I 10 vigneti più belli del mondo

Disegnano e dipingono il paesaggio con i loro colori mozzafiato, che cambiano a seconda delle stagioni. Sono i vigneti, da cui nascono vini prestigiosi, ma anche “eroici” poiché le vigne sono coltivate in terreni e in zone “difficili”, come le isole o le terrazze a ridosso di rilievi a strapiombo sul mare. Ma quali sono i 10 vigneti più belli del mondo? Eccoli nella nostra TOP 10 di questa settimana. E la nostra Italia fa un po’ la parte del leone.

1. Pantelleria (Italia)

Merita il primo posto per la bellezza del paesaggio e, soprattutto, per l’unicità della sua viticoltura. A Pantelleria, piccola isola della Sicilia, la viticoltura legata all’alberello pantesco è stata addirittura dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO nel 2014. Le viti, dell’altezza di un alberello, crescono sulle terrazze e strapiombo sul mare, e sono il risultato di una tradizione pratica e orale tramandata in dialetto locale da generazione di vinaioli e contadini. La tecnica di coltivazione, infatti, è molto complessa e avviene in condizioni climatiche particolari e su un terreno “difficile”. Il risultato, però, è un capolavoro: il Passito di Pantelleria DOC, conosciuto in tutto il mondo. Per scoprire questo mondo in cui uomo e natura collaborano, nel 2016 è nato l’Itinerario della Strada della Vite ad Alberello”, un circuito di 37 km per conoscere le tecniche di coltivazione e la storia di questa viticoltura davvero unica.

2.Lanzarote (Canarie, Spagna)

Un paesaggio davvero lunare quello che si ammira sull’isola vulcanica di Lanzarote, nei pressi del pueblo di La Geria. Il terreno nerissimo contrasta con il verde dei piccoli alberelli di vite, che vengono coltivati all’interno di buche circolari, scavate per proteggere le piante dai venti sahariani che soffiano costantemente sull’isola e, contemporaneamente, nutrirle con il ricchissimo terreno vulcanico. La raccolta dell’uva, la Malvasia vulcanica, poi, avviene rigorosamente a mano. I vini si possono poi gustare nelle tantissime cantine, o, meglio Bodegas del vino di Lanzarote.

3.Ischia e Ponza (Italia)

I terrazzamenti a strapiombo sul mare azzurro caratterizzano le isole campane di Ischia e Ponza. Qui la viticoltura ha una storia antichissima, che risale al VIII secolo a.C quando i Greci chiamarono l’isola di Ischia “Oenaria”, cioè “luogo della vite e del vino”. Furono tuttavia gli Eubei a comprendere le potenzialità di questo territorio e iniziarono a coltivare la vite. La terra di queste isole, però, era sì fertile, ma impervia e fatta di pendii. Attraverso i terrazzamenti, queste prime popolazioni riuscirono a strappare terra coltivabile alla natura così che, durante il Medioevo e il Rinascimento, il vino ischitano veniva esportato nelle corti di tutta Italia e nei grandi mercati esteri. Ancora oggi, qui si coltivano vitigni sia a bacca bianca, come la Biancolella, la Forastera, il San Lunardo, l’Arilla e la Guarnaccia, sia a bacca rossa, come la Guarnaccia, il Piedirosso e la Cannamelu.

4. Langhe, Roero e Monferrato (Italia)

Le colline raccontate da Pavese e Fenoglio, sono entrate a fare parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2014. Uno splendido territorio di 10.789 ettari, compreso tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo, caratterizzati da dolci rilievi collinari modellati dalla natura e dall’uomo. Da generazioni, qui nascono le vigne dai cui frutti nascono il Barolo, il Barbaresco e l’Asti spumante, amatissimi in tutto il mondo. Fanno parte del Patrimonio UNESCO ben 29 Comuni e sei territori d’eccellenza: la Langa del Barolo, il Castello di Grinzane Cavour, le Colline del Barbaresco, Nizza e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante e il Monferrato degli Infernotti.

