I 10 animali più strani del mondo

Quando la natura ci si mette, si sa, sa essere sorprendente, meravigliosa o bizzarra. Per questo, questa settimana, per la rubrica TOP TEN, ci siamo divertiti ad andare alla ricerca degli animali più strani del mondo (e dove trovarli). E, anche questa volta, la scelta è stata difficilissima. Alcuni li conoscete già, altri vi sorprenderanno.

1.Ornitorinco (Australia)

È forse il più famoso di tutti. Corpo che ricorda quello di un castoro, becco e zampe palmate di papera. L’Ornitorinco è una piccola chimera che ha lasciato di stucco anche i suoi scopritori, che non potevano credere ai loro occhi. Tanto che vennero accusati persino di frode quando mostrarono al mondo la loro “scoperta”.  Il suo nome deriva dal greco òrnis, cioè “uccello” e rhýnchos, “muso”. Tuttavia, anche se a prima vista questo simpatico marsupiale, (che fa le uova, ma allatta i piccoli e viene considerato un mammifero) e vive nelle acque dolci dell’Australia, è tutt’altro che “carino e coccoloso”. Il maschio, in particolare, è dotato di una ghiandola velenifera e può essere molto pericoloso quando rivolge il suo veleno contro gli esseri umani. Insomma, castoro, papera e anche un po’ serpente! Più strano di così…

2. Aye-aye (Madagascar)

Con quegli occhi gialli spalancati, le dita scheletriche, gli incisivi sporgenti e il suo aspetto spelacchiato non è proprio una bellezza. Ma l’Aye-aye riesco ad apparire a suo modo tenero. Questo lemure del Madagascar, il più grande della Terra tra i lemuri notturni, ha le dimensioni di un opossum ed è annoverato tra le specie in via d’estinzione. Questo perché, proprio per il suo aspetto, è stato oggetto di superstizione da chi lo riteneva portatore di sfortuna e messaggero di demoni, e per questo ucciso. Oggi, non si conosce quanti esemplari ne siano rimasti in natura. Il film Disney “Madagascar” gli ha reso omaggio dedicandogli il personaggio di Maurice, che è, appunto, un Aye-aye.

3. Blobfish (Australia)

Colore rosa grigiastro, nasone, bocca all’ingiù che gli conferisce un’espressione perennemente triste e una consistenza molliccia. Con questa caratteristica, il Blobfish, che vive nelle acque profonde dell’Australia meridionale, si è guadagnato la medaglia di “animale più brutto del mondo”. In realtà, se osservato nel suo ambiente, cioè gli abissi oceanici, a una profondità compresa tra i 200 e i 1000 metri, non sarebbe nemmeno così brutto. Tuttavia, questo pesce, lungo non più di 30 centimetri, è sprovvisto della vescica natatoria che gli impedisce di vivere a profondità minori e, quando gli succede di “risalire” per le regioni più disparate, il suo corpo si espande sotto la pressione dell’acqua e assume l’aspetto informe di un “blob”. Non è commestibile, tuttavia è una specie in via di estinzione per la sua struttura delicata e perché spesso finisce nelle reti della pesca a strascico.

4. Granchio Yeti (Pacifico meridionale)

Ha l’aspetto di una grossa aragosta bianchiccia e pelosa. Da qui il nome di Granchio Yeti, anche se il suo nome scientifico è Kiwa hirsuta. Il ritrovamento di questo animale rarissimo è avvenuto nel 2005 nel Pacifico meridionale, a 2200 metri di profondità, al largo delle Isole di Pasqua. Il suo nome, Kiwa, è quello della dea polinesiana, madre di tutte le conchiglie, mentre hirsuta si riferisce alla peluria che lo ricopre, della consistenza delle setole di uno spazzolino da denti. Di questa specie non si conoscono ancora le abitudini, l’alimentazione, il metodo di riproduzione, perché non solo è molto raro, ma si vede di rado in superficie e il suo ritrovamento è stato del tutto casuale.

