Un weekend d’arte al mese: ecco i 12 TOP del 2024

Il 2024 si prospetta come un anno ricco di opportunità per gli amanti dell’arte e della cultura, con una serie di destinazioni straordinarie in Italia che offrono esperienze uniche. Questo itinerario artistico promette di trasportare i viaggiatori in un affascinante viaggio attraverso secoli di storia, architettura e creatività. Scopriamo insieme le 12 tappe imperdibili da includere nei tuoi weekend del 2024. Come? Lo abbiamo chiesto alla redazione, a validi esperti e a illustri firme* di Weekend Premium, che da sempre promuove le eccellenze scegliendo le destinazioni migliori. Abbiamo letteralmente “messo ai voti” alcune mete della nostra bella Penisola: ecco i 12 TOP Weekend d’arte del 2024, uno per ogni mese.

*Hanno votato i TOP Weekend (in ordine alfabetico): Rosanna Bianchi Andreotti, Benedetta d’Argenzio, Francesca Binfaré, Marina Cioccoloni, Damiano De Crescenzo, Giovanna Ferrari, Manuela Fiorini, Antonio Marangi, Beba Marsano, Giuseppe Ortolano e Cesare Zucca.

1. AOSTA, COGNE E GRAN PARADISO (VALLE D’AOSTA)

Se amate la montagna, la storia e gli spazi verdi, o innevati in inverno, regalatevi nel 2024 un weekend in Valle d’Aosta. Dedicate il primo giorno per vedere Aosta, la “Roma delle Alpi”, suo primo nome latino, essendo stata fondata dai Romani nel 1158 a.C. in posizione strategica per accedere alla Via delle Gallie. Tantissime le vestigia romane da ammirare in città, su cui spicca l’Arco di Augusto, del 25 d.C. Impossibile non notare poi la Porta Pretoria, ingresso orientale alla città, e l’anfiteatro romano sono testimoni della sua antica grandezza. La Cattedrale di Santa Maria Assunta, con i suoi affreschi e opere d’arte, aggiunge un tocco di spiritualità al tuo weekend. Per un’esperienza completa, passeggiare per il centro storico è un viaggio nel tempo tra case medievali e botteghe artigianali.

Splendido anche il Criptoportico forense, nell’area del foro romano, che congiungeva il tempio di Auguro e quello dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Superbo il Teatro Romano, oggi inglobato nel Monastero delle Suore di Santa Caterina. Cuore dello shopping è invece la centrale Piazza Cavour, con negozi e locali. Alle spalle della piazza, si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista. Tra i musei da non perdere, invece, c’è il MAR – Museo Archeologico, insieme all’Area Megalitica. Da Aosta spostatevi poi nel delizioso paese di Cogne, a circa 40 minuti dal capoluogo, porta di Accesso al Parco Nazionale del Gran Paradiso.

2. AQUILEIA E GRADO (FRIULI VENEZIA GIULIA)

 Aquileia e Grado, patrimonio mondiale dell’UNESCO, sono gemme nascoste nel nord-est dell’Italia. Aquileia, con i suoi maestosi mosaici romani, è una finestra aperta sul passato, è una delle mete da mettere in lista per un weekend nel 2024. Con Ravenna e Brescia, Aquileia è il più importante sito archeologico dell’Italia settentrionale. La sua storia è veramente tutta da scoprire. Fondata nel 181 a.C. dai Romani come colonia militare, è diventata presto una delle principali città dell’Impero, grazie alla sua posizione strategica sulle rive del fiume Natisone, che all’epoca era navigabile, e a pochi chilometri dal mare. Fulcro del sito UNESCO è il foro romano con la splendida Basilica.

Da non perdere il Porto Fluviale, uno degli esempi meglio conservati nel mondo romano. Tra i Musei da non perdere c’è poi il Museo Archeologico Nazionale, che racconta la storia della città dalla sua fondazione. Durante una visita ad Aquileia, poi, imprescindibile un assaggio del Prosciutto di San Daniele Dop. Tra gli altri prodotti tipici c’è anche il salam tal aset, un salame fresco cotto nell’aceto e nelle cipolle. A 14 km da Aquileia si trova poi la bellissima Grado, con le sue spiagge e gli sport acquatici, ma bella anche in inverno con i suoi presepi galleggianti. 

3. CASERTA CON LA REGGIA E SAN LEUCIO (CAMPANIA)

Se non ci siete ancora stati, Caserta vale certamente un weekend nel 2024. La città infatti ha molto da offrire, a partire dalla celeberrima Reggia, a cui dedicare un’intera giornata. Gareggia in bellezza con la famosa reggia di Versailles ed è un inno al Barocco, al Neoclassico e alla sontuosità, tempio dell’arte e della bellezza con gli splendidi Giardini Reali e i parchi del complesso Vanvitelliano.

Tuttavia, lasciati gli sfarzi della reggia borbonica, vale la pena dedicare il secondo giorno alla visita di Casertavecchia, che dista circa 10 km da Caserta, splendido borgo medievale di origine longobarda. Qui, Pier Paolo Pasolini ambientò il suo Decameron, nel 1971. Si trova a 400 metri di altezza alle pendici dei Monti Tifanini e si presenta come un dedalo di case e antichi palazzi, sovrastati dal campanile del Duomo e dalle vestigia del suo castello. Un’altra frazione di Caserta che vale una visita è San Leucio, a 3,5 km dal centro. Nata come città utopistica, fondata da Ferdinando IV di Borbone per ritirarsi dalla vita di corte dopo la morte del primogenito, rispettava criteri urbanistici rigorosi, con case dotate di servizi igienici e acqua corrente. Qui c’era anche una fiorente produzione industriale di seta, apprezzata in tutto il mondo. Anche oggi, si può vedere quello che resta del setificio.

4. CASTELSARDO (SARDEGNA)

Situata sulla costa nord della Sardegna, Castelsardo è un affascinante borgo medievale con una vista spettacolare sul Mar Mediterraneo. In posizione superba al centro del golfo dell’AsinaraCastelsardo è splendida città per un weekend d’arte (da vedere la smagliante pala del Maestro di Castelsardo nella concattedrale di Sant’Antonio Abate), famosa nel mondo per i riti della Settimana Santa, una tradizione secolare, portata avanti dalla confraternita di Santa Croce fin dal XVI secolo.

Giornata cruciale è quella del lunissanti, durante la quale si effettua un affollato pellegrinaggio alla vicina basilica di Tergu. Castelsardo si distingue per una cucina spiccatamente di mare. Fiore all’occhiello l’aragosta e il tipico Sa Cassola, una zuppa di pesce del golfo. Tutto da accompagnare con un buon Vermentino di Sardegna.

 5. LUCCA (TOSCANA)

Lucca, circondata da mura cinquecentesche perfettamente conservate, è una destinazione toscana ricca di arte e cultura. Nel 2024 Lucca celebra i cent’anni della morte del suo concittadino più celebre, Giacomo Puccini, con un fitto calendario di eventi. È quindi l’occasione giusta per un weekend nella città toscana, che quest’anno si è anche aggiudicata l’Oscar Italiano del Cicloturismo, assegnato alle ciclovie e alle città che promuovono il turismo sostenibile per la Ciclopedonale Puccini, lunga 58 km, che collega Lucca a Torre del Lago.

Ma Lucca colpisce anche per il suo impianto urbano, la sua arte e i suoi monumenti, tra cui l’anfiteatro romano del I sec. d.C, la Cattedrale di San Martino e i suoi tesori, tra cui la reliquia del Volto Santo, custodita in un tempietto nella navata sinistra. Nella sagrestia, invece, si trova una delle opere più famose di Jacopo della Quercia, il Sarcofago di Ilaria del Carretto. Da non perdere poi una visita al Museo dell’antica zecca, all’Orto Botanico e, naturalmente, alla Casa Museo di Giacomo Puccini, in cui il compositore visse fino a 22 anni. Noleggia una bicicletta e percorri il perimetro delle mura per una vista panoramica della città.