5. Alto Douro (Portogallo)

Situata nel nord del Portogallo,a 120 km da Porto, l’Alta Valle del Douro, o Alto Douro, è una delle regioni vinicole più antiche del mondo, con alle spalle duemila anni di viticoltura che hanno plasmato questa zona. Tuttavia, solo nel XVIII secolo è iniziata la produzione di quello che il suo prodotto più celebre, il vino Porto, rinomato in tutto il mondo. La bellezza del paesaggio, caratterizzato da colline ammantate di vigneti che si riflettono sulle acque de fiume Douro, cambiando colore dal verde all’arancione, dal marrone al rosso al dorato, a seconda delle stagioni, hanno indotto l’UNESCO a includerlo nei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 2001. Le uve dai grappoli viola, rossi e verdi sono ottime anche da tavola.

6. Isola di Pico (Azzorre, Portogallo)

Disegnano un paesaggio unico, come unici sono i vini che nascono qui, anche i vigneti dell’Isola di Pico, nell’arcipelago delle Azzorre. Anch’essi Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2004, disegnano un paesaggio surreale, caratterizzato da un terreno vulcanico scurissimo, su cui sorge una grande “scacchiera” fatta di stretti muretti di pietra, chiamati currais o curraletas, che riparano le vigne dal vento che soffia forte dal mare, ma lasciano passare la luce del sole necessaria alla maturazione delle uve. I vigneti si trovano nelle località di Lajido da Criação Velha e di Lajido de Santa Luzia e la storia della loro coltivazione risale alla fine del XV secolo. La bontà dei vini nati da una fortunata combinazione di terreno lavico, ricco di nutrienti, e di un microclima caldo secco, li ha fatti apprezzate in molti paesi sia dell’Europa che dell’America e sono arrivati persino sulla tavola degli zar di Russia. Il vino di Pico è fresco e fruttato, secco e leggero, ottimo con i piatti di pesce e frutti di mare. Qui si produce poi anche il vinho de cheiro, cioè il “fragolino”, che si porta in tavola nei giorni di festa.

7. Champagne e Borgogna (Francia)

Non possono mancare nella nostra TOP 10 le regioni vitivinicole francesi di Borgogna e Champagne, entrambe siti UNESCO: la prima per il clima unico e i paesaggi mozzafiato, fatti di dolci colline ammantate di vigneti, intervallati da borghi medievali, canali, castelli e antiche abbazie; la seconda per le sue cantine e i siti storici, culla della tradizione da cui nasce il celebre champagne Dom Perignon. In Borgogna, i vigneti più belli sono quelli a sud di Digione, sulle pendici della Côte de Nuits e attorno alla città di Beaune, dove nascono alcuni dei vini più prestigiosi del mondo, come il Romanée-Conti, il Vosne-Romanée o Montrachet. Splendida anche la striscia di vigneti, lunga 60 km e larga appena 2, che porta da Digione a Santenay. Nella Champagne, invece, vale una visita la Collina Saint Nicauise a Reims che custodisce chilometri di cave sotterranee, utilizzate fin dal Medioevo per la vinificazione, l’invecchiamento e lo stoccaggio del vino. A Épernay, invece, si trovano le enormi cantine delle maison più prestigiose, e la celebre abbazia in cui visse Dom Pierre Perignon, che inventò la seconda fermentazione naturale che caratterizza lo Champagne.

8. Lavaux (Svizzera)

Un piccolo miracolo della collaborazione tra uomo e natura sono i vigneti terrazzati di Lavaux, nel Cantone di Vaud, in Svizzera, Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 2007. Ricoprono un’area di 830 ettari che si estende tra Losanna e Montreaux e sfruttano un clima sorprendentemente mediterraneo che dà vita a un vino assai apprezzato, lo Chasselas. A intuire le potenzialità di questo territorio furono i monaci cistercensi che, nel XII secolo terrazzarono le colline con muretti di pietra, riuscendo poi a impiantare i magnifici vigneti che ricoprono il territorio per una lunghezza di 14 km, dando vita a un paesaggio di rara bellezza. I vigneti si possono visitare percorrendo i sentieri che si snodano tra di essi, a piedi o in bicicletta.

