Weekend “hygge” a Copenhagen: storia, castelli, design e “smørrebrød”

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di Cesare Zucca
Benvenuti a Copenhagen, Capitale Mondiale dell’Architettura UNESCO.
Nel 2023, per celebrare il design e l’architettura danese, la città ha inaugurato nuovi padiglioni portuali e dell’attesissimo museo del bunker sotterraneo Regan Vest.
Per gli amanti dell’architettura verranno organizzate visite al Danish Architecture Center e tour guidati alle opere del celebre architetto Jørn Utzon, che ha creato l’Opera House di Sydney.
Passato e futuro: la mostra Made in Denmark porta i visitatori alla scoperta della storia dell’architettura danese dall’epoca vichinga , mentre con un rocambolesco salto indietro nel passato, potreme scoprire i maestosi castelli, dove l’autenticità degli esterni e degli interni sono rimasti invariati nel tempo.

I CASTELLI DA VEDERE

Amalienborg
Racconta la storia di una delle monarchie più antiche del mondo. Il palazzo , in stile rocoò,  risale al 1700 ed è costituito da quattro strutture, residenze reali per regnanti, eredi al trono e ospiti illustri. Si affaccia sulla grandiose piazza dove potrete assistere al quotidiano cambio delle guardie Den Kongelige LivgardeFrederiksborg
Splendido palazzo costruito nel 1600 su volere di Re Cristiano IV. SI trova sui tre isolotti dell’affascinante lago sulla parte nord della città, Hillerød. Ospita anche il Museo di Storia Nazionale Danese.

Rosemborg
Nel centro di Copenaghen. costruito nel 1606-1607 come residenza estiva per ordine di Cristiano IV. Da oltre 400 anni custodisce i tesori più preziosi di re e regine danesi, trai quali spicca la Corona di Cristiano V,  ispirata a quella di Carlomagno e simbolo della monarchia e dello Stato danese.

Frederiksberg
Nato come residenza estiva per la famiglia Reale, oggi ospita l’Accademia per Ufficiale dell’Esercito Reale Danese. In sile barocco, impreziosito da  giardini curati in ogni minimo dettaglio e  da un piccolo gioiello nascosto: la suggestiva Cappella Reale

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Poco distante da Copenhagen, è conosciuto come la casa di Amleto. Qui infatti Shakespeare ha ambientato il suo dramma.
Le malelingue dicono che lo scrittore non ci fosse mai stato, ma sarebbe stato un attore in sua compagnia a raccontargli di questa possente fortezza.
Ogni giorno, all’improvviso le pareti risuonano delle voci dei personaggi di Amleto, che appaiono, come fantasmi, perfettamente interpretati da bravissimi attori che danno vita alle tragiche vicende del dramma.

Christiansborg
Famoso per la sua sala ricoperta da 17 arazzi giganti, che raccontano 1000 anni di storia danese e sede dei ricevimenti ufficiali alla presenza della Regina Margherita, tra un luccichio di uniformi e grandi abiti da serae un protocollo che chiede agli ospiti di arrivare in carrozza.

Sua Maestà la Regina Margrethe, attualmentete la regnante che vanta più anni di regno,  è molto amata dal popolo danese. Gli spendidi arazzi sono un regalo dell’industria danese per il suo compleanno nel 1990. Raccontano la storia della Danimarca e del mondo, tra cui l’era vichinga, il medioevo, la monarchia assoluta, la riforma, la seconda guerra mondiale, il presente e persino il futuro.
Da buongustaio non ho resistito alla tentazione di scendere nelle mitiche Cucine Reali per scoprire i retroscena di un banchetto ufficiale, curiosare tra le ricette della Regina e ammirare una delle collezioni di stoviglie in rame più grandi d’Europa

Dopo tanto lusso e abbondanza” culinaria”  impossibile non avere un certo lalnguorino e alora, alla caccia del piatto che i danesi amano alla follia… tutti a tavola con lesmørrebrød”
Sia nei baracchini street food che nelle trattorie più informali o nei ristoranti gourmet, troverete “Sol over Gudhjem” il piatto tipico della cucina danese. Deriva da un pittoresco borgo di pescatori sull’isola di Bornholmm ed è fatto di tartine smørrebrød, cioè fette di pane di segale imburrate e tradizionalmente ricoperte da svariati tipi di toppiing: anguilla, aringa, salmone, gamberetti e altri pesci affumicati oltre a versioni con carne o vegetariane a base di uova accompagnate da ravanelli, cipolla rossa. l’aneto, l’erba cipollina e barbabietole.
Non mancano svariate versioni “gourmet” con prosciutto crudo,pomodori secchi e avocado oppure con uova al tegamino e bacon o con gamberetti, salmone e avocado

Dove mangiare il migliore smørrebrød
Frk Barners Kaelder  
Ristorante tipico, senza pretese, con i piatti succulenti della Signora Barner, famosa per le sue aringhe condite con mela, aneto e servite con lardo, capperi e tritato di cipolline da spalmare su pane integrale fatto in casa, il tutto innaffiato da un bicchierino di grappa.
Un piatto squisito! E ve lo dice uno che odia grappa e aringhe…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Ecco la ricetta classica per prepararne una dozzina.
Ingredienti

  • Burro 60 g
  • Pane di segale 12 fette
  • Uova 6
  • Cipolla rossa qualche fettina
  • Cetriolini sott’aceto 3
  • Gamberetti 6
    Preparazione
    Marinate l’aringa con olio extravergine d’oliva e il succo di limone, sgocciolotela.
    Tagliate a rondelle la cipolla e a fettine i cetriolini.e disponete il tutto su una fette il pane nero di segale abbondantemente spalmato di burro
    Cuocete le uova per poi tagliarle a metà. Ultimate guarnendo ogni fetta con: metà uovo sodo, un gamberetto, due fettine di cetriolini, alcune rondelle di cipolla e ornando con rametti di erbe aromatiche a piacere

Dopo un’intensa giornata… rilassatevi in una spa galleggiante
Copenhot
offre un momento indimenticabile di relax eccezionale. Questo concetto di New Nordic Wellness propone delle installazioni spa all’aperto in un contesto urbano, con acqua di mare pulita e del calore creato dalla legna da ardere. Navigare o risalassarsi con amici in una jacuzzi galleggiante all’aria aperta… la scelta è ampia: bagni caldi all’aperto e saune panoramiche che offrono una meravigliosa vista sul porto e sull’orizzonte

Gente sempre sorridente, educata e serena. Sembra che qui tutti scoprano il segreto della felicità “hygge”, intraducibile parola danese che invita a godersi i piaceri semplici della vita e vivere, da soli o con gli amici, a casa o fuori, momenti speciali e felici.

Una dritta: la Copenhagen Card
Utile e preziosa, una vera amica! Sto parlando della Copenhagen Card, un pass che permette di visitare ben 86 musei e attrazioni, utilizzare gratuitamente tutti i mezzi pubblici e beneficiare di sconti su tour, bar e ristoranti. L’ho usata anche per un suggestivo tour dei canali che passa sotti i ponti della città, alcuni bassissimi, occhio alle zuccate…

INFO
Visit Denmark
Le top 10 di Weeken Premium – Gennaio

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.  Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative. Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta in stile ‘Turista non Turista’
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Welcome to Copenhagen, the UNESCO World Capital of Architecture in 2023.
For architecture lovers, visits to the Danish Architecture Center and guided tours of the works of the famous architect Jørn Utzon, who created the Sydney Opera House, will be organised.
Past and future: the Made in Denmark exhibition takes visitors on a discovery of the history of Danish architecture from the Viking age, while with a daring leap back into the past, we can discover the majestic castles, where the authenticity of the exteriors and interiors are remained unchanged over time.

THE CASTLES TO SEE
Amalienborg
It tells the story of one of the oldest monarchies in the world. The palace, in rocoò style, dates back to the 1700s and consists of four structures, royal residences for rulers, heirs to the throne and illustrious guests. It overlooks the grand square where you can watch the daily changing of the Den Kongelige Livgarde Frederiksborg guards
Splendid palace built in 1600 at the behest of King Christian IV. It is located on the three islets of the charming lake on the north side of the city, Hillerød. It also houses the Danish National History Museum.

Rosemborg
In the center of Copenhagen. built in 1606-1607 as a summer residence by order of Christian IV. For over 400 years, it has kept the most precious treasures of Danish kings and queens, among which the Crown of Christian V stands out, inspired by that of Charlemagne and a symbol of the Danish monarchy and state.

Frederiksberg
Originally a summer residence for the Royal family, it now houses the Royal Danish Army Officer Academy. In Baroque style, embellished by  gardens cared for down to the smallest detail and  by a small hidden jewel: the suggestive Royal Chapel

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Not far from Copenhagen, it is known as the home of Hamlet. Here in fact Shakespeare set his play. The gossips say that the writer had never been there, but it would have been an actor in his company to tell him about this mighty fortress.
Every day, the walls suddenly resound with the voices of Hamlet’s characters, who appear, like ghosts, perfectly played by very good actors who give life to the tragic events of the drama.

Christiansborg
Famous for its hall covered with 17 giant tapestries, which tell 1000 years of Danish history and venue for official receptions in the presence of Queen Margaret, amidst a glitter of uniforms and large evening gowns and a protocol asking guests to arrive by carriage.

Her Majesty Queen Margrethe, currently the ruler who boasts the most years of reign, is much loved by the Danish people. The splendid tapestries are a gift from Danish industry on his birthday in 1990. They tell the history of Denmark and the world, including the Viking Age, the Middle Ages, the absolute monarchy, the reformation, the Second World War, the present and even the future.
As a gourmet, I couldn’t resist the temptation to go down to the legendary Royal Kitchens to discover the background of an official banquet, browse through the Queen’s recipes and admire one of the largest copper tableware collections in Europe

After so much luxury and “culinary” abundance, it’s impossible not to have a certain hunger and so, on the hunt for the dish that the Danes madly love… everyone at the table with the “smørrebrød”
Both in street food stalls and in more informal trattorias or gourmet restaurants, you will find “Sol over Gudhjem” the typical dish of Danish cuisine. It comes from a picturesque fishing village on the island of Bornholmm and is made of smørrebrød canapés, i.e. slices of buttered rye bread traditionally covered with various types of toppiing: eel, herring, salmon, shrimp and other smoked fish as well as versions with meat or egg-based vegetarian accompanied by radish, red onion. dill, chives and beets.
There are also various “gourmet” versions with raw ham, dried tomatoes and avocado or with fried eggs and bacon or with shrimp, salmon and avocado

Where to eat the best smørrebrød
Frk Barners Kaelder
Typical restaurant, unpretentious, with the succulent dishes of Mrs. Barner, famous for her herring seasoned with apple, dill and served with lard, capers and chopped onions to spread on homemade wholemeal bread, all washed down with a glass of brandy.
An exquisite dish! And someone who hates grappa and herring tells you that…

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Here is the classic recipe to prepare a dozen.
Ingredients

Butter 60 g
Rye bread 12 slices
Eggs 6
A few slices of red onion
Pickled gherkins 3
Shrimps 6
Preparation
Marinate the herring with extra virgin olive oil and lemon juice, drain.
Cut the onion into rings and the gherkins into slices. Arrange the black rye bread generously spread with butter on one slice
Cook the eggs and then cut them in half. Finish by garnishing each slice with: half a hard-boiled egg, a prawn, two slices of gherkins, a few slices of onion and decorating with sprigs of aromatic herbs to taste. Enjoy!

After a busy day… unwind in a floating spa
Copenhot offers an unforgettable moment of exceptional relaxation. This New Nordic Wellness concept offers outdoor spa installations in an urban setting, with clean sea water and heat created by firewood. Sailing or relaxing with friends in an open-air floating jacuzzi… the choice is vast: open-air hot baths and panoramic saunas that offer a wonderful view of the port and the horizon

People always smiling, polite and serene. It seems that here everyone discovers the secret of happiness “hygge”, an untranslatable Danish word that invites you to enjoy the simple pleasures of life and experience special and happy moments, alone or with friends, at home or away.

Tip: the Copenhagen Card
Useful and precious, a true friend! I’m talking about the Copenhagen Card, a pass that allows you to visit 86 museums and attractions, use all public transport for free and benefit from discounts on tours, bars and restaurants. I also used it for a suggestive tour of the canals which passes under the bridges of the city, some very low, be careful not to hit your head!

INFO
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CESARE ZUCCA Travel, food & lifestyle.
Milanese by birth, Cesare lives between New York, Milan and the rest of the world. For WEEKEND PREMIUM he photographs and writes about cities, cultures, lifestyles. He likes to discover both traditional and innovative gastronomic delights. Cesare meets and interview top chefs from all over the world, ‘steals’ their recipes in a ”
non touristy tourist ” style 



I 10 castelli più belli della Svizzera

Continua la serie della rubrica TOP10 dedicata ai castelli. Questa settimana rimaniamo in Europa e andiamo alla scoperta dei 10 castelli più belli della Svizzera, tutti da scoprire, tra i meglio conservati dell’vecchio continente, tra roccaforti inespugnabili, palazzi raffinati e dimore eleganti, tutti immersi in paesaggi mozzafiato, tra laghi e la bellezza delle Alpi.

1.Castello di Chillon

Il Castello di Chillon è il più famoso e visitato di tutta la Svizzera. Spicca per il suo aspetto fiabesco e la location mozzafiato. Sorge infatti su un’isola rocciosa sul Lago di Ginevra, tra Montreaux e Villeneuve, del cantone di Vaud, punto di accesso alla valle del Rodano. Colpisce la vista per le sue pareti slanciate verso il cielo e le sue torri. Dal XII al XVI secolo è stato di proprietà della famiglia dei Savoia, per poi passare ai Bernese, che lo tennero dal 1536 al 1798. Oggi, invece, appartiene al Cantone di Vaud e fa parte del Patrimonio Culturale Nazionale Svizzero. Il castello ha funto anche da prigione di Stato e oggi si può visitare, ammirando la grandi sale, le stanze da letto e gli splendidi cortili.

2.Castello di Tarasp

I lavori per la costruzione del Castello di Tarasp iniziarono nel 1094 su impulso di Ulrico I, che voleva difendere la cittadina omonima, nel Cantone dei Grigioni, nella Svizzera orientale, al confine con l’Austria e l’Italia. Il castello, in stile romanico, venne quindi costruito su una collina a mille metri sul livello del mare, e veglia sul borgo. Nell’11° secolo, sotto il dominio austriaco degli Asburgo, vennero aggiunte alcune parti, mentre l’aspetto odierno è frutto di restauri novecenteschi. Oggi il castello è proprietà privata, ma è comunque possibile visitare alcune sale, tra cui la cappella. Da non perdere il parco, con vista mozzafiato sui laghi e sulle Alpi della Bassa Engadina.

3.Castello di Aigle

Il Castello di Aigle gode di una splendida posizione. È infatti immerso tra i vigneti, sulla riva sud est del Lago di Ginevra, nel Cantone di Vaud e nel comune omonimo. La sua costruzione è iniziata nel XII secolo per conto dei Cavalieri di Aigle, e in quello successivo sono state aggiunte le fortificazioni, tra cui un mastio centrale e una cortina muraria. Negli anni Settanta del Novecento, poi, tutto il complesso è stato restaurato e oggi ospita il Museo della Vite e del Vino. Attraverso la visita guidata al museo si possono ammirare le splendide sale e i dipinti del XVI e XVII secolo.

4.Castello di Tourbillon

Il Castello di Tourbillon si trova nel Canton Vallese e domina la città di Sion da una collina che sembra guardare la vicina Basilica di Valére. Il castello fu fatto costruire dal vescovo Bonifacio de Challant alla fine del XIII secolo. In questo periodo, infatti, tutta la zona era dominio della Chiesa Cattolica e il castello era la residenza ufficiale del Vescovo di Tourbillon. Il nucleo originario del castello è stato distrutto da un incendio nel 1788, ma una cappella del XV secolo è stata risparmiata dalle fiamme. Oggi, la salita al castello è ripida e faticosa, ma ne vale assolutamente la pena per ammirare il panorama mozzafiato che si gode dall’alto delle sue mura.

5.Castello di Oberhofen

Nella nostra TOP 10 entra a pieno titolo anche il Castello di Oberhofen che si specchia nelle acque trasparenti del lago di Thun, nel Cantone di Berna. La costruzione del complesso ha avuto inizio nel 1200 e si è protratta per diversi secoli, dando vita a una sorprendente varietà di stili architettonici, tra cui spiccano un salone per fumatori turchi e una cappella del XIII secolo con affreschi romanici. Da non perdere le sale neogotiche con le armature dei cavalieri e la Cappella con pitture risalenti al tardo XV secolo. Il castello è poi circondato da un parco di 2,5 ettari, risalente al 1840, che testimonia le diverse correnti della storia del giardinaggio, tra boschetti, legni esotici, composizioni floreali e la pittoresca torretta. Il tutto circondato dal panorama mozzafiato dell’arco alpino che si affaccia sul lago.

6.Castello di Rapperswill

Circondato su tre lati dal Lago di Zurigo, il Castello di Rapperswill è il simbolo della pittoresca Città delle Rose. Costruito verso la fine del XII secolo, nel corso di quello successivo ha svolto un ruolo fondamentale nel controllo delle navi che transitavano sul lago. Con il tempo, il torrione a base triangolare è caduto in rovina ed è stato restaurato nel 1870 dal conte polacco Wladyslaw Broel-Plater, che ne ha anche fatto la sede di un Museo Nazionale Polacco. Oggi, visitando il museo, si possono ammirare gli interni, le sale di rappresentanza e le segrete, tutte restaurate rispettando lo stile medievale. Inoltre, sul versante meridionale della collina, si trova il vigneto più antico del Lago di Zurigo, dove crescono splendide viti di Pinot Nero.