6. MANTOVA E SABBIONETA (LOMBARDIA)

Entrambe Patrimonio dell’Umanità UNESCO, Mantova e Sabbioneta hanno fatto parte dei domini della potente famiglia dei Gonzaga e si possono visitare entrambe in un weekend. Fondate secondo l’ideale di “città perfetta rinascimentale” hanno visto alternarsi i più grandi artisti del suo tempo, tra cui Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna e Giulio Romano. Mantova è anche la città natale del poeta Virgilio (è infatti di origine romana).

Un itinerario ideale parte da Ponte San Giorgio per poi arrivare nel cuore della città, il centro storico e ammirare, la Rocca di Sparafucile, il Castello di San Giorgio con la Camera degli Sposi affrescata da Andrea Mantegna. In Piazza Sordello si affacciano lo splendido Duomo e il maestoso Palazzo Ducale, simbolo della potenza della famiglia Gonzaga. Di fronte, si trova il più modesto Palazzo Bonacolsi, abitazione signorile dei primi signori di Mantova. Imperdibile, invece, la visita a Palazzo Te, una delle più belle ville italiane capolavoro di Giulio Romano. 

Sabbioneta, la piazza

Dedicate il secondo giorno alla visita di Sabbioneta, accedendovi da Porta Vittoria o da Porta imperiale. Arrivate a Piazza Ducale per ammirare la facciata del Palazzo Ducale, fulcro della vita politica di Vespasiano Gonzaga. Da non perdere, infine, le delizie della cucina mantovana, tra cui il risotto alla pilota, i tortelli di zucca, gli agnoli, i tortelli amari, il bollito accompagnato dalla celebre mostarda, il cotechino e la torta sbrisolona.

7. MATERA (BASILICATA)

Matera, con i suoi caratteristici sassi e le grotte scavate nella roccia, è una delle destinazioni più affascinanti d’Italia. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, Matera offre un’esperienza unica nel suo genere. Dedicare un weekend a Matera significa visitare la terza città più antica del mondo. La città della Basilicata, infatti, si piazza al terzo posto, con 10 mila anni di storia, dopo Aleppo, in Siria, che ne ha 13 mila, e Gerico, in Cisgiordania, che ne ha 12 mila. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è famosa per i suoi Sassi, su cui il sole si riflette meravigliosi giochi di luce a ogni ora del giorno.

Colpisce il colpo d’occhio di questa città unica, scavata nel tufo e che si sviluppa lungo i pendii della Gravina, una valle profonda. Oggi, tra i Sassi si possono ammirare residenze, locali, botteghe artigiane ristrutturate. Incamminatevi nella zona più antica, costituita dai rioni di Sasso Barisano Sasso Cavernoso, divisi dal Colle della Civita. Qui si trovano il Duomo, le chiese scavate nel tufo, tra cui la Chiesa di San Giovanni e di San Domenico, le più antiche. Lungo “Il Piano” si sviluppa invece la città nuova, con i rioni più moderni ed eleganti. Non mancate di fermarvi ad ammirare il tramonto.

8. PAESTUM (CAMPANIA)

Paestum, antica città greca, è celebre per i suoi tre maestosi templi dorici. Un weekend a Paestum, da mettere in calendario in primavera vuol dire regalarsi un tuffo nella storia. Nota anche come Pesto, fino al 1926, la città è stata fondata dai coloni Achei nel VI secolo a.C.  La sua storia, tuttavia, continua ancora oggi, poiché offre la possibilità di visite archeologiche che ne testimoniano la sua unicità. In particolare è possibile ammirare zone sacre, come il santuario settentrionale e meridionale, ma anche il Foro d’epoca romana (l’antica agorà greca) con le sue strutture pubbliche, l’area abitativa, l’area termale e le mura difensive.

Il museo invece è organizzato in sezioni diverse che, tramite racconti ed immagini, raccontano la storia di Paestum a partire dall’età preistorica e protostorica, la Poseidonia d’epoca greca per poi finire con la colonia romana. Inoltre è possibile ammirare le metope arcaiche del favoloso Tempio di Hera collocate presso la foce del Sele.

9. PESARO (MARCHE)

Affacciata sull’Adriatico, coniuga la bellezza artistica con la splendida costa marchigiana. Pesaro, patria di Gioacchino Rossini, Città creativa per la musica Unesco, è Capitale italiana della cultura, teatro per tutto il 2024 di un cartellone di circa mille eventi (perfetto per tutti i weekend d’arte in programma). Due su tutti? Il Rossini Opera Festival in una super edizione e la mostra evento su Federico Barocci ai Musei Civici, scrigno della Pala di Pesaro di Giovanni Bellini.

Un capolavoro del Rinascimento maturo, che incanta per le misure monumentali, il minuzioso lavoro di carpenteria, l’impalcatura prospettica, la luce di una pittura capace di trasformare in smalto i colori. Da vedere, ancora, il Museo nazionale Rossini, che racconta il grande compositore in chiave multimediale, e Villa Imperiale, progettata da Gerolamo Genga e decorata, tra gli altri, da Bronzino e Dosso Dossi per gli svaghi estivi di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino.

10. SPELLO (UMBRIA)

Un borgo medievale immerso tra colline verdi, è noto per la sua bellezza e tranquillità. Un weekend a Spello, splendido borgo dell’Umbria, in  provincia di Perugia, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, consente di unire arte, storia e gusto. Il periodo migliore? La nona domenica dopo Pasqua per assistere alla celebre Infiorata del Corpus Domini, un evento molto suggestivo per il quale il borgo umbro è famoso in tutta Europa.

Durante la notte, gli infioratori tappezzano le vie del centro storico di tappeti floreali per consentire a tutti di ammirarli fin dal mattino successivo. Durante la visita, entrate dalla grandiosa Porta Consolare e percorrete i suggestivi vicoli, ammirando scorci e panorami, e fermandovi per ammirare i beni artistici, come la chiesa Santa Maria Maggiore con affreschi del Pinturicchio, Sant’Andrea e San Lorenzo. Uscendo da Porta Venere, poi, si ammirano le belle Torri di Properzio. Da non perdere i piatti della tradizione, tra cui gli gnocchi di patate al sugo d’oca, gli strangozzi al tartufo nero e la Torta al Testo, di antica origine romana.

11. TORINO (PIEMONTE)

Torino, città elegante e raffinata, è un paradiso per gli amanti dell’arte e circondata dalle Alpi, offre un mix irresistibile di cultura, storia e gastronomia. Compie duecento anni il Museo Egizio di Torino, nella top 10 delle attrazioni turistiche più amate d’Italia. Per il bicentenario si presenta con un nuovo look, che riempie d’orgoglio questa superba città d’arte, che brulica di musei d’eccezione meno mediatici e tutti da scoprire. Esempi? La Galleria Sabauda, pinacoteca con collezioni da capogiro.

Il Museo Civico in Palazzo Madama, 70mila opere dall’Alto Medioevo al Barocco, tra cui quel Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, vertice della ritrattistica rinascimentale. La Biblioteca Reale, custode di un corpus inestimabile: ben tredici fogli autografi di Leonardo da Vinci, tra i quali il celeberrimo Autoritratto, e un manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli.