9. Valle del Reno (Germania)

I vigneti della Valle del Reno vantano il primato di più ripidi della Germania. Più dell’80%, infatti, hanno un’inclinazione del 30%. L’area vinicola si trova per la maggior parte nella regione della Renania-Palatinato, mentre una piccola area è inclusa in quella del Nord Reno-Westfalia per un totale di 470 ettari di vigne che si estendono dal comune di Oberdollendorf, vicino a Königswinter, di fronte a Bonn, a nord di Bingen, in parte su entrambe le rive dell’omonimo corso medio del Reno. A portare qui la viticoltura furono i Romani, dopo aver fondato le città di Colonia e di Bonn. Nel Medioevo fiorì sotto la guida dei monaci Cistercensi, che costruirono il monastero di Heisterbach, sopra Oberdollendorf, che divenne un importante centro per il commercio del vino. In questa zona dai paesaggi da cartolina si trovano anche le vestigia di diversi castelli e alcuni vigneti terrazzati. Sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2002.

10. Napa Valley (California, USA)

Chiude la nostra TOP 10 la splendida Napa Valley, in California, una grande vallata rinomata per i suoi vitigni Cabernet-Sauvignon e Chardonnay, ma anche per il turismo del vino. La sua prossimità all’Oceano Pacifico, ma protetta da montagne e colline, ha fatto sì che nella valle si creasse un microclima mediterranei, ideale per la coltivazione della vite, che qui cresce in una quindicina di varietà. Le uve vengono poi lavorate in 450 cantine. Il paesaggio offre spunti per una visita in tutte le stagioni dell’anno, dalla primavera, caratterizzata dal verde delle colline e dai colori e profumi dei fiori, all’estata animata da un ricco calendario di festival ed eventi. In autunno, poi, si possono visitare i vigneti e le cantine e mangiare nei tanti ristoranti di cui è piena la zona. Senza parlare poi dell’inverno, con le atmosfere natalizie che accendono le città della valle e apre le porte dei centri termali. Il tutto, naturalmente, accompagnato da un buon bicchiere di vino californiano!




Il Mondo in Italia. In Franciacorta come nella Champagne

Nelle scorse settimane, vi abbiamo proposto uno speciale in tre puntate in cui vi abbiamo suggerito alcune mete della nostra bella Italia che assomigliano per paesaggio, storia, vocazione, ad altre mete estere. Un modo per “viaggiare” in tutto il mondo rimanendo nel nostro splendido Paese, specialmente adesso che gli spostamenti sono limitati a causa dell’emergenza Covid. Di luoghi “gemelli” ne abbiamo trovati altri, e ve ne proporremo uno ogni settimana. Cominciamo, allora, con la Franciacorta e la Champagne, che oltre a essere “sorelle”, in un certo senso sono anche rivali.

Le bollicine della Franciacorta

La Franciacorta è una regione di circa 20 mila ettari che si estende nella provincia di Brescia, in Lombardia, e ha i suoi confini ideali tra il Lago d’Iseo e l’autostrada Milano-Brescia. Nel suo territorio sono compresi 19 Comuni e ben 100 cantine, che producono Il Franciacorta, il primo spumante italiano ad avere ottenuto, nel 1995, la Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita).

I vigneti della Franciacorta

Il disciplinare di produzione è uno dei più “ferrei” che esistano. I vitigni utilizzati sono lo chardonnay, il pinot bianco e il pinot nero, in composizioni diverse. Il Franciacorta può essere bianco o rosé. Questo spumante è diventato, poi, talmente famoso che sulle bottiglia non viene più riportata la denominazione “spumante”, ma direttamente “Franciacorta”.

Che cosa vedere in Franciacorta

Il nome di questa regione vinicola può trarre in inganno. Il riferimento, tuttavia, non è alla Francia, come può sembrare, ma all’espressione latina curtes francae, cioè “corti franche”. Qui, infatti, nel Medioevo si insediarono alcune comunità di monaci benedettini, che per il loro status erano esentati dal pagamento di imposte e dazi. Da qui il toponimo.

Panorama della Franciacorta, tra i vigneti e il lago d’Iseo

I monaci hanno lasciato in Franciacorta diverse testimonianze del loro passaggio. Per esempio, a Rodengo Saiano si trova la splendida abbazia olivetana di San Nicola, il cui nucleo originario è anteriore al XI secolo. Ricostruito nel Quattrocento, include una chiesa centrale e tre chiostri con splendide sale affrescate.

