Sulle Dolomiti Lucane al via una nuova stagione del Volo dell’Angelo

Riparte il turismo tra le Dolomiti Lucane, montagne magiche tutte da vivere immersi nella natura, pronti a fare il pieno di adrenalina ed emozioni tra le tante esperienze outdoor

“La montagna non è solo nevi e dirupi, creste, torrenti. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro. Silenzio, tempo e misura”. Così Paolo Cognetti nel suo libro Le Otto Montagne (Premio Strega nel 2017) per raccontare il fascino che le cime hanno su chi le visita, le osserva o, come nel caso delle Dolomiti Lucane, le sorvola. E forse anche per questo, le montagne sono mete sempre più gettonate, soprattutto in questi tempi in cui a fare da padrone è ancora il turismo di prossimità, la voglia di stare all’aria aperta a contatto con la natura e gli ampi spazi.

Tutto è pronto per dare il via a una nuova adrenalinica stagione – la quattordicesima – del Volo dell’Angelo, il primo impianto italiano a moto inerziale e il più lungo di Europa, tutti i giorni (dalle 9.30 alle 18.30) tranne il mercoledì, mentre ad agosto senza interruzioni e fino al 7 novembre seguendo il calendario su www.volodellangelo.com

Era il 2007 quando il sogno di una rinascita turistica dei borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa ha preso vita. Allora sulle guglie e sui picchi d’arenaria volarono in 3155, un numero che sembra piccolo ma che in realtà va moltiplicato per tre, perché tante sono le persone che accompagnano in media chi effettua il Volo dell’Angelo. Negli anni le cifre sono cresciute, fino alla scorsa estate, quando, nonostante la pandemia, si è tagliato il traguardo di 17.100 voli (secondo nella classifica solo al 2017 che registrò il boom di 19026 voli).

A raggiungere i due borghi più belli d’Italia sono stati turisti provenienti principalmente dalla Puglia (il 28%), dalla Campania (il 14%), dal Lazio del 10%. Ha tenuto bene la stessa Basilicata con il 14%, ma anche dal Nord si è registrato il 7,50% di presenze Lombarde.

Il Volo dell’Angelo

Si vola a 120 chilometri orari lungo un carrello, che scorre lungo un cavo d’acciaio (collegato alle due estremità opposte dei due paesi) e due sono le stazioni di “partenza e arrivo”, posizionate a diversa altitudine, rispettivamente di 118 e 130 metri. La prima, detta di San Martino, parte da Pietrapertosa (la stazione di lancio è quasi nel cuore del paese, a metà della scalinata che porta al castello arabo-normanno e la quota di partenza supera i 1000 metri) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo 859 mt) dopo aver percorso 1415 metri e raggiungendo una velocità massima di 110 Km/h.

La linea Paschiere, invece, permette di lanciarsi da Castelmezzano (il punto di partenza si raggiunge con una camminata di 20 minuti, in un ambiente selvaggio e incontaminato; quota di partenza 1019 metri) e arriva a Pietrapertosa (quota di arrivo 888 metri), su una distanza di 1452 metri! Il Volo dell’Angelo, da soli, è consentito a tutti coloro che abbiamo compiuto 16 anni e con un peso corporeo compreso tra i 35 e i 120 chilogrammi.

Se in coppia, è consentito a coloro che insieme non superino il peso complessivo di 150 Kg e non abbiamo fra loro una differenza di peso superiore ai 40 gr. Se accompagnati da un adulto, il volo in coppia può essere effettuato da tutti i ragazzi che abbiamo almeno compiuto i 12 anni.

La Grande Madre torna in una nuova veste

 Mille anni di storie e leggende impresse sulle rocce di Castelmezzano. “La Grande Madre” è uno spettacolo unico, fantasmagorico. Spettacolo di luci, suoni, colori. E parole. Un racconto emozionante che diventa ancora più seducente perché proposto in un luogo incantato: viene proiettato sulle guglie di arenaria, all’interno del Castrum Medianum, il fortilizio di origine normanno-svevo, su quelle piccole Dolomiti lucane che affascinano per la loro conformazione.

Da quest’anno lo spettacolo si rinnova completamente (tutte le sere fino al 12 settembre; due spettacoli, al tramonto e calar della notte). Nuovi testi ed effetti sonori, accompagnano i turisti alla comprensione della storia di un borgo inserito tra i più belli d’Italia, che già nei secoli addietro è stato teatro di vicende storiche e politiche.

Vicende che s’incrociano con leggende e miracoli, in nome della Madonna, Santa Maria dell’Olmo, a tenere insieme i fili di questa storia. Da qui sono passati i monaci basiliani, e poi i longobardi, i normanni, gli aragonesi e gli angioini. Fino ai baroni e ai feudatari. Castelmezzano fu tappa nei cammini dei cavalieri templari. Le pareti di roccia fanno da supporto a proiezioni e filmati ad alta definizione con effetti 3D, che permettono un’immersione nella storia alla scoperta della bellezza del sito (lo spettacolo dura circa 27minuti)

E attraverso queste immagini, suggellate da musiche ed effetti sonori straordinari, che si inizia già a comprendere qualcosa anche di quello che da vedere il borgo offre. Ad iniziare proprio dalle testimonianze legate ai templari: tracce della loro presenza si riscontrano nella toponomastica delle strade e nello stesso stemma comunale che riproduce il sigillo dell’ordine del Tempio: raffigura due cavalieri in sella a un unico destriero.