12. URBINO (MARCHE)

Urbino, città natale di Raffaello, è un gioiello rinascimentale. In pieno centro storico, per esempio, si trova l’Oratorio di San Giovanni con il suo meraviglioso ciclo di affreschi quattrocenteschi, opera dei fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino, tra gli interpreti più importanti del tardo gotico marchigiano. A circa 2 chilometri da centro, in piena campagna, sorge invece la Chiesa di San Bernardino, chiamata anche Mausoleo dei duchi, poiché destinata ad accogliere le spoglie di Federico da Montefeltro.

Si ritiene che sia il risultato della collaborazione tra Giorgio Martini e Bramante, di cui tipico è lo stile semplice all’interno della struttura. Gli amanti della tavola adoreranno essere avvolti da pietanze ricche di funghi e tartufi. Ma sappiate che il prodotto tipico locale è la crescia, una specie di piadina da accompagnare con il Salame di Montefeltro, con il Prosciutto di Carpegna, con il pecorino di fossa e, soprattutto, con la Casciotta, un pecorino D.O.P. di origini antiche molto apprezzato anche da Michelangelo.

Questo itinerario artistico attraverso l’Italia nel 2024 promette non solo di soddisfare la tua sete di bellezza artistica ma anche di immergerti in viaggi di storia, cultura e autenticità. Ogni tappa offre un’esperienza unica, un viaggio attraverso i secoli che ti lascerà con ricordi indelebili e una profonda connessione con il patrimonio artistico italiano. Preparati a essere affascinato, ispirato e a vivere un’avventura culturale senza pari. Buon viaggio!

Visitate la nostra pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati!




AGOSTINO IACOBUCCI: Dal tortellino al babà: la verace cucina napoletana incontra il patrimonio gastronomico emiliano.

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Che viaggio! Dal tortellino al babà…. oggi incontriamo Agostino Iacobucci che, tra ricordi delle terre native e citazioni della regione che lo ospita, propone un viaggio tra tradizione e innovazione, realizzando una felicissima sintesi del meglio della verace cucina napoletana in abbinamento al grande patrimonio gastronomico emiliano. A Castelmaggiore, alle porte di Bologna, in un parco secolare immerso nel verde, vi aspetta il Ristorante Agostino Iacobucci, una Stella Michelin che si è posata sulla suggestiva Villa Zarri.


Le protagoniste in tavola sono Emilia e Campania, in un menu che sottolinea l’incontro delle due regioni, dove, nella sezione emiliana, spiccano un Manzo, porcino e castagne, Quaglia autunnale e Maialino da latte, sedano rapa, erbe spontanee, kumquat e il suo jus,

I gusti partenopei rivivono nel Triglia, garusoli, n’duja e erbe amare, Totano, patate e dragoncello, Spaghetto, con calamari e aglio nero fermentato per finire nel paradisiaco abbraccio dei uno dei simboli iconici della pasticceria napoletana: il babà realizzato con farina manitoba, zucchero, lievito di birra uova, lavorato con acrobatiche manipoliazioni attraverso ben tre lievitazioni, coccolato da una glassa di agrumi e albicocche, servito con frutti di bosco.

Domanda di rito: che auto guidi?

Una Mercedes, l’ho scelta perché trovo che in fatto di macchine i tedeschi abbiano una marcia in più e poi sono anche un Ambassador della Mercedes
Dove ti piace passare un weekend libero?
Per me il weekend è solo di Domenica, giorno della nostra chiusura. Mi piace dedicarlo alla famiglia.
Anche la tua famiglia è orientata verso la ristorazione?
Si, mio figlio Eugenio studia scuola alberghiera, mio fratello Pasquale lavora da Bottura, mia moglie è il mio socio amministrativo… beh,( sorride) dietro un grande uomo ci deve essere una grande donna…
I tuoi viaggi all’estero?
Ho viaggiato tanto per lavoro: Brasile, Ecuador, Argentina, Canada, Londra, Parigi..
Spesso per scambi internazionali promossi dall’organizzazione Young Chef che invitava giovani  stellati a dimostrazioni in tutto il mondo.

I tuoi primi ricordi in cucina?

A Castellammare, dove sono nato. le polpette stratosferiche di mia mamma Caterina.  Papà, operaio, salutista e astemio, amava i patti sempici, tipo spaghetti al pomodoro, ma sempre con prodotti di qualità. Anche nonno si era specializzato nelle polpettine di carne, davvero strepitose anche se erano più pane che carne… Le vere cuoche erano zia Giovanna e nonna Angela che gestivano un ristorante a Lettere, appena sopra Gragnano.

Nonna era una contadina che si alzava alle quattro di mattina per accudire agli animali, mungeva le vacche, raccoglieva le uova, preparava il caffè con una moka primordiale sulla cucina a legna (mi ricordo ancora quel profumo…) e poi tutti a tavola, per una prima colazione piuttosto frugale. Non c’erano biscotti industriali o merendine confezionate. Tutto fatto in casa, dal pane ai succhi di frutta.

I piatti sul menu che identificano Iacobucci ?

“Napoli incontra l’Emilia” un tortello farcito di ragù napoletano e lacrime di basilico su una spuma di parmigiano 24 e il mio “Babà 3 cotture“. Sai, il baba deve esere come una spugna, se lo strizzi deve ritornare nella stessa forma di prima, questo grazie al processo di lievitazione. Deve essere una vera nuvola…

Come definiresti la tua cucina?

Viva, gioiosa e di buon auspicio… (sorride) hai notato i curnacielli” sui tavoli ?
La definerei un
viaggio dei sensi. con grande rispetto verso la natur,  territorio e sostenibilità. Qui fuori abbiamo un orto di 600 metri quadri, dove cresce di tutto, dal sedano rapa ai pomodori alle melanzane. Magnifiche relazioni con i nostri casari e i produttori di carne e pesce, che ci arriva da quasi tutti i mercati in Italia, da Cesenatico a Pozzuoli. Mazara del Vallo, Napoli…Abbiamo più di 40 fornitori.

Veniamo alla tua ricetta?

Ho scelto il mio cavallo di battaglia: “Napoli incontra l’Emilia”. E’ un piatto nato nel 2014, quando la RAI mi ha invitato a creare un piatto ispirato al pomodoro: Mi è venuto subito in mente il fantastico sugo di mamma…(sorride) e  mi sono fatto spedire i barattoli di pomodoro San Marzano rigorosamente fatti in casa.
Curiosi di scoprire la ricetta dello Chef?
Pronti per l’incontro-scontro tra Emilia e Campania?
Girate pagina e … buon appetito!
Cliccate su Next>

La ricetta di Agostino Iacobucci
NAPOLI INCONTRA L’EMILIA

INGREDIENTI
Per la pasta all’uovo
kg. 1 di farina, 10 uova intere
Realizzare l’impasto, come da tradizione, al tagliere: impastare farina e uova; far riposare per circa 30 minuti.
Per il  ragù napoletano
2 scatole di pomodori pelati Cirio Alta Cucina, g. 100 di strutto di maiale, 1 cipolla bianco
1 spicchio d’aglio, g. 300 di muscolo, g. 300 di tracchie di maiale, g. 250 di copertina di costa
g. 200 di cotica di maiale, g. 300 di salsiccia, g. 50 di uvetta sultanina, g. 40 di pinoli, prezzemolo q.b.,g. 30 di parmigiano reggianog., g. 20 di pecorino
sale q.b., ml. 150 di vino rosso
Pulire la carne dal grasso, preparare un trito di prezzemolo, aglio, uvetta, pinoli e parmigiano. Con l’aiuto di un batticarne battere la copertina di costata precedentemente pulita; ricavarne degli involtini. Al loro interno disporre il trito precedentemente realizzato, fare lo stesso con la cotica e legare il tutto con lo spago. In una pentola fare rosolare tutta la carne; dopo 8/10 minuti aggiungere la cipolla tagliata a julienne, bagnare con il vino rosso e fare sfumare; quando il vino sarà evaporato, aggiungere il pomodoro precedentemente passato al passaverdure e cuocere per 4/5 ore. Estrarre la carne dal sugo e passarla in planetaria aggiungendo un poco di lardo per far sì che l’impasto rimanga morbido.
Preparazione
Tirare la sfoglia sottile e tagliarla con un coppapasta; riempire con la farcia e formare un tortello.
Per la spuma di parmigiano: bollire latte e panna fresca in un pentolino facendoli ridurre; unire il parmigiano e, dopo 15 minuti, filtrare il tutto e inserirlo in un sifone aggiungendo una carica di crema.
Per l’emulsione di basilico: pulire le foglie di basilico, sbollentarle in acqua salata per 30 secondi e subito dopo in acqua e ghiaccio. Asciugarle ed emulsionarle con olio.
Disporre nel piatto fondo la spuma di parmigiano, bollire e scolare i tortelli dall’acqua; unirli al parmigiano, versare il sugo nei tortelli ed infine aggiungere l’emulsione di basilico.