5. Salamandra di Axolotl (Messico)

Questa salamandra che vive nel lago di Xochimilco, a 20 km da Città del Messico, ha l’aspetto di un piccolo alieno sorridente, al punto che molti ne hanno fatto un animale domestico da mettere nel proprio acquario, senza tenere conto che non si tratta di un pesce, ma di un anfibio. Animale rarissimo e in via di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, questa salamandra è lunga circa 30 centimetri, da adulta e ha una vita che può arrivare anche a 15 anni. Ha la testa grossa, occhi senza palpebre, arti poco sviluppati con dita sottili, denti appena accennati, ma aguzzi. Possono avere quattro diverse pigmentazioni, con diverse varianti: rosa pallido con occhi neri, dorata con occhi dorati, grigia con occhi neri e tutta nera. Una mutazione ne fa trovare anche con mantello pezzato bianco e nero. Ha anche la capacità, anche se limitata, di alterare i propri colori per mimetizzarsi meglio con l’ambiente circostante.

6. Uacari calvo (Brasile e Perù)

Un posto nella nostra Top Ten anche per questa scimmia di una specie piuttosto rara, che vive delle foreste del Brasile e del Perù, lungo il corso del Rio delle Amazzoni. L’aspetto piuttosto strano è dato dal contrasto tra la pelliccia, folta e grigiastra, il volto rosso acceso, senza sopracciglia, con grandi orecchie e il cranio pelato. Di corporatura robusta, gli Uacari hanno una coda di appena 13 centimetri, non prensile, vivono sugli alberi e in grandi gruppi anche di cento individui, comunicano con grida acute e si cibano di semi e frutta.

7. Rana viola (India)

Anche questo anfibio è una scoperta recente. È stato avvistato per la prima volta, infatti, nel 2003 sui mondi Ghati occidentali, in India. Il suo nome scientifico è Nasikabatrachus bhupathi, con riferimento al suo strano naso, che ricorda un po’ quello di un maiale ed è la prima cosa che salta all’occhio quando si osserva questo strano animaletto. Anche il corpo ha una forma paffutella con un colorito violaceo. Osservando la sua lingua, i ricercatori hanno poi scoperto che si nutre di formiche e termiti. La rana viola, insomma, vive sotto terra e si avvicina ai corsi d’acqua solo durante il periodo dell’accoppiamento. È anche rarissima: ne sono stati trovati meno di 150 esemplari, tutti sui monti Ghati.

8. Narvalo (Mari del Nord)

Per il suo aspetto è stato chiamato “Unicorno marino”, anche se il suo nome, dal norvegese narvhal, significa “balena cadavere”. Nell’antichità era annoverato tra i mostri marini per il suo aspetto, che ricorda quello di un beluga, dalla lunghezza che può arrivare fino a 7 metri nei maschi e l’unico “corno” lungo 2 metri e mezzo. Il narvalo vive nei mari artici e lo si può incontrare vicino al Polo Nord, in Norvegia vicino a Capo Nord, in Alaska nei pressi di Barrow, qualche volta nelle fredde acque del Canada. In natura, questi singolari cetacei possono vivere fino a 50 anni. Sulla funzionalità del “corno”, invece, gli scienziati sono divisi. Presente solo nei maschi, alcuni sostengono che sia funzionale alle “lotte” per l’accoppiamento, altri che sia un modo per intimorire i nemici naturali, come le balene e gli orsi polari.

9. Talpa dal muso a stella (Canada e USA)

Buffa è buffa, bellissima non proprio, ma la Talpa dal muso a stella, diffusa nel nord est degli Stati Uniti e in Canada è una macchina da guerra concentrata in appena 50 grammi di peso. Non solo riesce a sopravvivere per parecchio tempo sotto terra grazie alla presenza di un’emoglobina particolare che le consente di fare a meno, o quasi, dell’ossigeno, ma, negli anni Ottanta, si è scoperto che le singolari escrescenze, simili a piccoli tentacoli, che ha sul muso sono i più sensibili organi tattili del mondo. Sono infatti pieni dei cosiddetti “organi di Eimer”, ben 112 mila contro i 17 mila di una mano umana, fibre nervose che servono alla talpa, cieca, di localizzare le sue prede e di inghiottirne in grande quantità in poco tempo, catturandole con i suoi denti a pinzetta.

