La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: un’imperdibile mostra diffusa del 2024

Scopri la ricca storia artistica di Bologna attraverso la mostra espositiva diffusa

Se sei un appassionato d’arte e hai programmato di visitare Bologna, ti consigliamo caldamente di non perdere la mostra diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915“. Questa rassegna espositiva, che si svolgerà dal 21 marzo al 30 giugno 2024, è dedicata alla pittura felsinea dell’Ottocento e mostra la ricchezza espressiva e la complessità artistica di questo periodo.

Organizzata dal Settore Musei Civici attraverso il Museo civico del Risorgimento e curata da Roberto Martorelli e Isabella Stancari, la mostra presenta oltre 500 opere di 80 artisti differenti, tra cui molti capolavori che sono stati raramente esposti in passato. Potrai ammirare dipinti, disegni e acquerelli che spaziano dai paesaggi ai ritratti, dai soggetti storici alle vedute urbane.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Alfredo Savini (Bologna, 1868 – Verona, 1924)
Auxilium ex alto, 1896
Olio su tela, cm 229 x 165
Provenienza: Concorso Baruzzi, 1896
Bologna, Collezioni Comunali d’Arte (deposito MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Colle-
zioni storiche), n. inv. P372

Bologna per una mostra diffusa in tutta la città

Le opere sono esposte in 18 sedi diverse, tra cui musei, gallerie antiquarie, fondazioni e edifici storici situati tra Bologna, Crespellano e San Giovanni in Persiceto. Questo percorso espositivo ti darà l’opportunità di esplorare la città e di scoprire luoghi culturali suggestivi che rappresentano l’eccellenza artistica dell’Ottocento bolognese.

Durante la mostra, verranno organizzate visite guidate, conferenze, laboratori didattici e attività per famiglie, per offrirti l’opportunità di approfondire la tua conoscenza dell’arte ottocentesca di Bologna. Inoltre, numerosi soggetti pubblici e privati hanno collaborato per la realizzazione di questo progetto culturale e hanno contribuito a rendere possibile la visibilità di opere d’arte di alto valore storico-artistico.

Non perdere l’occasione di scoprire una parte importante della storia artistica di Bologna e di immergerti nell’atmosfera artistica dell’Ottocento. Pianifica la tua visita alla mostra diffusa “La pittura a Bologna nel lungo Ottocento | 1796 – 1915” e lasciati affascinare dalla bellezza e dalla varietà delle opere esposte.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Ottavio Campedelli (Bologna, 1792 ‐ ivi, 1862)
Un mulino in mezzo a un luogo montuoso, 1826
Olio su tavola, cm 35 x 45
Bologna, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna (Collezioni storiche), n. inv. H103 /
2019/5106 (1995)

Guide e informazioni

Per ulteriori informazioni sugli orari di apertura, i prezzi dei biglietti e le sedi espositive, ti consigliamo di consultare i siti web dei Musei Civici di Bologna e di ogni singola sede espositiva coinvolta nella mostra.

Non perdere questa occasione unica per esplorare la pittura felsinea dell’Ottocento e scoprire le origini e le evoluzioni della modernità artistica. Siamo certi che questa mostra ti lascerà un ricordo duraturo dell’arte e della cultura di questa affascinante città italiana.

La pittura a Bologna nel lungo Ottocento: una mostra diffusa imperdibile nel 2024
Scorcio di Piazza Santo Stefano, Bologna

Per non perderti nessuna novità sulle mostre ed eventi culturali del 2024 dai un occhio alla nostra rubrica WeekendinArte!




Lucio Dalla e la sua Bologna

Il 1° marzo decorrono i 12 anni dalla scomparsa di Lucio Dalla. Cantautore, musicista all’avanguardia, ma anche attore. Le sue celebri canzoni sono ormai assunte tra i classici della musica italiana, e tante sono state le collaborazioni con altri nomi del mondo delle sette note. Nato come musicista jazz, negli oltre 50 anni di carriera Lucio Dalla si è distinto anche come polistrumentista. Nelle sue musiche, infatti, ha suonato il clarinetto, strumento che imparò a suonare a sei anni, ma anche il pianoforte e il sassofono.

Nato a Bologna il 4 marzo del 1943, data immortalata in una sua celeberrima canzone, con la città felsinea Lucio Dalla ha sempre avuto un rapporto speciale, intimo. Molti lo ricordano mentre passeggiava sotto i portici, o si fermava a prendere un cappuccino o in un ristorante tipico per gustare il suo piatto preferito: la gramigna con la salsiccia. Vogliamo rendergli omaggio proponendovi un tour nei luoghi del capoluogo emiliano cari al grande cantautore.

Si parte da “Piazza Grande”, cioè Piazza San Domenico

Lo sapevate? La celebre “Piazza Grande” della canzone di Lucio Dalla non è Piazza Maggiore, ma Piazza Cavour. È stato lo stesso Dalla ad aver sciolto l’equivoco. E, in effetti, nella descrizione della piazza fatta nella canzone, si trovano parole come “gatti”, “panchine” ed “erba”, che non si trovano nella piazza principale di Bologna, bensì nella centralissima Piazza Cavour dove, al civico 2, il 4 marzo 1943 nacque Lucio Dalla. E dove si trova la panchina con la statua che lo raffigura, come se aspettasse i passanti per fare due chiacchiere.

Piazza Cavour

Da qui ci si sposta in Piazza San Domenico, che Dalla frequentò molto da bambino. Lo immaginiamo mentre magari tira calci a un pallone insieme ai suoi coetanei. Oggi, la piazza è un elegante salotto all’aperto dove molti bolognesi e turisti si fermano per fare due chiacchiere e gli studenti universitari si siedono su una panchina per studiare o mangiare qualcosa. È proprio frequentando in questa piazza che Lucio Dalla ha conosciuto Michele Casali, proprietario dell’Osteria del Vicolo delle Dame, a cui dedicherà la sua celebre canzone “L’Anno che verrà”.

Piazza San Domenico

Da Via delle Fragole a Via D’Azeglio

Il nostro tour nei luoghi di Lucio Dalla prosegue in Via delle Fragole, dove Dalla si trasferì insieme alla mamma Jole dalla casa che si affacciava su Piazza Cavour. Qui compose la sua “Anna e Marco”. Ma presto, Dalla cambiò casa per la terza volta e si trasferì in Vicolo Marescotti, in una piccola abitazione dai muri gialli, la terza dall’inizio della via. Qui nacquero alcuni dei suoi successi più famosi, come “Se io fossi un angelo”. Ma Dalla non aveva ancora trovato il suo posto ideale, oppure, chissà, forse gli piaceva vivere in diverse zone di Bologna, pur rimanendo sempre nel suo amato e natio centro storico.

Vicolo Marescotti in cui Lucio Dalla abitò per un periodo

L’ultimo suo trasloco fu in Via D’Azeglio dove, in realtà, si trova solo il portone d’ingresso. Sul suo campanello, per amor di privacy, Dalla aveva scritto lo pseudonimo “Comm. Domenico Sputo”. La casa di Dalla si affacciava sulla splendida Piazza dei Celestini, dove, ancora oggi, si può alzare lo sguardo verso un balconcino romantico oppure verso il disegno stilizzato che ritrae Lucio Dalla mentre suona il suo amato sax, circondato dalle rondini. Oggi, l’ultima abitazione di Dalla è sede della Fondazione che porta il suo nome e si può visitare la casa-museo per immergersi nel suo mondo.

La sagoma stilizzata di Lucio Dalla sulla facciata della Casa Museo

Sotto alla casa si trova il bar Duca d’Amalfi, dove il cantautore, e altri cantanti bolognesi, si fermavano per gustare una delle apprezzatissime paste napoletane. A una cinquantina di metri si trova invece l’Hotel Roma, dove Dalla era di casa, che gli ha dedicato una vetrina con alcuni memorabilia, tra strumenti musicali, album e oggetti di vario tipo. Nella via si trova anche il Gran Bar, dove Lucio era solito ordinari quello che aveva ribattezzato pucc-cappucc, cioè un cappuccino con poco latte.  A mezzo minuto a piedi da via D’Azeglio si trova poi Via dei Carbonesi, dove si trova l’Osteria De Cesari. Qui Dalla amava ordinare gramigna con la salsiccia, un piatto da lui molto amato.

L’Osteria Cesari dove Lucio Dalla si fermava spesso a mangiare

Il Quadrilatero e i luoghi della musica

Naturalmente, Lucio Dalla frequentava moltissimo il cuore di Bologna e, in particolare, le vie attorno a Piazza Maggiore, note come Il Quadrilatero. Lo si vedeva spesso sorseggiare un calice di Sangiovese all’Osteria del Sole, oppure nei pressi della Pizzeria Altiero. Davanti all’ingresso della libreria Ambasciatori, in via Degli Orefici, si trova una stella dedicata proprio a Lucio Dalla, realizzata sullo stile di quelle della Walk of Fame a Hollywood.

La stella dedicata a Lucio Dalla in via degli Orefici

Dirigendosi verso le Due Torri, invece, a ridosso di Piazza della Mercanzia, in un negozio di via Mengoli, si può vedere un murale che raffigura Lucio Dalla.

Il murale dedicato a Lucio Dalla in via Mengoli

Proprio a fianco delle Torri, in via Zamboni, si trovava lo storico locale Kinki Club, dove, alla fine degli anni Cinquanta, Dalla iniziò la sua carriera e dove conobbe Pupi Avati che, prima di diventare regista, si dilettava a suonare. La loro amicizia durò per tutta la vita. Lo storico Kinki, invece, ha recentemente chiuso i battenti.

L’ingresso del Kinki Club

Accanto si trova lo studio di registrazione Fonoprint Studios, dove, oltre a Dalla, hanno inciso i loro successi artisti del calibro di Mina, Zucchero, Eros Ramazzotti, gli Stadio, Luca Carboni e Samuele Bersani.

Ultima tappa: la Certosa

Il tour ideale nella Bologna di Lucio Dalla si conclude al cimitero monumentale della Certosa, dove riposa accanto ai genitori, Jole e Giuseppe. La sua ultima dimora si riconosce dalla sagoma del cantautore con cilindro e bastone. L’area è quella delle grandi personalità di Bologna: Giosuè Carducci, Carlo Maria Broschi, Ottorino Respighi e Giorgio Morandi.

La tomba di Lucio Dalla nel cimitero monumentale della Certosa

Tuttavia, ci sentiamo di dire, che come Lucio Dalla ha amato Bologna, Bologna ha amato Lucio Dalla e quando vi fermerete sotto i portici, Patrimonio dell’Umanità Unesco, oppure passeggerete lungo via Indipendenza, via Santo Stefano, via Guerrazzi, o assisterete a una partita allo Stadio dall’Ara, bé, ci sarà sempre un po’ di Lucio.

Luminarie con le parole della canzone “L’anno che verrà” in via d’Azeglio

INFO

www.bolognawelcome.com

www.luciodalla.it




Un weekend di gusto, musica e visite guidate nella storia

È in arrivo anche il primo weekend del nuovo mese, quello del 4 e 5 marzo. E torna anche la nostra rubrica dedicata agli eventi da non perdere nel fine settimana. Il prossimo sarà all’insegna delle grandi fiere dedicate all’enogastronomia. A Bologna, invece, si celebreranno gli 80 anni del grande Lucio Dalla. Naturalmente, non mancheranno nemmeno le visite guidate alle piccole e grandi eccellenze del nostro territorio. Ecco, allora, gli eventi che abbiamo selezionato per voi.

A Milano torna “Olio Officina Festival”

Dal 2 al 4 marzo torna al Palazzo delle Stelline, in Corso Magenta 61, si tiene la 23° edizione di “Olio Officina Festival”, la grande kermesse internazionale dedicata all’olio extravergine di oliva e ai “condimenti per il palato e la mente”. Il programma della tre giorni si focalizza su uno dei tesori dell’agroalimentare italiano e prevede una rassegna di oli internazionali, laboratori di assaggio con sessioni di degustazioni, abbinamento olio-cibo e incontri con esperti e produttori. Non mancheranno nemmeno i talk sull’economia dell’olio e focus sugli utilizzi in cucina e in cosmesi, ma anche al valore del packaging, e alle raffigurazioni nel design, arte e letteratura.

La novità dell’edizione 2023 riguarda i bambini, considerati degustatori eccezionali, perché privi di preconcetti e del pregiudizio sensoriale che condiziona le valutazioni degli adulti. Per i più piccoli ci saranno la scuola di cucina, laboratori di assaggi e il gioco dell’olio, per imparare la millenaria storia dell’olio e della sua produzione nei secoli, dall’albero alla tavola. Ingresso gratuito.

INFO: www.olioofficina.it

A Padova visita guidata al Caffè Pedrocchi

Domenica 5 marzo, alle 10, lo storico Caffè Pedrocchi di Piazzetta Cappellato Pedrocchi, a Padova, apre eccezionalmente le sue stanze, normalmente chiuse al pubblico, per una imperdibile visita guidata. Capolavoro ottocentesco dell’architetto Jappelli, ha una struttura composta da una successione di stanze, ognuna delle quali è arredata in modo da ricreare l’ambientazione di un determinato periodo storico. Accompagnati da una guida abilitata si salirà al primo piano dello storico caffè, cominciano dalla Sala da Ballo, attorno alla quale ruotano tutte le altre stanze.

Dedicata a Gioacchino Rossini, spicca per la splendida decorazione in stile impero con richiamo alla musica. Si continua poi nel vestibolo etrusco e nella parallela Sala Greca. Si passa poi in un piccolo ambiente circolare, la Sala Romana con pitture che raffigurano Castel Sant’Angelo, il Foro Romano, quello di Augusto, la Colonna Traiana e altri richiami storici. Dal lato opposto della sala da ballo si trova invece la Sala Egizia, che rende omaggio all’archeologo Giovan Battista Belzoni, conoscente di Jappelli. Quota di partecipazione: € 15.

INFO: https://venetosegreto.com/eventi/

Bologna ricorda Lucio Dalla con “Tutta la vita”

Sabato 4 marzo, il giorno in cui Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni, presso il Teatro Auditotium Manzoni di via de’ Monari, a Bologna, va in scena lo spettacolo “Tutta la vita”, un concerto unico in cui i virtuosi dell’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna si confrontano con le canzoni più belle del repertorio dell’indimenticabile cantautore con gli arrangiamenti originali realizzati per l’occasione da Valentino Corvino.

Ad accompagnare l’Orchestra ci saranno alcune delle voci più originali della musica italiana e della lirica che si ispirano alla poetica di Lucio Dalla. Tra questi Emma Nolde, Erika Mou, Lyl Nostromo, Fabio Curto, Claudia Ceraulo e Kazuki Yoshida, a cui si unirà il Coro delle Voci bianche di TCBO. Le canzoni di Dalla, poi, saranno legate tra loro da una serie di contributi video di artisti, amici e collaboratori del cantautore, tra cui Gianni Morandi, Gaetano Curreri, Tobia Righi, Maurizio Biancani e Ron. Biglietti: da € 10 a e 20.

INFO: www.tcbo.it

A Roma torna Formaticum

Nel fine settimana del 4 e 5 marzo, presso i padiglioni della Città dell’Altra Economia, in Largo Dino Frisullo, a Roma, torna Formaticum, il primo salone dedicato al formaggio italiano e alle rarità lattiero casearie. Un appuntamento davvero imperdibile per tutti gli appassionati del settore che potranno sia degustare che acquistare i prodotti presenti. Si rinnova anche la location, la Città dell’Altra Economia, infatti, è un grande spazio recuperato dall’edificio delle antiche pese del bestiame e ristrutturato con soluzioni innovative.

Formaticum, di cui quest’anno si tiene la 4° edizione, è stata ideata dalla casa editrice La Pecora Nera, specializzata in enogastronomia, guide ed eventi, e da Vincenzo Mancino, esperto conoscitore della produzione e lavorazione dei latticini. La manifestazione dà anche spazio ai piccoli produttori italiani di cui si potranno assaporare le specialità. Tutte le aziende partecipanti sono state attentamente selezionate dagli organizzatori attraverso caratteristiche che vanno dalla cura del prodotto, all’alimentazione degli animali che forniscono il latte, fino alla lotta alla standardizzazione e omologazione dei gusti. Orario: sab 10-20, dom 10-19.

INFO: www.formaticum.info

A Palermo una visita guidata alla catacomba di Porta d’Ossuna

Domenica 5 marzo, a Palermo sarà possibile effettuare una interessante visita guidata alla catacomba di Porta d’Ossuna, in Corso Amedeo 110, che aprirà al pubblico per l’occasione. Le visite si effettuano dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, con partenza ogni ora. Si potrà così andare alla scoperta della Palermo sotterranea, della storia dei primi cristiani e delle antiche leggende della città.

Gli archeologi accompagneranno i visitatori lungo le gallerie e i cunicoli del grande cimitero sotterraneo, raccontando la storia del cristianesimo in Sicilia, ma anche delle vicende che hanno riguardato nei secoli la catacomba, contribuendo a creare attorno a essa un alone di leggenda, dai rifugi dei Beati Paoli ai ricoveri anti aerei durante la Seconda Guerra Mondiale. Quota di partecipazione: intero € 5, ridotto € 3,5. Prenotazione obbligatoria sul sito.

INFO: www.archeofficina.com

A Catania un tour dei Castelli Etnei

Sabato 4 marzo, a Catania, è in programma un tour guidato dei castelli etnei, con partenza alle 9 dal Castello di Motta, in via Regina Bianca. Si potrà quindi fare un vero salto indietro nel tempo, fino al Medioevo, tra simboli, leggende, storia e misteri dei castelli di Motta, Paternò e Adrano che si dice abbiano lo stesso allineamento della Cintura di Orione. Si visiterà poi l’acropoli di Paternò, sempre considerata intrisa di magiche suggestioni. Qui, poi, al tempo dei Greci e dei Romani erano molto sentiti i culti di Efesto e del dio Adrano.

Si ammireranno poi gli splendidi affreschi medievali del castello e si visiterà la Sala del Parlamento, dove la Regina Bianca dettò le Consuetudini, nel 1405. Si passerà poi alle prigioni che ancora recano sulle pareti i segni lasciati dai carcerati. Verrà poi data un’interpretazione dei simboli esoterici all’interno del castello. Si raggiungerà poi con mezzi proprio il Castello di Adrano con possibilità, alla fine del tour, di fare un pic-nic sul ponte dei Saraceni. In alternativa, nei pressi del castello sono disponibili un bar e una tavola calda per il pranzo. Quota di partecipazione: € 15. Prenotazione obbligatoria.

INFO: tel 320/4115715 e Tour dei castelli etnei | Facebook




È il weekend di Capodanno! Ecco gli eventi più belli

É giunto anche il momento di salutare il 2022 e di dare il benvenuto al nuovo anno. Ecco, allora, che in tutta Italia, dalle grandi città ai borghi, si festeggia il 2023 con concerti, eventi, fuochi d’artificio, ma anche escursioni e visite guidate. E, per l’ultima volta nel 2022, torna anche la nostra rubrica dedicata agli eventi del weekend, con una selezione di quelli più belli in quello del 31 dicembre e 1° gennaio. Buon anno da Weekend Premium!

