchio”. Il Pontchartrain è stato aperto al traffico nel 1956 e completato definitivamente nel 1969 con una spesa di 76 milioni di dollari. È lungo 39 km e collega New Orleans alla sua area urbana, dimezzandone i tempi di percorrenza. Ogni giorno lo attraversano 12 milioni di veicoli, per lo più camion e mezzi pesanti.




Agli Stati Uniti il premio “Black in the World” 2020

Nelle categorie dei Weekend Premium Green Awards c’è anche il Black In the World, un premio che nessuno, nonostante gli inviti, è mai venuto a ritirare! Perché è un “riconoscimento” che viene attribuito ai paesi che si sono maggiormente distinti per la poca attenzione alle politiche ambientali, per il non rispetto della nostra Terra in nome del profitto, per l’alta percentuale di morti dovuti all’inquinamento atmosferico.

Smog a Los Angeles, la città più inquinata degli Stati Uniti

A vincere il premio “Black in the World” 2020 sono gli Stati Uniti di Donald Trump, poco incline alla salvaguardia dell’ambiente e fautore di leggi “morbide” che, di fatto, riducono e smantellano gli standard “inquinanti”. Non solo, però. Gli Stati Uniti primeggiano anche come maggiori consumatori di concimi chimici.

Emissioni inquinanti in alcune fabbriche

Basti poi pensare che gli USA figurano anche nelle prime dieci posizioni tra i “paesi più mortali” del mondo. Si stima, infatti, che nel 2017 hanno perso la vita a causa dell’inquinamento quasi 197 mila persone. A questi si aggiunge il milione di morti stimati per esposizione al piombo, presente, per esempio, nelle vernici delle pareti di casa, nei vecchi sistemi idraulici, e in molti oggetti di uso quotidiano.

Lo skyline di Los Angeles si vede a malapena nella cortina di smog

Tuttavia, c’è anche una buona notizia. Entro la fine del 2020 potrebbe crescere il numero di stati americano che aderiscono al piano per il controllo dell’inquinamento adottato per prima dalla California. Gli Stati di Washington, Minnesota, New Mexico, Colorado e Ohio stanno infatti completando il piano di approvazione della misura.

2° posto per la Cina

Secondo podio per il Black in the World per la Cina. Il colosso asiatico, infatti, oltre ad avere emissioni di monossido di carbonio elevatissime, fa anche un uso smodato del carbone. E di limitare le emissioni e adottare misure di riduzione dell’inquinamento non ci pensa nemmeno! Anzi, sembra che per sopperire alle perdite economiche dovute al periodo di lockdown per il Coronavirus ha intenzione di moltiplicare la nascita di industrie altamente inquinanti, come cementifici o acciaierie.

A causa dello smog, in Cina le persone indossano sempre la mascherina

Per rendersi conto della gravità della situazione, basta andare a Pechino, dove lo smog è talmente denso da ridurre notevolmente la visibilità e dove è stata registrata la percentuale record di 250 microgrammi di polveri sottili per metro cubo.

3° posto per l’Australia

Terza posizione del podio “Black in the World” per l’Australia, che nel 2020 è stata protagonista di un disastro ambientale a causa dei devastanti incendi che hanno letteralmente ridotto in fumo la vita di 1 miliardo di animali selvatici e oltre 12 milioni di ettari di terra. Non solo. Nel periodo che va dal settembre 2019 al marzo 2020, il fumo scaturito dagli incendi è stato responsabile della morte di 417 persone, 3151 ricoveri per problemi respiratori e cardiovascolari, oltre a emergenze per asma.

Gli incendi in Australia “fotografati” dal satellite

Inoltre, la stagione degli incendi ha rilasciato nell’atmosfera 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica, una quantità superiore all’inquinamento annuale di tutto il paese, pari a 530 milioni di tonnellate. E questo ha fatto “volare” l’Australia al sesto posto tra le nazioni più inquinanti del mondo, dopo Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone.

Un canguro tenta di mettersi in salvo dalle fiamme

L’emergenza climatica, poi, in Australia non è mai stata affrontata con politiche di contenimento, al punto che il paese si è classificato al 57° posto su 57 posizioni nel Climate Change Performance Index 2020 che classifica in paesi in base alle azioni poste in essere per contrastate i cambiamenti climatici.




Dalla Cina all’Italia: tutti amano il bambù e i suoi benefici

Ha origini cinesi e da poco ha conquistato l’Italia, ha un gusto a metà tra il carciofo e l’asparago e può essere usato per tante ricette, come se non bastasse è ricco di sostanze importanti per il nostro benessere: stiamo parlando del bambù.

