È l’unico sito in Sardegna riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, il 6 dicembre 1997. È il complesso Su Nuraxi nuragico di Barumini, un Comune di circa 1300 abitanti nella provincia del Medio Campidano, nella regione storica della Marmilla, meta del nostro appuntamento settimanale di “UNESCO con Gusto”.
Si legge nelle motivazioni che hanno confermato il riconoscimento: “I nuraghi della Sardegna, dei quali Su Nuraxi è il più importante, costituiscono una risposta eccezionale a delle condizioni politiche e sociali particolari. Mettono in luce l’utilizzo immaginativo e innovativo dei materiali e delle tecniche a disposizione di una comunità insulare preistorica”. Conosciamo allora meglio Su Nuraxi.
Visitiamo il nuraghe più famoso della Sardegna
Su Nuraxi sorge a circa un chilometro dal centro di Barumini, sull’altopiano basaltico della Giara. La sua scoperta si deve all’archeologo Giovanni Lilliu, nativo di Barumini, che intuì che su quell’altura doveva celarsi qualcosa di importante non solo per estensione, ma anche per la storia della Sardegna. La sua intuizione si è dimostrata giusta: gli scavi, condotti tra il 1950 e il 1955 portarono alla luce una grande fortezza eccezionalmente conservata e un intero villaggio che sorgeva attorno a essa.
Il complesso, il cui nucleo originario risale all’Età del Bronzo, è realizzato in basalto ed è costituito da un mastio e da quattro torri angolari, unite da un bastione. Intorno a esso si sviluppa un “labirinto” di cinquanta capanne.
La torre principale era alta in origine più di 18 metri e composta da tre camere sovrapposte e comunicanti tra loro e una copertura a tholos, cioè a falsa cupola. Tra il XIV e il XII secolo a.C al mastio vennero aggiunte quattro torri alte circa 14 metri orientate secondo i punti cardinali e composte da due camere sovrapposte e la copertura a tholos.
Il villaggio di capanne
In questo periodo nasce anche il nucleo più antico del villaggio e viene innalzata la cinta muraria. Le capanne sono caratterizzate da una pianta circolare, un ambiente unico e un tetto di legno a forma di cono. Tra esse spicca la “Capanna 80” o “delle riunioni”, con un sedile disposto lungo il perimetro e cinque nicchie sulle pareti, dove sono stati rinvenuti ornamenti, armi, utensili e immagini votive.
All’inizio dell’Età del Ferro, (tra il IX e il VI secolo a.C) il villaggio venne quasi del tutto distrutto e venne ricostruito con edifici e tecniche all’avanguardia. Le nuove capanne avevano mura circolari e vani quadrangolari che convergevano attorno a un cortile. Ogni capanna era provvista di una piccola stanza rotonda con una copertura a tholos e un bacile per raccogliere l’acqua piovana. Questa disposizione rappresenta un unicum in tutta l’isola.
L’arrivo dei Fenici, nel V secolo a.C fece sì che la cultura punica e quella nuragica si fondessero, anche se il villaggio non riportò trasformazioni sostanziali. Con l’arrivo dei Romani, nel II-I secolo a. C alcuni ambienti vennero utilizzati per le sepolture. Il sito è stato abitato fino al III secolo d.C e ci sono tracce fino all’Alto Medioevo.
Nei pressi dell’Area Archeologica di Su Nuraxi si trova anche il Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”, che ospita mostre temporanee e permanenti, laboratori didattici e una mostra mercato periodica con prodotti dell’artigianato locale.
Una visita al centro storico di Barumini
Sicuramente da non perdere a Barumini è il polo museale sorto attorno a Casa Zapata (www.fondazionebarumini.it/it/polo-museale-casa-zapata/), una villa nobiliare fatta erigere alla fine del Cinquecento dagli omonimi marchesi aragonesi, giunti in Sardegna nel 1323, in stile spagnolo con ispirazioni rinascimentali.
Durante le operazioni di scavo, sotto le fondamenta della villa sono stati rinvenuti i resti di un nuraghe, oggi conosciuto come Nuraxi ‘e Cresia, oggi visitabile grazie a pavimenti in vetro e passerelle aeree sistemate all’interno dello stesso palazzo.
Dal 2006, Casa Zapata, il suo giardino e la sua corte fanno parte di un polo museale che include, nella sezione Archeologica, circa 180 reperti del vicino sito di Su Nuraxi, una sezione storico-archivistica e una etnografica, dove si trova il Museo delle Launeddas, i tradizionali strumenti sardi a tre canne.
Tuttavia, Barumini conserva anche importanti esempi di architettura religiosa, risalenti al periodo in cui venne annessa al Giudicato di Arborea. Meritano una visita la seicentesca chiesa dell’Immacolata Concezione, in stile tardo gotico, con la sua grande cupola e la torre campanaria a pianta quadrangolare. Al suo l’interno, si trova un bell’altare decorato con marmi policromi del Settecento, un organo anch’esso Settecentesco, due campane di scuola napoletana e un trittico del XVI secolo con scene della vita di Gesù.