INFO
Ristorante Agostino Iacobucci
Via Ronco, 1
Castel Maggiore, Bologna

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto nel suo blog, in stile ‘Turista non Turista’




#EViaggioItaliano, parte dalla Campania il progetto sostenuto da Enit

#EViaggioItaliano è un progetto assolutamente inedito, un racconto on the road nuovo e accattivante che racconta le tantissime eccellenze italiane attraverso la mobilità elettrica. È partita il 4 settembre dalla Campania la prima tappa del tour tra le eccellenze regionali ideato per il rilancio del turismo italiano, che mette insieme natura, cultura, enogastronomia e alta tecnologia. Nei rimanenti mesi del 2020 toccherà poi anche Emilia Romagna (17-19 settembre), Lombardia (25-27 settembre), Lazio (5-7 ottobre) e Trentino Alto Adige (10-13 novembre), mentre nelle altre regioni si terrà nel 2021.

#EViaggioItaliano ha ricevuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, il patrocinio della Commissione Europea, dei ministeri dell’Ambiente, Esteri, Infrastrutture e Trasporti e dell’ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo Italiano, per rilanciare alla grande il turismo sostenibile e le eccellenze italiane.

L’Italia turistica riparte anche dalla sostenibilità e Enit, che ha tra i suoi valori la promozione del turismo attivo ed invoglia alla scoperta dei luoghi meno conosciuti dell’Italia”, ha dichiarato il Presidente Enit Giorgio Palmucci. “Pochi Paesi possono competere con l’Italia quanto ad attrattive, prima al mondo com’è per numero di siti Unesco, ben 55. Le città d’arte vantano innumerevoli monumenti e capolavori di fama internazionale, i piatti della tradizione gastronomica sono imitati in tutto il mondo e il territorio è un maestoso mosaico di vette innevate, promontori a picco sul mare, laghi e valli plasmati dalla natura”.

“L’Italia”, ha continuato Palmucci, “porta alla scoperta di emozionanti itinerari da percorrere con ogni mezzo: in auto, in moto, a piedi e in bicicletta soprattutto in un momento in cui acquista valore la dimensione dello spazio. L’Italia infatti con la sua capacità di reinventarsi e stare al passo con i tempi, risponde in pieno alle condizioni rinnovate. È il momento dei cammini, della riscoperta di percorsi naturalistici e all’aperto che richiedono piccoli gruppi, delle città da vivere con tempi e modalità slow che consentono di assaporare con più intensità le esperienze a ritmi sostenibili. Esperienze esclusive da rendere accessibili a tutti con le accortezze del caso”

#EViaggioItaliano, un “grand tour” tutto green

Parte fondamentale del progetto sarà la flotta di veicoli elettrici, da una a quattro ruote, tra i quali, per la prima volta in Italia, ci sarà una moto elettrica dallo stile retrò. Questo eco-flotta mostrerà, tappa dopo tappa, anche attraverso l’uso dei social media, le meraviglie del nostro Bel Paese, le realtà imprenditoriali più interessanti e innovative e i borghi più virtuosi dal punto di vista ambientale e della sostenibilità energetica.

Unico al mondo, poi, il Future Trailer, un prototipo di cucina mobile per ShowCooking alimentato a pannelli fotovoltaici interamente progettato e realizzato in Italia. Grazie all’energia accumulata dai pannelli che ricoprono il Trailer, che alimenta una doppia piastra a induzione e ricarica diversi veicoli grazie alla batteria integrata, alcuni tra gli chef locali più famosi realizzeranno ricetti a km zero.

Inoltre, l’auto elettrica che traina il Future Trailer funge anche da Studio Mobile, all’interno del quale saranno realizzate interviste, live streaming, e podcast che poi saranno diffusi attraverso i canali social del progetto e dei partner, proprio come un grande racconto in diretta sulle eccellenze regionali italiane.

#EViaggioItaliano, la prima tappa in Campania

La tappa inaugurale di #EViaggioItaliano è partita lo scorso 4 settembre nella piazza di Caiazzo (CE), dove Franco Pepe, considerato dal premio Pulitzer Jonathan Gold il pizzaiolo più bravo del mondo, ha mostrato le potenzialità della cucina mobile Future Trailer.

Inoltre, si sono tenute visite guidate con mezzi elettrici a due ruote ai gioielli del patrimonio ambientale e culturale, come l’Acquedotto Carolino, Patrimonio UNESCO¸ la Reggia di Portici e il Parco Nazionale del Vesuvio, il Castello di Mercato San Severino, il Museo di Pietrarsa, Villa Campolieto e il Parco Archeologico di Paestum.

Non sono poi mancati momenti legati alla valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche locali, come la mozzarella di bufala campana, il pomodoro del piennolo e il vino Lacryma Christi.

INFO

Tutte le informazioni sul progetto #EViaggioItaliano sono consultabili sul sito www.eviaggioitaliano.it e sulla pagina Instagram @eviaggioitaliano




Cusano Mutri, bella come un presepe

Al confine tra la Campania e il Molise, nella zona sannitica del Matese, si trova un altro dei Borghi più belli d’Italia: Cusano Mutri. Adagiato su uno sperone di roccia. Il borgo medievale si sviluppa tutto attorno alle vestigia del castello, tra case antiche, portici, piazzette e fontane. Soprattutto in autunno, qui abbondano i funghi, i porcini in particolare, con i quali si preparano sughi e piatti prelibati, ma anche le succulente castagne.

Questi frutti della terra vengono celebrati ogni anno con la Sagra dei Funghi, che si tiene tra settembre e ottobre, e la Sagra della Castagna, nella vicina frazione di Civitella Licinio. Da non perdere anche le frittate a base di asparagi selvatici, le paste fatte a mano, i prelibati formaggi e i salumi. Il piatto più caratteristico è invece la Zuppa Santella, che si prepara con polpettine di carne e cicoria, ma qui nascondo anche i vini robusti del Sannio, i rossi, come il Guardiolo Rosso e il Guardiolo Aglianico, e i bianchi, come il Guardiolo Bianco e il Falanghina.

Accediamo al centro storico percorrendo via Roma, che ci conduce nell’incantevole Piazza Roma. Da qui, saliamo i gradini per arrivare alla parte medievale del borgo. L’antica Porta di Mezzo è il varco di accesso per un salto nel tempo. Subito incontriamo la Chiesa degli Apostoli Pietro e Paolo, la più antica del borgo, fondata nel 550 d.C, con il suo campanile a pianta quadrata. Tra gli altri edifici religiosi che meritano una visita c’è la Chiesa di Santa Croce al Monte Calvario, edificata nel 1688 in seguito a un disastroso terremoto.

