Capracotta, gioiello “green” del Molise

Talmente bello ed ecosostenibile che è oggetto di studio da parte di Università e persino del Cnr. È Capracotta, splendido borgo del Molise, in provincia di Isernia, che vanta un ecosistema naturale di rara bellezza, che include uno degli orti botanici più alti d’Italia, il prestigioso Giardino delle Flora Appenninica, a 1525 metri, ma anche un’aria salubre che gli sono valsi l’appellativo di “Paese del Benessere”. Non solo, grazie a questo microclima così particolare anche la produzione agroalimentare diventa unica. Tra le eccellenze, ci sono i formaggi, fatti ancora con latte crudo.

Il Pecorino di Capracotta

Capracotta, le origini del nome

Sullo stemma civico del borgo campeggia una capra che fugge da una pira. Le origini del toponimo sono le più disparate, ma tutte curiose. Alcuni sostengono che derivi dall’antica usanza dei Longobardi di sacrificare capre, che venivano mangiate dopo averle arrostire. Un’altra leggenda, invece, vuole che un gruppo di nomadi arrivasse in questa zona con l’intenzione di fondare un sito abitativo. Per propiziarsi la sorte, decisero di sacrificare una capra, ma l’animale fuggì sui monti, dove si accasciò stremata.

Vedendolo come un segno del destino, la città fu fondata nel luogo in cui la capra esalò l’ultimo respiro. Altri studi fanno pensare che il nome derivi dal latino castra cocta, cioè un accampamento militare romano circondato da un muro di mattoni. Un’altra ipotesi è che il nome derivi dall’indoeuropeo cap e kott, ossia “luogo roccioso”.

Le bellezze del borgo

Chi arriva a Capracotta non può mancare una visita al suo bellissimo e ordinatissimo centro storico, ricostruito dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Una prima tappa d’obbligo è alla Chiesa di Santa Maria Assunta, che si trova tra le vie Carfagna e Roma, caratterizzate da una pavimentazione a mosaico. Ci si arriva salendo la scalinata che porta al piazzale di fronte all’ingresso, dal quale si può ammirare il panorama del borgo.

La chiesa di Santa Maria Assunta

Un’altra bella chiesa di Capracotta è quella intitolata a San Giovanni Battista, con le sue pareti bianche e la facciata su cui spicca il portale e una finestra a mezzaluna. L’altra chiesa del borgo è quella di Sant’Antonio da Padova, di mattoni grigi e con una facciata molto semplice. Appena fuori dalle mura cittadine, invece, si trova il Palazzo Baronale del XVI secolo.

Il Palazzo Baronale

Il Giardino delle Flora Appenninica, sostenibilità ad alta quota

Non solo un borgo da sogno, ancora più bello quando si ammanta di neve e regala paesaggi da cartolina. Capracotta è il secondo paese più alto degli Appennini. Si trova infatti a 1421 metri di altezza e rappresenta un modello di sostenibilità ambientale, di qualità della vita e dei valori della tradizione e dell’accoglienza.

Panorama di Capracotta

Tra i suoi primati, poi, c’è il Giardino delle Flora Appenninica, l’orto botanico più alto d’Italia, che si trova a 1525 metri di altezza. Costituito nel 1963, è un orto botanico naturale in cui vengono conservate e tutelate le specie vegetali della flora autoctona dell’Appennino Centro Meridionale.

Sentieri nel Giardino della Flora appenninica

Proprio grazie al “giardino”, e alle caratteristiche uniche del terreno, qui si sono venuti a creare diversi habitat naturali, da quello palustre a quello rupicolo, dalle faggete alle arbustete. Il Giardino, poi, è impegnato in diversi progetti di ricerca e di conservazione della biodiversità.

Ingresso del Giardino della Flora Appenninica in inverno

La sua fruibilità, poi, è caratterizzata da iniziative di educazione ambientale, turismo naturalistico, percorsi didattici, visite guidate, incontri di divulgazione scientifica e potenziamento della ricettività.

Escursione nel Giardino delle Flora Appenninica

Infine, Capracotta è anche un importante centro del turismo invernale, grazie agli impianti sciistici e un ambiente che sembra “baciato” dalla neve naturale. Basti pensare che, nel marzo 2015, il borgo ha fatto registrare il record mondiale per la quantità di neve caduta in 24 ore, ben 2 metri e mezzo, superando di 60 cm il record precedente, risalente agli anni Venti, di una cittadina degli Stati Uniti.

Il progetto

Dalla collaborazione tra il Comune di Capracotta, l’Università del Molise, IPCB (CNR) e GAL Alto Molise è nato il progetto “L’Altissimo Molise come modello di laboratorio di sostenibilità ambientale e qualità della vita”.

Tra gli obiettivi c’è la ricerca e il monitoraggio di alcuni fattori contaminanti sia nell’ambiente che nei prodotti agro-zootecnici, al fine di attestarne la qualità e la sicurezza, partendo dalla qualità dell’aria. Le attività di ricerca prevedono anche un’attenta divulgazione dei risultati, azioni di sensibilizzazione della popolazione residente e dei produttori alle tematiche ambientali, all’ecosostenibilità delle produzioni e alla loro valorizzazione.