A Genova il Concerto di Capodanno in piazza De Ferrari

Artisti affermati e icone della musica italiana si danno appuntamento a Genova, in Piazza De Ferrari, per un grande Concerto di Capodanno, che sarà trasmesso dalle reti Mediaset. La sera del 31 dicembre, sul palco, che sarà allestito con fantastiche scenografie, si alterneranno Annalisa, Anna Tatangelo, Baby K, Patty Pravo, Rocco Hunt, Rovazzi, The Kolors.

Ma anche Big Boy, Blind, Erwin, Fausto Leali, Follya, Gemelli DiVersi, GionnyScandal, Ivana Spagna, Luigi Strangis, Mamacita, Riccardo Fogli, Riki e Roby Facchinetti. Alla conduzione ci sarà Federica Panicucci. Nel corso della serata, poi, ci saranno collegamenti alle piazze di Bari e Matera, dove si esibiranno Bommdabash, Rkomi e Gigi d’Alessio, mentre dalla scuola di Amici di Maria De Filippi, arriveranno Angelina, Cricca e Rita che si esibiranno in performance di canto e ballo. Ingresso gratuito.

INFO: https://smart.comune.genova.it/

 A Venezia il Capodanno “accende” il Bacino di San Marco

Sempre romanticissimo il Capodanno a Venezia. Chi sceglie la Serenissima per festeggiare San Silvestro potrà assistere a uno splendido spettacolo pirotecnico che, allo scoccare della mezzanotte, illuminerà il Bacino di San Marco di mille colori e giochi di luci, che si rifletteranno sull’acqua. Per assistere allo spettacolo dei fuochi d’artificio, le zone migliori della città dove posizionarsi sono l’Arsenale e dintorni, Riva degli Schiavoni, Riva Cà di Dio, Riva San Biagio, Riva dei Sette Martiri, mentre i fuochi non sono visibili da Piazza e Piazzetta San Marco. Inizio alle 23.30. L’evento è gratuito.

INFO: www.comune.venezia.it

Bologna, in Piazza Maggiore c’è “Festivamente”

La sera di San Silvestro, si rinnova anche il tradizionale appuntamento con il capodanno in Piazza Maggiore, che quest’anno si intitolerà Festivamente, e rientra in un più ampio cartellone culturale che prevede diverse iniziative nei teatri, nei club e nei luoghi della cultura. Come la kermesse “Dancing Bo” (in tre piazze bolognesi fino al 30 dicembre) e la mostra “Vecchi e Vecchioni”, che celebra 100 anni della tradizione del “Vecchione”.

La sera del 31 dicembre, invece, in Piazza Maggiore, che avrà una capienza massima di diecimila persone, sul palco saliranno artisti e artiste, con dj set che vede alternarsi alla consolle Laura Gramuglia e le PopPen djs. La novità di quest’anno sarà il discorso d’autore, affidato ad Alessandro Bergonzoni, che interpreterà il monologo “Udendo” che si potrà udire da Piazza Maggiore fino all’incrocia tra via Indipendenza e via Ugo Bassi. Inizio alle 22. Accesso da Nettuno e dall’Archiginnasio. Ingresso gratuito.

INFO: www.comune.bologna.it

A Roma il Concertone al Circo Massimo e la Parata di Capodanno

La Capitale si prepara a dare il benvenuto al 2023 con un ricco calendario di eventi all’insegna della musica, dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Evento clou sarà il grande concerto di Capodanno al Circo Massimo che vedrà alternarsi sul palco alcuni degli artisti più amati dai giovanissimi, tra cui Elodie, Franco 125, Madame e Sangiovanni. La conduzione è affidata a Francesca Romana D’Andrea e a Filippo Ferrano, mentre la radio ufficiale dell’evento sarà RDS 100% Grandi Successi. Inizio alle 21,30 e, dopo il brindisi di mezzanotte, si continua a ballare fino all’alba con uno speciale dj set a cura di Dimensione Suono Roma. Ingresso gratuito.

Dal mattino del 1° gennaio, poi, prenderanno il via più di 70 iniziative tra concerti, visite guidate, spettacoli, attività per bambini, che fino a sera animeranno teatri, musei, cinema e altri luoghi della cultura aperti per l’occasione. In particolare, alle 15.30 torna la tradizione della Parata di Capodanno, la spettacolare sfilata musicale che per tre ore vedrà esibirsi un migliaio di performer tra band delle high school americane, gruppi folk italiani, rievocatori storici, artisti di strada, sbandieratori e majorette. La Parata partirà e ritornerà a Piazza del Popolo, toccando Via del Corso, via Condotti, Piazza di Spagna e via del Babuino. Anche qui, ingresso gratuito.

INFO: www.comune.roma.it

A Napoli musei aperti e gratuiti a Capodanno

Per chi desidera cominciare l’anno all’insegna della cultura, a Napoli il 1° gennaio torna #domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che prevede l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali.  Si potranno quindi visitare Castel Sant’Elmo e il Museo del Novecento, la Certosa e il Museo di San Martino, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo della ceramica Duca di Martina in Villa Floridiana, il Museo Diego Aragona Pignatelli Cortes e il Museo delle Carrozze e il Palazzo Reale di Napoli. Ingresso gratuito anche alle aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Campi Flegrei e al Parco Archeologico Sommerso di Gaiola. Orari, informazioni e modalità di accesso sono reperibili sui siti dei singoli musei e parchi.

Museo di Capodimonte, salone delle feste

INFO: www.cultura.gov.it

A Bari torna la Marcialonga Nicolaiana

Domenica 1° gennaio, a Bari si rinnova per la 22° edizione, dopo due anni di pandemia, la tradizionale Marcialonga Nicolaiana, per chi desidera iniziare il 2023 all’insegna dell’attività fisica, ma anche per chi vuole solo assistere a una tradizione che racchiude storia, folklore e un buon augurio per l’anno appena iniziato. La passeggiata sportiva sul mare, ideata dopo i Giochi del Mediterraneo, prevede il ritrovo per la partenza alle 10.30 nel piazzale antistante la Basilica di San Nicola. La partenza, invece, è prevista alle 11.30, dopo la benedizione del priore. Chi lo vorrà, dopo la corsa potrà anche osare un bagno di mare.

INFO: L’iscrizione è gratuita, ma obbligatoria mandando una mail con nome, cognome e data di nascita a bari@uisp.it o bari@csi-net.it




A Bologna nasce il Quartiere della Salute

Secondo la classifica annuale del Sole 24 Ore, nel 2022 Bologna si afferma al primo posto per qualità della vita in Italia, seguita da Bolzano e Firenze. È la quinta volta in 33 anni che il capoluogo dell’Emilia Romagna arriva prima in questa classifica, migliorando di cinque posizioni rispetto al 2021. Una vocazione al benessere che continua.

Il centro di Bologna visto dalla Torre degli Asinelli

È stato infatti inaugurato in Via Irnerio 10, nel cuore del centro storico della città, sotto alle Due Torri, il Quartiere delle Salute, che offre ai bolognesi e ai visitatori una vera e propria cittadella del benessere di migliaia di metri quadrati, che arriva dalle terme di San Petronio fino al Polo diagnostico Bodi.

Inoltre, il Quartiere della salute è collegato anche alle Terme Felsinee attraverso una condotta sotterranea di 5 km che porta le acque termali alle Terme di San Petronio, oltre a essere circondato dalle acque del torrente Val d’Aposa e dal canale delle Moline.

Tre centri per un grande Quartiere della salute

Proprio come un vero quartiere anche quello della Salute si divide in tre grandi dipartimenti, ognuno specializzate nei diversi servizi offerti. Il Quartiere Salute via Irnerio 10, può contare sulla presenza di 3 avatar multimediali che guidano gli ospiti alla scoperta delle diverse proposte. C’è l’avatar Najade che presente tutte le proposte del Gruppo Monti Salute Più a partire da Porretta Terme a quelle di Bologna, Ferrara e Venezia. Inoltre, una segreteria offre informazioni e raccoglie le prenotazioni per le varie prestazioni, i pacchetti benessere e i buoni regali termali.

L’avatar Opi, invece, presenta le proposte della salute legate al cibo, dalla tavola conviviale, alla stuzzicheria al tagliere multifunzionale, energetico, dimagrante e digestive. La Tavola Conviviale, a sua volta, comprende due linee gastronomiche: Gusto&Salute, per chi vuole tenere sotto controllo il glucosio e il pH del metabolismo, e una linea tradizionale, per chi ama i sapori locali.

C’è poi l’avatar Gaia che si occupa di tutte le proposte del Natura World, che comprende La Valle del Fitness del Villaggio della Salute Più con 55 percorsi ecologici che si snodano per oltre 300 km; la Strada delle Terme, da percorrere in auto, in bici o a piedi per un totale di 95 km di natura e bellezza; infine, si arriva a Porretta Terme e allo Chalet del Corno alle Scale, per ammirare la splendida natura della montagna, sia innevata sia immersa dal sole.

Da non perdere poi l’area dedicata al Forest Bathing, composto da ulivi radicati nel terreno, in un microclima controllato grazie a un ambiente ideale creato appositamente nel terreno. Attraverso la respirazione di ferormoni, la stimolazione della mucosa olfattiva con i profumi delle essenze neurali biologiche e l’idropinoterapia termale, per un totale di 45 minuti, questo “bagno green”, ha effetti benefici sulla salute più incisivi di una energica camminata in mezzo ai boschi.

Le Terme e il Polo diagnostico all’avanguardia

 Nel secondo dipartimento, il Quartiere Salute Via Irnerio 12/A, si hanno a disposizione tutti i servizi di salute e benessere delle Terme di San Petronio, tra spa termale con trattamenti benessere e medicina estetica, sauna, bagno turco e zona relax. Nel piano interrato si trovano le acque termali con piscina, percorsi vascolari e idromassaggi caldi. Al piano ammezzato, invece, trovano posto decine di ambulatori medici con tutte le prestazioni e strumentazioni sanitarie, una palestra e un presidio di medicina fisica e riabilitazione.

Terme di San Petronio

Infine, il terzo dipartimento, il Quartiere Salute Via Irnerio 12/3C, è costituito dal Polo Diagnostico Bodi, uno dei più grandi centri di diagnostica all’avanguardia d’Italia, con TC, risonanza magnetica di 1,5 tesla, risonanza magnetica aperta, risonanza articolare, rx, centro di mammografia e strumentazioni innovative dotate di Intelligenza Artificiale. Il centro è convenzionato con il SSN, oltre che con mutue, assicurazioni e fondi integrativi.

Nell’esclusivo store, si possono poi trovare prodotti di termocosmesi termale, profumi, articoli tessili e food & beverage legati a testimonianze storiche, artistiche e naturali legate alla storia di Bologna. Infine, al termine dei restauri, negli spazi del Quartiere della Salute sarà esposto l’affresco “Volto Santo di Lucca”, il cui recupero è stato sostenuto dal Gruppo Monti. Regalarsi o regalare un weekend di salute e benessere è una ragione in più per visitare Bologna.

INFO

www.grupposalutepiu.it

 




Un weekend tra foliage, gusto, in treno e in crociera

Dopo il lungo ponte dei Santi, il weekend è ancora più vicino! E tanti sono gli eventi a cui partecipare per chi ha voglia di una gita fuori porta o di qualche ora di svago. Ecco, allora, gli eventi che vi suggeriamo di non perdere nel weekend del 5 e 6 novembre.

 A Rovereto (TN) il foliage e i sapori della Vallarsa

Sabato 5 novembre è in programma una splendida passeggiata nella natura con pranzo finale per ammirare il foliage della Vallarsa, nel comune di Rovereto di Trento. Si potranno scattare foto alle diverse tonalità delle foglie degli alberi, che mutano dal verde all’oro, dal giallo al rosso. Il ritrovo per la partenza è alle 10 di fronte all’albergo Aurora in località Parrocchia di Vallarsa. Accompagnati da una guida esperta ci si incamminerà tra boschi di betulle, facci e pini per ammirarne i colori e imparare a riconoscere le loro foglie.

Al termine della passeggiata, pranzo presso il ristorante dell’Albergo Aurora con menù che comprende: delizia di sfoglia al radicchio rosso di stagione e ricotta di malga (antipasto), risotto con mele Golden e speck del Tirolo (primo piatto), arrosto di maialino cotto a bassa temperatura con salsa ai porcini di bosco e patate novelle al forno (secondo piatto), crema Chantilly su crumble di amaretti, lamponi selvatici e mentuccia profumata (dolce). Acqua, caffè, grappa e coperto inclusi. Menù bambino con spaghetti al pomodoro, hamburger con patatine e gelato. Il termine è previsto per le ore 14, pranzo incluso.

Quota di partecipazione: adulti € 30, bambini 6-10 anni € 17. Possibilità di pernottamento per chi vuole trascorrere tutto il weekend in Vallarsa da € 100 per la camera doppia. Prenotazione obbligatoria entro le ore 12 del giorno precedente l’evento.

INFO: APT Rovereto e Vallagarina, tel 0464/430363, info@visitrovereto.it, www.visitrovereto.it

A Padova una crociera fluviale con colazione a bordo

Domenica 6 novembre, a Padova si può vivere l’emozionante esperienza di una crociera fluviale della durata di 1 ora e 45 minuti per ammirare su un’imbarcazione tradizionale le mura, gli scorci e i monumenti più belli della città. Il ritrovo per la partenza è alle ore 10.20 a Porta Contarine, in via Giotto angolo via Matteotti. Qui si ammira la porta monumentale, il monumento idraulico più importante di Padova, del 1526. Si naviga poi lungo un suggestivo percorso fluviale tra i canali che si inoltrano nel centro storico della città, si costeggiano le mura rinascimentali veneziane con le loro porte e bastioni, ammirando particolari non visibili dalle strade.

Lungo il canale Piovego del 1230 si percorrono poi le rotte fluviali che nei secoli hanno rappresentato la principale via di trasporto di merci e persone. Si fiancheggiano poi le mura cinquecentesche e la cittadella universitaria, fino al Portello, il più importante porto fluviale di Padova durante la dominazione veneziana. Si arriva poi allo storico Ponte dei Graissi e si incontra Villa Giovannelli, con la bellissima scalinata del Massari.

E, mentre si sorseggia una deliziosa bevanda con biscotti offerta dall’equipaggio, il capitano racconterà storie e aneddoti del passato. Si arriva infine alla Conca di Noventa Padovana, da dove comincia il viaggio di ritorno al punto di partenza. L’escursione si tiene anche in caso di pioggia. Il battello è coperto, panoramico e dotato di toilette e bar. Prenotazione obbligatoria sul sito. Quota di partecipazione: adulti € 15; bambini 6-12 anni € 10, fino a 5 anni gratis.

INFO: www.artemartours.it

 “C’è più gusto”…a Bologna

Nel weekend del 5 e 6 novembre, a Palazzo Re Enzo, in piazza del Nettuno, si tiene la prima edizione di “C’è più gusto”, una due giorni in cui la parola chiave sarà “assaggiare”, con tanti ospiti, piatti e degustazioni da provare. Tra i volti della cucina italiana e internazionale ci saranno Massimo Bottura, Carlo Cracco, Cristina Bowerman, Viviana Varese, Julia Zhang, Roberta Garibaldi, Max Alajmo, Heinz Beck, Enrico Bartolini, Norbert Niederkofler, Benedetta Rossi, e poi ancora grandi nomi dello sport e dello spettacolo come il campione olimpico Marcell Jacobs, Lo Stato Sociale e molti altri.

Un viaggio nel gusto che coinvolgerà anche Cucina Italia de Le Cesarine, la più grande realtà di home cooking al mondo che rielaborerà 11 grandi ricette della cucina italiana, il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, la Quality Beer Academy e poi ancora i formaggi “ribelli”, mieli e marmellate rare, cioccolata da ogni parte del mondo, vini e prodotti di qualità, dalla colazione fino all’aperitivo.

L’accesso è libero e gratuito con prenotazione sul sito www.gusto.boxerticket.it . La degustazione dei piatti, prenotabile sempre sul sito, è invece a pagamento e l’intero ricavato sarà devoluto alla Fondazione Specchio d’Italia per la donazione di pasti nel villaggio di accoglienza di Leopoli, in Ucraina.

INFO: www.gusto.boxerticket.it

A Roma arriva Foodstock

Nel fine settimana del 5 e 6 novembre, a Roma, presso gli spazi dell’Hacienda, in via dei Cluniacensi 68, in zona Tiburtina, dalle 11 alle 22.30, si tiene Foodstock, il Festival del Cibo di Strada a ritmo rock. In un’area di 2000 mq, interni ed esterni si potranno trovare più di 100 proposte culinarie provenienti dall’Italia e dal mondo. Ingrediente essenziale, la musica live, con band rock, power funk, disco, punk remix e molto altro che si alterneranno sul palco del festival.

Si potrà passare dai ricchi sapori della cucina brasiliana ed etnica alla polenta Taragna con fonduta di formaggio al tartufo, salsiccia e porcini. E poi hamburger gourmet, supplì, panini con polpo e salmone, avocado toast, vellutate, pizza fritta, ricette vegetariane e vegane. Dall’Abruzzo arrivano gli arrosticini di pecora artigianali, dai Castelli Romani la porchetta di Ariccia, dalla Puglia il polpo alla piastra, pasta alla carbonara, all’amatriciana, cacio e pepe e gricia.

Nelle due sale interne sarà allestito invece l’Hippie Market, con una varietà di creazioni tra artigianato, moda, gioielli, arazzi, borse, occhiali vintage, cristalli, incensi, tamburi, preparazioni erboristiche e molto altro. Nell’area olistica e benessere, invece, si potranno conoscere e provare diverse discipline olistiche tra yoga, astrologia, bagni di gong, meditazione, trance dance e respirazione alchemica. Ingresso gratuito.

INFO: Tel 392/213579

A Napoli la Processione dei Frati Morti e delle Anime Perse

Sabato 5 novembre, nel centro storico di Napoli rivive l’antica tradizione della Processione dei Frati Morti e delle Anime Perse, che dà inizio al lungo Natale partenopeo. La processione partirà alle 11 da Palazzo Ricca, in via dei Tribunali e vede protagonisti figuranti in costumi ottocenteschi che hanno l’aspetto di frati incappucciati che, secondo la leggenda, nella Notte dei Morti si manifestano ai vivi per recitare le preghiere negate a suo tempo. Il simbolismo è legato al passaggio tra le due dimensioni e nella speranza di salvezza. Le figure dei Frati Morti sono riprese anche nella tradizione del Presepe Napoletano, dove sono raffigurate mentre attraversano un ponte.

Il corteo partirà dall’Archivio storico della Fondazione Banco di Napoli in via dei Tribunali e toccherà Via Muzii, Via Giudecca Vecchia, Via Forcella, Via San Biagio dei Librai, Vico San Nicola a Nilo, Via Tribunali, Piazza San Gaetano con una breve sosta per il saluto del Superiore dell’Arciconfraternita del SS. Crocifisso detta “La Sciabica”, Luciano Iovinella, Via San Gregorio Armeno, Vico Figurari (per rendere omaggio alla più antica strada napoletana dei presepisti quattrocenteschi), per concludersi in Piazzetta del Grande Archivio. Sono previste alcune soste per ascoltare i racconti e le notizie sulla manifestazione. Partecipazione gratuita.