Nel 1805, un altro terremoto indusse la popolazione a recarsi in processione sul colle, portando una Spina Santa ricavata dalla corona di Cristo. Un atto notarile dell’epoca testimonia che durante il tragitto, la spina diventò bianca e le scosse smisero. Da allora, il 3 di agosto, la processione al Calvario si ripete. In Piazza Lago si possono invece ammirare i ruderi del castello, andato distrutto ne XVIII secolo durante una rivolta popolare. Nelle vicinanze, si trova anche Palazzo Santagata, un ex convento degli agostiniani, rimasto in auge fino al 1997.

SECONDO GIORNO: Telese Terme, tra storia e relax

Appena 18 km separano Cusano Mutri dalla cittadina termale di Telese Terme, sorta sulle vestigia dell’antica città romana di Telesia, occupata da Annibale e poi riconquistata da Quinto Fabio Massimo durante le guerre puniche. Partiamo di buon mattino e ci immettiamo prima lungo la SP12 e poi sulla SP10. Il tratto che collega Telese a San Salvatore Telesino è un vero e proprio museo all’aperto. Sono, infatti, visibili i resti dell’imponente cinta muraria romana.

La cittadina di Telese, importante centro della Valle Telesina, è famosa grazie alle sue terme, che cominciarono a essere sfruttate dal 1877 con i primi stabilimenti termali. Le sorgenti sulfuree, invece, sono scaturite dal terreno dopo il terremoto del 1349. Oggi, il moderno stabilimento si trova in Piazza Minieri e offrono la possibilità di fare bagni caldi, immersi nelle due piscine di acqua sulfurea situate nel Parco delle Terme.

In via Roma si può invece ammirare la Torre Normanna, alta 17 metri, rara testimonianza della presenza dei Normanni in Campania. Prendendo la strada che da Telese porta a Solopaca si arriva invece al Lago di Telese, uno specchio d’acqua circolare immerso in un superbo paesaggio naturale, meta di escursionisti da tutta Italia.

Zuppa Santella

Ingredienti

500 g di spezzatino di carne di vitello o pollo

  • 300 gr di carne macinata
  • 2 uova
  • 1 kg di scarola
  • 1 spicchio di aglio
  • Formaggio grana grattugiato
  • Pane raffermo e pane casereccio a fette
  • Sale e prezzemolo tritate
  • Latte o acqua

Preparate un brodo con la carne di pollo o di vitello. Nel frattempo pulite la scarola e lessatela in acqua salata. Preparate poi l’impasto per le polpette con la carne macinata, le uova, l’aglio, il sale, il formaggio e la mollica di pane raffermo, precedentemente messa in ammollo nel latte o nell’acqua e strizzata. Ricavate delle polpettine delle dimensioni di una piccola nocciola. Friggetele poi in olio bollente. In una pentola, unite la scarola, le polpettine e il brodo in quantità sufficiente per una zuppa. Lasciate insaporire qualche minuto e servite caldo con crostini di pane casereccio tostato.

 COME ARRIVARE 

In auto: Da Roma, A1 Roma-Napoli, uscire a Caianello, poi superstrada Caianello-Benevento, uscita Telese Terme-Cerreto Sannita e indicazioni per Cusano Mutri. Da Napoli, A1 Napoli-Roma, uscita Caserta Sud, poi prendere in direzione di Benevento, seguire indicazione per Telese Terme e immettersi sulla Benevento-Caianello. Uscire a Telese Terme-Cerreto Sannita e seguire le indicazioni per Cusano Mutri. Da Bari, A16 Bari-Napoli, uscita Benevento, poi Superstrada Benevento-Caianello, Uscita Telese Terme-Cerreto Sannita, direzione Cerreto Sannita, indicazioni per Cusano Mutri.

DOVE MANGIARE

*Alla corte dei Signori, Contrada Giocagne 70, Cusano Mutri, tel 0824/862795, www.allacortedeisignori.com.

*Osteria da Marcellino, Contrada San Felice 267, Cusano Mutri, tel 0824/862323, www.osteriadamarcellino.com

DOVE DORMIRE  

*Agriturismo La Roccia, Contrada Verzillo, Cusano Mutri, tel 331/4891243, www.agriturismolaroccia.net.

*B&B Gli Orticelli, via Orticelli 63, tel 331/4405481, www.gliorticelli-cusanomutri.it.

INFO: www.comunecusanomutri.it, www.prolococusanese.it



Sessa Aurunca e Iglesias: un Venerdì Santo all’insegna della tradizione

In Sardegna tra le celebrazioni più scenografiche vi segnalo la Settimana Santa di Iglesias, il capoluogo del più importante comprensorio minerario dell’isola. Assisterete ad un affascinante rito collettivo denso di religiosità, misticismo e tradizione che inizia con la processione dei Misteri del Martedì Santo e prosegue il Giovedì Santo con una struggente processione in onore del Santissimo Sacramento, scandita dal suono di tamburi e matraccas. Il Venerdì Santo, al calar della notte, si rappresenta infine il funerale di Cristo secondo la tradizione barocca spagnola. Tra una processione e l’altra vale la pena visitare la miniera di Monteponi, una tra le più grandi d’Europa, dalla quale si estraevano piombo, argento e zinco. Situata alla periferia di Iglesias era attiva già nel Trecento e, dopo la sua definitiva chiusura, offre al turista l’opportunità di visitare l’elegante Palazzo Bellavista, che ospitava la direzione, un villaggio minerario con due imponenti laverie per il minerale, i pozzi di estrazioni, la sala dei compressori e numerosi altri edifici di servizio all’attività estrattiva. Per godere di un ampio panorama sulla città e sui palazzi ottocenteschi del centro storico vi consiglio di raggiungere la piazza D’Armi. Gironzolando per il centro storico si incontrano invece un palazzotto in stile Liberty interamente affrescato in piazza La Marmora, la cattedrale romanica dedicata a Santa Chiara di piazza Duomo e alcune interessanti botteghe artigiane dove fare acquisti. Fuori dal centro storico vi consiglio di visitare la duecentesca chiesa di Nostra Signora di Valverde dove un tempo era custodita la predella (la base inferiore di un polittico o di una pala d’altare) del Retablo di Nostra Signora di Valverde, opera di Antioco Mainas datata tra il 1537 e il 1571, che adesso si trova alla Pinacoteca Nazionale di Cagliari.

Info: Raggiungere Iglesias è molto facile. La città è ben collegata con Cagliari e il nord Sardegna grazie alle principali arterie a scorrimento veloce dell’isola: le SS 130 e 131.  Altre informazioni su www.sulcisiglesiente.eu

Dove mangiare. In un casolare circondato da un bel giardino sulla strada verso Carbonia si incontra l’osteria S’Arragatteri dove mangiare pesce freschissimo, pescato direttamente dai pescherecci di proprietà del padroni del locale. www.sarragatteri.it

Dove dormire: su una collina panoramica, a pochi minuti di auto da Iglesias, l‘Hotel Corte Rubja accoglie gli ospiti in belle camere circondate da un ampio giardino con fiori e profumi tipici nella macchia mediterranea. www.corterubja.it

La Settima Santa di Sessa Aurunca, una delle più interessanti della Campania, inizia il giorno del Lunedì Santo con la prima delle tre Processione Penitenziali che vedono protagoniste le sei Confraternite della cittadina.  Prosegue quindi il mercoledì con l’Ufficio delle Tenebre, momento di intensa spiritualità, e le Processioni dei Misteri del venerdì sera (attraverso il centro storico illuminato dai falò) e del sabato mattina. La partecipazione ai riti pasquali di Sessa Aurunca permette anche di andare alla scoperta delle numerose bellezze della città. Tra quelle imperdibili il grande teatro romano, che poteva accogliere fino a 8000 spettatori; il Criptoportico; Il Ponte Ronaco o Ponte degli Aurunci, uno spettacolare esempio di ingegneria civile romana costruito intorno al II secolo d. C.; la Cattedrale, splendido esempio di arte romanica, e il Castello ducale che domina l’intero borgo antico. Da vedere anche il Sedile di San Matteo, dove i rappresentanti della nobiltà sessana si riunivano per deliberare sul bene comune della città, oltre alle numerose chiese barocche e rinascimentali.

