Bologna gourmet: Via Indipendenza e la “ghiotta” gramigna alla salsiccia

Benvenuti a Bologna! Welcome to Bologna!

Oggi percorreremo insieme un percorso storico, a cominciare dal nome: Via dell’Indipendenza, completata alla fine dell’Ottocento e così chiamata per celebrare la proclamazione del Regno d’Italia e per collegare l’importante rete ferroviaria fino al gioiello della città: Piazza Maggiore.
Una passeggiata di circa 1 Km chilometro, un percorso ricco di storia, arte, shopping e…delizie gastronomiche, cosa inevitabile, visto che da secoli Bologna è stata definita la “Ghiotta”.

Piazza Maggiore

Siete pronti?
Lasciamo la Stazione ferroviaria e puntiamo verso il Parco della Montagnola e Piazza VIII Agosto, dove già dal 1251 si allestiva il mercato del bestiame. Oggigiorno, ogni venerdì e sabato c’è un coloratissimo mercato, dove si può trovare di tutto: cose utili, cose banali, cose stravaganti, ma sopratutto il contatto umano, la battuta scherzosa, il gioioso contrattare sull’acquisto e la spensierata filosofia di vita dei commercianti da strada.


Più avanti incontriamo L’Arena del Sole, inaugurata nel 1810 come “luogo dato agli spettacoli diurni”. Il suo palcoscenico ha ospitato grandi artisti: Dario Fo, Francesco Guccini, Luca Carboni, Andrea Mingardi, gli Stadio, Jimmy Villotti e Steve Grossman.

Ed ecco che Bologna si trasforma in una piccola Venezia. Siamo in Via Piella e dalla finestrella intagliata sul muro, si scorgono chiuse, torrenti seminascosti sul Canale delle Moline.
Visibilissima invece l’imponente Cattedrale di San Pietro, dove tutti i sabati è possibile
visitare gratuitamente il campanile, che all’interno ne contiene un altro di forma cilindrica, molto più antico.

La Cattedrale di San Pietro

Eccoci arrivati nella spendida Piazza Maggiore, nel cuore di Bologna
Da vedere:
SalaBorsa
Museo civico medioevale
Palazzo dei Banchi

Palazzo dei Notai
Palazzi del Comune
Palazzo Re Enzo
Fontana del Nettuno del Giambologna

La piazza è dominata dalla Basilica di San Petronio, che, per la facciata incompleta,  è reputata la chiesa in mattoni più grande al mondo. Qui potrete visitare l’organo considerato il più antico al mondo.
Dopo questa camminata, brindiamo! Nei weekend l’aperitivo a 54 metri di altezza, sulla nuova Terrazza Panoramica Basilica San Petronio. Si accede tramite ascensore e salendo i comodi gradini del ponteggio.

La Basilica di San Petronio

Esattamente di fronte a San Petronio, sorge il Palazzo del Podestà la cui parte più celebre è il Voltone, con il suo curioso effetto acustico, infatti posizionandosi nei due angoli opposti della volta , sarà possibile parlarsi senza che chi si trova nel centro o in qualsiasi altro punto, riesca a sentire quello che si dice.

Il Voltone

A tavola, Bologna detta legge, non per niente l’hanno soprannominata la”Ghiotta”.
Tra i piatti bolognesi più celebri troviamo le lussuriose lasagne, i mitici tortellini in brodo di cappone, la squisita cotoletta alla Petroniana, ricoperta di prosciutto e parmigiano e la tradizionale gramigna alla salsiccia, vera protagonista sulle tavole bolognesi e di cui, più avanti, scoprirete la ricetta originale.

Dove mangiare in Via Indipendenza e dintorni
Lungo il nostro percorso o appena girato l’angolo, troveremo ristoranti e trattorie, quasi tutti all’insegna della buona cucina emiliana. Tra questi: Caminetto d’oro e Trattoria Gianni, classico ritrovo dei bolognesi. Tra i ristoranti della tradizione il Diana e I Portici, mentre in Via Righi troviamo Trattoria la Montanara e (questa è davvero una chicca…) un ristorante che amo moltissimo, The man and the sea, guidato dall’eccellente Chef Vittorio Cameli.

Una deliziosa insalata di mare shakerata all’arancia dello Chef Vittorio Cameli, The Man an The Sea.

Restiamo nel cuore della città, nella pittoresca Via Orefici scopriamo Deep, un posticino specializzato nel pesce, recentemente inaugurato dallo Chef stellato Agostino iacobucci

Il mare a Bologna, un’idea di Agostino Iacobucci

Imbuchiamo il suggestivo Vicolo Colombina per concederci una tagliatella al ragu (fatta proprio come si deve…) nel Ristorante Vicolo Colombina giovane, conviviale, accogliente. paladino di una cucina genuina, tradizionale e…bolognese! Dai tortellini in brodo a quelli con taleggio e mandorle, allo sformatino di patate e mortadella con salsa di Parmigiano Reggiano (slurp!) Firma il menu una colonna della gastronomia emiliana, il celebre chef Massimiliano Poggi.