A Palermo torna il Treno Storico dei Templi

Domenica 6 novembre, torna a Palermo il Treno Storico dei Templi che percorre l’antica ferrovia che porta a Porto Empedocle con diverse tappe e fermate intermedie. Si parte alle 7.50 dalla Stazione di Palermo Centrale con fermate a Bagheria (8.06), Termini Imerese (8.29), Roccapalumba-Alia (9.12), Cammarata San Giovanni Gemini (9.43), Aragona Caldare (10.46) e Agrigento Bassa /10.59). Da qui parte la Ferrovia dei Templi, ultimo residuo della linea che collegava Agrigento a Castelvetrano, passando per Porto Empedocle, Ribera e Sciacca.

Alle 11.15 il treno arriverà alla stazione “Tempio di Vulcano”, nel cuore della Valle dei Templi, dove si scenderà e si potrà trascorrere una giornata nel Giardino di Kolymbetra insieme agli operatori dei FAI. L’ingresso al Parco Archeologico, inoltre, sarà gratuito come in tutte le prime domeniche del mese.

Chi invece vuole proseguire può arrivare fino a Porto Empedocle, l’immaginaria Vigata del Commissario Montalbano, con arrivo alle 11.33. I visitatori potranno poi proseguire con il tour alla scoperta della città con le guide della sezione locale dell’Archeoclub che propongono tre diversi percorsi: “Vigata”, Lido Marinella e la Scala dei Turchi. Il treno di ritorno per Palermo partirà dalla stazione di Porto Empedocle Succursale alle 17.07 e da Tempio di Vulcano alle 17.15 con arrivo a Palermo alle 20.26. Prezzo da € 25 a € 15.

INFO: I biglietti si possono acquistare sul sito www.fondazionefs.it e www.railbook.it selezionando la data dell’eventi.




Nel weekend, luci, lanterne, cene medievali e passeggiate

Siamo nel pieno dell’estate e agosto si preannuncia ricco di eventi e iniziative sia per chi è in vacanza sia per chi vuole ritagliarsi un weekend fuori porta. E, puntuale, torna anche la nostra rubrica con gli eventi del weekend, quello del 6 e 7 agosto.

A Desio (MBI) per la Festa della Birra

Dal 5 al 7 agosto torna al Parco Tittoni di via Lampugnani 66, a Desio (MB) la Festa della Birra, una tre giorni dedicata alla birra artigianale da gustare all’aria aperta, sotto le stelle, tra degustazioni, musica e buon cibo.  L’evento è un invito ad assaporare il meglio delle birre artigianali, con oltre 50 tipologie diverse, a metà fra tradizione e moderne IPA. Il tema 2022 sarà “Brianza VS West Coast” e prevede una gustosa “sfida” tra le birre brianzole e le moderne IPA selezionate da tutta Italia.

Non mancherà nemmeno una variegata offerta di piatti da gustare nel relax del parco, con sottofondo di musica live dalle 21 a mezzanotte. L’ingresso costa € 10 e comprende: un bicchiere con serigrafia BBF – Brianza Beer Festival in policarbonato riutilizzabile, una birra “intera” da 0,30 L oppure 2 gettoni “mezza birra” da 0,15, brochure con birre dell’evento e accesso libero a tutta l’area del parco. Orario: ven e sab 18-2; dom 18-1.

INFO: www.parcotittoni.it

A Bologna per “Il Sole di Hiroshima”

Sabato 6 agosto, alle 17, torna al Parco del Cavaticcio, in via Azzo Gardino, la suggestiva cerimonia delle lanterne galleggianti chiamata “Il Sole di Hiroshima” per ricordare le vittime dell’esplosione atomica che colpì la città Giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale. Il ricavato di questa edizione sarà devoluto per l’acquisto di cancelleria, zaini, libri e materiale scolastico per le scuole della regione ucraina di Chernivtsi che attualmente raccoglie più di 100 mila profughi di guerra, tra cui 33 minorenni. Il programma prevede, alle 17 e alle 17.50, 2 laboratori di calligrafia giapponese per bambini dai 7 agli 11 anni a cura di Giovanni Gamberi. Durata di ogni laboratorio 40 minuti, materiale fornito dall’organizzazione. Partecipazione su prenotazione.

Alle 18.30, distribuzione delle lanterne, circa 1000, a chi vorrà partecipare alla cerimonia con offerta libera. I partecipanti avranno a disposizione pennarelli per decorare le lanterne con disegni o frasi. Alle 19, 19.45 e 20.30 va in scena “Kamishibai, l’arte di narrare le immagini”, una forma di teatro giapponese utilizzato dai cantastorie provvisti di una valigetta di legno in cui vengono inserite tavole stampate con il disegno da una parte e i testi dall’altra. Ingresso libero, durata di ogni storia 30 minuti. Alle 21.30, Cerimonia delle lanterne galleggianti, con accensione della candela all’interno di ogni lanterna che si potrà seguire durante il suo viaggio sull’acqua per unirsi nel ricordo e nell’emozione per sostenere pace e solidarietà.

INFO: www.nipponica.it

A Verucchio (RN) tornano le Cene Medievali

Dal 5 al 7 agosto, tornano presso la Rocca Malatestiana di Verucchio (RN) le Cene Medievali, un appuntamento ormai fisso per tutti gli appassionati di rievocazioni storiche, tra atmosfere conviviali e pietanze d’altri tempi. Ogni cena, poi, è accompagnata dalle divertenti vicissitudini di strambi personaggi, messe in scena da attori della locale compagnia teatrale. Per l’edizione 2022, a corte arrivano quattro spose dei Malatesta che animeranno la serata. Per l’occasione, arriverà tutto il reame con i vestiti d’epoca migliore e tanta voglia di divertirsi.

Il Menù prevede, come prima portata: Frictata di Herbette, assaggi de salumi e cacio dei Malatesti, Salsa di ciceri. Seconda portata: Suppa de la donzella cum ciceri; terza portata: Coscia de porco de lo pellegrino, cuniculus sapidum de lo infedele, cipolle de lo orto, insalatina de lo campo, panem de Verucchio: quarta portata: Tozzetti di saccharo, fructa. Il tutto accompagnato da nettare di uva rossa e fresca acqua di fonte. Possibilità di menù vegetariano. Inizio alle 20.30. Quota di partecipazione: € 40, dai 6 ai 10 anni € 18, minori di 5 anni (senza posto a tavola) gratis. Prenotazione obbligatoria con caparra del 50%.

INFO: tel 0541/670280 – 670222, roccaverucchio@atlantide.net o ufficioiat@prolocoverucchio.it

Al Castello di Santa Severa (RM) Edoardo Leo presenta “Ti racconto una storia”

Sabato 6 agosto, nella splendida cornice del Castello di Santa Severa, sulla Strada Statale 1, a Santa Marinella, Roma, si tiene la lettura “Ti racconto una storia” con l’attore e regista Edoardo Leo, con la partecipazione musicale di Jonis Bascir, nell’ambito della rassegna “Vivi il Castello”. Si tratta di un suggestivo reading spettacolo che raccoglie appunti, suggestioni, letture e pensieri che l’attore e regista romani ha raccolto dagli inizi della sua carriera a oggi.

Vent’anni di appunti, ritagli, ricordi e risate trasformate in uno spettacolo coinvolgente che cambia forma in base allo spazio e all’occasione. In scena non ci saranno solo monologhi e racconti di celebri scrittori, come Calvino, Marquez, Venni, Eco, Piccolo ma anche articoli di giornale, aneddoti e testi di giovani autori contemporanei, nonché dello stesso Edoardo Leo.

INFO: www.castellodisantasevera.it

Al Borgo Antico del Casamale (NA) torna la Festa delle Lucerne

Dal 4 al 6 agosto, nello splendido Borgo Antico del Casamale, a Somma Vesuviana (Na) si rinnova il tradizionale appuntamento con la suggestiva Festa delle Lucerne, una delle più antiche d’Italia. Per l’’occasione, le vie del borgo saranno illuminate da migliaia di lucerne accese, posizionate su piattaforme geometriche di vario tipo.

All’ingresso di alcuni vicoli, poi, sarà possibile ammirare scene con pupazzi cuciti e ricamati dalla popolazione del borgo, oppure scene animate con persone riunite attorno a tavole imbandite con prodotti tipici del territorio. La tradizione si rifà all’antico rito agreste che celebra il passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Le sagome delle persone, poi, grazie alle lucerne diventeranno ombre che adornano l’antica cinta muraria.

Tra gli appuntamenti da non perdere, venerdì 5 agosto, alle 11, visita guidata del borgo tra le opere del 600 di Pacecco, De Rosa e i murales contemporanei di Francisco Bosoletti, ma anche i meravigliosi cortili e i prodotti agricoli e l’allestimento a festa delle antiche chiese. Alle ore 20,15, è prevista l’uscita della Madonna della Neve dalla chiesa della Collegiata. La Madonna si fermerà sul sagrato e le donne, al buio, intoneranno un inno da un balcone. A seguire, ci sarà la processione tra i vicoli, alla luce delle lucerne. Sabato 6 agosto, per il gran finale, tutte le luci del borgo si spegneranno e rimarranno accese solo le lucerne, la cui luce sarà amplificata da un sistema di specchi. L’evento è unico al mondo e attrae ogni anno migliaia di turisti da tutta Italia e dall’estero.

INFO: www.festadellelucerne.it

A Taranto si passeggia “Sulle sponde del mare (Piccolo)”

Domenica 7 agosto, a Taranto, è in programma una bella passeggiata guidata al tramonto “Sulle sponde del mare (Piccolo). Il ritrovo per la partenza è alle ore 18.30 dal parcheggio del centro commerciale Ipercoop Paolo VI oppure, per chi è pratico del luogo, davanti all’ex convento dei Battendieri. Si passeggia poi lungo le sponde del secondo seno del Mar Piccolo di Taranto, un luogo dal fascino incantevole.

Si potranno osservare preziose testimonianze archeologiche tra cui i resti delle cave greche, le sepolture medievali e i binari della vecchia ferrovia che un tempo costeggiava il Mare Piccolo. Si sale poi sulla collinetta prospiciente il fiume Cervaro per ammirare il panorama del Secondo Seno. L’escursione si conclude con una passeggiata sul pontile prospiciente la foce.  Quota di partecipazione: € 10, minorenni gratis. Prenotazione obbligatoria, indicando cognome e numero dei partecipanti.

INFO: tel 340/3394708, anche WhatsApp

 




6 libri per ricordare Lucio Dalla

Il 4 marzo il grande Lucio Dalla avrebbe compiuto 79 anni. La sua data di nascita, 4 marzo 1943, ha voluto immortalarla in una sua celebre canzone. Quest’anno, poi, ricorrono anche I dieci anni dalla scomparsa del grande cantautore Bolognese. Per approfondire la sua figura, le sue canzoni e la sua storia, vi suggeriamo allora 6 libri per ricordare Lucio nel giorno del suo compleanno.

LUCIO DALLA – Immagini e racconti di una vita profonda come il mare

di Massimo Poggini  – Rizzoli BUR – pag 336, € 25

 Fresco di stampa, questo libro illustrato di Massimo Poggini, giornalista musicale, racconta la vita di Lucio Dalla, a dieci anni dalla morte, attraverso molte delle sue più curiose e interessanti testimonianze, corredate da moltissime fotografie, che ne ripercorrono l’avventura privata e musicale’ Dall’infanzia nell’amata Bologna al rapporto stretto con la mamma Iole, dai primi approcci con il palco alla passione per il jazz, dagli inizi non proprio spumeggianti della sua carriera ai suoi primi Festival di Sanremo, e poi, via via, attraverso gli anni Sessanta e Settanta, con gli incontri cruciali con alcuni dei suoi collaboratori e amici più fidati. E, poi, la sua grande passione per il mare, il rapporto con la “sua” Bologna, ma anche con Napoli. Il volume ci regala il ritratto di un Dalla geniale, eccentrico, giocherellone, sorprendente, senza dimenticare le sue canzoni immortali, delle quali queste pagine ci svelano i retroscena creativi e i significati più nascosti. La prefazione è di Silvana Casato Mondella, amica intima dell’artista bolognese e suo ufficio stampa per 35 anni.

LUCIO DALLA – E ricomincia il canto

 A cura di Jacopo Tomatis – Il Saggiatore – pag 376, € 22

In questo libro l’esperto di musica Jacopo Tomatis raccoglie alcune delle più belle interviste a Lucio Dalla in 45 anni di carriera. Attraverso le stesse parole del grande cantautore si delinea il ritratto di un artista poliedrico e proteiforme che si concedeva generosamente ai microfoni, che fossero quelli dei giornalisti, di grandi scrittori o colleghi, da Giorgio Bocca a Gianni Morandi, da Monica Vitti a Vincenzo Mollica, al direttore di Weekend Premium Raffaele d’Argenzio (potete leggere qui l’intervista) mettendo a nudo la sua intimità: dalla morte del padre quando aveva solo 7 anni al profondo rapporto con la madre, dalle prime esibizioni da adolescente alla sua passione per il basket alla devozione per Padre Pio. E poi l’amore, il sesso, l’ispirazione, la creaticità, le sue opinioni personali su maestri venerati o sui giovani esordienti, da Prince ai Nirvana, da Alanis Morissette a Chet Baker. Un libro che ci ricorda che una canzone può terminare in qualsiasi momento, ma la sua musica continua a risuonare. O, per dirla con le parole di Lucio: “Ma sì, è la vita che finisce/ma lui non ci pensò poi tanto./ Anzi si sentiva già felice/e ricominciò il suo canto.

Lucio Dalla

Di Ernesto Assante e Gino Castaldo – Mondadori – pag 365, € 20

Il ritratto di un artista unico, impossibile da incasellare in un genere per il suo genio e la sua caparbietà. Un artista che “aveva dita troppo corte per suonare il piano, non conosceva abbastanza la musica per comporre, aveva un fisico lontano da ogni canone, aveva collezionato insuccessi discografici, non aveva una cultura da intellettuale”. Eppure Lucio Dalla è diventato uno dei più grandi cantautori della musica italiana. Ernesto Assante e Gino Casteldo, due autorità del giornalismo musicale, in questo libro hanno recuperato le tracce e le note della vita e della carriera di Dalla per regalarci una biografia umana piena di musica e una biografia musicale piena di vita. Il ritratto di un artista popolarissimo, ma mai conforme, sempre in mostra, eppure indecifrabile, amatissimo, eppure senza amore. Lucio Dalla si muove tra questa pagine con tutto il suo fascino e la sua imprevedibilità, passando dalla canzone dei parolieri a quella dei poeti, dal jazz alla canzonetta, dal pop al cantautorato, fino al teatro musicale con testi di profonda coscienza civile e politica, il tutto con quell’aria da jullare stralunato grazie alla quale poteva permettersi di fare tutto quello che gli pareva.

Così mi distraggo un po’. Vita e canzoni di Lucio Dalla

Di Michele Monina – Arcana Songbook – pag 244, € 16,50

Un libro che racconta la vita di Lucio Dalla attraverso le sue canzoni, capaci di sdoganare la lingua italiana anche all’estero e renderla bella e musicale, come mai prima era stata considerata. Polistrumentista, dotato di una vocalità potente e meravigliosa, di un estro fuori dal comune e di una curiosità insonne, il grande cantautore bolognese ci ha accompagnato per quasi mezzo secolo con le sue trovate musicali, mai uguali a se stesse, e per questo uniche e geniali, mai banali o pretenziose. A volte pop, a volte con sfumature jazz o classicheggianti, nelle sue canzoni Dalla metteva il suo gusto per la sperimentazione e la bellezza poetica. Il ritratto di un autore che ha attraversato la storia della musica italiana da protagonista, legando il suo nome a quello di personaggi altrettanto significativi, da Francesco De Gregori a Gianni Morandi, da Mina a Roberto Roversi.

Lucio Dalla. La storia dietro ogni canzone

Di Umberto Piancatelli – Barbera Editore – pag 159, € 10

Lucio Dalla raccontato attraverso le sue canzoni. Aneddoti, curiosità, episodi di una vita dedicata alla musica, dagli esordi con un gruppo jazz alle prime canzonette, al primo vero successo, quello che ha come titolo la sua data di nascita 4/3/1943, alla definitiva consacrazione con brani entrati a fare parte della storia della musica italiana, da “L’anno che verrà” a “Caruso”, da “Attenti al lupo” ad “Anna e Marco“. Il racconto di più di quarant’anni di carriera che riflettono la società italia sia attraverso dischi politici e intensi, sia attraverso composizioni goliardiche e irriverenti, ma riuscendo sempre a coniugare testi e note di altissimo valore artistico.

Lucio Dalla. L’uomo degli specchi

 Di Gianfranco Baldazzi e Roberto Serra –  Minerva Edizioni – pag 160, € 9,90

 Un’insolita biografia scritta a quattro mani da due amici di lunga data e stretti collaboratori di Lucio Dalla, che testimoniano il suo carattere appassionato, sfaccettato e contraddittorio, oltre a una vita piena e ricca di accelerazioni, colpi di teatro, suspance e successi trionfali, ma anche di cadute, scariche di adrenalina e ferite cocenti. Una vita troncata all’improvviso, il 1° marzo 2012 a Montreaux, nel pieno della maturità espressiva e creativa.  Una biografia insolita con il sapore di un romanzo, valorizzata dal DVD “Le parole di Lucio” con le testimonianze dei suoi amici e dei cittadini di Bologna, la sua amatissima città.

Per approfondire 

Di seguito vi lasciamo qualche link ai nostri articoli su Lucio Dalla e su Bologna

Un itinerario a Bologna sulle tracce di Lucio Dalla 

I portici di Bologna Patrimonio UNESCO 

I luoghi segreti di Bologna (1° parte) 

I luoghi segreti di Bologna (2° parte) 

Bologna, come visitarla spendendo poco 

Bologna gourmet 

 




Bologna gourmet: Via Indipendenza e la “ghiotta” gramigna alla salsiccia

Benvenuti a Bologna! Welcome to Bologna!

Oggi percorreremo insieme un percorso storico, a cominciare dal nome: Via dell’Indipendenza, completata alla fine dell’Ottocento e così chiamata per celebrare la proclamazione del Regno d’Italia e per collegare l’importante rete ferroviaria fino al gioiello della città: Piazza Maggiore.
Una passeggiata di circa 1 Km chilometro, un percorso ricco di storia, arte, shopping e…delizie gastronomiche, cosa inevitabile, visto che da secoli Bologna è stata definita la “Ghiotta”.

Piazza Maggiore

Siete pronti?
Lasciamo la Stazione ferroviaria e puntiamo verso il Parco della Montagnola e Piazza VIII Agosto, dove già dal 1251 si allestiva il mercato del bestiame. Oggigiorno, ogni venerdì e sabato c’è un coloratissimo mercato, dove si può trovare di tutto: cose utili, cose banali, cose stravaganti, ma sopratutto il contatto umano, la battuta scherzosa, il gioioso contrattare sull’acquisto e la spensierata filosofia di vita dei commercianti da strada.


Più avanti incontriamo L’Arena del Sole, inaugurata nel 1810 come “luogo dato agli spettacoli diurni”. Il suo palcoscenico ha ospitato grandi artisti: Dario Fo, Francesco Guccini, Luca Carboni, Andrea Mingardi, gli Stadio, Jimmy Villotti e Steve Grossman.

Ed ecco che Bologna si trasforma in una piccola Venezia. Siamo in Via Piella e dalla finestrella intagliata sul muro, si scorgono chiuse, torrenti seminascosti sul Canale delle Moline.
Visibilissima invece l’imponente Cattedrale di San Pietro, dove tutti i sabati è possibile
visitare gratuitamente il campanile, che all’interno ne contiene un altro di forma cilindrica, molto più antico.