Il chiosco dell’abbazia di San Nicola

Da non perdere, poi, una gita in battello a Montisola, al centro del Lago d’Iseo, che sembra uscita da una fiaba. Accanto, si trova anche la piccola Isola di Loreto, con la sua villa-castello, di proprietà privata. Non si può sbarcare, ma si può fotografare.

Panorama di Montisola

Un’altra bella escursione è quella all’interno della Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, una splendida area naturale di 360 ettari fatta di specchi d’acqua limpidi e canneti dove dimorano diverse specie di uccelli. Da Provaglio d’Iseo parte un percorso ad anello di 4 km da fare a piedi per ammirare a pieno i paesaggi mozzafiato del parco.

Uno scorcio del Parco delle Torbiere del Sebino

All’interno della Riserva si trova lo splendido Monastero di San Pietro in Lamosa  la cui origine è antichissima. Si pensa infatti che qui sorgesse in epoca romana un tempio dedicato a Mitra, sul quale i monaci benedettini di Cluny costruirono un monastero nel 1083. Questo luogo ha una caratteristica che lo rende unico: nelle sue architetture si possono trovare secoli di storia e di stili. Per esempio, visitando il chiostro si possono ammirare reperti di epoca romano, longobarda e carolingia, mentre nell’architettura sono presenti elementi romanici, gotici, rinascimentali e barocchi.

Il Monastero di San Pietro in Lamosa

Non dimentichiamo, poi, che nel XVII secolo, in Franciacorta i nobili bresciano cominciarono a costruire le loro ville di villeggiatura. Alcune oggi si possono visitare, come Palazzo Porcellaga a Rovato, oppure Palazzo Torri a Corte Franca o, ancora, la Rocca di Passirano. Spostandosi invece a Cazzago San Martino si può ammirare il Castello di Bornato e Villa Orlando, in stile rinascimentale, ma situata all’interno di un castello medievale.

Particolare del Castello di Bornato

Franciacorta, le cantine da non perdere

Imperdibile durante un weekend in Franciacorta una visita a una o più cantine. Il punto di partenza è Erbusco, dove ha sede il Consorzio per la Tutela del Franciacorta e inizia La Strada del vino Franciacorta. Qui è possibile ricevere informazioni, reperire cartine sugli itinerari e prendere parte a degustazioni e tour guidati, oltre ad avere una lista delle cantine aderenti al consorzio.

Proprio a Erbusco si trovano due delle cantine più importanti. Cà del Bosco  è caratterizzata da uno splendido cancello dell’artista Arnaldo Pomodoro, che introduce a un’area di 22 mila metri quadrati.

La Cantina Cà del Bosco

La cantina Bellavista  comprende, oltre alla vigna, anche un albergo, un ristorante e una spa. Per chi vuole fermarsi qualche giorno in completo relax.

La cantina Bellavista

A Monticelli si trovano invece le Tenute La Montina  con la bella Villa Baiana e il ristorante annesso, tra le cantine storiche della Franciacorta.

I vigneti della tenuta La Montina

Come storica è anche la Cantina Lantieri , nel suggestivo borgo medievale di Capriolo, che include un agriturismo di charme, un ristorante e una piscina.

I terreni della cantina Lantieri

Spostandosi poi a Ome, la cantina Al Rocol vanta una tenuta di 34 ettari con agriturismo, B&B, una fattoria didattica e possibilità di fare passeggiate a piedi e in mountain bike.

La cantina Al Rocol

Tutte le cantine offrono visite guidate con degustazioni di Franciacorta abbinato a sapori tipici del territorio, come i formaggi DOP, come il provolone, il quartirolo, il taleggio, il Grana Padano e il Gorgonzola, oppure gli squisiti salumi, tra cui il lardo aromatizzato al vino e la ret, un insaccato a base di coscia di maiale aromatizzata con aglio, rosmarino, salvia e bianco di Franciacorta.