 

Info: Sessa Aurunca si raggiunge uscendo allo svincolo di Capua dell’Autostrada A1 per poi proseguire sulla SS n.6. Altre informazioni

www.settimanasanta.com

 




La minestra di Natale della Campania

Mancano ormai pochi giorni a Natale, ma le città si stanno già addobbando per questa festività. Il pranzo di Natale è una tradizione tipica di tutto il mondo e in Italia ogni Regione ha un piatto tipico diverso. In Campania è tradizione sia a Natale, o a Santo Stefano, che a Pasqua servire come prima portata la minestra maritata.

Il nome deriva proprio dal connubio tra carne e verdura ed è un piatto perfetto per affrontare il freddo invernale. Per accontentare grandi e piccini, con lo tesso brodo della minestra potete cuocere anche i tortellini.

Nasce come tipico piatto povero della tradizione: infatti di solito si usavano gli scarti degli animali, come il maiale, il vitello e il pollo, e la verdura più comunemente usata e meno cara. La ricetta viene preparata già a partire dal 1200, quando gli Spagnoli dominavano il territorio Campano. Furono proprio loro a importare questa ricetta nella tradizione campana, che subì varie modiche nel corso dei decenni.

La ricetta è molto semplice anche se la maggiore difficoltà sta nel dover pulire e lessare tutte le verdure e soprattutto attendere la cottura totale.

minestra_napoli

La minestra maritata

Ingredienti (per 6/8 persone):

-2,5 kg scarolina

-2 fasci di cicoria

-2 fasci di borraccia

-1/2 pollo

– 500/600 grammi di punta di petto

-1 carota

– 1 patata

– 1 cipolla

-1 gambo di sedano

-qualche pomodirino

– prezzemolo q.b.

Preparazione

Pulite la scarolina, la cicora e la borraccia e lessatele in una pentola.  Quando le verdure sono cotte strizzatele e lasciatele per 24 almeno ore in acqua fredda. Per preparare  il brodo pulite la gallinella dalle interiora e dalla pelle. Mettete in una pentola la gallinella e il petto e fate andare il brodo .Dopo un paio d’ore,quando è pronto il brodo, passate le verdure(carote, cipolle, prezzemolo, sedano, pomodori) e calate nel brodo passato le verdure che erano state il acqua fredda. Lasciare cuocere per due/tre ore aggiungere il pecorino romano a scaglie. Servire bollente.

minestra-natale

Idee natalizie? Ecco la ricetta del Panettone




Il giorno di San Martino, nelle terre di Benevento, un weekend in cantina

Il 13 novembre le cantine italiane aderenti al Movimento Turismo del Vino festeggiano San Martino giorno nel quale, secondo la tradizione, “ogni mosto diventa vino”. Tutto in formato Low Cost!

In Campania, nel Sannio, c’è una terra di sapori e vini antichi (120 le varietà autoctone di vite presenti) dove si coltivano gran parte dei vigneti della regione, tra città medievali, siti archeologici e dolci colline. Ai piedi del borgo normanno di Guardia Sanframondi, dal centro storico dominato da un’imponente castello, anticamente abitato da conciatori e ora “scoperto” da artisti e turisti nordamericani ed inglesi che stanno recuperando parte delle case affacciate sulla vallata, si visita e si degustano i vini della cooperativa agricola La Guardiense. Tra questi quelli dedicati alle Janare, le streghe della zona. A Sant’Agata dei Goti, uno dei Borghi più Belli d’Italia, con il centro storico che si trova su una spettacolare terrazza tufacea stretta tra due umi, nel luogo dove sorgeva l’antico centro abitato sannita di Saticula, si degustano i vini delle cantine Mustilli, le prime a imbottigliare negli anni Settanta il vino Falanghina in purezza.

Dove mangiare
Il ristorante Antico Borgo, nel centro storico di Sant’Agata dei Goti, propone piatti della tradizione del Sannio, accompagnati da una se- lezione di vini locali. (www.ristoranteanticoborgo.org – 18-20 euro)

Dove dormire
L’Ape Regina è un agriturismo biologico a 4 km da Sant’Agata dei Goti in un antico casolare immerso nel verde in cui si inizia la giornata con una ricca e golosa prima colazione. Possibilità di cenare (20 euro) e acquistare il miele prodotto dall’azienda. (www.agriturismoaperegina.it – 50-70 euro la camera doppia)

guardia_sanframondiweb

Info:

www.cittadelvino.it

 




Napul’è contemporanea: a Capodimonte c’è Twombly

Tutti lo conoscono per i capolavori di Masaccio, Simone Martini o Caravaggio, ma pochi sanno che il Museo di Capodimonte a Napoli possiede una collezione di arte contemporanea di tutto rispetto, con opere di maestri come Burri, Kounellis o Warhol.

(nella foto, il Vesuvius di Warhol):

A partire dal 14 luglio questa raccolta ospita un altro dipinto importante: Io e Zeus, eseguito dall’artista americano Cy Twombly nel 1963, pochi anni dopo essersi trasferito da New York a Roma.

(nella foto Cy Twombly):

Per l’occasione il nuovo direttore del museo Sylvian Bellenger ha deciso di prolungare l’orario di apertura della collezione dalle 8,30 alle 19,30.

Infine per chi ama il contemporaneo, c’è la possibilità di utilizzare la nuova “artecard”, che consente di vedere l’arte di oggi da Napoli a Caserta (www.campaniartecard.it).

Dal 1 giugno 2016 campania>artecard presenta una nuova card per un tour alla scoperta dei luoghi del contemporaneo da Napoli a Caserta con alcune tappe simboliche:

  • il MADRE_Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, 7200 mq di spazi espositivi, con installazioni site-specific, opere della collezione ed esposizioni temporanee
  • la Reggia di Caserta, che rilancia una delle collezioni più importanti al mondo “Terrae Motus”, lascito del gallerista Lucio Amelio
  • la sezione contemporanea del Museo Nazionale di Capodimonte, con l’esposizione dedicata all’arte contemporanea che ospita capolavori di artisti di fama internazionale, tra cui Andy Warhol, Mimmo Jodice, Michelangelo Pistoletto (visitabile dalla fine di giugno 2016);
  • il Museo del ‘900 di Castel Sant’Elmo, con una documentazione della produzione artistica a Napoli nel corso del xx secolo
  • la Metropolitana dell’Arte con le sue bellissime stazioni. Per i possessori di Artecard>Contemporaneo ogni sabato mattina a partire dal 4 giugno visite guidate nelle stazioni “Toledo” e “Università” della Metro Linea 1, con storici dell’arte a cura dell’ANM. (Previa prenotazione obbligatoria)



I Magnifici 7: Sant’Agata dei Goti, Campania

SANT’AGATA DEI GOTI, Campania

Su una terrazza tufacea delimitata tra i due affluenti del fiume Isclero, lontana dalla frenesia cittadina, sorge Sant’Agata dei Goti. Le origini risalgono alla prima guerra sannitica del IV sec. a.C., poi la cittadina fu conquistata da Longobardi, bizantini, normanni, svevi e angioini. Monumenti e resti testimoniano i diversi passaggi: esempi normanni sono il Duomo e la Chiesa di Sant’Angelo de Munculanis, numerosi i reperti romani rinvenuti. Da vedere la chiesa trecentesca di San Francesco di Assisi con gli affreschi del pittore Giaquinto dell’inizio del ‘700 e il Palazzo Vescovile. Memorabile la vista dall’acquedotto romano. Da non perdere, oltre alle frequenti sagre, l’Infiorata: in occasione del Corpus Domini i maestri infioratori realizzano tappeti multicolori lungo le piazze e le vie cittadine con migliaia di petali raccolti dai fedeli.