La Cattedrale di San Pietro

Eccoci arrivati nella spendida Piazza Maggiore, nel cuore di Bologna
Da vedere:
SalaBorsa
Museo civico medioevale
Palazzo dei Banchi

Palazzo dei Notai
Palazzi del Comune
Palazzo Re Enzo
Fontana del Nettuno del Giambologna

La piazza è dominata dalla Basilica di San Petronio, che, per la facciata incompleta,  è reputata la chiesa in mattoni più grande al mondo. Qui potrete visitare l’organo considerato il più antico al mondo.
Dopo questa camminata, brindiamo! Nei weekend l’aperitivo a 54 metri di altezza, sulla nuova Terrazza Panoramica Basilica San Petronio. Si accede tramite ascensore e salendo i comodi gradini del ponteggio.

La Basilica di San Petronio

Esattamente di fronte a San Petronio, sorge il Palazzo del Podestà la cui parte più celebre è il Voltone, con il suo curioso effetto acustico, infatti posizionandosi nei due angoli opposti della volta , sarà possibile parlarsi senza che chi si trova nel centro o in qualsiasi altro punto, riesca a sentire quello che si dice.

Il Voltone

A tavola, Bologna detta legge, non per niente l’hanno soprannominata la”Ghiotta”.
Tra i piatti bolognesi più celebri troviamo le lussuriose lasagne, i mitici tortellini in brodo di cappone, la squisita cotoletta alla Petroniana, ricoperta di prosciutto e parmigiano e la tradizionale gramigna alla salsiccia, vera protagonista sulle tavole bolognesi e di cui, più avanti, scoprirete la ricetta originale.

Dove mangiare in Via Indipendenza e dintorni
Lungo il nostro percorso o appena girato l’angolo, troveremo ristoranti e trattorie, quasi tutti all’insegna della buona cucina emiliana. Tra questi: Caminetto d’oro e Trattoria Gianni, classico ritrovo dei bolognesi. Tra i ristoranti della tradizione il Diana e I Portici, mentre in Via Righi troviamo Trattoria la Montanara e (questa è davvero una chicca…) un ristorante che amo moltissimo, The man and the sea, guidato dall’eccellente Chef Vittorio Cameli.

Una deliziosa insalata di mare shakerata all’arancia dello Chef Vittorio Cameli, The Man an The Sea.

Restiamo nel cuore della città, nella pittoresca Via Orefici scopriamo Deep, un posticino specializzato nel pesce, recentemente inaugurato dallo Chef stellato Agostino iacobucci

Il mare a Bologna, un’idea di Agostino Iacobucci

Imbuchiamo il suggestivo Vicolo Colombina per concederci una tagliatella al ragu (fatta proprio come si deve…) nel Ristorante Vicolo Colombina giovane, conviviale, accogliente. paladino di una cucina genuina, tradizionale e…bolognese! Dai tortellini in brodo a quelli con taleggio e mandorle, allo sformatino di patate e mortadella con salsa di Parmigiano Reggiano (slurp!) Firma il menu una colonna della gastronomia emiliana, il celebre chef Massimiliano Poggi.

Per un aperitivo coi fiocchi, Via Pescherie Vecchie vi attende con i suoi ricchi taglieri di salumi e formaggi. Per chi ama i dolci, ecco la pasticceria Sebastiano Caridi e la cioccolateria Roccati, mentre il pane top lo troverete da Brisa in Via Galliera.

Cioccolateria Roccati

Ma forse il piatto che può veramente dirvi “ Benvenuti a Bologna” è una specialità della tradizione emiliana​: la gramigna alla salsiccia, tipica pasta dalla forma di piccoli vermicelli, condita con un corposo ragù. Un piatto facile da preparare, gustoso, conviviale e saporito. Per gustarci una gramigna davvero eccezionale, cambiamo zona e ci spostiamo  nel Rione Cirenaica, appena fuori dal centro storico.


Al 7 di Via Gianni Palmieri, troviamo il Becco di Legno, un’autentica osteria che da più di cento anni serve una gramigna verde alla salsiccia che si mormora essere la migliore della città. L’osteria, iniziata nel 1920 da nonna Peppina, poi gestita da mamma Giustina, oggi è condotta dall’ “erede” Oste (e non chiamatelo chef…) Raffaele Panzavolta, famoso per la sua tradizionale cucina bolognese.

Raffaele, al timone del Becco di Legno, dove la gramigna è la primadonna

Acquolina in bocca? Ecco la ricetta!

GRAMIGNA ALLA SALSICCIA


Ingredienti per 4 persone

  • 360 g di gramigna verde (all’uovo fresca, essiccata o di semola)
  • 250 g di salsiccia fresca
    200 g di passata di pomodoro
  • 1 cipolla gialla
  • 50 grammi di sedano tritato fine
  • 40 grammi di carota tritata fine
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 rametto di maggiorana
    1 foglia di alloro
  • 1 rametto di rosmarino
  • olio, sale e pepe quanto basta
  • 1 spolverata di noce moscata

Preparazione
Tritare cipolla, sedano e carota.
In un tegame mettere 5 cucchiai di olio di oliva e fate stufare le verdure e aglio (intero) 10 minuti, fiamma dolce.
Togliere il budello della salsiccia e sminuzzarla con le dita, farla rosolare in una pentola antiaderente, mescolando con un cucchiaio di legno. Unire le verdure e farla imbiondire per qualche minuto, mescolando spesso, quindi sfumare con il vino bianco. Unire la passata di pomodoro, erbe aromatiche a piacere e bollire per circa 20 minuti. Quando il ragù è ben amalgamato e asciutto togliete la foglia di alloro e l’aglio e condite con la maggiorana sgranata. Nel frattempo cuocete la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolatela e poi conditela con il ragù di salsiccia, spolverate di parmigiano grattugiato e decorate una foglia di alloro e un ciuffetto di rosmarino.

E nel calice?
Le vivaci bollicine rosse del Lambrusco Falconero Zero Terraquilia , secco, asciutto e scorrevole, da abbinare a salumi, parmigiano reggiano, grana padano e perfetto per un piatto di saporita gramigna.

INFO
BolognaWelcome

On the next page You ‘ll find the Gramigna’s recipe in English.
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Foodwise,  Bologna rules.
That’s why they nicknamed it “Bologna la Ghiotta”(Bologna the Glutton).
Among the most famous Bolognese dishes we find yummy lasagna, legendary tortellini in capon broth, the Petroniana cutlet, covered with ham and parmesan and the traditional gramigna pasta with sausages.

Gramigna is a typical pasta shaped as small vermicelli, topped with a rich meat ragù. It is an easy-to-prepare, tasty, convivial and savory dish. To enjoy a this amazing dish, we change the area and we move to the Rione Cirenaica, just outside the historic center.


At n.7 of Via Gianni Palmieri we find Becco di Legno, an authentic tavern that has been serving a green gramigna with sausage for more than a hundred years, and it is rumored to be the best in the city. The tavern, started in 1920 by grandmother Peppina, then managed by mother Giustina and today run by the “heir” cook (and don’t call him chef …) Raffaele Panzavolta, famous for his traditional Bolognese cuisine.

Raffaele, al timone del Becco di Legno, dove la gramigna è la primadonna

Mouth watering? Here is the recipe!
GRAMIGNA WITH SAUSAGES

Ingredients for 4 people
360 g of green gramigna (with fresh, dried or semolina egg)
250 g of fresh sausage
200 g of tomato puree
1 yellow onion
50 grams of finely chopped celery
40 grams of finely chopped carrot
1 clove of garlic
1 sprig of marjoram
1 bay leaf
1 sprig of rosemary
oil, salt and pepper as required
1 sprinkle of nutmeg

Preparation
Chop onion, celery and carrot.
Put 5 tablespoons of olive oil in a pan and simmer the vegetables and garlic (whole) for 10 minutes, low heat.
Remove the sausage casing and chop it with your fingers, brown it in a non-stick pan, stirring with a wooden spoon. Add the vegetables and let it brown for a few minutes, stirring often, then deglaze with the white wine. Add the tomato puree, aromatic herbs to taste and boil for about 20 minutes. When the ragù is well blended and dry, remove the bay leaf and the garlic and season with the shelled marjoram. Meanwhile, cook the pasta al dente in plenty of salted water, drain and then toss with the sausage sauce, sprinkle with grated Parmesan cheese and decorate a bay leaf and a sprig of rosemary.

What about a great wine to pair?
The lively red bubbles of Lambrusco Falconero Zero Terraquilia , dry and flowing, to combine with cured meats, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, just perfect for a tasty gramigna dish.

INFO
BolognaWelcome




Weekend “gourmet” in Emilia. Da Bologna “la grassa” alla cucina che fa dimagrire…

(in italian and English)

Voglia di un weekend che offra storia, arte, cultura e… eccellenze “gourmet”?

Oggi vi portiamo in alcune delle splendide città emiliane tra cui Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Ferrara e Bologna, non a caso soprannominata  “La Grassa”.

Bologna dà il via al nostro tour “gourmet” delle città dell’Emilia

Le città dell’Emilia vantano un’antica tradizione culinaria ricca di piatti gustosissimi, preparati sia dalle ‘zdore’ casalinghe sia da top chef innovativi, Tra i più tradizionali, il gnocco fritto e le tigelle, abbinati ai salumi e l’ erbazzone, torta salata fatta con bietola lessata, uova, cipolla e Parmigiano Reggiano. Bologna “la Grassa” trionfa nella pasta fatta in casa : le lasagne, popolari e squisite. Le classiche sono di pasta verde con ragù alla bolognese e besciamella.

Quando la lasagna diventa “take away”

Lasagna d’ asporto?
“Mo vè”… benvenuti a L’è Bon, piccolo laboratorio di cucina nel cuore di Bologna  curato dalla cordialissima ‘lasagnara’ Valeria Francescon e dal marito di Paolo. La loro famosa lasagna ha già conquistato numerosi premi e riconoscimenti. Prezzi convenienti, un buon vino di produzione propria, la possibilità di gustare i piatti sia nel locale che a casa o in giro per la città, come fanno in molti, con un take away.

La tagliatella, orgoglio della cucina emiliana .. ma quanto deve misurare?

Nel 1972 una Delegazione di Bologna ha depositato in uno scrigno della Camera di Commercio, un campione in oro della celebre pasta, decretandone la perfetta larghezza.
La misura ‘aurea’ decretata è di 6.5/7 mm da cruda e di 8mm da cotta (cioè 6.5/7 mm da cruda) Ma perchè questo conteggio?  E’ un omaggio alla Torre degli Asinelli, infatti corrisponde alla dodicimiladuecentosettantesima parte dell’altezza della Torre.
Diffidate di ogni altra misura…

  Tortelli, tortellini, anolini e cappelletti

Rigorosamente fatti con pasta fresca, cambiano forma da città a città:  piccolissimi a Reggio Emilia, rotondi a Parma, a mezzaluna nel Piacentino mentre a Bologna è possibile trovarli a quadretti. Anche il ripieno può variare , dal classico ragù di carne, pane e formaggio, alle erbette e ricotta, alla zucca e amaretti, oppure patate. La tradizione li vuole serviti in brodo di gallina.

I tradizionali tortellini in brodo in gallina

Dolcezze emiliane

Biscione di Reggio Emilia
Dolce da forno a forma di serpente, a base di mandorle, zucchero, uova e canditi. .Un must invernale
Torta tenerina per una pausa golosa a base di cioccolato fondente, perfetta da gustare insieme al caffè
Torta Barozzi,
dolce dalla ricetta segreta fin da 1886. Si taglia rigorosamente capovolta, senza togliere la carta stagnola in cui è avvolta, con un coltello dentellato per ottenere piccole porzioni morbide e compatte da gustare.

Torta Barozzi

I ristoranti stellati Michelin

I Portici, Bologna
La Palta Emilia , Borgonovo Val Tidone
Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino
L’Erba del Re, Modena

Il portale del Duomo di Modena

Iacobucci, Castel Maggiore
Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense
Ca’ Matilde, Rubbianino
Trattoria da Amerigo, Savigno

Lo spettacolare Treato Valli a Reggio Emilia

La Capanna di Eraclio, La Zanzara, Codigoro
Arnaldo-Clinica Gastronomica
, Rubiera
Marconi, Sasso Marconi
Inkiostro, Parizzi, Parma

Parma, Giuseppe Verdi si riposa su una panchina , all’ingresso del museo a lui dedicato

Girovagando tra trattorie e osterie ..

Osteria Bottega, Bologna
La lanterna di Diogene, Bomporto
Campanini, Busseto
Locanda Mariella, Celestano
Laghi, Campogallian
Entrà, Finale Emilia

Nelle Osterie e trattorie emiliane, i fornelli sono il regno delle ‘zdore’ , le chef casalinghe

Antica locanda del falco, Gazzola
Osteria di Rubbiara, Nonantola
Ai due platani, Parma.
Santo Stefano, Piacenza.
Trattoria del borgo, Valsamoggia
La Pomposa, Modena

Modena, Quando il tortellino diventa “bugiardo”, un piatto di Luca Marchini che, oltre alla Trattoria Pomposa, cura il ristorante stellato L’Erba del Re,

Un’osteria davvero “osteria” da più di cento anni

Al Becco di Legno Via Gianni Palmieri, 7, Bologna
Una vecchia osteria, la cucina bolognese di una volta. con i piatti di una volta.
Nessuna insegna, soltanto una vetrina ricca di bottiglie di ogni genere con la dicitura “vini caffè”.  All’interno due sale, luci soffuse, vecchi quadri alle pareti .

L’insegna dell’Osteria del Becco di Legno

Da non perdere: la classica gramigna con la salsiccia, arricchita da un tocco di besciamella e le corpose tagliatelle verdi di ortiche, rigorosamente stese a mano con il  mattarello e un ragù fatto con manzo, pancetta di maiale, pochi “odori” e solo un’ombra di concentrato di pomodoro. Tra i secondi: la cotoletta alla bolognese fatta con lombo di maiale, e la sua versione “petroniana” ancora più morbida. Ottimi anche i tortellini. Si beve lambrusco .

La gramigna verde con salsiccia

Bologna: incontro l’Oste Raffaele, jeans e maglietta, comodamente seduto sul marciapiede a godersi un po’ d’aria prima di iniziare il servizio in cucina.

Buongiorno Raffaele, da dove viene il nome della sua osteria?
Qui si riuniva la Società del Becco di Legno, una comitiva di allegri personaggi che amavano far festa e sopratutto brindare… a Bologna “bagnarsi il becco” significa bere vino, e avere un becco di legno che è un materiale che assorbe molto, è segno di buon bevitore.

Raffaele, Oste storico dell’Osteria del Becco di Legno,

Quando è nata l’osteria?
Nel 1920 , la mia famiglia la gestisce dal ’59.
I piatti sono rimasti gli stessi  e così anche il modo di prepararli.
Niente “rivisitazioni” quindi?
No di certo!. Secondo me si è persa l’abitudine di cucinare all’antica, come vuole la tradizione. Ora vanno queste nuove cucine, la moda di modificare o di rivedere le classiche ricette bolognesi, Non si trovano quasi più i piatti tipici, oggi sono ” rivisitati”, una parola che mi infastidice solo a pronunciarla…

La infastidisce anche quando la chiamano “chef”?
No… per carità io sono uno “scalda padelle”.
Raffaele, il suo primo ricordo in cucina?
Mia nonna Peppina e mia mamma Giustina, due cuoche infaticabili che passavano ore in cucina e io (avevo 7 anni) le aiutavo, pulivo le patate, i fagiolini oppure rubavo le padelle per andare a friggere le patate lungo la ferrovia …Bei ricordi ….


Cucina bolognese. Quali sono i piatti che bisogna assaggiare ?
La gramigna verde con le salsicce, le tagliatelle verdi e tortellini in brodo di cappone. Provali anche tu…

Scelti, provati e consigliati…

 Irina Trattoria, la sorpresa fuori porta.

Siamo a Savigno, a meno di un’ora di macchina da Bologna, meta gpurmet di molti bolognesi e amanti della cucina locale. CAl timone della trattoria troviamo l’esplosiva Irina Steccanella . Oginaria di Sassuolo, Irina apre la sua Osteria Vini d’Italia, vanta  prestigiosi stage con chef stellari come Massimo Bottura alla tristellata Osteria Francescana e NiKo Romito al Casadonna per poi insediarsi nel borgo di Savigno per dare alla luce il suo Irina Trattoria dal menu piuttosto essenziale che esalta la tradizione, ma con uno sguardo contemporaneo alla ricerca dell’ unicita del territorio emiliano, riconfermando l’austerità di questa terra e il caloroso sorriso di una tavola confortevole e familiare.

Irina Steccanella

Buongiorno Irina, domanda di rito: dove ama passare un weekend libero?
Mi piace il mare anche se ultimamente vado speso in montagna. Tra le mie mete fisse c’è Asiago per incontrare Alessandro Dal Degan, caro amico e chef della Tana di Asiago e per gustare le sue straordinarie lumache di terra, uniche al mondo!
Che auto guida?
Una Hyundai Jato, è costata poco ed era quello che cercavo.

Guancia brasata al vino su crema di patate

Ha partecipato a stages di grandi chef: Massimo Bottura, Niko Romito, eccetera. Che cosa le rimasto addosso da queste esperienze?
Di Massimo sicuramente un’ apertura mentale a 360 gradi, di Niko direi lo stile, l’ordine e la  pulizia.
Qualche strascico negativo?
L’aver ereditato un pesante fardello che si chiama “responsabilità” perché comunque nel bene o nel male, la gente tende a fare paragoni con quei nomi. Comunque, in fondo, è una cosa positiva, anche se è un duro impegno che pesa sulle spalle,

Tra le paste, rigorosamente fate in casa, spiccano i classici tortellini in brodo dal soave profumo di noce moscata

Primo ricordo da bimba in cucina?
Il profumo delle ciambelle e delle torte di mele di nonna Agnese.
Quando è scattata la scintilla culinaria? 
Nel 2014 quando sono andato a mangiare da Uliassi, inebriata dai piatti superlativi.mi sono detto “ Devi farcela, cucinare, brillare e avere il tuo ristorante”
Se non fosse diventata una cuoca…
Sarei una parrucchiera! Ricordo che a un certo punto della mia vita mi sono trovata davanti a un bivio , Da una parte i fornelli e dall’altra i bigodini….(sorride) Come vede , ho scelto la cucina…

i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.
i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.

Qual è il piatto in cui si riconosce di più ?
Le tagliatelle al ragù perché stata la prima cosa che ha fatto e che ha fatto parlare di me. Un piatto schietto, verace e senza fronzoli, probabilmente proprio come sono io.

Le tagliatelle gialle al rugu, orgoglio di Irina

Vicolo Colombina.
Giovane, conviviale, accogliente. Cucina genuina, tradizionale e…bolognese! Non a caso il menu è curato dal grande Massimiliano Poggi che seduce con la ‘sua’ lasagnetta al ragu di carni di cortile e la ‘sua’ celeberrima tagliatella, che si mormora essere la migliore in città… Dai tortellini in brodo a quelli con taleggio e mandorle, dallo sformatino di patate e mortadella con salsa di Parmigiano Reggiano (slurp!) al classico tagliere di salumi.