I rinomati formaggi della Franciacorta

INFO: www.franciacorta.net

…scopri nella seconda pagina la regione francese della Champagne…

In Champagne: Reims e la sua cattedrale

Una “somiglianza” e una vocazione, sia vitivinicola, sia per gli altrettanto celebri formaggi francesi, è quella tra la Franciacorta e la Champagne, la regione francese a 150 km a nord est di Parigi dove nascono alcune delle etichette più celebri del mondo. Suddivisa in quattro grandi zone vinicole, la Champagne è ricoperta per ben 34 mila ettari da vigneti. E le “capitali” indiscusse da cui partire per il nostro viaggio sono Reims e Epernay.

La strada del vino in Champagne

In un itinerario ideale che parte da Reims, imprescindibile una visita alla sua splendida cattedrale, celebre per essere stata la sede di ben 25 incoronazioni di re di Francia. La prima corona è stata quella di Luigi VIII, nel 1223, l’ultima quella di Carlo X, nel 1825. Tra quelle più celebri, quella di Carlo VII nel 1429, a cui partecipò anche Giovanna d’Arco.

La cattedrale di Reims, capolavoro del gotico

I lavori per la costruzione della cattedrale, tra i più importanti esempi di stile gotico in Europa, iniziarono nel 1211 per sostituire un edificio religioso preesistente distrutto da un incendio nel 1210. I lavori si protrassero per 80 anni.

Ingresso dell’enoteca Cave des Sacre a Reims

Nella Piazza della Cattedrale, potete iniziare il vostro “viaggio enologico” presso una (o entrambe) delle enoteche presenti: Cave des Sacre e Le Parvis).

Le cantine di Reims

Le cantine di Reims hanno una caratteristica che le rende uniche. Sono distribuite lungo una rete di gallerie sotterranee lunga più di 120 km, tra antichi rifugi e cave di tufo. Qui nascono le più celebri bollicine del mondo e si possono visitare grazie a tour guidati con degustazioni.

Ingresso delle cantine Ruinart

Per esempio, al 4 di Rue des Crayères si trova la Maison Ruinart, la più antica Maison de Champagne della regione. Risale infatti al 1729 ed è stata iscritta nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2015. La cantina è disposta su tre livelli sotterranei, nelle cave di gesso di epoca gallo-romana che arrivano fino a 40 metri di profondità. La visita guidata include anche una raffinata degustazione dei suoi grandi cru.

Le gallerie delle cantine Ruinart

Tra le “maison” di Reims da non perdere c’è la Wranken-Pommery, al 5 di Impasse du General Gouraud, dove centinaia di migliaia di bottiglie di pregiate bollicine “riposano” in 18 km di gallerie. Qui è nato il Pommery Nature, il primo Brut millesimato della storia, frutto dell’intuizione di Madame Pommery.

Ingresso delle cantine Pommery

È invece famosa in tutto il mondo per il suo “nastro rosso”, che è diventato il suo marchio di fabbrica, la cantina Mumm , al 34 di Rue Champ de Mars. Fondata nel 1827, da tre fratelli tedeschi, la cantina è poi stata sequestrata dai francesi durante la Prima Guerra Mondiale, poiché i suoi proprietari, nonostante vivessero in Francia da quasi un secolo, si erano sempre rifiutati di diventare francesi.

La cantina si caratterizza per il mulino a vento, all’ingresso dell’azienda. Il suo prodotto più famoso è il Cordon Rouge, appartenente al marchio Pernod Ricard. Il tour guidato include la visita alle cantine e al museo sulla produzione dello Champagne.

Interno delle cantine Muum

In Place des Droits-de-l’Homme 1 si trova invece la cantina Veuve Clicqout, famosa per i suoi champagne con l’etichetta arancione e il volto di Barbe-Nicole Clicqout, la prima donna a gestire una casa di produzione di champagne, dopo essere rimasta vedova a 28 anni. Le cantine si trovano a 20 metri di profondità e sono state fondate nel 1772. Tra i “pezzi” più celebri c’è una bottiglia del 1893 ritrovata in ottime condizioni nel 2008 nella credenza del Castello di Torosay, nell’Isola di Mull, in Scozia. I tour guidati abbinano la degustazione di champagne a ottimi formaggi locali.