Per un aperitivo coi fiocchi, Via Pescherie Vecchie vi attende con i suoi ricchi taglieri di salumi e formaggi. Per chi ama i dolci, ecco la pasticceria Sebastiano Caridi e la cioccolateria Roccati, mentre il pane top lo troverete da Brisa in Via Galliera.

Cioccolateria Roccati

Ma forse il piatto che può veramente dirvi “ Benvenuti a Bologna” è una specialità della tradizione emiliana​: la gramigna alla salsiccia, tipica pasta dalla forma di piccoli vermicelli, condita con un corposo ragù. Un piatto facile da preparare, gustoso, conviviale e saporito. Per gustarci una gramigna davvero eccezionale, cambiamo zona e ci spostiamo  nel Rione Cirenaica, appena fuori dal centro storico.


Al 7 di Via Gianni Palmieri, troviamo il Becco di Legno, un’autentica osteria che da più di cento anni serve una gramigna verde alla salsiccia che si mormora essere la migliore della città. L’osteria, iniziata nel 1920 da nonna Peppina, poi gestita da mamma Giustina, oggi è condotta dall’ “erede” Oste (e non chiamatelo chef…) Raffaele Panzavolta, famoso per la sua tradizionale cucina bolognese.

Raffaele, al timone del Becco di Legno, dove la gramigna è la primadonna

Acquolina in bocca? Ecco la ricetta!

GRAMIGNA ALLA SALSICCIA


Ingredienti per 4 persone

  • 360 g di gramigna verde (all’uovo fresca, essiccata o di semola)
  • 250 g di salsiccia fresca
    200 g di passata di pomodoro
  • 1 cipolla gialla
  • 50 grammi di sedano tritato fine
  • 40 grammi di carota tritata fine
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 rametto di maggiorana
    1 foglia di alloro
  • 1 rametto di rosmarino
  • olio, sale e pepe quanto basta
  • 1 spolverata di noce moscata

Preparazione
Tritare cipolla, sedano e carota.
In un tegame mettere 5 cucchiai di olio di oliva e fate stufare le verdure e aglio (intero) 10 minuti, fiamma dolce.
Togliere il budello della salsiccia e sminuzzarla con le dita, farla rosolare in una pentola antiaderente, mescolando con un cucchiaio di legno. Unire le verdure e farla imbiondire per qualche minuto, mescolando spesso, quindi sfumare con il vino bianco. Unire la passata di pomodoro, erbe aromatiche a piacere e bollire per circa 20 minuti. Quando il ragù è ben amalgamato e asciutto togliete la foglia di alloro e l’aglio e condite con la maggiorana sgranata. Nel frattempo cuocete la pasta al dente in abbondante acqua salata, scolatela e poi conditela con il ragù di salsiccia, spolverate di parmigiano grattugiato e decorate una foglia di alloro e un ciuffetto di rosmarino.

E nel calice?
Le vivaci bollicine rosse del Lambrusco Falconero Zero Terraquilia , secco, asciutto e scorrevole, da abbinare a salumi, parmigiano reggiano, grana padano e perfetto per un piatto di saporita gramigna.

INFO
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On the next page You ‘ll find the Gramigna’s recipe in English.
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Foodwise,  Bologna rules.
That’s why they nicknamed it “Bologna la Ghiotta”(Bologna the Glutton).
Among the most famous Bolognese dishes we find yummy lasagna, legendary tortellini in capon broth, the Petroniana cutlet, covered with ham and parmesan and the traditional gramigna pasta with sausages.

Gramigna is a typical pasta shaped as small vermicelli, topped with a rich meat ragù. It is an easy-to-prepare, tasty, convivial and savory dish. To enjoy a this amazing dish, we change the area and we move to the Rione Cirenaica, just outside the historic center.


At n.7 of Via Gianni Palmieri we find Becco di Legno, an authentic tavern that has been serving a green gramigna with sausage for more than a hundred years, and it is rumored to be the best in the city. The tavern, started in 1920 by grandmother Peppina, then managed by mother Giustina and today run by the “heir” cook (and don’t call him chef …) Raffaele Panzavolta, famous for his traditional Bolognese cuisine.