7.Castelgrande

Castelgrande, detto anche Castelvecchio, Castello di San Michele o Castello dell’Uri è il più antico di quelli che sorgono sulle colline che circondano la città di Bellinzona. Tutti e tre, poi, sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel Duemila. Il castello sorge in posizione strategica, su un promontorio roccioso a metà della Valle del Ticino e all’imbocco di tre principali valichi che collegano il Nord al Sud dell’Europa: il Lucomagno, il San Gottardo e il San Bernardino. La parte più antica, ancora esistente, risale al X secolo. Spicca per le sue splendide due torri, chiamate Torre Bianca e Torre Nera, dal colore delle pietre con cui sono state costruite. Il castello si può visitare tutto l’anno.

8.Castello di Montebello

Anche il Castello di Montebello, detto anche Castello Piccolo o Castello di Mezzo, sorge sulle colline di Bellinzona ed è Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Insieme a Castelgrande e al Castello di Sasso Corbaro fa parte del complesso medievale realizzato nel XIII secolo dal Casato dei Rusca, signori di Como, che si rifugiarono a Bellinzona durante l’occupazione di Milano. In origine, esistevano solo il mastio, due cortili e alcune abitazioni. Poi, nel XIV secolo vennero aggiunti i merli ghibellini, nuove mura con torri a pianta circolare e poligonali. Tutto il complesso è poi stato restaurato nel Novecento e oggi è sede del Museo Civico.

9.Castello di Spiez

Il Castello di Spiez si trova nella cittadina omonima, nel Cantone di Berna ed è uno dei più antichi della Svizzera. Il suo nucleo originario risale infatti al 933 quando questa zona era governata dall’Italia. Il suo ampliamento avvenne poi nel corso dei sei secoli successivi e oggi il castello è un raro esempio di complesso in cui ammirare stili architettonici diversi. Per esempio, l’antica chiesa è in stile primo romanico, mentre le sale di corte sono in stile rinascimentale. La parte meridionale, invece, è stata completata nel XVIII secolo in stile barocco.

10.Castello di Vufflens

Chiude la nostra TOP 10 il Castello di Vufflens che si trova nel comune di Vufflens-le-Chateau, nel Cantone di Vaud. La sua costruzione risale al XV secolo e spicca per la sua imponente torre centrale. È considerato uno dei migliori esempi di fortezze vodesi costruite nell’Alto Medioevo. Oggi, il castello è proprietà privata e non è visitabile. Tuttavia, non si può perdere ‘l’occasione di ammirarlo in tutta la sua bellezza dalla lussureggiante campagna circostante. Da mettere in agenda anche una passeggiata tra i vigneti sulla riva nord del Lago di Ginevra.




I 10 castelli più belli di Svezia

Forse meno conosciuti di altri, ma anch’essi di una bellezza mozzafiato, i castelli di Svezia custodiscono tra le loro mura secoli di storia. Molti sono di origine medievali, altri rinascimentale. Ma quali sono i più belli e assolutamente da non perdere per chi visita il paese scandinavo? Eccoli nella nostra TOP 10 della settimana.

1.Castello di Drottingholm

Anche la Svezia ha la sua Versailles. È lo splendido castello di Drottingholm circondato dal suo magnifico parso. Si trova a pochi chilometri da Stoccolma e dal 1991 è la residenza della casa Reale Svedese, che vive nell’area meridionale. La sua costruzione risale al 1662 per ospitare la regina Hedvig Eleonora e i lavori sono stati diretti dal più famoso architetto svedese dell’epoca, Nicodemus Tessin il Vecchio. Il castello venne poi portato a termine da suo figlio, Nicodemus Tessin il Giovane. L’architettura si ispira a quella francese e italiana dell’epoca. Anche l’immenso giardino, completato in fasi diverse, è in stili differenti, che spaziano dal barocco all’inglese, allo stile italiano. Nel parco si trovano anche il suggestivo Padiglione Cinese e il Teatro di Corte, con arredamento e macchinari di scena originali del Seicento. Patrimonio dell’Umanità UNESCO è tra le dimore reali più sfarzose e meglio conservate.

2. Castello di Kalmar

Sembra sorgere dall’acqua come nelle fiabe. Il castello di Kalmar si trova nei pressi del porto dell’omonima cittadina medievale ed è considerato uno dei più belli di tutto il Nord Europa. Insieme alla fortezza di Älvsborg, quella di Vyborg e quella delle Tre Kronor è anche considerato tra i più importanti dal punto di vista storico per la sua valenza strategica. Il primo nucleo, costituito da una sola torre difensiva, risale al 12° secolo e aveva lo scopo di difendere la cittadina dagli assalti dei pirati. La cinta muraria e le altre torri, quattro in totale, e il castello centrale, invece, furono aggiunti alla fine del XIII secolo. Il castello è aperto al pubblico per le visite guidate e vi si tengono sovente anche matrimoni.

3. Castello di Läckö

Il magnifico castello di Läckö nel 2001 è stato eletto “il castello più bello di Svezia” e non è difficile capire il perché. Posizionato sull’isola di Kållandsö, nel lago Vänern è circondato dall’acqua su tre lati. Il suo nucleo è medievale. Risale infatti al XIII secolo, ma è stato completato e abbellito solo nel 1615 su impulso del conte generale Jacob Pontus De la Gardie che lo aveva rilevato e poi di suo figlio Magnus, che ne fece la sua dimora.

4. Fortezza di Eketorps

La suggestiva Fortezza di Eketorps si trova a Öland, la cui zona meridionale è stata tutta dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità poiché testimonia esempi unici ed eccezionali di antichi insediamenti umani, fin dall’Età del Ferro. La Fortezza è stata costruita in tre diverse fasi. Le prime due nell’Età del Ferro e la terza nel Medioevo. Il sito, inoltre, porta anche altre importanti testimonianze del passato, con resti di abitazioni ed edifici costruite dal 300 al 1240 a.C. La fortezza si presenta come un complesso circolare e una cinta muraria dal diametro di 80 metri che circonda gli edifici interni.

5. Castello di Malmöhus

Situato a Malmö, nel sud della Svezia, il Castello di Malmöhus è il più antico castello rinascimentale ancora presente in Scandinavia. Il primo nucleo è stato costruito nel 1434 per conto di Eric di Pomerania. Il castello venne poi demolito all’inizio del XVI secolo. Venne poi ricostruito tra il 1537 e il 1542 in stile rinascimentale. Oggi, al suo interno si trovano il Museo d’Arte e il Museo Municipale di Malmö. Inoltre, si possono ancora ammirare la Casa del Comandante e un mulino a vento olandese, ospitato nel parco adiacente.

6. Castello di Gripsholm

 Il meraviglioso Castello di Gripsholm sorge sulle rive del lago Mälaren, nella cittadina di Mariefred, nella Svezia meridionale, a circa 60 km da Stoccolma. In stile rinascimentale, è stato costruito durante il regno di re Gustav Vasa, nel 1537. Da allora, il castello è sempre appartenuto alla famiglia reale svedese ed è stato utilizzato come residenza fin dal 1713. Tra il 1563 e il 1567 è stato anche utilizzato come prigione da parte di Erik XIV di Svezia, che vi rinchiuse il fratello Giovanni e la moglie Caterina Jagellona. Sempre qui, il 20 giugno 1566 è nato Sigismondo III di Svezia. Ancora oggi, il castello ospita la National Portrait Gallery, una delle più antiche gallerie di ritratti del mondo.

7. Fortezza di Bohus

La Fortezza di Bohus si trova nella cittadina svedese di Kungälv, in prossimità del vecchio confine con la Norvegia. Un tempo, questi territori appartenevano ai norvegesi e furono proprio loro a costruirla. Fu fatta erigere infatti, nel 1308 dal re Haakon V Magnusson per difendere i propri confini dagli svedesi. In granito e mattoni rossi, è una delle fortezze medievali meglio conservate e costruite del Paese. Nel 1450 venne aggiunto un muro spesso 3 metri e di altezza variabile tra gli 8,5 e i 13,5 metri, adattata al terreno, con quattro torri agli angoli. Vanta il primato di non essere mai stata espugnata, nonostante i numerosi assedi.

8. Castello di Örebro

 Nella nostra TOP 10 anche il meraviglioso Castello di Örebro, che si trova nell’omonima città, la sesta più grande di Svezia. Costruito da re Carlo IX, si compone di quattro piani, di cui tre che circondano il cortile con una torre a base circolare su ogni lato. Durante il periodo medievale è stato una delle fortezze difensive più importanti di Svezia. È stata anche un fondamentale centro logistico, che teneva traccia di ogni nave entrasse sul fiume Svartån. Nel Seicento passò poi alla famiglia reale svedese, che lo trasformò in elegante residenza, dotandolo di raffinati interni barocchi. In seguitò divenne il fulcro delle cerimonie ufficiali e delle incoronazioni dei re svedesi.

9. Castello di Halmstad

 Di piccole dimensioni, ma di rara bellezza, il Castello di Halmstad è situato nell’omonima contea, nella provincia di Halland. Durante la prima metà del XVII secolo, tuttavia, questa era una provincia danese e il castello fu costruito in stile rinascimentale. Dal 1770 a oggi è stato restaurato e ricostruito diverse volte. In tempi recenti, è diventata la sede del governatore della contea di Halland.  Spicca per il colore rosso delle sue pareti, tinta che “veste” dal 1998. In precedenza, era stato di un rosso rosate e, ancora prima giallo e di molte altre sfumature.

10. Castello di Teleborg

 Situato nella zona settentrionale dell’Università di Linneo, nei pressi del Lago di Trummen e a circa 5 km a sud del centro della città di Växjö il Castello di Teleborg chiude la nostra TOP 10. Nonostante il suo aspetto sia quello di un castello medievale, in realtà è stato costruito nel Novecento dallo studio di architettura Lindvall & Boklung e fu il regalo di nozze del conte Fredrik Bonde af Björnö a sua moglie Anna Koskull. Dopo appena 17 anni, tuttavia, entrambi i coniugi morirono, senza figli, e il castello è stato utilizzato prima come scuola femminile, poi come alloggio in affitto. Nel 1964 la città di Växjö lo ha acquistato dalla famiglia Bonde af Björnö e oggi è la sede di eventi, matrimoni e conferenze. Una parte del castello è utilizzato dalla vicina università.




10 castelli più belli del Portogallo

Dopo il Regno Unito, e la Spagna questa settimana la rubrica TOP 10 è andata alla ricerca dei 10 castelli più belli del Portogallo. Sebbene sia uno dei Paesi più piccolo d’Europa, infatti, vanta più di 100 castelli sparsi in tutto il suo territorio, ricchi di storia e immersi in paesaggi di rara bellezza, tra le montagne, nei borghi medievali o circondati da fiumi e corsi d’acqua. Alcuni, però, sono davvero fiabeschi.

1.Torre di Belem

È il simbolo iconico della capitale portoghese e nota in tutto il mondo. Situata all’ingresso del porto di Lisbona, la Torre di Belem è stata costruita, in origine, per proteggere la città dagli assalti di predoni e invasori che provenivano dal mare. Per la sua architettura unica e il suo inconfondibile profilo, è stata inserita dall’UNESCO tra i monumenti Patrimonio dell’Umanità. Nella sua storia è stata anche una prigione e vanta interni molto suggestivi. Si possono visitare sia i sotterranei sia il punto più alto, a cui si accede attraverso una piacevole camminata, per ammirare un panorama mozzafiato sulla città.

2. Castello dei Mori

Costruito tra l’8° e il 9° secolo, il Castelo dos Mouros si erge su una collina nei pressi di Sintra ed è stato costruito durante l’occupazione moresca. Immerso in un panorama lussureggiante, tra foreste e colline sinuose, è uno dei più famosi di tutto il Portogallo. Nonostante oggi si possano osservare solo alcune rovine, il sito mantiene un fascino tutto particolare e vale sicuramente la pena di intraprendere il percorso non sempre facile per arrivare al castello, dal quale si può ammirare un panorama davvero unico.

3.Palazzo Pena

Sempre sulle colline di Sintra, sulla riviera portoghese, si trova anche lo splendido Palazzo Pena che è considerato una delle Sette Meraviglia del Portogallo per la sua architettura particolare, il suo aspetto unico e la sua storia. Costruito nel XIX secolo, spicca per la sua celebre facciata, un misto di stili medievale, gotico, rinascimentale e romantico. La sensazione è quella di un castello nato mescolando e unendo diverse parti di altri castelli. Impagabili, poi, i suoi colori sgargianti e vivaci. Da vedere almeno una volta nella vita.

4.Castello di Leira

Nella nostra TOP 10 entra anche il meraviglioso Castello di Leira, in stile romanico e gotico. Costruito nel XII con la funzione originaria di fortezza, è stato in seguito trasformato in un palazzo nobiliare. Dai sui inconfondibili archi gotici si gode una vista mozzafiato su tutta la campagna circostante. Il castello viene visitato ogni anno da 50 mila persone e la sua storia è costellata di battaglie ed eventi che hanno contribuito a disegnare i confini odierni del Portogallo. La sua architettura è ancora oggi oggetto di studi e il castello è stato ristrutturato nei tempi moderni. Nelle vicinanze si trova anche una delle zone a più alta densità di ritrovamenti archeologici: il bacino del fiume Lis.

5.Castello di Arraiolos

Il Castello di Arraiolos è uno dei pochissimi castelli a pianta circolare del mondo. Si trova a poca distanza da Évora, nella regione dell’Alentejo, ed è situato sulla cima del monte San Pedro, a 410 metri sul livello del mare. Dalla sua cima si gode di una vista a 360 gradi sullo skyline dell’Alentejo. Al suo interno, poi, ospita la Chiesa Madre del Salvatore, che vanta affreschi di rara bellezza.

6.Castello di Silves

Inconfondibile per le sue possenti mura in pietra arenaria rossa, il Castello di Silves è uno dei castelli moreschi meglio conservati del Portogallo e famoso per la sua bellezza e maestosità. Si trova nella regione dell’Algarve, nei pressi del fiume Rio Arade, circondato da colline e campagne di rara bellezza. Qui, in passato, si sono svolte sanguinose battaglie, tuttavia, quel passato è ormai lontano e oggi la zona è rinomata per la sua tranquillità e la bellezza del suo paesaggio.

7.Castello di Sao Jorge

Domina la città dal più alto dei colli di Lisbona. Il Castello di Sao Jorge  è dedicato al santo guerriero, protettore delle Crociate, ed è uno dei simboli della capitale portoghese, oltre che uno dei monumenti più visitati. È visibile da tutti i punti della città ed è di origine medievale, anche se costruito su un sito di epoca romana. Nel XII secolo è stato conquistato da Don Alfondo Henriques ed è poi stato convertito circa un secolo dopo una residenza reale. Dalla sua cima si gode di una vista mozzafiato su tutta la capitale.

8.Castello di Tomar

Costruito nel 1160 dai Cavalieri Templari, il Castello di Tomar è uno dei più belli e affascinanti dei Castelli del Taro, costruiti lungo il corso del fiume all’epoca della Reconquista. L’ordine cavalleresco apportò fin dalla sua costruzione innovazioni architettoniche e il complesso è considerato uno dei capolavori dello stile manuelino. Contemporaneamente al castello, poi, è stato costruito anche il Convento di Cristo, ancora oggi ospitato all’interno del complesso.

9.Castello di Marvão

Situato sul versante settentrionale del Parco della Sierra di Sao Mamede, il Castello di Marvão ha avuto grande importanza strategica fin dai tempi dei Romani. Spicca per la sua inestimabile bellezza il borgo medievale circondato dalle mura antiche. Vicino a Marvão si trova anche il Castello di Alter do Chão, un altro dei monumenti della zona da non perdere durante una visita da queste parti.

10.Castello di Guimaraes

Chiude la nostra TOP 10 della settimana il Castello di Guimaraes, che spicca per le sue maestose sette torri. Costruito nel X secolo, è situato sulla cima di una collina e colpisce per la sua bellezza che lascia sicuramente senza fiato. Si dice poi che tra le sue mura sia nato il primo re del Portogallo. Per questo motivo, la città di Guimaraes è considerata la culla della Nazione.

 




I 10 castelli più belli di Spagna

Dopo il Regno Unito e l’Irlanda, questa settimana con la rubrica TOP 10 andiamo alla scoperta dei 10 castelli più belli di Spagna, ricchi di storia, ma anche di intrighi e segreti, oltre alla loro innegabile bellezza, frutto della commistione di stili e culture diverse.

1.Alhambra (Granada)

La Alhambra di Granada è uno dei monumenti più importanti di Spagna e una meta imperdibile per chi visita il Paese. Si tratta di una vera e propria “città nella città”, costruita dai Mori nel XIII secolo sul colle Sabika. Il suo deriva dall’arabo qasr alhamr, letteralmente “Palazzo Rosso”, per il suo colore che deriva dall’argilla rossa con cui sono state mescolate le pietre usate per la sua costruzione. Nel 1492, i re cattolici sconfiggono i mori e occupano il palazzo. Nel 1526, Carlo V commissiona la costruzione di un palazzo rinascimentale al centro della cittadella. Oggi, il palazzo, splendidamente restaurato, custodisce meravigliose decorazioni in stile moresco, risalenti al periodo di Yusuf I, a cui si affiancano pavimenti in marmo, soffitti in legno, pareti con incisioni e volte ad arco. Nei giardini, poi, si trova il Parador, cioè l’ex monastero di San Francesco, in cui venivano sepolti i re cattolici.