Bottiglie di champagne nelle celle della cantina Veuve Clicqout

Da Reims ad Ay: viaggio attraverso la terra delle “bollicine”

Uscendo da Reims, a circa un chilometro e mezzo dal centro storico, al civico 9 di Place St Niçaise, si trova un’altra celebre cantina storica di Reims, la Taittinger . Qui sono conservate più di 15 milioni di bottiglie, dislocate in galleria di epoca romana, confinanti con quelle scavate dai monaci benedettini nel XIII secolo per conservare la produzione vinicola della vicina abbazia di Saint Niçaise.

Champagne delle cantine Taittinger

A un quarto d’ora di auto, invece, salendo sulla Montagne de Reims, si arriva alle cantine Canarde-Duchêne nel villaggio di Ludes, fondate nel 1868. Il percorso di visita inizia dai vigneti e prosegue nelle cantine, disposte su quattro livelli sotterranei, dove sono custodite 14 milioni di bottiglie di champagne.

La sede delle cantine Canarde-Duchêne

Il viaggio alla scoperta della Champagne (e dello Champagne!) prosegue poi nelle terre del Moet & Chandon. La prima tappa può essere Chamery, dove vale una sosta la chiesa del XII secolo con il suo magnifico campanile.

Chamery con il profilo della chiesa

A Chamery si trova un’altra celebre cantina, la Maison Feneuil-Pointillart , che effettua visite guidate con degustazioni delle sue celebri etichette, tra cui il Feneuil Pointillard – Champagne Cuvée Brut Tradition.

Casse di champagne della Maison Feneuil-Pointillart

Il tour delle cantine in questa splendida zona costellata di vigneti prosegue alla volta di Verzanay, dove si trova l’interessante Museo della Vigna per approfondire la storia dello Champagne e le tecniche di produzione.

Il museo della Vigna a Verzanay

Attraversando la splendida foresta di faggi Faux de Verzy si arriva poi ad Ay dove si trovano altre due storiche cantine che meritano una sosta. La prima è la Maison Ayala , fondata nel 1860 e fornitrice ufficiale di champagne per i reali inglesi.

Facciata della maison Ayala

Nel villaggio di Louvois si trova invece la storica maison Bollinger, fondata nel 1829. Le preziose “bollicine” invecchiano lungo 6 km di gallerie che si snodano sotto il centro abitato. Tra le etichette più celebri c’è il “Bollinger Crystal Set” che celebra lo champagne preferito da James Bond dal 1979. Le quotazioni si aggirano sui 6000 euro a bottiglia!

Épernay, la capitale del Moet & Chandon e del Dom Perignon

Si arriva quindi nella seconda “capitale” dello champagne, Épernay. Nei suoi 110 km di cantine sotterranee nascono le celeberrime etichette Moet & Chandon e Dom Perignon, famose in tutto il mondo. Si stima che qui “invecchino” più di 200 milioni di bottiglie.

Vigneti nella regione della Champagne

La famosa “maison” Moet & Chandon si trova in Avenue de Champagne 18 e le sue cantine, le più grandi della zona, sono lunghe ben 28 km e ospitano champagne del 1743, quando in Francia regnava Luigi XV.

Moet & Chandon, la sede

Sempre in Avenue de Champagne, ma ai civici 68 e 70, si trova la Maison Eugène Mercier, fondata nel 1871 dal ventenne Eugène Mercier che ebbe il merito di promuovere lo champagne non solo come vino d’elité ma alla portata di tutti. La cantina si trova a 30 metri di profondità e vanta ben 18 km di caverne e gallerie. La visita guidata si effettua con un trenino che attraversa, oltre alle cantine storiche, anche i vigneti e gli edifici, con soste per le degustazioni.

Le cantine Mercier

Infine, a 6 km a nord da Épernay si trova l’Abbazia di Saint Pierre d’Hautvillers dove, attorno al 1679, il monaco benedettino Pierre Perignon selezionò i migliori vigneti per produrre lo champagne che in suo onore ancora oggi è conosciuto in tutto il mondo come Dom Perignon.

Abbazia di Saint Pierre d’Hautvillers

La sua tomba si trova nella chiesa dell’abbazia, mentre una sua statua è stata eretta davanti alla sede di Moet & Chandon.