Raffaele, al timone del Becco di Legno, dove la gramigna è la primadonna

Mouth watering? Here is the recipe!
GRAMIGNA WITH SAUSAGES

Ingredients for 4 people
360 g of green gramigna (with fresh, dried or semolina egg)
250 g of fresh sausage
200 g of tomato puree
1 yellow onion
50 grams of finely chopped celery
40 grams of finely chopped carrot
1 clove of garlic
1 sprig of marjoram
1 bay leaf
1 sprig of rosemary
oil, salt and pepper as required
1 sprinkle of nutmeg

Preparation
Chop onion, celery and carrot.
Put 5 tablespoons of olive oil in a pan and simmer the vegetables and garlic (whole) for 10 minutes, low heat.
Remove the sausage casing and chop it with your fingers, brown it in a non-stick pan, stirring with a wooden spoon. Add the vegetables and let it brown for a few minutes, stirring often, then deglaze with the white wine. Add the tomato puree, aromatic herbs to taste and boil for about 20 minutes. When the ragù is well blended and dry, remove the bay leaf and the garlic and season with the shelled marjoram. Meanwhile, cook the pasta al dente in plenty of salted water, drain and then toss with the sausage sauce, sprinkle with grated Parmesan cheese and decorate a bay leaf and a sprig of rosemary.

What about a great wine to pair?
The lively red bubbles of Lambrusco Falconero Zero Terraquilia , dry and flowing, to combine with cured meats, Parmigiano Reggiano, Grana Padano, just perfect for a tasty gramigna dish.

INFO
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AGOSTINO IACOBUCCI: Dal tortellino al babà: la verace cucina napoletana incontra il patrimonio gastronomico emiliano.

TESTO E FOTO DI CESARE ZUCCA –

Che viaggio! Dal tortellino al babà…. oggi incontriamo Agostino Iacobucci che, tra ricordi delle terre native e citazioni della regione che lo ospita, propone un viaggio tra tradizione e innovazione, realizzando una felicissima sintesi del meglio della verace cucina napoletana in abbinamento al grande patrimonio gastronomico emiliano. A Castelmaggiore, alle porte di Bologna, in un parco secolare immerso nel verde, vi aspetta il Ristorante Agostino Iacobucci, una Stella Michelin che si è posata sulla suggestiva Villa Zarri.


Le protagoniste in tavola sono Emilia e Campania, in un menu che sottolinea l’incontro delle due regioni, dove, nella sezione emiliana, spiccano un Manzo, porcino e castagne, Quaglia autunnale e Maialino da latte, sedano rapa, erbe spontanee, kumquat e il suo jus,

I gusti partenopei rivivono nel Triglia, garusoli, n’duja e erbe amare, Totano, patate e dragoncello, Spaghetto, con calamari e aglio nero fermentato per finire nel paradisiaco abbraccio dei uno dei simboli iconici della pasticceria napoletana: il babà realizzato con farina manitoba, zucchero, lievito di birra uova, lavorato con acrobatiche manipoliazioni attraverso ben tre lievitazioni, coccolato da una glassa di agrumi e albicocche, servito con frutti di bosco.

Domanda di rito: che auto guidi?

Una Mercedes, l’ho scelta perché trovo che in fatto di macchine i tedeschi abbiano una marcia in più e poi sono anche un Ambassador della Mercedes
Dove ti piace passare un weekend libero?
Per me il weekend è solo di Domenica, giorno della nostra chiusura. Mi piace dedicarlo alla famiglia.
Anche la tua famiglia è orientata verso la ristorazione?
Si, mio figlio Eugenio studia scuola alberghiera, mio fratello Pasquale lavora da Bottura, mia moglie è il mio socio amministrativo… beh,( sorride) dietro un grande uomo ci deve essere una grande donna…
I tuoi viaggi all’estero?
Ho viaggiato tanto per lavoro: Brasile, Ecuador, Argentina, Canada, Londra, Parigi..
Spesso per scambi internazionali promossi dall’organizzazione Young Chef che invitava giovani  stellati a dimostrazioni in tutto il mondo.

I tuoi primi ricordi in cucina?

A Castellammare, dove sono nato. le polpette stratosferiche di mia mamma Caterina.  Papà, operaio, salutista e astemio, amava i patti sempici, tipo spaghetti al pomodoro, ma sempre con prodotti di qualità. Anche nonno si era specializzato nelle polpettine di carne, davvero strepitose anche se erano più pane che carne… Le vere cuoche erano zia Giovanna e nonna Angela che gestivano un ristorante a Lettere, appena sopra Gragnano.

Nonna era una contadina che si alzava alle quattro di mattina per accudire agli animali, mungeva le vacche, raccoglieva le uova, preparava il caffè con una moka primordiale sulla cucina a legna (mi ricordo ancora quel profumo…) e poi tutti a tavola, per una prima colazione piuttosto frugale. Non c’erano biscotti industriali o merendine confezionate. Tutto fatto in casa, dal pane ai succhi di frutta.