2.Alcazar (Segovia)

L’Alcazar di Segovia, nella regione di Castiglia e Leon, è uno dei castelli più belli di Spagna e spicca per la sua architettura “fiabesca”, al punto che la Disney si è ispirata proprio a esso per costruire il castello della Bella Addormentata a Walt Disney World. Le sue origini risalgono al periodo della dominazione araba, tra il XI e il XII secolo, anche se è stato costruito su un edificio preesistente di epoca romana, e poi visigota e araba. Si erge su uno sperone roccioso ed è stato residenza reale, poi accademia militare e prigione. Nell’Alcazar si trovano numerosi passaggi segreti che portano al fiume e alcune sale sono decorate con le effigi di tutti i re di Spagna. Magnifici, poi, i suoi dodici torrioni. Nel Medioevo è stata una delle residenze preferire dei re castigliani e luogo chiave per il dominio di Castiglia. Da qui, infatti, nel 1474 partì il cammino di Isabella la Cattolica per essere proclamata regina di Castiglia nella Piazza Maggiore di Segovia.

3. Castello di Olite (Olite, Navarra)

Terzo podio per il Castello di Olite, uno dei castelli medievali più lussuosi di tutta Europa. Costruito nei secoli XIII e XIV è stata una delle sedi della corte di Navarra a partire dell’epoca di Carlo III “il Nobile” e sorge su rovine romane del I secolo. Nel corso degli anni, i diversi sovrano lo arricchirono utilizzando stili architettonici diversi, con torri, giardini e cortili. Splendide le vetrate gotiche, la porta rinascimentale e la torre dell’Atalaya. È monumento nazionale dal 1925 e il Governo spagnolo lo sta restaurando dal 1937. Qui si tengono ogni anno suggestive feste medievali.

4. Castello di Peñafiel (Valladolid, Castiglia)

Il Castello di Peñafiel sorge su una collina che domina l’omonima città, nella provincia di Vallaloid. È stato costruito tra il IX e il XV secolo e le sue linee (è lungo 150 metri) ricordano il profilo di una nave, con un torrione alto quasi 30 metri. Di notte si illumina e regala uno spettacolo mozzafiato. Oggi è la sede del Museo del Vino, che occupa un’ala del castello, dove è possibile effettuare degustazioni guidate di rinomati vini Dop della Ribera del Duero. Dal castello, poi, si gode di una splendida vista che spazia tra la valle del Duero, la valle del Duratòn e quella dell’Arroyo Botijas. Nelle vicinanze, si trova un altro splendido castello, anch’esso nella nostra TOP 10, quello di La Mota.

5. Castello di La Mota (Valladolid, Castiglia)

La prima pietra dell’imponente Castello di La Mota risale all’XI secolo, ma, nel corso dei secoli è stato rimaneggiato e ricostruito più volte dai re di Castiglia e Aragona. Sorge su una collina che domina la zona circostante in località Medina del Campo, nella provincia di Valladolid, a poca distanza dal Castello di Peñafiel.  A pianta trapezoidale, vi si accede attraverso un ponte, oggi fisso, ma un tempo levatoio. Poco dopo il ponte si trova un arco con due torrette e lo stemma dei re cattolici. All’interno, invece, si trovano quattro torri e un cortile. Per le sue grandi dimensioni, venne adibito a uso militare e come magazzino per l’artiglieria. Durante la rivolta popolare dei Comuneros, nel XVI secolo, fu preso di mira dai Realisti, mentre nel XVI e nel XVII secolo divenne una prigione in cui furono rinchiusi anche personaggi illustri, come Hernando Pizzarro, scopritore del Perù, e Cesare Borgia. Nelle sue stanze ha dormito anche Giovanna la Pazza.

6.Nuovo Castello di Manzanares El Real (Madrid)

Conosciuto anche come Castello dei Mendoza, il Nuovo Castello di Manzanares El Real è uno dei meglio conservati di Madrid. Si tratta di un palazzo fortezza eretto nel XV secolo nel Comune di Manzanares el Real, nei pressi del lago di Santilana, ai piedi della Sierra de Guadarrama. È stato costruito su un vecchio eremo romanico, di cui conserva ancora le vestigia al suo interno. Il castello è a pianta quadrata con torri circolari e un maschio a forma poligonale. Al primo piano c’è un porticato considerato tra le più belle espressioni del gotico spagnolo. È inoltre circondato da un barbacane sulle cui feritoie è scolpita la croce del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Il castello è costruito interamente in granito e conta sei piani. Oggi ospita un bel museo dedicato ai castelli spagnoli.

7. Castello di Bellver (Palma di Maiorca, Maiorca)

Il Castello di Bellver si trova a Palma di Maiorca, sull’isola di Maiorca, nel cuore del Mar Mediterraneo. È stato costruito dal re Giacomo II di Maiorca nel XIV secolo e spicca per una caratteristica davvero unica, non solo in Spagna, ma anche nel resto d’Europa: il castello ha infatti forma circolare, non solo le mura, ma anche le torri e il castello stesso. Dopo essere stato una residenza reale, + stato utilizzato come prigione militare per prigionieri politici e oggi ospita un museo dedicato alla storia locale. È il simbolo della città e ospita diversi eventi culturali, anche grazie alla sua splendida posizione, circondata da rigogliosi boschi.

8. Castello di Lorca (Murcia)

Nella nostra TOP 10 anche lo splendido Castello di Lorca, noto anche come Fortezza del Sole, che sorge nell’omonima cittadina, nella provincia della Murcia. In posizione strategica, con vista che domina la città, risale al XIII secolo su una precedente costruzione musulmana. Spicca per la sua imponente forma allungata a pianta poligonale, divisa in tre diverse zone. In corrispondenza di una di esse si innalza la Torre Alfonsì a pianta rettangolare e tre corpi ricoperti da splendide volte gotiche. Meravigliosa anche la Torre dell’Espolòn, con influssi architettonici mudejar. Oggi ospita diversi eventi culturali.

9. Castello di Coca (Coca, Castiglia e Leon)

Si trova nella città di Coca, a circa un’ora da Segovia, nella provincia di Castiglia e Leon. Il Castello di Coca  è considerato un capolavoro dell’architettura militare mudejar che mescola stile occidentale e arabo. Costruito sulle rovine di una fortezza romana tra il 1453 e la fine del XV secolo, è stato voluto dall’arcivescovo di Siviglia, e signore di Coca, Alfondso de Fonseca e progettato da Alì Caro. Durante le guerre di comunità, rimase fedele a Carlo V. La sua pianta è quadrata e, nel corso dei secoli, è stata considerata una fortezza inespugnabile, grazie alle due possenti cinte murarie e al fossato. I lussuosi interno conservano ancora le decorazioni in stile mudejar. Utilizzato successivamente come palazzo, è stato fino agli anni Cinquanta del XX secolo la residenza dei duchi d’Alba.

10. Castello di Loarre (Huesca, Aragona)

Chiude la nostra TOP 10 il Castello di Loarre, tra le più imponenti fortezze romaniche di Spagna e il più importante per la sua storia. È stata costruita nell’XI secolo per ordine di re Sancho Ramirez d’Aragona su resti di un’antica fortezza romana. Ha una pianta irregolare con una doppia cinta muraria e torri cilindriche. Al suo interno si trova la chiesa di Santa Maria, in stile romanico, risalente al XII secolo, a tre navate con volta a botte. Bellissimi anche i capitelli romanici. Dopo essere stata, in origine, una residenza reale, è diventata un convento agostiniano. La fortezza ha fatto da scenario al film di Ridley Scott “Le crociate”.




Il Mondo in Italia. La Rocchetta Mattei e il castello di Neuschwanstein, diversi ma simili

Il primo è un gioiello italiano tutto da scoprire, il secondo è il castello più famoso del mondo, visitato da 1,5 milioni di persone all’anno, e ha ispirato le favole Disney, dalla Bella Addormentata a Cenerentola, da Biancaneve e Rapunzel. Tuttavia, la Rocchetta Mattei, sull’Appennino bolognese, e il castello di Neuschwanstein, nella regione tedesca della Baviera, hanno molte caratteristiche in comune, benché esteticamente siano molto diversi.

Entrambi nascono dal sogno visionario del loro committenti, rispettivamente il Conte Cesare Mattei e re Ludwig II di Baviera, sono pressoché contemporanei, (risalgono alla fine del XIX secolo) inoltre, si rifanno per architettura e stili ai tempi passati. Infine, entrambi furono concepiti come “rifugio” personale più che palazzi di rappresentanza e attraversarono periodi avversi prima di essere restituiti al loro antico splendore e resi fruibili al grande pubblico.

Alla Rocchetta Mattei, atmosfere da sogno

Per arrivare alla fiabesca Rocchetta Mattei si deve percorrere la SS 64 Porrettana, nel territorio della provincia di Bologna, e arrivare fino a Savignano, frazione del Comune di Grizzana Morandi. Su un’altura di 407 metri sul livello del mare, si erge questa costruzione unica nel suo genere, che mescola diversi stili, da quello medievale al moresco, fino a quello più moderno.

La prima pietra, la “rocchetta”, venne posta il 5 novembre 1850 per volere del Conte Cesare Mattei, uomo di lettere, politico, e “medico” autodidatta. Mattei è considerato il padre dell’elettromeopatia, disciplina che si fonda sull’omeopatia. Una delle caratteristiche in comune con il famoso castello di Neuschwanstein è il fatto che la Rocchetta venne costruita su un complesso medievale preesistente, appartenuto prima a Federico Barbarossa, poi a Ottone IV e, infine, incluso nei possedimenti di Matilde di Canossa, fino alla sua distruzione, nel 1293.  Il conte Mattei scelse questo luogo, dopo averne valutati molti altri, per la sua splendida posizione panoramica, quasi un piedistallo naturale, con vista sulle vallate e alla confluenza dei fiumi Reno e Limentra.

I lavori terminarono nel 1859, anche se furono operati rimaneggiamenti successivi. Il conte vi si stabilì in pianta stabile e qui rimase per venticinque anni, fino alla sua morte. E qui fu anche sepolto. Cesare Mattei condusse all’interno del suo piccolo regno la vita di un vero castellano medievale, con una corte che annoverava persino un buffone. Il castello, negli anni, ospitò poi diverse personalità, che venivano qui per sottoporsi alle cure di elettromeopatia. Tra i nomi illustri figurano Ludwig III di Baviera e lo zar Alessandro II e Dostoevskji cita il Conte Mattei nel suo celeberrimo romanzo “I fratelli Karamazov”.

Ritratto del conte Cesare Mattei nella Sala dei Novanta

Dopo diverse vicissitudini, conseguenti al danneggiamento del complesso durante la Seconda Guerra Mondiale da parte delle truppe tedesche, la Rocchetta Mattei è stata di nuovo aperta al pubblico nel 2015, grazie all’acquisizione e all’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, che ne ha curato i restauri.

Visitare la Rocchetta Mattei

Alla Rocchetta Mattei si accede dall’ingresso che si trova sulla SS62 Riola – Camugnano-Castiglione de’ Pepoli. Si sale poi attraverso un’agile scala fino all’entrata, dove a dare il benvenuto agli ospiti è un Ippogrifo, animale mitico che già suggerisce i gusti del “padrone di casa”. Si passa poi attraverso un cortile scavato nella roccia e si notano subito due gnomi che, a guisa di Cariatidi, sorreggono lo stipite di una delle porte sulla facciata.

La statua di un ippogrifo dà il benvenuto ai visitatori

Si entra poi da una porta che attraverso una scaletta porta alla Loggia Carolina, che lascia a bocca aperta per il suo magnifico stile orientale. La scala della Torre, invece, porta prima a un ponte levatoio, poi alla camera da letto del Conte Mattei, con il soffitto a stalattiti che ricorda una piccola grotta. Nella stanza si trovano ancora gli arredi originali e la collezione di pipe del conte.

La magnifica Loggia Carolina

Proprio di fronte si trova la Sala delle visioni, affrescata con l’allegoria della nuova scienza omeopatica che vince la medicina tradizionale. La scala porta poi al torrione principale e alla cosiddetta Sala Inglese.

La Sala delle Visioni

Si ritorna poi alla Loggia Carolina, sulla quale si affacciano la Camera Bianca e la Camera Turca. Si attraversa poi una loggia scoperta con un balcone che ricorda una rupe a strapiombo sulla vallata. Si arriva infine al superbo Cortile dei Leoni, che riproduce quello dell’Alhambra di Granada.

Il Cortile dei Leoni che ricorda l’Alhambra di Granada

La visita prosegue poi prendendo l’ingresso a lato del cortile, che porta a una cantoria che sovrasta l’interno della chiesa interna alla Rocchetta, dove, custodite in un’arca rivestita da maioliche, riposano le spoglie mortali del conte Mattei.

L’arca con le maioliche che custodisce le spoglie del conte Mattei

Si esce e si attraversa di nuovo il Cortile dei Leoni per entrare nel Salone della Pace, e poi nella Sala della Musica, costruita a immagine della cattedrale di Cordova. Accanto alla chiesa si trova poi il Salone dei Novanta, che il conte Mattei aveva fatto costruire per festeggiare, attraverso un sontuoso banchetto, i suoi novant’anni. Età a cui non arrivò mai.  Si esce poi nel rigoglioso parco da cui, attraverso una scala di pietra, si torna sulla Porrettana.

Il Salone dei Novanta

INFO

www.rocchetta-mattei.it

…scopri a pagina 2 il favoloso castello di Neuschwanstein…

Neuschwanstein, un castello da fiaba

Andiamo ora al castello di Neuschwanstein, situato nei pressi di Füssen, nella municipalità di Schwangau, nel sud ovest della Baviera, in Germania. Situato a 800 metri di altezza, si affaccia sulle colline tra la Baviera e la Svevia. Il suo nome significa “Nuova roccaforte del cigno” e si rifà alla Contea del Cigno (Schwangau), dove è stato costruito.

La bellezza del castello di Neuschwanstein in inverno

Il castello di Neuschwanstein per la sua particolarità e bellezza è considerata una delle “sette meraviglie del mondo moderno” e dalla sua apertura al pubblico, nel 1886, è stato visitato da 60 milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Nel 2013, poi, dopo ben tredici anni, sono stati completati i restauri che lo hanno restituito al suo antico splendore.

Il meraviglioso paesaggio attorno a Neuschwanstein

Una caratteristica che lo accomuna concettualmente alla Rocchetta Mattei è la preesistenza di due castelli medievali, ormai in rovina quando Massimiliano II di Baviera, padre di Ludwig, acquistò i terreni e fece costruire il Castello di Hohenschwangau, dove il figlio Ludwig trascorse gran parte della sua giovinezza, innamorandosi di questo luogo e dei suoi paesaggi.

Neuschwanstein in autunno

Al punto che, una volta asceso al trono, nel 1864, al posto delle vestigia dei castelli medievali, iniziò a fantasticare sulla costruzione di un castello…da favola. La prima pietra venne posata nel 1868, Ludwig di Baviera vi si stabilì nel 1884, anche se i lavori continuarono ancora per altri due anni.

Neuschwanstein, che cosa vedere

Il castello si presenta come un complesso di 6000 mq, articolato su quattro piani, composto da pinnacoli e torri, alcune delle quali svettano fino a 80 metri e che riproducono il paesaggio della montagna circostante.

Ludwig II di Baviera, era cugino della principessa Sissi

Ludwig II di Baviera, che per la sua eccentricità veniva chiamato “il re matto”, concepì il castello come monumento al compositore Richard Wagner, di cui era un appassionato sostenitore e ammiratore. Al punto che il progetto del castello è un continuo richiamo alla leggenda del Lohengrin, il Cavaliere del Cigno, mentre diverse stanze, di cui solo 14 furono completate prima della morte di Ludwig, avvenuta in circostanze misteriose a 41 anni.

Il Lohengrin di Wagner, a cui si ispira il castello

Il visitatore viene accolto dalle imponenti torri gemelle, che contrastano con il resto della struttura dai caratteristici mattoni rossi. La cornice dei tetti, invece, è circondata da pinnacoli, mentre molte delle finestre sono bifore e trifore, secondo uno stile neogotico.

L’accesso a Neuschwanstein con lo stemma della casa reale bavarese

Al complesso si accede attraverso un passaggio sovrastato dallo stemma reale bavarese che porta al cortile d’onore, disposto su due livelli. Il più basso conduce alla bella Torre rettangolare, mentre dalla parte sud si accede a un belvedere. Dalla parte superiore, invece, si sarebbe dovuto arrivare a una chiesa a tre navate, che non fu mai portata a termine, ma di cui si può vedere la planimetria.

Il Cortile d’Onore su cui si affacciano la Casa dei Cavalieri e la Dimora delle Dame

Dietro alla Torre rettangolare, alta 45 metri, che unisce i due livelli, si trova la Casa dei Cavalieri, che nella concezione iniziale doveva ospitare i servitori del sovrano, ma di fatto rimase inabitata. Di fronte, si trova invece la Dimora delle Dame, anch’essa rimasta inutilizzata. Le strutture riprendono le forme del Castello di Antwerp citato nel primo atto del Lohengrin di Wagner.