La statua di Dom Perignon davanti alla sede di Moet & Chandon

INFO

www.tourisme-champagne-ardenne.com

 




IL MONDO IN UN BICCHIERE. CHAMPAGNE LE BOLLICINE CHE DA SEMPRE SI BEVONO PER FESTEGGIARE

Quando si celebra un matrimonio, si festeggia una laurea, la nascita di un figlio o promozione di carriera, quando si celebra un evento speciale o si brinda al nuovo anno, la bottiglia più prestigiosa da stappare è immancabilmente lo champagne

Di Micol Bonazzoli

CLIMA E TERRITORIO

Lo champagne – che appartiene alla famiglia dei vini effervescenti ed è indiscutibilmente il più famoso al mondo – si produce esclusivamente nell’omonima regione francese, 150 km a est di Parigi. Delimitata da una legge del 1927, l’area di produzione si estende per poco più di 34.300 ettari.

Il territorio, ricco di fascino, vallate a vigneti e suggestivi paesaggi della tipica campagna francese, comprende 319 comuni suddivisi in 5 dipartimenti. È l’ultimo confine nel quale – per ragioni climatiche – può avvenire la crescita dell’uva, prima dei grandi freddi del nord.

Nella regione della Champagne si organizzano viaggi turistici ed escursioni con visita e degustazione nelle cantine più famose, lungo chilometri di gallerie sotterranee, milioni di bottiglie preziosamente conservate al riparo dalla luce e dal calore. A Reims o a Épernay, le visite alle cantine delle più celebri maison de champagne sono un must.

NATO DAL GENIO DI UN FRATE

Lo champagne è uno dei pochi vini ai quali è stato attribuito un inventore, l’abate benedettino Dom Pierre Pérignon. Intorno al 1670 il giovane monaco benedettino giunse all’abbazia d’Hautvillers, vicino a Épernay, con l’incarico di tesoriere: trovò il convento e le vigne in uno stato di totale abbandono e si adoperò per rimetterle in sesto. Negli anni il processo di produzione ha subito numerosi perfezionamenti che lo hanno reso un prodotto di eccellenza mondiale.

Lo champagne viene prodotto dalla mescolanza di tre uvaggi: pinot noir, pinot meunier e chardonnay.  Il metodo champenoise consiste principalmente nell’operare una doppia fermentazione: la prima del mosto, nel tino, la seconda del vino (ottenuto dalla prima fermentazione), nella bottiglia.

La raccolta è manuale (il disciplinare vieta l’uso delle macchine vendemmiatrici), la spremitura viene effettuata con torchi tradizionali o pneumatici (presse), l’indicazione del millesimo, (possibile ma non obbligatorio) avviene solo quando sono riuniti vini dello stesso anno.

È generalmente segno di una grande qualità. Il tappo di sughero delle bottiglie di champagne è caratteristico per la forma a fungo che assume dopo la stappatura.

CURIOSITÀ SULLO CHAMPAGNE

Lo Champagne è il solo vino che rende una donna bella dopo averlo bevuto, diceva la Marchesa di Pompadour; grande appassionato era anche Napoleone Bonaparte il quale, oltre a contribuire alla sua diffusione nel mondo, sosteneva: “Non posso vivere senza lo champagne, in caso di vittoria lo merito; in caso di sconfitta, ne ho bisogno”.

Divertente la definizione di Winston Churchill, accanito sostenitore il quale raccontava che il miglior champagne “è quello freddo, secco e gratis”.

Con forti picchi di consumo soprattutto durante le feste di fine anno, lo champagne rappresenta un business di proporzioni colossali. Nel mondo se ne stappano ogni anno oltre 330 milioni di bottiglie.

COME BERE LO CHAMPAGNE

Ostriche e champagne, caviale e champagne, aragosta e champagne. Un vino raffinato e indubbiamente costoso – che si abbina a qualunque cibo – ma soprattutto si presta per celebrare eventi festosi e di rilievo.

Lo champagne va servito freddo, ma non ghiacciato, prevalentemente fra o 6 e 10 gradi. Contrariamente alla tradizione che suggerisce di ordinarne una coppa, lo champagne si degusta in un calice a forma di tulipano, per permettere alle bollicine di mostrarsi al meglio e agli aromi di sprigionarsi