I piatti sul menu che identificano Iacobucci ?

“Napoli incontra l’Emilia” un tortello farcito di ragù napoletano e lacrime di basilico su una spuma di parmigiano 24 e il mio “Babà 3 cotture“. Sai, il baba deve esere come una spugna, se lo strizzi deve ritornare nella stessa forma di prima, questo grazie al processo di lievitazione. Deve essere una vera nuvola…

Come definiresti la tua cucina?

Viva, gioiosa e di buon auspicio… (sorride) hai notato i curnacielli” sui tavoli ?
La definerei un
viaggio dei sensi. con grande rispetto verso la natur,  territorio e sostenibilità. Qui fuori abbiamo un orto di 600 metri quadri, dove cresce di tutto, dal sedano rapa ai pomodori alle melanzane. Magnifiche relazioni con i nostri casari e i produttori di carne e pesce, che ci arriva da quasi tutti i mercati in Italia, da Cesenatico a Pozzuoli. Mazara del Vallo, Napoli…Abbiamo più di 40 fornitori.

Veniamo alla tua ricetta?

Ho scelto il mio cavallo di battaglia: “Napoli incontra l’Emilia”. E’ un piatto nato nel 2014, quando la RAI mi ha invitato a creare un piatto ispirato al pomodoro: Mi è venuto subito in mente il fantastico sugo di mamma…(sorride) e  mi sono fatto spedire i barattoli di pomodoro San Marzano rigorosamente fatti in casa.
Curiosi di scoprire la ricetta dello Chef?
Pronti per l’incontro-scontro tra Emilia e Campania?
Girate pagina e … buon appetito!
Cliccate su Next>

La ricetta di Agostino Iacobucci
NAPOLI INCONTRA L’EMILIA

INGREDIENTI
Per la pasta all’uovo
kg. 1 di farina, 10 uova intere
Realizzare l’impasto, come da tradizione, al tagliere: impastare farina e uova; far riposare per circa 30 minuti.
Per il  ragù napoletano
2 scatole di pomodori pelati Cirio Alta Cucina, g. 100 di strutto di maiale, 1 cipolla bianco
1 spicchio d’aglio, g. 300 di muscolo, g. 300 di tracchie di maiale, g. 250 di copertina di costa
g. 200 di cotica di maiale, g. 300 di salsiccia, g. 50 di uvetta sultanina, g. 40 di pinoli, prezzemolo q.b.,g. 30 di parmigiano reggianog., g. 20 di pecorino
sale q.b., ml. 150 di vino rosso
Pulire la carne dal grasso, preparare un trito di prezzemolo, aglio, uvetta, pinoli e parmigiano. Con l’aiuto di un batticarne battere la copertina di costata precedentemente pulita; ricavarne degli involtini. Al loro interno disporre il trito precedentemente realizzato, fare lo stesso con la cotica e legare il tutto con lo spago. In una pentola fare rosolare tutta la carne; dopo 8/10 minuti aggiungere la cipolla tagliata a julienne, bagnare con il vino rosso e fare sfumare; quando il vino sarà evaporato, aggiungere il pomodoro precedentemente passato al passaverdure e cuocere per 4/5 ore. Estrarre la carne dal sugo e passarla in planetaria aggiungendo un poco di lardo per far sì che l’impasto rimanga morbido.
Preparazione
Tirare la sfoglia sottile e tagliarla con un coppapasta; riempire con la farcia e formare un tortello.
Per la spuma di parmigiano: bollire latte e panna fresca in un pentolino facendoli ridurre; unire il parmigiano e, dopo 15 minuti, filtrare il tutto e inserirlo in un sifone aggiungendo una carica di crema.
Per l’emulsione di basilico: pulire le foglie di basilico, sbollentarle in acqua salata per 30 secondi e subito dopo in acqua e ghiaccio. Asciugarle ed emulsionarle con olio.
Disporre nel piatto fondo la spuma di parmigiano, bollire e scolare i tortelli dall’acqua; unirli al parmigiano, versare il sugo nei tortelli ed infine aggiungere l’emulsione di basilico.

INFO
Ristorante Agostino Iacobucci
Via Ronco, 1
Castel Maggiore, Bologna

CESARE ZUCCA
Travel, food & lifestyle.
Milanese di nascita, vive tra New York, Milano e il resto del mondo.
Per WEEKEND PREMIUM fotografa e racconta città, culture, stili di vita e scopre delizie gastronomiche sia tradizionali che innovative.
Incontra e intervista top chefs di tutto il mondo, ‘ruba’ le loro ricette e vi racconta il tutto nel suo blog, in stile ‘Turista non Turista’