Massimo Poggi e la sua famosa tagliatella al ragu

The man and the sea
Incontriamo uno Chef di grande elevatura, Vittorio Cameli, al timone (è  proprio il caso di dirlo)  di The Man and the Sea, elegante ristorante nel cuore di Bologna. Vittorio, in perfetta sintonia con il nome del ristorante, che richiama il titolo del famoso romanzo di Hemingway, è il pilota di una cucina che, proprio come un vascello, segue un percorso ben delineato, lasciandosi tuttavia cullare dalle onde.

Vittorio Cameli

Diamo un’occhiata al menu: ovviamente il protagonista è il pesce .

L’ ispirazione marina arriva subito in tavola, con un meravigioso pane al nero di seppia e una tiepida Insalata di mare shakerata, dove calamari, code di scampi , verdurine al vapore e un delizioso dressing agli agrumi vengono mischiati in un barattolo di vetro e poi serviti sul piatto.

Insalata di mare shakerata

All’ingresso spiacca una vetrine dove trionfano degli splendid ricci di mare che vengono proposti con spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino e un incantevole … profumo di mare.

spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino©

 Il suo primo ricordo in cucina?
Un ricordo indelebile: chiudo gli occhi e rivedo nonna Santola mentre stende i maccheroncini con il mattarello e poi li mette ad asciugare sul letto… mentre in tutta la casa si diffonde il profumo di un sugo di carne proveniente dal pentolone in rame che bolle nel camino sopra la brace.

bocconcini di sogliola con scampi alla mugnaia su crema di porro, sedano rapa e …il tocco del Maestro , una fogliolina di salvia fritta.

E il primo ricordo ” professionale”?
Un debutto disastroso!  Mio papà Mattia era uno chef rinomato, aveva un ottimo ristorante, era ricercatissimo, era stato perfino cuoco di Onassis. Ricordo che a poco più di 8 anni, già lo aiutavo in cucina, finchè un giorno mi ha  incaricato di sostituire un camerire che non si era presentato. Ricordo che mi sono infilato la giacca della Prima Comunione e dovevo portare una bottiglia di acqua al mio primo cliente. Fu l’emozione o fu la bottiglia bagnata, insomma rovesciai tutta l’acqua sulla giacca del cliente…si immagini la mia disperazione…

bavarese all’aracia

E se non fosse diventato Chef, cosa probabilmete sarebbe oggi?
Beh, frequentavo l’università economia e commercio, forse sarei diventato il classico commercialista, esperto nei numeri. Bene, non ho nessun rimpianto,  preferisco i miei fornelli .

polpo alla griglia in un indovinato abbinamento con crema di patate e burrata

Qualcosa che mangia soltanto se preparato da un’ altra persona?
Non ho dubbi: il torrone dei miei cari amici Corrado e Carlo Assenza del Caffè Sicilia a Noto. Inimitabile!
Nel suo menu non toveremo mai…
Prodotti che non rispettino la stagionalità, sono un paladino della genuinità, sempre alla ricerca della qualità, del pesce più fresco, evitando l’allevamento .

The man and the sea

Vittorio è uno chef che va ascoltato, è un “uomo del mare” da cui lasciarsi guidare, un esperto capitano che vi porterà con il suo vascello alla scoperta di nuove deliziose esperienze in un itinerario attento ai gusti, agli arom, ai tipi di cottura e alle esecuzioni in cucina. E da tutto ciò che, secondo me, si capisce quando uno chef è grande o, come nel caso di Vittorio, grandissimo.

Libra, Bologna
E’ il luogo dove vivere un’esperienza unica, coniungando il gusto e la varietà dei piatti della tradizionale italiana al benessere, grazie al bilanciamento nutrizionale delle ricette. Questo grande ristorante, punto vendita, show room e scuola è nato da una ex tipografia ed è stato splendidamente rinnovato ed è una vera e propria novità nel panorama gastronomico bolognese, protagonista un menu realizzato secondo i più moderni principi della scienza della nutrizione.

Alcuni scorci di Libra

Ogni piatto è stato studiato per contenere il giusto equilibrio fra le dosi degli alimenti, con meno calorie, sale, zucchero e grassi, valorizzando più vitamine, sali minerali e antiossidanti.

Il burro non-burro e un delizioso salame di cioccolato dietetico

Qui potrete vivere un’esperienza unica, che coniuga il gusto e la varietà dei piatti della tradizionale italiana al benessere, grazie al bilanciamento nutrizionale delle ricette, tutte certificate da Cucina Evolution, studiata dalla Dottoressa Chiara Manzi, nutrizionista e Presidente di ASSIC (Associazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina) e fondatrice di Art Joins Nutrition Academy, mentre alla guida della cucina troviamo lo Chef Andrea Miceli che ha studiato 4 anni medicina, incanalando nozioni essenziali per una nutrizione sana e benefica alla salute.

Chiara Manzi

Li abbiamo incontrati per una breve intervista.
Buongiorno Andrea, quanto è stato difficile lasciare medicina per dedicarti alla cucina?
Molto difficile, non tanto per dire addio all’università, ma sopratutto per far digerire ai miei  il fatto che abbandonavo gli studi.
Ho comunque una famiglia meravigliosa, che mi ha capito e ha rispettato la mia decisione. Ora sono fieri me e per questo devo ringraziare la Dottoressa Manzi e Cucina Evolution.

Chef Miceli da Libra

Chiara, come definirebbe la cucina di Libra?
L’ho definita anti-agin with Italian food made in Italy, cibo italiano in evoluzione per favorire la longevità.
Non più piatti tradizionali dunque?
Si. alla tradizione, ma non più nella ” maniera ” tradizionale.
Nel menu troverà tanti classici bolognesi come i tortellini in brodo di cappone, la lasagna, l’erbazzone e poi  ancora il salame di cioccolato,  la caponata, la pasta cacio e pepe, alla carbonara.
Dottoressa, mi scusi se la interrompo, ma la carbonara …ingrassa…
Non la mia con la “mia” pasta e una speciale crema di tuorli, straordinariamente leggera grazie alla denaturazione a 50°C con inulina. Il guanciale è sapientemente tostato e sgrassato a 130°C e il pecorino romano viene microscaglionato con una speciale grattugia per amplificarne la sapidità. Un pizzico di curcuma per potenzia il colore e, grazie all’abbinamento con il pepe nero, ci tiene lontani dall’aumento del peso.

La carbonara anti-aging di Libra

Una vera rivoluzione…
Penso che i piatti della cucina italiana siano destinati al museo, se non avviene un’ evoluzione. Una lasagna, una carbonara tradizionale ti fanno sentire appesantito… poi vai sulla bilancia e la bilancia… strilla! Penso che se i ristoranti continuano a cucinare in modo troppo calorico e non adeguato alle necessità e alle richieste di oggi, prima o poi perderanno la loro clientela.

Grassi e calorie misurate anche nel tradizionale erbazzone bolognese e nel tortino di alici, dal profumo mediterraneo

Libra si propone di servire piatti tradizionali ma che non facciano ingrassare o tanto meno che non combinino danni al fisico e alla mente.
Chef, un esempio?
Uno spaghetto cotto in un brodo di nero di seppia, arricchito da ricci di mare freschi che vanno ad esaltare quella mineralità che a me piace moltissimo, in quanto siciliano. E’ un piatto profumato che racchiude il gusto e il sapore del mare insieme ai preziosi grassi vitaminaci dei ricci freschi.

Spaghetti al nero di seppia e ricci di mare

Nel suo menu, qualche citazione?
Si, la caponatina omaggio a Gualtiero Marchesi. Ho voluto il gusto deciso della tradizione siciliana, in un piatto d’ispirazione marchesiana, per iniziare il pasto in maniera appagante e con equilibrio, con  particolare attenzione al dosaggio di ogni ingrediente, mischiando melanzane, olive nere, capperi, sedano, cipolla, carota, pomodoro, aceto e, per donare quel tocco di agro-dolce , un pizzico di  eritritolo.

La caponatina in onore di Gualtiero Marchesi

“Eritritolo”?  Dottoressa, mi spiega?
L’eritritolo, appartenente alla famiglia dei polioli, è un dolcificante naturale prodotto a partire dalla fermentazione degli zuccheri presenti in frutta e altri alimenti di origine vegetal. Ha un gusto piacevole lo rende adatto a dolcificare bevande calde, incluso il nostro amato caffè e ad essere utilizzato nella preparazione di dolci, dai muffin, alle creme e le mousse, al gelato o , come nel caso della nostra caponata, sa regalare quel tocco di agrodolce.
Reperibile dove?
Qui da noi e online nella sezione “Shop” del mio sito.

In vendita nello shop e online

Andrea, hai un sogno nel cassetto?
Sicuramente di avere un domani un posto mio, ma è un sogno lontano, anche  perché al momento sono contento e voglio continuare questa esperienza.
A proposito di sogni, Immagina di averne fatto uno strano: eri diventato un cibo, che cos’era?
(ride) Molto probabilmente un ricco ragu oppure un bel bollito, perché ambedue sono stati piatti significativi di quando ho incominciato a cucinare “sul serio” alzando un po’ l’asticella.

Andrea Miceli

for the english version , cick Next>
Italy: are you looking for a weekend that offers history, art, culture and … “gourmet” excellence?
Today we take you to some of the splendid Emilian cities including Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Ferrara and Bologna, not surprisingly nicknamed “La Grassa”.

Bologna dà il via al nostro tour “gourmet” delle città dell’Emilia

The cities of Emilia boast an ancient culinary tradition full of delicious dishes, prepared both by the homemade ‘zdore’ and by innovative top chefs.Among the most traditional, the fried gnocco and tigelle, paired with cold cuts and the erbazzone, savory pie. made with boiled chard, eggs, onion and Parmigiano Reggiano. Bologna “la Grassa” triumphs in homemade pasta: lasagna, popular and delicious. The classics are green pasta with Bolognese sauce and béchamel.

 lasagna to go!

 “Mo vè” … welcome to L’è Bon, a small cooking workshop in the heart of Bologna run by the very cordial ‘lasagnara’ Valeria Francescon and Paolo’s husband. Their famous lasagna has already won numerous awards and accolades. Affordable prices, a good wine of own production, the possibility to taste the dishes both in the restaurant and at home or around the city, as many do, with a take away.

Tortelli, tortellini, anolini and cappelletti
Strictly made with fresh pasta, they change shape from city to city: very small in Reggio Emilia, round in Parma, crescent-shaped in Piacentino, while in Bologna it is possible to find them in squares. Even the filling can vary, from the classic meat sauce, bread and cheese, to herbs and ricotta, to pumpkin and amaretti, or potatoes. Tradition has it that they are served in chicken broth.

I tradizionali tortellini in brodo in gallina

Tortelli, tortellini, anolini and cappelletti
Strictly made with fresh pasta, they change shape from city to city: very small in Reggio Emilia, round in Parma, crescent-shaped in Piacentino, while in Bologna it is possible to find them in squares. Even the filling can vary, from the classic meat sauce, bread and cheese, to herbs and ricotta, to pumpkin and amaretti, or potatoes. Tradition has it that they are served in chicken broth.

Torta Barozzi

Michelin starred restaurants

I Portici, Bologna
La Palta Emilia , Borgonovo Val Tidone
Nido del Picchio, Carpaneto Piacentino
L’Erba del Re, Modena

Il portale del Duomo di Modena

Iacobucci, Castel Maggiore
Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense
Ca’ Matilde, Rubbianino
Trattoria da Amerigo, Savigno

Lo spettacolare Treato Valli a Reggio Emilia

La Capanna di Eraclio, La Zanzara, Codigoro
Arnaldo-Clinica Gastronomica
, Rubiera
Marconi, Sasso Marconi
Inkiostro, Parizzi, Parma

Parma, Giuseppe Verdi si riposa su una panchina , all’ingresso del museo a lui dedicato

Local restaurants

Osteria Bottega, Bologna
La lanterna di Diogene, Bomporto
Campanini, Busseto
Locanda Mariella, Celestano
Laghi, Campogallian
Entrà, Finale Emilia

Nelle Osterie e trattorie emiliane, i fornelli sono il regno delle ‘zdore’ , le chef casalinghe

Antica locanda del falco, Gazzola
Osteria di Rubbiara, Nonantola
Ai due platani, Parma.
Santo Stefano, Piacenza.
Trattoria del borgo, Valsamoggia
La Pomposa, Modena

Modena, Quando il tortellino diventa “bugiardo”, un piatto di Luca Marchini che, oltre alla Trattoria Pomposa, cura il ristorante stellato L’Erba del Re,

A truly “tavern” for over a hundred years
Al Becco di Legno Via Gianni Palmieri, 7, Bologna An old tavern, the Bolognese cuisine of the past. with the dishes of the past. No sign, only a showcase full of bottles of all kinds with the words “wines and coffee”. Inside two rooms, soft lights, old paintings on the walls.

L’insegna dell’Osteria del Becco di Legno

Not to be missed: the classic weed with sausage, enriched with a touch of bechamel and the full-bodied green nettle tagliatelle, rigorously hand-rolled with a rolling pin and a ragù made with beef, pork belly, a few “smells” and only a shadow of tomato paste. Among the main courses: the Bolognese cutlet made with pork loin, and its even softer “Petroniana” version. Tortellini are also excellent. Lambrusco is the wine.

La gramigna verde con salsiccia

Bologna: I meet the host Raffaele, wearing jeans and a T-shirt, sitting comfortably on the sidewalk to enjoy some air before starting the service in the kitchen.
Hello Raffaele, where does the name of your tavern come from? Here the Società del Becco di Legno met, a group of cheerful characters who loved to party and above all to toast … in Bologna “getting wet” means drinking wine, and having a wooden beak which is a material that absorbs a lot, it is a sign of a good drinker.

Raffaele, Oste storico dell’Osteria del Becco di Legno,

When was the tavern born? In 1920, my family has been running it since ’59. The dishes have remained the same and so has the way of preparing them. No “reinterpretations” then? Certainly not!. In my opinion, the habit of cooking old-fashioned has been lost, as tradition dictates. Now these new kitchens are going, the fashion of modifying or revising the classic Bolognese recipes, You can hardly find the typical dishes anymore, today they are “revisited”, a word that bothers me just to pronounce it.


Cucina bolognese. Quali sono i piatti che bisogna assaggiare ?
La gramigna verde con le salsicce, le tagliatelle verdi e tortellini in brodo di cappone. Provali anche tu…

Scelti, provati e consigliati…

 Irina Trattoria,the surprise out of town.
We are in Savigno, less than an hour’s drive from Bologna, a popular destination for many Bolognese and lovers of local cuisine.At the helm of the restaurant we find the explosive Irina Steccanella. Oginaria di Sassuolo, Irina opens her Osteria Vini d’Italia, boasts prestigious internships with star chefs such as Massimo Bottura at the three-starred Osteria Francescana and NiKo Romito at Casadonna and then settles in the village of Savigno to give birth to her Irina Trattoria with a pretty menu.essential that enhances tradition, but with a contemporary look in search of the uniqueness of the Emilian territory, reconfirming the austerity of this land and the warm smile of a comfortable and familiar table.

Irina Steccanella

 

 

 

 

Hello Irina, ritual question: where do you like to spend a weekend off? I
like the sea even if lately I have been spending my time in the mountains.Among my fixed destinations there is Asiago to meet Alessandro Dal Degan, dear friend and chef of the Tana di Asiago and to taste his extraordinary land snails, unique in the world! What car do you drive? A Hyundai Jato, it cost little and was what I was looking for.

Guancia brasata al vino su crema di patate

You have attended stages of great chefs: Massimo Bottura, Niko Romito, etc. What is left with you from these experiences? Massimo certainly has a 360-degree openness of mind, I would say Niko’s style, order and cleanliness. Any negative aftermath? Having inherited a heavy burden that is called “responsibility” because, however, for better or for worse, people tend to make comparisons with those names. However, basically, it is a positive thing, even if it is a hard commitment that weighs on your shoulders,

Tra le paste, rigorosamente fate in casa, spiccano i classici tortellini in brodo dal soave profumo di noce moscata

First memory as a child in the kitchen?
The scent of grandma Agnese’s donuts and apple pies.When did the culinary spark start? In 2014 when I went to eat at Uliassi, inebriated by the superlative dishes. I said to myself “You have to do it, cook, shine and have your own restaurant” If she hadn’t become a cook … I would be a hairdresser!I remember that at a certain point in my life I found myself at a crossroads, on one side the stoves and on the other the curlers …. (smiles) As you can see, I chose the kitchen

i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.
i tortelloni di ricotta e funghi e una cremosa pasta e fagioli.

Which dish do you recognize the most in? Tagliatelle al ragù because it was the first thing she did and that made me talk. A straightforward, genuine and no-nonsense dish, probably just like me.

Le tagliatelle gialle al rugu, orgoglio di Irina

Vicolo Colombina.
Young, convivial, welcoming. Genuine, traditional and… Bolognese cuisine! It is no coincidence that the menu is curated by the great Massimiliano Poggi who seduces with ‘his’ lasagnetta with courtyard meat ragu and ‘his’ famous tagliatella, which is rumored to be the best in town … From tortellini in broth to those with taleggio cheese and almonds, from the potato and mortadella flan with Parmigiano Reggiano sauce (yum!) to the classic salami platter.

Massimo Poggi e la sua famosa tagliatella al ragu

The man and the sea
We meet a top chef, Vittorio Cameli, at the helm (it should be said) of The Man and the Sea, an elegant restaurant in the heart of Bologna. Vittorio, in perfect harmony with the name of the restaurant, which recalls the title of Hemingway’s famous novel, is the pilot of a kitchen that, just like a vessel, follows a well-defined path, while letting itself be lulled by the waves.

Vittorio Cameli

Diamo un’occhiata al menu: ovviamente il protagonista è il pesce .

The marine inspiration comes immediately to the table, with a wonderful squid ink bread and a warm shaken seafood salad, where squid, prawn tails, steamed vegetables and a delicious citrus dressing are mixed in a glass jar and then served on the plate.

Insalata di mare shakeratre.

spaghetti Senatore Capelli, aglio fermentato, peperoncino©

bocconcini di sogliola con scampi alla mugnaia su crema di porro, sedano rapa e …il tocco del Maestro , una fogliolina di salvia fritta.

And the first “professional” memory?
A disastrous debut! My dad Mattia was a renowned chef, he had an excellent restaurant, he was highly sought after, he had even been a cook at Onassis. I remember that when I was just over 8 years old, I was already helping him in the kitchen, until one day he asked me to replace a room that didn’t show up. I remember putting on my First Communion jacket and had to bring a bottle of water to my first client. Was it the emotion or was it the wet bottle, in short, I spilled all the water on the customer’s jacket … imagine my desperation …

bavarese all’aracia

 .

polpo alla griglia in un indovinato abbinamento con crema di patate e burrata

Something that only eats if prepared by another person? I have no doubts: the nougat of my dear friends Corrado and Carlo Assenza from Caffè Sicilia in Noto. Inimitable! On his menu we will never find … Products that do not respect seasonality, are a champion of authenticity, always looking for quality, the freshest fish, avoiding farming.

The man and the sea

Vittorio is a chef who must be listened to, he is a “man of the sea” to be guided by, an expert captain who will take you with his vessel to discover new delicious experiences in an itinerary attentive to tastes, aroms, types of cooking. and executions in the kitchen. And from everything that, in my opinion, you understand when a chef is great or, as in the case of Vittorio, very great.