Una delle torri del castello di Neuschwanstein

Sul lato ovest del cortile si trova invece il castello vero e proprio, dove Ludwig di Baviera stabilì la propria residenza. Qui si concentrano i pinnacoli e le alte torri, ma anche camini ornamentali. Splendide le decorazioni, tra cui un affresco raffigurante San Giorgio, un leone in rame e la figura di un cavaliere.

Raffigurazione di San Giorgio

Entrando a Neuschwanstein

Il progetto iniziale prevedeva più di 200 stanze, ma ne vennero completate solo 15. Al primo piano si trovavano le stanze dei servitori e del personale amministrativo, mentre le stanze del sovrano occupavano tutto il terzo piano. Al quarto, invece, si trova la Sala dei Cantori, completamente decorata con scene tratte dal Lohengrin e dal Parsifal di Wagner.

La maestosa Sala dei Cantori

Sullo stesso piano, nell’ala ovest, si trova anche la Sala del Trono, circondata su tre lati da arcate colorate che conducono idealmente a un’abside dove era collocato il trono. La concezione rimanda alla sacralità del potere imperiale. L’abside, infatti, è decorata con le figure di Gesù e degli Apostoli, oltre che dai ritratti di sei grandi sovrani dichiarati santi. Il mosaico sul pavimento e i candelieri in cristallo di Boemia riprendono l’arte bizantina.

La Sala del Trono

Al terzo piano si trovano invece gli appartamenti reali, composti da otto stanze arredati in stile moderno e decorati con affreschi che richiamano le opere di Wagner, ma anche il ciclo cavalleresco del sacro Graal. Da notare che Ludwig di Baviera, nonostante i richiami all’arte bizantina, medievale, e gotica, dotò il castello di tutte le comodità più moderne, tra cui lo scarico automatico nelle toilettes, l’uso di camini Rumford nelle cucine, un’innovazione che consentiva al calore di autoregolarsi e di impiegare l’aria calda per il riscaldamento centralizzato di tutto l’edificio. Inoltre, nel castello era in uso un complesso sistema di linee telefoniche per contattare la servitù.

Le moderne cucine di Neuschwanstein

La camera da letto di Ludwig II, invece, si trova tra la Sala da Pranzo e la Cappella dedicata a San Luigi. In stile gotico, spicca per il grande letto a baldacchino intarsiato da maestri ebanisti. Qui, il re venne imprigionato e deposto nella notte tra il 11 e il 12 giugno 1886.

La camera da letto di Ludwig II di Baviera

Uno dei luoghi più belli e singolari di Neuschwanstein è invece la sala che si trova di fianco al Salotto, anch’esso decorato con scene del Lohengrin. Si tratta di una grotta artificiale che funge da passaggio per lo studio privato del re, e che era dotata anche di una cascata collegata a una piccola serra.

La grotta con la cascata artificiale, omaggio al Lohengrin di Wagner

Ludwig di Baviera, per alcuni il “re triste”, per altri il “re folle”, viene deposto l’8 giugno 1886, in seguito a una perizia medica che lo etichettava come “pazzo”. Il 12 giugno viene prelevato dal castello di Neuschwanstein e condotto a Berg, dove si trovava un’altra residenza della famiglia Wittelsbach, trasformata in una prigione dorata. Il giorno successivo, la Domenica di Pentecoste, Ludwig chiede di fare una passeggiata, accompagnato dal suo medico, il dottor von Gudden. I due però non fanno ritorno e scatta l’allarme. Li ritroveranno entrambi morti annegati delle acque del lago di Stanberg. L’autopsia, tuttavia, stabilirà che nei polmoni del sovrano, che aveva 41 anni, non vi era acqua.

Il lago di Stanberg, in cui annegò misteriosamente Ludwig di Baviera

Ludwig II di Baviera trascorse a Neuschwanstein, il suo castello da fiaba, solo 172 giorni. Lo stesso anno della sua morte, il complesso venne aperto al pubblico per compensare con gli ingressi gli elevati costi di costruzione. A oggi, sono 60 milioni le persone che lo hanno visitato.

INFO

www.neuschwanstein.de




Weekend “hygge” a Copenhagen: storia, castelli, design e “smørrebrød”

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di Cesare Zucca

SPECIALE MARZO IN THE WORLD: WEEKEND A COPENHAGEN

Continua la nostra avventura all’estero e non resta che dirvi: benvenuti a Copenhagen! Capitale Mondiale dell’Architettura UNESCO, durante tutto il 2023, per celebrare il design e l’architettura danese, la città ospiterà imperdibili eventi tra cui l’inaugurazione di nuovi padiglioni portuali e dell’attesissimo museo del bunker sotterraneo Regan Vest.


Per gli amanti dell’architettura verranno organizzate visite al Danish Architecture Center e tour guidati alle opere del celebre architetto Jørn Utzon, che ha creato l’Opera House di Sydney.
Passato e futuro: la mostra Made in Denmark porta i visitatori alla scoperta della storia dell’architettura danese dall’epoca vichinga , mentre con un rocambolesco salto indietro nel passato, potreme scoprire i maestosi castelli, dove l’autenticità degli esterni e degli interni sono rimasti invariati nel tempo.

I CASTELLI DA VEDERE

Amalienborg
Racconta la storia di una delle monarchie più antiche del mondo. Il palazzo , in stile rocoò,  risale al 1700 ed è costituito da quattro strutture, residenze reali per regnanti, eredi al trono e ospiti illustri. Si affaccia sulla grandiose piazza dove potrete assistere al quotidiano cambio delle guardie Den Kongelige LivgardeFrederiksborg
Splendido palazzo costruito nel 1600 su volere di Re Cristiano IV. SI trova sui tre isolotti dell’affascinante lago sulla parte nord della città, Hillerød. Ospita anche il Museo di Storia Nazionale Danese.

Rosemborg
Nel centro di Copenaghen. costruito nel 1606-1607 come residenza estiva per ordine di Cristiano IV. Da oltre 400 anni custodisce i tesori più preziosi di re e regine danesi, trai quali spicca la Corona di Cristiano V,  ispirata a quella di Carlomagno e simbolo della monarchia e dello Stato danese.

Frederiksberg
Nato come residenza estiva per la famiglia Reale, oggi ospita l’Accademia per Ufficiale dell’Esercito Reale Danese. In sile barocco, impreziosito da  giardini curati in ogni minimo dettaglio e  da un piccolo gioiello nascosto: la suggestiva Cappella Reale

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Poco distante da Copenhagen, è conosciuto come la casa di Amleto. Qui infatti Shakespeare ha ambientato il suo dramma.
Le malelingue dicono che lo scrittore non ci fosse mai stato, ma sarebbe stato un attore in sua compagnia a raccontargli di questa possente fortezza.
Ogni giorno, all’improvviso le pareti risuonano delle voci dei personaggi di Amleto, che appaiono, come fantasmi, perfettamente interpretati da bravissimi attori che danno vita alle tragiche vicende del dramma.

Christiansborg
Famoso per la sua sala ricoperta da 17 arazzi giganti, che raccontano 1000 anni di storia danese e sede dei ricevimenti ufficiali alla presenza della Regina Margherita, tra un luccichio di uniformi e grandi abiti da serae un protocollo che chiede agli ospiti di arrivare in carrozza.

Sua Maestà la Regina Margrethe, attualmentete la regnante che vanta più anni di regno,  è molto amata dal popolo danese. Gli spendidi arazzi sono un regalo dell’industria danese per il suo compleanno nel 1990. Raccontano la storia della Danimarca e del mondo, tra cui l’era vichinga, il medioevo, la monarchia assoluta, la riforma, la seconda guerra mondiale, il presente e persino il futuro.
Da buongustaio non ho resistito alla tentazione di scendere nelle mitiche Cucine Reali per scoprire i retroscena di un banchetto ufficiale, curiosare tra le ricette della Regina e ammirare una delle collezioni di stoviglie in rame più grandi d’Europa

Dopo tanto lusso e abbondanza” culinaria”  impossibile non avere un certo lalnguorino e alora, alla caccia del piatto che i danesi amano alla follia… tutti a tavola con lesmørrebrød”
Sia nei baracchini street food che nelle trattorie più informali o nei ristoranti gourmet, troverete “Sol over Gudhjem” il piatto tipico della cucina danese. Deriva da un pittoresco borgo di pescatori sull’isola di Bornholmm ed è fatto di tartine smørrebrød, cioè fette di pane di segale imburrate e tradizionalmente ricoperte da svariati tipi di toppiing: anguilla, aringa, salmone, gamberetti e altri pesci affumicati oltre a versioni con carne o vegetariane a base di uova accompagnate da ravanelli, cipolla rossa. l’aneto, l’erba cipollina e barbabietole.
Non mancano svariate versioni “gourmet” con prosciutto crudo,pomodori secchi e avocado oppure con uova al tegamino e bacon o con gamberetti, salmone e avocado

Dove mangiare il migliore smørrebrød
Frk Barners Kaelder  
Ristorante tipico, senza pretese, con i piatti succulenti della Signora Barner, famosa per le sue aringhe condite con mela, aneto e servite con lardo, capperi e tritato di cipolline da spalmare su pane integrale fatto in casa, il tutto innaffiato da un bicchierino di grappa.
Un piatto squisito! E ve lo dice uno che odia grappa e aringhe…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

Dopo un’intensa giornata… rilassatevi in una spa galleggiante
Copenhot
offre un momento indimenticabile di relax eccezionale. Questo concetto di New Nordic Wellness propone delle installazioni spa all’aperto in un contesto urbano, con acqua di mare pulita e del calore creato dalla legna da ardere. Navigare o risalassarsi con amici in una jacuzzi galleggiante all’aria aperta… la scelta è ampia: bagni caldi all’aperto e saune panoramiche che offrono una meravigliosa vista sul porto e sull’orizzonte

Gente sempre sorridente, educata e serena. Sembra che qui tutti scoprano il segreto della felicità “hygge”, intraducibile parola danese che invita a godersi i piaceri semplici della vita e vivere, da soli o con gli amici, a casa o fuori, momenti speciali e felici.

Una dritta: la Copenhagen Card
Utile e preziosa, una vera amica! Sto parlando della Copenhagen Card, un pass che permette di visitare ben 86 musei e attrazioni, utilizzare gratuitamente tutti i mezzi pubblici e beneficiare di sconti su tour, bar e ristoranti. L’ho usata anche per un suggestivo tour dei canali che passa sotti i ponti della città, alcuni bassissimi, occhio alle zuccate…

INFO
Visit Denmark
Le top 10 di Weeken Premium – Gennaio

 

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MARCH IN THE WORLD SPECIAL: WEEKEND IN COPENHAGEN

Our adventure abroad continues and it only remains to tell you: welcome to Copenhagen! World Capital of Architecture UNESCO, throughout 2023, to celebrate Danish design and architecture, the city will host unmissable events including the inauguration of new port pavilions and the highly anticipated museum of the underground bunker Regan Vest.


Past and future: the Made in Denmark exhibition takes visitors on a discovery of the history of Danish architecture from the Viking age, while with a daring leap back into the past, we can discover the majestic castles, where the authenticity of the exteriors and interiors are remained unchanged over time.

THE CASTLES TO SEE
Amalienborg
It tells the story of one of the oldest monarchies in the world. The palace, in rocoò style, dates back to the 1700s and consists of four structures, royal residences for rulers, heirs to the throne and illustrious guests. It overlooks the grand square where you can watch the daily changing of the Den Kongelige Livgarde Frederiksborg guards
Splendid palace built in 1600 at the behest of King Christian IV. It is located on the three islets of the charming lake on the north side of the city, Hillerød. It also houses the Danish National History Museum.

Rosemborg
In the center of Copenhagen. built in 1606-1607 as a summer residence by order of Christian IV. For over 400 years, it has kept the most precious treasures of Danish kings and queens, among which the Crown of Christian V stands out, inspired by that of Charlemagne and a symbol of the Danish monarchy and state.

Frederiksberg
Originally a summer residence for the Royal family, it now houses the Royal Danish Army Officer Academy. In Baroque style, embellished by  gardens cared for down to the smallest detail and  by a small hidden jewel: the suggestive Royal Chapel

La Cappella Reale di Frederiksberg

Kronborg
Not far from Copenhagen, it is known as the home of Hamlet. Here in fact Shakespeare set his play. The gossips say that the writer had never been there, but it would have been an actor in his company to tell him about this mighty fortress.
Every day, the walls suddenly resound with the voices of Hamlet’s characters, who appear, like ghosts, perfectly played by very good actors who give life to the tragic events of the drama.

Christiansborg
Famous for its hall covered with 17 giant tapestries, which tell 1000 years of Danish history and venue for official receptions in the presence of Queen Margaret, amidst a glitter of uniforms and large evening gowns and a protocol asking guests to arrive by carriage.

Her Majesty Queen Margrethe, currently the ruler who boasts the most years of reign, is much loved by the Danish people. The splendid tapestries are a gift from Danish industry on his birthday in 1990. They tell the history of Denmark and the world, including the Viking Age, the Middle Ages, the absolute monarchy, the reformation, the Second World War, the present and even the future.
As a gourmet, I couldn’t resist the temptation to go down to the legendary Royal Kitchens to discover the background of an official banquet, browse through the Queen’s recipes and admire one of the largest copper tableware collections in Europe

After so much luxury and “culinary” abundance, it’s impossible not to have a certain hunger and so, on the hunt for the dish that the Danes madly love… everyone at the table with the “smørrebrød”
Both in street food stalls and in more informal trattorias or gourmet restaurants, you will find “Sol over Gudhjem” the typical dish of Danish cuisine. It comes from a picturesque fishing village on the island of Bornholmm and is made of smørrebrød canapés, i.e. slices of buttered rye bread traditionally covered with various types of toppiing: eel, herring, salmon, shrimp and other smoked fish as well as versions with meat or egg-based vegetarian accompanied by radish, red onion. dill, chives and beets.
There are also various “gourmet” versions with raw ham, dried tomatoes and avocado or with fried eggs and bacon or with shrimp, salmon and avocado

Where to eat the best smørrebrød
Frk Barners Kaelder
Typical restaurant, unpretentious, with the succulent dishes of Mrs. Barner, famous for her herring seasoned with apple, dill and served with lard, capers and chopped onions to spread on homemade wholemeal bread, all washed down with a glass of brandy.
An exquisite dish! And someone who hates grappa and herring tells you that…

Le-aringhe-di-Frk-Barners-Kaelde-

After a busy day… unwind in a floating spa
Copenhot offers an unforgettable moment of exceptional relaxation. This New Nordic Wellness concept offers outdoor spa installations in an urban setting, with clean sea water and heat created by firewood. Sailing or relaxing with friends in an open-air floating jacuzzi… the choice is vast: open-air hot baths and panoramic saunas that offer a wonderful view of the port and the horizon

People always smiling, polite and serene. It seems that here everyone discovers the secret of happiness “hygge”, an untranslatable Danish word that invites you to enjoy the simple pleasures of life and experience special and happy moments, alone or with friends, at home or away.

Tip: the Copenhagen Card
Useful and precious, a true friend! I’m talking about the Copenhagen Card, a pass that allows you to visit 86 museums and attractions, use all public transport for free and benefit from discounts on tours, bars and restaurants. I also used it for a suggestive tour of the canals which passes under the bridges of the city, some very low, be careful not to hit your head!

INFO
Visit Denmark

 

 




I 10 castelli più infestati del mondo

Si avvicina il weekend di Halloween e anche la TOP 10 di questa settimana è a tema con la festa più spaventosa del mondo. Infatti, siamo andati alla scoperta dei 10 castelli più infestati del mondo. Ecco quali sono.

1. La Torre di Londra (Londra, Gran Bretagna)

Situata nel centro di Londra, sulla riva nord del Tamigi, la Tower of London è uno dei castelli più infestati del mondo per le vicissitudini attraversate nei secoli. La sua costruzione iniziò nel 1066 dai Normanni, mentre a costruire la Torre Bianca, che dà il nome a tutto il complesso del borgo di Tower Hamlets fu Guglielmo il Conquistatore, nel 1078. Dal 1100 è stata utilizzata come prigione, e tale è rimasta fino al 1952. Tra le sue mura è stata imprigionata anche Elisabetta I, prima di diventare regina, a cui si deve il conio della frase “inviare alla Torre”.

Ma ciò che l’annovera come uno dei luoghi più infestati del mondo sono le leggende sulle presenze che, ancora oggi, aleggerebbero tra le sue mura. Tra queste ci sarebbe il fantasma di Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII, decapitata proprio nella torre nel 1536, che vagherebbe ancora nei sotterranei, con la testa al suo posto. Altri “inquilini” trasparenti della Torre di Londra sarebbero i piccoli principi Edoardo V e Riccardo, scomparsi misteriosamente nel 1483, probabilmente uccisi dallo zio Riccardo III per spianarsi la strada al trono. Si dice che, di tanto in tanto, le risate dei due principini si sentano ancora tra le mura della Bloody Tower, e le loro sagome evanescenti in camicia da notte sono state avvistate nei sotterranei.

2. Leap Castle (Irlanda)

Nella nostra TOP 10 anche Leap Castle, che vanta la nomea di “castello più infestato d’Irlanda”. Situato a Coolderry, nella Contea di Offaly, 6 km a nord di Roscrea è stato costruito dal clan degli O’Bannon, perennemente in lotta con quello rivale degli O’Carrols. Una volta sconfitti i rivali, tuttavia, iniziarono una lotta fratricida. Tra gli omicidi più efferati ci fu quello di un sacerdote, ucciso dal fratello mentre stava celebrando la Messa in quella che poi diventò nota come “La cappella insanguinata” dove, ancora oggi, si dice che aleggi il suo spettro tormentato. Ma il prete non è il solo fantasma del castello, che fu teatro di torture ed esecuzioni.