10. Armadillo rosa (Argentina)

Chiudiamo la nostra Top Ten con l’armadillo rosa, un animale talmente buffo e carino che sembra uscito da una fiaba, ma proprio per queste caratteristiche è a rischio estinzione. Oltre a doversela vedere con la scomparsa del suo ambiente naturale, le aree miti e temperate dell’Argentina, è spesso vittima del commercio illegale. Ma questo piccolo mammifero di appena 15 cm non è adatto alla vita da animale domestico. Non sopravvive, infatti, più di otto giorni alla cattività. La sua corazza, costituita da placche ossee rosa pastello, gli ricopre il dorso, la testa, le gambe e la coda, mentre il resto del corpo è coperto da una morbida peluria chiara. Ha una vista debole, ma un olfatto ben sviluppato. Con le sue zampe anteriori dotate di robusti artigli scava nel terreno per cibarsi ci termiti e formiche, che poi cattura con la sua lunga lingua vischiosa.




L’Italia è la nazione più pet friendly d’Europa. Ecco dove portare i vostri amici

Solo nell’ultimo anno, sono 3,5 milioni gli italiani che hanno adottato un animale domestico. Quando gli amici a quattro zampe entrano a far parte della famiglia, è naturale pensare anche a loro quando si organizza una vacanza. La buona notizia è che l’Italia è il paese con più case vacanza pet friendly, cioè che non solo accettano gli animali domestici, ma mettono a disposizione servizi pensati appositamente per loro.

Airbnb ha rilevato che le ricerche di alloggi per friendly sono aumentate negli ultimi mesi del 65% e degli alloggi disponibili sul portale, più di 130 mila segnalano gli amici pelosi come i benvenuti. Airbnb ha quindi redatto una classifica delle più belle case vacanza pet friendly. Ecco quelle in Italia.

Alla Salentina di Tricase una spiaggia per Fido

Nello splendido Salento, in Puglia, si trova La Salentina, una villetta bifamiliare con vista mare, situata lungo la litoranea che da Contrada Guardiole porta a Santa Maria di Leuca. Oltre alla vista mozzafiato, il territorio circostante è composto da macchia mediterranea. La spiaggia si trova a 500 metri, ideale per i “pelosi” che amano fare il bagno di mare e rotolarsi nella sabbia. Al ritorno, troveranno a disposizione tutto il necessario per il bagnetto.

Nella Casa sull’Albero di Firenze una “vacanza da cani”

A pochi km da Firenze, immersa nella splendida campagna toscana, si trova la Casa sull’Albero, che ricorda i libri di avventura che si leggevano da bambini. Confortevole, panoramica, intima, provvista di grandi vetrate, consente di vivere un’esperienza davvero unica in compagnia degli amici a quattro zampe. Il meraviglioso ambiente circostante, infatti, costituisce per il cane una stimolante avventura, tra stimolazione visiva e passeggiate nella natura.

Ai Sette Colli di Ostuni, vacanze “pelose” in un trullo

Tra le case vacanza più belle e desiderate d’Italia c’è il trullo “I Sette Coni” di Ostuni (BR), gestito dalla signora Anna. Gli ospiti hanno a disposizione l’intero trullo, che può ospitare quattro persone. Il contesto è da fiaba, in un piccolo villaggio di trulli e comodo alle più belle spiagge e borghi della zona. Si può ovviamente soggiornare con il proprio animale domestico. Il veterinario però consiglia, data la presenza di animali selvatici, di provvedere per tempo al richiamo delle vaccinazioni e di attuare la prevenzione contro filariosi e leishmania.

A Cisternino, in un trullo dell’800 con il pet

A Cisternino, in uno splendido complesso di trulli del 1800 recentemente ristrutturati secondo le tradizioni dei maestri trullari. In Contrada Capperi, nel cuore della pittoresca Val d’Itria, si trova il Trullo del 1800, gestito da Luca. Il soggiorno in questa struttura consente di vivere una vacanza all’insegna del relax e delle tradizioni, tra masserie e ulivi secolari in compagnia del proprio pet. Il veterinario consiglia, soprattutto se sono i primi viaggi in compagnia del vostro amico peloso, di portare con voi la sua cuccia e qualcosa che gli sia familiare per farlo ambientare meglio.