Tra gli edifici religiosi degni di menzione ci sono anche la trecentesca Chiesa di San Giovanni, quella dedicata a San Nicola, in stile arcaico pisano, databile tra il XI e il XII secolo e, ancora, la chiesa di Santa Tecla del XV secolo con due rosoni gotici e il pavimento di pietra, la chiesa di Santa Lucia, del XVI secolo, e la Chiesa di San Francesco, del XVII secolo, con accanto il Convento dei Monaci Francescani.
Consigliamo infine un’escursione nei vicini altopiani della Giara per ammirare i famosi cavallini, una razza autoctona la cui origine è ancora misteriosa. Affabili e mansueti, si lasciano ammirare mentre pascolano tra la macchia mediterranea, querce da sughero, lecci e roverelle.
A tavola nel Medio Campidano
Una forte cucina di terra caratterizza le tavole di questa regione della Sardegna. Tra i primi piatti spiccano le paste, tra cui i celebri malloreddus alla Campidanese, (di cui trovate la ricetta), gnocchetti al sugo di salsiccia, e i culurgiones, ravioli ripieni di ricotta ed erbette. A queste paste si uniscono forme tipiche locali, come i marraconis fibaus, spaghetti fatti a mano, le tallutzas, orecchiette preparate con pasta avanzata.
Tra i formati tipici della Marmilla troviamo invece le crogorittas, una pasta a forma di cresta, e le caòmbas, dalla singolare forma di colomba, utilizzate per preparare le minestre di Pasqua. Le paste vengono spesso condite con sugo di pomodoro, zafferano, oppure a base di galletto, salsiccia o agnello, con una spolverata di pecorino.
Ottime anche le minestre a base di legumi e cereali, insaporite con il guanciale o con osso di prosciutto. Da assaggiare le Fave con il lardo e la minestra di finocchi selvatici e formaggio fresco. Tra i secondi, troviamo piatti a base di agnello, pecora e capra, oppure il tipico maialetto. Si preparano in genere facendole arrostire a lungo su braci di legna aromatica. Fanno parte della tradizione anche le lumache.
Tra i dolci, abbondano quelli a base di mandorle, che si affiancano alle tradizionali seadas, pardulas e papassinas. Da non perdere la golosa e semplice torta alla ricotta. Un dolce tipico di Barumini è invece su callau in drucci, un budino preparato con latte, caglio, zucchero e buccia di limone.
Malloreddus alla Campidanese
Ingredienti
- 400 gr di gnocchetti sardi
- 300 gr di salsiccia
- 200 gr di pecorino sardo
- 50 gr di cipolla
- 300 gr di passata di pomodoro
- Olio extravergine di oliva
- Sale
Soffriggete la cipolla nell’olio di oliva lasciandola imbiondire. Aggiungete poi la salsiccia a pezzetti, saltate e unite anche la passata di pomodoro. Regolate di sale e lasciate cuocere per circa un’ora. Cuocete i malloreddus in acqua salata. Scolateli e conservate l’acqua di cottura. Mescolate il pecorino grattugiato all’acqua di cottura e frullate il tutto fino a ottenere una crema. Regolate la quantità di acqua a seconda della consistenza che desiderate ottenere. Girate i gnocchetti nel sugo, poi unite alla fine la crema di pecorino. Servite caldo.
COME ARRIVARE
Si può raggiungere Cagliari da Civitavecchia in traghetto. Tra le compagnie che effettuano la traversata ci sono Grimaldi (www.grimaldi-lines.com) . Moby (www.moby.it) e Tirrenia (www.tirrenia.it). Da Cagliari si può poi raggiungere Barumini in auto prendendo la SS 131 con uscita Villasanta. Da qui si prende la SS197 e si superano i paesi di Villamar e Las Plassa seguendo le indicazioni per Barumini.
DOVE MANGIARE
*Ristorante Cavallino della Giara, viale Su Nuraxi 2, Barumini (CA), tel 070/9368122, www.ristorantecavallinodellagiara.com Vicino al complesso di Su Nuraxi, offre piatti della cucina locale e sarda, dolci tradizionali e pizze preparate con forno a legna. Prezzo medio € 25.
*Trattoria pizzeria Su Pasiu, via Roma 23-25, Barumini (CA); tel 371/3651480, www.facebook.com/SuPasiu/ Ambiente informale, offre piatti della cucina sarda e una buona scelta di pizze. Prezzo medio € 18-20.
DOVE DORMIRE
*Hotel Su Nuraxi***, viale Su Nuraxi 6, Barumini (CA), tel 070/9368305, www.hotelsunuraxi.it Ricavato in un edificio in stile classico sardo, dispone di 11 camere con bagno, riscaldamento, aria condizionata, telefono, TV e frigobar. Situate tutte e piano terra, godono di una vista spettacolare sulla Giara di Gesturi, sulla Reggia nuragica e sul Castello di Las Plassas. Doppia con colazione da € 80.
*B&B Casa Piras, Traversa II Principessa Margherita 12, Barumini (CA), tel 070/9368372, http://web.tiscali.it/casapiras/ Circondato da un rigoglioso giardino, il B&B sorge in una zona tranquilla e silenziosa. Dispone di tre camere da letto, una sala e una veranda dove viene servita la colazione. Tariffa per persona con colazione da € 30.
INFO
www.sardegnaturismo.it/it/esplora/barumini