Sono 20 anni che ci provano, ma questa volta sembra che il colosso americano abbia trovato la strada giusta per sbarcare anche nella Patria del caffè. Già dal 2017 potremo ordinare un “frappuccino”, ma siamo veramente pronti ad abbandonare la tazzina?
Fondata da un insegnante di inglese, uno di storia e uno scrittore,Starbucks deve il suo nome alla letteratura: Starbucks è infatti il primo nome ufficiale del capitano Achab in Moby Dick. Nato come rivendita di caffè in grani, tè e spezie, fino a che nel 1982 Howard Schultz – nominato amministratore delegato – convincerà i proprietari a trasformarlo nella caffetteria più famosa al mondo, oggi tempio del caffè made in Usa.
Pensate che fu proprio l’Italia con i suoi caffè ad ispirare la trasformazione dei coffè store nell’odierna catena che tutti conosciamo; tornato da un viaggio in Italia tra Roma e Milano, Schultz decise di voler esportare lo spirito della caffetteria italiana in USA. Oggi è l’Italia che acclama a gran voce l’arrivo della caffetteria americana che ha già 22519 shops sparsi in 67 Paesi.
E’ Milano, dunque, la città scelta – o forse prescelta – ad ospitare il primo shop italiano della catena Starbucks.
Una formula che ha già riscosso il successo globale, ma che teme il bel paese; vendere il caffè americano nella patria dell’espresso, non è mai sembrato semplice al fondatore, Howard Schultz, anche perché il prezzo di un «suo» caffè è di quasi tre volte la nostra tazzina al banco, ma dopo 20 anni di trattative e tentativi, ora sembra che l’intervento di Antonio Percassi – imprenditore che vanta l’esportazione di Zara e Victoria Secret’s in Italia – porterà nel 2016 il Frappuccino nella penisola.
Ma come saranno i negozi italiani? Non molto diversi da quelli che tutti conosciamo: ovviamente nel centro città, luogo dove uomini d’affari, giovani e turisti si incontrano accumunati dal bisogno di un caffè, ma soprattutto di una buona connessione wifi. Lo store milanese sarà, inoltre, caratterizzato da uno stile ricercato e super chic – riflesso della società in cui si andrà ad inserire.
Proprio l’offerta digitale è stata uno degli ingredienti del successo della catena, che dal 2010 ha offerto la connessione gratuita e illimitata in tutti i punti vendita e che recentemente ha sviluppato anche lo Starbucks digital network, per offrire gratuitamente film, serie tv e news, novità che potrebbe arrivare anche in Italia.
Il menù è certamente un’espressione della cultura alimentare americana, sempre generosa nell’apporto di zuccheri.
Il Frappuccino è una versione “on ice” del caffè americano; freddo, anzi freddissimo, e dai gusti originali: Cheesecake alla fragola, Caramel Moca, Cioccolato alla banana e il classico Double Chocolate Chip. Passiamo poi ai più sobri Papermint Mocha, Caramel Bruleè Latte, e oltre 30 miscele di caffè.
Starbucks non è solo beverage, ma anche food: sandwich, donuts, insalate e cookies americani (leggi la ricetta per realizzarli), pranzi veloci da consumare in compagnia di amici o di un buon libro.
Insomma se non vedete l’ora di sprofondare nelle classiche poltroncine di velluto dello shop non temete l’america sta arrivando.