Il bambù è una graminacea come il grano o il mais, ma con fusti rivolti verso l’alto e dalla lunghezza importante, e i suoi germogli crescono molto in fretta. In Oriente il suo uso conta migliaia di anni e nel nostro paese ha preso piede solo negli ultimi tempi, inizialmente per uso ornamentale, ora per numerosi settori: dal food alla produzione di mobili, dalla cosmesi al tessile, passando per la realizzazione di accessori e oggetti di design.

Una delle ultime coltivazioni di bambù si trova in Veneto ed è destinata a diventare il bosco più grande d’Europa. Ma piantagioni di bambù si trovano in tutto il paese, dalla Sicilia al Piemonte. Esiste un intero settore agricolo che sta investendo su questa pianta, a cominciare dall’azienda romagnola “OnlyMoso” che ha iniziato a produrre germogli sott’olio e una crema spalmabile.

L’uso alimentare, poco considerato in passato, è tra quelli che più sta avendo successo. I germogli di bambù sono ricchi di minerali e vitamine, sono perfetti per la cucina vegetariana ed orientale e per un’alimentazione naturale.

Vediamo in particolare le proprietà benefiche di questa pianta cinese: il bambù è ipocalorico, ricco di proteine, fibre, sali minerali e vitamine. Aiuta a ridurre il colesterolo ed è molto nutriente. In realtà possiede sostanze nutritive molto simili a quelle dei nostri legumi e della carne (sicuramente con meno grassi), però con quella novità orientale che scatena la fantasia di chef e cuochi amatoriali. Può essere utilizzato per azioni rimineralizzanti e antiage, aiuta a difendere le ossa per il suo alto contenuto di silicio, potassio e betaina che contribuiscono all’elasticità dei tessuti. Troviamo infatti il bambù anche nei cosmetici naturali che aiutano a levigare e rinvigorire la pelle.




Le 7 città da visitare in Cina

Il Paese del Sol Levante è molto lontano da noi e molto diverso culturalmente, ma non per questo dobbiamo sottovalutarlo. Le sue città offrono paesaggi e monumenti incredibili. Ecco una classifica delle più belle.

  1. Hong Kong – Famosa per il suo skyline offre una vista mozzafiato dai grattacieli e sulla baia, non vi mancheranno i posti da vedere di cui la città è piena. È stata per molto tempo sotto l’influenza inglese e per questo è la città più europeizzata della Cina (hanno la guida a destra per esempio). La sera si può anche assistere al Sinphony of Lights, che unisce musica e uno spettacolo di luci.img_5822
  2. Pechino – La capitale della Cina merita assolutamente di essere visitata. Mettete da parte il nervosismo, di gente ce n’è tanta e di traffico anche, ma una metropoli così non vi farà mancare nulla. Piazza Tienanmen, che è la principale, vi conduce all’ingresso per la Città Proibita dove potrete riscoprire la vita e le usanze degli imperatori. Da qui potrete raggiungere la Muraglia Cinese, straordinaria opera che si estende per chilometri e chilometri e vi farà sognare i film dei samurai.img_5440
  3. Macao – Isola di fronte a Hong Kong, è la Las Vegas della Cina. Gioco e divertimento sono padroni della città, che conta moltissimo sul turismo. Se cercate una vacanza di svago puro è la città cinese che fa per voi. Magari non tutti sanno che per molto tempo è stata una colonia portoghese, per questo chiese e specialità culinarie sono tipiche del Portogallo.img_5958
  4. Xi’an – Per la città potrete ammirare quelle caratteristiche pagode che ricoprono i giornali e le fotografie in occidente, di molti colori e diversi ognuna dalle altre. Di fronte alla Pagoda della Grande Oca Selvatica la sera si tiene uno spettacolo di fontane, luci e musica classica che vi lascerà senza parole. L’Esercito di Terracotta lo troverete proprio qui e vi stupirà l’impatto visivo, non è certo come vederlo dalla televisione.img_5739
  5. Shangai – Se siete attratti dalle innovazioni tecnologiche potrete prendere il treno a levitazione magnetica che percorre la città o la Torre della Televisione Perla d’Oriente (proprio perché la città è detta la “perla d’Oriente”) Passare una serata e cenare tra i vari ristoranti vi permetterà di ammirare i grattacieli e salire su uno di essi per ammirare lo skyline.img_6021
  6. Nanchino – Una delle città più verdi della Cina, conosciuta infatti come “antica capitale verde e città culturale”, dove numerose dinastie di imperatori si sono succedute ed è infatti possibile visitare molti templi e tombe dall’architettura originale orientale. La caratteristica della città sono le mure che la circondano.img_5883
  7. Xiamen – Città porto sul mare, protagonista nella storia degli scambi commerciali internazionali. Per quanto la città possa sembrare moderna si possono trovare molti spazi verdi e aree nascoste tipiche zen, come ad esempio il giardino Shuzhuang costruito tra la montagna e il mare. È il posto giusto dove trovare pace e serenità.img_5999



Buon anno cinese!