4. SANT'AGATA DEI GOTI

DOVE MANGIARE: Ristorante Antico Borgo www.ristoranteanticoborgo.org, I Giardini di Marzo www.santagatadeigoti.net/Giardini_Marzo/Dove_Siamo.htm

DOVE DORMIRE: Mustilli Wine and Culture www.mustilli.com/ospitalita, b&b Le Rocce www.lerocce.it




Napoli è la capitale mondiale dei presepi

Nel centro storico di Napoli, la strada che interseca via dei Tribunali, l’antico Decumano Maggiore, con via San Biagio dei Librai, il Decumano Inferiore, è il celebre Vicolo San Gregorio Armeno, famoso in tutto il mondo per le botteghe artigianali dei maestri del Presepe. Le botteghe si possono visitare tutto l’anno, ma è durante l’Avvento che si riempiono di statuine, capanne, nuove creazioni e tutto quanto possa servire per fare o ampliare il proprio presepe. Per i napoletani, una visita a San Gregorio Armeno durante le festività natalizie è d’obbligo, mentre i visitatori potranno ritrovare qui l’atmosfera più autentica della città e della tradizione del presepe. I maestri artigiani, infatti, si tramandano il mestiere di generazione in generazione, offrendo al pubblico vere e proprie opere d’arte che vanno dalle classiche statuine in terracotta che raffigurano la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello e i pastori, fino ai personaggi della politica, dello sport, dello spettacolo e della società. Anzi, per molti VIP avere la propria statuina nelle botteghe di San Gregorio Armeno è un privilegio conteso!

www.lacampaniagiovane.it

 

Oltre alle statuine ci sono poi le capanne di sughero o di cartone e gli oggetti meccanici per animare il proprio presepe. Una menzione particolare meritano le statue di grandi dimensioni, anche 30 cm, che tramandano l’antica tradizione del presepe Settecentesco, e che vestono abiti di stoffa finemente cuciti. I costi per un presepe di base vanno dai 35 ai 45 euro, mentre per le statuine di 5 cm, finemente realizzate, si parte da 30 euro per arrivare anche a migliaia di euro per le statuine più grandi ed elaborate. Quando: tutto l’anno.

DOVE MANGIARE
antica pizzeria I Decumani (via dei tribunali 58-61, tel 081/5571309). ristorante pizzeria con forno a legna che serve la classica pizza napoletana e altre specialità della cucina partenopea. posizione centrale, consigliata la prenotazione. pizza margherita euro 3,50.
Pizzeria trianon da ciro (via colletta 44/46, tel 081/5539426, www.pizzeriatrianon.it  locale fondato nel 1923 che prende il nome dal teatro in cui si esibivano i migliori artisti napoletani. Totò, Macario e Nino Taranto si fermavano volentieri per gustare la pizza “a ruota di carretto” così chiamata per le grandi dimensioni. aperto a pranzo e a cena, consigliata la prenotazione.

Ente del turismo di Napoli, piazza martiri 58, Napoli,
tel 081/4107211 www.eptnapoli.info

 

DOVE DORMIRE
B&B Via Duomo (via Duomo 214, Napoli, tel 081/0835748, www.viadelduomo.com) ricavato in un antico palazzo del seicento dispone di appartamenti da 2 a 5 posti letto con tV, Wi-Fi, bagno e riscaldamento autonomo. la colazione è continentale con qualche variante partenopea. Nelle vicinanze: la cattedrale, via san Gregorio armeno, i Decumani, il pio monte della misericordia e la Napoli sotterranea. Doppia con colazione da euro 60.
B&B re di Napoli (via tribunal 276, Napoli, tel 081/45952, www.redinapolibed.it) sistemazione di categori superiore nel centro della Napoli storica e comodo per la vicinanza ai mezzi di trasporto pubblico. ricavato in un edificio del XV secolo, dispone di camere con bagno privato con doccia o idromassaggio, tV e riscaldamento autonomo. per soggiorni settimanali possibilità di appartamento con vista sui tetti di Napoli.

Doppia con colazione continentale da euro 60 tasse incluse.




La Verde Irpinia a 35 anni dal terremoto la rinascita

A trentacinque anni dalla tragedia che sconvolse queste verdi terre l’Irpinia si rialza, puntando alla sostenibilità ambientale. Una svolta “green” promossa da sindaci di queste terre, che per il loro impegno hanno ricevuto il prestigioso Weekend Premium nel corso dell’evento “il DOPOEXPO è green”.

Quattro valli compongono l’Alta Irpinia. Due fiumi, l’Ofanto e il Calore, sono come due spine dorsali, due linee naturali che segnano il flussi non solo di acque create da rivoli e sorgenti ma anche di storia, gusti e tradizioni. Popolazione antica, austera e fiera, la fierezza ha consentito di preservare usi e costumi, tradizioni e dialetto unico e compatto, che legano i ritmi quotidiani alla tranquillità e serenità di un paesaggio mosso, ma unito. Altipiano oggi raggiungibile grazie all’autostrada A16 che unisce Napoli e Bari, ma delimitato verso sud da un’altra antica e moderna strada di viandanti e di visitatori, quella che da Salerno porta ad Avellino e poi prosegue attraversando tutti gli Appennini campani, Melfi e quindi Foggia, la così detta Ofantina.

irpinia-turismo-fontanarosa

Territorio ricco di acqua, con un inverno simile alle Alpi e un’estate di valle fresco e gradevole dalla valle dell’Ansanto all’Osento, dall’Ofanto alla valle Calaggio. Nota al grande pubblico come la “Verde Irpinia” per tre grandi luoghi naturalistici e testimoni di un “paesaggio culturale” unico, il Parco dei Picentini, il Lago di Conza e la Valle della Caccia. I Monti Picentini (oltre 1800 mslm), sopra la città di Montella, sede del famoso castello Longobardo ristrutturato, sono meta degli appassionati di neve e di sci da tutta la Campania e Puglia. Per diversi mesi è possibile sciare in un contesto orografico di diverse vette che superano i 1500 metri, totalmente a bosco. I monti Piceni danno vita al fiume Ca, mentre fra le montagne di Nusco e Torella dei Lombardi ci sono i primi rivoli del fiume Ofanto che nel suo scorrere a valle crea il lago di Conza, grande bacino imbrifero, creato dalla pioggia, sotto l’Alta Irpinia che addirittura fornisce l’acquedotto pugliese. Il lago di Conza oggi è Oasi WWF. A proposito di oasi, nella vicina Senerchia lungo la valle del Sele è possibile visitare, in pieno Parco Naturalistico dei monti Picentini, l’Oasi della Caccia con le sue numerose cascate. Ai suoi piedi si erge l’antico borgo medievale di Quaglietta con il Castello che guarda il golfo di Battipaglia e il Santuario di San Gerardo a Maiella, nel comune di Caposele, meta di migliaia di fedeli ogni anno. Tracce dei possedimenti Aragonesi sono ancora visibili in Alta Irpinia. Degni di nota sono il palazzo baronale di Cassano Irpino e la Torre di Bagnoli, oltre al convento di San Francesco a Folloni, un antico monastero visitabile e ricco di opere pittoriche importanti, vicino alla città di Montella. Agli Aragonesi si deve l’attuale impostazione agraria, soprattutto per le ampie estensioni a castagne e nocciole che assicurarono l’assetto idrogeologico e per la costruzione di mulini. Una ulteriore testimonianza di cultura antica è il castello di Sant’Angelo dei Lombardi. Voluto dai Longobardi per il culto dell’Angelo e dell’Arcangelo, rifatto nell’ XI° secolo, con tracce atte alla difesa interna, ingrandito da Federico II°, si erge a dominio della valle da cui si vedono le vestigia antichissime e maestose della Abbazia del Goleto. Dopo una visita obbligata alla Cattedrale di Sant’Angelo e sosta a Goleto, un simbolo della storia, cultura, civiltà di tutta la Campania, si può partire per un interessante percorso “della spiritualità” fra luoghi di fede e ambienti di paesaggio toccando il famoso Episcopio di Sant’Andrea del XIII° secolo sede degli arcivescovi campani, la chiesa di Monte Castello nel comune di Morra de Sanctis, Santa Maria delle Grazie a Guardia Lombardi dove è possibile sostare. Quindi salita fino al culmine del borgo antico di Cairano per il santuario dell’Immacolata, fermata obbligata a Bisaccia per il convento di Sant’Antonio del 1600 e infine ad Andretta la chiesa della Stella mattutina su preesistente convento cistercense.