Tanto è che durante i lavori di restauro, è stata trovata una prigione segreta, con accesso da un pozzo da dove venivano gettati i condannati, il cui pavimento era ricoperto da punte acuminate e da ossa umane. Tra i fantasmi di Leap Castle ci sarebbe anche quello di una ragazza di nome Emily, che nel Seicento cadde dalla torre più alta. Si dice che, di tanto in tanto, la si veda replicare il momento della sua morte, per poi scomparire prima di toccare terra. Tra gli inquilini anche la Signora in Rosso, che si aggira con un pugnale alzato, un uomo basso e tarchiato e una creatura dall’aspetto di pecora con il muso in decomposizione, la cui apparizione è preceduta da un forte odore di zolfo.

3. Castello di Bran (Romania)

Il Castello di Bran è una delle attrazioni più visitate della Romania ed è meglio conosciuto come il Castello di Dracula. Costruito in stile gotico medievale, risale al 1211 ed è stato costruito sui Carpazi, al confine tra la Transilvania e la Valacchia. Qui nel 1448 si insediò il voivoda di Valacchia Vlad III, conosciuto anche come Vlad l’Impalatore per la sua crudeltà verso i nemici. Alla sua figura si ispirò Bram Stoker per scrivere il suo celebre romanzo gotico “Dracula”, dando origine all’immortale figura del vampiro. Non solo. Scelse di ambientarlo proprio in Transilvania e nella descrizione della sinistra dimora del mostro succhiasangue inserì particolari che la fecero identificare come il Castello di Bran.

Tuttavia, la presenza che si dice aleggi nel castello non sarebbe il fantasma di Vlad l’Impalatore, ma quello della regina Maria, che qui visse per diverso tempo. Narra la leggenda che alla sua morte il cuore le fu rimosso dal corpo, fu rinchiuso in uno scrigno d’oro e custodito nella cappella. Secondo un’altra leggenda, il fantasma della regina farebbe cadere dalla torre più alta del castello chiunque vi ci si avventuri nelle notti di luna piena.

4. Castello di Frankenstein (Germania)

Dopo il castello di Dracula, non può mancare quello di Frankenstein, reso famoso da un altro celebre romanzo gotico, quello omonimo della scrittrice Mary Shelley. Il castello, invece, esiste davvero: risale al 1255 e si trova nella città tedesca di Darmstad, nell’Odenwald, ed è appartenuto alla casata dei Franckenstein.

Tuttavia, a ispirare Mary Shelley fu la figura di Johann Konrad Dippel, medico e alchimista, che si dilettava in macabri esperimenti, rubando cadaveri e tentando di riportarli in vita con una pozione, di cui egli stesso rimase vittima, nel 1734, sperimentandola su di sé nel tentativo di guadagnarsi l’immortalità. Si pensa che sia proprio il suo fantasma, ancora oggi, a infestare il castello, di cui sono rimasti solo pochi ruderi. Il momento migliore per avvistarlo? Si dice che nel periodo tra Natale e Capodanno si sieda sul tetto di quella che fu la cappella.

5. Castello di Moosham (Austria)

A metà della nostra TOP 10 troviamo il Castello di Moosham, conosciuto anche come il Castello delle Streghe, o dei Lupi Mannari. Menzionato per la prima volta nel 1191, sorge a 1079 metri di altezza nella regione del Lungau di Salisburgo. Divenuta proprietà degli arcivescovi di Salisburgo, tra il 1534 e il 1762 fu teatro di una sanguinaria “caccia alle streghe” che uccise 66 persone accusate di stregoneria e magia.

Tra le vittime più celebri ci fu Christina Staudinger, guaritrice ventottenne nota nel Lungau, torturata e bruciata sul rogo. Non solo streghe, però, trovarono la morte, e fino all’inizio del XVIII secolo, anche uomini accusati di essere lupi mannari, come un certo Simon Windt, l’ultimo messo a morte per il sospetto di avere una natura animalesca. Oggi, si dice che nel castello aleggino ancora le tormentate presenze delle vittime di quel periodo oscuro. Molti visitatori asseriscono di averne avvistata qualcuna o di avere sentito strani sfioramenti o ventate di aria gelida.

6. Castello di Montebello (Italia)

Uno dei castelli infestati più noti d’Italia è il Castello di Montebello, o Castello dei Guidi di Bagno, che si trova nel borgo di Montebello di Torriana, in provincia di Rimini, arroccato su un colle di 436 metri. Al maniero è legata la struggente storia di Azzurrina, il cui vero nome era Guendalina Malatesta di Montebello, figlia di Uguccione, signore del castello alla fine del XIV secolo. La bimba ebbe la sfortuna di nascere albina, con pelle chiarissima e capelli bianchi. All’epoca, un aspetto così era considerato opera del demonio.

Per questo sua madre, che l’amava molto, le tingeva i capelli di nero con erbe naturali. Con l’umidità, tuttavia, la tintura assumeva prima un colorito blu, poi sempre più azzurro. Da qui il soprannome dato alla piccola. Si racconta che nella notte del Solstizio d’Estate, il 21 giugno 1375, la bimba rincorse una palla finita nelle cantine del castello e rimase intrappolata in una neviera, piena di ghiaccio. Il suo corpo non è mai stato ritrovato ma, da allora, la notte del Solstizio è detta “la notte di Azzurrina”, la cui vocetta risuona ancora tra le mura del castello.

7. Castello di Houska (Repubblica Ceca)

Entra nella nostra TOP 10 anche il Castello di Houska, che sorge nei pressi del Lago Màcha, 47 km a Nord di Praga, nella regione della Boemia centrale.  Al castello è legata l’inquietante leggenda della Porta dell’Inferno, che sarebbe sorvegliata da un’entità dall’aspetto di un monaco vestito di nero e senza volto. Il castello stesso sarebbe stato costruito attorno a questo pozzo senza fondo proprio come baluardo di difesa contro i demoni.

Tra le tante storie che si raccontano, la più famosa legata a questo luogo è quella di un galeotto, a cui fu promessa la grazia se accettava di essere calato nel pozzo e raccontare quello che vedeva. L’uomo accettò lo scambio, ma dopo essere emerso dal pozzo, cominciò a urlare e impazzì fino a morire di paura. La stessa cosa accadde anche ad altri che si cimentarono nella temeraria discesa. Si dice che siano state avvistata anche creature demoniache e il fantasma di una donna in abiti bianchi. Di certo si sa che, all’epoca della Seconda Guerra Mondiale, i nazisti stabilirono nel castello un laboratorio per svolgervi aberranti esperimenti e le presenze che si percepiscono sarebbero proprio le loro vittime.

8. Castello di Edimburgo (Scozia)

Edimburgo, insieme al suo castello è considerata tra le città più infestate del mondo, forse perché teatro di continue guerre nel corso dei secoli. Le prime attestazioni del castello risalgono al VII secolo ed è stato costruito su uno sperone roccioso che domina la città di Edimburgo. Oggi, è l’edificio più antico della città ancora integro, sede di attività militari e di una guarnigione permanente.

Inoltre, ospita i musei dei Royal Scots e dei Royal Scots Dragoon Guards. Essendo il più visitato della capitale scozzese, non sono pochi i turisti che affermano di avere intravisto strane presenze, preannunciate da sbalzi di temperatura e aliti gelidi di vento. Tra gli “inquilini” evanescenti del castello ci sarebbero un tamburino senza testa, un pifferario e gli spiriti dei prigionieri francesi della Guerra dei Sette Anni e i coloni della Guerra di Indipendenza Americana. Nel 2001 nel castello si è svolta una delle indagini più corpose e importanti sul paranormale a livello internazionale.

9. Castello di Brissac (Francia)

Il Castello di Brissac, risalente al XI secolo, è uno dei più belli della Valle della Loira. Si trova a Brissac-Quincé, nel dipartimento del Maine e Loira a circa 15 km da Angers. È noto anche come il “Gigante della Loira” per le sue dimensioni mastodontiche. Con i suoi sette piani è il più alto di Francia e dispone di ben 204 stanze. Dal 1958 fa parte dei Monumenti Storici. Si racconta che tra le sue mura aleggi il fantasma della “Donna in verde”, cioè Charlotte di Valois, moglie infedele di Pierre de Brézé, ricco ministro di Carlo VII prima e di Luigi XI poi, che lo acquistò nel 1435.

Charlotte aveva una relazione extraconiugale con Pierre de Lavergne, amico del marito. Scoperta in atteggiamenti compromettenti dal marito, fu da questi uccisa a colpi di spada insieme al suo amante. Brézé fu condannato a pagare 200 mila scudi d’oro per l’omicidio (Charlotte era figlia di Carlo VII) e se ne andò dal castello poiché si diceva perseguitato dal fantasma della moglie e da quello dell’amico. Ancora oggi la “Donna in verde” viene avvistata nelle stanze della torre e della cappella.

10. Castello di Reszel (Polonia)

Chiude la nostra TOP 10 dei Castelli più infestati del mondo il Castello di Reszel, che si trova nell’omonima cittadina nella regione della Varmia-Masuria. Il castello, che spicca per la sua fiabesca struttura gotica in mattoni rossi, oggi ospita un albergo e un ristorante, ma in passato qui sono avvenute vicende agghiaccianti. Per esempio, fu teatro dell’ultima condanna a morte in Europa di una donna accusata di stregoneria, Barbara Zdunk, bruciata sul rogo il 21 agosto 1811. Secondo gli storici, la presunta strega era innocente, ma fu vittima ci circostanze sfortunate.

La Zdunk, che aveva avuto un litigio notturno con il suo amante, se ne andò da casa sua e venne vista correre agitata per le strade. Quella stessa notte, i militari napoleonici appiccarono il fuoco alla città. Tuttavia, non riuscendo a risalire alla colpevolezza dei soldati, il Procuratore si convinse che a provocare l’incendio fosse quella povera donna che correva di notte. Ovviamente, il fuoco era frutto di una stregoneria. Barbara Zdunk non ammise mai la sua “colpa”, nonostante una segregazione durata quasi quattro anni e le continue torture e privazioni. Durante la prigionia, diede alla luce anche dei bambini, poi misteriosamente scomparsi. La Zdunk venne alla fine giustiziata e si dice che il suo fantasma aleggi ancora nelle segrete del castello.




Un weekend di feste nei castelli, sagre e jazz

Agosto, ancora tempo di vacanze, o di gite fuori porta per chi le ha già finite o deve ancora andarci. Ecco allora, nella nostra rubrica dedicata agli eventi da non perdere, quelli in programma nel weekend del 20 e 21 agosto.

A Peschiera del Garda per il “Palio delle Mura”

Dal 19 al 21 agosto, a Peschiera del Garda (VR) torna l’appuntamento con “Il Palio delle Mura”, una tre giorni di grande sport accompagnato da ottima musica, con concerti live tutte le sere al Porto Bergamini di San Benedetto. Non mancheranno nemmeno gli stand gastronomici con prodotti tipici del Lago di Garda. Si comincia venerdì 19 agosto, alle 18, con la gara di canoe e kayak sul Canale di Mezzo.

Dalle 21, musica live con la Cipo Sugar Band. Sabato 20, alle 18.30 Gara SUP per il Trofeo Bergamini. Dalle 20, XXIX Palio delle Mura con gli equipaggi femminili e maschili. Dalle 21 musica live con i Black Ice. Domenica 21, dalle 18, gara delle Dragonboat e, dalle 23, premiazioni a cui seguirà il gran finale con spettacolo pirotecnico.

INFO: www.paliodellemura.it

A Formigine (MO), tornano i Ludi di San Bartolomeo

Dal 20 al 24 agosto, a Formigine, in provincia di Modena, torna l’attesissimo appuntamento con i Ludi di San Bartolomeo, che quest’anno festeggia la su 18° edizione. Per l’occasione, Piazza Calcagnini tornerà ai fasti del Medioevo, tra rievocazioni storiche, spettacoli in costume con fanti, cavalieri, dame e sbandieratori. Non mancheranno nemmeno il mercatino degli antichi mestieri, esposizioni di giochi, animazioni medievali e gli ormai tradizionali Giochi delle Contrade, che tra prove di destrezza e abilità decreteranno la frazione vincitrice. Per i più piccoli, martedì 23, dalle 19, torna lo spettacolo di burattini dell’Ocarina Bianca.

Presso la Taverna del Gufo, in piazza dell’Annunciata, si potrà cenare con menù a tema medievale le sere del 20, 21 e 24 agosto e anche a pranzo il 21, 23 e 24 agosto. Negli stessi giorni, in via San Francesco sarà presente anche la Locanda dello Gnocco. In occasione della festa, poi, le mura del castello ospiteranno le proiezioni “Castello Errante”, sabato 20, e quelle di Dante, martedì 23. Gli spettacoli si tengono alle 21,45 e alle 23. L’evento più atteso, tuttavia, è l’incendio del castello, con grande spettacolo pirotecnico e musicale, in programma mercoledì 24 agosto a partire dalle 22,15. Per accedere all’area sarà necessario indossare il braccialetto dal costo di 2 euro reperibile presso piazza della Repubblica tutti i giorni della Festa.

INFO: www.facebook.com/plformigine

A Montemignaio (AR) c’è la Festa del Castello

Sabato 20 agosto, dopo quattro anni di stop, tra le montagne del Casentino, a Montemignaio, torna la Festa del Castello, che quest’anno festeggia la sua 28° edizione. Nella piazza e all’interno di Castel Leone si potrà assistere al risveglio di un borgo medievale. Si comincia alle 18, con la tradizionale cena itinerante lungo i vicoli del castello, con sette stand gastronomici di prodotti tipici. Ricchissimo il programma delle animazioni che rallegreranno la serata.

Si comincia con la sfilata del tradizionale corteo storico accompagnato dalle acrobazie degli sbandieratori. Tantissimo anche il divertimento per i più piccoli, tra cui lo straordinario spettacolo di trampolieri e ballerini, mangiafuoco, musica e divertimento. Dalle 22, orchestra spettacolo a cui seguirà fino a tarda notte la Disco Music sotto le stelle. L’ingresso alla manifestazione costa € 10, ingresso + cena € 25. Servizio bus navetta dalle 19 alle 24.

INFO: tel 334/7706857

A Canterano (Roma), la X edizione della Sagra degli Strozzapreti

Domenica 21 agosto, nell’incantevole paese di Canterano, a 60 km da Roma, immerso nella macchia mediterranea, si celebra la 10° edizione della Sagra degli Strozzapreti Pizzicati. Andrà infatti in scena il gemellaggio tra gli Appennini laziali e le tradizioni musicali pugliesi. La festa, organizzata dalla Confraternita di Sant’Antonio, è diventata in pochi anni uno degli appuntamenti estivi più attesi della provincia di Roma, per il gusto irresistibile della tradizionale ricetta degli strozzapreti e l’effetto entusiasmante della danza popolare.

Teatro della manifestazione sarà la splendida piazza Roma. Alle 19 aprirà lo stand gastronomico e gli strozzapreti saranno accompagnati da salsicce, porchetta e patate arrosto. Alle 21,30 inizieranno i balli con il Concerto del Gruppo Zimbaria.  Il tutto nelle atmosfere romantiche del borgo di Canterano, tra note, sapori e voglia di stare insieme.

INFO: www.facebook.com/canterano.storia/

A Catania, alla scoperta delle vie dello Street Food

Domenica 21 agosto, dalle 18.30, si può andare alla scoperta delle tradizioni culinarie e dello street food. Il re della tavola è sicuramente l’Arancino, declinato al maschile, ma si potranno gustare anche la cipollina, un goloso scrigno di pasta sfoglia farcita con pomodoro, mozzarella e abbondante cipolla appassita, e la siciliana, un calzone farcito con tuma e acciughe salate. Non mancheranno nemmeno i panini con le polpette di carne e le scacciate, oppure le crispelle con ricotta e acciughe, anche in versione dolce con il miele.

Insieme alla guida si sceglierà che cosa degustare. Una sosta è d’obbligo anche presso uno chiosco storico per assaggiare una delle famose bibite dissetanti della tradizione catanese, al mandarino o al limone, oppure il seltz limone e sale. Si chiude poi in dolcezza con un cannolo siciliano o una cassatella. Tra una pausa e l’altra, poi, si potranno anche conoscere aneddoti e curiosità sulla cucina siciliana.

Il ritrovo per la partenza è in Piazza Duomo, la durata del tour è di circa 3 ore. La quota di partecipazione è di € 40, bambini 11-17 anni € 25, comprensivi di tour guidato a piedi nel centro storico, tre degustazioni + bevanda al chiosco. Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente. I tour saranno disponibili ogni venerdì e domenica fino a settembre.

INFO: tel 392/8079089, www.eventribe.it

A Castelsardo (SS) per Musica sulle Bocche

Dal 19 al 21 agosto, a Castelsardo (SS), splendido borgo del Nord Sardegna, si tiene la tappa più importante del festival jazz itinerante internazionale Musica sulle Bocche. Il 19 agosto si esibiranno la violoncellista austriaca Christine Ruf, il duo composto da Roberto Ottavoano e Alexander Hawkins e il trio del trombettista Nils Petter Molvaer.

Sabato 20, invece, sarà la volta di Salvatore Maltana, Stefano Nosei e del quartetto di Trygve Seim. Domenica 21, ultima giornata del festival, vede protagonisti il gruppo Satoyama e il progetto Mystic Geography. I biglietti sono disponibili sul sito ufficiale del festival. È invece gratuito il concerto all’alba di domenica 21 agosto con il pianista Fabio Giachini che si esibirà nello splendido scenario degli spalti Manganella.