Di Alessandra Paltrinieri Personal Travel Coach presso Le metiér(e) de l’elegance
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Questo weekend sarà all’insegna di una Milano diversa. Infatti, il giorno 31 gennaio cade il capodanno cinese. Quest’ anno è l’anno del cavallo: per l’occasione, la Chinatown meneghina ha organizzato numerosi e affascinanti eventi che culmineranno con la parata del 2 febbraio.
Andiamo per ordine iniziando a parlare della tradizione: in Cina e nelle comunità cinesi sparse per il mondo il rito del Capodanno inizia la sera prima; infatti, durante la cena che precede la mezzanotte, rigorosamente consumata in casa tra familiari, vengono serviti i piatti che sono per tradizione simbolo di prosperità per il nuovo anno. Al posto delle nostre lenticcchie in Cina trionfano il pesce e i ravioli a forma di mezzaluna (jiaozi), la torta di riso (nian gao), i mandarini e i semi di melone. Inoltre, nella provincia di Zhejiang, la tradizione prevede pure le uova sode cotte nella cenere. Allo scoccare della  mezzanotte in concomitanza coi fuochi d’artificio tutte le persone escono di casa.Per il popolo cinese questo spettacolo pirotecnico è una sorta di rito che allontana il male. Una  curiosità; chi accende il primo fuoco del nuovo anno avrà fortuna. Dopo lo spettacolo una persona per famiglia rimane alzata tutta la notte per ottemperare al cosiddetto Shou Sui , ossia la veglia che, insieme ai fuochi e alla presenza del colore roosso,  ha lo scopo di allontanare Nian, una terribile bestia che, secondo la leggenda, la prima notte del nuovo anno arriva nei villaggi e nelle città per danneggiare cose, persone, animali. Nian ha però paura del rosso , del fuoco e dei rumori: ecco il perchè dei fuochi d’artificio e della presenza di oggetti come lanterne e pacchetti, tutti di colore rosso. Infine , gli adulti mettono dei soldi in buste rosse e le regalano ai bambini seguendo la credenza per cui il denaro in esse contenuto proteggerà i piccoli dagli spiriti maligni.In Cina le celebrazioni per salutare il nuovo anno durano due settimane e terminano con la festa delle lanterne.Si tratta di un evento veramente suggestivo che culmina col rito del drago in fiamme: durante questo rito vien dato fuoco a lanterne di enormi dimensioni e a forma di drago che stanno a simboleggiare il ritorno del drago stesso (simbolo di fertilità e ordine) in cielo. Durante questa festa il tipico piatto sono i tangyuan (piccoli dolci di farina di riso ripieni di cioccolato, sesamo o fagioli di soia rossi, a seconda delle località della grande Cina) che rappresenta la  riunione e l’affetto familiare.CAVALLO CINESETorniamo a noi : il weekend di festeggiamenti si apre venerdì 31 gennaio con lo Spring Festival che avviene presso il Centro Culturale Shaolin di Milano. La serata haà inizio alle ore 19.00 con una cena vegana.
Alle ore 20.00, poi, attraverso una cerimonia secondo il rito Buddhista Chan ci sarà la presentazione del Capodanno Cinese.
Alle ore 20,30 si analizzerà il carattere dei nati sotto il segno del Cavallo da un punto di vista linguistico e  culturale e si potrà prender parte ad un piccolo laboratorio pratico dedicato alla Calligrafia cinese curato da Sarah Manganotti, responsabile del progetto “AvviCINAti! – Fondazione Italia-Cina.
Intorno alle ore 21,30 ci sarà la manifestazione Shaolin Gong-fu forma del cavallo curata da Shifu ShiHengChan e dal Team Esibizione Centro Culturale Shaolin di Milano.
La serata si concluderà con l’iniziativa “Art&Charity”, a sostegno dell’Orfanotrofio Shaolin.
Tra le feste che molti ristoranti organizzeranno vi segnalo quella del ristorante Giardino Nuovo.