C’è persino una croce su un muro proprio attaccato alla Chiesa di Santa Maria dell’Olmo e l’olmo ha un significato particolare per i Templari, è una pianta sacra che significava capienza e perfezione. Il centro storico affascina nel suo insieme: le costruzioni arroccate, i balconi fioriti, scale e scalette e Piazza Emilio Caizzo, una terrazza su un panorama che toglie il fiato.

Lo slargo più pittoresco e fotografato del centro storico, su cui si affaccia la Chiesa di Santa Maria dell’Olmo. La leggenda vuole che il primo nucleo urbano sia stato fondato da Paolino, un pastore deciso a nascondersi tra le montagne per sfuggire alle frequenti incursioni saracene. La radice latina del nome, “Castrum”, ne indica proprio un luogo fortificato.




ADRENALINA LUCANA CON IL “VOLO DELL’ANGELO”

Di Raffaele d’Argenzio

E’ senza dubbio affascinante guardarsi intorno  in questo scenario delle Piccole Dolomiti Lucane, inaspettate e da scoprire. Non è vero che io ed i miei amici siamo i primi, ma ci pare di esserlo. Il gusto della scoperta  ha un sapore  intenso, virile, che dà energia e coraggio.  Ora guardo quel borgo lassù, e so che devo raggiungerlo, che voglio raggiungerlo.

 

E’ Pietrapertosa ( pietra bucata), anche esso uno dei Borghi più belli d’Italia. Ma per raggiungerlo prendo la strada più breve, quella del volo. Ma ne avrò il coraggio?

Per arrivare al punto da cui si spicca il volo, la strada è certamente in salita, ma ci si abitua subito, passo dopo passo, si fa del trekking, la polvere cittadina viene spazzata via. Eccoci qui, arrivati. Ci si guarda nell’indecisione, si va non si va? Si vola o non si vola? I più giovani sono entusiasti, gli adulti indecisi guardano il panorama stupendo prendendo tempo, ma il gusto della scoperta ha il sapore del coraggio. Non si torna indietro: IO VOLO!

E’ un attimo, mi imbracano con le misure di sicurezza, il casco per  forare l’aria come un proiettile e poi parto. Sai che sei appeso ad un cavo d’acciao, sicuro, ma non sono abituato a non sentire sulla sotto di me. Ti sembra di volare davvero, il panorama è stupendo  e la velocità di oltre 100 km orari ti inietta adrenalina pura nelle vene, adrenalina lucana. Arrrivi e vorresti non fosse già finito. Ma poi pensi che puoi fare il volo del ritorno.

(www.volodellangelo.com)

Veduta di Pietrapertosa

PIETRAPERTOSA, SULLE TRACCE DEGLI ARABI

Ora sono a Pietrapertosa, anche qui guglie e forme modellate dall’acqua e dal vento. Anche qui una bella chiesa,  quella del Convento San Francesco, un grande convento che non ti aspetti in un piccolo borgo. Affreschi interessanti tardo 1400.

Anche interessante  il quartiere dell’Arabata, infatti questo borgo  fu creato proprio dagli arabi intorno all’anno mille, guidati dal principe Bomar. Viuzze, scale, case scavate nella roccia, e poi piccoli orti verdi,  protetti dalle case abbarbicate alla montagna, che ricordano le case arabe. Che Piertrapertosa fosse un borgo unico e interessante lo testimoniano anche le foto scattate qui dal grande fotografo Henri Cartier-Bresson. Ed ora le riproduzioni di quelle foto sono sparse nelle stradine a dimostrazione che qui il tempo ha assunto un’altra dimensione.

Ed anche qui  una salita (ma siamo nelle Dolomiti, no? Anche se Piccole) un castello Normanno, un ampliamento di  quello arabo precedente. E qui si trova  la famosa pietra pertosa (pietra bucata) che ha dato il nome al paese. Una grande caverna intorno alla quale  era stata fatta la fortezza.

Da qui un panorama stupendo sulla valle del Basento, anche qui a volte si può arrivare a vedere il golfo di Taranto.

 

Dove mangiare? Alla “ Locanda di Pietra”, ho mangiato bene, piatti della tradizione lucana, curati con materie prima di qualità.

Ristorante Alla Locanda di Pietra

Si sta bene a Pietrapertosa, l’occasione per tornarci è a metà agosto per l’evento “Sulle tracce degli Arabi”.  Ci sarà anche la danza del ventre. Io vorrei ma non posso.

Il Volo dell’Angelo mi aspetta. E pare che questa tratta da Pietrapertosa a Castelmezzano sia ancora più bella.

www.comune.pietrsapertosa.pz.it

Il volo degli innamorati