Castello Longobardo - Gesualdo

 

La natura Verde-Green dell’Alta Irpinia non finisce mai. Ecco un altro itinerario, in auto o in moto, partendo dal monte Airola, quindi la rocca di Cairano, il Parco Archeologico dell’antica Compsa con il foro romano, l’anfiteatro, numerosi reperti di vario genere (epigrafi, sarcofagi, mosaici, ecc..), oggi, sistemati in un museo allestito in un edificio ristrutturato all’interno dell’area, dove merita un pic-nic con Caciocavallo Podolico, il prosciutto Irpino, l’olio di Raceve e un calice di Fiano o Greco dell’Alta Irpinia. Si prosegue per il Belvedere di Mira vicino a Teora e arrivo a Lioni, borgo moderno e rinnovato, per un miraggio-scoperta della natura, Oppido Vetere. Senza parole. Monumenti naturali, borghi, castelli dimostrano che siamo in un entroterra antico, terra di passaggio fra le potenti città di Napoli, Caserta e Salerno sul Tirreno e i porti di Foggia, Bari, Brindisi in stretto collegamento con le terre greche, mediorientali e lo sconosciuto Oriente. Nevralgico, strategico, oggi si direbbe. Già nel 570 i Longobardi fondarono il ducato fino all’850 quando iniziarono le devastanti guerre civili. Solo con i Normanni il territorio riprese un ruolo importante: a Longobardi e Normanni si deve la totalità della nascita dei paesi. Oggi molto rimarginati causa anche calamità, ma riscontrabili ancora nei manufatti che caratterizzano i numerosi castelli di Bisaccia, Morra, Torella, l’antica Lacedonia, l’Aquilonia degli anni Trenta, il borgo di Calitri, di Cairano, di Guardia Lombardi e di Rocca San Felice e le terme di San Teodoro di Villamaina. Un percorso, definito “green street” che parte dalle diverse fontane e sorgenti che sgorgano vicino al borgo di Andretta e al Belvedere del Monte Airola e si inoltra nei boschi, oasi e parchi, tutelati e curati, di Cuccari, Consa, Mezzana dove si ammirano castagneti immensi fra pianori a prato, piccoli uliveti di famiglia. All’improvviso, sempre lungo la strada, ecco il lago di San Pietro, la Rocca di San Felice con la famosa e terrificante porta Mefite, porta dell’aldilà immortalata da Virgilio. Quindi andando verso Guardia Lombardi e Villamania, luogo incantevole dove le cure termali sono sinonimo di benessere e salute, si incontrano ancora foreste e boschi di castagni, nocciole, noci, frassini, querce, distese verdi fra fontane e sorgenti naturali, compresa a Torella dei Lombardi quella che dà vita al fiume Ofanto, un simbolo della natura dell’Alta Irpinia, a testimoniare e a ricordare che una volta, milioni di anni fa, l’altipiano irpino era un grande lago con qualche collina. Così, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora, Lioni, Montella e tutta la dorsale del viaggio degli uomini con le mani callose, hanno riscoperto nelle tradizioni dei luoghi, delle memorie, come il cammino di San Gerardo a Caposele e Monteverde, l’identità mai perduta.

 

 




BACCALARIA, OSTERIA-VINERIA A NAPOLI

Mare, mare, mare, MA CHE VOGLIA DI ARRIVARE…

Ormai ci siamo, la bella stagione è qui, sale la voglia di passare dei fine settimana all’aria aperta, meglio ancora se vicini al bagnasciuga, per un anticipo di tintarella.
Così, per coniugare turismo e gastronomia, relax e buoni sapori, abbiamo messo insieme una manciata di indirizzi che vi suggeriamo per un buon fine settimana marinaro.
O, perché no, anche per una vera e propria vacanza, per i più fortunati

Mare1

BACCALARIA.
OSTERIA-VINERIA
Piazzetta di Porto 4, Napoli Tel. 081 012 0049 www.baccalaria.it

napoli

A Napoli la tradizione del baccalà è particolarmente sentita, così non stupisce che finalmente qualcuno abbia pensato a un locale dedicato. Così è nata la Baccalaria, poco distante dal porto, con un menu creato dallo chef Vincenzo Russo, che propone piatti della tradizione affiancati a proposte più innovative a base di baccalà, con espliciti richiami alla cucina “povera” e popolana. Fra i tanti piatti sfiziosi, il Gran Fritto di Baccalà, gli scialatielli carciofo e stocco o il mussillo (filetto di baccalà) con peperoncini cruschi.

napoli1

Fried cod fillets and vegetables
Fried cod fillets and vegetables

DA VEDERE
Naturalmente Castel dell’Ovo, primo nucleo della città (che alla sua fondazione, VIII a.C. si chiamava Partenope). E poi il Palazzo Reale, il Maschio Angioino il Museo Archeologico e la Reggia di Capodimonte, solo per citare i pricipali luoghi di interesse.

Palazzo Reale Napoli
Palazzo Reale Napoli

Castel dell'Ovo
Castel dell’Ovo

Maschio Angioino




ACCIAROLI, CILENTO TRA SPIAGGE DORATE, BANDIERA BLU E STORIA

TRA SPIAGGE DORATE, BANDIERA BLU E STORIA

Acciaroli è una frazione del comune di Pollica, una tra le più incantevoli località del Parco Nazionale del Cilento. Il borgo marinaro campano è ritenuto da anni una delle bandiere blu più suggestive del mar Tirreno.

acciaroli

Il maggiore afflusso si verifica in estate soprattutto nella zona del porto, dove ormeggiano barche e yacht. Al porto si trova la Torre Saracena da cui si gode della veduta panoramica su tutta la costa del Cilento. Il territorio non è rinomato solo per il mare cristallino e le spiagge dorate, ma anche per il caratteristico centro storico, lastricato di pietre antichissime, con suggestivi archi e caratteristiche volte.

acciaroli

La chiesa dell’Annunziata è tra i luoghi di culto più affascinanti, recando con sé avvenimenti storici e opere di pittori salernitani. Nella zona è possibile effettuare molteplici sport, dai numerosi corsi di canoa al windsurf, per approdare anche al parapendio e altre attività estreme. Info: www.acciaroli.info