CAPODANNO CINESE
Altro fondamentale evento sarà quello della parata: se siete curiosi sabato 1 febbraio recatevi presso il Piazzale di fronte alla Fabbrica del Vapore dalle ore 16.00 alle ore 20.00 e potrete assistere alle prove di questo spettacolo unico nel suo genere, almeno  nel nostro Paese.Sempre il 1 febbraio vi consiglio di cenare al ristrorante cinese Ba Asian Mood che unisce la tradizione alla creatività moderna, però vi consiglio di non far tardi quella sera perchè il clou della festa sarà il giorno dopo. Infatti, il programma di domenica 2 febbraio sarà ricchissimo: la giornata inizierà a Chinatown alle 11:00 con un enorme  spettacolo itinerante di musiche, danze tradizionali, acrobati e giocolieri (sarà circa all’altezza di via Sarpi 26).Il pomeriggio inizierà 14:30 con il ritrovo in piazza Gramsci per  il saluto delle autorità cinesi e italiane e continuerà alle 15:00 con Gran Parata con draghi, leoni e figuranti lungo la via Paolo Sarpi.
La giornata continuerà alla Fabbrica del Vapore che dalle 17:30 sarà cornice della serata conclusiva della manifestazione con la  Grande Festa con: Dj Set con Idij, “Tarantellando Quartet” musiche del sud d’Italia, animazioni  e della partenza della Chinatown New Year Run( un itinerario di 6 km da percorrere a passo libero).
Sempre alla Fabbrica del Vapore il progetto AvviCINAti presenterà , presso la sede operativa del centro di studio, promozione e produzione di video documentari ILFISCHIO.Doc , un particolarissimo programma di intrattenimento che inizierà alle 19:00con l’evento Tra musica e arti marziali, continuerà alle 19,30 con la presentazione del fumetto Long Wei e, dopo un aperitivo, terminerà con laboratori organizzati da disegnatori e da monaci Shaolin.
Per la cena vi consiglio di camminare per la Chinatown milanese e scegliere il ristorante che più vi ispira perchè quella sera ciascun ristoratore darà il meglio di sè e sicuramente non rischierete di rimanere delusi.Tutto l’evento sarà seguito dal media partner Radio Globale con una diretta dagli studi di Milano e collegamenti esterni con Gioia Forti e Lidia Casti del programma bilingue Shoulashou (www.radioglobale.it).
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Info

SPRING FESTIVAL E CENA VEGANA
AVVISO: PER POTER ORGANIZZARE AL MEGLIO IL VEGAN DINNER by MENS@SANA e IL MINI-LABORATORIO DI CALLIGRAFIA CINESE condotto da Sarah Manganotti (Curatrice progetto AvviCinati – Fondazione Italia-Cina: http://www.avvicinati.org/ ) SIA DAL PUNTO DI VISTA LOGISTICO CHE DI APPROVIGIONAMENTO MATERIALE TECNICO, E’ NECESSARIO DARE CORTESEMENTE CONFERMA UFFICIALE DELLA PROPRIA PARTECIPAZIONE alla FESTA per il “CAPODANNO CINESE 2014 – ANNO DEL CAVALLO” TRAMITE UNA DELLE SEGUENTI 3 MODALITA’:
– scrivere a info@shaolintemple.it
– 3927709323
–  post sulla pagina FB con scritto : CONFERMO UFFICIALMENTE MIA PRESENZA.

Spring Festival
Shaolin Quan Fa Milano -Centro Culturale Shaolin di Milano,
via Teglio, 11
02 66703374; 392 7709323
www.shaolintemple.it
www.milanoincontrashaolin.it

Fabbrica del Vapore, Via Procaccini,4

Chinatown New Year Run

Programma:
ore 16:00 ritrovo e spogliatoio (dress code rosso), presso la Fabbrica del Vapore in Via Giulio Procaccini, 4
ore 17:00 partenza della corsetta non competitiva di 6 km ca. a passo libero fra le strade di Chinatown (Sarpi, Montello, Canonica)
ore 18:00 arrivo nel piazzale della Fabbrica del Vapore

Associazione  AvviCINAti  C/o Il Fischio.DOC, Fabbrica del Vapore, Via Procaccini, 4

DOVE MANGIARE
Ristorante Giardino Nuovo,
Via Cenisio 83
02 342910

Ristorante  Ba-Asian Mood, Via Ravizza 10
02 4693206