INFO:  www.musicasullebocche.it




10 Top castelli con cantina per un romantico wine weekend

Settembre, mese di vendemmia, ma anche l’occasione per andare vivere un weekend tra i colori dei vigneti, degustando il prezioso nettare che nasce nelle cantine. E che cosa c’è di più romantico di un castello? Ancora di più se tra le antiche mura si può anche soggiornare, dormire nelle stesse stanze degli storici abitanti, mangiare in un ristorante di qualità con un menù di prodotti tipici e degustare vini pregiati nelle cantine del maniero. Sono tantissimi i castelli d’Italia con annessa una cantina che propongono degustazioni guidate e ospitalità da scegliere per un weekend d’autunno tra le vigne. Ne abbiamo scelti 10 del Nord Italia.

1. Castello di Perno (Cuneo, Piemonte)

Nella frazione di Perno, a Monforte d’Alba, nel cuore delle Langhe, culla di rinomati vini, sorge il Castello di Perno, costruito in epoca medievale dalla famiglia Faletti. Tra il XVII e il XVII secolo è stato trasformato in dimora residenziale, mentre alla fine degli anni Settanta, è stato acquistato dalla casa editrice Einaudi per farne una sede secondaria e residenza di lavoro per i proprio scrittori, tra cui Primo Levi, a cui è dedicata la piazzetta sotto le mura.

Dal 2012 il castello è proprietà del Professor Gregorio Gitti, ordinario di Diritto Civile all’Università di Milano, che ha fatto del castello non solo una casa per la cultura, ma anche un luogo dove produrre, vendere e degustare i vini prodotti dalle vigne dell’azienda di famiglia, tra cui Nebbiolo delle Langhe DOC e Barolo DOCG Castelletto e Perno. Oggi, il castello organizza mostre d’arte, degustazioni guidate con vini e taglieri di salumi e formaggi, passeggiate tra i vigneti. Fa parte dell’offerta ricettiva anche il B&B Arco dei Nobili, a due passi dal castello, che offre camere con bagno privato e arredi suggestivi, immerse tra le vigne e con vista sulle colline.

INFO

CASTELLO DI PERNO, Frazione Perno, Vicolo Roma 2, 12065 Monforte d’Alba (CN), sales@castellodiperno.it, tel  +39 334 56 48 263. www.castellodiperno.it

CANTINA, Loc. Castelletto 33, 12065 Monforte d’Alba (CN), info@castellodiperno.it, Tel +39 0173 328178

2. Castello di Grinzane Cavour (Cuneo, Piemonte)

Rimaniamo nelle Langhe, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, a Grinzane Cavour, dove si trova il celebre castello appartenuto alla nobile famiglia dei Conti Benso di Cavour, il cui esponente più famoso è stato Camillo Benso, eroe del Rinascimento, che qui soggiornò e che fu anche sindaco del borgo di Grinzane. Il castello offre ai suoi visitatori uno straordinario viaggio tra mondo antico e moderno, tradizione e buoni sapori. Oltre alle bellissime sale storiche, infatti, è sede del Museo delle Langhe, che custodisce testimonianze delle arti e dei mestieri passati, attrezzi quotidiani della vita rurale, cimeli cavouriani e memorie del Conte Camillo Benso in quelli che furono i suoi appartamenti.

Da non perdere una visita alla storica Enoteca, costruita nel 1967, prima in assoluta in Piemonte e seconda in Italia, che offre una prestigiosa vetrina di vini e grappe piemontese a cui si aggiunge una selezione di eccellenze gastronomiche tipici. Completa l’offerta l’innovativo Open Air Museum In Vigna, dove poter intraprendere un vero e proprio percorso emozionale e didattico tra i filari della “Vigna del Conte”, ai piedi del Castello e il ristorante gourmet “Marc Lanteri – Al Castello”, che offre un menù innovativo tra delicatezze francesi e sapori delle Langhe.

INFO

Castello ed Enoteca Regionale Cavour, via Castello 5, 12060, Grinzane Cavour (CN), tel +39 0173 262125, info@castellogrinzane.com , www.castellogrinzane.com

3. Castello di Razzano (Alessandria, Piemonte)

Tra le colline del Monferrato sorge il Castello di Razzano, circondato da una grande tenuta di rara bellezza, lasciando spaziare lo sguardo fino al Monviso. Qui si può vivere un’esperienza indimenticabile, per esempio scegliendo di soggiornare nel meraviglioso Relais di charme, tra suite e junior suite con arredi d’epoca. Nella corte interna del Relais, poi, si trova uno splendido giardino all’italiana da dove si accede al Museo ArteVino, alle Cantine e all’Enoteca. Le tre tenute si estendono su una proprietà di circa 100 ettari, dei quali 30 coltivati a vigneto e 5 a oliveto.

La produzione vinicola è di 150 mila bottiglie all’anno. All’interno del castello si trovano anche le cantine storiche, dove nascono i rossi più pregiati, mentre all’Enoteca si possono acquistare e degustare vini, grappe, ma anche Aceto di Barbera e Olio Extravergine di Oliva. Il ristorante del Castello propone poi un viaggio enogastronomico attraverso la tradizione monferrina, rivisitata in chiave moderna dallo chef Emanuele.

INFO

CASTELLO DI RAZZANO, Strada Gessi 2, Frazione Casarello, 15021, Alfiano Natta (AL), tel +39 0141 933535, info@castellodirazzano.it, www.castellodirazzano.it

4. Castello di Tagliolo (Alessandria, Piemonte)

Rimaniamo nel Monferrato, dove, sulle colline di Tagliolo, già mille anni fa si aveva notizie di una torre di avvistamento nel luogo in cui oggi sorge il Castello. Nel 1498 il maniero diventa possedimento dei Marchesi Pinelli Gentile, ancora oggi proprietari e gestori del castello, della cantina e della tenuta agricola, in un’ottica di proseguimento tra passato, presente e futuro. Da non perdere un weekend nel suggestivo borgo medievale di Tagliolo, soggiornando in una delle quattro eleganti Guest House ristrutturate nel rispetto dell’architettura originaria, con giardino privato da cui poter ammirare i vigneti e degustare i pregiati vini prodotti nelle cantine del castello.

Si può anche pranzare nel Salone Medievale e fare acquisti nell’esclusivo wine shop, oppure prendere parte a passeggiate alla ricerca dei pregiati tartufi, tra ottobre e novembre. E se state per sposarvi, perché non organizzare un ricevimento da sogno in un castello? In quello di Tagliolo c’è la Bigattiera nelle cui sale possono essere ospitate 150 persone sedute. E il sogno diventa realtà!

INFO

CASTELLO DI TAGLIOLO, via Castello 1, 15050, Tagliolo Monferrato (AL), tel +39 0143 89195, castelloditagliolo@libero.it, www.castelloditagliolo.it

5. Castello Bonomi (Coccaglio BS, Lombardia)

In Franciacorta, terra di abbazie e priorati, nella zona tra il Monte Orfano, il Monte Alto e le colline che si specchiano nel Lago d’Iseo, a Coccaglio, in provincia di Brescia, si trova il Castello Bonomi, che prende il nome dall’originale edificio liberty progettato alla fine dell’Ottocento dall’architetto Antonio Tagliaferri. E proprio all’Ottocento risale la tradizione vitivinicola di queste terre, da cui nascono vini unici, frutto di una combinazione straordinaria tra la conformazione del suolo, le correnti temperate del Lago d’Iseo e le escursioni termiche tra il giorno e la notte portate dai venti che spirano dalla Val Camonica.

In più, la conformazione del suolo attorno a Castello Bonomi è diversa rispetto al resto della Franciacorta. Sulle terrazze della tenuta nascono solo grappoli di uve Chardonnay di altissima qualità, che danno origine a un Pinot Nero con note fruttate e minerali, per un vino elegante e di carattere. I vigneti poi sono circondati da un parco secolare. Il castello è di proprietà privata, ma organizza visite guidate in cantina e ai vigneti con degustazioni, anche in occasione di feste e sagre dedicate al vino.

INFO

CASTELLO BONOMI, via San Pietro 46, 25030, Coccaglio (BS), tel + 39 030 7721015, info@castellobonomi.it , www.castellobonomi.it

6. Castello di Soave (Soave, VR, Veneto)

 Nel borgo medievale di Soave, nel veronese, eletto “Borgo dei Borghi 2022”, sorge il maestoso castello che risale al Medioevo e attraversa secoli di lotte feudali e invasioni. Dalle sue mura si gode di un panorama incantevole sulle colline circostanti. Scendendo invece verso la strada principale che arriva al cuore del borgo si arriva alla Cantina del Castello, famosa per la produzione di vino di qualità dal sapore fresco e avvolgente.

La cantina ha sede dello storico palazzo dei Conti Sanbonifacio, in Corte Pittora 5, ed è stata istituita negli anni Sessanta. Qui nascono il Soave Classico e il suo Cru Pressoni, il Recioto di Soave Classico, lo Spumante e la Grappa di Vinacce di Recioto. Fin dalle sue origini, poi, la cantina ha proposto vini rossi della Valpolicella, come l’Amarone e il Ripasso, per una produzione di circa 80 mila bottiglie all’anno. Per un weekend indimenticabile, la Cantina propone un’ampia scelta di esperienze, che spaziano dalla visita in cantina con pranzo in un ristorante tipico alla passeggiata a cavallo nei vigneti.

INFO

CANTINA DEL CASTELLO, vicolo Corte Pittora 5, 37038, Soave, VR, tel +39 045 7680093, www.cantinacastello.it

7. Castello di Roncade (Roncade, TV, Veneto)

 Lo splendido Castello di Roncade, che sorge nell’omonimo borgo, in provincia di Treviso, ma a pochi minuti da quella di Venezia, è l’unica villa veneta pre-palladiana cinta da mura in cui è ancora presente la produzione di vini. Il castello originario, medievale, fu stato donato nel 900 da Ottone II ai Conti di Collalto e, successivamente, venne di distrutto da Cangrande della Scala. Nel XVI secolo, Girolamo Giustinian, patrizio veneto, ne iniziò la ricostruzione dandogli l’aspetto che ancora oggi si può ammirare. All’inizio del Novecento, la proprietà viene rilevata dalla famiglia dei Baroni Ciani Bassetti.

Nel 1930, il Barone Tito Ciani Bassetti fonda l’azienda vitivinicola attiva ancora oggi. La villa è circondata infatti da 110 ettari di vigneti, che producono rinomati bianchi profumati e rossi corposi, ma anche spumanti e rosé che hanno vinto importanti riconoscimenti in concorsi enologici e menzioni nelle guide più prestigiose. Per vivere un indimenticabile weekend in cantina, si può poi soggiornare nelle camere ricavate all’interno delle torri, oppure nella villa principale, tra doppie, suite e loft. Da non perdere le degustazioni con visite guidate in cantina, nei vigneti e alla villa.

INFO

CASTELLO DI RONCADE, Via Roma 141, Roncade (TV), tel +39 0422 708736, info@castellodironcade.com, www.castellodironcade.com

8. Castello Rametz (Merano, Bz, Alto Adige)

 Circondato da dieci ettari di vigneti di proprietà, la storica tenuta del Castello di Rametz viene menzionata già in alcuni documenti del 1227. Ma è nel 1860 che, per la prima volta in Alto Adige, viene coltivata la vite del Pinot Nero, ma anche il Cabernet Sauvignon, il Riesling Renano e il Cabernet Franc. Da non perdere una visita alla cantina grande del castello, risalente al XVIII secolo, costruita interamente in pietra, con botti in rovere perfettamente allineate e illuminate. Nella cantina piccola, del XII secolo, maturano invece i pregiati vini in Barrique.

Al Castello di Rametz si può vivere una fantastica esperienza che inizia con una passeggiata tra i vigneti. È poi prevista una visita al Museo del Vino, dove in quattro ampie sale sono esposti attrezzi d’epoca utilizzati per la viticoltura. Immancabile una visita alle cantine Grande e Piccola con degustazione di cinque vini e con un tagliere di Kaiserspeck, il pregiato salume altoatesino, e formaggi locali. E, per chi volesse fermarsi a pranzo o a cena, c’è il Ristorante “Al Castello Rametz” con menù di raffinate specialità locali, i piatti della tradizione internazionale e la qualità dei vini prodotti al castello.

INFO

CASTELLO RAMETZ, via Labers 4, 39012, Merano (BZ), tel +39 0473 211011, info@rametz.com, www.rametz.com

9. Castello di Buttrio (Buttrio, UD, Friuli Venezia Giulia)

Andiamo ora a Buttrio, in provincia di Udine, dove, sulla sommità della collina Pampinutta, il cui nome deriva da “pampino”, cioè la foglia della vite, si erge il Castello di Buttrio. Il primo nucleo, che oggi si compone anche di due ville e di edifici di vario tipo, risale al 1139. Il complesso è stato poi ampliato tra il XVII e il XX secolo. Oggi il Castello e la tenuta di dieci ettari che la circonda, coltivata a vigneti, offre l’opportunità di vivere un’esperienza esclusiva.

Si può scegliere di soggiornare in una delle suite o camere dell’hotel, oppure in una delle comode stanze dell’agriturismo, arredate in stile country chic. L’Osteria offre un menù stagionale e antispreco, a base di prodotti locali e dei prestigiosi vini prodotti dalla famiglia Felluga, proprietaria del complesso storico. I vigneti della tenuta risalgono agli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta e sono coltivati a friulano, merlot, verduzzo, malvasia e ribolla. Tra le esperienze che renderanno il vostro weekend indimenticabile ci sono le degustazioni in cantina, un pic-nic nel verde con cestino di vimini pieno di bontà locali e vino del castello, gite i n bicicletta, ma anche itinerari alla scoperta della natura e delle dimore storiche del Friuli Venezia Giulia.

INFO

CASTELLO DI BUTTRIO, via del Pozzo 5, 33042, Buttrio (UD), tel +39 0432 684243, info@castellodibuttrio.it

 10. Castello di Spessa (Capriva, GO, Friuli Venezia Giulia)

Chiude la nostra TOP 10 lo splendido Castello di Spessa di Capriva del Friuli, in provincia di Gorizia. Il castello vanta una storia di otto secoli e tra le sue mura ha ospitato personaggi come Giacomo Casanova e Lorenzo Da Ponte. La vocazione vinicola, invece, nasce alla fine degli anni Settanta, quando l’imprenditore Loretto Pali diventa proprietario prima dell’azienda vinicola La Boatina a Cormòns, poi, nel 1987, del Castello di Spessa, che trasforma in un elegante complesso con country resort, tre ristoranti, camere e appartamenti tra le vigne, una spa e un campo da golf.

Senza dimenticare le affascinanti cantine medievali e il bunker sotterraneo, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, a 18 metri di profondità sotto al castello, dove maturano i pregiati vini. Per un weekend da sogno si può scegliere se soggiornare in una delle dieci camere della Tavernetta, nel Casale in Collina con vista sul castello oppure negli appartamenti e camere tra le vigne. Non mancano nemmeno tre diversi ristoranti, con menù di piatti tradizionali, di carne e di pesce. Per un relax completo, poi c’è la Vinum Spa di 2000 mq di benessere totale. Infine, c’è solo l’imbarazzo della scelta per le esperienze di degustazione che includono aperitivi, passeggiate tra le vigne, partecipazioni a eventi e pacchetti soggiorno.

INFO

CASTELLO DI SPESSA, via Spessa 1, 34070 Capriva del Friuli (GO), tel +39 0481 808124, info@castellodispessa.it, www.castellodispessa.it

 

 

 




Massimiliano Musso ci invita a Ca’ Vittoria, nello splendore del Monferrato

(in italian and english)-

Partiamo per un nuovo viaggio “gourmet”. La nostra meta è il  Monferrato, una regione storica del Piemonte, quasi interamente compresa nella provincia di Alessandria ed in parte in quella di Asti, è delimitata dai corsi del Tanaro, del Belbo e della Bormida e dal corso del Po a nord.
E’ un territorio famoso in tutto il mondo per le sue etichette vinicole di pregio come il Barbera o il Gavi e fa parte della lista del patrimonio mondiale dell’UNESCO.

Le sue dolci colline ospitano una miriade di antichi manieri e di fortezze storiche, per questo il Monferrato è noto per essere la regione più “castellata” d’Italia. Lo straordinario paesaggio collinare infatti è dominato da piccoli insediamenti ed impreziosito dalla presenza di numeros e fortezze, ognuna delle quali ha una propria storia da raccontare e peculiarità da scoprire.

Castello di Settime L’edificio ha una caratteristica forma a ferro di cavallo e testimonia l’antica origine trecentesca nelle tracce delle torri e negli archi in cotto e arenaria della facciata esterna. Intorno al castello si estende un meraviglioso parco.
Castello di Razzano nei cui sotterranei invecchiano i vini pregiati mentre all’interno della corte ha sede l’ esposizione artistica Museo ArteVino. Ospita un relais, dove ci si può fermare a dormire, per una notte, proprio come un re.