Libra, Bologna
It is the place to live a unique experience, combining the taste and variety of traditional Italian dishes with well-being, thanks to the nutritional balance of the recipes. This large restaurant, store, showroom and school was born from a former printing house and has been beautifully renovated and is a real novelty in the Bolognese gastronomic panorama, featuring a menu made according to the most modern principles of the science of nutrition.

Alcuni scorci di Libra

Il burro non-burro e un delizioso salame di cioccolato dietetico

Here you can live a unique experience, which combines the taste and variety of traditional Italian dishes with well-being, thanks to the nutritional balance of the recipes, all certified by Cucina Evolution, studied by Dr. Chiara Manzi, nutritionist and President of ASSIC (Association for Nutritional Safety in the Kitchen) and founder of Art Joins Nutrition Academy, while at the head of the kitchen we find Chef Andrea Miceli who has studied medicine for 4 years, channeling essential notions for healthy and beneficial nutrition.

Chiara Manzi

I met them for a short interview. Hello Andrea, how difficult was it to leave medicine to devote yourself to cooking? Very difficult, not so much to say goodbye to university, but above all to make my parents digest the fact that I was abandoning my studies. However, I have a wonderful family who understood me and respected my decision. Now I’m proud and for this I have to thank Dr. Manzi and Cucina Evolution.

Chef Miceli da Libra

Chiara, how would you define Libra’s cuisine?
I defined it as anti-aging with Italian food made in Italy, Italian food in evolution to promote longevity. No more traditional dishes then? Yes. To tradition, but no longer in the traditional “way”. On the menu you will find many Bolognese classics such as tortellini in capon broth, lasagna, erbazzone and then again the chocolate salami, caponata, pasta with cacio e pepe, carbonara. Doctor, excuse me if I interrupt you, but the carbonara … gets fat … Not mine with “my” pasta and a special yolk cream, extraordinarily light thanks to denaturation at 50 ° C with inulin. The bacon is expertly toasted and degreased at 130 ° C and the pecorino romano is micro-staggered with a special grater to amplify its flavor. A pinch of turmeric to enhance the color and, thanks to the combination with black pepper, keeps us away from weight gain.

La carbonara anti-aging di Libra

A real revolution …
I think that the dishes of Italian cuisine are destined for the museum, if there is no evolution. A lasagna, a traditional carbonara make you feel heavy … then you go on the scales and the scales … screams! I think that if restaurants continue to cook in a way that is too high in calories and not suited to today’s needs and demands, sooner or later they will lose their clientele.

Grassi e calorie misurate anche nel tradizionale erbazzone bolognese e nel tortino di alici, dal profumo mediterraneo

Spaghetti al nero di seppia e ricci di mare

On your menu, any quotes?
Yes, the caponatina homage to Gualtiero Marchesi. I wanted the strong taste of the Sicilian tradition, in a Marquesian-inspired dish, to start the meal in a satisfying and balanced way, with particular attention to the dosage of each ingredient, mixing aubergines, black olives, capers, celery, onion, carrot , tomato, vinegar and, to give that sweet-sour touch, a pinch of erythritol.

La caponatina in onore di Gualtiero Marchesi

“Erythritol”? Doctor, can you explain to me?
Erythritol, belonging to the polyol family, is a natural sweetener produced starting from the fermentation of sugars present in fruit and other foods of vegetal origin. It has a pleasant taste making it suitable for sweetening hot drinks, including our beloved coffee and to be used in the preparation of desserts, from muffins, creams and mousses, to ice cream or, as in the case of our caponata, it knows how to give that touch of bittersweet. Where can you find it? Here with us and online in the “Shop” section of my site.

In vendita nello shop e online

Andrea, do you have a dream?
Certainly to have a place of my own tomorrow, but it is a distant dream, also because at the moment I am happy and I want to continue this experience. Speaking of dreams, imagine you had a weird one: you became a food, what was it? (laughs) Most likely a rich ragu or a nice boiled meat, because both were significant dishes when I started cooking “seriously”, raising the bar a little.




Weekend a Bologna: l’irresistile “sorbetto alle nespole” di Maestro Mattia

Arte, Storia, Gastronomia e l’incomparabile cordialità degli Emiliani…

(in Italian and English)
Ovviamente stiamo parlado di un weekend a Bologna, dove i vostri sensi rimarrano estasiati da tanta bellezza e da tante sorprese.

La splendida Piazza Maggiore e il suo famoso Nettuno

Da vedere a Bologna

Torre degli Asinelli
Il Nettuno, detto “il Gigante”
Piazza Maggiore
Basilica di San Petronio
Sala Borsa
Il Mercato di Mezzo e il Mercato Antico
il Palazzo del Podestà, e il segreto “acustico” del Voltone

Torre degli Asinelli

La nostra “dolce” meta: Piazza Santo Stefano

La Basilica di Santo Stefano è un insieme di edifici sacri che formano il più noto complesso delle Sette Chiese. La Piazza Santo Stefano accoglie la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Sepolcro, la Chiesa di San Vitale e Sant’Agricola, il Cortile di Pilato, la Chiesa del Martyrium, il Chiostro Medievale e il Museo di Santo Stefano. Nel corso degli anni i lavori di modifica e di restauro hanno cambiato l’aspetto antico del complesso fino a ridurre a quattro il numero delle sette chiese iniziali.

Oltre la Basilica, una delle attrazione della Piazza è la rinomata Cremeria Santo Stefano, premiata con i “Tre Coni” di Gambero Rosso e considerata una delle migliori gelaterie di Bologna.

Alcune delizie alla frutta del Maestro Gelatiere Mattia

E’ un locale con laboratorio artigianale a vista e un’atmosfera che si riporta alle antiche botteghe degli speziali, dove tutto era fatto in casa, compreso la lavorazione  autonoma delle materie prime, come la tostatura e la raffinazione di pistacchi e nocciole.

Mattia Cavallari all’opera nella sua Cremeria Santo Stefano

Al timone della Cremeria troviamo il Maestro Gelatiere Mattia Cavallari, che ci regala la ricetta di un suo cavallo di battaglia: il sorbetto di nespole.

SORBETTO DI NESPOLE

Ingredienti:
Nespole  750 g
Acqua 90g
Zucchero di canna 155g
Farina di semi di carrube 5g
Preparazione:
Lavare e pulire le nespole, mettere tutti gli ingredienti in un contenitore alto e stretto, frullare bene con un minipimer e mantecare.

INFO
Cremeria Santo Stefano
BolognaWelcome

Curious about Mattia’s sorbet? For the recipe (in English) Click Next>

Maestro Mattia’s irresistible “medlar sorbet”

Bologna, Italy . Let me introduce the Cremeria Santo Stefano, awarded with the “Three Cones” of Gambero Rosso and considered one of the best ice cream parlors in Bologna.

Alcune delizie alla frutta del Maestro Gelatiere Mattia


Master Ice-cream maker Mattia Cavallari crated the Cremeria Santo Stefano ,a place with an open artisan workshop and an atmosphere that takes you back to an old apothecary shop, where everything was homemade, including the autonomous processing of raw materials, such as the roasting and refining of pistachios and hazelnuts.  Mattia gave us the recipe for one of his masterpieces: the medlar sorbet.

Mattia Cavallari all’opera nella sua Cremeria Santo Stefano


NESPOLE SORBET

Ingredients:
Medlar 750 g Water 90g 155g brown sugar Carob seed flour 5g
Preparation:
Wash and clean the medlar, put all the ingredients in a tall, narrow container, blend well with a blender and whisk.

INFO
Cremeria Santo Stefano
BolognaWelcome

 

 




Ecco “LA RINASCITA”: messaggio di speranza nella super torta di Sebastiano Caridi

(Italian and English version) –
Bologna
. Siamo nel pieno centro della città, letteralmente a due passi da Piazza Maggiore, una delle piazze più belle d’Italia, arricchita da importanti edifici come la Basilica di San Petronio, il Palazzo dei Notai, il Palazzo d’Accursio, il Palazzo dei Banchi.

La Basilica di San Petronio

Esattamente di fronte a San Petronio, sorge il Palazzo del Podestà la cui parte più celebre è il Voltone, con il suo curioso effetto acustico, infatti posizionandosi nei due angoli opposti della volta, sarà possibile parlarsi in tutta segretezza. Parlando di privacy….

il Palazzo del Podestà la cui parte più celebre è il Voltone, con il suo curioso effetto acustico

 Un Nettuno troppo ‘dotato’?

In Piazza Maggiore trionfa l’imponente statua del Nettuno del Giambologna.
Il Dio del Mare è nudo, possente e sfoggia un ‘attributo maschile’, beh, piuttosto generoso… Ma attenzione, basterà fare qualche passo più in là per accorgerci che si tratta semplicemente del suo dito. Pare che l’illusione ottica fosse volutamente una rivincita dell’Autore nei confronti di un Cardinale che gli aveva chiesto di ridurre il più possibile le dimensioni delle parti intime del Nettuno…

Nettuno ... trompe l'oeil
Nettuno … trompe l’oeil. L’imponente statua è simbolo del potere papale: come Nettuno domina le acque così il Papa domina il mondo.

Palazzo Fava, scrigno di storia, arte e bellezza.

Le splendide sale del piano nobile sono adornate dai celebri affreschi realizzati dei Carracci e hanno ospitato mostre di rilevanza nazionale e internazionali, tra queste la suggestiva “Vivaldi. La mia vita, la mia musica” dedicata al grande autore de “Le Quattro Stagioni”. Momentaneamente è chiuso, speriamo riapra presto al pubblico, perchè  le sue sale e le sue magnifiche mostre lo rendono un luogo davvero magico.

Palazzo Fava e la scivania di Antonio Vivaldi
Palazzo Fava e la scrivania di Antonio Vivaldi

Bologna, città imprevedibile. Proprio all’interno del Palazzo, ci aspetta una ‘dolcissima’ sorpresa : la Pasticceria di Sebastiano Caridi calabrese, faentino d’adozione, vincitore del contest televisivo “Il più grande pasticcere d’Italia”

“Maestro” Sebastiano Caridi nella sua pasticceria di Bologna

Oltre alla sede di Faenza, Sebastiano ha aperto il nuovo locale bolognese che offre tutta la sua produzione. In un vero tripudio di colori, forme e sapori, troviamo pasticceria, cioccolateria ma anche cucina, pane e lievitati, biscotti.

I macarons di Caridi

A proposito di questi duri tempi di pandemia, Sebastiano ha dichiarato “Grazie alla famiglia, agli amici e alla responsabilità che ho nei confronti di 35 dipendenti è però tornata la voglia di lottare, abbiamo anche lanciato una nuova torta che abbiamo chiamato ‘La Rinascita’, con rumble al pistacchio, marmellata di arancia amara, pralinato, chantilly di cioccolato bianco e vaniglia, pesca sciroppata Romagna”

Un nome di grande augurio… impossibile non ‘rubargli’ la ricetta…

TORTA RINASCITA

La Torta Rinascita di Sebastiano Caridi

Dosi per una torta ∅14 (6/8 porzioni)

Crumble al pistacchio (150g)
Burro30g
Zucchero Canna 55g
Farina Frolla 30g
Farina pistacchio 25g
Farina mandorla 15g
Sale 0,5g
Baking 0,3g
Vaniglia in perle 1g
Impastare tutti gli ingredienti. Lasciar riposare la massa in frigorifero per una notte.
Sbriciolare l’impasto all’interno degli anelli e cuocere a 160° x 17’ valvola chiusa
Cake alla pesca (160g)
Burro anidro 20g
Maraschino 1g
Zucchero a velo 15g
Tuorlo 12g
Vaniglia in perle 1g
Albume 6g
Zucchero 6g
Farina frolla 12g
Fecola di patate 10g
Baking 2 9
Pesche sciroppate a cubetti 75g
Montare burro, maraschino e zucchero a velo. Aggiungere tuorlo e vaniglia in perle.Separatamente montare albume e zucchero. Setacciare le polveri. Aggiungere alla montata al burro la meringa e le polveri, alternandoli per 2 volte. Aggiungere le pesche sciroppate e stendere negli anelli. Cuocere a 220° x 18’ valvola chiusa

Pronti per la”rinascita”?

Chantilly vaniglia (300g)
Panna 38% 240g
Vaniglia in perle 1g
Cioccolato bianco Belcolade blanc selection 75g
Gelatina 2 g
Acqua 12 g
Portare la panna e la vaniglia a 70°. Aggiungere il cioccolato ed emulsionare. Aggiungere la gelatina reidratata.Riporre in frigo per almeno 12h prima di dressare.
Pralinato al pistacchio (50g)
Pistacchio 25 g
Zucchero 25g
Olio di riso 5g
Cuocere a secco lo zucchero. Aggiungere i pistacchi tostati e uniformare. Passare in raffinatrice Qino ad avere un composto liscio e omogeneo.
Mescolare in planetaria e aggiungere l’olio.
INFO
Pasticceria Stefano Caridi
FAENZA
Corso Saffi 48/A
BOLOGNA PALAZZO FAVA
Via Manzoni, 2
English version next page
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“THE REBIRTH”: message of hope in Sebastiano Caridi’s super cake
Bologna.
We are in the heart of the city, literally a stone’s throw from Piazza Maggiore, one of the most beautiful squares in Italy, enriched by important buildings such as the Basilica of San Petronio, the Palazzo dei Notai, the Palazzo d’Accursio, the Palazzo dei Banchi .

La Basilica di San Petronio

Exactly in front of San Petronio, stands the Palazzo del Podestà whose most famous part is the Voltone, with its curious acoustic effect, in fact by positioning itself in the two opposite corners of the vault, it will be possible to talk to each other in complete secrecy. Speaking of privacy….

il Palazzo del Podestà la cui parte più celebre è il Voltone, con il suo curioso effetto acustico

 A ‘too endowed ‘ Neptun ?

In Piazza Maggiore trimphs the imposing statue of Neptune by Giambologna. The God of the Sea is naked, powerful and sports a ‘male attribute’, well, rather generous … But be careful, just take a few steps further to realize that it is simply his finger. It seems that the optical illusion was deliberately a revenge of the Author against a Cardinal who had asked him to reduce the size of the private parts of Neptune as much as possible …

Nettuno ... trompe l'oeil
Nettuno … trompe l’oeil. L’imponente statua è simbolo del potere papale: come Nettuno domina le acque così il Papa domina il mondo.

Palazzo Fava, a treasure trove of history, art and beauty.
The splendid rooms on the main floor are adorned with the famous frescoes by the Carraccis and have hosted exhibitions of national and international importance, including the suggestive “Vivaldi. My life, my music ”dedicated to the great author of“ The Four Seasons ”. It is currently closed, hopefully it will reopen to the public soon, because its rooms and magnificent exhibitions make it a truly magical place.

Palazzo Fava e la scivania di Antonio Vivaldi
Palazzo Fava e la scivania di Antonio Vivaldi

Bologna is an unpredictable city. Right inside the Palace, a ‘very sweet’ surprise awaits us: the Pastry Shop of Maestro Sebastiano Caridi winner of the television contest “The greatest pastry chef in Italy”

“Maestro” Sebastiano Caridi nella sua pasticceria di Bologna

In addition to the Faenza store, Sebastiano has opened this one in Bologna, offering all of his production. In a true riot of colors, shapes and flavors, we find pastry, chocolate but also cooking, bread and leavened products, biscuits.

I macarons di Caridi

Speaking of these hard times of pandemic, Sebastiano said “Thanks to family, friends and the responsibility I have towards 35 employees, however, the desire to fight has returned, we have also launched a new cake that we have called ‘La Rinascita’ , with pistachio rumble, bitter orange jam, praline, white chocolate and vanilla chantilly, Romagna peach in syrup “

A cake with a great name … impossible not to ‘steal’ the recipe …

TORTA RINASCITA

La Torta Rinascita di Sebastiano Caridi

Ingredients for a cake ∅14 (6/8 servings)
Pistachio crumble (150g)
Butter 30g Cane sugar 55g
Shortbread flour 30g
Pistachio flour 25g
Almond flour 15g Salt 0.5
g
Baking 0.3g
Vanilla in pearls 1g
Mix all the ingredients. Leave the mass to rest in the refrigerator overnight. Crumble the dough inside the rings and bake at 160 ° x 17 ‘with the valve closed Peach cake (160g)
Anhydrous butter 20g
Maraschino 1g
15g powdered sugar
Yolk 12g
Vanilla in pearls 1g
Egg white 6g
Sugar 6g
Shortbread flour 12g
Potato starch 10g
Baking 2 9
Peaches in syrup in cubes 75g
Whip the butter, maraschino and icing sugar. Add egg yolk and vanilla pearls. Separately whip egg white and sugar. Sift the powders. Add the meringue and powders to the whipped butter, alternating them twice. Add the peaches in syrup and spread in the rings. Cook at 220 ° x 18 ‘valve closed

 

Pronti per la”rinascita”?

Chantilly vanilla (300g)
Cream 38% 240g
Vanilla in pearls 1g
Belcolade blanc selection white chocolate 75g
Gelatin 2 g
Water 12 g
Bring the cream and vanilla to 70 °. Add the chocolate and emulsify. Add the rehydrated gelatine and place in the fridge for at least 12 hours before dressing. Pistachio praline (50g)
Pistachio 25 g
Sugar 25g
Rice oil 5g
Dry the sugar. Add the toasted pistachios and even out. Pass in a Qino refiner to have a smooth and homogeneous mixture. Mix in a planetary mixer and add the oil.
INFO
Pasticceria Stefano Caridi
FAENZA Corso Saffi 48
BOLOGNA Palazzo Fava Via Manzoni, 2
 



Bologna: con lo Chef Massimiliano Poggi scopriamo il Vicolo Colombina

Bologna, Piazza Maggiore

(Italian and English version)

Siamo nel cuore di Bologna, a pochi passi da Piazza Maggiore.

Ci attende il Ristorante Vicolo Colombina, un locale diverso, un luogo di convivialità e socialità, caldo, accogliente. Non un ristorante, non un’enoteca, non un’osteria ma tutte queste cose insieme. In un piccolo vicolo della vecchia Bologna, a due passi da Piazza Maggiore. Un locale che si propone come punto di riferimento per chi cerca una cucina genuina e sincera, un’ importante cantina con referenze italiane e internazionali visitabile per la scelta e l’acquisto delle bottiglie e al tempo stesso una atmosfera conviviale, semplice e raffinata, con un servizio ospitale e accogliente.

Chef Massimiliano Poggi

Al timone, garante dei piatti e dei sapori proposti troviamo Massimiliano Poggi, chef di grande esperienza, molto conosciuto e apprezzato in città. A Vicolo Colombina Poggi porta il meglio dell’arte culinaria, al servizio della tradizione, sempre nel rispetto della materia prima e della stagionalità che caratterizzano la sua cucina, con cotture brevi che esaltano le caratteristiche dei prodotti, e con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Classicità bolognesi nel menu

Colombina porta anche la volontà di ricreare il clima ospitale delle trattorie di un tempo, dove si poteva trovare calore umano e voglia di stare insieme. Perché Vicolo Colombina è un luogo di incontro, per ritrovarsi, per mangiare bene, per gustare un vino davvero speciale, per chiacchierare in un luogo che sa coniugare semplicità e gusto, raffinatezza e rispetto dei sapori sinceri.