INFO

www.airnbnb.it 




Pet therapy: uso terapeutico degli animali da compagnia

In generale, il principio della pet therapy si basa sull’ utilizzo del rapporto speciale che certe persone instaurano con gli animali per favorire il processo terapeutico (psicologico, fisico e sociale). I contatti che si instaurano tra animale e paziente accelerano e facilitano i rapporti con i terapeuti, contribuiscono a rendere la situazione meno stressante, facilitano l’esercizio fisico e favoriscono il dialogo. Gli animali impiegati per tale tipo di terapia sono molteplici (cani, delfini, cavalli..) e la scelta su quale di essi sia più idoneo per ognuna delle persone è valutata dalle esigenze psicologiche, fisiche e relazionali. Inoltre bisogna prestare attenzione nella scelta appropriata poiché è stato dimostrato quanto un errore di valutazione possa causare problemi anche molto gravi. Le ricerche condotte per valutare gli effetti di tale terapia hanno messo in luce modalità di azione-stimolo che quasi sempre si potenziano tra loro e possono venire riuniti nei seguenti meccanismi.

pet therapy

Meccanismo affettivo-relazionale: l’emozione agisce in molte malattie. La tecnica di rilassamento, indotto fissando l’attenzione su un singolo elemento uditivo o visivo o attraverso il rapporto con un animale amico, comporta una serie di modificazioni fisiologiche che sono opposte alla risposta reattiva causata dallo stress soprattutto quello cronico. Le modificazioni fisiologiche che avvengono durante uno stato di rilassamento sono: la diminuzione del ritmo cardiaco- respiratorio, la diminuzione della pressione arteriosa, la diminuzione del tono muscolare e il rallentamento delle onde elettrico-cerebrali. Ricerche recenti hanno dimostrato che, almeno in parte, la pet therapy opera attraverso le vie biochimiche della risposta di rilassamento: infatti, un rapporto uomo-animale tranquillizzante e rilassante interviene sulla produzione di adrenalina e altri ormoni corticosteroidi o “ormoni dello stress”, con il risultato finale di una minore pressione arteriosa, un ritmo cardiaco-respiratorio più lento e una serie di altri benefici.

pet therapy

Meccanismo ludico: molteplici studi che riguardano il gioco hanno messo sufficientemente in luce la fondamentale importanza che esso ha per il bambino a livello emozionale, cognitivo, relazionale. La pet therapy analizzata anche come gioco possiede tutti quei benefici che contengono in sé le attività ludiche.
Meccanismo fisico: la maggior parte delle attività svolte con animali non possono avvenire se non associate ad un’attività motoria da parte di chi usufruisce della terapia: basti pensare all’ippoterapia, ai giochi in acqua insieme ai delfini, alle passeggiate agli esercizi di obbedienza di base e agility e a dei giochi che si possono eseguire con i cani.
Meccanismi psicologici: i benefici effetti della pet therapy fanno capo sia all’ambito cognitivo che a quello affettivo-relazionale. Attuare una rassegna puntigliosa diventa assai difficile poiché proprio in questo tipo di terapia scindere gli aspetti prettamente psicologici da quelli fisici e dei comportamenti sociali è un’impresa quasi impossibile e forse inutile da un punto di vista esplicativo.

pet therapy

Tuttavia diversi sono stati gli elementi messi in luce, di volta in volta, dagli studiosi del campo; molteplici sono le ricerche che mettono in luce la possibilità che l’utente ha, durante la seduta, di dominare la propria apprensione cercando di armonizzare i rapporti sia con il terapista che con l’animale: quasi sempre, infatti, si richiede a chi si sta rapportando con l’animale di adottare con esso un comportamento adeguato al fine di non provocare danno o eccessivo fastidio all’animale. Questo sembra che faccia emergere aspetti di cura e responsabilità, determinando cambiamenti nello stile relazionale dei pazienti.
Per maggiori info: www.sicap.it/~merciai/psicosomatica/students/pet2.htm