Castello di Razzano

Castello di Gabiano, monumento storico, famoso per il suo labirinto green, rarissimo esempio tra i giardini storici del Piemonte.
Castello di San Giorgio, uno scenografico spazio barocco con uno splendido scalone che porta al giardino all’italiana.
Castello Moncalvo  dalle alte mura trecentesche dell’antica fortezza abbattuta nel XIX secolo, dalle quali sporgono massicci torrioni e poderosi contrafforti. I camminamenti sono ancora praticabili e dalla cima della torretta di guardia si gode un vasto panorama su tutto il basso Monferrato

Castello di Moncalvo

Il nostro viaggio ci porta a Tigliole, piccolo centro del Monferrato che ci riserva più di una sopresa, dal museo L’arte del sellaio che illustra l’arte sellaria, al CRAS, una struttura che raccoglie e cura animali selvatici fino a recuperare le  proprie capacità e la propria indipendenza. Bravi!
E poi c’è Chef Massimiliano Musso, italo-canadese, trapiantato da sempre nel Monferrato, dove, seguendo le orme gastronomiche della famiglia, conduce uno dei ristoranti più apprexzzati del territorio: lo stellato Ca’ Vittoria, elegante dimora settecentesca nel cuore delle colline intorno ad Alfieri, a pochi chilometri dalle Langhe e dal Roero.

Massimiliano si adopera in cucina per creare le migliori ricette ispirate alla tradizione piemontese insieme a proposte più innovative, sempre equilibrate negli abbinamenti. Tutti i piatti sono sapientemente preparati utilizzando ottimi prodotti locali. Molte verdure, frutta e fiori sono coltivate direttamente nell’orto dello chef, che ha ereditato da nonno Aldo.
Al “Cà Vittoria”, si respira un’atmosfera elegante e raffinata, che si sposa perfettamente con la professionalità e il calore del personale, attentamente seguito da Valentina, moglie di Massimiliano.

Massimiliano ci regala la sua ricetta preferita, omaggio a nonna Gemma, una delle prime donne italiane premiata con la Stella Michelin

Ciao Massimiiano, domanda di rito: come e dove ti pace passare un weekend libero?
A casa, con la famiglia, oppure al mare.
E nel territorio?
Cisterna d’Asti, ha un castello spettacolare e Moleto, forse uno dei borghi più piccoli di’Italia, raggiungerlo all’ora del tramonto è un vero spettacolo!
Qualche importante viaggio di lavoro  ?
A Hong Kong al “World summit” e spesso negli Stati Uniti, a Long Island per consulenze culinarie o a New York al Palazzo delle Nazioni Unite con le “Stelle del Piemonte” di cui ho curato il menu.

Moleto

Un tuo difetto?
Non so sia un difetto o un pregio, ma da me pretendo sempre molto, troppo … più del 110%.
La mia la testa mira sempre a quel traguardo…
Cosa ti soddisfa?
Vedere una persona che si alza dal tavolo con un sorriso e che mi dice “Mi è piaciuto, ci rivedremo” Ecco, questo mi ripaga di tutti sacrifici che io e la mia brigata facciamo quotidianamente.
E se non apprezza?
Devo dire che vedere una persona poco contenta … è uno schiaffone che mi dice di indagare  dove potrei aver sbagliato e che mi incita a fare meglio.
I tuoi impiattamenti sono davvero arte, come li curi?
Grazie, è un bel complimento. Si, sono pignolo con la mise en place, anche se non pretendo fotocopie dai collaboratori della mia brigata, Lo stesso piatto non l’impiatteranno mai come l’ho impiattato io, non perchè non siano capaci, ma perché ognuno ha una propria forma artistica: io ne ho una, Mattia un’altra, Alfonso un’altra ancora … è il bello del nostro essere artigiani.

se questa non è arte…. Zucca The verde macha , Calamadino

OK, ma cosa succede quando un piatto che tu hai disegnato in un modo, lo vedi realizzato  in un’altra maniera?
(sorride) Beh si, un po’ mi incavolo, poi cerco di spiegare che se io l’ho disegnato in un certo modo è perchè, secondo me, quello è il modo giusto e quindi sarebbe opportuno seguire quella strada. E’ una consuetudine che ho imparato da mia nonna Gemma alle prese con le ricette  tradizionali della cucina classica piemontese.
E’ stata nonna Gemma a far scoccare la tua scintilla culinaria?
Certamente, fin da quando ero piccolissimo giravo per la cucina come un pazzo, mi ricordo che nonna aveva imbottito tutti gli angoli dei mobili, per non farmici dare delle gran zuccate …

Amore del territorio : lo gnocco di zucca, castagne, mascarpone affumicato e funghi
e la battuta di fassona ,porcini e nocciole

Il tuo primo ricordo in cucina?
(ride) Vorrai dire il primo ricordo “dalla” cucina?.. La domenica mattina, il profumo della faraona al forno che saliva dall’enorme stufa a legna fino al primo piano e invadeva la mia cameretta.
E’ importante per te far rivivere tradizione e storia nel tuo lavoro?
Si. Il mio panettone, per esempio. Un dolce che per 10 anni ho proposto soltanto ai clienti del ristorante. Quest’anno ho deciso di farlo debuttare nella grande distribuzione e ho voluto che ricordasse la nostra storia e il nostro territorio, a cominciare dal nome “Alfiere.“, un tributo al nostro grande poeta Vittorio Alfieri

Massimiliano Musso con il suo panettone “L’ Alfiere” omaggio al poeta astigiano Vittorio Alfieri
Arriviamo al tartufo bianco… “re nella tua tavola” anche quest’anno?
“E’ stata un’annata dura per i tartufi, racconta Musso, ma quest’anno il tempo è asciutto e fresco , quindi pochi ma buoni...
Ca’ Vittoria come lo propone?
Al massimo della tradizione, dove il tartufo, secondo me,  è il vero protagonista : su un uovo morbido in foglia d’ro oppure generosamente “piovuto” sui classico tagliolino 30 tuorli al burro di Isigny

Due piatti di Musso dove il tartufo bianco di Alba è protagonista

La tua ricetta?
Una ricetta storica della famiglia dal 1928 e un piatto sempre in carta. Agnolotti del plin con ripieno di nonna Gemma, pensa che è stata una delle prime donne stellate d’ Italia.

AGNOLOTTI DEL PLIN

AGNOLOTTI DEL PLIN di Chef MUSSO Foto Di Marzo

Ingredienti per 4 persone :
Preparazione per il ripieno :
400 g di cappello del prete
400 g di costine di maiale
300 g di polpa di coniglio
3 tuorli d’uovo
150 g di parmigiano reggiano 12/24 mesi grattugiato
1 kg di scarola
3 l di brodo di manzo
Procedimento della ricetta
Salare la carne e rosolare in una padella con olio di semi a fuoco vivo, in una o più teglie da forno,
inserire i pezzi di carne coprendo con il brodo di manzo coprendole con dell’alluminio sigillando bene.
Rivestire l’impasto con della pellicola alimentare e farlo riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
Ricetta per la creazione degli agnolotti del plin:
Stendere la pasta formando una sfoglia abbastanza sottile, disporre a circa 3/4 cm dal margine inferiore della sfoglia, la farcia in quantità molto simili, lasciando uno spazio di circa 2/3 cm una dall’altra, prendere il margine della sfoglia e rivoltarlo sopra la farcia attaccandola sulla sfoglia.
Sigillare bene e iniziare a pizzicare con pollice e indice la sfoglia più vicino possibile alla farcia.
Con una rotella dentellata tagliare per lungo la sfoglia vicino agli agnolotti e successivamente tagliare gli agnolotti del plin facendo combaciare il punto del pizzico con
Preriscaldare il forno a 200° c
Inserire le teglie e cuocere per 2 ore , al termine capovolgere i pezzi di carne e aggiungere se necessario il brodo, cuocere per altre 2 ore fino a completa cottura della carne.
Terminata la cottura, recuperare i succhi rimasti nelle teglie e in una casseruola far stufare la scarola. Una volta cotto, disossare le costine passare il tutto al tritacarne.
Unire la scarola ben scolata e tritata, inserire i tuorli d’uovo e il parmigiano e amalgamare fino a creare una farcia omogenea. Sale q.b.


Ingredienti per la sfoglia :
1 kg di farina 00
30 tuorli d’uovo pasta gialla
10 g di sale fino
Preparazione:
In una impastatrice inserire prima i tuorli e il sale e poi la farina, azionare l’impastatrice fino a creare un impasto omogeneo.
Rivestire l’impasto con della pellicola alimentare e farlo riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
Ricetta per la creazione degli agnolotti del plin:
Stendere la pasta formando una sfoglia abbastanza sottile, disporre a circa 3/4 cm dal margine inferiore della sfoglia, la farcia in quantità molto simili, lasciando uno spazio di circa 2/3 cm una dall’altra, prendere il margine della sfoglia e rivoltarlo sopra la farcia attaccandola sulla sfoglia.
Sigillare bene e iniziare a pizzicare con pollice e indice la sfoglia più vicino possibile alla farcia.
Con una rotella dentellata tagliare per lungo la sfoglia vicino agli agnolotti e successivamente tagliare gli agnolotti del plin facendo combaciare il punto del pizzico con la sfoglia sottostante.
Come servire il piatto:
Io li servo con un emulsione di burro e fondo di vitello, ma potete anche servirlo con del buon burro di montagna per esaltarne il ripieno

INFO
Ente Turismo Langhe Monferrato Roero
Email
info1@visitlmr.it (Area Monferrato)
Tel. +39 0141 530357 (Informazioni Turistiche Monferrato Astigiano

Here the recipe in english

Chef Massimiliano Musso

A historic family recipe since 1928 and a dish always on the menu. Agnolotti del plin with stuffing of grandmother Gemma, one of the first  women in Italy awarded with a Michelin Star.

AGNOLOTTI DEL PLIN di Chef MUSSO

 For 4 people :
Ingrediants for the filling:
400 g of the priest’s hat 400 g of pork ribs 300 g of rabbit pulp 3 egg yolks 150 g of grated 12/24 months Parmesan cheese 1 kg of escarole 3 l of beef broth
Method
Salt the meat and brown in a pan with seed oil over high heat, in one or more baking trays, insert the pieces of meat covering with the beef broth covering them with aluminum sealing them well. Cover the dough with cling film and let it rest in the refrigerator for at least 1 hour.
Recipe for the creation of agnolotti del plin:
Roll out the dough to form a fairly thin sheet, arrange about 3/4 cm from the bottom edge of the sheet, the filling in very similar quantities, leaving a space of about 2/3 cm from each other, take the edge of the sheet and turn it over on top of the filling sticking it on the pastry. Seal well and start pinching the pastry as close to the filling as possible with your thumb and forefinger. With a notched wheel, cut the pastry along the length of the agnolotti and then cut the agnolotti del plin by matching the pinch point with Preheat the oven to 200 ° c Insert the trays and cook for 2 hours, at the end flip the pieces of meat and add the broth if necessary, cook for another 2 hours until the meat is completely cooked. After cooking, recover the juices left in the trays and in a saucepan, stew the escarole. Once cooked, bone the ribs and pass everything through a meat grinder. Add the well-drained and chopped escarole, add the egg yolks and Parmesan cheese and mix until a homogeneous filling is created. Salt to taste.


Ingredients for the pastry:
1 kg of flour 00 30 yellow paste egg yolks 10 g of fine salt Preparation: In a mixer, first insert the egg yolks and salt and then the flour, operate the mixer until a homogeneous mixture is created. Cover the dough with cling film and let it rest in the refrigerator for at least 1 hour.
Recipe for the creation of agnolotti del plin:
Roll out the dough to form a fairly thin sheet, arrange about 3/4 cm from the bottom edge of the sheet, the filling in very similar quantities, leaving a space of about 2/3 cm from each other, take the edge of the sheet and turn it over on top of the filling sticking it on the pastry. Seal well and start pinching the pastry as close to the filling as possible with your thumb and forefinger. With a notched wheel, cut the pasta sheet along the length of the agnolotti and then cut the agnolotti del plin by matching the pinch point with the underlying sheet.
How to serve the dish:
I serve them with an emulsion of butter and veal stock, but you can also serve it with good mountain butter to enhance the filling.

INFO
Ente Turismo Langhe Monferrato Roero
Email
info1@visitlmr.it (Area Monferrato)
Tel. +39 0141 530357 (Informazioni Turistiche Monferrato Astigiano

 

 

 

 

 

 




L’estate in Valle d’Aosta con le proposte di Benetour

Una vacanza consigliata per chi ama stare all’aria aperta circondato da boschi, prati in fiore e tanti buoni profumi. Perfetta anche per chi vuole passeggiare, compiere escursioni, andare in bicicletta o dedicarsi ad altri sport. Attività all’aria aperta, ampi spazi e distanza di sicurezza: sono queste le parole chiave per scommettere sulla stagione estiva 2021 in Valle D’Aosta.

Cogne, le splendide cascate di Lillaz

Bellezze naturali, fra trekking e terme

Quasi 300 giorni di sole all’anno, un’aria incredibilmente pulita e salutare: la Valle D’Aosta è un vero paradiso per chi cerca un luogo lontano dal caos cittadino dove ricaricare le batterie sfruttando i benefici di una vita attiva e all’aria aperta. La montagna d’estate è tutta da scoprire. Il trekking è un modo divertente per andare alla ricerca di laghetti alpini, passando tra boschi profumati e pascoli di alta montagna, raggiungere i Rifugi per godersi, in quota, sole, relax e un’ottima polenta. Trekking per tutti i gusti, alle pendici del Monte Bianco, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso o nel Parco del Mont Avic.

Trekking in Val di Rhemes

Infiniti anche gli itinerari da percorrere con la mountain Bike, o con l’E-bike, la bicicletta con la pedalata assistita. Da non dimenticare la possibilità di provare una discesa di rafting, per poi rilassarsi alle terme di Pré Saint Didier e di Saint Vincent.

Tra Castelli e artigianato

La Valle d’Aosta offre poi oltre 100 tra castelli medioevali, torri e fortezze più volte trasformati nel tempo fino a diventare residenze rinascimentali, chiese romaniche e barocche. Tra questi è bene ricordare il castello di Fénis, il castello di Issogne e il Castello di Sarre (residenza di caccia di Savoia) e il Complesso Monumentale del Forte di Bard. Per quanto riguarda l’artigianato un appuntamento estivo importante (nel mese di agosto) è sicuramente la Fiera di Sant’Orso d’été dove gli artigiani espongono i propri prodotti frutto di variegate tecniche che spaziano dalla tornitura all’intaglio del legno, alla scultura su pietra, alla lavorazione del ferro e del cuoio.

Il Castello di Ussel

In Valle d’Aosta con Benetour

Benetour, il Tour Operator con sede ad Aosta, che opera dal 2003, è specializzato nel prodotto Montagna, Mare, Viaggi di gruppo e Vacanza Outdoor. Uno staff, professionale e competente, è disponibile a fornire prodotti che possono rispondere al meglio alle esigenze dei clienti. Una vacanza alternativa e sorprendente, fatta di un intreccio di Natura, Arte, Cibo, Sport e Cultura.

Rafting sulla Dora Baltea

Il Tour Operator Benetour offre, quindi, un nuovo modo di viaggiare per sostenere un migliore modello di vacanza in cui vige il diritto a soffermarsi per riconoscere luoghi, spazi, silenzi, profumi, colori che consentano di riappropriarsi del sentire e dell’ascoltare i propri sensi e le proprie emozioni. Qualunque sia il tipo di vacanza, si sentirà una calorosa accoglienza da parte di tutto il personale Benetour in Valle D’Aosta.

Le strutture ricettive

Dal punto di vista dell’accoglienza, la Valle D’Aosta offre strutture ricettive di differenti tipologie: dall’hotel 3 stelle a conduzione familiare ai 4 e 5 stelle con servizi di alto livello. Si tratta di strutture adatte a tutte le esigenze dei viaggiatori: dedicare un po’ di tempo a se stessi, scaricare le tensioni, riposare, fare un bel detox e allontanare i pensieri.

Una vacanza sicura e protetta

Denominatore comune di tutti i soggiorni Benetour è la nuova polizza assicurativa medico bagaglio e annullamento predisposta dal tour operator, valida anche in caso di eventi pandemici, che garantisce ai clienti la massima sicurezza, sollevando le agenzie da ogni tipo di incombenza e responsabilità. La copertura, compresa nei pacchetti, include il rimborso, con una piccola franchigia, dell’importo del viaggio nel caso in cui il tampone eseguito nelle ore precedenti o immediatamente prima della partenza, risulti positivo. Nel caso in cui, al momento del rientro in Italia, il viaggiatore dovesse essere sottoposto a quarantena, l’assicurazione copre i costi sostenuti, entro un determinato importo, per il prolungamento “forzato” del soggiorno e i costi del trasporto per il rientro in Italia.

INFO

Benetour, tel 0165/261126, www.benetour.it




Una vacanza in un castello? Ecco tre proposte in Alto Adige

Trascorrere un soggiorno in un castello è un’idea che affascina chiunque. Tutti vorremmo provare la sensazione di essere sbalzati indietro nel tempo, riflettere su quante persone hanno frequentato quegli ambienti, le vicende che vi sono accadute, i misteri, immaginare le storie d’amore clandestine che si sono consumate all’interno delle stanze, le gelosie, i tradimenti.

Il network Gallo Rosso, tra i suoi associati, vanta anche alcuni masi-castello, antiche strutture che mantengono l’architettura esterna tipica dei manieri e che sono stati adibiti ad agriturismo, con bellissimi appartamenti moderni all’interno che conservano alcune tracce dell’antico passato.