Vicolo Colombina

Buongiorno Massimo, dove vai quando hai un weekend libero?

Mi piace riscoprire i colli bolognesi, i piatti del territorio e quelli di una volta.
Le auto che hai amato di più ?
Una HSE Dynamic Range e una Range Rjover Evoque,
Cosa cerchi in un’auto?
Confort forti connotati ecologici, grandissima qualità e non solo per il fuori strada, prestazioni ed estetica in modo perfettamente equilibrato.

La tua destinazione preferita all’estero?

La Francia, dove, anche in un minuscolo bistro riesco a trovare piatti tradizionali cucinati alla perfezione.

un bistrò parigino

Il tuo è un menu tradizionale?

Penso ci sia un equivoco che stia caratterizzando i nostri tempi: considerare banale e vecchia la cucina ‘tradizionale’. Per me questo concetto è una ferita aperta e quando tengo delle classi per giovani chef, cerco sempre di educarli ad apprezzare la tradizione, rispettarla e non scervellarsi troppo a volerla modificare…
L’equivoco è considerare il ‘tradizionale’ qualcosa di semplice, di naif. Io non sono un cuoco tradizionalista, sono abbastanza critico riguardo la tradizione ma dopo tanti anni di lavoro ho raggiunto la consapevolezza che se qualcosa è già perfetto è inutile cambiarlo

La tradizionale cucina bolognese qui fa da regina.

Un esempio?
Siamo a Bologna… lasciami citare Il ragù. Era un modo per recuperare i tagli di carne avanzata, anche le parti meno tenere, ha attraversato secoli e penso che debba rimanere quello classico, nonostante spesso voglia essere rivisitato.

Ragù sovrano quindi?

Puoi ben dirlo! A Bologna il piatto è determinato proprio dal ragù. Quando dicono ‘spaghetti alla bolognese’ è un equivoco. E’ il ragù che comanda, la pasta lo segue, e poi lascia stare gli spaghetti, semmai cita le tagliatelle…
Il nostro e’ un ragù realizzato con carne di faraona, proprio cone si faceva un tempo, visto che nel cortile si tenevano galline, conigli, maiali e appunto faraone.

Le celebrate tagliatelle al rugù di Vicolo Colombina

Restiamo nel Vicolo, quale piatto ci proponi?
Una carne tipica: coniglio arrosto alle erbe con purè e verdure di stagione.

Un vino da abbinare?

Gianni, il nostro sommelier, consiglia uno Schiava Mediaevum di Markus Prackvieser da Fie’ allo Sciliar, Alto Adige, servito a 12/14 °C dopo averlo lasciato decantare per qualche minuto. E’ un rosso dal sapore intenso, morbido e aromatico, con note di ciliegia matura, amarena e frutti di bosco. Ha un bel color rosso rubino ed è’ perfetto se accompagnato da carni rosse e primi piatti ben conditi, magari con sughi e ragù di selvaggina.

Accoppiata top: coniglio e Schiava Mediaevum di Markus Prackvieser da Fie’ allo Sciliar – Alto Adige,

Curiosi di scoprire la ricetta del coniglio di Vicolo Colombina?

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CONIGLIO ARROSTO  DI VICOLO COLOMBINA

Il coniglio arrosto di Vicolo Colombina Foto Andrea Carinci,

Dosi per 2 persone
Ingredienti
Mezzo coniglio leprino (coscia spalla mezzo lombetto)
2 spicchi aglio
1 rametto rosmarino
3 foglie salvia
300 g  pignoletto fermo
300 g burro buono
Sale Q B
Pepe q B
1 litro brodo di pollo
300 g panna fresca
Procedimento
Scaldare il burro in una casseruola, rosolare il coniglio salato e pepato da entrambi i lati, aggiungere gli odori e sfumare con il vino.
Una volta evaporato il vino versare il brodo e mettere un coperchio per continuare la cottura per altri 40 minuti.
Terminata la cottura, mettere il coniglio su una teglia, emulsionare la salsa rimasta in pentola con la panna fino ad ottenere una salsa lucida e densa, pennellare il coniglio con la salsa e infornare a 200 C ripetendo questa operazione 5 volte finché non sarà ben laccato.
Servire in un piatto di portata insieme al purè e i contorni in base alla stagione.

INFO
Ristorante Vicolo Colombina

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Bologna: discovering the restaurant Vicolo Colombina with Chef Massimiliano Poggi

We are in the heart of Bologna, a few steps from Piazza Maggiore.
In a small alley I found The Vicolo Colombina Restaurant that I can describe as a different place, a place of conviviality and sociability, warm, welcoming. Not a restaurant, not a wine shop, not a tavern but all these things together. In a small alley of old Bologna, a stone’s throw from Piazza Maggiore. A place that is proposed as a reference point for those looking for genuine and sincere cuisine, an important cellar with Italian and international references that can be visited for the choice and purchase of bottles and at the same time a convivial, simple and refined atmosphere, with a hospitable and welcoming service.

Massimiliano Poggi is a highly experienced chef, who brings the best of culinary art, at the service of tradition, always respecting the raw material and the seasonality that characterize his cuisine afamous for an excellent quality / price ratio.
With a traditional Bolognese menu, Colombina also brings the desire to recreate the hospitable atmosphere of the local trattoria, as a meeting place where to meet, to eat well, to taste good wine, to chat in a place that knows how to combine simplicity and good food.

THE INTERVIEW
Hello Massimo, where do you go when you have a free weekend?
I like to rediscover the Bolognese hills,where I can find local dishes
The car you loved the most?
Probably two:  a HSE Dynamic Range and a Range Rjover Evoque,
What are you looking for in a car?
Comfort with strong ecological connotations, very high quality and not only for off-road, performance and aesthetics in a perfectly balanced way.
Your favorite destination abroad?
France, where, even in a tiny bistro I can find traditional dishes cooked to perfection. I think there is a misunderstanding that is characterizing our times: considering ‘traditional’ cuisine banal and old. For me this concept is an open wound and when I hold classes for young chefs, I always try to educate them to appreciate tradition, respect it and not be too puzzled by wanting to change it … The misunderstanding is to consider the ‘traditional’ something simple, naive. I am not a traditionalist cook, I am quite critical of tradition but after many years of work I have reached the awareness that if something is already perfect it is useless to change it.

Here the traditional Bolognese cuisine reigns supreme. any example?
Well, we are in Bologna… let me quote Il ragù. It was a way to recover leftover cuts of meat, even the less tender parts, it has gone through centuries and I think it should remain the classic one, You can well say it! In Bologna the dish is determined precisely by the ragù. When they say ‘spaghetti Bolognese’ it is a misunderstanding. It is the ragù that commands, the pasta follows …  My ragù is made with guinea fowl meat, just like it was once made, when hens, rabbits, pigs and guinea fowl were kept in the courtyard.


What recipe are you suggesting today?
A typical meat: roasted rabbit with herbs, mashed potatoes and seasonal vegetables.
A wine to pair?
Gianni, our sommelier, recommends a Schiava Mediaevum by Markus Prackvieser from Fie ‘allo Sciliar, Alto Adige, served at 12/14 ° C after letting it settle for a few minutes.
It is a red with an intense, soft and aromatic flavor, with notes of ripe cherry, black cherry and wild berries. It has a beautiful ruby ​​red color and is perfect if accompanied by red meats and well-seasoned first courses, perhaps with sauces and game ragout.

Are you curious to discover the recipe for Vicolo Colombina rabbit?

VICOLO COLOMBINA ROAST RABBIT

(Foto Andrea Carinci)

Doses for 2 people
Ingredients
Half hare rabbit (thigh shoulder half loin)
2 cloves of garlic,
1 sprig of rosemary,
3 sage leaves,
300 g still pignoletto,
300 g good butter,
Salt to taste Pepper as needed,
1 liter of chicken broth,

300 g fresh cream
Method
Heat the butter in a saucepan, brown the salted and peppered rabbit on both sides, add the herbs and deglaze with the wine. Once the wine has evaporated, pour in the broth and put a lid on to continue cooking for another 40 minutes. After cooking, put the rabbit on a baking tray, emulsify the sauce left in the pot with the cream until you get a shiny and thick sauce, brush the rabbit with the sauce and bake at 200 C, repeating this operation 5 times until it is well lacquered. . Serve in a serving dish with the mashed potatoes and side dishes according to the season.

INFO
Ristorante Vicolo Colombina

Schiava Mediaevum di Markus Prackvieser




Che cosa fare nel weekend tra visite guidate e mostre

Se è vero che gli eventi collettivi sono stati cancellati o rimandati, mostre e monumenti sono invece aperti, mentre si può prendere parte a visite guidate ed escursioni, sia urbane che nella natura. Vediamo allora che cosa fare nel prossimo weekend del 20 e 21 febbraio nella selezione di proposte che abbiamo pensato per voi.

A Bardonecchia (TO), caccia al tesoro di Carnevale

Cominciamo da Bardonecchia, nel torinese, dove domenica 21 febbraio è in programma una divertente caccia al tesoro di Carnevale per i più piccoli. Le vie del centro saranno tappezzate di nove sagome in costume carnevalesco e i partecipanti dovranno individuarle e fotografarle in un simpatico selfie. Toccherà poi ai “cacciatori” dimostrare l’avvenuta cattura delle prede pubblicando un post sui social e taggando la Pro Loco di Bardonecchia con l’hashtag #cacciaalcarnevale entro le ore 24 del 22 febbraio. Il 24 febbraio verranno estratti dieci vincitori a cui saranno assegnati i premi offerti dai commercianti di Bardonecchia.

Una scorsa edizione del Carnevale a Bardonecchia

Inoltre, sia sabato 20 che domenica 21 febbraio si potrà assistere al Bardo Ice Show in piazza Monsignor Bellanda, in piazzetta Medail e nella pineta di viale San Francesco. Qui gli artisti dell’Accademia Artistica del Ghiaccio saranno impegnati a realizzare sculture di ghiaccio con tema il Carnevale.

INFO: www.bardonecchia.it/

A Padova una visita guidata tra mulini, ponti e pescherie

Domenica 21 febbraio, alle 15, con ritrovo presso la Fontana di Prato delle Valle, è in programma un’affascinante visita guidata a Padova, alla scoperta delle antiche vie d’acqua che nei secoli sono stati il principale canale di comunicazione e di commercio tra la città, l’entroterra, il vicentino e, soprattutto, con Venezia.

La passeggiata parte da Prato della Valle e prosegue fino alle Porte Contarine. Si potranno così conoscere gli antichi ponti e le riviere. Si osserverà la Conca di navigazione delle Porte Contarine che attraverso le mura del centro storico portava al Canale Piovego che collegava Padova a Venezia. La durata è di circa 2 ore e mezza. Al termine, sosta in un locale del centro per un aperitivo, nel rispetto della normativa anti Covid. Quota di partecipazione € 18 per gli adulti e € 13 bambini 6-12 anni. Minori di 6 anni gratis. Prenotazione obbligatoria.

INFO: www.viaggiarecuriosi.com

A Bologna una mostra sulla pasta

Si può visitare fino al 7 marzo la mostra “Pasta” allestita presso la Biblioteca dell’Archiginnasio, in Piazza Galvani 1, a Bologna, con ingresso gratuito. Un vero e proprio omaggio all’eccellenza gastronomica italiana, una semplice impasto di acqua e farina che, nei secoli, ha assunto forme diverse ed è l’ingrediente principe di migliaia di ricette diverse.

Si potranno ammirare documenti che ricostruiscono la storia della pasta e delle sue diverse forme, dalla pastasciutta, simbolo dell’italianità, alla pasta ripiena, secca, fresca, colorata. Tra le curiosità, un omaggio a Jacopo Bartolomeo Beccari, medico e fisico dell’Alma Mater che nel 1728 scoprì il glutine e ne illustrò le proprietà. Orario di visita: dalle 9 alle 19. Obbligo di mascherina dall’ingresso all’uscita. La mostra si può visitare anche online.

INFO: www.archiginnasio.it

Roma e i fantasmi della Garbatella

Domenica 21 febbraio, alle 16,45 si può prendere parte a questo divertente tour guidato nel quartiere romano della Garbatella, fondato da Vittorio Emanuele III nel 1920. L’ associazione “I Servitori dell’Arte” propone la passeggiata turistica “A spasso con i fantasmi di Garbatella” della durata di circa un’ora e mezza con partenza da Piazza Benedetto Brin. Durante la passeggiata si potranno incontrate personaggi insoliti e inaspettati, interpretati da attori, scelti tra le personalità che hanno lasciato nel quartiere un’impronta storico-culturale.

Non solo, grazie alla guida si potranno conoscere le origini e lo sviluppo del quartiere attraverso un viaggio nel tempo, tra passato e presente, passeggiando tra cortili, palazzi liberty e architetture del Ventennio. La quota di partecipazione è di € 15, bambini 5-12 anni € 10. Minori di 5 anni gratis. Prenotazione obbligatoria.

INFO: www.iservitoridellarte.com

A Napoli si va a caccia di fantasmi

Sabato 20 febbraio alle 19.15 e domenica 21 febbraio alle 17, nel centro storico di Napoli è in programma un affascinante “ghost tour” con i “cacciatori di fantasmi” dell’associazione Rebus Neapolis nei luoghi più infestati della città. Insieme a una guida esperta di paranormale e con l’ausilio dello strumento “K2” per la rilevazione dei fenomeni si cammina per le strade dell’antica Neapolis, nei luoghi in cui sono soliti apparire i fantasmi più famosi della città.

Tra questi ci sono Maria de Avalos, lo spettro di Bianca, una fanciulla murata viva, e quello della medium Eusapia Palladino. Si ascolteranno le storie degli spiriti inquieti e si concluderà il tour dove ancora oggi si manifesta un poltergeist. Il ritrovo per la partenza l in Piazza Domenico Maggiore, vicino all’obelisco. La durata è di circa 2 ore. La quota di partecipazione è di € 10; ridotto 13-17 anni € 7. Sconsigliato a ragazzi di età inferiore ai 13 anni. Prenotazione obbligatoria online o telefonica, anche tramite WhatsApp.

INFO: tel 351/1258465, derebusneapolis@gmail.com, https://napolihorrornew.wixsite.com/derebusneapolis/ghost-tour

A Siracusa una passeggiata dai Cappuccini ai Piliceddi

Domenica 21 febbraio, dalle 9.15, Hermes Sicily Tour organizza una passeggiata urbana a Siracusa, nel tratto di costa che va dal Convento dei Cappuccini alla scogliera dei Piliceddi, tra testimonianze storiche, archeologiche e artistiche. A esse si si aggiungono paesaggi di rara bellezza, che si potranno ammirare percorrendo la pista ciclabile “Rossana Maiorca” e il circuito delle mura dionigiane.  Il tour è a numero chiuso, max 15 partecipanti, nel rispetto delle norme anti Covid, è richiesta una pre-registrazione online e l’obbligo di mascherina. Quota di partecipazione € 10.

Il Convento dei Cappuccini

INFO: www.hermessicily.com




Weekend a Bologna tra i portici candidati a Patrimonio UNESCO

I Portici di Bologna potrebbero allungare la lista dei siti italiani dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, contribuendo a stabilire un record per il nostro Paese. Attualmente, infatti, l’Italia è, insieme alla Cina, il paese con più siti UNESCO: ben 55. Basterebbe quindi davvero poco per superare il colosso asiatico. Tuttavia, per sapere se i Portici di Bologna entreranno ufficialmente nella lista dell’UNESCO bisognerà attendere il prossimo mese di luglio, quando il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO si riunirà a Fuzhou per esaminare le candidature di 27 siti internazionali.

Il portico di Via Zamboni, nella zona Universitaria

Nell’attesa, però, quando ci si potrà spostare, possiamo programmare un weekend a Bologna, e perderci in lunghe passeggiate proprio sotto gli splendidi portici medievali.

I portici candidati

I portici di Bologna uno dei simboli della città, insieme alle Due Torri e alla Statua del Nettuno. In totale, si estendono per 62 km, tra il centro e la periferia. I primi risalgono all’Alto Medioevo, quando furono costruiti in maniera “indipendente”. Solo dal 1288 sono stati oggetto di una programmazione urbanistica che, pur lasciandone l’onere di costruzione ai privati, stabiliva regole precise valide per tutti.

I portici di via Santa Caterina

Tuttavia, dei 62 km di portici, di cui 42 nel centro storico, a essere candidati sono solo dodici tratti, che sono stati riconosciuti dopo un’attenta ricerca come “un elemento identificativo della città, sia per comunità che per i visitatori, e sono un punto di riferimento per uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”, come si legge nella candidatura. Tra questi ci sono i portici di via Santa Caterina, che spiccano per le case colorate, quelli di Piazza Santo Stefano, il tratto del monumentale complesso del Barraccano, i portici di via Galliera, quelli del Pavaglione e di Piazza Maggiore.

Lo spettacolare portico di San Luca

Immancabili i portici di via Zamboni, cuore del quartiere dell’Università di Bologna, la più antica del mondo. Continuando, troviamo il portico della Certosa, lo spettacolare portico di San Luca, che sale fino alla collina e conduce a santuario che sembra vigilare su tutta la città. Ci sono poi i portici di Piazza Cavour e di via Farini, con gli splendidi soffitti decorati.

I portici decorati di Piazza Cavour e via Farini

Candidati a diventare Patrimonio UNESCO anche i portici di Strada Maggiore, i portici sotto ai quali si trova il MamBo, il Museo di Arte Moderna di Bologna, nel quartiere Barca e, infine, i portici del “Treno”.

Il portico del MamBo

In attesa di conoscere il responso del Comitato UNESCO, poi, molti portici si sono rifatti il look. Dovrebbe essere pronto per la fine del 2021 il restauro del portico di San Luca, particolarmente amato da visitatori e bolognesi, che adorano passeggiare nella sua suggestiva alternanza di luce e ombra.

Per metà anno, invece, dovrebbe essere terminato anche il rifacimento del portico del Treno nel Quartiere Barca. Un cambiamento radicale, che vedrà anche una valorizzazione della zona e dei negozi che si affacciano sul portico stesso.

Graffiti sotto al portico di via Zamboni

…scopri gli altri siti UNESCO in Emilia Romagna nella 2° pagina…

Gli altri siti UNESCO da vedere in Emilia Romagna

L’Emilia Romagna vanta altri 12 siti già riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

Il primo, nel 1995, è stata Ferrara, con il titolo di “Città del Rinascimento”, a cui nel 1999 si è aggiunto anche il Parco del Delta del Po e le Delizie Estensi, trenta ville dove la nobile famiglia degli Estensi, a lungo regnante sulla città, erano soliti organizzare vacanze estive e ricevimenti.

La Delizia Estense di Portomaggiore Virginese

Dal 1996 sono Patrimonio dell’Umanità anche i Monumenti Paleocristiani di Ravenna, che include otto monumenti paleocristiani e bizantini: la Basilica di San Vitale, il Mausoleo di Galla Placidia, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, quella di Sant’Apollinare in Classe, il Battistero degli Ariani, il Battistero Neoniano e la Cappella di Sant’Andrea. Un motivo in più per visitare Ravenna nel 2021 sono le celebrazioni per i 700 anni della morte di Dante Alighieri, il cui sepolcro si trova proprio qui.