INFO

www.capracotta.com

www.giardinocapracotta.unimol.it




Veneto Segreto. Borghetto di Valeggio sul Mincio (VR), un borgo unico, tra fortificazioni e mulini ad acqua

Al di là delle mete turistiche più frequentate, il Veneto nasconde altre piccole località custodi di bellezza: dimore nobiliari e città fortificate, terme secolari e musei delle nuvole, mulini, torri, monasteri, ponti antichi e giardini da sogno. Tra colline verdeggianti, laghi, canyon. Con itinerari enogastronomici d’eccellenza

Di Benedetta Rutigliano

Non tutti, avvicinandosi alla città scaligera, sanno che Borghetto, piccola frazione del comune di Valeggio sul Mincio in provincia di Verona, è uno dei borghi più belli d’Italia. Un vero e proprio unicum urbanistico con il suo succedersi di cascatelle, case basse e caratteristiche, mulini ad acqua edificati per la molatura del frumento e la pilatura del riso.

Borghetto, la cui fondazione risale al periodo longobardo (VII- VIII d.C.) e il cui nome significa “insediamento fortificato”, si sviluppò in una posizione ideale per costruire una Curtis Regia sulle rive del fiume Mincio e a ridosso delle colline moreniche del Garda. Le dolci curve di queste ultime, che si fondono con l’andamento del fiume incorniciato da giardini fioriti in un paesaggio senza tempo, da sempre hanno suscitato gli interessi di possibili dominatori, in una zona di transito e naturale confine tra il Veneto e la Lombardia.

Fra l’XI ed il XII secolo, sulla riva sinistra del fiume, fu edificato il piccolo monastero di S. Maria, che svolgeva probabilmente funzioni di xenodochio, struttura di assistenza per viaggiatori e pellegrini. Il monastero fu poi controllato dall’Abbazia veronese di S. Zeno fino al 1331, quando la Signoria Scaligera lo inglobò nelle strutture del Caposaldo occidentale della fortificazione del Serraglio.

Gli Scaligeri costruirono le prime possenti mura per la difesa del centro e i due ponti levatoi che collegavano il Borghetto alla Curtis Regia. Il castello Scaligero, in posizione panoramica con vista sulla pianura e sulla valle del Mincio, è un’altra testimonianza del passaggio di questa famiglia, e fu in seguito collegato al ponte Visconteo, voluto dai Visconti a difesa dei territori veronesi appena conquistati.

Ma il castello fu abbandonato ai privati perché si puntò sulla fortificazione di Peschiera sul Garda, e il ponte divenne causa iniziale del declino di Borghetto: modificò il corso del fiume e la navigazione fu bloccata, per cui la forza idraulica del corso d’acqua venne sfruttata dai mulini, nuova fonte di sostentamento assieme alla pesca, prima dell’arrivo dell’attuale flusso di turisti innamorati di questo luogo magico.

A solo un chilometro dal ponte di Borghetto sul Mincio si trova l’altra meravigliosa attrazione della zona, il Parco Naturale di Sigurtà.

E, per una sosta golosa, dovete assolutamente assaggiare il famoso tortellino di Valeggio, o “nodo d’amore”. La leggenda racconta l’innamoramento tra la ninfa Silvia e il capitano Malco, il cui simbolo è un fazzoletto di seta dorata annodato dai due amanti prima di gettarsi nel Mincio. Si narra che nei giorni di festa, per ricordare la storia dei due innamorati, era consuetudine tirare una pasta sottile tagliata come il fazzoletto dorato e arricchita da un delicato ripieno: da qui la nascita del tortellino.

COME ARRIVARE

In auto: Percorrere l’A4, uscire a Peschiera del Garda e poi prendere la SR 249 e eseguire le indicazioni per Valeggio sul Mincio. In alternativa: A22 con uscita Affi, proseguire per circa 25 km in direzione Parchi del Garda, arrivati a Peschiera, prendere la SR 249 e seguire per Valeggio sul Mincio.

DOVE MANGIARE

*Lo Stappo, via Raffaello Sanzio 18/b, Valeggio sul Mincio (VR), tel 045/6370146, www.lostappo.com. Assaporare i gusti della tradizione in piatti curati con vista panoramica sul Mincio: un sogno che diventa realtà al ristorante L’autentico gusto di Borghetto in ottimi piatti caserecci.

 *I Giardini di Borghetto, Strada Viscontea 533, Valeggio sul Mincio (VR), tel 348/7826107,  www.giardinidiborghetto.com. Preparati freschi e cucinati con passione, da provare.

 DOVE DORMIRE

*Hotel Corte del Paggio, loc. Brugherio 74, Valeggio sul Mincio (VR), tel 045/7950606, http://hotelcortedelpaggio.it/ .Alle porte di Valeggio sul Mincio, si trova questo hotel, ospitato in una casa di campagna ristrutturata dall’arredo moderno e minimalista, con grande giardino e piscina.

 * Il Borghetto Vacanze nei Mulini, via Raffaello Sanzio 14/A, Borghetto di Valeggio sul Mincio (VR), tel 045/7952040, www.borghetto.it/ Chi vuole respirare a pieno l’atmosfera di Borghetto ha la possibilità di alloggiare in uno dei dieci mulini completamente ristrutturati e affacciati sul fiume, nell’albergo diffuso

INFO

www.valeggio.com