Burg Wolfsthurn, un castello tra i vigneti 

Burg Wolfsthurn è un romantico castello che sorge su una piccola altura (400 metri slm) sopra il paese di Andriano sulla Strada del vino. È immerso in 30 ettari di bosco, con una vista meravigliosa sui frutteti e vigneti della Val d’Adige. Con una piacevole passeggiata di 15 minuti in assenza di macchine si raggiunge la piazza del borgo.


La sua storia risale al 1280, anno in cui viene edificato con un’imponente torre e mura di cinta dai Signori di Andriano. Nel 17° secolo poi il maniero diviene di proprietà dei Signori Wolf von Mareit, da cui deriva il nome “Wolfsthurn” e, una volta estintasi la stirpe, va in rovina per poi essere recuperato nel 19° secolo e gestito come ostello dal 1970.

Nel 1997 il castello è stato completamente ristrutturato e sono stati ricavati 2 appartamenti per gli ospiti, uno al pianterreno e uno al primo piano, dove si respira l’aria del Medioevo e allo stesso tempo si è dotati di ogni comfort. Entrambi gli appartamenti possono accogliere da 2 a 4 ospiti, avendo una stanza con letto matrimoniale e un divano letto nella cucina abitabile.

Castel Campan, a due passi da Bressanone

Castel Campan si trova a 3 chilometri dalla storica cittadina vescovile di Bressanone, raggiungibile attraverso una comoda pista ciclabile che corre sull’argine del fiume Isarco. Schloss Campan viene menzionato per la prima volta nel 1270 come proprietà dei signori di Rodank; in seguito passa nelle mani di diversi proprietari, tra cui i conti di Tirolo. Nel 1860 lo acquista il barone Carl Unterrichter, bisnonno dell’attuale proprietario, ma, a causa di un incendio avvenuto nel 1868, Castel Campan viene completamente ricostruito secondo uno stile di fine secolo.

Oggi è tutelato come edificio storico e dal 1994 sono stati ristrutturati 5 appartamenti per ricevere ospiti: Lago dei cigni, Gioia terrestre, Alveare, Occhio del pavone e Amore di campagna. I più grandi, Alveare e Amore di campagna, sono in grado di ospitare fino a 6 persone; tutti gli appartamenti sono dotati di attrezzature per i bambini, compresa la pedana per raggiungere comodamente il lavandino e la vaschetta per fare il bagno ai più piccoli. Castel Campan ha anche un bellissimo parco giochi attrezzato e tanti animali da coccolare e accarezzare.

Ansitz Mairhof…dal 1307

Ansitz Mairhof si trova a Parcines e la prima citazione nei documenti ufficiali risale al 1307. Ai tempi era di sicuro il maso più importante del paese, in quanto vi abitava il “Meier” o “Moar”, ossia il responsabile della produzione per conto del feudatario, incaricato anche di riscuotere decime e tributi e di sorvegliare i lavoranti. Prima di un incendio scoppiato nel 1500 durante la guerra Sveva, la facciata tardogotica del castello era ornata di affreschi. Oggi Ansitz Mairhof mostra un’imponente facciata con frontone a gradoni, mentre sul lato meridionale è visibile il frammento di un’aquila tirolese.

Dal 1952 diventa di proprietà della famiglia che lo gestisce attualmente e nel 2017 è stato completamente ristrutturato ricavando anche 4 bellissimi appartamenti per le vacanze, arredati in legno, con uno stile sobrio e moderno.


Su richiesta, Ansitz Mairhof prepara ai propri ospiti anche un favoloso cestino per la colazione pieno di prodotti del maso, con uova fresche di gallina e di quaglia, marmellate, succhi di frutta e pane rustico fatto in casa nel forno in pietra.

INFO

www.gallorosso.it




Il castello degli Acaia a Fossano (CN), decorazioni inaspettate e panorami mozzafiato

Di Benedetta Rutigliano

Quando si pensa alle aree intorno a Cuneo, affiorano subito alla mente le eccellenze enogastronomiche, ma questo meraviglioso territorio è in grado di rendere felici non solo i palati di chi li visita, ma anche lo sguardo, con la bellezza del patrimonio culturale.

Per esempio Fossano, in provincia di Cuneo, è un borgo storico immerso tra affascinanti paesaggi naturali e monumenti, tra cui spicca il Castello degli Acaia, imponente struttura a pianta quadrata con torri quadrangolari.

Edificato per volere del principe Filippo d’Acaia nel 1324 a scopo difensivo, il castello divenne residenza signorile sotto il dominio sabaudo, a cui risale la decorazione degli interni (XVI-XVII secolo).

Il visitatore, partendo dal cortile a loggiato e camminando per le ampie sale, giunge alla splendida Sala delle Grottesche, affrescata da Giovanni Caracca in occasione della visita di Carlo Emanuele e Caterina I, durante il loro viaggio nuziale, per poi salire su una torre da cui ammirare il panorama mozzafiato.

All’esterno la Porta di San Martino offre l’accesso a un suggestivo percorso lungo il fossato e la cinta muraria. Il castello ospita l’Archivio storico e la Biblioteca oltre ad attività culturali, la mostra di modellismo aeronavale, e gli storici Palio dei Borghi e Giostra dell’Oca.

COME ARRIVARE

In auto: dalla Liguria autostrada A6 Torino-Savona con uscita Fossano. Dal Piemonte Orientale, autostrada A33 Asti-Cuneo, uscite Fossano – Sant’Albano Stura. Dal Centro Sud, autostrada A21 Torino-Piacenza con uscita Asti Est, poi seguire per Fossano.

DOVE MANGIARE

*Ristorante Antiche Volte, via Giovanni Negri 20, Fossano (CN), tel 0172/666666, www.palazzorighini.it. Incantevole location nelle cantine di Palazzo Righini a Fossano questo ristorante propone la cucin ricercata dello chef Diego Solazzo.

*Vineria in Piazzetta, via Garibaldi 40, Fossano (CN), tel 0172/633706, www.vineriainpiazzetta.com.Per un menu tipico piemontese che soddisfi tutti i palati, da provare questo locale accogliente, nel centro storico di Fossano.

DOVE DORMIRE

*Palazzo Righini****, via Negri 20, Fossano (CN), tel 0172/666666, www.palazzorighini.it Per un’esperienza da sogno memorabile si può alloggiare nelle camere e suite di un’antica casa nobiliare.

*B&B Torre dei Frati, via Castelrinaldo 23, Fossano (CN), tel 0172/693425, www.torredeifrati.it Immerso nel verde questo B&B è ricavato in un rustico chic con camere di diversa tipologia, appartamenti e piscina.

INFO

www.visitfossano.it




Fumone e il suo castello dei misteri (1° giorno)

Non arriva a tremila abitanti, ma Fumone è uno dei borghi medievali più suggestivi e meglio conservati della provincia di Frosinone. Deve la sua fama al suo castello, noto per essere stato il luogo di prigionia di papa Celestino V, citato anche nell’Inferno di Dante, nel girone degli Ignavi, definendolo con i celebri versi “colui che per viltade fece il gran rifiuto”.

È proprio qui, nel cuore della Ciociaria, che vi portiamo questa settimana per il nostro appuntamento di Weekend con gusto. Un angolo d’Italia che è un vero e proprio gioiello, grazie alla sua storia, ma anche alla perizia con cui, nei secoli, sono stati conservati i monumenti, le stradine, consentendoci di ammirare, ancora oggi, scorci suggestivi, respirando atmosfere d’altri tempi.

È incamminandoci tra le stradine di ciottoli, divertendoci a esplorare i vicoli, che scorgiamo all’improvviso scorci panoramici, tra cui spiccano l’interessante Collegiata di Santa Maria Assunta e la Chiesa di San Gaugerico, in stile gotico.

Fantasmi e leggende della rocca

Il passato e il presente di Fumone ruota tutto attorno al suo castello. La Rocca Longhi De Paolis, eretta tra il IX e il X secolo, sorge al centro della cinta muraria che delimita il borgo e sul suo conto circolano leggende e misteri.

Come vi abbiamo già raccontato, tra le sue mura venne imprigionato Celestino V, 192° Papa della Chiesa cattolica, dopo la sua rinuncia al soglio pontificio. Fu rinchiuso in una piccola cella, dove era costretto a dormire sulla nuda pietra, senza il conforto di un giaciglio, fino alla sua morte, avvenuta il 19 maggio del 1296. E proprio qui, nelle ultime ore di vita del Papa, poi diventato santo, che si sarebbe verificato il miracolo della comparsa di una croce splendente, che gli fu di conforto fino al trapasso. Tra le diverse reliquie conservate nel castello ci sarebbe anche un pezzo del cuore di Celestino.

All’ingresso del piano nobile del castello, si trova poi il Pozzo delle Vergini a cui è legata un’altra leggenda. In epoca medievale, ai signori di Fumone spettava lo jus primae noctis, cioè il diritto di giacere con le giovani spose la prima notte di nozze. Tuttavia, se le fanciulle non risultavano vergini, venivano giudicate peccatrici e gettate a morire nel pozzo. E proprio da lì, secondo la leggenda, arriverebbero ancora oggi le voci delle sventurate.

Infine, tra le mura del castello e nel pozzo si sentirebbe anche la voce del marchesino Francesco Longhi Caetani, unico figlio maschio di una nobile famiglia composta da altre sette figlie femmine. Proprio le sorelle, temendo di non ricevere nulla in eredità, essendo femmine, avvelenarono il fratellino. La madre, impazzita di dolore, lo fece imbalsamare, prendendosene cura fino alla sua morte. Noi, però, tra un brivido e un sorriso, non ci lasciamo intimorire ed entriamo nel castello!

Visitiamo il castello

Il castello sorge in posizione strategica, con una vista straordinaria su valli, città, strade, soprattutto sulla via Latina che collegava Roma a Napoli. Non solo la rocca era provvista di un sistema difensivo autonomo, ma fungeva da avamposto di guardia anche per i paesi vicini, come Rocca di Cave, Castel San Pietro, Paliano, Lariano, Serrone e Castro dei Volsci. Alla vista dei nemici, infatti, da un’alta torre, oggi scomparsa, veniva elevata una colonna di fumo, la cui visione arrivava fino a Roma.

A differenza di altri manieri, che sono passati, nei secoli, sotto molte mani, il castello di Fumone è stato di proprietà pontificia dalla sua fondazione, nel X secolo, fino al 1584, quando venne venduto ai marchesi Longhi de Paolis, che ancora oggi lo custodiscono e lo conservano.

La visita al castello dura circa 40 minuti, durante i quali visitiamo le sale del Piano Nobile, con il Pozzo delle Vergini all’ingresso, il Santuario di Celestino V e la Galleria d’arte contemporanea. Tuttavia, la vera sorpresa è il sorprendente Giardino Pensile, conosciuto anche come “la terrazza della Ciociaria”. Situato a 800 mslm vanta il primato di più alto d’Europa. E, ci dicono, quando ancora l’atmosfera non era così densa di smog, lo sguardo spaziava da qui a tutta la provincia di Frosinone e, nelle giornate più limpide, arrivava a Nord fino a lambire la Cupola di San Pietro e, a Sud, la vetta del Vesuvio.

Il castello si può visitare tutti al mattino dalle 10 alle 13 e nel pomeriggio dalle 15 alle 18. La domenica orario continuato dalle 10 alle 18. E, per chi volesse vivere un’esperienza davvero unica, il castello mette a disposizione una foresteria per il pernottamento.

Si conclude qui la prima parte del nostro itinerario. Domani ci sposteremo ad Anagni, luogo del famoso “schiaffo” con protagonista, ancora una volta, un pontefice, Bonifacio VIII, anch’egli poco simpatico a Dante, che lo collocò sempre nel suo Inferno, ma tra i Simoniaci. Vi lasciamo intanto con la ricetta “ciociara” del Pane Sott.

Pane Sott

Ingredienti

  • 10 fette di pane casereccio raffermo
  • 300 gr di cicoria
  • 300 gr di bietole
  • 200 gr di fagioli
  • 200 gr di ceci
  • 200 gr di fave
  • 200 gr di lenticchie
  • 1 carota, 1 cipolla, 1 sedano, 1 pomodoro maturo
  • 1 peperoncino, 1 spicchio di aglio
  • Pecorino grattugiato q.b

Almeno 12 ore prima della preparazione, mettete a bagno in acqua tiepida i fagioli, le lenticchie, le fave e i ceci. Lavate le verdure e tagliatele a listarelle. In una casseruola soffriggete la cipolla tagliata a fettine sottili, il peperoncino e lo spicchio di aglio. Unite poi le verdure tagliate, i legumi, il trito di sedano e carota, il pomodoro e due bicchieri d’acqua. Salate e lasciate cuocere per circa un’ora a recipiente coperto. In una casseruola di coccio disponete uno strato di fette di pane casereccio, ricopritelo con la zuppa e cospargetelo con il pecorino. Proseguite alternando gli strati fino a finire gli ingredienti. Spolverizzate la superficie con il formaggio, fate riposare per 15 minuti e servite.

COME ARRIVARE

In auto: da Nord, autostrada A1 e uscire al casello di Anagni-Fiuggi. Proseguire poi in direzione di Fiuggi. Poco prima di Fiuggi svoltare a destra seguendo le indicazioni per Fumone. Da Sud, A1 con uscita al casello di Frosinone. Appena usciti dall’autostrada svoltare a sinistra in direzione di Alatri, che dista circa 20 km. Da qui, seguire le indicazioni per Fumone, che si raggiunge dopo 6 km.

DOVE MANGIARE

*Taverna del Barone, via del Ponte 5, Fumone (FR), tel 0775/49655, www.latavernadelbarone.it Nel centro storico, offre una suggestiva atmosfera medievale, negli arredi e nelle pietanze caserecce. Vino fatto in casa. Menù fisso a € 20 a persona.

*Il Cavaliere nero, via Vicinale Pié del Monte 13, Fumone, tel 342/7062256. Trattoria tradizionali con piatti tipici della Ciociaria serviti in porzioni abbondanti. Menù fisso a 25 euro a persona.

DOVE DORMIRE

*Il Cerchio di Lullo, via Torricelle 14, Fumone, tel 333/8331997, nel cuore del borgo antico, questa splendida residenza d’epoca dispone di terrazza panoramica, giardino e centro benessere. Doppia da € 75, tripla da € 95, quadrupla da € 115.

*Locanda Il Falco Nero, via Umberto I 64, tel 333/8331997, nel centro di Fumone, dispone di sei camere di diversa tipologia, arredate in stile antico, alcune con vista sul panorama della Valle del Sacco. Prima colazione servita in camera o presso il bar di fronte. Doppia da € 59.

INFO

www.castellodifumone.it

www.comunefumone.gov.it




“Oh, che bel castello!”, 40 rocche e manieri dell’Emilia Romagna spalancano le loro porte

Una domenica intera dedicata alla scoperta di rocche, manieri e castelli dell’Emilia Romagna. Il 7 ottobre si tiene infatti “Oh, che bel castello!”, l’iniziativa che spalanca cancelli e ponti levatoi di circa 40 strutture da Piacenza a Rimini.

Per tutto il giorno, si potrà prendere parte a visite guidate, alcune con guide in costume d’epoca, fiabe animate per bambini, degustazioni, aperitivi nei torrioni e racconti narrati in prima persona dai castellani che ancora vivono nelle antiche mura. Dal Medioevo al Rinascimento si potrà quindi trascorrere un weekend nella storia. Basta scegliere il proprio castello!

I castelli aperti

Nelle province di Parma e Piacenza, aderiscono all’iniziativa tutti e sedici i manieri del circuito Castelli del Ducato (www.castellidelducato.it). Apriranno le proprie porte la Rocca di Fontanellato, la Rocca di Sala Baganza, l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, il Castello di Tabiano, il Castello Pallavicino di Varano de’ Melegari, la Reggia di Colorno, Castello di Roccabianca, Castello di Felino, il Castello di Contignaco, Palazzo Farnese – Cittadella Viscontea a Piacenza, il Castello di Rivalta, il Castello di Agazzano, il Castello di San Pietro in Cerro, la Rocca Viscontea di Castell’Arquato, il Castello di Castelnuovo Fogliani, Castello Malaspina di Gambaro.

Spostandosi nel territorio di Reggio Emilia troviamo invece i castelli di Matilde di Canossa tra cui il Castello di Bianello, la Torre di Rossenella a Canossa e il Castello di Carpineti. Ci sono poi la Rocca Estense di San Martino in Rio e la Rocca dei Boiardo a Scandiano.

In provincia di Modena, aderiscono quattro castelli: il Castello di Montecuccolo e la Rocca di Sestola, il Castello di Montecuccolo, il Castello di Formigine.

Scendendo lungo la via Emilia verso la Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena saranno aperti il Castello del Capitano delle Artiglierie, la Fortezza di Castrocaro, laTerra del Sole e Palazzo Pretorio, Forlimpopoli, Verucchio, Castello di Longiano, Rocca delle Caminate, Rocca Vescovile di Bertinoro e Museo interreligioso, Rocca di Riolo Terme, Castello di Cusercoli, Rocca di Cesena, Castello di Meldola, Castello di Teodorano.

Spostandoci nella provincia di Ravenna, si potranno visitare la Rocca di Riolo Terme e la Rocca Manfrediana di Brisighella, mentre, in provincia di Ferrara, porte aperte della Delizia Estense del Verginese. Infine, in provincia di Rimini, si potrà visitare la misteriosa Fortezza di San Leo.

INFO

Il programma completo delle iniziative si può consultare sul sito www.castelliemiliaromagna.it Alcune iniziative sono gratuite, altre richiedono in biglietto che va da 1 a 20 euro a seconda che si tratti di un percorso guidato e un evento con cene finale.