La splendida cupola della Basilica di San Vitale a Ravenna

Nel 1997 entrano nei siti UNESCO anche la Cattedrale, la Torre Civica e Piazza Grande a Modena. Il Duomo, in particolare, è uno degli esempi più magistrali del Romanico europeo.

La cattedrale di Modena con la torre campanaria Ghirlandina

Fanno parte dei siti UNESCO anche la Foresta di Sasso Fratino (dal 2017) che include le faggete più antiche d’Europa, la Biblioteca Malatestiana di Cesena (dal 2005) capolavoro del XV secolo e prima biblioteca civica in Europa.

L’atmosfera raccolta della Biblioteca Malatestiana di Cesena

Sempre nel 2005 è tutelata dall’UNESCO anche l’Abbazia di Santa Cecilia della Croara a San Lazzaro di Savena, nel bolognese. Ancora Bologna, nel 2006 è stata riconosciuta “Città creativa della musica” per essere stata la meta, tra il XVII e il XIX secolo, di musicisti di fama, da Mozart a Liszt, da Farinelli a Rossini e Donizetti. Tutelata dal 2010 la Chiusa di Casalecchio di Reno, sempre in provincia di Bologna, pregiata opera idraulica di epoca medievale.

La Chiusa di Casalecchio di Reno, nel bolognese

Nel 2011, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, riceve dall’UNESCO il riconoscimento di Testimone di Cultura della Pace. Aperto nel 1908, raccoglie 60 mila pezzi di ceramiche di ogni epoca e continente, dall’antica Mesopotamia a opere di artisti contemporanei del calibro di Picasso, Chagall e Matisse.

Le sale del Museo della Ceramica di Faenza

Tre i riconoscimenti UNESCO assegnati nel 2015. La prima è la città di Parma, eletta “Città creativa della gastronomia”, dove hanno sede l’Autorità Europea per la Sicurezza Internazionale, i Musei del Cibo e la Scuola di Cucina Internazionale (Alma).

Parma, città creativa della gastronomia

Nello stesso anno diventa Riserva MAB l’area protetta dell’Appennino Tosco Emiliano, che si estende tra il territorio di Parma e Reggio Emilia e ospita il 70% delle specie animali e vegetali presenti in totale in Italia. La seconda Riserva MAB UNESCO è il Parco del Delta del Po.

Veduta aerea del Parco del Delta del Po

Infine, nel 2019 anche l’area del Po Grande, che si estende nei territori attraversati dal Grande Fiume, tra Piacenza, Parma e Reggio Emilia, tra spiagge fluviali, boschi e pioppeti, diventa Riserva MAB.

INFO: www.emiliaromagnaturismo.it




WORLD PASTA DAY 2020. Il mondo festeggia un weekend a tavola… con la ‘Signora’. Le ricette di 5 top chef.

Il 25 Ottobre si celebra in tutto il mondo il World Pasta Day nato nel 1998 e festeggiato  attraverso iniziative in contemporanea, eventi gastronomici e naturalmente una ricca pasta a tavola!. Con noi, per festeggiare il suo 22esimo compleanno, mi sono trovato a tu per tu con cinque fantastici Chef che si sono raccontati e ci hanno regalato una loro ricetta in onore della pasta.
Buona festa ‘Signora Pasta’ e… Buon Appetito!

Il 25 Ottobre la tua tavola potrà rendere omaggio a uno dei piatti più apprezzati, amati, deliziosi e sempre sorprendenti. Chef, ristoranti e ‘pasta lovers’  sono invitati a creare un piatto che esprima titta la loro la passione per la pasta, una portata nata semplice e con ingredienti base, ma  che può essere trasformato in mille versioni. tradizionali o innovative, veraci o stellate diventando una vera delizia gourmet.

Regina della tavola e primadonna del selfie!

Pare che la pasta, oltre a essere uno dei piatti più popolari al mondo, sia anche uno dei più fotografati. Chi non resiste a immortalare un seducente piatto di pasta o scattarsi un selfie che faccia venire l’acquolina in bocca a tutti i nostri amici?

La Cucina dei Frigoriferi Milanesi

A Milano incontro Marco Tronconi Chef della Cucina dei Frigoriferi prestigiosamente inclusa nella lista Bib Gourmand e luogo dove, nei lontani anni ’20, veniva prodotto il ghiaccio ad uso industriale e privato per diventare nei mesi estivi, il dposito di fiducia delle pellicce delle signore  milanesi.


Cosa guidi?
Una Crossover Qashqai e, quando posso, la mia Honda VTR 1000
Dove ti piace passare un weekend libero?
Nelle capitali europee, ne ho visitate molte ma mi manca Parigi. Sarà la prossima meta.
Le destinazioni che hai più amato?
Stati Uniti, le Bermuda,Thailandia, Malesia.
La tua cucina è…
La definirei una cucina italiana, magari con una punta di Lombardia, specialmente nei mesi più freddi. Una cucina  semplice, che amo firmare ma non stravolgere e, seguendo il grande Marchesi, fatta non con troppi ingredienti. Amo piatti gustosi ma  semplici, Le mie presentazioni sono certamente attente all’aspetto e all’estetica, ma preferisco concentrarmi di più su abbinamenti e soluzioni semplici e gradevoli al gusto. Di confusione gastronomica ce n’è già abbastanza troppa in giro…


Primo ricordo in cucina?
Nonna Carolina che mi faceva giocare tra i fornelli nella casa nativa di Ponte Lambro.
Era una grande cuoca, non rieso a dmenticare i suoi fantastici  mondegili di pane raffermo, mortadella, avanzi di arrosti e una scorzette limone…
Una nonna ispiratrice?
Certamente, ho in mente per questo inverno un piatto che chiameremo ‘pan cotto maritato’ con cialada croccante di bacon e uova.


Cucini a casa?
Quasi mai, peò se ho del tempo mi pice fare un buon brodo di carne o verdure e conservarlo in cubetti surgelati. Mia figlia Rebecca va matta per i tortellini, freschi, fatti in casa o anche confezionati .. basta che siamo immersi in un buon brodo, ed ecco che quei cubetti diventano amici preziosi…
Dove ci porta il tuo piatto per il Pasta Day?
Verso un’ atmosfera autunnale con le protagonste di questa stagione: le castagne.

TAGLIOLINI ALLE CASTAGNE CON FUNGHI E SALSA ALLE ERBE


1 kg di farina
100 di castagne
3 uova
300ml di vino bianco .
Per la salsa
10g un mazzo di prezzemolo, timo e maggiorana
1 quarto di spicchio d’aglio
Preparazione
Sbollentare il prezzemolo raffreddarlo, frullare con erbe, olio e sale qb.
400g di funghi misti lavarli tagliarli e farli saltare in padella con burro alloro da togliere alla fine Cuocere la pasta, farla saltare coi funghi , mettere la salsa sul fondo del piatto e sopra i tagliolini.

Bistro By Do Leoni

Eccoci a Venezia, davanti all’incantevole vista sul Bacino di San Marco, in Riva degli Schiavoni, a due passi da Piazza San Marco ci aspetta il rinomato Hotel Londra Palace e il suo Bistro Do Leoni, guidato da Loris Indri che, sotto l’ala di Slow Food International, con l’associazione Relais & Châteaux, sostiene l’annuale “Food for Change” iniziativa che vuole combattere il cambiamento climatico e proteggere la biodiversità e per cui Indri ha creato un menu basato su pesce meno conosciuto e derivato da pesca sostenibile.


Chef, mi racconta la sua cucina?
Il mio obiettivo è sempre stato quello di coniugare semplicità e qualità a modernità, cercando di valorizzare il territori, piccoli agricoltori e produttori locali, minimizzando gli sprechi e sostenendo la biodiversità agroalimentare.


Un menu speciale?
Assolutamente: dall’ insalatina di radicchio di campo a ciuffi con intingolo tiepido di lardo alle erbe croccante, al risotto coi “rovinassi” al fegato alla veneziana. L’ho voluto intitolare “La rivalsa del quinto quarto – Le frattaglie nella tradizione veneta” 
Quindi abbraccia la filosofia “no waste”?
Certo, L’obbiettivo di riscattare i cosiddetti “scarti” della cucina, valorizzandone le proprietà, come il ricco contenuto di ferro e potassio, e recuperare antiche ricette venete.


E salvare le api, vero?
Certamente. Il miele non è solo un valido sostituto dello zucchero, ma è ingrediente ricco di valori antiossidanti, antinfiammatori, antitumorali e antimetastatici. Nel menu Slow Food, ho valorizzato il miele di barena, un’eccellenze italiana, prodotto nei terreni argillosi delle barene nella Laguna veneziana. Nel nostro piccolo, ognuno può fare qualcosa per aiutare e proteggere la terra!


La ricetta di Loris Indri
RAVIOLI DELLA LAGUNA VENETA

Ingredienti
Per la pasta:
150 gr farina 00, 140 gr semola di grano duro, 50 gr di lattuga di mare, 2 uova, 3 gr di sale
Per il ripieno:
60 gr di polpa di cefalo, 30 gr di ricotta fresca, sale e pepe QB
Per la finitura:
30 gr di canestrelli sgusciati, 70 gr di cozze, 70 gr di vongole, 2 seppioline da fritto, 2 pomodori ramati, 10 gr di zenzero fresco. olio Evo qb, erba cipollina, scalogno tritato, timo fresco, maizena
Procedimento
Per la pasta, sbollentare e frullare le alghe “lattuga di mare”, successivamente impastare tutti gli ingredienti assieme. Una volta ottenuto un impasto omogeneo, mettere a riposare in frigo coperto con pellicola.
Intanto prepariamo la farcia dei ravioli: prendiamo la polpa di cefalo e scottiamola con un po’ di olio ed aglio, saliamo pepiamo e lasciamo successivamente raffreddare. Ora incorporiamo la ricotta fresca e un po’ d’erba cipollina.
Mentre aspettiamo che la pasta si riposi, mettiamo a cuocere i pomodori ramati tagliati, con dello scalogno tritato soffritto, il timo e lo zenzero. Quando il pomodoro avrà iniziato a bollire, aspettiamo cinque minuti e poi filtriamo a colino e pressiamo con un mestolo per cercare di ottenere un parte di polpa. Prendere ora il composto filtrato, regolare di sale e pepe e addensare leggermente con un pizzico di maizena.
Formare ora i ravioli circa del peso di 20 gr l’uno, scottare con olio ed aglio i bocconcini di pesce precedentemente puliti, quali canestrelli, seppioline, cozze e vongole e salare leggermente.
Cucinare i ravioli in acqua bollente e glassare con una crema di burro formata da acqua di cottura e burro. Infine impiattare, partendo con l’acqua di pomodoro, adagiare sopra i ravioli e i bocconcini di pesce scottati.

La ‘Signora della pasta’

In un momento di tragica pandemia mondiale, la 22 edizione del World Pasta Day, vuole dare speranza e rallegrare gli spiriti.

Così si è espressa Stefania Peduzzi, la ‘Signora della pasta’, produttrice di Rustichella d’Abruzzo : “In questo momento di difficoltà che tutto il mondo sta vivendo, abbiamo rinnovato, tramite il progetto di filiera corta Primograno, l’accordo con i produttori locali per una pasta dal grano 100%, procurando lavoro e consolidando le tipiche eccellenze della regione abruzzese”

Puntiamo verso Nord!

Il bellissimo Friuli ci dà appuntmento a Tricesimo, appena fuori Udine, dove Juri Riccato della Antica Trattoria Miculan, prepara un omaggio alla pasta (rigorosamente fatta in casa) e ai tradizionali ‘casunzei’ ampezzani, portandoci in vetta alle Dolomiti… a modo suo.


Dove ti piace passare un weekend libero?
In montagna: qui vicino abbiamo zone bellissime come il Tarvisano e il Moggio udinese. Lì mi rilasso e curioso nelle piccole trattorie locali legati alla tradizione.
Che auto guidi?
Una Subaru, è ideale per la montagna e si arrampica bene.


Da quanto tempo esisite Miculan?
Dalla fine del 1800. Si chiamava La Collina, poi divenne Miculan. Mia moglie Michela, sommelier, e io abbiamo deciso di conservare questo nome, optando per un menu friulano con qualche divagazione attento alla stagionalità e al territorio, “svirgolando” qua e là verso altre direzioni. Punto a una cucina semplice e discreta, non invadente e dagli ingredienti ben definiti
Quindi non ti piace la cosiddetta confusione?
Mi piace una confusione ben definita.


Il tuo primo ricordo in cucina?
Le lasagne e le polpette mamma Paola : la cucina era un punto di incontro e di divertimento.
Cosa ti diverte cucinare?
La pasta ripiena, dagli agnolotti, ai ravioli, agli gnocchi carnici, tutti piatti che ho amato da sempre, fino da quando ero un allievo della scuola culinaria a Falcade.


La tua ricetta?

Una citazione dei tradizionali ‘casunzei’ ampezzani con barbabietola rossa e semi di papavero e rivisti a modo mio, a cominciare dalla forma stellata.

AGNOLOTTI “ALL’AMPEZZANA” RIVISITATI


Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta
– 180 gr di farina 00
– 100 gr di uova
– Sale q.b.
Per il ripieno
– 2 barbabietole di media misura
– 100 gr di ricotta vaccina fresca (leggermente asciutta)
– Sale q. b
– Per il condimento
– 100 gr di burro chiarificato
– 100 gr di formaggio stagionato
– Semi di papavero
Procedimento
Impastare insieme la farina, le uova e il sale fino ad ottenere una pasta liscia e omogenea, coprirla con la pellicola e lasciarla riposarla per almeno un paio di ore in frigorifero.
Nel frattempo far bollire l’acqua salata e, appena raggiunta l’ebollizione, mettere a cucinare le barbabietole. Una volta cotte vanno raffreddate, pelate e strizzate leggermente. Aggiungere ora la ricotta e frullare il tutto fino a renderlo omogeneo e non troppo liquido.
Prendere la pasta e stenderla sottile con la sfogliatrice; con un coppa pasta rotondo tagliare la pasta in dischi e disporla sul tavolo, spennellare con un pennello e acqua, prendere la barbabietola con la ricotta e posizionare il composto al centro del disco aiutandosi con una saccapoche. Chiudere la pasta formando un agnolotto a 4 punte. Una volta formati, tutti gli agnolotti andranno cotti in acqua bollente mentre si scalda il burro chiarificato. Scolare gli agnolotti, mettere il formaggio stagionato sul piatto e adagiarvi sopra gli agnolotti; aggiungere altro formaggio a piacere e semi di papavero.
Cospargere il tutto con il burro chiarificato fuso e servire.

Gran finale: la pasta diventa “Sua Maestà”… indovinate dove?

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Eccoci a Bologna dove “Sua Maestà la Tagliatella”…
è veramente la regina della tavola!

Piatto storico, onorato e rispettato. Pensate che nel 1972 una Delegazione di esperti ha depositato in uno scrigno della Camera di Commercio, un campione in oro della celebre pasta, decretandone la perfetta larghezza. La misura ‘aurea’ decretata è di 6.5/7 mm da cruda e di 8mm da cotta (cioè 6.5/7 mm da cruda)

Ma perchè questa misura?  E’ un omaggio alla Torre degli Asinelli, infatti corrisponde alla dodicimiladuecentosettantesima parte dell’altezza della Torre. Per celebrare il Pasta Day, ecco la ‘insolita’ tagliatella al pesce di Forchetta e Cuciglio.
Insolita, ma rigorosamene ‘Made in Bologna’…

Forchetta e Cuciglio

A Bologna può succedere di tutto anche che Alice Ferrari, chef emiliana, incontri Fe Orio, Chef filippina e che si divertano a cucinare e a farvi divertire con allegria e buon gusto.

Weekend libero. Dove vorreste andare ? Con che auto?
Alice: In Calabria, una terra che amo per i suoi profumi e il carattere della sua gente. Amo particolarmente la zona monatgnosa della Sila dove trovo ottimi salumi e formaggi. La mia auto preferita è la Panda, ne ho ereditata una da mio nonno e sono rimasta fedele.
Fe: Niente auto, guido un motorino. Per un weekend speciale, allungherei i tempi per tornare nelle Filippine, dove ho tutta la mia famiglia che vedo piuttosto raramente e mi piacerebbe fare una tappa nell’incantevole Boracay, per godermi un mare meraviglioso e gustare i piatti locali, come il branzino al cocco e zucca.


Un viaggio all’estero che vi è piaciuto o che vorreste fare?
Alice: Ho viaggiato molto fin da piccola. Ho adorato l’Egitto e ho Londra nel cuore. Mi piacerebbe tornarci presto
Fe: Vorrei scoprire la Thailandia, un paese molto vicino alla mia cultura.
Fe, cosa hai portato della cucina filippina nel vostro menu?
Fe: Peperoncino latte di cocco, salsa di soia.  Sto sperimentando piatti di pesce e funghi cucinati in foglia di banana.


C’è un piatto che mangiate solo se cucinato da un’altra persona?
Alice:( sorride) La pizza de’ Il Monello, qui a Bologna. Saporita, digeribile e poi Il pizzaiolo è il compagno….
Fe: Stessa risposta! Ne ho assaggiate tante però quella del Monello è imbattibile! Anche per il suo impegno sociale, infatti questo locale è impegnato da anni nell’inserimento lavorativo di persone con disabilità e vulnerabilità sociale.
Assolutamente da assaggiare del vostro ristorante…
Alice e Fe: I nostri piatti di pesce e le nostre ‘pucce’ fatte con pasta di pane lievitata oltre le 24 ore, 30% farina tipo”0″ e 70% multicereali e farcite con pesce, verdura, latticini e salse.


Tre parole per definire il vostro ristorante.
Alice: Freschezza, convivialità e dolcezza.
Fe: Aggiungerei gioia e allegria.

TAGLIATELLE AL RAGU’ BIANCO DI PESCE

Per 6 persone:
Per la pasta fresca:
250g farina 00, 250g farina di semola, 7 uova
Per il ragù:
300g di ritagli di pesce (nel nostro caso: calamari, gamberi, cozze, vongole. pesce spada),
1 cipollotto, 1 spicchio d aglio in camicia. 3 cucchiai di pasta d acciughe (o 4 filetti di acciughe sott’olio). N’ 10 pomodorini gialli, Basilico fresco, 1 limone( la scorza). Acqua delle cozze (precedentemente aperte), olio, sale, pepe  q.b.
Prepariamo le tagliatelle:
Unire le due farine ed aggiungere le uova. Impastare fino ad ottenere una massa abbastanza dura e compatta. Lasciar riposare in frigo per tutto il tempo di preparazione del ragù. Dopodiché tagliare la palla in 4 e stendere prima con il matterello, poi se manca le competenza di finirla a mano… munirsi di tirapasta ed arrivare ad uno spessore di 2 mm.
Prepariamo il ragù:
Mettere una padella capiente sul fuoco, due Gigi d olio. Aggiungere cipollotto tagliato fine e aglio in camicia schiacciato. Far dorare il tutto è togliere l’aglio. Aggiungere I pomodorini tagliati in 4 e poco dopo il pesce tagliato a pezzetti. Lasciar rosolare e sfumare con l’acqua delle cozze. Aggiungere basilico, scorza di limone, aggiustare di sale e pepe. E… buon appetito!

INFO
La Cucina dei Frigoriferi Milanesi
Bistro By Do Leoni
Forchetta e Cuciglio
Antica Trattoria Miculan

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto qui, in stile ‘Turista non Turista’